Giordania Libia Yemen Costa d`Avorio Guinea Pakistan
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Giordania Libia Yemen Costa d`Avorio Guinea Pakistan
Energia-Asia Germania Kirghizistan Russia Pakistan Giordania Libia Yemen Brasile AIRCRAFT Costa d’Avorio Guinea AIRCRAFT Secondo la società Boeing le compagnie aeree negli ultimi anni stanno ricorrendo sempre più frequentemente al mercato dei capitali come fonte di finanziamento, preferendolo all’export credit. Alla base di questa tendenza ci sarebbe l’introduzione nel 2011 dell’Aircraft Sector Understanding Agreement, che ha reso più costoso (in termini di fees) e complesso (in termini di requirement sul capitale) l’utilizzo delle strutture di export credit. Secondo la Boeing l’industria aerea registrerà una performance positiva nei prossimi 20 anni, con l’introduzione di 35.000 nuovi aerei per un valore totale di USD 4.800 miliardi. I mercati più dinamici saranno quelli asiatici, seguiti da Europa e Nord-America. BRASILE La compagnia petrolifera OGX ha saltato il pagamento di USD 45 milioni d’interessi in scadenza sui propri bond, aprendo lo scenario di quello che potrebbe essere il più grande default aziendale dell’America Latina. La compagnia, esposta per circa USD 3,6 miliardi, ha giustificato il mancato pagamento inserendolo in un processo di correzione della struttura del capitale sociale conseguente al cambiamento del proprio business plan. I problemi finanziari del gruppo sono iniziati dopo aver annunciato all’inizio dell’anno che gli unici due pozzi in funzione sarebbero stati chiusi perché non remunerativi. Il titolo, quotato un anno fa a BRL 5,80, è oggi scambiato a soli BRL 0,22. COSTA D’AVORIO Raggiunto un accordo preliminare con il FMI per il finanziamento di USD 74 milioni, rientrante nel programma Extended Credit Facility (ECF) del Fondo. Secondo il FMI la performance economica è stata più alta delle attese nel primo semestre 2013, con il PIL che continua la sua crescita (atteso un +8,3% per il 2013) e l’inflazione media che si mantiene contenuta (prevista al 2,9% su base annua). Avanzamenti osservati anche sotto il profilo dell’adozione di riforme strutturali e della predisposizione di un piano di gestione dei debiti arretrati verso i fornitori dello stato. ENERGIA – ASIA Secondo l’International Energy Agency (IEA) la domanda di energia nel sud-est asiatico crescerà nei prossimi anni; nel 2011 la domanda nei paesi ASEAN era di circa 550 Mtoe (million tonnes of oil equivalent), il 4,2% della domanda mondiale, mentre nel periodo 2013-2035 il consumo nella regione dovrebbe aumentare dell’83%, raggiungendo i 1000 Mtoe. La regione continuerà a dipendere dal consumo di energia derivante da fonti fossili e la domanda di petrolio aumenterà progressivamente. Il settore elettrico rappresenterà il 52% dell’incremento della domanda di energia nella regione fino al 2035. Il consumo finale di elettricità crescerà a un tasso medio annuo del 4,2% GERMANIA Il Christlich Demokratische Union (CDU) della Merkel e il “partito-gemello” bavarese, Christlich Soziale Union (CSU), hanno ottenuto il 41,5% dei voti (33,8% nel 2009) alle elezioni di fine settembre. Le trattative per ampliare la coalizione alla Sozial Demokratische Partei Deutschland (SPD) (25,7% dei voti, 23% nel 2009). Permangono temi sensibili (es. salario minimo; controllo dei prezzi energetici) che potrebbero prolungare i negoziati. La coalizione CDU/CSU-SPD risulterebbe probabilmente più disponibile su questioni inerenti l’area euro (es. ristrutturazione del debito greco con diretto coinvolgimento dei contribuenti tedeschi), pur non abbandonandone altre (es. riforme strutturali per i paesi periferici). Avanza il partito anti-euro, Alternative for Germany (4,7%dei voti) GIORDANIA Il sindacato dei lavoratori del settore energia ha annunciato uno sciopero nazionale contro la proposta della Electricity Generating Company (CEGCO) di chiudere alcune delle sue centrali. La CEGCO produce il 51% del fabbisogno energetico nazionale ed è stata in parte privatizzata nel 2007 con una cessione al gruppo saudita ACWA Power International della quota di maggioranza, mentre il 49% è rimasto in possesso del governo giordano. Azioni di sciopero prolungate oltre le due settimane potrebbero innalzare il rischio di calo delle forniture, con conseguenze sulla produzione anche per la free-trade zone di Zarqa, sede di alcune industrie petrolchimiche farmaceutiche e tessili fornitrici di multinazionali estere quali Wal-Mart. GUINEA Si sono svolte le prime elezioni democratiche nel paese dal 2002, con una partecipazione attorno all’80%. I due maggiori partiti di opposizione hanno minacciato proteste qualora i risultati non dovessero decretare la loro vittoria. Il pubblico ministero della Corte Penale Internazionale (CPI) Fatou Bensouda ha avvertito che eventuali istigatori alla violenza sarebbero stati posti sotto indagine da parte della CPI. Le elezioni si sono svolte senza incidenti, sebbene il capo ispettori UE abbia segnalato numerosi casi d’irregolarità. Secondo i primi risultati parziali il partito del presidente Conde è in vantaggio, ma le previsioni indicano che nessun partito otterrà la maggioranza assoluta e sarà necessaria la formazione di una coalizione parlamentare. KIRGHIZISTAN Trovata intesa tra governo, la compagnia di stato Kyrgyzaltyn JSC e la compagnia canadese Centerra Gold Inc. sullo sfruttamento della miniera d’oro di Kumtor. È stato siglato un Memorandum of Understanding secondo il quale Kyrgyzaltyn scambierà il suo 32,7% in Centerra con il 50% della nuova joint venture che controllerà il giacimento. L’accordo garantisce maggiori introiti per il Kirghizistan e risolve il contenzioso con la compagnia canadese, accusata di danni ambientali e di versare revenues troppo basse al paese. L’accordo dovrebbe allontanare il rischio di dimostrazioni violente, come verificatesi nell’ultimo anno, con richieste di nazionalizzazione del giacimento, una maggiore tutela dell’ambiente e maggiori ritorni sociali dalle attività estrattive. LIBIA La produzione di petrolio è arrivata a oltre 700 mila barili al giorno a fine settembre, in aumento rispetto ai 575 mila di agosto. La produzione resta comunque inferiore ai livelli raggiunti nella fase post-rivoluzionaria (1,4 milioni b/g) e si stima che il blocco della produzione abbia causato negli ultimi due mesi mancati introiti per USD 5 miliardi. Il settore è stato infatti fortemente colpito dalle proteste legate a temi socio-economici e alle istanze federaliste delle regione orientale. Le autorità centrali hanno mostrato una limitata capacita nel contenere tali proteste e nel rafforzare il livello di sicurezza, come evidenzia il recente ’attacco all’ambasciata russa a Tripoli. PAKISTAN Parziale privatizzazione della compagnia di bandiera Pakistan International Airlines (PIA) per una quota pari al 26%. La dismissione è avvenuta per limitare le perdite di bilancio dello stato, pari a 3,3 miliardi di Rupie (EUR 23,5 milioni circa). Al fine di rispettare i parametri previsti dall’accordo con il FMI, l’esecutivo ha in programma altre privatizzazioni compresi il settore ferroviario e siderurgico statale. In cambio il paese ha potuto accedere a finanziamenti da parte del fondo per USD 6,7 miliardi. Maggiori resistenze alle privatizzazioni provengono dalla burocrazia e dai sindacati che temono ricadute in termini occupazionali. RUSSIA La compagnia petrolifera Rosneft ha acquistato da Enel circa il 20% di SeverEnergia, compagnia specializzata nell’estrazione di gas in Siberia, subentrando nella joint venture con ENI Artic Russia, della quale la società italiana mantiene il 60%. L’acquisizione è avvenuta per un corrispettivo di USD 1,8 miliardi e s’inserisce nel piano di espansione di Rosneft nel settore gas, con una produzione target per il 2020 di 100 miliardi di metri cubi, tale da poter contendere a Gazprom il ruolo di maggior produttore. YEMEN Trovato accordo con il WTO sulle clausole di accesso del paese nell’organizzazione. La trattativa è durata 13 anni, e dovrebbe portare alla formale procedura d’adesione yemenita il prossimo dicembre, durante la Conferenza Ministeriale di Bali. Il pacchetto di riforme richieste include modifiche alla legislazione sul commercio, impegni formali sull’accesso al mercato di cibo e servizi, oltre che una decisione preliminare sull’adesione da parte del Consiglio Generale e la ratifica del Protocollo d’Accesso da parte dello Yemen. Il paese è il settimo paese in via di sviluppo ad aderire dal 1995. Dopo l’adozione ufficiale sul pacchetto d’adesione durante la Conferenza di Bali, il parlamento yemenita dovrà ratificare l’adesione, che sarà operativa dopo 30 giorni. Pillole Brasile: Moody’s cambia l’outlook sul debito sovrano da positivo a stabile per rallentamento della crescita del PIL Cina: inaugurata la nuova free trade zone di Shanghai. Filippine: Moody’s aumenta il rating a BBB- con outlook positivo. Iran: ripresi i pagamenti dei debiti verso la Banca Mondiale, sospesi da più di sei mesi. Pakistan: svalutazione della rupia sul dollaro (-7,5%) per effetto degli accordi con il FMI per la stabilizzazione delle riserve valutarie. USA: la chiusura degli uffici federali a causa dello shutdown causa pressioni al ribasso sulle quotazioni del Brent A cura dell’Ufficio Studi Economici e-mail: [email protected]