Perché l`industria italiana gestisce male l`acquisto di energia

DALLO STUDIO “ENERGIA PER L’INDUSTRIA”
Perché l’industria italiana gestisce male
l’acquisto di energia: sottovalutati i plus
Dal campione di aziende analizzate da Arthur D.Little emergono strategie di
approvvigionamento inadeguate. A partire dal momento di rinnovo dei contratti
e strategie di approvvigionamento
L
L’immaturità delle procedure di ap-
snelli ed efficienti, poco tempestivi.
energetico delle industrie italiane
provvigionamento italiane è evidente
«A volte le aziende individuano le fi-
hanno ampi spazi di miglioramento. Il
soprattutto considerando il timing di
nestre temporali migliori per l’acqui-
messaggio proviene dallo studio
negoziazione dei contratti, che sono
sto, ma poi il processo è troppo lungo
“Energia per l’industria” effettuato da
rinnovati perlopiù a ridosso della sca-
e l’offerta scappa. Oppure l’Energy
Arthur D. Little su un campione ristret-
denza (l’anno termico o solare per il
manager non riesce a convincere il
to di 53 aziende, prevalentemente
gas, l’anno solare per l’elettricità), co-
vertice aziendale che deve porre la
grandi, ma vario quanto a settori
stringendo le aziende ad acquistare al
firma sul contratto».
(dall’agroalimentare al commercio al
prezzo di mercato del momento. Per
L’energia è considerata, insomma,
metallurgico), dimensioni ed entità dei
le 32 società che hanno chiuso il con-
una commodity sulla quale non si
consumi elettrici e di gas. Nell’insieme,
tratto elettricità per il 2010 alla fine
vuole perdere troppo tempo e non
il campione vale 8 TWh di consumi
del 2009, per esempio, questa scelta
ha ancora preso piede una mentali-
elettrici annui e 2,2 miliardi di metri
non è stata certo fortunata.
tà di gestione del rischio energetico.
cubi di gas. La sensazione è che, a par-
«Negoziare nel periodo dell’anno più
Di conseguenza, anche rispetto
te alcune eccezioni, si debba ancora
opportuno può portare molti benefici
all’accoglienza di elementi innovati-
lavorare parecchio affinché gli acquisti
- ha sottolineato Katia Valtorta di
vi nell’offerta, le aziende risultano
di energia diventino una componente
Arthur D. Little, che ha curato la ricer-
ancora poco pronte e mostrano un
ragionata, pianificata e gestita attiva-
ca -. Poche aziende del nostro cam-
certo scetticismo, oppure temono la
mente piuttosto che subita in modo
pione gestiscono il timing in modo
complessità gestionale che può de-
passivo. Inoltre è ancora tutta da per-
proattivo e riescono a chiudere nel
rivare dal non utilizzo di contratti
correre la strada della gestione inte-
momento ottimale dell’anno o a uti-
standard. Non a caso, su 18 offerte
grata dell’energia, che considera la
lizzare metodi più evoluti di acquisto,
presentate, solo quattro aziende del
questione energetica nella sua globa-
come quello parziale stratificato (in
campione
lità (approvvigionamento, efficienza
sostanza, vari acquisti successivi)».
quest’anno di contratti innovativi
energetica, autoproduzione). Il qua-
L’obiettivo, va precisato, non è quello
per l’elettricità, mentre per il gas c’è
dro è comunque molto variegato e
di riuscire ad acquistare al prezzo mi-
soltanto un caso (ma qui le offerte
anche la figura del buyer dell’energia
nimo (fatto assolutamente fortuito),
sono state solamente otto). «Su
non è omogenea: nel 50% dei casi si
ma al prezzo target individuato
quest’ultimo fronte - ha osservato
tratta dell’energy manager, nell’altro
dall’azienda. La ricerca ha evidenziato
Valtorta - bisogna sottolineare che
50% di un buyer professionista. Con i
che chi opera bene sull’energia elettri-
anche il lato offerta è carente e i
casi più virtuosi che si riscontrano dove
ca lo fa anche sul gas.
fornitori spesso non sono in grado
operano figure ibride, che coniugano
Le opportunità migliori si perdono an-
di passare dalle parole alle concrete
le competenze tecniche con un’ampia
che a causa di processi di acquisto che
delega sull’acquisto.
risultano estremamente lenti, poco
proposte commerciali».
Maria Andreetta
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