La nuova economia delle migrazioni (segue)

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La nuova economia delle migrazioni (segue)
Le teorie sulle migrazioni
internazionali
Massey, D. S et al., 1993.
Theories of international migration: A
review and appraisal.
Population and Development Review
19:431-466.
Alla fine del XIX° secolo Edward Ravenstein
formulava le “Laws of migration” (1885,1889) a
partire da un’analisi empirica delle migrazioni in
Inghilterra, dando origine al primo quadro
teorico di analisi del fenomeno.
“The major causes of migration are economic
[…] the major direction of migration if from
agricultural areas to the centers of industry and
commerce” (Ravenstein, 1885).
L’approccio economico
la migrazione internazionale è vista come un meccanismo di
redistribuzione del lavoro (centralità della migrazione da lavoro)
I classici: Adam Smith - migrazione di lavoratori risultato di differenziali
regionali di offerta e domanda di lavoro
I neoclassici : migrazione come processo di aggiustamento di
differenziali salariali e offerta di lavoro. Il processo si ferma quando il
costo della migrazione eguaglia i differenziali salariali.
La nuova economia delle migrazioni: la decisione di migrare è
influenzata anche da variabili diverse dai differenziali salariali
Gli approcci macro: la migrazione internazionale è soprattutto il
risultato di forze internazionali, che trascendono le scelte individuali e
che impongono loro dei vincoli
La teoria neoclassica delle migrazioni
• Gli individui agiscono razionalmente
• sono pronti ad emigrare verso qualunque luogo
purché le loro competenze vi siano maggiormente
remunerate
• decidono di emigrare sulla base di un calcolo dei
costi/benefici.
• il beneficio della migrazione è misurato in termini di
rendimento netto, a livello individuale, alla scadenza di
un certo orizzonte temporale.
• Il rendimento netto è stimato come differenza tra i
guadagni attesi nel paese di arrivo e nel paese di
partenza.
Il rendimento netto della migrazione
• guadagni attesi nel paese di origine - sono ottenuti
moltiplicando il livello di qualificazione del migrante
per la probabilità che questi ha di trovare lavoro nel
proprio paese di origine;
• guadagni attesi nel paese di destinazione - sono
ottenuti moltiplicando il livello di qualificazione del
migrante per probabilità di trovare lavoro nel paese
di arrivo.
•
NB : La somma dei guadagni nel periodo di riferimento è decurtata di un coefficiente che
rispecchia la maggiore utilità del denaro guadagnato oggi rispetto a quello guadagnato domani.
• Il rendimento netto si ottiene sottraendo ai guadagni la
stima dei costi tangibili e intangibili
Il rendimento netto della migrazione
(segue)
• l’approccio considera esplicitamente i fattori
che conducono alla selettività delle
migrazioni (i guadagni attesi e i costi
intangibili dipendono dalle caratteristiche
individuali)
• misurare il costo della migrazione è molto
complesso (fattori personali e famigliari, gli
eventuali ostacoli da superare, le preferenze…)
• SJAASTAD Larry A., 1962, The costs and returns of
human migration, Journal of political economy, n.
705 p.80-93
• HARRIS J.R, TODARO M., 1970, Migration,
unemployment and development: a two sector
model, American Economic Review, n. 60, p.126142
• TODARO M., 1976, Internal migration in
developing countries, Geneva, International
Labour Office, 106 p.
La nuova economia delle migrazioni
(Stark et Taylor, 1989)
La decisione di migrare non riguarda solo
l’individuo, ma è una decisione collettiva, a livello
famigliare, finalizzata non solo alla
massimizzazione del reddito, ma anche alla
minimizzazione del rischio e come assicurazione
rispetto al malfunzionamento del mercato.
Inoltre la scelta migratoria dipende dalla volontà di
aumentare tanto il reddito assoluto quanto quello
relativo
La nuova economia delle migrazioni
(segue)
• 1) migrazione anche in assenza di differenziali salariali;
• 2) un aumento nei redimenti prodotti dalle attività
economiche locali può rinforzare l’interesse verso le
migrazioni. In tal senso, lo sviluppo economico della
regione di partenza, non provocherebbe necessariamente
una riduzione della propensione ad emigrare;
• 3) i Governi dei paesi di partenza possono influire sulla
migrazione non solo attraverso politiche occupazionali, ma
definendo i sistemi di assicurazione e i mercati dei capitali,
nonché modificando la distribuzione dei redditi.
La teoria del doppio mercato del
lavoro
La migrazione internazionale deriva da una domanda
permanente di lavoratori stranieri, collegata alla struttura
economica dei paesi sviluppati (Piore, 1979).
• Il livello dei salari non riflette solo le condizioni della domanda e dell’offerta
di lavoro, ma è elemento di prestigio e di posizione sociale: i salari non
possono rispondere liberamente all’evoluzione dell’offerta di lavoro.
• Gli autoctoni non sono attratti da lavori che non consentano di migliorare la
posizione sociale del lavoratore; I lavoratori immigrati attribuiscono meno
importanza alla posizione sociale e all’ascesa sociale.
• L’esistenza di un’economia duale, con un settore a forte densità di capitale ed
un secondo settore a forte densità di lavoro. La domanda insoddisfatta del
secondo settore si esprime generalmente attraverso il reclutamento di
manodopera straniera.
La teoria del doppio mercato del lavoro
(segue)
MA : nell’analisi statistica delle determinanti
dei flussi migratori, le caratteristiche dei paesi di
origine sembrano sempre avere maggiore
potere esplicativo rispetto alle caratteristiche dei
paesi di destinazione.
La teoria del sistema-mondo
L’origine delle migrazioni è soprattutto negli
squilibri istituzionali o settoriali introdotti
dall’intervento dello stato nel sistema capitalista
mondiale (Wallerstein, 1978,1979)
Il lavoro mondiale è visto come diviso in tre zone
geograficamente distinte: il centro, la
semiperiferia e la periferia.
La teoria del sistema-mondo (segue)
• Centro: Nord America, Europa, Giappone, Australia,
Nuova Zelanda
• Semiperiferia: Argentina, Brasile, Hong Kong, Messico,
Singapore, Corea del Sud, Taiwan
• Periferia: restanti aree
• A partire dal XVII secolo, progressiva creazione di un
sistema capitalistico mondiale che spinge i lavoratori a
migrare verso il centro o la semiperiferia
• Nella periferia: riduzione del lavoro agricolo
tradizionale; destabilizzazione delle forme non
capitalistiche di organizzazione economica e sociale.
L’approccio sociologico
Fattori esplicativi diversi dalle sole motivazioni economiche
Everett Lee (1966), a partire da Samuel Stouffer (1940, 1960).
La migrazione sarebbe dovuta sia a fattori positivi che caratterizzano le aree di
possibile destinazione, che a fattori negativi nel luogo di origine o di residenza
del potenziale migrante.
Tanto la zona di partenza che la zona di arrivo sarebbero caratterizzate da forze
di attrazione (pull factors), e da forze di repulsione (push factors).
La probabilità della migrazione cresce al crescere della differenza percepita tra
le forze di attrazione nette (fattori positivi meno fattori negativi) nelle zone di
origine e di destinazione.
La distanza è un importante fattore di riduzione della propensione ad
emigrare, in quanto aumenta i costi tangibili ed intangibili della migrazione.
L’approccio sociologico (segue)
• La Famiglia svolge un ruolo importante tanto
nel processo decisionale quanto nel fornire il
supporto necessario alla realizzazione del
progetto migratorio.
• Migrazione di intere famiglie
• Centralità delle politiche migratorie dei paesi
di destinazione (in termini di possibilità e
modalità della migrazione famigliare)
L’approccio sociologico (segue)
Le reti migratorie
• La rete migratoria include tutti i legami
interpersonali tra migranti, ex migranti e non
migranti delle zone di origine e di destinazione
• I legami possono essere considerati come una
forma di capitale sociale, al quale gli individui
possono attingere per ottenere informazioni o
supporto materiale e/ morale.
Il contributo delle scienze politiche
(Zolberg 1981)
• la migrazione internazionale può essere considerata
come uno scambio tra stati attraverso il quale si opera
un trasferimento di giurisdizione tale che i migranti
internazionali cessano di essere membri di una data
società per divenire membri di un’altra società
• UN PARADOSSO : il diritto internazionale riconosce a
chiunque il diritto di lasciare un paese, compreso il
proprio, ma esiste un consenso universale sul principio
radicalmente opposto, secondo il quale ogni Stato ha il
diritto di limitare l’ingresso di stranieri.
Il contributo delle scienze politiche
(segue)
Considerazione della tensione fondamentale tra interessi
individuali ed interessi nazionali (tali interessi possono
coincidere, in determinate circostanze).
Conflitto di interesse delle società di accoglienza, che
tendono allo stesso tempo a massimizzare l’offerta di lavoro
e a proteggere l’integrità culturale del paese. La soluzione
più comune è quella che vede i lavoratori stranieri confinati
nel loro ruolo economico e l’erezione di barriere alla loro
integrazione nella società
concentrazione delle aree di residenza, restrizione legale della durata del
soggiorno o dell’occupazione, divieto di ricongiungimento famigliare,
restrizioni all’accesso ai servizi sociali, ostacoli alla naturalizzazione
L’approccio sistemico
(Kritz et al, 1992)
• a) la migrazione crea uno spazio unificato, che racchiude
l’area di origine e di destinazione
• b)la migrazione non è che uno dei processi che legano le
due aree. È in stretto rapporto con altri processi che spesso
affondano le loro radici nella storia.
• c)I legami tra aree di origine e di destinazione trasformano
nel tempo le condizioni prevalenti nelle aree stesse.
• d)Lo Stato svolge un ruolo centrale nella determinazione
dei flussi migratori internazionali
• e)è fondamentale individuare i meccanismi attraverso i
quali le forze macro che influenzano i flussi migratori si
traducono in determinanti della migrazione a livello micro
(uno di questi meccanismi è la rete migratoria).
Approccio
Teoria
Neoclassica
Autori Tipo di Livello di Unità di
principali migraz. analisi analisi
Harris e
Todaro
Economico
Mercato del
lavoro
segmentato
Individuo
Utilità, differenziali salariali
costi-benefici
Micro
Famiglia
Rischio, Inadeguatezza delle
istituzioni finanziarie o dei sistemi
di assicurazione
Macro
Comunità o
paese
Vincoli strutturali nel luogo di
destinazione che riducono la
mobilità sociale
Macro
Paese
squilibri determinati dalla posizione
del paese nel sistema capitalista
mondiale
Micro
Nuova economia
Stark e Taylor
delle migrazioni
Lavoro
Piore
Focus
Sistema
mondiale
Wallerstein
Attrazione/
repulsione
Lee
Tutti
Micro
Individuo
fattori push/pull
Reti
Diversi autori
Tutti
Micro-macro
Individuo/
famiglia
ruolo di mediazione micro-macro
Politico
Scienze politiche
Zolberg
Tutti
Macro-micro
Sistemico
Approccio
sistemico
Kritz et al.
Tutti
Sociologico
Statoindividuo
Stato,
Macro-micro comunità,
individuo
conflitto di interesse, frontiere
Sistemi migratori e reti migratorie