Una politica industriale integrata per l`era della globalizzazione
Transcript
Una politica industriale integrata per l`era della globalizzazione
DELEGAZIONE DI BRUXELLES Una politica industriale integrata per l'era della globalizzazione n°3 Nota di presentazione del documento pubblicato dalla Commissione europea il 28 ottobre Serie La lente sull’Ue Ottobre 2010 Una politica industriale integrata per l'era della globalizzazione PRESENTAZIONE OSSERVAZIONI PRELIMINARI DI CONFINDUSTRIA Il 28 ottobre la Commissione europea ha adottato, sotto la responsabilità del Vice Presidente Tajani, la Comunicazione “Una politica industriale integrata per l’era della globalizzazione”. La Comunicazione rappresenta il follow up di una delle iniziative faro annunciate nella strategia “Europa 2020” e definisce un nuovo quadro di riferimento per lo sviluppo di una politica industriale europea moderna ed integrata, indicando una road map di azioni ed interventi che dovranno essere messi in campo nel prossimo quinquennio. La promozione di un contesto business-friendly, soprattutto per le PMI, con misure proposte nel campo dell’accesso al credito, della cooperazione tra imprese, anche nell'ambito di distretti industriali e reti d’impresa, nonché dell’internazionalizzazione delle PMI; il completamento del mercato interno con azioni rivolte, per esempio, alla tutela della proprietà intellettuale o alla standardizzazione; l’affermazione di un nuovo modello di innovazione industriale che punti all’eccellenza; la presa in conto delle conseguenze della globalizzazione attraverso la definizione di adeguati strumenti di politica commerciale; la modernizzazione dell’industria ed una sua rapida transizione verso un’economia più efficiente sotto il profilo delle risorse ed a basse emissioni di carbonio, rappresentano i principali pilastri su cui si articolerà la futura politica industriale europea. 2 La Comunicazione riveste particolare importanza perché, in linea con l’approccio già delineato in “Europa 2020”, pone l’industria e, soprattutto il settore manifatturiero, al cuore del nuovo modello di crescita dell’economia dell’UE e riconosce il ruolo centrale di una base industriale manifatturiera forte, competitiva e diversificata. Nel documento, la Commissione riconosce che la crisi economica ha mostrato la fragilità di un sistema produttivo centrato prevalentemente sul settore finanziario ed ha reso chiara l’importanza di tornare ad affermare il ruolo essenziale dell’economia reale. Si delinea cosi un nuovo approccio alla politica industriale, finalizzato a garantire che la competitività sia presente a 360° in tutte le politiche europee, sia con interventi orizzontali (e.g. innovazione, internazionalizzazione, infrastrutture, ecc.) che settoriali. Occorrerà certamente, per il prossimo futuro, un forte impegno di tutti gli attori coinvolti per realizzare questo ambizioso programma di lavoro: a livello comunitario, occorrerà innanzitutto una maggiore integrazione delle politiche per le imprese da perseguirsi in primo luogo attraverso una più stretta collaborazione dei Commissari con portafogli rilevanti (ambiente, mercato interno, concorrenza, commercio ecc.); a livello degli Stati membri, potrebbe essere opportuno promuovere incontri regolari tra i Ministri dell’industria nazionali nell’ottica di favorire un dialogo ed un confronto sui grandi temi cari all’industria. Come noto, sin dalla nomina della nuova Commissione europea lo scorso febbraio, Confindustria ha seguito da vicino l’elaborazione della Comunicazione, attraverso un dialogo costante con il gabinetto del Commissario Tajani, al fine di tenere in conto le priorità dell’industria italiana. Qui di seguito sono richiamati alcuni degli aspetti di maggiore rilevanza ed interesse per le nostre imprese. In via generale, il tono del documento appare particolarmente positivo e nel testo si ritrovano espresse molte delle nostre preoccupazioni. Nei capitoli introduttivi, vale la pena richiamare alcune delle affermazioni più significative: “È essenziale aumentare la produttività nell'industria manifatturiera e nei servizi correlati per far ripartire crescita e occupazione”. 3 “L'industria è quindi al centro del nuovo modello di crescita che la strategia Europa 2020 delinea per l'economia dell'UE”. “La crisi finanziaria ed economica ha richiamato l'attenzione sull'importanza fondamentale che un'industria caratterizzata da una catena di valore allo stesso tempo forte, concorrenziale e diversificata riveste ai fini del mantenimento della competitività e dell’occupazione nell'UE”. “Nell'UE un settore manifatturiero vivace e altamente competitivo può fornire le risorse e trovare molte delle soluzioni necessarie per far fronte alle sfide che la società dell'UE si trova ad affrontare”. La Comunicazione riconosce, in primo luogo, l’esigenza di assicurare un miglior quadro regolamentare a livello sia europeo che nazionale e richiama la necessità di procedere ulteriormente sulla via di una regolamentazione intelligente a tutti i livelli dell'intervento normativo. Parallelamente, essa mette in luce l’esigenza di garantire che tutte le proposte di politiche tali da produrre un effetto significativo sull'industria, debbano sottostare ad un'analisi rigorosa del loro impatto sulla competitività, attraverso analisi ex ante ed ex post. Nella comunicazione, un forte accento è messo sulle PMI: Il documento sottolinea, infatti, che “Al centro della nuova politica industriale integrata dell'UE devono esservi iniziative atte a promuovere la creazione, la crescita e l'internazionalizzazione delle PMI” e che “occorre anche continuare a migliorare il contesto imprenditoriale in cui operano le piccole e medie imprese” ad iniziare da un revisione dello Small Business Act. Interessanti appaiono, nello specifico, le misure annunciate in materia di accesso al credito, con l’obiettivo di esplorare soluzioni nuove e innovative per assicurare un sostegno finanziario efficace ed efficiente, così da far collimare i finanziamenti pubblici e i meccanismi d'incentivazione con gli obiettivi strategici dell'UE (tra le diverse misure, è prevista una valutazione sulle possibilità di riorientare gli strumenti finanziari europei nel prossimo periodo di programmazione post 2013). Inoltre, al fine di favorire l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, si annuncia la presentazione nel 2011 di una strategia di sostegno 4 all'internazionalizzazione delle PMI corredata di iniziative concrete che prendano le mosse dagli orientamenti delineati nello Small Business Act. Sul tema della cooperazione tra imprese, la Comunicazione sottolinea l’importanza di sviluppare cluster e reti d’impresa che sappiano competere a livello mondiale e questo, sia per quanto concerne i distretti operanti nei settori tradizionali che per quelli ad alto contenuto innovativo. Nel capitolo sulle infrastrutture, la comunicazione richiama il ruolo della qualità e dell'efficienza dei servizi forniti dalle infrastrutture nel campo dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni per la competitività dell'industria e la necessità, quindi, di potenziare e modernizzare le reti infrastrutturali. Poiché ciò richiederà investimenti massicci nonché soluzioni innovative, la Commissione propone, tra le varie cose, di sviluppare, di concerto con il gruppo BEI, una strategia di finanziamento delle infrastrutture volta ad attirare i finanziamenti privati, compreso il lancio di project bonds dell’Unione UE e la promozione di partnership pubblico/privato. Nel capitolo sull’innovazione industriale, viene evidenziato che un aspetto importante da affrontare senza indugi è quello di sviluppare e monetizzare i punti forti dell'Europa per quanto concerne la ricerca nelle tecnologie abilitanti (biotecnologia industriale, le nanotecnologie, i materiali avanzati, la fotonica, la micro e la nanoelettronica e i sistemi di fabbricazione avanzati), ma anche di migliorare l'uso delle TIC per la competitività industriale, l'ottimizzazione delle risorse e l'innovazione (cosi come indicato nell'iniziativa faro della strategia Europa 2020 dedicata alla Agenda per il digitale). Nella parte dedicata ad un uso delle risorse e dell'energia ed un ciclo del carbonio più efficienti vi è un chiaro riferimento all’importanza di evitare ogni rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e gli altri potenziali svantaggi concorrenziali per l'industria UE per impedire la delocalizzazione della produzione e dell'occupazione verso paesi terzi. In questo capitolo, si evidenzia inoltre che la legislazione deve essere prevedibile e proporzionata ed assicurare la certezza del diritto, essenziale per gli investimenti di lungo periodo, che occorre far uso di una regolamentazione intelligente e lungimirante e che i nuovi interventi operativi dovrebbero incoraggiare l'innovazione tenendo conto dell'efficacia sul piano dei costi. 5 Laddove si affronta il tema delle sovraccapacità strutturali, si apprezza che si riconosca esplicitamente che “La responsabilità primaria della ristrutturazione per garantire la competitività e la sopravvivenza future ricade su imprese e parti sociali poiché, come l'esperienza insegna, gli adattamenti strutturali competitive-driven sono i più rapidi ed efficaci”. Viene inoltre correttamente evidenziato che “Il management delle aziende ed i rappresentanti dei lavoratori sono i soggetti su cui incombe in prima linea il compito di concordare strategie di ristrutturazione a livello di azienda” e che “gli interventi della politica devono mirare ad accompagnare i processo di ristrutturazione nell’ottica di evitare un inasprimento della situazione sociale”. Meno positiva appare la proposta di avviare nel 2011 una consultazione delle parti sociali europee in merito a un quadro europeo per la ristrutturazione e su questo occorrerà svolgere un’attenta azione di monitoraggio. Nel nuovo approccio alla politica industriale, infine, la Commissione insiste sull’importanza di far convergere una base orizzontale e un'applicazione settoriale. A tal proposito, essa riconosce che tutti i settori sono importanti e che, pertanto, si continuerà ad applicare un approccio tailor made nei confronti di ciascun settore. Tuttavia, per determinati tipi di settori potrebbe essere opportuno adottare alcune iniziative specifiche (vengono menzionati, ad esempio, i settori ad alta intensità energetica esposti alla concorrenza internazionale, che hanno bisogno di mercati energetici concorrenziali tali da offrire condizioni quadro favorevoli per poter prosperare nell'UE). Accanto agli elementi positivi, sopra menzionati, vi sono ovviamente anche degli aspetti che destano qualche preoccupazione e che richiederanno un attento monitoraggio nelle fasi di implementazione che caratterizzeranno i prossimi mesi e gli anni a venire. La comunicazione, infatti, è stata il frutto di un lavoro che ha coinvolto numerose Direzioni Generali della Commissione, proprio nell’ottica di garantire quell’auspicato livello di integrazione tra tutte le politiche che in modo più o meno diretto hanno un impatto sulla competitività dell’industria europea. Ogni Direzione Generale ha quindi apportato il suo contributo e cercato, naturalmente, di perseguire i propri obiettivi e di “far passare” i propri messaggi. 6 Per queste ragioni, il documento è anche il risultato di un bilanciamento tra diversi interessi in gioco, nonché l’espressione di molti compromessi, oltre che di battaglie vinte o perse a seconda dei casi. In questo senso, le proposte riguardanti la tracciabilità dei prodotti, la responsabilità sociale delle imprese, i processi di ristrutturazione, piuttosto che l’accento in alcuni casi eccessivamente marcato nei confronti delle industrie “ecologiche”, dell’ecoinnovazione, eccetera, rappresentano alcuni degli elementi sensibili nei cui confronti occorrerà prestare particolare attenzione. Per sua natura, la comunicazione è un documento essenzialmente politico e programmatico, essa annuncia per ciascuno dei singoli capitoli, le azioni specifiche che la Commissione presenterà in un prossimo futuro. Si tratta quindi di un punto di partenza – e non di un punto di arrivo – per l’elaborazione di nuove iniziative. Da questo punto di vista, pertanto, il nostro lavoro non si è affatto concluso, ma, al contrario, dovrà proseguire ed essere finalizzato ad un monitoraggio costante di ogni futuro sviluppo. 7