Galaxia - Mensa Italia

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Memento - rivista del Mensa Italia - n. 4/2009
Prevenzione e salute: una questione di intelligenza
di Natalia Buzzi
A proposito di “salute”
Il titolo di questo contributo
avrebbe potuto chiudersi con un
punto interrogativo, a mo’ di domanda posta ai Lettori. Ma ho
preferito non metterlo, sì da dichiarare subito il mio, e perciò
opinabile, punto di vista: la prevenzione sanitaria è (anche, ma
non solo – si capisce) una questione di intelligenza.
La possibilità di prevenire un ampio ventaglio di patologie, infatti,
è a mio avviso correlata alle personali capacità di problem solving, per dirla all’anglosassone,
dove però il “problema” non è la
malattia, ma la salvaguardia del
proprio stato di salute.
La Costituzione dell’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità
– recita 1: «Health is a state of
complete physical, mental and
social well-being and not merely
the absence of disease or infirmity.» È riduttivo, oggi, e in Paesi
come il nostro in particolare, pensare alla salute come a una semplice assenza di malattia o di infermità: la salute, dice l’OMS, è
uno stato di completo benessere
fisico, mentale e sociale.
Identificando con quella definizione di salute il nostro desiderata
cui indirizzare le nostre capacità
intellettive, noi dovremmo applicarci – in definitiva – per trovare
la soluzione migliore per raggiungere il completo benessere. E non
si tratta certo di un sofisma, perché un conto è trovarsi a combattere una malattia insorta, altro è
l’evitarla ex ante.
Malattie e
autodeterminazione:
l’esempio della mortalità
evitabile
Un ambito dal quale si può ben
mutuare l’idea dell’evitabilità cui
mi riferisco è quello legato alla
mortalità così detta evitabile, appunto, vale a dire l’area dei decessi contrastabili con interventi
di prevenzione, solitamente classificati secondo tre aree principali
di azione: prevenzione primaria,
diagnosi precoce e terapia, igiene
e assistenza sanitaria 2.
Volendo in particolare soffermarmi sull’auspicabile uso dell’intelligenza da parte del singolo cittadino (non ancora o, meglio, non
necessariamente paziente) mi limito a considerare solo il primo
gruppo, escludendo il secondo e
il terzo perché condizionati in modo tutt’altro che trascurabile dalle
politiche sanitarie messe in atto
sia a livello centrale e regionale
che dalle locali Aziende sanitarie
(per esempio, campagne vaccinali, screening di massa, e così
via).
Al primo gruppo, invece, sono direttamente legate molte e significative scelte di carattere personale, e quindi la possibilità o meno di esprimere autonomamente
la propria strategia di salute.
È innegabile che l’espressione di
decisioni soggettive riguardo ai
temi della prevenzione richiede
da un lato che i cittadini siano destinatari di adeguate campagne
informative e, dall’altro, che vi siano i presupposti da parte del singolo per poter discernere tra le diverse opzioni.
Ma laddove vi siano state efficaci
iniziative di educazione sanitaria
e in generale un’importante attività di sensibilizzazione alla prevenzione è altrettanto innegabile
che ci si attenda dal singolo una
sempre maggiore responsabiliz-
zazione nella scelta della propria
strategia, con il ricorso o meno,
nella fattispecie, a stili di vita volti
a contrastare l’insorgenza di malattie condizionate da scorretta alimentazione, uso di tabacco, consumo di alcool, guida pericolosa,
tanto per citare le principali.
A questi fattori sono infatti legate,
come noto:
• un’ampia sezione dei tumori
dell’apparato respiratorio, ad
esempio quelli dei polmoni,
• alcune patologie cardiocircolatorie, tra le quali l’infarto miocardico acuto,
• un’importante segmento di
malattie del fegato, vale a dire
le malattie epatiche da alcool,
• una consistente parte dei traumatismi, e in particolare gli incidenti stradali.
La dimensione
della mortalità evitabile
In Italia il numero di decessi annuo è intorno ai 550.000; di questi, circa 100.000 sono riconducibili a cause evitabili, e se si considera che la mortalità evitabile
chiama in causa i soli decessi avvenuti entro il 75° anno di età è
evidente che si tratta di un numero decisamente elevato.
La tavola 1 mostra la curva di Lexis, vale a dire la distribuzione dei
decessi per età, in cui sono evidenziati i decessi entro e oltre i
75 anni, con indicazione, fra i primi, di quelli cosidetti “evitabili”.
Tavola 1- Decessi per età e genere, con evidenza delle morti evitabili
(entro i 75 anni, in grigio) - Valori in percentuale – Italia, 2000-2002
Da: ERA – Epidemiologia e Ricerca Applicata – Atlante 2007 (cfr nota 2)
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I valori indicati nella tavola mostrano che:
• oltre la metà dei decessi maschili riguarda persone di almeno 75 anni (55%), percentuale
che per le femmine sale al 75%;
• fra tutti i decessi quelli evitabili
rappresentano circa un quarto
della casistica maschile, incidenza doppia rispetto all’analogo
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dato calcolato per le femmine.
Di quelle morti evitabili oltre il 60%
è addebitabile a cause correlate
a errati stili di vita, vale a dire (come già ricordato) alcool, fumo,
obesità, per citare le principali,
quelle che a mio avviso rientrano
nell’ambito dell’autodeterminazione personale e nella personale
strategia di salute.
La tavola 2 riporta l’incidenza di
alcuni gruppi di cause di morte afferenti all’area dei decessi contrastabili con interventi di prevenzione primaria; sul gruppo traumatismi e avvelenamenti incidono
ampiamente gli incidenti stradali,
comunque prevenibili e in misura
non trascurabile legati fra l’altro all’abuso di alcool.
Tavola 2 - Decessi per genere e causa evitabile con interventi di prevenzione primaria
Valori assoluti e percentuale sul totale dei decessi evitabili per tutte le cause – Italia, 2000-2002
Gruppo / Causa
Maschi
val ass
Maschi
comp. %
Femmine
val ass
8.053
49.379
5.393
3,7%
22,7%
2,5%
1.713
10.192
913
1,5%
9,2%
0,8%
43
...
37
...
47.746
32
21,9%
...
16.906
5
15,3%
...
2
2.389
...
1,1%
618
0,6%
52
...
32
...
31.865
14,6%
9.699
8,8%
Decessi evitabili con interventi
di prevenzione primaria (a)
144.954
66,6%
40.115
36,3%
Decessi evitabili con interventi:
• di diagnosi precoce e terapia (b)
• di igiene e assistenza sanitaria (c)
Totale decessi evitabili (a+b+c)
17.027
55.710
217.691
7,8%
25,6%
100,0%
36.264
34.162
110.541
32,8%
30,9%
100,0%
Tumori maligni
» “” labbra, cavità orale, faringe; esogago
» “” trachea, bronchi e polmoni
» “” vescica
Malattie nutrizionali
» Deficienze nutrizionali
Malattie del sistema circolatorio
» Malattie ischemiche del cuore
» Cardiomiopatia alcolica
Malattie dell’apparato digerente
» Gastrite alcoolica
» Malattia epatica cronica e cirrosi
Mintomi, segni e stati morbosi mal definiti
» Sindrome della morte improvvisa del lattante
Traumatismi e avvelenamenti
» Traumatismi e avvelenamenti
Femmine
comp. %
Da: ERA – Epidemiologia e Ricerca Applicata – Atlante 2007 (cfr nota 2)
Un indicatore “sentinella”:
la mortalità giovanile
per incidenti stradali
La locuzione “strage del sabato
sera” è solo un espediente giornalistico per enfatizzare gli eventi
mortali legati alla guida spericolata, spesso dettata dall’abuso di
alcool, oppure il termine strage
trova un suo fondamento nei numeri?
L’andamento dei grafici della tavola 3 è piuttosto esplicativo: oltre 20.000 decessi per incidente
stradale in 3 anni. Di questi, in un
terzo dei casi si è trattato di ragaz14
zi tra i 15 e i 29 anni; è da notare
come in questa fascia di età gli incidenti stradali rappresentino circa il 40% delle cause di morte, come evidenziato nella tavola 4,
percentuale che scende a meno
del 12% nella classe immediatamente successiva (30-44 anni) e
che non supera il 5% nelle
restanti fasce di età.
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Tavola 3 - Decessi per incidenti stradali per genere ed età
Valori assoluti – Italia, triennio 2000-2002
Da: Cananzi G, Buzzi N. Mortalità evitabile per traumatismi e avvelenamenti: una analisi per Usl. – Rapporto Osservasalute 2008; 33-38.
Tavola 4 - Decessi per incidenti stradali per genere e classe di età
Composizione percentuale e incidenza su totale cause
Italia, triennio 2000-2002
Età
0-14
15-29
30-44
45-59
60-74
75 e +
Totale
Maschi
1,8%
34,0%
22,5%
14,3%
15,4%
11,9%
100,0%
Femmine
3,3%
25,5%
16,2%
14,6%
20,7%
19,6%
100,0%
M+F
2,2%
32,1%
21,1%
14,4%
16,6%
13,7%
100,0%
Cum.
2,2%
34,2%
55,3%
69,7%
86,3%
100,0%
% su tot.
4,4%
39,9%
11,7%
2,6%
0,8%
0,3%
1,2%
Fonte: elaborazione su dati Istat
Conclusioni
La mortalità evitabile rappresenta
l’apice di un fenomeno molto più
vasto, misurando solamente i decessi correlati alle cause sopra richiamate, eventi che riguardano,
Natalia Buzzi è diplomata in "Giornalismo medico-scientifico" e laureata in "Economia e management dei servizi sanitari". È da vent’anni
professionalmente impegnata nel settore ricerche e studi sulla pubblica amministrazione, con particolare riferimento agli ambiti demografico-epidemiologico, economico e del management sanitario. Professore a contratto presso l’Università di Roma Tor Vergata per l’insegnamento "Programmazione e organizzazione dei servizi
sanitari", è autore di lavori scientifici, svolge docenze nell’ambito di
corsi di formazione manageriale in Sanità e partecipa come relatore
a numerosi convegni e seminari del settore. Da alcuni anni dirige
una Società di ricerca specializzata nella ideazione e implementazione di strumenti di comunicazione quantitativa al servizio della decisione pubblica, la Nebo Ricerche PA, che negli anni ha stabilito rapporti di collaborazione e partnership con prestigiose Istituzioni (Istat,
Istituto Superiore di Sanità, UnionCamere, Ministero della Salute, Cnel,
Fondazione Baroni, Università di Roma Tor Vergata) per la realizzazione di prodotti di rilievo nazionale.
[www.linkedin.com/in/nataliabuzzi]
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come ovvio immaginare, una popolazione ben più vasta di soggetti malati o a rischio di malattia.
Non stupisce quindi l’elevata
numerosità di studi e ricerche su
questo tema nella comunità
scientifica internazionale 3, periodicamente aggiornati alla luce
dell’evoluzione delle conoscenze
cliniche, mediche e strumentali
che possono modificare l’attuale
classificazione delle cause evitabili.
Oltre alla qualità della vita, nella
premessa richiamata tramite la
definizione di salute dell’OMS, va
considerato anche l’ingente impatto economico determinato da patologie che potrebbero essere evitate e per le quali invece si assiste
a un consumo altrettanto evitabile
di prestazioni sanitarie.
I costi direttamente o indirettamente correlati alle patologie
evitabili riguardano molteplici
aspetti, più o meno onerosi come i ricoveri ospedalieri, l’acquisto di farmaci, il ricorso a visite
specialistiche, e così via; ai costi
tipicamente sanitari se ne aggiungono altri di carattere socio-economico, ad esempio quelli dovuti
ai giorni di lavoro perduti o all’impatto sul nucleo familiare determinato da un componente malato.
La spesa pubblica e privata per
i servizi socio-sanitari potrebbe
essere pertanto sensibilmente ridimensionata con una riduzione
della casistica delle patologie evitabili, liberando risorse che potrebbero essere riallocate più opportunamente altrove.
Se le risorse non sono infinite –
e non lo sono – “sprecarle” per
prestazioni legate a patologie evitabili rappresenta una mancata
applicazione di una (ovvia) logica
a monte che imporrebbe, al contrario, di impegnarsi sulla conservazione della salute, scelta economicamente, oltre che individualmente e socialmente, più
vantaggiosa. E più intelligente,
appunto.
La Costituzione dell’OMS è reperibile all’indirizzo http://www.who.int/governance/en/index.html.
Cfr Buzzi N, Cananzi G et al. ERA Epidemiologia e Ricerca Applicata (http://www.atlantesanitario.it).
Su http://atlantesanitario.it è disponibile un’ampia rassegna bibliografica sull’argomento, corredata
nella quasi totalità dei casi dai testi integrali dei lavori.
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Violazioni dei diritti umani e flussi migratori
dall’osservatorio di Amnesty International
di Pippo Provenza
S
tiamo attraversando, come
già avvenuto tante volte nel
passato recente e lontano,
un’epoca di forti flussi migratori.
Oggi l’ONU valuta che le persone
che vivono in un paese diverso
da quello di nascita siano circa
200 milioni. A questi vanno aggiunti i cosiddetti “sfollati”, che
hanno lasciato la propria casa per
raggiungere luoghi diversi, ma restando nel proprio paese.
Ogni anno il numero dei migranti
aumenta di circa 2,5 milioni. I migranti nel 1990 erano 155 milioni,
nel 2005 avevano superato i 190
milioni e, come si è detto oggi si
valuta che siano circa 200 milioni
(fonte ONU).
È questo un tema che non può
non essere al centro dell’attenzione di una organizzazione come
Amnesty International che ha la
mission della difesa dei diritti
umani. Infatti, come ci apprestiamo a vedere, all’origine dell’emigrazione si trovano sempre,
nella sostanza, violazioni dei
diritti umani.
Come è infatti noto a tutti, le principali cause di emigrazione sono: le guerre militari e soprattutto
civili, l’assenza di uno stato di diritto e la povertà. Ognuna di queste cause costituisce sempre
una violazione dei diritti umani
anche se, purtroppo, spesso esse sono una conseguenza dell’altra.
Prima di vedere alcune situazioni
particolari, sarà bene chiarire perché esistano sempre violazioni
dei diritti umani per ognuna
delle tre cause.
Il caso che probabilmente non
abbisogna di chiarimento è quello dell’assenza di uno stato di diritto, per cui, per definizione, esiste una violazione dei diritti
umani poiché vi è la privazione
della possibilità di eleggere propri
rappresentanti alla guida della comunità. Ma, inevitabilmente, a ciò
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si associano ulteriori privazioni di
diritti connessi all’uso della forza
ai fini del mantenimento dello stato dittatoriale, contro ogni attività
che gli sia contraria.
Conseguentemente si ha la privazione della libertà di associazione, della libertà di opinione e della libertà di stampa, la mancanza
di garanzie in giudizio, lo strapotere della polizia e dei servizi di
sicurezza, la tortura, la carcerazione indefinita in attesa di giudizio,
le vessazioni nella propria attività,
la perdita del posto di lavoro o
l’aggressione fisica se si è dissidenti.
Da ciò nasce l’esilio, la fuga in altri paesi dove non si corrano i pericoli che si corrono in patria. Ed
è da queste situazioni che il più
delle volte si originano i rifugiati.
Nel 2005 i rifugiati nel mondo, secondo l’Alto Commissariato ONU
per i rifugiati, erano 13,5 milioni
pari al 7% dei migranti. Il valore in
percentuale non fa sensazione,
ma se si guarda al valore assoluto, la cifra di 13,5 milioni di profughi è invece impressionante,
considerato anche che la correlazione fra regime non di diritto e
correnti migratorie si riscontra oggi in almeno una cinquantina di
paesi.
Come si sa è in relazione a questi
tipi di violazioni dei diritti umani
che si costituì, nel 1961, Amnesty International per l’iniziativa
dell’avvocato inglese Peter Benenson.
Un’altra diffusa causa di flussi migratori è costituita dalle guerre,
sia fra stati che all’interno di questi.
Un elenco degli stati di guerra in
atto nel 2009 sarà un’anticipazione sull’analisi che si farà in seguito sulle situazioni esistenti in alcuni paesi da cui partono le più
consistenti correnti migratorie.
I principali luoghi ove sono oggi
presenti conflitti sono:
•
•
•
•
•
•
Israele e Palestina
Iraq
Afghanistan
Turchia (in Kurdistan)
Russia (in Cecenia)
Pakistan (in Pashtunistan e
Balucistan)
• India (in Kashmir e Assam)
• Sri Lanka
• Myanmar (ex Birmania)
• Thailandia
• Filippine
• Somalia
• Etiopia
• Repubblica Democratica del
Congo (in Kivu)
• Uganda
• Sudan (in Darfur)
• Nigeria (nel Delta del Niger)
• Algeria
• Colombia
Ma forse la più grave delle cause
di migrazione è la povertà.
Basta dire che oggi, secondo il
“Programma Alimentare Mondiale” dell’ONU, oltre un miliardo
di persone soffre la fame nel
mondo, distribuendosi nel seguente modo fra i continenti: Asia
642 milioni, Africa 307 milioni,
America latina 53 milioni, paesi
sviluppati 15 milioni.
Su questo punto va richiamata
una riflessione. La povertà è innanzitutto frutto di disuguaglianza. Disuguaglianza fra i paesi e,
nell’ambito di ogni paese, disuguaglianza fra gli individui. Essa
in moltissime realtà, in modo particolare nei paesi comunemente
definiti “terzo mondo”, costituisce
violazione dei diritti umani poiché
è il frutto di politiche discriminatorie portate avanti da stati gestiti
nella corruzione originata dalla
connivenza fra governi e imprese
multinazionali.
Alla base di questo dato di fatto
c’è quel fenomeno comunemente denominato “globalizzazione”, fenomeno che di per sé
sarebbe sano se non si fosse generato come neo colonialismo.
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Dopo la caduta del colonialismo,
infatti, le ex colonie hanno avuto
bisogno di essere assistite dalle
nazioni che avevano una antica
tradizione industriale sia in termini tecnico-organizzativi che in termini economico-finanziari. Da
ciò si svilupparono le grandi multinazionali, seguite poi da imprese di minori dimensioni, che si
sono insediate in quei paesi sostituendo al colonialismo degli
stati il neo colonialismo delle multinazionali. Esse traggono grandi
profitti da queste attività mediante
lo sfruttamento sia delle risorse
naturali che delle risorse umane,
lasciando le popolazioni in condizioni di povertà da cui le
stesse fuggono col miraggio del
conseguimento di un maggior
reddito in un paese più ricco.
In proposito sono facili alcuni
esempi per rappresentare le realtà di paesi che dispongono di
enormi ricchezze naturali di cui
sarebbe giusto che beneficiassero le loro popolazioni, ma che sono tuttavia fra i più poveri al mondo, mi riferisco alla Nigeria, grande produttore di petrolio, il cui PIL
pro-capite nel 2007 è stato di
2.027 dollari, alla Repubblica Democratica del Congo ed alla Sierra Leone, grandi produttrici di diamanti ed altre risorse minerarie i
cui PIL pro-capite nel 2007 sono
stati rispettivamente di 311 dollari
e 692 dollari (Fonte: Fondo Monetario Internazionale).
Come si è detto in termini di povertà spiccano soprattutto molti
dei paesi asiatici ed africani in cui
si riscontrano livelli di PIL pro-capite molto al di sotto, non soltan-
to dei paesi ricchi europei e nord
americani, ma perfino della media mondiale che nel 2007 era di
circa 10.000 dollari l’anno (a parità di potere d’acquisto). Tanto
per dare qualche indicazione
quantitativa, nello stesso anno il
PIL pro capite era stato negli USA
di 45.725 dollari, in UK di 35.634
dollari, in Italia di 30.365 dollari
(25.304 euro). Di contro i paesi
più poveri erano stati la già citata
Repubblica Democratica del Congo (311 dollari) e lo Zimbabwe
(188 dollari).
Ma vediamo ora le situazioni di alcuni paesi da cui si sono originati
in questi anni consistenti flussi
migratori.
I primi 10 paesi al mondo in termini di flussi medi migratori in
uscita dal 2001 al 2005, secondo
dati dell’ONU sono stati:
Messico
Cina
Pakistan
India
Iran
Indonesia
Filippine
Ucraina
Kazakistan
Sudan
400 mila
(media annua)
390
362
280
276
200
180
140
120
103
In pratica questi stati alimentano
la maggior parte del fenomeno
migratorio mondiale.
Ponendo attenzione sull’afflusso
di migranti nell’Europa a 27, hanno inoltre rilievo:
Marocco
80
Turchia
50
Ed i paesi comunitari
Romania
Polonia
30
16
Ma cerchiamo di capire, per alcuni di essi quali situazioni e condizioni generano il fenomeno.
MESSICO
PIL P.C. 2007 = 14.119 dollari PPA
Emigr. Media annua 400 mila
La situazione del Messico è del
tutto particolare poiché si tratta di
un paese con PIL piuttosto modesto confinante con uno dei
paesi più ricchi del Mondo, verso
cui, ovviamente, si indirizza la
stragrande maggioranza delle
correnti migratorie.
Ma anche la situazione del rispetto dei diritti umani in Messico non
può dirsi certamente delle migliori. Dal Rapporto annuale 2009 di
Amnesty International si legge:
“Membri dell’esercito e della polizia
hanno commesso gravi violazioni
dei diritti umani, tra cui esecuzioni
extragiudiziali, uso eccessivo
della forza, torture e detenzioni arbitrarie. Diversi giornalisti sono
stati uccisi. Difensori dei diritti
umani sono stati oggetto di minacce, accuse di reato costruite
ad arte e procedimenti giudiziari
iniqui. Persone che protestavano
contro progetti di sviluppo economico sono state aggredite.”
CINA
PIL P.C. 2007 = 5.325 dollari PPA
Emigr. Media annua 390 mila
La Cina, già con il suo 1,336 miliardo di persone è facile che si
venga a trovare ai primi posti in
qualunque statistica mondiale,
ma, tuttavia, la Cina ha molte
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Memento
17
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buone ragioni per alimentare forti
correnti migratorie.
Intanto, come si vede ha un reddito pro capite che è appena la
metà della media mondiale, indice indiscutibile di una grande povertà diffusa.
Tuttavia la situazione economica
è aggravata dall’esistenza di
grandi disparità di reddito fra le città e le campagne, fenomeno piuttosto recente probabilmente generato dall’insediamento nei grandi centri di stabilimenti produttivi
di multinazionali che, pur mantenendo salari molto più bassi che
in occidente, hanno prodotto un
innalzamento dei redditi locali. Infatti, secondo il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite, il reddito medio nei grandi centri si può
valutare circa il triplo di quello dei
contadini. Secondo il documento
ONU: “La disuguaglianza degli alti
redditi porta un sentimento di ingiustizia sociale, esasperato da disoccupazione e corruzione“.
Ma come è risaputo la Cina soffre
di altri gravissimi mali sociali che
certamente costituiscono molle
di ugual forza, rispetto a quelle
economiche, nel produrre emigrazione.
La Cina ha un sistema giudiziario
in cui non esiste alcuna garanzia
di indipendenza. I processi subiscono forti e determinanti pressioni politiche e si svolgono quindi
al di fuori degli standard internazionali del “giusto processo”.
A ciò va aggiunto lo strapotere
della polizia, che può arrestare
senza processo e mantenere in
“detenzione amministrativa” senza limiti di tempo e senza dover
giustificare il provvedimento. In
questo quadro il ricorso alla tortura è prassi ordinaria.
Inoltre è in vigore in Cina la pena
di morte, finora applicata, secondo valutazioni di Amnesty International, nei confronti di almeno
1.700 persone.
In Cina non esiste la libertà di
espressione e quindi di stampa
e la stessa internet sono tenute
sotto stretto controllo.
Anche la libertà di religione è soppressa, con gravi vessazioni nei
confronti di chi pratica religioni
non ufficiali.
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Una fonte di emigrazione è poi
costituita dai tibetani, a causa del
regime di terrore instaurato dalla
Cina in Tibet.
Per effetto di tali situazioni si verificano spesso arresti illegali basati su leggi speciali che alcuni
stati indiani hanno adottato.
PAKISTAN
PIL P.C. 2007 = 2.594 dollari PPA
Emigr. Media annua 362 mila
Il Pakistan soffre innanzitutto
della vicinanza all’Afghanistan.
Numerose sono le gravi violazioni dei diritti umani commesse da
gruppi armati, molti dei quali
esplicitamente filo talebani, che
hanno commesso rapimenti, torture, omicidi e prese di ostaggi.
Le forze di sicurezza pakistane
hanno da parte loro reagito con
uccisioni e ferimenti di civili.
A ciò si aggiunge il lancio di missili da parte di truppe americane
dal territorio dell’Afghanistan su
zone abitate del Pakistan ove sono presumibilmente presenti insediamenti talebani.
Inoltre, sempre in nome della lotta contro il terrorismo, si verificano arresti illegali da parte della polizia che mantiene in detenzione
senza processi anche per lunghi
periodi, durante cui viene fatto un
ricorso sistematico alla tortura, fino, spesso, alla totale sparizione
delle persone.
Tale stato di cose ha causato lo
sfollamento di centinaia di migliaia di persone, moltissime delle
quali vivevano peraltro in condizioni di estrema povertà, come risulta evidente anche dal basso livello del PIL pro capite.
IRAN
PIL P.C. 2007 = 10.570 dollari PPA
Emigr. Media annua 276 mila
In Iran sono state totalmente cancellate dal regime in vigore le libertà di espressione, associazione e riunione. Parecchi attivisti
impegnati nella difesa dei diritti
umani, in particolare delle donne,
sono stati arrestati e sottoposti a
processi non in linea con gli standard internazionali del giusto
processo. La tortura è abitualmente praticata, così come la fustigazione e l’amputazione. La
pena di morte è pesantemente
applicata con un numero di esecuzioni che è secondo soltanto a
quello della Cina. Almeno 346
esecuzioni sono note, ma il numero reale delle persone messe
a morte è da ritenersi più elevato.
Due uomini sono stati lapidati.
Tra le persone messe a morte vi
erano condannati minorenni.
Il paese è anche attraversato da
disordini sia di carattere etnico da
parte delle minoranze di azeri,
baluci, e curdi, che di carattere
politico da parte delle opposizioni.
Da parte internazionale, inoltre, vi
è una forte contestazione riguardante il programma nucleare
del paese ed il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha votato la proroga delle sanzioni economiche e politiche imposte
negli anni precedenti, mentre il
Segretario Generale dell’ONU ha
chiesto di porre fine alle discriminazioni contro le donne, le minoranze etniche e le minoranze religiose.
Tutto ciò ha creato una situazione del tutto particolare, poiché
l’Iran è un paese in cui si
riscontra sia una forte immigrazione che una consistente emigrazione. L’immigrazione proviene quasi totalmente dal confinante Afghanistan, da cui si valuta
che siano entrati negli ultimi anni
circa due milioni di persone, ma
gli emigranti, fra cui molti profughi, hanno recentemente supera-
INDIA
PIL P.C. 2007 = 2.563 dollari PPA
Emigr. Media annua 280 mila
L’India è un altro paese di
grande povertà. Questo è noto a
tutti. Attorno alle grandi città esistono baraccopoli in cui nessuno
sa quante persone abitano, con
baracche del tutto prive di acqua
ed i più elementari servizi igienici,
ed in cui sono ancora endemiche
malattie infettive come il colera.
In varie parti del paese si verificano scontri di carattere religioso,
politico od etnico. Fra le zone con
disordini violenti spicca il cashmir
dove si sono verificati scontri con
la polizia che hanno causato parecchie decine di morti.
galaxia
Memento - rivista del Mensa Italia - n. 4/2009
to gli immigranti, per cui negli ultimi anni si è riscontrato un saldo
negativo medio annuo di 276 mila unità.
SUDAN
PIL P.C. 2007 = 2.166 dollari PPA
Emigr. Media annua 103 mila
Quando si dice Sudan si richiama
subito al pensiero il Dafur dove lo
scontro fra le parti è causa di quotidiane violazioni dei diritti umani
da parte di tutte le parti contendenti, gruppi armati ribelli e forze
di polizia e di sicurezza dello stato, che causano quotidianamente
morti e feriti e che hanno portato
in alcuni casi allo sfollamento di
decine di migliaia di persone anche con l’abbandono quasi completo di villaggi e città ed alla loro
distruzione. Anche le violenze e
gli stupri contro le donne sono
all’ordine del giorno.
Clamorosa è stata la richiesta, da
parte del procuratore della Corte
Penale Internazionale, di mandato d’arresto nei confronti del Presidente del Sudan Al Bashir per
crimini di guerra, crimini contro
l’umanità e genocidio.
In questo contesto i tribunali hanno continuato a comminare sentenze di morte, anche nei confronti di donne e minorenni al di
sotto dei 18 anni di età dopo processi iniqui non in linea con gli
standard internazionali.
Anche la libertà di stampa è del
tutto assente e spesso i giornalisti
non allineati subiscono pesanti
vessazioni.
Tutto ciò, accoppiato alle condizioni economiche davvero miserevoli di buona parte della popolazione, ha portato a flussi migratori rilevanti con una media di oltre 100 mila emigranti l’anno.
TURCHIA
PIL P.C. 2007 = 12.858 dollari PPA
Emigr. Media annua 50 mila
La Turchia sta conducendo uno
sforzo per attenersi alle indicazioni che provengono dall’Unione
Europea al fine di adeguarsi agli
standard di rispetto dei diritti umani che costituiscono la premessa
indispensabile per l’ammissione
all’Unione stessa.
Tuttavia nel paese è in corso da
parecchi anni uno stato di belligeranza con la minoranza Curda
che finisce con il costituire una remora nella strada dell’adeguamento del paese agli standard internazionali.
A causa del conflitto, i cittadini turchi di origine curda sono oggetto
di persecuzioni e aggressioni e di
minacce anche alle loro proprietà
ed alle loro attività.
Anche le libertà di espressione e
di associazione hanno risentito di
questo stato di cose, mentre molti difensori dei diritti umani hanno
subito vessazioni e persecuzioni.
Per effetto di questo stato di cose,
ma anche per le condizioni economiche in cui versano larghe
zone del paese, l’emigrazione ha
raggiunto volumi consistenti con
parecchi rifugiati, specie appartenenti alla popolazione curda.
Conclusioni
Per concludere questa ricognizione sulle cause dei rilevanti flussi
migratori della nostra epoca possiamo tentare di rispondere alla
domanda: cosa si può fare ? Cosa si può fare oggi per gestire al
meglio la situazione e cosa si può
fare nel medio lungo termine.
Nell’immediato abbiamo a che fare con una realtà che non possiamo ignorare: la situazione del nostro pianeta induce, per un motivo o per l’altro, milioni di persone ogni anno a migrare.
Poiché esistono, come abbiamo
visto, serissimi motivi perché
queste persone prendano questa
decisione, non resta che fare in
modo che ciò avvenga nel modo
migliore, curando che vengano rispettati allo stesso modo i diritti
umani delle popolazioni dei
paesi di destinazione e delle persone che migrano.
Nello spirito sia della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, come del Patto sui Diritti Civili e Politici, del Patto sui Diritti
Economici, Sociali e Culturali, della Convenzione sullo Status dei
Rifugiati, e della Convenzione sui
Diritti dei Lavoratori Migranti a cui
si ispira, Amnesty International
ha da tempo intrapreso una battaglia affinché in tutti i paesi le le-
gislazioni, e soprattutto le prassi
quotidiane, assicurino a tutti i migranti, rifugiati e non, il rispetto di
uno dei principi fondamentali in
materia di diritti umani, che cioè
sia mantenuta integra la “dignità”
di ogni persona, ossia che, tradotto in altri termini, ad ognuno
sia assicurato il rispetto che merita soltanto perché “essere umano”, senza alcuna limitazione,
vincolo od eccezione.
È per questo che Amnesty ha
lanciato in questi giorni la campagna “Io pretendo dignità” ed ha
aderito alla campagna “Non aver
paura”.
La prima è una campagna,
mondiale, volta alla lotta alla povertà ed allo sfruttamento, mentre la seconda vuole contrapporsi
alla paura dell’alieno che si va diffondendo spingendo al più irrazionale razzismo.
Ma ciò che soprattutto vuole conseguire Amnesty con la campagna “Io pretendo dignità” è rispondere al secondo quesito che
ci eravamo posti: cosa si può fare nel medio lungo termine ?
Si deve far sì che cessino nel
mondo i grandi mali che oggi
spingono all’emigrazione, lasciando che questa sia soltanto la scelta di una persona che vuole semplicemente vivere da qualche altra parte nel mondo, e non la necessità di fuggire dalla fame, dalla
guerra o dalle persecuzioni.
Non basterà quindi lottare perché
il governo di ogni stato sia
l’espressione della volontà popolare, o perché cessino le guerre
che ancora insanguinano il mondo, bisognerà anche lottare perché vengano a cessare tutte le
cause di povertà nel mondo, perché con la crescita, ossia l’aumento dei redditi, ci sia sviluppo, ossia
fruizione da parte di tutti e quindi
equa distribuzione, senza emarginazioni e discriminazioni, che
cessino le politiche volte a favorire
lo sfruttamento di molti per l’arricchimento di pochi, che vi sia lotta
contro quella corruzione che non
lascia che il mondo goda di uno
sviluppo equo e sostenibile sia nel
senso della fruizione della ricchezza, sia nel senso della sostenibilità
ambientale dello sviluppo.
19
galaxia
Memento - rivista del Mensa Italia - n. 4/2009
La navigazione di profondità
parte 2
di Marco Gualmini
www.marcogualmini.it
Il deep web
Come accennato nel precedente
articolo il deep web è costituito
dalle pagine non viste dai motori
di ricerca sebbene in larga misura
liberamente accessibili. Potrebbero essere aperte semplicemente
digitandone l’indirizzo (URL),
qualora lo si conoscesse. Solo
una piccola percentuale di esse
è tecnicamente inaccessibile in
quanto protetta da password o
da una richiesta di registrazione.
Molte pagine del deep web sono
generate al volo a partire da voci
di un database: articoli di riviste,
blog, cataloghi prodotti ecc. Secondo quanto previsto dagli sviluppatori l’accesso ad esse dovrebbe avvenire dietro compilazione di un modulo presentato
da una pagina di ricerca del sito.
Come esempio posso citare la rivista Nature online1, dove modulo di ricerca permette di trovare
uno specifico articolo tra le migliaia a disposizione direttamente
dalla home page del sito.
Poiché è interesse degli stessi siti
che le proprie pagine ‘profonde’
siano visibili ai motori di ricerca,
il problema del deep web viene
affrontato anche dai sistemisti
web. I risultati di questo approccio attivo è sicuramente più efficace di quello passivo svolto da
parte dei motori di ricerca, ma richiede un intervento tecnico da
parte di tutti i siti offerenti. Un metodo è quello di elencare in alcune pagine già visitata dai crawler
i link alle pagine sommerse, consentendo ai motori di ricerca di
acquisirli. Per esempio molti siti
propongono in home page alcuni
loro contenuti a rotazione, con
funzione sia pubblicitaria verso il
visitatore sia proindicizzazione2.
Pesca d’altura
Ma torniamo alle nostre esigenze
di ricerca.
Una metodologia di ricerca profon20
da potrebbe essere composta da
una prima fase di individuazione,
con metodi tradizionali, di siti che
potrebbero contenere la nostra
meta. Successivamente la ricerca
potrebbe proseguire utilizzando gli
strumenti interni di questi siti. In altri casi il percorso potrebbe essere
molto tortuoso ed imprevedibile.
Un cercatore di successo dovrebbe avere un buon bagaglio di conoscenze multidisciplinari e capacità di pensiero laterale3.
Come esempio di ricerca creativa
propongo un caso nato da una richiesta fattami dal consocio Marco Riva. L’obiettivo fu quello di
trovare lo schema elettrico dettagliato di un amplificatore Harman
Kardon modello 770 per potere
effettuare una riparazione.
Pianificai la strategia di ricerca considerando l’uso di vari termini inglesi quali manual HK770, schematic, electric diagram ecc. I risultati consistevano al più in manuali
di riferimento privi di schemi oppure proposte di acquisto degli
schemi elettrici a pagamento.
Dopo una buona ora di tentativi
trovai un forum in cui qualcuno
cercava similmente lo schema
elettrico per un amplificatore
modello PM665. Una risposta indicava un preciso URL che conteneva effettivamente quanto
desiderato per quel caso:
http://manuals.harman.com/hk
/Service%20Manual/pm665%20s
m.pdf
Il passaggio immediato da provare fu quello di modificare manualmente l’URL come segue:
http://manuals.harman.com/hk
/Service%20Manual/hk770%20s
m.pdf
Et voilà, con un po’ di fortuna il
documento venne a galla dalle
profondità del deep web.
Operatori di ricerca avanzata
Nel numero precedente abbiamo
visto gli operatori di ricerca prin-
cipali, ricordiamo i doppi apici, +,
-, AND e OR. Oltre a questi è possibile impiegare una serie di operatori “avanzati”, che in gran parte
costituiscono le funzioni utilizzabili dalla pagina “Ricerca avanzata” di Google.
Pochi ci fanno caso, ma in prossimità del campo di inserimento
di Google, così come di altri motori di ricerca, è presente un link
ad una pagina denominata “ricerca avanzata”, che offre un form
di ricerca molto più complesso di
quello presente nella pagina
principale. Vediamo alcuni di
questi operatori e la relativa denominazione nella pagina di ricerca avanzata:
Site: denominato “visualizza (o
escludi) risultati contenuti nel seguente sito o dominio...”
Restringe la ricerca all’interno del
dominio specificato. Esempio:
intelligenza site:mensa.it cerca pagine contenenti il termine ‘intelligenza’ solamente nell’ambito
del sito ‘mensa.it’
Per ottenere l’esclusione fare precedere dall’operatore meno.
Filetype: denominato “Visualizza
(o escludi) i risultati in...”
Limita la ricerca ai soli documenti
nel formato specificato. Esempio
divina commedia filetype:pdf Cerca solamente file in formato
Adobe PDF
Link: denominato “Cerca pagine
che contengano collegamenti
alla seguente pagina...”
link:marcogualmini.it cerca le pagina che hanno un link a quella
indicata
La pagina di ricerca avanzata
contiene alcune funzioni che
curiosamente non hanno un
corrispondente operatore. È il caso di “Restituisci solo pagine web
visitate...” che restringe la ricerca
alla pagine accedute dal motore
di ricerca non oltre un periodo
temporale prefissato, oppure limitazioni per regione geografica.
Viceversa alcuni operatori non
hanno una voce corrispondente
nella ricerca avanzata:
Define: mostra la definizione offerta da alcuni siti selezionati per il
termine indicato. Esempio:
define:iq Ci mostra le definizioni
della sigla IQ
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Memento - rivista del Mensa Italia - n. 4/2009
Termini sensibili
Google riconosce il significato
di alcuni termini che non hanno
la funzione di operatori. A differenza degli operatori infatti questi non alterano il risultato della
ricerca, ma si limitano ad aggiungere una informazione ai
normali risultati. Si provi a digitare:
Tempo Milano Immediatamente
al di sopra dei risultati standard
viene riassunta la situazione
meteorologica relativa alla città di
Milano.
Cinema Bergamo Ci informa
sulla programmazione delle sale
cinematografiche di Bergamo
Esistono molteplici termini “sensibili”, sebbene l’elenco sia differente a seconda che si stia utilizzando la pagina di Google italiana
oppure in lingua inglese. Per modificare la lingua di Google dall’italiano all’inglese occorre cliccare
“Google.com in English” nella pagina iniziale.
Alcuni esempi, accettati dalla sola
interfaccia inglese, sono:
Time Bologna
Weather Bologna
Height Danny Devito
Weight Sylvester Stallone
Born date Nicole Kidman
Lascio al lettore la possibilità di divertirsi nello scoprirne altri.
Una costosa calcolatrice
Poniamo di trovarci nella situazione di dover fare alcuni calcoli
troppo complessi per la mente,
di non avere a disposizione una
semplice calcolatrice, di avere davanti un computer connesso ad
Internet su cui non è installato alcun software calcolatrice. Nessun
problema, usiamo una funzione
poco nota di Google: Google calculator.
Provate a digitare nel campo di ricerca una formula matematica
senza farla precedere dal segno
uguale, come si farebbe in un foglio elettronico.
Sono accettati gli operatori classicamente usati in informatica
quali + * / ! oltre a % per il calcolo
del modulo, funzioni quali sqr()
per la radice quadrata, funzioni trigonometriche, numeri complessi
e altre. La guida relativa a questa
funzione è molto scarna, ma esistono siti non ufficiali che riportano tutte le funzionalità mote4.
È prevista la possibilità di utilizzare i simboli delle costanti matematiche quali e, pi, phi e fisiche:
c, G, h, k, m_e.
Per gli astrofili non mancano alcuni dati interessanti quali: au,
r_moon, r_earth per il raggio della
luna e della terra e così via.
Utile per gli informatici è il convertitore tra basi numeriche: 14 in
hex, 0xFF in binary, 0b1110 in
octal.
Chiunque invece può avere necessità di convertire valute ed
unità di misura: 12 liters in US gallon, 1 oncia in grammi, 75 mph
in km/h, 135 euro in yen.
Cambiamo lingua
Stanchi della solita interfaccia di
Google in italiano o in inglese?
Cliccate su ‘preferenze’ e cambiate a piacere la lingua dell’interfaccia. Oltre a decine di lingue di
tutto il globo possiamo usare il latino, l’esperanto oppure, per
masochisti o trekkiani estremi, il
klingon.
Non solo Google
Il termine Google5 ha assunto per
antonomasia il significato di motore di ricerca. Fino ai primi anni
duemila questo onore era riservato ad Altavista. Secondo alcune
stime sono attive decine di migliaia di motori di ricerca, anche
se in gran parte si tratta di servizi
di ricerca molto specializzati per
tema o per esigenza specifiche.
Tra i motori di ricerca generalisti
a disposizione del pubblico possiamo citare6:
Live search, il motore di Microsoft
Yahoo, a forte componente commerciale
Ask, da tempo impegnato nella
sperimentazione di nuove tecnologie di ricerca
Clusty, raggruppa i risultati in cluter tematici, da cui il nome
Midomi, tu fischietti un brano e lui
lo trova!
Metacrawler, è un “metamotore”,
ovvero combina i risultati di altri
motori
Ricerche nel tempo
Perché limitarsi a cercare nello
spazio quando possiamo cercare
anche nel tempo? Purtroppo per
ora solamente all’indietro. Sarebbe interessante vedere i siti web
del futuro...
Potrebbe accadere che una pagina web sia cambiata nel periodo
tra l’ultima lettura da parte del crawler del motore di ricerca (versione sulla quale viene effettuata la
ricerca) ed il momento in cui accediamo. Per consultare la pagina esattamente come fu vista dal
bot è sufficiente cliccare su
‘copia cache’. Per consultare il
contenuto di un sito come appariva mesi o anni indietro è eccellente lo strumento way back machine reperibile sul sito www.archive.org, il cui scopo dichiarato
è quello di preservare per i posteri i prodotti della cultura umana
dalla volatilità del web.
Come appariva il sito del Mensa
nel 2000? Scriviamo www.mensa.it e clicchiamo ‘take me back’,
quindi scegliamo una data tra
quelle proposte.
Nel prossimo appuntamento parlerò di Egosurfing, ovvero cercare
se stessi online, e presenterò i risultati di un sondaggio posto ai
soci sull’argomento.
1 http://www.nature.com
2 É stato creato un protocollo per sottoporre ai motori di ricerca il contenuto di un sito, il sitemap:
https://www.google.com/webmasters/tools/docs/it/protocol.html
3 http://it.wikipedia.org/wiki/Pensiero_laterale
4 http://www.googleguide.com/calculator.html
5 http://graphics.stanford.edu/~dk/google_name_origin.html
6 Un elenco non esaustivo è disponibile qui: http://www.dmoz.org/Computers/Internet/Searching/Search_Engines/
o su Wikipedia: http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_search_engines
21
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Memento - rivista del Mensa Italia - n. 4/2009
LA REGISTRAZIONE BINAURALE
Nota: questo articolo è stato diviso in due parti per evitare
un’occupazione militare di Memento e permettere la digestione della prima parte prima di
attaccare la seconda. Tuttavia,
dato che per il prossimo Memento occorrerà aspettare un
po’, chi avesse fretta di leggere
la seconda parte la può scaricare dal sito dell’Associazione.
L’utilizzo di una coppia di microfoni nel modo opportuno permette
di effettuare delle registrazioni che riascoltate in cuffia forniscono
una strabiliante ricostruzione della scena acustica originale.
di Raffaele Grieco
L’
alta fedeltà non esiste.
Intesa come ricostruzione fedele
del campo sonoro originale, in
grado di fornire all’ascoltatore nel
suo ambiente domestico l’illusione credibile che un evento sonoro (concerto) si stia svolgendo in
quel momento davanti a lui, non
è realizzabile. Soddisfatti col
progresso tecnologico i requisiti
su fedeltà timbrica, distorsione,
dinamica e massimo livello ripro-
1
Neumann KU-100
2
22
3
AKG D-99C “Harry”
Ognuno dei due microfoni capta
e manda al registratore il segnale
che arriva separatamente alle
due orecchie dell’ascoltatore
(umano o meccanico) che in quel
momento li ospita.
In fase di ascolto, il registratore invia i segnali ai due canali della
cuffia, ovvero alle orecchie dell’ascoltatore, che percepisce
quindi i segnali originariamente e
rispettivamente captati dai microfoni.
In soldoni, si può pensare che se la fedeltà di microfoni, registratore e cuffia è abbastanza elevata- il sistema ‘teletrasporti’ le orecchie dell’ascoltatore nel tempo e
nello spazio nel punto preciso do-
otteniamo una ricostruzione spaziale dello stesso evento sorprendente e spettacolarmente realistica.
Per effettuare una registrazione
binaurale si usano due microfoni
di piccole dimensioni inseriti in un
simulacro di testa umana (foto 12) o posti in stretta prossimità dei
padiglioni auricolari di un essere
umano o di nuovo di una testa
finta. (3).
ducibile, il problema insolubile risiede nell’acustica ambientale.
(La dimostrazione formale di
ciò è contenuta nel riferimento 1
in bibliografia).
Esiste però una notevole eccezione, ossia la tecnica descritta in
questo articolo: la registrazione
binaurale. Se registriamo un
concerto o altro evento sonoro
con questa tecnica e la riascoltiamo con una cuffia stereofonica
Sennheiser MKE-2002 + testa artificiale
ve erano i microfoni ☺
L’effetto è veramente impressionante: la sensazione di essere fisicamente nell’ambiente di registrazione è eccezionalmente vivida, e un improvviso rumore
che al momento della registrazione proveniva da un lato fa automaticamente voltare la testa all’ascoltatore del momento. Ci si
sente fisicamente immersi nella
sala originale, con la sua acustica, l’orchestra, i rumori del pubblico intorno a noi presenti e reali,
e lo scarto della caramellina del
’32 da parte della vecchietta catarrosa a tre poltrone da noi è perfettamente localizzabile (e procura un fastidio indicibile -come du-
rante lo spettacolo). Se riascoltiamo la registrazione subito dopo
il concerto, nella stessa posizione
dove abbiamo registrato, è difficile credere ai nostri occhi che ci
dicono che l’orchestra non c’è
più ☺.
Dal punto di vista teorico, si tratta
di ricreare il campo sonoro originale in due soli punti, che coincidono con le orecchie dell’ascoltatore, anziché tentare vanamente di ricostruirlo in tutto
l’ambiente d’ascolto.
La registrazione binaurale è quindi l’analogo acustico della fotografia stereoscopica, la quale cerca di ricostruire una scena tridimensionale non integralmente
galaxia
Memento - rivista del Mensa Italia - n. 4/2009
Sensore
Captatore
Supporto
Riproduttore
fotografia
stereoscopica
registrazione
binaurale
occhio
macchina fotografica
pellicola
visore stereoscopico
orecchio
microfono
registratore
cuffia
ma in corrispondenza degli occhi
dello spettatore; in entrambi i casi
la nostra percezione della realtà
tridimensionale dipende dal fatto
che disponiamo di due sensori in
posizioni differenti; captando l’input visivo o acustico con delle
apparecchiature in corrispondenza dei due sensori e riproducendolo separatamente per
ognuno di essi, otteniamo una
seria impressione di ricostruzione
della scena visiva o sonora originale.
Per qualche cenno sulla fotografia
stereoscopica, vedi la sezione
apposita.
Sì, ma in pratica?
Andiamo al concerto con la nostra attrezzatura (ricordiamo: microfono binaurale, registratore e
eventualmente cuffia). Se vogliamo usare la testa artificiale ci portiamo pure quella. Per la verità
quando posso io mi porto parecchia roba (fotocamera, fonometro, mini-torcia, taccuino…). Si occupa un posto buono nella sala
e si prepara il tutto. In queste foto
si vede come mi sono sistemato
per un concerto jazz di amici; essendo ‘raccomandato’ sono andato prima e mi sono preso tre
posti in prima fila, davanti ai quali
ho sistemato la testa artificiale su
uno stativo. Si collega il microfono al registratore e il gioco è fatto.
Con questa sistemazione si capta nettamente in preponderanza
il suono del gruppo, con poco
contributo dell’acustica posteriore
della sala (pessima, in questo caso). Ci sono anche molte meno
interferenze e fastidi dal resto del
pubblico. ☺
Appena finito il concerto, faccio
riascoltare a qualcuno la registrazione e mi diverto a vedere le loro facce sbigottite; come detto,
riascoltare la registrazione in
queste condizioni è praticamente
il massimo di illusione di realismo.
Nota triste: Molti di quelli che provano per la prima volta la registrazione binaurale, superato lo
choc iniziale, cercano di raccapezzarcisi e mi chiedono invariabilmente, puntando il dito contro
il registratore: “Quanto costa?”
(oh, tutti uguali, eh! Sembra un
copione). Evidentemente sono
arrivati alla conclusione che il merito sia dell’apparecchio, mentre
chi ha letto fin qui ha capito che
non è così (VERO?).
A Napoli si dice di qualcuno non
particolarmente sveglio che “tene
‘a capa pe’ spartere ‘e recchie”
(=la testa gli serve solo per separare le orecchie). In effetti, questo
è proprio lo scopo della testa artificiale e di tutta l’attrezzatura binaurale, nonché l’origine dello
strepitoso effetto. Chissà se si
può applicare a chi mi fa questa
domanda… La cosa è triste perché questo scherzetto me lo hanno fatto ahimé anche alcuni
consoci. D’ora in avanti siete preparati. ☺
In un altro caso in cui ero ospite
richiesto dagli esecutori ho sistemato la testa verso il centro della
platea, sopraelevandola con il
treppiede in modo da captare bene il campo sonoro diretto dei
suonatori.
Qui mi sono permesso un certo
arretramento sia perché l’acustica
non era eccessivamente negativa, sia perché trattandosi di un
convegno/concerto internazionale non volevo interferire troppo
con la fruizione dell’evento da
parte degli altri partecipanti. I quali
oltretutto, essendo in maggioranza stranieri, si sono comportati
tutti in maniera estremamente civile e ordinata…
In altre occasioni in cui c’è minore libertà di azione lascio a casa
la testa artificiale, indosso io personalmente il microfono binaurale (il coso a forma di stetoscopio
della foto 3) e cerco di stare fermo durante tutto il concerto: il microfono è poco visibile, soprattutto se vesto di scuro, e il registra-
23
galaxia
tore è facilmente camuffabile in
grembo, conservando la possibilità di accedere ai controlli. Se si
va in compagnia di un paio di
amici, la cosa è ulteriormente
semplificata: mi metto in mezzo
a loro sfruttando la copertura da
ambo i lati.
È necessario stare fermi il più
possibile durante la registrazione,
perché qualsiasi movimento della testa provocherà uno spostamento apparente e contrario
della sorgente alla persona che
riascolterà quel punto della registrazione. Cioè se mentre registro
ruoto la testa verso sinistra,
l’ascoltatore avrà l’impressione
che l’orchestra come per magia
si sia sollevata in volo e spostata
sulla destra.
Occorre anche fare attenzione a
non fare rumori, verrebbero tutti
fedelmente registrati, e raccomandare agli amici di fare altrettanto; per questo bisogna saper
scegliere la compagnia.
Sembra difficile, ma il risultato ripaga ampiamente del sacrificio.
Un effetto collaterale benefico
dell’uso di questa tenica è che il famigerato problema delle cuffie, il
cosiddetto “suono da dentro la testa”, non esiste più: normalmente,
in cuffia, i suoni monofonici sembrano provenire appunto dall’interno del cranio, essendo generati
contemporaneamente dai due
lati, e i suoni stereo provengono
dagli estremi di un segmento che
passa per le orecchie. Questo difetto è causato proprio dall’estrema separazione dei due canali
operata dalla cuffia, non adatta alle
registrazioni convenzionali che in24
Memento - rivista del Mensa Italia - n. 4/2009
vece sono fatte e ottimizzate per
l’ascolto tramite gli altoparlanti.
Oltretutto, come si sa, in cuffia si
sente molto meglio che coi diffusori per quanto riguarda la qualità
sonora.
Attrezzatura
(…e se voglio provarci?)
Come abbiamo visto, per effettuare una registrazione binaurale
occorrono due cose: una coppia
di piccoli microfoni (o un microfono binaurale vero e proprio) e
un registratore; e dopo naturalmente una cuffia per il riascolto.
Microfoni
Oggi sul mercato sono disponibili
diversi modelli di microfoni binaurali, di vario costo e qualità; quelli
più economici possono benissimo servire per fare una prova e
rendersi conto delle effettive potenzialità del sistema e magari farsi
venire la voglia di passare a strumenti migliori. Alcuni indirizzi si trovano nella sezione riferimenti.
I “classici” della registrazione binaurale (il Sennheiser MKE-2002,
le teste artificiali AKG D-99C e
Neumann KU-100) purtroppo
non sono più in produzione, ma
è ragionevolmente facile trovarli
sul mercato dell’usato (eBay).
È anche possibile tentare una fa-
cile autocostruzione utilizzando
dei piccoli microfoni commerciali
e fissandoli in qualche modo a
un archetto o altro congegno che
possa tenerli in prossimità delle
nostre orecchie (vedi per esempio i CoreSound nella foto). Ho visto anche soluzioni alternative,
come fissare i microfoni alle stanghette degli occhiali, o sostituire
gli altoparlanti di una cuffia con
della capsule microfoniche, in
modo da indossare la cuffia e
avere i microfonini grosso modo
al posto giusto, oltretutto rendendo impossibile agli altri spettatori
capire perché accidenti andiamo
a un concerto e poi ci sentiamo
qualcos’altro in cuffia… ☺
Registratori
Sono tramontati da tempo i
tempi eroici dei primi cacciatori di
Sony TC-510-2
galaxia
Memento - rivista del Mensa Italia - n. 4/2009
suoni che andavano in giro con
grossi e ingombranti registratori:
a bobine, dapprima perché le
cassette proprio non esistevano,
poi perché (diciamolo) erano
una vera schifezza; dopo un certo interregno in cui l’apparecchio
principe è stato il registratore DAT
portatile, ora sono disponibili ottimi registratori a stato solido che
registrano senza supporti, sulla
loro memoria interna, con qualità
sostanzialmente superiore a quella del CD e del DAT. Vantaggi a iosa: basta lunghi riversamenti nel
PC in tempo reale, basta rischio
di inceppamenti e insalate di nastro, basta pericolo di cancellazioni da campi magnetici e metal
detector…
Nella foto il Sony PCM-D50, capace di registrare a 24bit / 96KHz
e dotato pure di microfoni orientabili per registrazioni ‘normali’.
Conviene comprarlo all’estero,
ché in Italia costa più del doppio…
Cuffie
Qui la tecnologia è già da parecchio ad un ottimo livello: cuffie di
qualità elevata (e volendo spendere anche elevatissima) sono disponibili a costi ragionevoli da
molti anni; i modelli leggeri e
aperti aiutano a non sentire ‘addosso’ la cuffia, migliorando ulteriormente l’illusione.
Le più quotate fra le cuffie in commercio sono quelle di tipo elettrostatico, basate su un principio di
funzionamento differente da quello degli altoparlanti normali (vedi
glossario). La Casa più specializzata in questo settore è la giapponese STAX, che ha in catalogo
numerosi modelli, di varie caratteristiche ma tutte elettrostatiche,
con prezzi che in Italia vanno da
1
415 a 5600 Euro. Nelle foto vediamo il modello di punta SR007MkII e quello portatile alimentato a batterie SR-M001.
Anche senza voler scomodare le
elettrostatiche, è possibile reperire ottime cuffie, molto adatte al
nostro scopo, per cifre sostanzialmente inferiori. Giusto per citare
alcune marche: Sennheiser, Grado, Etymotic, Shure, Koss,
AKG…
Se comunque non si vuole proprio intraprendere la strada del binaurale puro, ci sono diverse altre possibilità: vedi la sezione “alternative” nella seconda parte.
La localizzazione acustica
(come funziona la baracca?)
Il fatto di avere due orecchie separate poste ai lati della testa e distanziate mette in grado il cervello di individuare la direzione di
provenienza di un suono.
Il meccanismo principale si basa
sulla differenza temporale di arrivo delle onde sonore e sulla loro
differente intensità: se un suono
viene prodotto alla destra dell’ascoltatore, esso arriverà prima
e più forte al suo orecchio
destro e dopo un breve intervallo
e attenuato all’orecchio sinistro.
Questa differenza temporale e di
volume è massima nel caso che
la sorgente sonora si trovi a 90°
rispetto all’asse mediano della testa e via via più ridotta man mano che la sorgente si sposta verso l’asse di simmetria della
testa, dove è pari a zero. Queste
informazioni vengono sfruttate
dal cervello per capire da quale
parte grosso modo proviene il
suono; la rifinitura e la risoluzione
dei casi ambigui come la sorgente centrale si affidano a un altro
meccanismo: intorno al foro di
ingresso delle orecchie noi disponiamo di una struttura asimmetrica, il padiglione auricolare, il
quale ha un effetto filtrante sulle
onde sonore in arrivo; a seconda
della direzione di provenienza,
esse incontrano porzioni diverse
del padiglione e subiscono diversi tipi di assorbimento, modificando così leggermente il loro
suono (figura 1). Anche al variare
dell’angolo orizzontale lo spettro
di frequenze assorbite cambia (figura 2).
Assorbimento delle frequenze per suoni frontali e posteriori
2
25
galaxia
Quindi il cervello si basa proprio
sulla differenza nelle frequenze
assorbite, riflesse o rifratte dalle
varie parti dell’orecchio per discriminare se un suono provenga
dall’alto o dal basso, davanti o
dietro e per migliorare la precisione della localizzazione basata sugli altri indizi. Applicando artificialmente dei filtraggi analoghi, ovvero attenuando o esaltando alcune
frequenze, si può dare l’illusione
che un suono, nella realtà proveniente dal padiglione della cuffia
a 90° rispetto all’orecchio, venga
dal davanti, dal retro o da sopra.
Le applicazioni di questa tecnica
nella parte 2.
La fotografia stereoscopica
(l’analogo ottico)
Nella fotografia stereoscopica si
utilizza una macchina fotografica
con due obiettivi (foto 1), distanti
quanto i nostri occhi, che crea sulla pellicola due immagini leggermente sfasate del soggetto (2).
Le due foto vanno inserite in un
visore stereoscopico (3), che si
incarica di inviare a ognuno
degli occhi solo l’immagine di
sua pertinenza; il cervello riceve
nuovamente le due immagini
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Memento - rivista del Mensa Italia - n. 4/2009
sfalsate della scena originale e
con i suoi meccanismi percettivi
ricostruisce la scena e fornisce
l’impressione di tridimensionalità
originale, basandosi sulle differenze tra le due immagini.
Un’altra tecnica è quella che fonde le due immagini in una sola,
colorandole diversamente (4).
Questa volta la separazione fra le
immagini inviate ai due occhi viene svolta da occhialini con lenti
colorate che fanno sì che ai due
occhi arrivi solo l’immagine originariamente a destra o a sinistra,
rispettivamente.
Questa tecnica ha il vantaggio
che gli occhialini sono leggeri ed
economici, infatti sono questi che
vengono distribuiti durante le proiezioni cinematografiche 3D; lo
svantaggio è che fondamentalmente l’immagine è percepita in
B/N.
Un’altra tecnica è quella che fonde le due immagini in una sola,
colorandole diversamente. Questa volta la separazione fra le immagini inviate ai due occhi viene
svolta da occhialini con lenti colorate che fanno sì che ai due occhi arrivi solo l’immagine originariamente a destra o a sinistra, ri-
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spettivamente.
Questa tecnica ha il vantaggio
che gli occhialini sono leggeri ed
economici, infatti sono questi che
vengono distribuiti durante le proiezioni cinematografiche 3D; lo
svantaggio è che fondamentalmente l’immagine è percepita in
bianco e nero.
Al posto di quelli colorati è possibile utilizzare degli occhialini
non colorati ma diversamente
polarizzati, però questo complica
la generazione dell’immagine
da guardare: io l’ho vista utilizzata
solo una volta, in una proiezione
cinematografica di supporto a un
concerto.
Ultima chance, gli occhialini elettronici: due piccoli schermi LCD
posti davanti agli occhi li oscurano alternativamente in sincrono
con il televisore in modo da separare temporalmente le immagini che competono ai due
occhi. Per questa tecnica occorre
un circuito di sincronizzazione e
quindi un collegamento fra occhialini e televisore o proiettore.
Oltre al costo molto superiore della soluzione. Però sembra che
questa sia la tecnica di elezione
per i nuovi tentativi di TV 3-D.
galaxia
Memento - rivista del Mensa Italia - n. 4/2009
mente il cervello e fargli credere di
guardare una scena realmente
presente davanti a noi. Ancor meno le immagini dinamiche. Invece, per motivi ignoti, la cosa funziona molto meglio con l’acustica:
come detto, udendo un rumore al
nostro fianco, è estremamente difficile per non dire impossibile che
l’ascoltatore non ruoti istintivamente la testa verso il suono. In
questo modo sono anche stati fatti dei gagliardi scherzi ☺.
La fotografia stereoscopica è entrata recentemente anche nel
campo della fotografia digitale: è
possibile montare un obiettivo
speciale su una macchina fotografica digitale SLR e ottenere delle foto stereoscopiche, da guardare con l’apposito visore.
Inoltre, a settembre 2008 la Fuji
ha presentato alla Photokina di
Colonia un nuovo sistema per la
fotografia 3D digitale, consistente
di una macchina fotografica con
due obiettivi, un visore e un sistema di stampa che permettono di
vedere le immagini in 3D senza
usare occhialini o altri accessori.
Per questo sistema la Fuji ha già
in cantiere usi speciali, tra cui
scatti doppi contemporanei (normale/tele), foto ultra-panoramiche, ripresa contemporanea
film/foto, foto doppie con parametri diversi. Cercare notizie sul
“Fujifilm FinePix Real 3D System”.
La fotografia stereoscopica non
è un’invenzione recente: sembra
che risalga al 1840 o giù di lì. In
questa storia Disney (“I tre paperini e Nonna Papera”, realizzata
da Carl Barks nel 1950) Nonna
Papera mostra ai nipotini delle fotografie stereoscopiche delle cascate del Niagara che secondo il
traduttore sono state scattate…
nel 1904! In appendice riporto
anche la versione originale delle
stesse vignette; un confronto può
essere istruttivo ☺
C’è da dire che il realismo della visione stereoscopica è inferiore a
quello della registrazione binaurale: anche guardando attraverso
un visore perfetto una fotografia
stereoscopica perfetta, non si riesce mai a ingannare completa-
27
galaxia
Per provare di persona, una delle
parole chiave è “ViewMaster”:
esiste da diversi decenni una serie di visori concepiti apposta per
la fotografia stereoscopica, per lo
più a livello di giocattolo: le foto
sono unite a gruppi di 7 (coppie)
in un caricatore circolare che va
inserito nel visore; si punta
quest’ultimo contro una fonte di
luce e… ci si bea della veduta.
Riferimenti
(Per chi non ne ha a bastanza)
Parte 1 - Articoli facili (*)
1. Cos’è l’alta fedeltà - Paolo Nuti, SUONO n. 96, settembre
1980.
2. Gli altoparlanti e i loro segreti
(parte I) - Giancarlo Gandolfi,
SUONO n. 88, dicembre
1979
3. Tecnica di ripresa OSS - Maurizio Ramaglia, AUDIOreview
n. 8, giugno-luglio 1982.
4. Sennheiser MKE-2002, microfono stereo per testa artificiale - Paolo Nuti, AUDIOreview n.11, novembre 1982.
5. L’olografia sonora di Bob Carver - Paolo Nuti / Bebo Moroni, AUDIOreview n. 33, novembre 1984.
6. The Blue Max affair - Robin
Lanier, AUDIO, November
1989.
7. Binaural overview: ears
where the mikes are, part 1 &
2 - John Sunier, AUDIO, November, December 1989.
8. Riproduzione ed ascolto dei
suoni - Carlo Zuccatti, AUDIOreview n. 88, 90, novembre
1989, gennaio 1990.
9. The Aachen head system:
Binaural recordings for headphones and speakers - K. Genuit, W. R. Ray, AUDIO, December 1989.
10. La localizzazione delle sorgenti sonore - Pierfrancesco Fravolini, AUDIOreview n.97,
99, settembre - novembre
1990.
11. Percezione tridimensionale
della sorgente sonora - Carmelo Saraceno, AUDIOreview n. 136, marzo 1994.
12. Perché il multicanale non ha
sfondato - Marco Valerio Ma28
Memento - rivista del Mensa Italia - n. 4/2009
sci, AUDIOreview n. 293, settembre 2008.
13. Natural listening with a dummy head - Stephan Peus,
documento Georg Neumann
GmbH, Berlin.
14. Donald’s Grandma Duck Carl Barks, Vacation Parade
n. 1, July 1950. Ed. italiana “I
tre nipotini e Nonna Papera”,
Zio Paperone n. 60, settembre 1994.
(*) data la difficile reperibilità di
molti di questi articoli, il sottoscritto
li rende disponibili tramite scansione o fotocopia agli interessati. Basta mandare una riga.
L’elenco degli articoli difficili nella
seconda parte.
Glossario
(Per chi ignora)
DAT
Digital Audio Tape. Nastro in cassetta per registrazioni digitali. Introdotto dalla Sony nel 1986, gettò nel panico le case discografiche
perché è in grado di fare una copia identica di un CD oppure di registrare -per esempio dal vivo- con
qualità superiore al CD stesso.
DSP
Digital Signal Processor. Circuito
specializzato per effettuare calcoli
ad altissima velocità. Vengono
sfruttati in campo audio per elaborare i suoni in tempo reale e ottenere vari effetti, come applicazione della HRTF, simulazione di
un campo sonoro riverberato, filtraggi, equalizzazioni…
Questi circuiti sono pesantemente usati in tutti gli apparecchi
recenti citati per i loro scopi di simulazione di campo sonoro,
adattamento a un mezzo riproduttivo diverso da quello di progetto, eccetera.
Elettrostatico
Gli altoparlanti elettrostatici sono
costituiti da una membrana piana, estremamente sottile e leggera, trattata in modo da essere
conduttiva; si trova immersa fra
due griglie metalliche. La membrana viene caricata con una elevata tensione e il segnale musi-
cale viene applicato alle griglie in
opposizione di fase: la membrana viene attirata alternativamente
verso le due griglie, generando il
suono. La forza che mette in moto la membrana è quindi applicata su tutta la sua superficie, pertanto la stessa può essere sottile
(pochi micrometri) e leggerissima, ottenendo una strepitosa
qualità sonora.
Gli altoparlanti dinamici (quelli più
diffusi, sono quelli della tua
radio/ televisore/ registratore/
ecc.) sono invece formati da un
tronco di cono di cartone, plastica o materiale simile per caratteristiche meccaniche; al vertice è
attaccata una bobina di rame in
cui passa il segnale audio; la bobina è immersa nel campo magnetico di una calamita e l’insieme si comporta come una elettrocalamita, muovendo il cono
seguendo la musica. Essendo pilotato in un solo punto, il cono
deve avere una certa rigidità e
quindi essere pesante, e ciò inficia la qualità del suono emesso.
Quindi è molto difficile far generare decentemente tutte le frequenze udibili dall’uomo (10 ottave) a un altoparlante siffatto; allora quasi tutti i costruttori di diffusori dividono il compito tra più
altoparlanti di caratteristiche diverse e purtroppo questo crea altri
problemi; i diffusori elettrostatici
ne hanno molto meno bisogno,
infatti molti montano un solo altoparlante, eventualmente in più
esemplari identici per aumentare
il volume sonoro ottenibile e la dispersione su un ampio angolo.
galaxia
Memento - rivista del Mensa Italia - n. 4/2009
HRTF
Head-Related Transfer Function.
Le onde sonore che giungono
all’orecchio, a seconda della direzione di provenienza, subiscono diverse riflessioni e assorbimenti da parte del padiglione auricolare. L’HRTF è la descrizione
matematica di questo fenomeno
e viene usata negli apparecchi
moderni per effettuare delle elaborazioni e -per esempio- simulare un suono proveniente dal retro dell’ascoltatore anche in assenza di un altoparlante in quella
posizione.
Psicoacustica
Studio di come gli esseri umani
percepiscono i suoni; la percezione non consiste meramente del
processo fisico di messa in movimento del timpano e dei successivi, ma anche dell’effetto che
essi hanno sui nostri circuiti nervosi e dell’interpretazione che il
cervello dà degli input sonori.
Uno dei principali è quello della
localizzazione spaziale, che in
questo articolo è stato citato frequentemente. Un altro è quello
della percezione di una nota bassa in assenza della stessa, ma in
presenza delle sue armoniche.
APPENDICE
Nella seconda parte:
• migliorare l’ascolto binaurale
• alternative di registrazione
• alternative in riproduzione
• tecnica
• riferimenti web
…sì, ma se voglio provarla (magari senza spendere) e saperne di più?
Parlane col tuo Segretario Regionale e proponigli di chiedere al Mensa Campania una conferenza
sull’argomento. La registrazione binaurale è una delle proposte nel catalogo delle conferenze
disponibili, comprende sia approfondimenti teorici che parte pratica ed è già stata tenuta con
successo diverse volte.
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