Carlo Petrini, arruolato tra le fila di Coldiretti, ha

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Carlo Petrini, arruolato tra le fila di Coldiretti, ha
direttore LUIGI CARICATO - [email protected]
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Carlo Petrini, arruolato tra le fila di
Coldiretti, ha assunto l’incarico di
presidente della Fondazione Campagna
Amica
Si tratta di una decisiva vittoria, che reca la firma di Roberto Moncalvo, il quale ha reso pubblica la notizia nell’ambito del
Salone del Gusto di Torino, la nota manifestazione fieristica organizzata da Slow Food
OO M
E’ fatta. Il disegno di un pensiero unico in materia di agricoltura è ormai compiuto. Manca solo di convincere i pochi
detrattori rimasti. Pian piano, con questa galoppante strategia di inglobamento, tutta l’Italia del cibo sarà destinata a
essere controllata da Coldiretti.
Questa volta è il turno di Carlo Petrini, altrimenti noto come Carlin, così come lo chiamano confidenzialmente i suoi
adepti. L’incarico di presidente della arcinota Fondazione Campagna Amica, di cui si mette in luce ogni giorno la carta
vincente del Km 0, mette dunque sotto la casacca giallo verde anche il fondatore Slow Food.
Si tratta di una decisiva vittoria, che reca la firma del presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, che lo ha reso noto
nell’ambito del Salone del Gusto di Torino, la nota manifestazione fieristica organizzata da Slow Food.
Non si tratta di un successo da poco. Dopo aver avuto dalla propria parte, ormai trasversalmente, tutto il mondo della
politica, senza distinzione tra destra, sinistra e centro, il passo verso il progetto cui la nota organizzazione ambisce da
decenni sembra essere alle porte. Mettere le mani sul fronte agricolo, diventando gli unici interlocutori consente di
condizionare tutte le scelte del Paese, attraverso una lobby potente, superiore a quella esercitata da altri gruppi di potere,
e che non trova riscontri così plateali in altri Paesi del mondo, per lo meno tra quelli dell’Occidente.
Coldiretti – che conta, sin dal sua fondazione, sul totale appoggio, senza riserve, della Chiesa Cattolica, attraverso la leva
dei suoi assistenti spirituali – dopo il pieno consenso ottenuto con la piena e totale adesione anche da parte dei media,
con il risultato che vengono ormai ripresi tutti i comunicati stampa emanati giornalmente dall’organizzazione, ora con
Petrini conta sull’effetto trainante di una organizzazione molto amata come Slow Food.
Non sono tanto i presidenti dell’organizzazione, quanto invece il grande stratega Vincenzo Gesmundo, ad aver
concretizzato con successo l’illuminante idea di allargare il proprio raggio d’azione includendo, nel magma propulsivo di
Coldiretti, alcune figure chiave, molto note e apprezzate dalla società civile. Tra questi soggetti che godono di una certa
autorevolezza, per il lavoro svolto in passato, c’è da annoverare tra le fila di Coldiretti perfino l’ex magistrato Giancarlo
Caselli, chiamato a presiedere il Comitato Scientifico dellOsservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema
agroalimentare, un’altra Fondazione voluta e costituita da Coldiretti proprio con l’intento di diffondere la conoscenza e la
consapevolezza del patrimonio agroalimentare italiano.
La carta di Caselli, in quanto ex magistrato che ha avuto ruoli chiave nel Paese, permette all’organizzazione di
annoverare personaggi prestigiosi e molto apprezzati. E se Giancarlo Caselli guida il Comitato scientifico della
Fondazione Osservatorio sulla criminalità, il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo ne è il presidente, mentre il
presidente dell’Eurispes Gian Maria Fara ricopre il ruolo di vice presidente.
Il fenomeno Coldiretti, alla luce dei tanti successi ottenuti in tutti questi anni, nonostante la forte crisi che mette in
ginocchio l’agricoltura italiana, diventa inevitabilmente un paradigma senza precedenti, un modello da seguire per altre
lobby estere del settore primario.
Con Petrini, la più vasta rete di vendita diretta agricola organizzata sotto il marchio di Campagna Amica, ci sarà senza
dubbio un rafforzamento dell’organizzazione. E’ tra l’altro da tener presente che la rete di Campagna Amica è composta –
come riportato da dati interni dell’organizzazione, ma non verificati – “da 9030 fattorie, 1135 mercati, e 171 botteghe, cui
si aggiungono 485 ristoranti, 211 orti urbani e 34 punti di street food, dove arrivano prodotti coltivati su circa 200mila ettari
di terreno, con una presenza capillare lungo tutto il territorio dai piccoli Paesi alle grandi città metropolitane”.
“I nostri mercati dei Campagna Amica – si legge in una nota diffusa da Coldiretti – sono forse il frutto più prezioso della
rivoluzione che ha avuto protagonista l’agricoltura italiana in questi anni con una decisa svolta verso la qualità e la
sicurezza ambientale ed alimentare sostenuta dai consumatori”.
Sempre secondo quanto ha affermato il presidente della Coldiretti, tali mercati “sono diventati oggi un patrimonio culturale
del Paese anche per la formazione delle nuove generazione come dimostrano le centinaia di collaborazioni con le scuole
e per ultimo l’inserimento quest’anno dei mercati di Campagna Amica come elemento di approfondimento in un
sussidiario per le quinte classi delle scuole elementari”. Un successo senza precedenti, perché effettivamente nessuna
lobby è riuscita così apertamente a guadagnare tali consensi, al punto da figurare nei libri di testo delle scuole.
“La condivisione da molti anni degli obiettivi e delle idealità di Slow Food con Campagna Amica e Coldiretti – ha dichiarato
invece Petrini – mi ha convinto ad assumere questa presidenza. Ritengo un onore poter rappresentare una rete così
vasta e capillare di contadini italiani che nel quotidiano mettono in essere pratiche virtuose a tutela di un patrimonio
distintivo e importante del nostro Paese”.
Anche noi di Olio Officina, pur in aperto dissenso con Coldiretti, ne apprezziamo la grande capacità di inglobare tutto e
tutti, una prerogativa che appartiene a pochi. Va infatti riconosciuto pubblicamente questo merito, anche perché
appartiene solo a questa organizzazione, la capacità di vestire con la propria linea di abbigliamento perfino i ministri della
Repubblica Italiana. Non è un successo da poco. Portare avanti il proprio progetto, nonostante i vorticosi passaggi dalla
prima alla seconda, ed ora alla terza Repubblica, è una attitudine che appartiene a pochi. Onore dunque al merito. Tutto
questo deriva dalla forza dei numeri, veri o esibiti poco importa, ma è proprio sul cospicuo numero dichiarato dei soci che
poggia tutto il potere di Coldiretti.
L’agricoltura italiana è stata sempre in mano a loro, e, nel bene o nel male, è sempre Coldiretti ad avere tutta la
responsabilità dello stato attuale e passato del settore.
Gli agricoltori – anche loro, che siano convinti o meno della organizzazione – sono quelli che di fatto appoggiano,
direttamente o indirettamente, tutte le politiche agricole del Paese dal dopo guerra ad oggi.
La foto di apertura, tratta dai siti internet di Coldiretti, vede al centro Carlo Petrini insieme al delegato nazionale di Giovani
Impresa Coldiretti Maria Letizia Gardoni e Roberto Moncalvo
OO M - 24-09-2016 - Tutti i diritti riservati
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