Per scoprire la storia

Transcript

Per scoprire la storia
La storia…. in prima persona
Vado a vivere sola dal 1978, perciò lavori di tutti i tipi. In Brianza, in quegli anni, è facile:
dalla segretaria alla correttrice di bozze all’insegnante di sostegno alla lettrice di testi….
Mi laureo nel 1980 a Roma, in Sociologia. Metà percorso psicologico, metà percorso
statistico. Sarà una costante della mia vita: dalla riflessione interiore alla dimensione
collettiva, storica.
Dal 1979 al 1999 insegno Matematica alle scuole inferiori e poi entro in ruolo con la
cattedra di Statistica per gli Istituti tecnici. Insegno per quindici anni a Milano.
Dal 1983 al 1984 dirigo la Galleria d’Arte Spazzapan a Stresa per due anni, con Mario
Canali, videoartista in piena carriera.
Incontri internazionali, grandi passioni espressive (rosso in banca per anni grazie agli
artisti, ma il cuore è pieno). Intuisco che da quelle parti la vita è diversa, forse è quella
che cerco. E poi la pittura, che sarà una costante in tutta la mia produzione letteraria.
Comincio a scrivere, tanto. Racconti per lo più, non sono pronta ad un romanzo, ma so
che è lì che voglio arrivare. Collaboro con il giornale della Regione Lombardia per
recensioni culturali. Pubblico su riviste di settore critiche d’arte.
Lavoro per Mondadori e per Sperling. Poi per Tranchida, poi per amici e amici di amici
che vogliono pubblicare. E sempre di più imparo.
Vado di concorsi, come tutti, pago e ricomincio, qualche volta vinco.
Scrivo lettere ai grandi. Mi rispondono Magris, Citati, Rigoni Stern. Le lettere custodite
con pudore. Mi dicono di continuare. Dicono che ne vale la pena. Parlano di stile, di
capacità di costruzione dei dialoghi, di personalità nel linguaggio.
Provo con il sogno di un romanzo. E’ l’architettura narrativa che davvero mi esalta.
Per destino pubblico filastrocche quando divento mamma, con Coccinella Editore.
Un successo insperato, traduzioni nel mondo. Ma non è di letteratura per bambini chge
mi voglio occupare.
Il chiodo è fisso: romanzo. Scrivo nel pomeriggio quando dormono i figli. Tutti i giorni,
tantissimo.
Pubblico a Milano Il fuoco e la pioggia, per le scuole medie, sulla questione del razzismo,
e dedico il libro alla salvezza dell’Africa. Ho già viaggiato tanto. Ho dovuto conciliare
esplorazione e pappe. L’aereo, la culla, il libro: tutte e tre mi sono irrinunciabili.
Nel 1993 pubblico Giallotondo, che dedicherò al mio primo figlio Matteo.
Vengo a Trieste nel 1999, il primo anno vado su e giù per continuare a guadagnare. Non
è molto economico, meglio licenziarsi, provare l’attività privata. Forse è giunto il tempo,
c’è il mare. La mia scrittura ne ha bisogno. Libertà e orizzonte. E poi pensiero
contaminato, culture nuove. Qualcosa che non so, che non capisco.
Nel 2000 apro AziendaParola, mi propongo sul mercato. Tutto ciò che voglio fare è
legato alla parola. La parola che per me è valore, ma deve anche diventare un valore:
per amore di concretezza, per contrasto alla vanità. Perché non sono una donna che
sogna. I sogni devono diventare gesti, e sì anche denaro.
Trieste mi apre le porte, forse perché sono straniera. Di rimbalzo scopro diversi mondi.
Partono molto bene i laboratori di scrittura, da subito, fino al 2010.
Gruppi di ogni tipo: infermieri, psicologi, malati, genitori, liceali, donne infragilite, a tutti
la scrittura fa bene. Committenze in passaparola: distretti sanitari, università,
biblioteche, assessorati, cooperative, associazioni.
Scrivo e pubblico, pubblico e vinco. Presento pubblicazione di frammenti altrui, molto
tempo è investito per curare volumi di autobiografie degli altri.
Aprirmi alle altre scritture mi mette continuamente nella condizione di imparare, di
essere scolara.
Arrivo a guadagnare quello che mi serve, oltre non posso andare, per come preparo i
percorsi, per come cerco. Ogni programma è un atto creativo, un libro simulato. E poi
viaggio, e poi sono mamma, totalmente, con grande felicità.
Nel 2010 tutto si sospende: gravi questioni familiari. Una doppia malattia, non posso far
altro he curare. L’autostrada Milano Trieste è l’unico momento in cui sono sola, e libera
di pensare.
Mi serve un nuovo modo di lavorare. Il paese è in crisi ma lo sono anch’io.
Ho incontrato in Friuli donne di grande carica, per lo più isolate. Forse possiamo sentirci
tutte meno sole, forse c’è qualcosa da ritessere nel mondo della complessità delle
donne, nella loro ricchezza di linguaggio e di gesti.
Progetto la Carica delle 101. Rilanciare, su tutti i fronti, una sorta di parola d’ordine per
questo sapere, per questo valore come acqua nuova del pozzo.
Anno 2011, grande successo della prima edizione. E’ una strada. Relazioni affettive e
intellettuali. Il dialogo accende, espone, dà coraggio. Copertura mediatica, incontri che
diventano business, stima che torna a far fiorire entusiasmi. Le 101 diventano un brend.
Primo Libri Vivo.
E’ la famiglia che vacilla, o meglio, il matrimonio.
Nuovo giro di boa, nuova riprogettazione di sé e del proprio desiderio.
Continuano i laboratori di scrittura, qua e là per l’Italia. La Scuola che apro si chiama
Sherpazade, ed è una scuola un po’ nomade, che cammina e incanta, tra lo sherpa che
porta i pesi fino alla meta e Sherpazade che racconta per salvarsi la vita.
I libri che scrivo non mi bastano, sento il dovere civile del dire.
Secondo evento della carica delle 101, su scala regionale.
180 donne contattate in tutti i segmenti produttivi.
Nuovo grande successo. Si aprono nuovi scenari.
Ma il giorno dopo trovo casa, devo ribaltare la vita.
Il terzo evento della carica 101 a dimensione internazionale è lì che mi aspetta, ma non
posso fare più da sola. Cerco sostegni.
Per dirigere questo sogno ed altri ancora che non smettono mai di infastidirmi la notte
ho aperto questo sito.
settembre 2014