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n° 369 - marzo 2015
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Oriente e Occidente
si incontrano a Bangkok
Il nuovo Museum of Contemporary Art è dedicato allo scultore fiorentino Corrado
Feroci, dal cui insegnamento ha origine l’arte contemporanea thailandese
Quando nel 1915 il giovane scultore
Corrado Feroci (Firenze 1892 - Bangkok 1962) ottenne una cattedra
presso l’Accademia di Belle Arti di
Firenze, nel corpo docente figurava il
pittore e decoratore Galileo Chini, reduce dai successi riportati alla corte
del Siam (l’attuale Thailandia), dove
aveva decorato la sala del trono nel
Palazzo Reale di Bangkok. Chissà
quindi, che il successo riportato dal
Chini in quel lontano paese non sia
stato uno degli elementi che spinsero
Feroci a partecipare nel 1922 al concorso con cui il Reale Istituto del Siam
cercava artisti italiani da inserire
nel proprio organico. Iniziava così
un’avventura che si trasformò in un
percorso esistenziale destinato a durare tutta la vita, perché Feroci rimase
in Siam fino alla morte, avvenuta nel
1962, inserendosi talmente bene nell’ambiente della corte e nella cultura
locale, da ricevere la cittadinanza thailandese e un nuovo nome nella lingua locale, Silpa Bhirasri.
All’attività di scultore Feroci/Bhirasri affiancava quella di docente: la
Scuola d’Arte Silpakorn, di cui era di-
sopra Paitung Muangsomboon: Elefantino
a sinistra dall’alto
Ingresso del Museum of Contemporary Art (MOCA)
di Bangkok
Watchara Prayoonkum: Salvador Dalì
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Sompong Adusarabhan: Il sogno dello spaventapasseri - La sala dedicata a Thawan Duchanee
venuto direttore nel 1932 fu trasformata dieci anni dopo nell’Università
Silpakorn. Sotto la guida di Feroci,
nominato Rettore, agli iniziali corsi
di Pittura e Scultura si aggiungevano
successivamente quelli di Architettura, Archeologia e Arti decorative.
La grande innovazione che Feroci introdusse nell’insegnamento, fu quella
di stimolare le capacità individuali
degli allievi, spingendoli a rompere
gli schemi per ricercare un proprio
linguaggio espressivo; un atteggiamento assolutamente rivoluzionario,
se lo si confronta con i principi dell’arte orientale - che privilegia la conservazione e il tramandarsi di stilemi
consolidati dalla tradizione. Durante
un viaggio in Thailandia, lo scrittore
e giornalista Tiziano Terzani annotava a proposito dell’insegnamento
di Feroci: «Per questa forma di “liberazione”, che per la cultura fiorentina
di Feroci era assolutamente naturale,
il mondo artistico di qui gli è estremamente grato ed ha fatto di Silpa
Bhirasri il nume tutelare dell’arte moderna thailandese».
Non stupisce quindi che il nuovo Museo di Arte Contemporanea (MOCA)
di Bangkok, inaugurato nel 2012 e
voluto dal magnate thailandese delle
telecomunicazioni Boonchai Bencharongkul, raccolga opere in gran parte
realizzate da ex allievi di Silpa Birashri. Il Museo è dedicato al maestro
italiano, “Padre dell’Arte Contemporanea” in Thailandia, e alle opere di
Feroci/Birhasri è riservata anche un’apposita sezione.
La collezione riunita da Bencharongkul nell’arco di trenta anni comprende da un lato opere d’arte ispirate al linguaggio espressivo tradi-
Veerasak Sassadee: Oscurità
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zionale dell’arte Thai, e dall’altro la
produzione artistica locale che è stata
influenzata dall’introduzione di stilemi e tecniche propri dell’arte occidentale. Circa 800 opere selezionate
tra quelle raccolte dall’uomo d’affari,
sono presentate negli ampi spazi del
Museo, costituendo la prima esposizione permanente di quelli che possono essere considerati i migliori
esempi di arte Thai, e offrendo una
panoramica del paese e della sua cultura figurativa.
La raccolta è ospitata in un edificio
progettato per dare il massimo rilievo
alle opere esposte, svolgendo un ruolo
di supporto e valorizzazione delle
stesse, senza imporsi: spazi ariosi, alti
soffitti, pareti bianche, l’uso della luce
naturale, dosata con opportune schermature, tutto contribuisce a una fruizione armoniosa e gradevole delle
opere, mentre il percorso da seguire
è facilmente individuabile grazie alle
frecce tracciate sul pavimento.
Il primo piano si articola in quattro
sale, due delle quali sono dedicate alle
esposizioni temporanee, mentre nelle
altre figurano le sculture di due maestri dell’arte plastica thailandese di
oggi, Chalood Nimsamer e Paitun
Muangsomboon: entrambi recepiscono nelle loro opere la lezione del
naturalismo del loro maestro Feroci/Birashri.
L’esposizione al secondo piano si apre
con tecniche miste di Kamol Tassananchalee, “Maestro di Arti Visive”,
che introducono a opere nelle quali
vengono trattati temi e concetti diversi, tra i quali prevalgono quelli
ispirati al Buddismo; interessante notare come spesso tali tematiche siano
interpretate attraverso un linguaggio
figurativo surrealista, tanto che la critica ha parlato di arte “surrealista buddista”. Tra i pittori presenti in questa sezione figurano Sayan Santrat,
Sompung Adusarabhan e Prateep
Kotchaba.
Di notevole impatto, al quarto
piano, la sala dedicata ai dipinti
di Thawan Duchanee, monocromi con inserimenti di foglia d’oro, mentre le pareti sono dipinte in rosso.
Le forti pennellate di Duchanee si richiamano il calligrafismo giapponese, mentre i soggetti sono tutti di ispirazione buddista.
Il percorso espositivo si conclude al
quinto piano, con una sala la cui ambientazione si richiama a quella dei
musei europei - britannici in particolare, che ospita dipinti del periodo
romantico e di epoca vittoriana, tra
cui tele di Lawrence Alma Tadema e
John William Goodward.
lorenzo gualtieri
Panya Vijinthanasarn: Modo diverso