Verbale Commissione Agricoltura del 29
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Verbale Commissione Agricoltura del 29
Documento Province in materia di Agriturismo Al fine di essere propositivi sulla elaborazione della nuova proposta di legge sugli Agriturismi, le Province dell’Emilia Romagna, riunito presso la sede UPI per un approfondimento congiunto sulle problematiche aperte in materia di agriturismo, a seguito della presentazione da parte della Regione degli orientamenti di massima circa i contenuti di modifica della L.R. 26 / 94, hanno condiviso le seguenti valutazioni e proposte: a) Premesso che buona parte delle proposte della Regione Emilia-Romagna sono condivisibili, le Province ritengono indispensabile per lo sviluppo del settore che la proposta di legge regionale sull’agriturismo sia certamente elaborata in tempi rapidi, ma soprattutto sia all’interno di un insieme interventi legislativi finalizzati alla individuazione chiara e trasparente del concetto di “multifunzionalità dell’azienda agricola”. b) Il primo presupposto è che il nuovo testo normativo disciplini con estrema chiarezza gli obiettivi e le procedure, demandando poche cose operative ad eventuali successivi regolamenti. c) Un altro presupposto chiave è che la qualificazione qualitativa dell’azienda sia connessa alle produzioni del proprio territorio, con attenzione alle aree di confine con altre regioni che rappresentano tradizioni miste che vanno salvaguardate. La nuova legge nazionale detta principi sulla preferenza di prodotti tipici, tradizionali o a marchio e di provenienza di prodotti aziendali o di altre aziende contigue, regionali e non. d) Si concorda che gli attuali limiti di produzione aziendale debbono essere rivisti anche alla luce delle reali difficoltà a rispettare tali percentuali. Una prerogativa irrinunciabile è che la gastronomia in agriturismo deve rispecchiare la tradizione contadina, la genuinità, la qualità ed autenticità della ricchezza dei nostri territori rurali. Si ipotizza un aumento della quantità di prodotti tipici anche al 70% ma con il limite minimo di prodotti ottenuti in azienda ridotto al 20-25%. Di conseguenza si potrebbe ipotizzare: il 20-25% di prodotti aziendali il 40-45% di prodotti DOP, IGP, IGT, DOC, DOCG, biologici e tradizionali acquistati da aziende agricole della zona, favorendo anche aggregazioni associative e la restante quota del 30-40% potrebbe essere costituita da produzioni agricole regionali. e) Si valuta positivamente la possibilità di organizzare, in numero limitato, serate tematiche su cucine tipiche extraregionali, all’interno di un progetto di scambio con altre realtà agrituristiche, o cucine di valore solidale. f) Si ritiene interessante anche promuovere accordi interaziendali per lo scambio dei rispettivi prodotti al fine di: • creare delle sinergie di rete, utili anche sul profilo della crescita professionale; • ottenere i prodotti che entrano nella composizione dei pasti; • agevolare la macellazione degli animali. g) Si deve riflettere sul fatto che uno dei problemi principali per la produzione di materie prime aziendali è la grave carenza di macelli in varie zone del territorio regionale. Si rende pertanto necessario individuare una nuova modalità che permetta in modo chiaro in tutta la regione la macellazione di animali di piccolo taglio all’interno di agriturismi o in strutture pluriaziendali o in “macelli mobili”. Tali realtà potrebbero poi servire anche i piccoli allevatori che hanno gli stessi problemi degli agriturismi per affrontare la vendita diretta della propria carne. Bisogna poi aggiungere che i pochi macelli rimasti spesso non sono in grado di lavorare in tempi separati gli animali provenienti dalle aziende agrituristiche; ulteriore motivo per ragionare su possibilità più calzanti con il contesto agrituristico e, posto che le norme igienico-sanitarie non possono essere stravolte, si ipotizzano due azioni: • favorire l’allestimento di strutture di macellazione da parte di Consorzi degli Agriturismi attraverso i fondi a disposizione sul PRSR; • pur avendo chiara l’estrema delicatezza per tutto ciò che attiene alla salute pubblica potrebbero essere valutate opportune deroghe alle attuali norme per consentire l’utilizzo a terzi di sale di macellazione che rispondano a determinati requisiti, allestite presso le aziende agrituristiche con l’estensione a macellare, oltre alle specie minori, anche i suini. h) Per affermare il principio di favorire la ricezione rispetto alla ristorazione, si ritiene opportuno aumentare il numero delle camere per azienda, indipendentemente dalle zone, fino ad un massimo di 60 posti letto. i) Si è favorevoli alla deroga per le aziende agrituristiche con meno di dieci posti letto e 10 coperti salvaguardando la necessità di garantire comunque principi di salubrità ed igienicità. La norma è ritenuta importante per favorire l’integrazione di reddito in aree marginali e comunque interessanti dal punto di vista naturalistico e paesaggistico. j) Pur condividendo la necessità di trovare uno strumento legislativo che ponga chiarezza in materia di normativa fiscale e risponda ai requisiti della legge nazionale, sarebbe troppo limitativo pensare ad una legge regionale sull’agriturismo che inglobi le fattorie didattiche senza programmare una normativa regionale sulla didattica nel settore agroalimentare. Oggi assistiamo alla realizzazione e condivisione con il mondo della scuola di percorsi didattici che vanno dalla fattoria, al caseificio, alla industria artigianale di salumi a quella industriale; tutte realtà diverse e che spesso esaltano la loro tipicità o igienicità in contrapposizione alle altre imprese creando confusione e diffidenza nella scuola e tutto a scapito dei prodotti tipici o peggio della educazione alimentare k) Nell’ottica del processo auspicato di qualificazione delle aziende agrituristiche, si ritiene ormai indispensabile normare un percorso di “qualità volontaria” degli agriturismi basato sulla percentuale di utilizzo di prodotti d’eccellenza del territorio, del servizio, dell’utilizzo della raccolta differenziata, del risparmio idrico ed energetico, dei percorsi agro-ambientali proposti, etc; l) Nella logica sopra indicata è necessario incentivare la formazione degli operatori, sia generale che differenziata per tipologia di servizi ( cucina, territorio, L. 626, ecc… ) ed estesa alla conoscenza del proprio territorio (storia, tradizioni, usi e costumi ..ecc…) e deve essere curata con molta attenzione con programmi formativi articolati. E’ inoltre fondamentale anche sostenere interventi formativi da parte dei tecnici delle Organizzazioni agricole impegnati nel settore. m) I controlli rappresentano un elemento fondamentale per la credibilità del sistema e bisogna definire in modo chiaro e coerente le reali funzioni di ogni singolo ente territoriale competente (comuni, province, asl). Per evitare n. visite, di n. controllori, con n. competenze diverse si potrebbe utilizzare lo strumento della convenzione per assegnare il/i controllo/i all’/agli ente/i più appropriato/i.