Paolo Portoghesi contro il Palais Lumiere di Pierre Cardin

Transcript

Paolo Portoghesi contro il Palais Lumiere di Pierre Cardin
Paolo Portoghesi contro il
Palais Lumiere di Pierre
Cardin
In un articolo pubblicato sull’Osservatore Romano,
l’architetto Paolo Portoghesi esprime il suo parere sull’opera
progettata da Pierre Cardin per Marghera, il Palais Lumière:
tre torri simili nella forma, ma di altezze diverse, che
raggiungono complessivamente quota 245 metri.
Senza usare mezzi termini, Portoghesi manifesta il proprio
disappunto, elencando una serie di ragioni culturali al suo
‘no’ al progetto, facendo ruotare tutto il suo ragionamento
intorno a una domanda: “In un mondo dominato dalla ragione
economica che peso può avere una ragione culturale?”
L’iter progettuale del grattacielo di Pierre Cardin prosegue a
quanto pare il suo corso senza ostacoli degni di rilievo.
L’iniziativa commerciale, si dice, è preziosa per un
territorio che sta attraversando una crisi profonda e che ha
nel turismo una delle sue principali risorse. E in un mondo
dominato dalla ragione economica che peso può avere
una
ragione culturale? Ebbene io credo che questa che stiamo
drammaticamente vivendo è una occasione per vedere se esiste
ancora una cultura italiana conscia delle sue responsabilità.
Elenco qui solo alcune delle ragioni culturali che non solo
non dovrebbero consentire alla cultura italiana di subire una
simile offesa ma che avrebbero dovuto già liquidare con un
sorriso, da parte delle autorità, l’iniziativa di un
personaggio infatuato di sé che cerca di costruire il suo
“monumento” senza accorgersi che questo sarebbe il modo
peggiore di farsi ricordare, per aver firmato con la sua
griffe non un abito prestigioso ma il cielo di Venezia. Perché
l’oggetto disegnato, alto
più di tre volte il campanile di
San Marco, si vedrebbe in molti punti della città.Le regole
urbanistiche e le norme che disciplinano le zone aeroportuali
vietano un tale scempio. L’insediamento commerciale di Cardin
darà anche lavoro a molta gente (quanta ne darebbe se si fosse
attenuto alle altezze consentite) ma la sua ragion d’essere
non è un programma produttivo industriale ma un programma
pubblicitario per il quale l’altezza è necessaria, perché solo
facendo un gigante squarciato, il sarto potrà trovare le
favolose risorse economiche necessarie. Il danaro liquido in
questo momento di crisi è in mano agli speculatori della
finanza, gli stessi che la crisi hanno ingigantito e che
continuano a sfruttarne le oscillazioni; c’è da chiedersi se
vogliamo erigere un monumento alla finanza speculativa.
Venezia è una delle pochissime città in cui la forma urbana
rispecchia ancora un sistema di valori che il mondo
contemporaneo ha dimenticato ma del quale sente una profonda
nostalgia. È all’impronta di questo sistema di valori che si
deve il fascino e il permanente valore umano della città
europea. Il campanile e la basilica di San Marco dominano la
linea del cielo insieme al Palazzo Ducale e, aldilà del bacino
di San Marco, San Giorgio, la chiesa delle Zitelle e il
Redentore presidiano questo spazio che è ancora sacro perché è
integro.
Paolo Portoghesi
Fonte: L’Osservatore Romano
Copyright © - Riproduzione riservata