I partiti mettano tutti i dati sul web
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I partiti mettano tutti i dati sul web
18 18 IL IL SECOLO SECOLO XIX XIX MARTEDÌ MARTEDÌ 29 29GENNAIO GENNAIO2013 2013 cronache cronache POLITICA E GIUSTIZIA LO SCANDALO DEI RIMBORSI SPESA DEL CONSIGLIO REGIONALE «I partiti mettano tutti i dati sul web» Spese folli, nessuno fa “outing”. Diktat di Monteleone ALESSANDRA COSTANTE DOPO la cecità, la fretta. Ora il Consiglio regionale, sommerso da una montagna di scontrini e di fatture quanto meno discutibili scoperti dagli accertamenti (ancora in corso) della magistratura, ha fretta di tamponareloscandalodiquestofiumedi denarouscitodalletaschedeicontribuenti ed utilizzato per pagare cene, viaggi, vino, regali di rappresentanza ed anche lingerie. E quello che ha più fretta di tutti è il presidente del consiglio, Rosario Monteleone (Udc). Ieri i capigruppo si sono visti recapitare una sua convocazione per oggi: riunione integrata con l’ufficio di presidenza. All’ordine del giorno due richieste. La prima: affidare i bilanci ai revisori dei conti ed avere una relazione dettagliata dello stato dei conti Rosario Monteleone, presidente del consiglio regionale LA “VENDETTA” CONTRO LA EX PDL CHE AVEVA CHIESTO CHIAREZZA DELLA BIANCA SOTTO TIRO «COSÌ COMPRAVA COLLANE» Contestò il bilancio, poi diede il via libera. Mille euro in bigiotteria IL RETROSCENA CINQUE paia di orecchini, cinque collane e dieci bracciali. Tutti “fantasia pietre varie” per un totale 930 euro.Pagatiattraversobonificobancario autorizzato il 16 dicembre 2011 dal gruppo del Pdl a favore del negozio Funny Shop di via Fieschi. E la stessasomma,semprelostessogiorno, si ritrova nella contabilità delle spese di Raffaella Della Bianca, allora ancora consigliere regionale del Popolo della Libertà. Documentazioneinterna,nondestinata adessere diffusa, e che rientra nei faldoni di fatture e ricevute acquisiti nei giorni scorsi dalla Guardia di finanza. Ulteriore capitolo della polemica tutta interna tra il Pdl e Raffaella Della Bianca, protagonista di un tempestoso divorzio politico dal gruppo di “berluscones” prima di passare ai Riformisti italiani di Stefania Craxi e lasciare da ultimo anche questa bandiera. Gli scontrini in gioielleria sono subito stati catalizzatori di attenzione della procura della Repubblica e della squadra di polizia giudiziaria che ha condotto acquisizioni e accertamenti. E subitoèpartitalacacciaalconsigliereregionale che nel 2011, a ridosso delle festività natalizie, ha speso quasi mille euro per oggetti che, a giudicaredalladescrizione dellafattura,sono di bigiotteria e destinati ai regali di Natale. Circostanza confermata dal Pdl. «Chiedete ad un consigliere che non fa più parte del gruppo del Popolo della Libertà» aveva soffiato XnLYJLdlFuNrMDdK6zh92PDMJNELLQuwMhlR2UaM6To= Raffaella Della Bianca (Riformisti) La fattura per orecchini e collane sulfuocoMarcoMelgrati,capogruppo succeduto a Matteo Rosso. Indicazionedacacciaaltesoro,ma facile facile: l’unica a lasciare il gruppo è stata appunto Della Bianca. Che per tutta risposta sabato ha minac- ciato querele: «Chi dice che quelle spese sono le mie, si becca una querela.Nonhomaichiestonessunrimborso di quel tipo». La reazione del Pdl, però, è arrivata anonima - non è dato sapere il nome di chi ha diffuso i documenti - ma a stretto giro di posta con tutto l’incartamento riguardante gli acquisti e il pagamento del bonifico a favore di Funny Shop, compreso un appunto scritto a mano dalle segretarie che, accanto alla fattura del negozio, indicavano “vedi fotocopia Della Bianca da pagare". Ultima puntata si diceva di uno scontro tra Della Bianca e il Pdl cominciato alla fine del 2010, proseguito per tutto il 2011. Le due tesi a confronto: lei sosteneva che nel gruppo vi fosse poco dialogo e ancor meno trasparenza; gli altri dieci erano convinti che lei giocasse da sola l’intera partita politica. Nel 2010 Della Bianca contestò il bilancio consuntivo preparato dal gruppo per il 2010 e il preventivo del 2011. «In quei conti c’è qualcosa che non va» diceva. Vi furono mail - acquisite oggi dagli inquirenti - e vi furono incontri tra la consigliera e il capogruppo Matteo Rosso, ma anche con il vice presidente del consiglio regionale, lo spezzino Luigi Morgillo. Alla fine Della Bianca firmò il rendiconto che fotografava entrate e uscite del gruppo tra 7 maggio 2010 (giorno dell’insediamento della nuova consigliatura) al 31 dicembre dello stesso anno. E anche questo documento è stato consegnato alla guardia di finanza, una sorta di memoria difensiva. AL. COST. entro 20 giorni. E così i revisori dei conti esterni, previsti come antidoto agli sprechi dalla legge che a fine 2012 ha rivoluzionato il finanziamento dei gruppi, scendono in campo con un anno di anticipo e retroattivamente.Laseconda:rendicontare ognisingolaspesaemetteretuttosul sito della Regione Liguria, «in modo che ogni ligure possa verificare se quelle spese erano o meno congrue». Un altro carico di responsabilità per i capigruppo, oltre a quelle sui bilanci acquisiti dalla guardia di finanza e all’esame del team della Procura della Repubblica di Genova. Capigruppo che per il momento non hanno ancora messo a disposizione (se non della magistratura) le spese sostenute dai singoli consiglieri, un’operazione trasparenza che viene chiesta da più parti. «Congruità e adeguatezza delle spese sono responsabilità dei capigruppo» aveva spiegato nelle ultime ore Monteleone. Già perché i gruppi, di fatto entità private, erano i terminali di un fiume di denaro che entrava pubblico e sfociava privato. E ogni gruppo, si scopre oggi, nella divisione dei finanziamenti era un mondo a sé, avendo come solo limite i capitoli di spesa indicati dalla legge del 1990 che sanciva come sacrosanto il diritto alle spese per l’attività politica. In queste rientrano il pagamento del personale (che ha mediamente assorbito il 70% delle risorse); spese di funzioVAGLIO namento del IMMEDIATO gruppo (posta, Oggi vertice luce, telefono, cancelleria); per accelerare missioni dei consiglieri retutti gionali, riunioni i controlli e ristorazione; indennità di missionierimborsi. Maognigruppo ha speso e saldato in modo diverso. Per esempio oggi si sa che i consiglieri dell’Idv ogni mese ritiravano tra i 600ei1.000euroalmeseincontante con il solito obbligo di presentare ricevute e fatture per l’importo ritirato. Quelli del Pdl, invece, avevano a disposizione circa 12 mila euro all’anno e due possibilità di pagamento: o attraverso il gruppo oppure direttamente,salvopoifarsirimborsare. Altro sistema per il Pd: un calderone unico, ma fatture e ricevute quasi sempre nominative e rimborsate solo a posteriori. Infine la Lega Nord:l’usanzadiindicareilnomedel consigliere in calce alle fatture pare che risalga solo a sei mesi fa. Una babele di conti che in parte motiva un coro di voci sulle spese pazze - e se non pazze comunque immotivate o addirittura illegittime che si ascoltano nei corridoi di via Fieschi. Una per tutte, già al vaglio dellaFinanza,raccontacheilgruppo regionale del Pdl pagava anche lo stipendioalleduesegretariedelcoordinatore regionale del Pdl, Michele Scandroglio. E questo si rubrica come finanziamento illecito ai partiti. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA CAPIGRUPPO, COSA ASPETTATE A SANNO I NOMI MA NON LI FANNO La legge in vigore fino allo scorso anno prevedeva che fossero i capigruppo in consiglio regionale a “vidimare” le richieste di rimborso spese presentate dai singoli consiglieri. Una sorta di timbro di legittimità sulle spese sostenute per l’esercizio del mandato politico. Vista la bufera, cosa aspettano ora i capigruppo a tirare fuori tutte le carte? Rixi (Lega Nord) Melgrati (Pdl) Limoncini (Udc) Benzi (Fds) Capurro (L. Burlando) IL CASO DEI “FONDI TOSSICI” BONDNOMURA, ILPERITO“SALVA” L’EXASSESSORE La relazione esprime un giudizio sostanzialmente positivo anche sulLA REGIONE Liguria si prestò a l’operato degli ex assessori regionali un’operazione finanziaria «contro- al Bilancio Renata Oliveri e Giovanni versa» quando stipulò il maxi-mutuo Battista Pittaluga. Quest’ultimo si impose anche per con la banca d’affari giapponese Nomura. Perché la legge che disciplina limarealcunipuntidellabozzainizial’utilizzo di derivati da parte di enti le in modo da ridurre la possibilità di pubblici territoriali non prevede imbarcare investimenti tossici: «I esplicitamente quel tipo di contratto. rappresentanti della Regione, parteTuttavia, le interpretazioni in vigore cipando attivamente alla formazione «lasciano intendere» che il rischio deirelativicontratti,eranonelleconcorso da piazza De Ferrari fosse «la dizioni di esprimere la volontà delforma “naturale”» all’interno di un l’ente in piena autonomia e consapevolezza». accordo del geneI fatti risalgono re.Inaltreparole,a al 2004, quando la Genova non si conRegione (rappresumò nessuna sentata dall’avvotruffa ai danni delcatoAntonioRubilo Stato. no) ottiene un fiSono queste le nanziamento in conclusioni della tre tranche dalla perizia richiesta banca giapponese dal gip Ferdinando Nomura, soldi che Baldini a proposito servono a ripianadel prestito da 420 re il buco della samilioni, divenuto L’allora assessore Pittaluga nità. L’intesa premateria di un’inchiesta penale, condotta dal pm Mas- vedechelarestituzioneavvengadopo simo Terrile. Al momento sono quat- 30 anni, maggiorata di un tasso di intro gli indagati, all’epoca dei fatti tra- teresse annuo del 4,75%. Il tipo di obder della banca d’affari: Pietro Solle- bligazione si chiama bullet, e prevede cito, 42 anni (irreperibile), Andrea la creazione di un fondo di ammortaGiordani, 48 anni, Alessandro Attoli- mento, a garanzia della restituzione del denaro. In parole povere, l’istituco, 42 anni, Arturo De Visdomini. Secondo il consulente tecnico del zione ogni anno accantona parte delgiudice, l’ex funzionario della Banca lacifrachedovràridarealcreditorein d’Italia Giuseppe Scattone, «non una sorta di “salvadanaio”, in modo emerge alcun elemento che possa far danondoveraffrontarel’interaspesa ritenerechelabancaabbiafornitoin- nel 2034 e dimostrare così il proprio formazionimenochecorrettesucon- sforzo a rispettare l’impegno preso. L’inghippo, secondo le Fiamme dizioni e implicazioni del rischio». MARCO GRASSO tel. 010 5388200 [email protected] PER LA TUA cronache cronache IL IL SECOLO SECOLO XIX XIX MARTEDÌ MARTEDÌ 29 29GENNAIO GENNAIO2013 2013 19 19 MISSIONE A GENOVA DEL “NAZIONALE” IVAN ROTA TIRARE FUORI I CONTI DELLE SPESE? Di Pietro chiude la sede Idv e “licenzia” la figlia di Scialfa E dopo gli schiaffi al vicepresidente sale la vigilanza IL RETROSCENA Siri (Lista Biasotti) Chiesa (Gruppo misto) Piredda (Italia dei valori) DANIELE GRILLO Rossi (Sel) Miceli (Pd) Fusco (Diritti e libertà) Gli uffici della Regione in via Fieschi Gialle,stanell’utilizzodiqueldeposi- non aveva profili di irregolarità e, con to, in cui vengono versati i liquidi che laprevisionedialcuneclausolecheridovranno essere restituiti: da quel guardavano la classe dei titoli su cui conto Nomura può attingere e inve- investire,ilrischioerapiùcontenuto. «InsintesilaRegionesiaccollailristire, e i rischi di eventuali perdite ricadono sulla Regione. Di qui il timore schio legato a un eventuale default che tra le azioni acquistate potessero dei soggetti emittenti dei titoli amessercianchetitolitossici.«Gliaccor- messi in garanzia nel fondo di amdi - scrivono i militari - Sono stati mortamento-sileggenellaperizia-È controversa la conclusi senza il questione se l’ente supporto di un’aspossa legittimasistenza tecnica LA SPIEGAZIONE mente “vendere esterna e indipenprotezione”, dato dente, in una mateL’operazione che tale tipo di deria che richiede un aveva dei rischi, rivato non è previaltissimo livello di sto dalla legge tra i specializzazione e ma erano stati derivati utilizzabicapacità di usare previste clausole li da parte degli ensofisticati struti pubblici territomentidimatematidi garanzia riali». Tuttavia, ca finanziaria». quella «è la forma Si poteva fare? È lecito che un ente pubblico venda “naturale”» utilizzata in «operazioni “protezione” in cambio di un finan- di quel tipo». E, conclude l’esperto, ziamento e si prenda i rischi? Anche «la gestione delle disponibilità effetinLiguriasièprofilataunasituazione tuatadaNomuraèstataeffettuatanel simile a quella di Milano, dove quat- rispetto delle norme di legge e delle trobanchesonostatecondannateper clausole del contratto». aver truffato il Comune? Secondo il [email protected] perito il contratto stipulato a Genova © RIPRODUZIONE RISERVATA PUBBLICITA’ SU XnLYJLdlFuNrMDdK6zh92Bcl+QKDfKTtJEE/noeqPLs= SE I MURI avessero orecchie e voce, chissà quante potrebbero raccontarne. Non pare sia stato questo timore, però, a portare Maruska Piredda alla decisione - suggerita, pare, dallo stesso Antonio Di Pietro dopo aver visto il conto dell’affitto - di riconsegnare le chiavi di via XX Settembre 10, l’ultima sede delle segreterie provinciale e regionale di Italia dei Valori. Da questo appartamentopartìl’assaltodeidipietristiaipartitichecontanodavvero.In questa sede - anche perché Claudio BurlandolenegòlestanzediDeFerrari-unaMarylinFuscoquasiinlacrime ha fatto l’ormai famoso passo indietro rinunciando,sottoindagineperabuso d’ufficio e truffa, alla carica di vicepresidente della giunta. Dai primi di gen- Nicolò Scialfa, vicepresidente della Regione ed ex capogruppo Idv naiolasedehachiuso.Liquidate-dalla stessa Piredda (che ieri ha incontrato Ivan Rota, esponente nazionale del IL CASO partito) - le tre dipendenti che vi svolgevano attività di segreteria. CompreNASCE IL SITO PER IL BARATTO SU INTERNET sa la figlia di un esponente di lusso del partito, passato poi nelle fila di MassiSI ISCRIVONO MUSSO, BIASOTTI E CRIVELLO mo Donadi: il nuovo vicepresidente regionale Nicolò Scialfa. iscritti alla pagi••• IN PRINCIPIO Base grande chiusa, nessuna nuova na, a patto che fu Secondamasede è stata riconosciuta, per ora, per i l’interessato vano, il giornalino pochi rimasti fedeli all’Idv. E pensare da a prenderli. O, degli annunci che soltanto tre anni fa il richiamo del viceversa, che “vendo e commaggior alleato del Pd pareva irresicercano qualcupro”. Poi eBay, stibile.Ilnuovoufficiosiresenecessano disposto a resu internet, dove rio, nel 2010, per coordinare i sempre galare loro quelcercare di far maggiori accoliti del partito. La nuova lo di cui hanno fruttare gli ogsede si rese fondamentale perché bisogno. Hanno getti che non si quella vecchia di Sottoripa non si povolevano o non Enrico Musso Sandro Biasotti già aderito 8.151 teva dire all’altezza delle carriere dei liguri. Chiunque si usavano più, maggiorenti del partito. Per il numero all’insegna del meglio rivenderli, anche può partecipare e si trova veramente di uno regionale Giovanni Paladini si a poco, piuttosto che buttarli via. Bene, tutto. Le regole sono chiare, chi non le spalancarono le porte di Montecitoc’è anche però chi non vuol prendersi la rispetta esce. E non deve presentarsi rio, indispensabile un ufficio “genovecome un’attività professionale, un’asbriga di improvvisarsi commerciante, se” e in posizione degna. Per la moglie sociazione o un ente. Dando un’occhiaper varie ragioni. E chi, per propria inMarylin Fusco si aprì la strada della ta ai membri liguri si trovano anche alclinazione, crede che in questi tempi Regione, non prima di una bruciante difficili ci sia un modo più “solidale” per cuni volti noti. Ci sono l’ex presidente opposizione in Comune, passata atliberare la propria casa. Sono i membri della Regione e attuale parlamentare traverso una prova-voto da sufficienSandro Biasotti, il senatore Enrico Musdel gruppo Facebook “Te lo regalo se za piena alle Europee. In Regione apvieni a prenderlo”. In sostanza una rete so, l’assessore comunale di Genova prodò anche il preside (in aspettativa) di comuni cittadini che offrono in dono Gianni Crivello e il “collega” di Sestri Nicolò Scialfa, che prima del salto da Levante Valentina Ghio. oggetti più o meno di valore agli altri Tursi a De Ferrari conquistò la fiducia piena del buon Tonino guadagnando la carica nazionale di responsabile della scuola. Prima del 2010 sarebbe bastata via San Giorgio, dopo il boom, la campagna acquisti e risultati che anche in Liguria si stabilizzano intorno al 10 per cento, no. «Riceve molti cittadini, anche fino alle dieci di sera», dicevano a quei tempi del deputato Paladini. Il suo ufficio ricordava quellodiuncommissariodipolizia,operlo meno non tradiva l’appartenenza del proprietario: coppe, medaglie, targhe, gagliardetti. Il primo amore era ovunque. Ma tutti ricordano soprattutto lo splendido modellino in ferro di un sommergibile,feticciodascrivaniadal quale il capo Idv non si separava mai. «Mi dimetto per lanciare un messaggio molto chiaro- disse meno di tre mesi fa Marylin Fusco nella saletta riunioni dell’ormai ex sede del suo ormai ex partito - mi auguro che tutti gli amministratori, qualora ricevano un semplice avviso di garanzia, abbiano il coraggio e il senso di responsabilità di farealtrettanto».Dicartesimili,laFusco, ne ha ricevute successivamente altre (per la cronaca un avviso l’ha ricevuto anche Scialfa). Nella stessa sede maggiorenti e gregari si riunirono per confermare unità d’intenti e d’avventura, smentendo voci su diaspore chesoltantopochigiornidopo,ancora dalla sede di via Venti, annunciarono. I muri non hanno orecchie, i muri sono muri e basta. Questi, a dire la verità, ci avevano pure provato, a imparare: Paladini inizialmente avrebbe voluto fare di questa sede una sorta di “sportello del mugugno” dove permettere ai cittadini di esprimere idee e opinioni. Centro del mugugno, via Venti10,nondiventòmai.Eoggièsolo il guscio vuoto di un’avventura al capolinea (o quasi). Disdetto il contratto, anche la figlia di Scialfa ha dovuto rinunciare allo stipendio conquistato più o meno un anno fa a pochi passi dalla scrivania del padre. Neppure più i poster colorati che inneggiano a Tonino. Nell’ufficio di rappresentanza è rimasto solo un telefono che squilla a vuoto, senza ragazze gentili a rispondere. Un luogo che voleva scrivere la storia e l’ha scritta. Non il capitolo che aveva immaginato. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA L’INTERVENTO DEL CONSIGLIERE IN DIFESA DEL CAPOGRUPPO DEL PARTITO DI VENDOLA Case sul mare, a Savona il Carroccio soccorre Sel Arecco (Lega): «Sconcertato dalle parole che il vice sindaco Di Tullio ha rivolto ad Acquilino» SAVONA. La Lega soccorre Sel. Non certo politicamente, ma sul piano del rispetto dell’obbligo di mantenere «toni civili nel dibattito politico». Il caso è quello che riguarda i cantieri ex Solimano, la posizione di Sergio Acquilino, capogruppo di Sel, che nei giorni scorsi aveva espresso (con un certo strappo rispetto al resto del suo partito)unaposizionedinettacontrarietàall’iniziodellaprogettazione edilizia nell’area dei vecchi capannoni dismessi; e della risposta del vice sindaco Livio Di Tullio che aveva “bollato” l’intervento di Ac- quilino come quello di una persona scena tra Acquilino e Di Tullio. «Le esprimo il mio stupore per le «rosicata da pregiudizi personali e ideologici, che spara sciocchezze: parole rivolte al consigliere Acquiin pratica uno sproloquio, un va- lino dal vice sindaco Di Tullio. Senza entrare nel meneggiamento». rito dell’argomenParole che sono to desidero manisuonate come irrifestare sconcerto guardose per MasL’ACCUSA perleparoleutilizsimo Arecco, consigliere della Lega «L’esponente del Pd zate nei confronti dovrebbe scusarsi di un consigliere a palazzo Sisto, il comunale - dice quale ha scritto pubblicamente Arecco a Federico una lettera aperta per quello Berruti - E ciò soal sindaco Federiprattutto alla luce co Berruti sullo che ha detto» della recente cirscambio andato in costanza nella quale lei bollò con il termine “fascisti” alcuni consiglieri, definendo un “imbarbarimento della politica” le mie eccezioni in un’interpellanza che riguardava i suoi quattro collaboratori dello staff del sindaco. La invito a valutare se non sia il caso che il suo vice si scusi pubblicamente - conclude il consigliere del Carroccio - per le paroleutilizzateinmanieraimpropria che di politico avevano ben poco,ricordandocheilconsiglioèuna sede di democratico confronto e di civili dibattiti». S. SCH. affari