I partiti mettano tutti i dati sul web

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I partiti mettano tutti i dati sul web
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cronache
cronache
POLITICA E GIUSTIZIA
LO SCANDALO DEI RIMBORSI SPESA DEL CONSIGLIO REGIONALE
«I partiti mettano
tutti i dati sul web»
Spese folli, nessuno fa “outing”. Diktat di Monteleone
ALESSANDRA COSTANTE
DOPO la cecità, la fretta. Ora il Consiglio regionale, sommerso da una
montagna di scontrini e di fatture
quanto meno discutibili scoperti dagli accertamenti (ancora in corso)
della magistratura, ha fretta di tamponareloscandalodiquestofiumedi
denarouscitodalletaschedeicontribuenti ed utilizzato per pagare cene,
viaggi, vino, regali di rappresentanza
ed anche lingerie. E quello che ha più
fretta di tutti è il presidente del consiglio, Rosario Monteleone (Udc).
Ieri i capigruppo si sono visti recapitare una sua convocazione per oggi:
riunione integrata con l’ufficio di
presidenza.
All’ordine del giorno due richieste. La prima: affidare i bilanci ai revisori dei conti ed avere una relazione dettagliata dello stato dei conti Rosario Monteleone, presidente del consiglio regionale
LA “VENDETTA” CONTRO LA EX PDL CHE AVEVA CHIESTO CHIAREZZA
DELLA BIANCA SOTTO TIRO
«COSÌ COMPRAVA COLLANE»
Contestò il bilancio, poi diede il via libera. Mille euro in bigiotteria
IL RETROSCENA
CINQUE paia di orecchini, cinque
collane e dieci bracciali. Tutti “fantasia pietre varie” per un totale 930
euro.Pagatiattraversobonificobancario autorizzato il 16 dicembre 2011
dal gruppo del Pdl a favore del negozio Funny Shop di via Fieschi. E la
stessasomma,semprelostessogiorno, si ritrova nella contabilità delle
spese di Raffaella Della Bianca, allora ancora consigliere regionale del
Popolo della Libertà. Documentazioneinterna,nondestinata adessere diffusa, e che rientra nei faldoni di
fatture e ricevute acquisiti nei giorni
scorsi dalla Guardia di finanza.
Ulteriore capitolo della polemica
tutta interna tra il Pdl e Raffaella
Della Bianca, protagonista di un
tempestoso divorzio politico dal
gruppo di “berluscones” prima di
passare ai Riformisti italiani di Stefania Craxi e lasciare da ultimo anche questa bandiera. Gli scontrini in
gioielleria sono subito stati catalizzatori di attenzione della procura
della Repubblica e della squadra di
polizia giudiziaria che ha condotto
acquisizioni e accertamenti. E subitoèpartitalacacciaalconsigliereregionale che nel 2011, a ridosso delle
festività natalizie, ha speso quasi
mille euro per oggetti che, a giudicaredalladescrizione dellafattura,sono di bigiotteria e destinati ai regali
di Natale. Circostanza confermata
dal Pdl. «Chiedete ad un consigliere
che non fa più parte del gruppo del
Popolo della Libertà» aveva soffiato
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Raffaella Della Bianca (Riformisti)
La fattura per orecchini e collane
sulfuocoMarcoMelgrati,capogruppo succeduto a Matteo Rosso.
Indicazionedacacciaaltesoro,ma
facile facile: l’unica a lasciare il gruppo è stata appunto Della Bianca. Che
per tutta risposta sabato ha minac-
ciato querele: «Chi dice che quelle
spese sono le mie, si becca una querela.Nonhomaichiestonessunrimborso di quel tipo».
La reazione del Pdl, però, è arrivata anonima - non è dato sapere il nome di chi ha diffuso i documenti - ma
a stretto giro di posta con tutto l’incartamento riguardante gli acquisti
e il pagamento del bonifico a favore
di Funny Shop, compreso un appunto scritto a mano dalle segretarie
che, accanto alla fattura del negozio,
indicavano “vedi fotocopia Della
Bianca da pagare".
Ultima puntata si diceva di uno
scontro tra Della Bianca e il Pdl cominciato alla fine del 2010, proseguito per tutto il 2011. Le due tesi a
confronto: lei sosteneva che nel
gruppo vi fosse poco dialogo e ancor
meno trasparenza; gli altri dieci erano convinti che lei giocasse da sola
l’intera partita politica. Nel 2010
Della Bianca contestò il bilancio
consuntivo preparato dal gruppo
per il 2010 e il preventivo del 2011.
«In quei conti c’è qualcosa che non
va» diceva. Vi furono mail - acquisite
oggi dagli inquirenti - e vi furono incontri tra la consigliera e il capogruppo Matteo Rosso, ma anche con
il vice presidente del consiglio regionale, lo spezzino Luigi Morgillo.
Alla fine Della Bianca firmò il rendiconto che fotografava entrate e
uscite del gruppo tra 7 maggio 2010
(giorno dell’insediamento della
nuova consigliatura) al 31 dicembre
dello stesso anno. E anche questo
documento è stato consegnato alla
guardia di finanza, una sorta di memoria difensiva.
AL. COST.
entro 20 giorni. E così i revisori dei
conti esterni, previsti come antidoto
agli sprechi dalla legge che a fine
2012 ha rivoluzionato il finanziamento dei gruppi, scendono in campo con un anno di anticipo e retroattivamente.Laseconda:rendicontare
ognisingolaspesaemetteretuttosul
sito della Regione Liguria, «in modo
che ogni ligure possa verificare se
quelle spese erano o meno congrue».
Un altro carico di responsabilità
per i capigruppo, oltre a quelle sui bilanci acquisiti dalla guardia di finanza e all’esame del team della Procura
della Repubblica di Genova. Capigruppo che per il momento non hanno ancora messo a disposizione (se
non della magistratura) le spese sostenute dai singoli consiglieri,
un’operazione trasparenza che viene chiesta da più parti.
«Congruità e adeguatezza delle
spese sono responsabilità dei capigruppo» aveva spiegato nelle ultime
ore Monteleone. Già perché i gruppi,
di fatto entità private, erano i terminali di un fiume di denaro che entrava pubblico e sfociava privato. E ogni
gruppo, si scopre oggi, nella divisione dei finanziamenti era un mondo a
sé, avendo come solo limite i capitoli
di spesa indicati dalla legge del 1990
che sanciva come sacrosanto il diritto alle spese per l’attività politica. In
queste rientrano il pagamento del
personale (che ha mediamente assorbito il 70%
delle risorse);
spese di funzioVAGLIO
namento
del
IMMEDIATO
gruppo (posta,
Oggi vertice luce, telefono,
cancelleria);
per
accelerare missioni dei
consiglieri retutti
gionali, riunioni
i controlli e ristorazione;
indennità
di
missionierimborsi. Maognigruppo
ha speso e saldato in modo diverso.
Per esempio oggi si sa che i consiglieri dell’Idv ogni mese ritiravano tra i
600ei1.000euroalmeseincontante
con il solito obbligo di presentare ricevute e fatture per l’importo ritirato. Quelli del Pdl, invece, avevano a
disposizione circa 12 mila euro all’anno e due possibilità di pagamento: o attraverso il gruppo oppure direttamente,salvopoifarsirimborsare. Altro sistema per il Pd: un calderone unico, ma fatture e ricevute
quasi sempre nominative e rimborsate solo a posteriori. Infine la Lega
Nord:l’usanzadiindicareilnomedel
consigliere in calce alle fatture pare
che risalga solo a sei mesi fa.
Una babele di conti che in parte
motiva un coro di voci sulle spese
pazze - e se non pazze comunque immotivate o addirittura illegittime che si ascoltano nei corridoi di via
Fieschi. Una per tutte, già al vaglio
dellaFinanza,raccontacheilgruppo
regionale del Pdl pagava anche lo stipendioalleduesegretariedelcoordinatore regionale del Pdl, Michele
Scandroglio. E questo si rubrica come finanziamento illecito ai partiti.
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CAPIGRUPPO, COSA ASPETTATE A
SANNO I NOMI
MA NON
LI FANNO
La legge in vigore fino allo scorso anno prevedeva
che fossero i capigruppo
in consiglio regionale a
“vidimare” le richieste di
rimborso spese presentate dai singoli consiglieri.
Una sorta di timbro di legittimità sulle spese sostenute per l’esercizio del
mandato politico. Vista la
bufera, cosa aspettano
ora i capigruppo a tirare
fuori tutte le carte?
Rixi (Lega Nord)
Melgrati (Pdl)
Limoncini (Udc)
Benzi (Fds)
Capurro (L. Burlando)
IL CASO DEI “FONDI TOSSICI”
BONDNOMURA,
ILPERITO“SALVA”
L’EXASSESSORE
La relazione esprime un giudizio
sostanzialmente positivo anche sulLA REGIONE Liguria si prestò a l’operato degli ex assessori regionali
un’operazione finanziaria «contro- al Bilancio Renata Oliveri e Giovanni
versa» quando stipulò il maxi-mutuo Battista Pittaluga.
Quest’ultimo si impose anche per
con la banca d’affari giapponese Nomura. Perché la legge che disciplina limarealcunipuntidellabozzainizial’utilizzo di derivati da parte di enti le in modo da ridurre la possibilità di
pubblici territoriali non prevede imbarcare investimenti tossici: «I
esplicitamente quel tipo di contratto. rappresentanti della Regione, parteTuttavia, le interpretazioni in vigore cipando attivamente alla formazione
«lasciano intendere» che il rischio deirelativicontratti,eranonelleconcorso da piazza De Ferrari fosse «la dizioni di esprimere la volontà delforma “naturale”» all’interno di un l’ente in piena autonomia e consapevolezza».
accordo del geneI fatti risalgono
re.Inaltreparole,a
al 2004, quando la
Genova non si conRegione (rappresumò
nessuna
sentata dall’avvotruffa ai danni delcatoAntonioRubilo Stato.
no) ottiene un fiSono queste le
nanziamento in
conclusioni della
tre tranche dalla
perizia richiesta
banca giapponese
dal gip Ferdinando
Nomura, soldi che
Baldini a proposito
servono a ripianadel prestito da 420
re il buco della samilioni, divenuto L’allora assessore Pittaluga
nità. L’intesa premateria di un’inchiesta penale, condotta dal pm Mas- vedechelarestituzioneavvengadopo
simo Terrile. Al momento sono quat- 30 anni, maggiorata di un tasso di intro gli indagati, all’epoca dei fatti tra- teresse annuo del 4,75%. Il tipo di obder della banca d’affari: Pietro Solle- bligazione si chiama bullet, e prevede
cito, 42 anni (irreperibile), Andrea la creazione di un fondo di ammortaGiordani, 48 anni, Alessandro Attoli- mento, a garanzia della restituzione
del denaro. In parole povere, l’istituco, 42 anni, Arturo De Visdomini.
Secondo il consulente tecnico del zione ogni anno accantona parte delgiudice, l’ex funzionario della Banca lacifrachedovràridarealcreditorein
d’Italia Giuseppe Scattone, «non una sorta di “salvadanaio”, in modo
emerge alcun elemento che possa far danondoveraffrontarel’interaspesa
ritenerechelabancaabbiafornitoin- nel 2034 e dimostrare così il proprio
formazionimenochecorrettesucon- sforzo a rispettare l’impegno preso.
L’inghippo, secondo le Fiamme
dizioni e implicazioni del rischio».
MARCO GRASSO
tel. 010 5388200 [email protected]
PER LA TUA
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MISSIONE A GENOVA DEL “NAZIONALE” IVAN ROTA
TIRARE FUORI I CONTI DELLE SPESE?
Di Pietro chiude la sede Idv
e “licenzia” la figlia di Scialfa
E dopo gli schiaffi al vicepresidente sale la vigilanza
IL RETROSCENA
Siri (Lista Biasotti)
Chiesa (Gruppo misto)
Piredda (Italia dei valori)
DANIELE GRILLO
Rossi (Sel)
Miceli (Pd)
Fusco (Diritti e libertà)
Gli uffici della Regione in via Fieschi
Gialle,stanell’utilizzodiqueldeposi- non aveva profili di irregolarità e, con
to, in cui vengono versati i liquidi che laprevisionedialcuneclausolecheridovranno essere restituiti: da quel guardavano la classe dei titoli su cui
conto Nomura può attingere e inve- investire,ilrischioerapiùcontenuto.
«InsintesilaRegionesiaccollailristire, e i rischi di eventuali perdite ricadono sulla Regione. Di qui il timore schio legato a un eventuale default
che tra le azioni acquistate potessero dei soggetti emittenti dei titoli amessercianchetitolitossici.«Gliaccor- messi in garanzia nel fondo di amdi - scrivono i militari - Sono stati mortamento-sileggenellaperizia-È
controversa
la
conclusi senza il
questione se l’ente
supporto di un’aspossa legittimasistenza tecnica
LA SPIEGAZIONE
mente “vendere
esterna e indipenprotezione”, dato
dente, in una mateL’operazione
che tale tipo di deria che richiede un
aveva dei rischi,
rivato non è previaltissimo livello di
sto dalla legge tra i
specializzazione e
ma erano stati
derivati utilizzabicapacità di usare
previste clausole
li da parte degli ensofisticati struti pubblici territomentidimatematidi garanzia
riali». Tuttavia,
ca finanziaria».
quella «è la forma
Si poteva fare? È
lecito che un ente pubblico venda “naturale”» utilizzata in «operazioni
“protezione” in cambio di un finan- di quel tipo». E, conclude l’esperto,
ziamento e si prenda i rischi? Anche «la gestione delle disponibilità effetinLiguriasièprofilataunasituazione tuatadaNomuraèstataeffettuatanel
simile a quella di Milano, dove quat- rispetto delle norme di legge e delle
trobanchesonostatecondannateper clausole del contratto».
aver truffato il Comune? Secondo il [email protected]
perito il contratto stipulato a Genova © RIPRODUZIONE RISERVATA
PUBBLICITA’ SU
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SE I MURI avessero orecchie e voce,
chissà quante potrebbero raccontarne. Non pare sia stato questo timore,
però, a portare Maruska Piredda alla
decisione - suggerita, pare, dallo stesso Antonio Di Pietro dopo aver visto il
conto dell’affitto - di riconsegnare le
chiavi di via XX Settembre 10, l’ultima
sede delle segreterie provinciale e regionale di Italia dei Valori. Da questo
appartamentopartìl’assaltodeidipietristiaipartitichecontanodavvero.In
questa sede - anche perché Claudio
BurlandolenegòlestanzediDeFerrari-unaMarylinFuscoquasiinlacrime
ha fatto l’ormai famoso passo indietro
rinunciando,sottoindagineperabuso
d’ufficio e truffa, alla carica di vicepresidente della giunta. Dai primi di gen- Nicolò Scialfa, vicepresidente della Regione ed ex capogruppo Idv
naiolasedehachiuso.Liquidate-dalla
stessa Piredda (che ieri ha incontrato
Ivan Rota, esponente nazionale del
IL CASO
partito) - le tre dipendenti che vi svolgevano attività di segreteria. CompreNASCE IL SITO PER IL BARATTO SU INTERNET
sa la figlia di un esponente di lusso del
partito, passato poi nelle fila di MassiSI ISCRIVONO MUSSO, BIASOTTI E CRIVELLO
mo Donadi: il nuovo vicepresidente
regionale Nicolò Scialfa.
iscritti alla pagi••• IN PRINCIPIO
Base grande chiusa, nessuna nuova
na, a patto che
fu Secondamasede è stata riconosciuta, per ora, per i
l’interessato vano, il giornalino
pochi rimasti fedeli all’Idv. E pensare
da a prenderli. O,
degli annunci
che soltanto tre anni fa il richiamo del
viceversa, che
“vendo e commaggior alleato del Pd pareva irresicercano qualcupro”. Poi eBay,
stibile.Ilnuovoufficiosiresenecessano disposto a resu internet, dove
rio, nel 2010, per coordinare i sempre
galare loro quelcercare di far
maggiori accoliti del partito. La nuova
lo di cui hanno
fruttare gli ogsede si rese fondamentale perché
bisogno. Hanno
getti che non si
quella vecchia di Sottoripa non si povolevano o non
Enrico Musso
Sandro Biasotti già aderito 8.151
teva dire all’altezza delle carriere dei
liguri. Chiunque
si usavano più,
maggiorenti del partito. Per il numero
all’insegna del meglio rivenderli, anche può partecipare e si trova veramente di
uno regionale Giovanni Paladini si
a poco, piuttosto che buttarli via. Bene, tutto. Le regole sono chiare, chi non le
spalancarono le porte di Montecitoc’è anche però chi non vuol prendersi la rispetta esce. E non deve presentarsi
rio, indispensabile un ufficio “genovecome un’attività professionale, un’asbriga di improvvisarsi commerciante,
se” e in posizione degna. Per la moglie
sociazione o un ente. Dando un’occhiaper varie ragioni. E chi, per propria inMarylin Fusco si aprì la strada della
ta ai membri liguri si trovano anche alclinazione, crede che in questi tempi
Regione, non prima di una bruciante
difficili ci sia un modo più “solidale” per cuni volti noti. Ci sono l’ex presidente
opposizione in Comune, passata atliberare la propria casa. Sono i membri della Regione e attuale parlamentare
traverso una prova-voto da sufficienSandro Biasotti, il senatore Enrico Musdel gruppo Facebook “Te lo regalo se
za piena alle Europee. In Regione apvieni a prenderlo”. In sostanza una rete so, l’assessore comunale di Genova
prodò anche il preside (in aspettativa)
di comuni cittadini che offrono in dono Gianni Crivello e il “collega” di Sestri
Nicolò Scialfa, che prima del salto da
Levante Valentina Ghio.
oggetti più o meno di valore agli altri
Tursi a De Ferrari conquistò la fiducia
piena del buon Tonino guadagnando
la carica nazionale di responsabile
della scuola. Prima del 2010 sarebbe
bastata via San Giorgio, dopo il boom,
la campagna acquisti e risultati che
anche in Liguria si stabilizzano intorno al 10 per cento, no. «Riceve molti
cittadini, anche fino alle dieci di sera»,
dicevano a quei tempi del deputato
Paladini. Il suo ufficio ricordava quellodiuncommissariodipolizia,operlo
meno non tradiva l’appartenenza del
proprietario: coppe, medaglie, targhe,
gagliardetti. Il primo amore era ovunque. Ma tutti ricordano soprattutto lo
splendido modellino in ferro di un
sommergibile,feticciodascrivaniadal
quale il capo Idv non si separava mai.
«Mi dimetto per lanciare un messaggio molto chiaro- disse meno di tre
mesi fa Marylin Fusco nella saletta
riunioni dell’ormai ex sede del suo ormai ex partito - mi auguro che tutti gli
amministratori, qualora ricevano un
semplice avviso di garanzia, abbiano il
coraggio e il senso di responsabilità di
farealtrettanto».Dicartesimili,laFusco, ne ha ricevute successivamente
altre (per la cronaca un avviso l’ha ricevuto anche Scialfa). Nella stessa sede maggiorenti e gregari si riunirono
per confermare unità d’intenti e d’avventura, smentendo voci su diaspore
chesoltantopochigiornidopo,ancora
dalla sede di via Venti, annunciarono.
I muri non hanno orecchie, i muri
sono muri e basta. Questi, a dire la verità, ci avevano pure provato, a imparare: Paladini inizialmente avrebbe
voluto fare di questa sede una sorta di
“sportello del mugugno” dove permettere ai cittadini di esprimere idee
e opinioni. Centro del mugugno, via
Venti10,nondiventòmai.Eoggièsolo
il guscio vuoto di un’avventura al capolinea (o quasi). Disdetto il contratto, anche la figlia di Scialfa ha dovuto
rinunciare allo stipendio conquistato
più o meno un anno fa a pochi passi
dalla scrivania del padre. Neppure più
i poster colorati che inneggiano a Tonino. Nell’ufficio di rappresentanza è
rimasto solo un telefono che squilla a
vuoto, senza ragazze gentili a rispondere. Un luogo che voleva scrivere la
storia e l’ha scritta. Non il capitolo che
aveva immaginato.
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L’INTERVENTO DEL CONSIGLIERE IN DIFESA DEL CAPOGRUPPO DEL PARTITO DI VENDOLA
Case sul mare, a Savona il Carroccio soccorre Sel
Arecco (Lega): «Sconcertato dalle parole che il vice sindaco Di Tullio ha rivolto ad Acquilino»
SAVONA. La Lega soccorre Sel.
Non certo politicamente, ma sul
piano del rispetto dell’obbligo di
mantenere «toni civili nel dibattito
politico». Il caso è quello che riguarda i cantieri ex Solimano, la
posizione di Sergio Acquilino, capogruppo di Sel, che nei giorni
scorsi aveva espresso (con un certo
strappo rispetto al resto del suo
partito)unaposizionedinettacontrarietàall’iniziodellaprogettazione edilizia nell’area dei vecchi capannoni dismessi; e della risposta
del vice sindaco Livio Di Tullio che
aveva “bollato” l’intervento di Ac-
quilino come quello di una persona scena tra Acquilino e Di Tullio.
«Le esprimo il mio stupore per le
«rosicata da pregiudizi personali e
ideologici, che spara sciocchezze: parole rivolte al consigliere Acquiin pratica uno sproloquio, un va- lino dal vice sindaco Di Tullio. Senza entrare nel meneggiamento».
rito dell’argomenParole che sono
to desidero manisuonate come irrifestare sconcerto
guardose per MasL’ACCUSA
perleparoleutilizsimo Arecco, consigliere della Lega «L’esponente del Pd zate nei confronti
dovrebbe scusarsi di un consigliere
a palazzo Sisto, il
comunale - dice
quale ha scritto
pubblicamente
Arecco a Federico
una lettera aperta
per quello
Berruti - E ciò soal sindaco Federiprattutto alla luce
co Berruti sullo
che ha detto»
della recente cirscambio andato in
costanza nella quale lei bollò con il
termine “fascisti” alcuni consiglieri, definendo un “imbarbarimento
della politica” le mie eccezioni in
un’interpellanza che riguardava i
suoi quattro collaboratori dello
staff del sindaco. La invito a valutare se non sia il caso che il suo vice si
scusi pubblicamente - conclude il
consigliere del Carroccio - per le
paroleutilizzateinmanieraimpropria che di politico avevano ben poco,ricordandocheilconsiglioèuna
sede di democratico confronto e di
civili dibattiti».
S. SCH.
affari