metodologia - Edizioni La Meridiana

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Abbiamo pochi grilli per la testa.
La formazione è uno.
Proposte di formazione per i docenti
e le scuole di ogni ordine e grado
Disimparare per imparare.
Trame di apprendimento per una scuola che sia buona
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INDICE DEI CONTENUTI
Swipe Story
Un nuovo format per le narrazioni digitali
Atelier di logica e fantastica
Percorso di formazione per ri/attivare competenze educative
Per il bambino analfabetizzato della scuola dell’infanzia
Il potenziamento delle abilità nella lingua orale e scritta
L’apprendimento cooperativo
Arricchire le proprie lezioni con attività cooperative, stimolanti e inclusive
Il segreto della motivazione in classe
Arricchire la didattica frontale
Programmare per competenze
Come insegnare ed apprendere l’uso della lingua
Maschile/Femminile
Percorso di formazione per attivare competenze nella prevenzione della
violenza di genere a scuola
Né con le buone né con le cattive
Laboratorio di mediazione scolastica
A che gioco giochiamo
Per educare alla legalità e al senso delle regole
L’insegnante-facilitatore
Corso di aggiornamento
Per un laboratorio di cittadinanza attiva
Percorso attivabile con un PON 2014-2020 obiettivo 10.1 Azione
10.1.3
Il vero spread è quello della conoscenza
Percorso di educazione finanziaria per studenti delle scuole medie
superiori
p. 3
p. 6
p. 8
p. 10
p. 12
p. 14
p. 16
p. 18
p. 20
p. 22
p. 25
p. 27
LEGENDA
Scuola dell’infanzia
Scuola primaria
Scuola media inferiore
Scuola media superiore
I
P
MI
MS
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SWIPE STORY
UN NUOVO FORMAT PER LE NARRAZIONI DIGITALI
P • MI
Una Swipe story è un racconto digitale che, con un linguaggio semplice e immediato basato su
disegni, immagini, parole, giochi, suoni, filmati ed emozioni, è in grado di avviare l’utente ad un
percorso di conoscenza vivo e stimolante e di abilitare uno storytelling innovativo.
Il racconto di una Swipe story si sviluppa con diverse scene che compongono una sorta di nastro. Si
passa da una scena all’altra con il semplice gesto dello swipe che attiva transizioni nel tempo (p.e.
stagioni o epoche) e transizioni di spazio, con l’attraversamento di luoghi in continuità.
Ad arricchire la dimensione emozionale, le transizioni implementano un effetto di parallasse (3D
simulato) in cui i diversi livelli del disegno danno profondità alla scena.
La possibilità di inserire in ogni scena una serie di punti di interesse abilita gli autori a sviluppare
oltre al racconto altre narrazioni secondarie.
La narrazione digitale si sviluppa su più livelli: un livello del racconto (sviluppa la dimensione
emozionale e di coinvolgimento) con una trama legata al tema della divulgazione e un livello di
approfondimento (sviluppa la dimensione informativa e anche ludica) in grado proporre contenuti
scientifici di maggiore dettaglio e articolazione.
Il laboratorio consente di imparare a utilizzare il tool e di costruire con il supporto degli esperti una
App. Il tool resta a disposizione gratuitamente della scuola (se il laboratorio è commissionato dalla
scuola) o del docente che ha a titolo personale ha partecipato.
Le swipe story sono il risultato di ricerca e applicazione del team della società AI2 s.r.l., nata a
Bari nel 1991 come Innovation Agent per le PMI manifatturiere. Grazie alle molteplici competenze
maturate nel corso degli anni e all’applicazione dei principi guida del project management
(PMBOK), abbiamo trasformato una innata propensione al problem solving in un vero e proprio
approccio AGILE applicabile ai più sfidanti progetti di innovazione.
Una articolata e ultradecennale collaborazione con il sistema universitario e il più recente ruolo di
capofila in Living Heritage, un living lab ICT nell’area dei Beni Culturali, hanno consentito di
sviluppare importanti innovazioni nei processi di produzione di contenuti digitali per
l’apprendimento e la fruizione dei Beni Culturali. Innovazioni stimolate dall’opportunità di proporre
nuove user experience finalizzate ad abilitare ampie fasce di utenti e addetti ai lavori alla
valorizzazione sostenibile del patrimonio culturale.
Lo Swipe Story Team è composto da un’équipe multidisciplinare di esperti in storytelling dei Beni
Culturali, creativi digitali e professionisti del settore ICT, impegnati a sviluppare strumenti
innovativi user-oriented per la fruizione di musei e siti culturali, utilizzando un mix di nuovi
linguaggi, tecnologie e creatività. Il risultato più importante sviluppato dal team è lo Swipe Story
Authoring, uno strumento di authoring che consente di realizzare narrazioni digitali di qualità, con
la metodologia Swipe Story, in breve tempo e costi minimi.
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ARTICOLAZIONE DEL LABORATORIO
FASE 1 – Condivisione del format & team building
 Condivisione degli obiettivi: produzione di una app narrante per la valorizzazione di un bene
culturale e organizzazione del team di produzione (es. writers, designers, ecc.);
 Trasferimento della metodologia: condivisione del format “Swipe Story”, introduzione allo
storytelling, definizione del progetto e della struttura dell’app (es. storyboard, numero di
frame, ecc.);
 Team building: assegnazione di un ruolo specifico a ciascun partecipante (es. digital
storyteller, illustratore, narratore, scrittore e reporter) e preparazione alla visita.
FASE 2 – La ricerca delle fonti
 Studio delle fonti: è la fase in cui si raccolgono spunti e stimoli utili alla definizione di
un’idea di narrazione, ovvero alla scelta del soggetto del racconto.
 Raccolta di materiali: stabilito il soggetto della narrazione si procede con una prima raccolta
di materiali (contenuti testuali, foto, disegni, video…), che saranno utilizzati per la
costruzione della storia digitale.
FASE 3 – La progettazione della narrazione
 Definizione e condivisione del soggetto e dello storyborad di massima della narrazione: è la
fase in cui gli esperti supportano il team di produzione nell’analisi dei contenuti reperiti,
nella formalizzazione delle idee di narrazione e nella valutazione della loro fattibilità.
 Attribuzione dei compiti a ciascun componente del team di produzione: si trasferiscono
anche le nozioni di base per la produzione dei contenuti, quindi delle caratteristiche di
ciascun contenuto (ad esempio, lunghezza max dei testi, formato delle immagini e dei
video).
FASE 4 – La produzione dei contenuti
Il team di produzione, applicando la metodologia acquisita, produce, ciascuno secondo il proprio
ruolo, i contenuti necessari allo sviluppo della swipe story:
 titolo e descrizione della narrazione e relativa immagine/locandina
 disegno dei diversi livelli del nastro
 elementi del racconto di primo livello:
- titolo dei frames
- post-it
- fumetti, ovvero parti del racconto in terza persona
- dialoghi tra i personaggi che eventualmente popolano la scena
 punti di interesse per ciascuna scena :
- approfondimenti (testi, immagini e filmati)
- curiosità (testi e immagini)
- giochi di associazione (immagine base delle associazioni, immagine e testo oggetti
da associare…)
- clip animate
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FASE 5 – Check sui contenuti
Gli esperti verificano la coerenza del materiale prodotto con la metodologia di produzione di una
SWIPE STORY, e la congruità dei contenuti al format, suggerendo eventuali modifiche.
FASE 6 – L’implementazione dei contenuti
Il team di produzione passa alla fase di implementazione dei contenuti prodotti mediante l’utilizzo
del tool Swipe Story.
FASE 7 – Presentazione della swipe story, retrospettiva prima della release
La swipe story viene presentata e gli esperti procedono con la revisione finale dei contenuti
implementati prima della release del prodotto.
FASE 8 – Pubblicazione
L’app viene pubblicata.
Il laboratorio prevede che la scuola o il docente ricevano il tool gratuitamente per poter costruire
uno o più episodi. La pubblicazione di ciascun episodio sulla apposita piattaforma delle swipestory
avrà un costo di 20,00 euro. Gli episodi saranno inseriti in una APP specifica per la scuola o per il
docente pubblicata sugli store online (App Store, Google Play).
Destinatari
Scuole primarie; docenti di ogni ordine e grado.
In una scuola il corso può essere proposto per gli insegnanti ma anche alle classi con opportune
semplificazioni e maggiore accompagnamento degli esperti su aspetti di carattere tecnico.
Formatori
Cristina La Bombarda (Swipe Story Team), Donato Santacesaria (Swipe Story Team).
Durata
3 incontri da 4 ore organizzati in forma laboratoriale con lezioni frontali e gruppi di lavoro.
Costi
Per le scuole che ne fanno richiesta 800,00 euro (IVA inclusa).
Per i docenti che volessero partecipare al laboratorio a titolo personale: 100,00 euro. La somma
prevede oltre all’utilizzo del tool la pubblicazione di un episodio.
In calendario
Chi fosse interessato a seguire a titolo personale un laboratorio sulle Swipe Story può
comunicarlo a [email protected]
Un laboratorio sarà attivato con un minimo di 10 docenti a partire da gennaio 2016.
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ATELIER DI LOGICA E FANTASTICA
PERCORSO DI FORMAZIONE PER RI/ATTIVARE COMPETENZE EDUCATIVE
I • P • MI • MS
Perché un educatore dovrebbe essere creativo?
Sapevamo dovesse esser: onesto, perbene, studioso, un esempio di virtù. Ma perché, perché mai
anche… creativo?
La domanda è seria e pertinente.
Per decine di anni la formazione in Italia ha scartato la creatività considerandola contorno e non
sostanza, allegro e leggero spazio per la “pausa” e non per il cammino. La ciliegina sulla torta ma
non la torta: «Bello se l’educatore sa suonare o cantare. Ma, suvvia… non è quello che conta.»
E se poi sa disegnare? Ah beh, quello non c’entra proprio con la “sostanza” dell’educazione:
«Certo, può servire per i manifesti e le locandine ma no, non c’entra col centro dell’educazione».
E se sa suonare la chitarra? «Bello, sì, sì, suggestivo. Ma quel che conta è altrove.»
Nella nostra cultura scolastica la creatività è stata spesso considerata soltanto contorno. Insalata e
patatine, mica lasagne e pesce arrosto.
Agli occhi di taluni poi, il creativo è persino considerato pericoloso: quel genere di persona sulle
righe, sulle nuvole, sui tetti e non “per terra”, simpatico ma forse poco affidabile per essere
educatore. Saltimbanco ma non maestro.
Perché allora preoccuparsi d’essere creativi quando abbiamo da perseguire competenze molto più
serie ed utili e… sostanziose?
L’immaginazione senza la ragione non vede la realtà. E la ragione senza l’immaginazione non
sposta alcun dato esistente.
È dunque di entrambe che abbiamo bisogno.
La sola conoscenza delle “cose buone e giuste” non basta a metterle in pratica, ad incarnarle.
Occorre una via per la traduzione.
E la traduzione, dalla testa alla vita, passa per i sensi e la corporeità e dunque passa attraverso tutti i
giochi e i linguaggi che ci appartengono in quanto creature simboliche. Passa per l’immaginazione
ogni incarnazione.
La creatività è passione per le forme incarnate dell’esistenza. Là dove le parole diventano carne.
Ed è, allora, passione per la didattica.
Cos’è la didattica?
È la scienza pedagogica che ha a cuore l’incarnazione: la traduzione dei contenuti nella vita, dei
saperi nella storia.
Prendersi cura della propria creatività è allora non soltanto una questione di “tecniche”: è un
impegno etico per l’educatore. Poiché corrisponde all’esercizio spirituale – e materiale – delle
proprie competenze d’ascolto di tutti i linguaggi. Non soltanto delle parole.
E poiché la vita e le vite hanno molte forme, chi educa – in quanto appassionato dell’esistere – ha il
compito di crescere nella conoscenza delle forme del mondo: analitiche e verbali ed anche musicali,
teatrali, non-verbali, immaginali… forme mai ferme, sempre in fermento.
L’educatore che si prende cura della propria creatività allora, è pericoloso perché sta facendo una
rivoluzione (ho rubato questa espressione da Bruno Munari): sta passando da una immagine di sé
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come seduto a una di sé come… ricercatore.
METODOLOGIA
Gli Atelier sono strutturati come sessioni di dinamica di gruppo (con l’utilizzo di tecniche di
animazione quali acting teatrale, circle-time, metafore d’aula, giochi munariani, ecc). Ogni incontro
prevede l’aprirsi di una finestra teorica in relazione al tema e una successiva parte di gioco e
creazione.
Formatori
Chiara Scardicchio, ricercatrice universitaria. Vittorio Palumbo, designer e operatore sociale.
Monica Filograno, insegnante e operatrice culturale. Elvira Zaccagnino, direttrice edizioni la
meridiana.
Destinatari
Docenti di ogni ordine e grado.
Durata
16 ore da suddividere in 4 pomeriggi.
Costo
90,00 euro a partecipante per l’intero corso.
In calendario
Chi fosse interessato a seguire a titolo personale il laboratorio può comunicarlo a
[email protected]
Un laboratorio sarà attivato con un minimo di 10 docenti a partire da gennaio 2016.
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PER IL BAMBINO ANALFABETIZZATO DELLA SCUOLA
DELL’INFANZIA
IL POTENZIAMENTO DELLE ABILITÀ NELLA LINGUA ORALE E SCRITTA
I•P
Ci devono essere i motivi per cui c’è un capitale umano di studenti sottoutilizzato se è vero,
come risulta, che sono insufficienti le loro abilità “letterarie”, quelle di “comprendere, valutare,
usare e farsi coinvolgere con testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i
propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità”. Si tratta insomma di
competenze che vanno oltre le capacità strumentali di leggere e scrivere.
E la scuola dell’infanzia, che pure gode di meritato credito, non ha nulla da dire a riguardo, quando,
relativamente a quella “letterarietà”, non privilegia contesti evoluti di educazione linguistica,
anzitutto orale e poi scritta? Quando si sofferma su metodi insufficienti, centrati sul codice scritto, a
partire da Doman e finire al globalismo affettivo, per restare a questi ultimi decenni, in cui sono
ricorrenti i rigurgiti di un dannoso anticipazionismo?
Eppure le ultime ricerche psicopedagogiche e delle neuroscienze indicano come le competenze
centrali linguistiche si strutturano a livello anche cerebrale proprio in dipendenza dei contesti in cui
il bambino piccolo interagisce attivamente. Si tratta, allora, di riorientare i processi di educazione
linguistica sin dalla scuola dell’infanzia pure per affrontare adeguatamente il livello di volatilità
delle competenze decifratorie ed evitare “lezioni” di consumo linguistico analfabetizzante.
METODOLOGIA
Obiettivi
-
approfondire, alla luce dei documenti ministeriali e dei contributi scientifici più aggiornati, i
traguardi per lo sviluppo delle competenze linguistiche;
riflettere sulla incidenza della literacy scolastica sul curricolo dei bambini;
implementare le capacità metodologiche e didattiche dei docenti;
confronto sulle prassi realizzate nelle scuole dei partecipanti;
Contenuti
-
-
Le competenze dei bambini all’ingresso nella scuola dell’infanzia;
La con-versazione: il diventare parola del bambino (l’ascolto e il prestare la parola), la pragmatica
della comunicazione. In particolare:
o la situazione dell’incontro educatore-educando-compagni come formato;
o gli eventi, i contesti e i materiali che generano significati, simboli e discorsi;
o i percorsi dell’intertestualità e la varietà dei gruppi con le relative difficoltà;
La descrizione e la costruzione di scene: dalla fruizione alla produzione;
La comprensione e la costruzione del racconto: dalla predizione al riracconto;
L’esposizione e la costruzione della lingua scritta sulla base delle ricerche di Emilia Ferreiro e Ana
Teberosky;
La parzialità e insufficienza dei metodi centrati sul codice:
o il potenziale dell'apprendista lettore/scrittore (non scrivano);
o l’estrema complessità del processo di lettoscrittura;
o l’organizzazione dei contesti linguistici evoluti nella scuola;
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Metodo
Il corso è condotto in modo partecipato con relazioni frontali, lavori di gruppo e scambio di
esperienze.
Destinatari
Insegnanti della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di scuola primaria.
Formatore
Lazzaro Gigante, già direttore didattico responsabile dell’unica sperimentazione nazionale
quinquennale autorizzata dal Ministero sulla continuità scuola dell’infanzia-media, centrata sul
curricolo linguistico; docente di pedagogia presso l’università LUMSA e autore, tra l’altro, di
interventi di didattica per i quaderni del CIDI e la rivista “L’Educatore” (Fabbri editore- RCS).
Durata
Il corso è articolato in quattro incontri di 3 ore a partire da gennaio 2016.
Costi
120,00 Euro a partecipante per l’intero corso. Per le scuole interessate il costo è da concordare.
In calendario
Chi fosse interessato a seguire a titolo personale il laboratorio può comunicarlo a
[email protected] .
Un laboratorio sarà attivato con un minimo di 10 docenti a partire da gennaio 2016.
N.B. Sulla base delle richieste la modulazione del corso potrebbe diventare di tipo intensivo, con
una articolazione di un giorno e mezzo continuativamente
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L’APPRENDIMENTO COOPERATIVO
ARRICCHIRE LE PROPRIE LEZIONI CON ATTIVITÀ COOPERATIVE,
STIMOLANTI E INCLUSIVE
P • MI • MS
L’Apprendimento Cooperativo è un metodo di insegnamento che si basa sulla cooperazione in
coppie e piccoli gruppi. L’idea di fondo è rendere gli studenti sempre più protagonisti attivi,
sfruttando il potenziale formativo della collaborazione in classe.
L’Apprendimento Cooperativo però non è il tradizionale lavoro di gruppo, ma rappresenta una
sua evoluzione didattica. Non si oppone alla spiegazione frontale. Ma la vuole arricchire con
attività partecipative.
Si basa infatti su specifiche tecniche didattiche che strutturano:
- la partecipazione di tutti i membri del gruppo (reale collaborazione),
- la responsabilità individuale,
- un clima accogliente e solidale.
Per questo si analizzeranno diverse tecniche di Apprendimento Cooperativo facilmente integrabili
con tutti gli stili formativi: didattica frontale, didattica costruttivista, didattica per competenze e
didattica capovolta.
METODOLOGIA
Obiettivo del corso
L’obiettivo è arricchire la cassetta degli attrezzi di ogni insegnante… così da poter realizzare lezioni
più stimolanti, coinvolgenti e inclusive (rispettando lo stile didattico di ciascun docente).
Contenuti
Il corso verterà sulle tecniche didattiche, prese dai migliori modelli cooperativi e applicabili in tutte
le discipline dalla scuola primaria alla secondaria come:
- aprire una lezione in modo coinvolgente
- operare sui testi in modo cooperativo
- aiutarsi negli esercizi
- pensare e riflettere insieme
- usare il problem solving cooperativo in tutte le materie
- insegnarsi reciprocamente
- migliorare il clima di classe
Metodo formativo
Il corso è condotto secondo un approccio costruttivista in cui si alterneranno contributi teorici,
esperienze di apprendimento cooperativo, momenti di riflessione individuale e in gruppo.
Destinatari
Insegnanti della scuola primaria e secondaria di tutte le discipline scolastiche ma anche educatori
scolastici e mediatori culturali.
Il corso è fruibile per un piccolo gruppo fino ad un massimo di 100 insegnanti.
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edizioni la meridiana
Formatore
Stefano Rossi, esperto di didattica costruttivista, motivazione e gestione delle classi difficili.
Responsabile dello Studio Pedagos con cui ha realizzato più di 80 progetti pedagogici e formativi
per scuole, comuni e cooperative sociali. Autore del testo Tutti per uno e uno per tutti. Il potere
formativo della collaborazione (edizioni la meridiana, 2014).
Durata
Per le scuole il corso può essere fruibile in due opzioni:
- PROPOSTA in 2 incontri = tot. 8 ore
- PROPOSTA in 3 incontri = tot. 12 ore
Si possono comunque cucire per ciascun istituto scolastico proposte specifiche e funzionali.
Costi
Per le scuole interessate il costo è da concordare.
Per i docenti il costo varierà tra i 100,00 e i 150,00 euro a seconda della proposta attivata e del
numero di iscritti.
In calendario
Chi fosse interessato a seguire a titolo personale il laboratorio può comunicarlo a
[email protected]
Stiamo immaginando un corso intensivo in una giornata e mezza con possibile
pernottamento per chi ne avesse necessità a partire da gennaio 2016.
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IL SEGRETO DELLA MOTIVAZIONE IN CLASSE
ARRICCHIRE LA DIDATTICA FRONTALE
P • MI • MS
Il lavoro di insegnante è un lavoro complesso la cui maggior difficoltà risiede nel motivare e
appassionare classi e studenti non sempre interessati alle proprie discipline. Il segreto della
motivazione non risiede nei contenuti didattici bensì nei processi formativi con cui veicoliamo tali
contenuti.
In Italia il metodo principalmente utilizzato è la didattica frontale, che pur avendo indubbi vantaggi
presenta anche dei limiti e rischi se diventa l’unica strategia formativa.
La proposta formativa di questo corso intende arricchire la didattica frontale con strategie
didattiche partecipative capaci di suscitare interesse, curiosità e desiderio di apprendere.
Grazie ad un approccio partecipativo è possibile infatti rendere la classe non più un destinatario
passivo del processo di apprendimento ma un soggetto attivo capace di riflettere, elaborare e
sviluppare i contenuti inizialmente presentati con la lezione frontale.
METODOLOGIA
Nel corso verranno presentate le migliori strategie di didattica costruttivista che consentiranno di
motivare la classe in tutte le fasi del processo formativo. Sono tecniche efficaci ma anche efficienti,
perché semplici da condurre per l’insegante ed estremamente coinvolgenti e stimolanti per i ragazzi.
Contenuti del corso
 La motivazione in classe: aspetti psicologici, didattici e educativi
 Strategia per avviare la lezione in modo motivante
 Strategie per coinvolgere i ragazzi tramite la riflessione e il senso critico
 Strategia per coinvolgere la classe stimolando le diverse intelligenze multiple
 Strategie per motivare la classe sfruttando il potere formativo della creatività
 Strategie per concludere un percorso didattico in modo coinvolgente
Destinatari
Il corso è progettato per essere fruibile da:
 Insegnanti di tutte le discipline scolastiche dalla primaria alla secondaria di secondo grado
 Insegnanti di sostegno
 Educatori professionali che operano con minori in ambito scolastico e sociale
 Mediatori culturali, linguistici e altri operatori scolastici
 Pedagogisti e psicologi scolastici
 Formatori per l’educazione degli adulti e conduttori di gruppi di formazione che vogliono
arricchire la propria didattica con strumenti partecipativi e cooperativi
Formatore
Stefano Rossi, esperto di didattica costruttivista, motivazione e gestione delle classi difficili.
Responsabile dello Studio Pedagos con cui ha realizzato più di 80 progetti pedagogici e formativi
per scuole, comuni e cooperative sociali. Autore del testo Tutti per uno e uno per tutti. Il potere
formativo della collaborazione (edizioni la meridiana, 2014).
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Durata
Per le scuole il corso può essere fruibile in due opzioni:
- PROPOSTA in 2 incontri = tot. 8 ore
- PROPOSTA in 3 incontri = tot. 12 ore
Si possono comunque cucire per ciascun istituto scolastico proposte specifiche e funzionali
Costi
Per le scuole interessate il costo è da concordare.
Per i docenti il costo varierà tra i 100,00 e i 150,00 Euro a seconda della proposta attivata e del
numero di iscritti
In calendario
Chi fosse interessato a seguire a titolo personale il laboratorio può comunicarlo a
[email protected]
Stiamo immaginando un corso intensivo in una giornata e mezza con possibile
pernottamento per chi ne avesse necessità a partire da gennaio 2016.
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PROGRAMMARE PER COMPETENZE
COME INSEGNARE ED APPRENDERE L’USO DELLA LINGUA
I•P
L’apprendimento di ogni materia non può prescindere da un uso e da una conoscenza della
lingua italiana. Aumenta infatti il numero di alunni e studenti che di fronte a un testo mostrano
difficoltà di comprensione, di analisi e di semplice sintesi dello stesso. Talvolta la soluzione di un
problema di matematica non dipende dalla mancata conoscenza della formula da applicare ma dalla
capacità di comprendere la richiesta posta dall’esercizio.
Per questo il laboratorio è rivolto non solo agli insegnanti che insegnano la lingua italiana ma a tutti
i docenti.
Il laboratorio vuole essere un metodo di insegnamento/apprendimento che faccia cambiare il
punto di vista dell’insegnante per partire da quello degli alunni e dalle competenze che ci
prefiggiamo di far sviluppare. Ha come obiettivo primario quello di rendere il docente consapevole,
in ogni momento del percorso didattico dell’obiettivo che vuole raggiungere, delle tappe che
intende mettere in atto e della motivazione per cui farlo; ma ha anche l’obiettivo di formare un
alunno capace di portarsi per mano, capace di studio autonomo, di punti fermi nel suo percorso
scolastico.
Tutto questo parte da una programmazione per competenze, dal compito unitario che il docente
deve decidere di far raggiungere, una programmazione che non sia “scritta” all’inizio dell’anno
scolastico, per tutta la durata dello stesso, ma che si costruisca in itinere, una unità di
apprendimento dopo l’altra, in base alle competenze raggiunte di unità in unità.
METODOLOGIA
Contenuti del laboratorio
 Programmare per competenze
 Costruzione di UAA in itinere
 Mappe concettuali e schemi idonei ad ogni tipo di testo
 Esempi di costruzione di schemi e di verbalizzazione degli stessi
 Percorso graduale per l’acquisizione di tecniche di scrittura significativa
 Tecniche: montaggio parallelo, flash back, flash forward, accumulo di immagini, monologo
interiore
 Peculiarità del testo oggettivo e di quello soggettivo
 Il testo poetico: analisi e composizione
 Accenni sui testi pragmatico-sociali e sui testi argomentativi
Destinatari
Docenti della scuola dell’infanzia e della scuole primaria.
Formatore
Patrizia Rossini è stata docente per 24 anni e da 8 è dirigente scolastico; è inoltre formatore in corsi
di aggiornamento per docenti aventi come contenuto la didattica della lingua italiana, l’informatica,
la formazione e-blended.
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edizioni la meridiana
Durata
3 incontri da 3 ore.
Costo
Per le scuole 600,00 euro; per i singoli docenti 100,00 euro.
In calendario
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Un laboratorio sarà attivato con un minimo di 10 docenti a partire da gennaio 2016.
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MASCHILE/FEMMINILE
PERCORSO DI FORMAZIONE PER ATTIVARE COMPETENZE
NELLA PREVENZIONE DELLA VIOLENZA DI GENERE A SCUOLA
I • P • MI • MS
Cosa intendiamo per genere? Perché a questo concetto possiamo associare la costruzione di
stereotipi? Perché in particolare con l’inizio dell’adolescenza i concetti di maschilità e femminilità
diventano “oggetti pericolosi” e da maneggiare con cura? Perché dobbiamo fare prevenzione della
violenza di genere e in che modo la scuola è chiamata in causa?
Il percorso formativo proposto esplora questi aspetti, provando a fare chiarezza sul ruolo
dell’insegnante come imprescindibile da una funzione educativa e di tutela dei minori. Gli incontri
mirano a fornire strumenti teorico-interpretativi e strumenti operativi, utilizzabili in contesti
educativi formali e informali.
METODOLOGIA
Contenuti del percorso formativo
 Ruoli di genere e stereotipi
 Sessismo, eterosessismo, omofobia e bullismo omofobico: prevenire la violenza di genere
 Fornire ai docenti una cassetta degli attrezzi per implementare la loro capacità di
individuazione, decifrazione e fronteggiamento delle asimmetrie di genere nella vita
quotidiana e nel ruolo professionale, suggerendo approcci metodologici e strumenti
operativi
Obiettivi
 Comprendere e declinare i meccanismi di formazione e introiezione degli stereotipi di
genere
 Decodificare gli stereotipi presenti nella relazione educativa e nei processi di socializzazione
 Agevolare riflessioni sul proprio ruolo professionale e sulle pratiche educative
 Attivare processi di consapevolizzazione nel gruppo-classe, attraverso processi cognitivi ed
emozionali
 Comprendere i meccanismi di formazione e riproduzione sociale della violenza di genere
 Riconoscere le dinamiche del bullismo e approfondire le specifiche modalità e
caratteristiche del bullismo omotransfobico
Formatori
Tiziana Mangarella, sociologa dell’educazione e della famiglia, si occupa di ricerca, monitoraggio,
valutazione e formazione, in ambito socio-educativo. Svolge attività di studio e ricerca relative alla
tutela e alla salute dei minori e alle politiche per l’infanzia, l’adolescenza e la famiglia,
collaborando con enti pubblici, scuole e organizzazioni non profit che lavorano per la prevenzione
del disagio, la promozione delle pari opportunità e il contrasto agli stereotipi di genere.
È nella rete nazionale ‘Educare alle differenze’. Con Agedo Puglia e Università degli Studi del
Piemonte Orientale ‘Amedeo Avogadro’, è stata ricercatrice per il progetto Family Matters:
sostenere le famiglie per prevenire la violenza verso giovani gay e lesbiche nell’ambito del
Programma Daphne. Ha collaborato con il Journal of GLBT Family Studies e nel 2015 ha
edizioni la meridiana
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edizioni la meridiana
pubblicato con Ca’ Foscari Digital Publishing La costruzione della cultura della prevenzione in
preadolescenza e adolescenza. Co-curatrice del volume Di che genere sei? Prevenire il bullismo
sessista e omotransfobico (edizioni la meridiana, 2014), tiene laboratori formativi e progetti di
ricerca-intervento finalizzati al contrasto agli stereotipi di genere, all’eterosessismo e al bullismo
omotransfobico.
Dario Abrescia, editor per Mondadori e Gruppo Longanesi, giornalista pubblicista, animatore
socioculturale, ha operato in progetti di inclusione sociale a favore di comunità rom, detenuti adulti
e minori, ex-tossicodipendenti, minori a rischio di disagio (per cooperativa Itaca, cooperativa
Nuovo Fantarca, associazione Vox Popoli, Centro di documentazione A. Caponnetto). Con la
creazione dell’associazione Il Circondario e dell’atelier di progettazione giochi personalizzati e
tematici Darioludens esplora le possibilità del gioco come strumento di intercultura, di formazione
ed emancipazione sociale e individuale.
Co-autore del volume Di che genere sei? Prevenire il bullismo sessista e omotransfobico (edizioni
la meridiana, 2014), opera in laboratori formativi finalizzati al contrasto agli stereotipi di genere,
all’eterosessismo e al bullismo omotransfobico.
Destinatari
Docenti di ogni ordine e grado. Il corso può essere, con gli opportuni adattamenti, proposto ai
ragazzi.
Durata
3 incontri da 3 ore per una durata complessiva di 9 ore.
Costo
Il percorso per le scuole prevede il costo orario consueto per i corsi di aggiornamento e l’acquisto
per ogni docente del libro Di che genere sei? Prevenire il bullismo sessista e omotransfobico.
L’acquisto può essere anche effettuato dal docente a cui è rilasciata ricevuta.
Per i docenti che volessero seguire il percorso di formazione in maniera autonoma, il costo per
l’intero percorso è di 100,00 euro e prevede anche il volume Di che genere sei? Prevenire il
bullismo sessista e omotransfobico.
In calendario
Chi fosse interessato a seguire a titolo personale il percorso di formazione può
comunicarlo a [email protected]
Un laboratorio sarà attivato con un minimo di 10 docenti a partire da gennaio 2016.
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edizioni la meridiana
NÉ CON LE BUONE NÉ CON LE CATTIVE
LABORATORIO DI MEDIAZIONE SCOLASTICA
MI • MS
Spesso accade che i comportamenti indisciplinati dei ragazzi a scuola abbiano origine non da
caratteristiche intrinseche alla loro personalità, ma dalla incapacità di gestire relazioni complesse e
conflittuali legate sia alle divergenze intergenerazionali, sia alla profonda diversità di valori
esistente tra la cultura del contesto familiare cui appartengono e la cultura del contesto scolastico.
Di fronte a tali comportamenti, la scuola reagisce di frequente con strategie di tipo disciplinare. Ma
le posizioni si irrigidiscono, i ruoli si definiscono di segno negativo, la relazione s’interrompe o si
struttura, con assurda ridondanza, in azioni e reazioni aggressive.
Le dinamiche conflittuali si dilatano.
Si rende necessario, a questo punto, la individuazione di uno spazio “neutro”, ma compresente nel
quale accogliere il disordine, la violenza e strutturare percorsi nuovi che conducano oltre la zona
conflittuale.
Uno dei percorsi praticabili è quello mediativo.
La mediazione in ambito scolastico si propone di rendere i ragazzi consapevoli dell’importanza
delle regole della convivenza, attraverso il riconoscimento della possibilità che esistano ragioni
‘altre’ diverse dalle proprie ma ugualmente valide, che meritano di essere accolte e rispettate. Si
propone, altresì, di indicare all’istituzione scolastica una valida alternativa all’uso di misure
disciplinari.
L’esperienza mediativa è, per sua stessa natura, un “approfondimento” che agisce sulla sfera degli
atteggiamenti e dei comportamenti. Questi comportamenti, che denotano la presenza di una
condizione di disagio e di rischio di devianza, provocano, molto spesso, l’abbandono della scuola
soprattutto come conseguenza delle sanzioni disciplinari, con conseguenti ripercussioni in termini di
evasione dall’obbligo scolastico.
Le attività di mediazione, favorendo l’allentamento delle tensioni interne alla comunità scolastica,
innestano un nuovo approccio per l’integrazione nel “sistema scuola” di nuovi atteggiamenti e
nuovi comportamenti che, non solo facilitano i rapporti e le relazioni interpersonali, ma sviluppano
anche diverse modalità di apprendimento e di coinvolgimento nelle attività didattiche.
METODOLOGIA
La proposta
Il laboratorio di mediazione scolastica si pone come luogo di approfondimento esperienziale della
prassi mediativa. Esso si struttura in due sezioni:
 la mediazione
 la formazione alla mediazione
Obiettivi
Gli obiettivi che si intendono raggiungere attraverso la realizzazione del laboratorio di mediazione
scolastica sono i seguenti:
 offrire agli studenti coinvolti in situazioni di conflittualità all'interno della scuola una valida
alternativa alle modalità interattive violente
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



favorire la conoscenza e l'adesione ad un diverso approccio al concetto di legalità
consentire un confronto leale e diretto delle proprie opinioni e del vissuto personale
valorizzare le differenze in termini di risorse personali e sociali
favorire il rispetto delle regole del vivere civile e sociale nell'ambito della comunità
scolastica
 promuovere una integrazione-valore basata sul rispetto dell’altro
Articolazione del laboratorio
Si utilizzeranno momenti pratico-esperienziali, prevedendo simulazioni e giochi di ruolo mediante i
quali sarà possibile:
 individuare i processi psicologici e relazionali che sottendono il conflitto attraverso
l'esplorazione dei vissuti personali;
 sperimentare, attraverso il processo mediativo, il graduale passaggio da uno stato di
confusione e di sofferenza, originato dal conflitto, ad una condizione di nuovo equilibrio
emotivo;
 sviluppare la capacità di trasformazione del contesto conflittuale, da luogo del disordine e
del disagio a spazio dell'ordine e della relazione condivisi.
La verifica dei risultati delle attività di mediazione scolastica sarà effettuata tramite la elaborazione
e la pubblicazione periodica dei dati relativi all’attività stessa, secondo indicatori statistici, di
impatto e di risultato.
Destinatari
I destinatari privilegiati della mediazione scolastica sono gli studenti; è chiaro che i destinatari
indiretti, ma fortemente coinvolti sul piano educativo, saranno anche i genitori e i docenti della
scuola in cui si svolgerà l’azione del laboratorio.
Formatori
Anna Coppola De Vanna, psicologa, psicoterapeuta familiare, presidente del C.R.I.S.I. di Bari,
direttore responsabile della rivista Mediares. Ha pubblicato due libri sulla comunicazione e sulle
dinamiche relazionali tra adulti e bambini, nonché numerosi articoli sulla mediazione familiare,
scolastica e penale sulle maggiori riviste nazionali e internazionali. Con la meridiana ha pubblicato
Ci separiamo. Come dirlo ai nostri figli (2005) e Senti che urla! Quando i genitori litigano (2005).
Ilaria De Vanna, psicologa, già giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Bari,
mediatrice familiare, responsabile delle attività di formazione alla mediazione civile e penale presso
il C.R.I.S.I. di Bari. Coatrice di Ci separiamo. Come dirlo ai nostri figli (2005) e Senti che urla!
Quando i genitori litigano (2005).
Durata e Costi
Il percorso può avere una durata dalle 12 alle 30 ore a seconda del contesto. Il costo è proporzionale
alla durata dell’intervento.
In calendario
Gli insegnanti interessati a seguire a titolo personale un laboratorio sulla mediazione
scolastica per poi applicarla nel contesto classe possono comunicarlo a
[email protected]
Un laboratorio sarà attivato con un minimo di 10 docenti a partire da gennaio 2016.
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A CHE GIOCO GIOCHIAMO
PER EDUCARE ALLA LEGALITÀ E AL SENSO DELLE REGOLE
MI • MS
La costruzione sociale è un fatto di cultura in quanto si basa sul modo di essere delle persone, sul
loro modo di pensare, di stare insieme e di rapportarsi allo Stato. Ecco perché la società deve
rispondere al fenomeno dell’illegalità diffusa dandosi una strategia di “prevenzione educativa” che
lavori per la formazione delle coscienze fin dall’infanzia. In tal modo può promuovere un
atteggiamento civile che induca i membri di una collettività al rispetto di regole stabilite, e perciò
convenzionali, ritenute essenziali per la sopravvivenza stessa dell’aggregato sociale.
Il presente progetto, coinvolgendo bambini/ragazzi, vuole rispondere al bisogno di formazione di
una coscienza civile già in età precoce. Esso utilizza modalità espressive vicine al loro mondo, quali
il gioco e il teatro, per proporre una tematica ritenuta fondante per una educazione alla legalità: le
regole come risorsa e non come limite.
In qualsiasi comunità infatti, sia essa scuola, famiglia, gruppo dei pari, società, è indispensabile
darsi delle regole per garantire a ciascuno dei suoi membri uno spazio di dignità e di libertà
personale, nell’interazione costruttiva con gli altri. Non sempre, però, questo principio è chiaro e
condiviso da tutti. La realtà ci insegna, purtroppo, che anche tra i ragazzi è diffusa la pratica della
trasgressione, dell’inganno, della prevaricazione, della violenza, strettamente legato al fenomeno
dell’illegalità.
Il laboratorio, attraverso la valorizzazione della creatività, intende favorire un processo di
simbolizzazione che renda più visibile il mondo interiore di ciascuno. Nel suo svolgimento segue un
itinerario formativo che dalla conoscenza delle regole personali, quelle della vita quotidiana, passa
ad un ambito più allargato, quello della vita sociale. In tal modo ambisce a porre le basi per lo
sviluppo di una convivenza civile consapevole e matura.
Il laboratorio utilizzerà un metodo interattivo, nell’ottica dell’imparare facendo. Cercherà di
far vivere un’esperienza attraverso cui ciascuno a suo modo possa esprimere i propri vissuti e
comprendere gli aspetti essenziali del tema proposto. Uno spazio privilegiato sarà dato alla
creatività tramite l’utilizzo di vari linguaggi espressivi, come quello pittorico-colorico, mimicogestuale, corporeo e verbale. A tale scopo saranno presentati articoli di giornale e racconti, giochi
individuali e di gruppo, simulate ed esercizi teatrali, immagini e musiche, per far sperimentare uno
spazio di espressione libera e di coinvolgimento il più possibile giocoso.
METODOLOGIA
Obiettivi
 Favorire un processo di “alfabetizzazione primaria” riguardante il tema della legalità.
 Stimolare la curiosità verso la realtà che ci circonda.
 Far cogliere l’interdipendenza esistente tra individuo e società.
 Valorizzare forme di comunicazione creative (linguaggi pittorico-colorico, manipolativo,
teatrale, musicale).
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Destinatari
Insegnanti, operatori sociali, educatori in genere (max 15/20).
Formatori
Prof.ssa Rossella Diana, pedagogista, docente di scuola media superiore, formatrice, esperta nel
linguaggio teatrale e insegnante di Movimento Creativo. Autrice del libro Le regole del gioco.
Manuale per educare al senso delle regole (edizioni la meridiana, 2005).
Durata
3 incontri di 3 ore ciascuno.
Costi
Per le scuole 600,00 euro. Per i singoli docenti 90,00 euro. Il costo di scrizione prevede il libro Le
regole del gioco. Manuale per educare al senso delle regole (edizioni la meridiana, 2005)
In calendario
Chi fosse interessato a seguire a titolo personale il laboratorio può comunicarlo a
[email protected]
Un laboratorio sarà attivato con un minimo di 10 docenti a partire da gennaio 2016.
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L’INSEGNANTE-FACILITATORE
CORSO DI AGGIORNAMENTO
I • P • MI • MS
Le nuove capacità dell’insegnante: saper coinvolgere, saper aiutare e saper attivare (la lezione
attiva). Continuum di competenze organizzative, didattiche e relazionali.
Un strumento pratico per il self-empowerment degli insegnanti.
L’insegnante-facilitatore (INFA) è un insegnante che, per vocazione e funzione, completa le
proprie competenze tecniche di erogazione dei saperi con un repertorio di competenze sociali
(organizzative, didattiche ed emotivo-relazionali) volto alla gestione competente di situazioni
ordinarie e straordinarie (complicazioni, dinieghi, conflitti, malessere e via via fino alle tante forme
di bullismo).
Il concetto di facilitazione esperta che qui sviluppiamo, si focalizza in particolare su abilità di
supporto intersoggettivo, ma anche di rendimento pratico e operativo, secondo un doppio vertice
socio-tecnico, di orientamento sia al compito che alla relazione.
Nel 2005 abbiamo dato vita al costrutto di “facilitazione esperta”, quell’insieme cioè di
competenze e abilità operative che gli attori sociali possono agire negli scambi interpersonali,
organizzativi e tecnici, con attitudine intenzionale, in forma sistematica e con atteggiamento vigile e
consapevole, con l’obiettivo di aumentare le risorse in gioco.
Nel 2011 abbiamo codificato la sua applicazione al mondo della scuola, definendo le competenze
dell’insegnante-facilitatore.
METODOLOGIA
Contenuti del laboratorio
 L’INFA riesce ad alternare la leva direttiva (teaching) con quella partecipativa (learning),
riuscendo a modulare momenti e fasi diverse della didattica e delle relazioni con la classe,
seguendo un filo rosso che ai suoi poli vede “guidare” e “farsi guidare”. Oltre a gestire
tecnicamente la propria disciplina, lavora su di sé e lavora sulla relazione con i discenti, per
accrescere l’efficacia comunicativa, la dinamica di gruppo e di conseguenza
l’apprendimento della classe nella sua materia di studio.
 L’INFA conduce scambi comunicativi asimmetrici alternati ad altri simmetrici e con una
comunicazione a due vie, con feedback periodici e frequenti, instaurando in classe una
comunicazione pendolare, di tipo dialogica e inclusiva.
 L’INFA si impegna ad un nuovo paradigma in fatto di comportamenti disfunzionali e critici,
che pone al centro il concetto di negatività come risorsa; la qualità distintiva dell’accettare
momenti di disagio dei ragazzi, sviluppando abilità di esplorazione vigile, orientata
all’elaborazione costruttiva.
 L’INFA sviluppa infine l’apprendimento, manifestando cioè maggiore capacità di
decentramento sulla classe, introduce una didattica multimodale, composta dall’integrazione
di lezioni frontali partecipative con lezioni che impieghino metodi attivi e di cooperative
learning.
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Articolazione del percorso formativo
Fase 1 – Coordinare
 Coordinare l’azione
 Organizzare il contesto e la didattica
 Costruire il contesto, composto da un duplice orientamento che valorizzi le azioni (il
compito) e le relazioni (la persona)
 L’insegnante sia direttivo che partecipativo, saper guidare e farsi guidare
 Apprezzamento, critica costruttiva, capacità di impostazione, clima di studio, casi
 Mappa/1: Binario compito e relazione, principio socio-tecnico
Fase 2 – Coinvolgere
 Coinvolgere e includere
 Negoziare parole e fatti, comunicare in classe
 Forte interazione inclusiva, frutto di un efficace “pendolarismo comunicativo”, che nel
processo di scambio interpersonale e intergruppo alla sola “prospettiva personale” aggiunge
la “prospettiva dell’altro”, per un sistema circolare fondato sul feedback negoziale
 Comunicazione interpersonale efficace
 Principi introduttivi della dinamica di gruppo
 Negoziazione, metodologia
 Mappa/2: Pendolarismo sé-altro
Fase 3 – Aiutare
 Aiutare nella negatività
 Curare sé, l’altro, il gruppo
 Negatività come risorsa, la qualità distintiva dell’accettare momenti di indeterminatezza e di
disagio e coglierne le potenzialità di comprensione e di azione, sviluppando abilità di
esplorazione vigile, capace di indagare ed elaborare contenuti emotivi e operativi
 Gestione dei conflitti, teorie e metodi
 Metodo antinegatività
 Gestione di stress e sofferenza dell’insegnante
 Accoglienza, contenimento delle condotte difficili, capacità di aiuto, intelligenza emotiva
 Mappa/3: Capacità negativa
Fase 4 – Attivare
 Attivare alle azioni
 Motivare alla conoscenza e ai risultati
 Attivazione dal basso di conoscenza e apprendimenti in forma progressiva e costante,
centrati sull’esperienza e sui fatti, sul coinvolgimento compartecipe, sulla concretezza; la
precedenza data a forme di mobilizzazione dinamica “dal basso” che schiude a nuove
capacità e saperi
 La ruota di Kolb dell’apprendimento esperienziale
 Metodi e strumenti per una lezione attiva
 Saper unire ben sapendo delle forze che dividono
 Piani di azione, concretizzazione, gestione della vitalità, motivazione
 Mappa/4: Attivazione dal basso
Metodologia didattica
Il corso presenta un taglio pratico tipo laboratorio formativo. Viene privilegiata l’esercitazione e il
metodo dell’autocaso come opportunità di apprendimento attivo. Per una maggiore trasferibilità tra
aula e realtà la docenza mette al centro l’esperienza concreta e la persona, in una coerenza efficace
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in cui si innestano e confluiscono i fattori di teoria-nella-pratica: connettere ossia l’astrattezza della
teoria con la concretezza dell’azione. Viene adottata una scheda di allenamento, per prove pratiche
nei contesti scolastici e di apprendimento.
Formatore
Pino De Sario, psicologo sociale, specialista in facilitazione, professore all’Università di Pisa.
Insegna “Strumenti di facilitazione nel conflitto” presso il corso di laurea in Scienze per la pace.
Membro associato della Società Italiana di Biosistemica. Da anni lavora nelle organizzazioni sia
come formatore che consulente sui temi delle abilità manageriali e delle competenze sociali.
Approfondisce i fenomeni del comportamento interpersonale prosociale e i processi di facilitazione
nei gruppi associati in particolare ai fenomeni di discomunicazione, barriera e negatività.
Approfondisce i temi della facilitazione nel gruppo e nell’intergruppo con un focus specifico sulla
figura del facilitatore. Nel 2011 codifica i metodi dell’Insegnante-facilitatore. Direttore della Scuola
Facilitatori.
Durata
Il corso in proposta ha due formati:
 24 ore, composto da 6 incontri di 4 ore ognuno, con cadenza quindicinale
 16 ore, 4 incontri di 4 ore
Costi
150,00 euro per i singoli docenti. Per le scuole da concordare.
In calendario
Chi fosse interessato a seguire a titolo personale il corso di aggiornamento può
comunicarlo a [email protected]
Stiamo immaginando un corso intensivo in una giornata e mezza con possibile
pernottamento per chi ne avesse necessità a partire da gennaio 2016.
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PER UN LABORATORIO DI CITTADINANZA ATTIVA
PERCORSO ATTIVABILE CON UN PON 2014-2020 OBIETTIVO
10.1 AZIONE 10.1.3
MS
Un’importante priorità della scuola è concorrere alla formazione di cittadini attivi e quindi in
grado di contribuire al benessere collettivo. In genere i cittadini sono soliti rilevare o denunciare
situazioni di inefficienza e di degrado, ma spesso non si assumono la propria parte di responsabilità
e non si pongono nell’ottica di proporre soluzioni praticabili.
Con l’impegno di ciascuno invece si può costruire una società migliore per tutti. Come diceva
Giovanni Falcone: “Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell’esaltazione dei
valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell’amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari
consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il
proprio dovere”.
I giovani in particolare non posseggono strumenti metodologici e modelli concettuali per passare
dall’esperienza del bisogno alla costruzione di risposte adeguate. È necessario quindi sperimentare
modalità innovative per favorire la crescita degli studenti dal punto di vista sociale e civico.
METODOLOGIA
Obiettivi del progetto
Il progetto si propone di raggiungere i seguenti obiettivi:
 fornire ai giovani studenti un metodo scientifico di progettazione di risposte a bisogni
collettivi;
 incrementare la loro fiducia nelle proprie capacità di affrontare e risolvere problemi;
 potenziare la loro consapevolezza/responsabilità di poter divenire parte attiva della comunità
scolastica e, in prospettiva, della società.
Articolazione del corso
La metodologia consiste nella realizzazione di un “laboratorio di cittadinanza attiva” basato sulla
sperimentazione del “Project Cycle Management”, un metodo messo a punto dalla Commissione
Europea per la costruzione di progetti che rispondano ai requisiti emersi da problemi reali.
Il metodo guida gli studenti nelle seguenti fasi:
 individuazione di un bisogno/problema condiviso;
 analisi delle le cause e costruzione del diagramma delle relazioni causa-effetto;
 individuazione degli obiettivi e delle strategie risolutive,
 costruzione della struttura logica dei risultati attesi;
 progettazione delle azioni richieste;
 stima dei mezzi necessari;
 individuazione degli indicatori di misura del livello di raggiungimento degli obiettivi.
Risultati attesi
Il progetto punta a produrre:
 un alto livello di partecipazione attiva al laboratorio
 l’acquisizione del metodo di progettazione condivisa collaudato a livello comunitario (PCM)
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 un piano di soluzione sostenibile del bisogno affrontato.
Destinatari
Il laboratorio coinvolge un gruppo di max 25 studenti del III e IV anno o, più specificamente, i
rappresentanti di classe e di istituto i quali, più degli altri, si trovano nella condizione di dover
raccogliere bisogni e coordinare proposte integrate.
Formatore
Maria Sasso, già dirigente dell’assessorato alla trasparenza della Regione Puglia, esperta di
politiche di cittadinanza attiva
Durata
Il laboratorio si articola in 30 ore di attività finalizzate alla produzione del piano di soluzione del
bisogno/problema individuato. A queste vanno aggiunte 20 ore per l’attuazione del piano
progettato.
Costi
Da concordare con l’Istituto a seconda dell’articolazione del progetto e della misura scelta per
sostenerlo economicamente.
In calendario
Chi fosse interessato a seguire a titolo personale questa proposta formativa può
comunicarlo a [email protected]
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IL VERO SPREAD È QUELLO DELLA CONOSCENZA
PERCORSO DI EDUCAZIONE FINANZIARIA PER STUDENTI
DELLE SCUOLE MEDIE SUPERIORI
MS
In collaborazione con Banca Etica e Associazione Articolo 47 – Liberi dal Debito
Obiettivo del progetto è quello di generare nei ragazzi conoscenza e soprattutto consapevolezza dei
principali strumenti della economia e della finanza con cui vengono a contatto quotidianamente,
perché come scriveva Marc Augé il vero spread è quello della conoscenza. Tra l’altro la
diffusione dello studio dei principi dell’economia in tutte le scuole secondarie è uno degli obiettivi
dei nuovi apprendimenti indicati nella buona scuola.
I soggetti proponenti questo percorso condividono l’idea che sia possibile fare educazione
finanziaria nelle scuole introducendo anche concetti di finanza etica, economia solidale, gratuità
delle relazioni, consentendo ai ragazzi di sviluppare un senso critico che li renderà più responsabili
e consapevoli sia nell’uso del denaro sia nel rapporto con le banche e gli strumenti da queste
proposti. Fare cioè educazione finanziaria nei confronti dei ragazzi pensandoli da subito come
clienti consapevoli nel loro rapporto con le banche in quanto risparmiatori e/o beneficiari del
credito.
METODOLOGIA
Articolazione del percorso formativo
Il percorso in aula è suddiviso in:
 3 incontri, condotti dall’avvocato Massimo Melpignano su:
 La moneta: che cosa è ?
 La carta moneta
 La moneta elettronica: carte di credito, carte di debito, bancomat, carta revolving,
carta conto. Come distinguerle, quali prediligere, uso e funzioni differenti, i costi.
 Come usare la moneta? La spesa: fare la spesa, il menù, distinguere le offerte,
imparare a ragionare in termini di valore/unità di prodotto.
 Come usare la moneta? Il risparmio: il salvadanaio, i prodotti bancari di risparmio.
Costruiamo insieme il nostro risparmio sostenibile.
 Le banche dati pregiudizievoli: cosa sono, imparare a consultare i dati, imparare a
conoscere la propria identità finanziaria.
 1 incontro curato da un esperto di Banca Etica sui principi della finanza etica e sulla stessa
banca, sulle caratteristiche dei prodotti di risparmio e di investimento etici e sul ruolo del
risparmiatore consapevole.
Verranno utilizzate tecniche di apprendimento condivise e non formali, giochi di ruolo, traduzioni
degli strumenti finanziari per una immediata comprensione del loro funzionamento. Solo in maniera
marginale verrà utilizzata la didattica frontale, e comunque volta per volta affidata ad uno studente
“volontario” per puntualizzare i temi trattati. Il formatore, quindi avrà fondamentalmente il ruolo di
facilitatore.
Si aggiunge una sessione (può essere immaginata anche una sessione aperta in cui coinvolgere
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genitori, docenti, altri studenti) per giocare Il gioco delle Banche (edizioni la meridiana, 2015).
E ancora, lo spettacolo finale, tra cui la scuola può valutare due possibilità:
 Brutti come il debito è una lezione di educazione finanziaria resa in forma di
spettacolo/conferenza. Serve a rendere l’idea di come sia possibile sviluppare percorsi di
legalità attraverso la consapevolezza e l’educazione economica e finanziaria in forma non
convenzionale, utilizzando come strumenti di apprendimento il gioco, le emozioni, la
condivisione. “Brutti come il debito” è inserito in un più ampio progetto che Massimo
Melpignano, avvocato esperto in diritto bancario e finanziario dalla parte delle persone, e
Antonio Cajelli, educatore finanziario indipendente, portano avanti in corsi di formazione,
seminari, workshops, webinars, pubblicazioni e manuali.
 Pop Economics è una narrazione teatrale di impegno civile, comica e drammatica insieme.
È uno spettacolo che racconta la crisi globale che ci ha investito: lo fa in modo semplice e
puntuale. Il racconto mette sotto gli occhi del pubblico, come snodi di una storia globale che
incrocia le storie personali, le tappe della crisi odierna e i meccanismi economici e finanziari
che incidono sulla vita quotidiana, espressi da un intrico di sigle, parole, espressioni tanto
frequenti nei media, quanto ignorate nel loro effettivo significato. L’obiettivo è restituire
significato e spessore narrativo a parole abusate rendendo tutti, ma proprio tutti, in grado di
capire e dunque di scegliere, liberamente e responsabilmente.
Pop Economix è una produzione di Banca Popolare Etica, Teatro Popolare Europeo e Il
Mutamento Zona Castalia (produttore esecutivo).
Formatori
Massimo Melpignano è avvocato Cassazionista, si occupa da sempre di tutela dei consumatori e in
particolare dei consumatori dei servizi bancari e finanziari. Responsabile dell'associazione dei
consumatori Adusbef, da alcuni anni ha costituito l’associazione di promozione sociale “Articolo 47
– Liberi dal debito” con la quale realizza percorsi di legalità finanziaria. È ospite fisso della
trasmissione “Mi Manda Rai Tre” per la quale cura un modulo di divulgazione finanziaria. È autore
di volumi di taglio divulgativo come Ho vinto una causa sui bond Argentina, Sdebitiamoci!, Il
conto corrente: dove corre?.
Teresa Masciopinto, responsabile Area Socio-Culturale Sud di Banca Popolare Etica, di cui è socia
fondatrice, segretaria generale della Fondazione Giovanni Paolo II Onlus Bari. È stata giudice
onoraria presso il Tribunale per i Minorenni di Bari. Svolge da tempo attività di consulenza e
formazione per enti privati e pubblici sui temi dell’economia civile e della finanza etica, delle
politiche sociali e dello sviluppo di comunità.
Durata
12 ore in aula suddivise in 4 incontri da 3 ore, una sessione per Il gioco delle banche della durata di
3 ore, uno spettacolo sui temi della finanza.
Destinatari
Scuole medie superiori con un numero di studenti da concordare
Costi
Le 12 ore di formazione hanno un costo complessivo di 900,00 euro IVA inclusa. La sessione di
gioco è gratuita. Lo spettacolo finale ha un costo tra i 600,00 e i 1000,00 euro+IVA (la riduzione o
l’aumento deriva da economie possibili con repliche in altri contesti).
edizioni la meridiana
www.lameridiana.it, via Sergio Fontana 10C, Molfetta, tel 0803971945; cell 32998391330; [email protected]
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edizioni la meridiana
In calendario
Chi fosse interessato a seguire a titolo personale questa proposta formativa può
comunicarlo a [email protected]
NOTE TECNICHE
Il coordinamento dei percorsi formativi è delle edizioni la meridiana.
Responsabile e referente della formazione è la dott.ssa Elvira Zaccagnino:
[email protected] / tel. 3454530009
Per informazioni contattare:
[email protected] / tel. 0803971945
Puoi seguire le proposte delle edizioni la meridiana su:
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@lameridianaed
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