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Musei, collezioni e biodiversità. La biodiversità globale 41 Il Museo virtuoso: Proposte per un archivio responsabilmente condiviso della biodiversità globale Alessandro MINELLI Dipartimento di Biologia, Università di Padova, Via Ugo Bassi 58 B – 35131 Padova, [email protected] Le esigenze e le attese della società, da un lato, e quel Museo Nazionale che il nostro Paese non ha della ricerca scientifica, dall’altro, impongono al mai avuto fino ad oggi, dapprima perché l’Italia Museo di Storia naturale strategie divergenti. Il non era ancora uno stato nazionale e più tardi Museo come luogo di divulgazione, didattica e con- perché una generosa ma tardiva ipotesi di Museo sulenza in materia naturalistica è chiamato in modo Nazionale sempre più diretto a rispondere alle esigenze del ambizioso, e per qualcuno ingombrante, fratello territorio sul quale insiste e spesso, in maniera più maggiore per il quale non si poté trovare una sede. rigida e riduttiva, a quelle dell’amministrazione Credo invece che l’indiffe-ribile progettazione e locale dal quale dipende. Il Museo come archivio realizzazione di un Museo Nazionale di Storia della biodiversità, invece, appartiene alla comuni-tà Naturale debba seguire una strada diversa, stretta- scientifica internazionale, alla quale devono essere mente limitata alla gestione delle collezioni garantiti la corretta conservazione e la reperibilità scientifiche. Una strada che porti alla costituzione delle collezioni il cui valore documentario, anche se di una sorta di Sopraintendenza alle collezioni variegato, è sempre irripetibile. È possibile, e naturalistiche, autorevole e dotata di mezzi doveroso, riconoscere all’interno delle collezioni adeguati, sia tecnici ed economici che normativi e museali una scala di priorità, che si apre con il disciplinari, materiale tipico e prosegue con il materiale non conservazione e fruizione delle collezioni stesse che tipico di è richiesta dalla comunità scientifica. Si verrà a l’estendersi creare così anche un interlocutore unico e credibile dell’informatizzazione delle collezioni e con la attraverso il quale l’Italia potrà dialogare con i sempre più diffusa disponibilità in rete degli archivi grandi Musei di Storia Naturale degli altri paesi che ne derivano, nessun esemplare può essere europei, colmando quel vuoto di presenza che da considerato a priori come ‘disponibile’ per usi troppo tempo ha caratterizzato il nostro Paese in diversi da quello documentario. Una gestione molte utili e prestigiose iniziative internazionali. che è pubblicazione. stato Ma comunque con oggetto responsabile di questo immenso patrimonio diffuso richiede strumenti operativi completamente diversi da quelli che possono invece essere idonei per la definizione dei programmi di trasmissione culturale. Parlare di gestione responsabile di un patrimonio diffuso non significa però affidarsi a (cioè, fidarsi di) quel meta-museo che gli strumenti tecnici dell’era informatica hanno già in parte realizzato. Significa, invece, costruire, o ricostruire, 42 concepiva capace quest’ultimo di come garantire un quella Biodiversità vegetale e collezioni d’erbario: l’esempio del Corno d’Africa Guido MOGGI Museo di Storia Naturale, Sez. Botanica, Università degli Studi, Via La Pira 4, 50121 Firenze, [email protected] Le raccolte d’erbario costituiscono la base abbastanza semplice in quanto questi materiali fondamentale per la documentazione della in generale sono depositati negli erbari biodiversità vegetale. Il campione d’erbario pubblici del territorio a cui si riferiscono. infatti è il documento tangibile dell’esistenza Diversa è la situazione per la flora africana (ed di una determinata specie in un determinato in particolare per quella del Corno d’Africa) luogo ad una determinata data. Si possono poiché la collocazione delle raccolte d’erbario tuttavia risente della storia di questi paesi, con distinguere documentazione: quella due tipi storica e di particolare quella riferimento ai viaggi di recente. I documenti storici, riferibili per lo più esplorazione del XIX secolo, al periodo ai secoli XVIII e XIX, sono di due categorie. coloniale, Della prima fanno parte i campioni d’erbario di l’Etiopia infatti quasi tutte le raccolte storiche specie ormai scomparse dal luogo originale di sono conservate al di fuori del territorio raccolta o comunque la cui distribuzione è etiopico (a Kew, Firenze, Londra, Parigi, ecc.), variata di mentre quelle attuali almeno dagli anni ’60 del significativi documenti di situazioni pregresse XX secolo sono concentrate con prevalenza oggi non più esistenti. Della seconda fanno negli erbari del posto (specialmente ETH, parte i typi, cioè i campioni “primi” utilizzati Addis Abeba). Diversa è la situazione per la per la descrizione di specie nuove e quindi Somalia, dove non esistono erbari e dove esemplari d’erbario storici, insostituibili e l’attuale basilari per la sistematica. La documentazione anarchia impedisce la realizzazione di un recente invece è costituita dai campioni erbario locale. I campioni di piante somale raccolti negli ultimi 20-30 anni e depositati in infatti, sia quelli antichi che quelli recenti, erbari pubblici: questi sono quindi lo strumento sono tutti reperibili all’estero, specialmente per l’identificazione della biodiversità attuale e negli erbari europei (K, FT, UPS, P, BM, ecc.). per la costruzione dei testi riepilogativi Per quello che riguarda il controllo della comunemente denominati Flore. Per quanto biodiversità attuale attraverso l’esame di riguarda l’Europa il reperimento sia dei esemplari d’erbario recenti, per l’Etiopia ciò è campioni storici che di quelli attuali si presenta possibile per mezzo dell’erbario di Addis nel tempo: si tratta quindi 43 ecc. Per quello che riguarda situazione politica di completa Abeba (ETH), oggi contenente più di 80000 d’Africa, analogamente a quanto è stato campioni, mentre per la Somalia tale controllo effettuato per altre aree (ad es. per l’Australia). richiederebbe lo studio di campioni sparsi in Va tenuto presente tuttavia che la conoscenza almeno tre erbari (UPS, FT e K). Ciò è della flora di questi territori (specialmente confermato dalle recenti opere di sintesi sulla della Somalia) non è da ritenersi del tutto flora di queste aree, che hanno utilizzato i completa, poiché alcune aree necessitano materiali d’erbario come strumento di base. Un ancora di una accurata indagine floristica. quadro completo sulla biodiversità vegetale attuale di questi territori si potrà avere quindi soltanto attraverso la catalogazione informatizzata di tutti i campioni presenti negli erbari che contengono esemplari del Corno 44 Spedizioni zoologiche e gestione delle collezioni: l’esperienza del vicino ed estremo oriente Leonardo LATELLA Museo Civico di Storia Naturale di Verona, Lungadige Porta Vittoria, 9 37129 Verona, [email protected] Il Museo di Storia Naturale di Verona è, dagli In particolare le 15 missioni condotte in Cina anni ’80 del secolo scorso, impegnato in hanno visto il coinvolgimento di ricercatori di diverse attività di ricerca nel vicino ed estremo diversi enti di ricerca italiani e cinesi, per il oriente. Tra le più significative si possono lavoro di campo, e studiosi di diversi altri paesi ricordare quelle compiute in Turchia, in India, per lo studio dei materiali. Più di trenta nelle Filippine, in Cina e in Pakistan. Molte missioni di ricerca all’estero negli ultimi delle spedizioni effettuate avevano come scopo decenni hanno portato all’acquisizione di un principale l’esplorazione delle grotte e lo ingente numero di esemplari e di dati.Le studio della fauna presente. In alcuni casi, in modalità di acquisizione dei materiali, la particolare per le spedizioni degli anni ’80, si è gestione e lo studio delle collezioni, nonché la trattato pochi pubblicazione dei dati, sono ovviamente ricercatori interessati in particolare ad alcuni diverse a seconda del paese e degli enti gruppi animali, per molte altre si è trattato coinvolti e sono analizzate nella presente invece di spedizioni “multidisciplinari” e sono comunicazione. di ricerche condotte da spesso state programmate e realizzate in cooperazione con diversi altri enti di ricerca italiani ed esteri. 45 Biodiversità del Madagascar: oltre 20 anni di raccolte erpetologiche (e non solo), fra fieldsurvey e conservazione Franco ANDREONE Museo Regionale di Scienze Naturali, Sezione di Zoologia, Via G. Giolitti, 36, I-10123 Torino, [email protected] L’attività di studio della biodiversità in quali WWF. WCS, CARE, CI e MFG, mentre Madagascar, iniziata nel 1988 e proseguita collaborazioni ufficiali sono state stipulate con nell'ambito delle iniziative di ricerca della il Parc Botanique et Zoologique de Tsimbazaza Sezione di Zoologia del Museo Regionale di ed Scienze Naturale, ha portato ad una serie di Contestualmente, l’attività di conservazione in rilevanti risultati ad oltre 20 anni di distanza. Madagascar fornisce una rinnovata chiave Fra questi la realizzazione di campagne in interpretativa dell’attività di un museo di storia diverse aree a foresta pluviale, foresta decidua, naturale come istituzione necessariamente plateau d'alta quota e savana, la descrizione di vocata alla ricerca, nonostante le ben note 29 nuove specie di Anfibi e 14 di Rettili, limitazioni conseguente deposito di materiale tipico e museologiche costituzione tematiche di un'importante collezione il Madagascar che di National caratterizzano italiane. le realtà L’attenzione verso conservazione sfociata nell’Iniziativa costituisce della Strategy for the Amphibians of Madagascar) collezione erpetologica del MRSN: a tutt'oggi ed evidenzia come le spedizioni “oltre mare” sono complessivamente 4400 i record e 231 le organizzate da personale afferente a musei specie riferibili ad anfibi malgasci (pari al 69% naturalistici non siano necessariamente limitate e al 43% dell'intera collezione), nonché 1239 i ad aspetti di acquisizione di materiale, ma record e 203 le specie di rettili malgasci (pari possano diventare importanti occasioni di al 35% e al 33% della stessa). Oltre a ciò, sviluppo, formazione e salvaguardia della durante le spedizioni sono stati anche raccolti biodiversità. cospicua frazione svariati esemplari di Mammiferi Tenrecidae e Nesomyidae, nonché altro materiale zoologico. Complessivamente sono stati 60 gli articoli aventi per tematica il Madagascar pubblicati su giornali internazionali ed indicizzati. Le spedizioni sul terreno sono state svolte in collaborazione con varie ONG ambientaliste, 46 (A è zoologica. La componente del Madagascar una ACSAM Parks. Conservation Il ruolo del Museo Tridentino di Scienze Naturali nella documentazione, gestione delle collezioni e dei dati, monitoraggio e conservazione della biodiversità delle foreste montane dell'Eastern Arc della Tanzania Francesco ROVERO, Michele MENEGON Sezione di Biodiversità Tropicale, Museo Tridentino di Scienze Naturali, Trento Da oltre un decennio, il Museo Tridentino di banche Scienze Naturali di Trento è coinvolto in tassonomiche, filogenetiche ed ecologiche, con attività e la forte presenza sul territorio e protratta di aree attività di monitoraggio ecologico, hanno Tanzania che portato allo stabilirsi di un contesto adatto allo di conservazione forestali ricerca, della montuose monitoraggio biodiversità della dati e le svilupparsi maggior valore biologico. Nel loro complesso conoscenza e conservazione a lungo termine di le un hanno contribuito in modo territorio. attività analisi rappresentano una delle aree del pianeta a ricerche delle conseguenti Tra necessarie queste la alla consulenza significativo alla conoscenza degli ecosistemi scientifica per agenzie preposte alla gestione di studio, in termini di nuove specie descritte delle aree protette e la produzione di (anfibi, rettili e mammiferi), meccanismi informazioni necessarie alla pianificazione evolutivi e biogeografici, dinamiche spazio- d’uso termporali ed Udzungwa, una delle aree più importanti del indicatrici dello stato degli ecosistemi. Inoltre, continente, tale approccio ha portato alla la crescente interazione e rete di collaborazioni fondazione instaurata con gli enti locali, governativi e non, monitoraggio ed educazione ambientale che è a e con le agenzie internazionali preposte alla tutti gli effetti una Sezione distaccata del conservazione, hanno permesso un rilevante Museo. Verranno presentati gli aspetti più incremento di continuità e incisività del rilevanti delle attività e alcuni dei risultati più programma. Il risultato è che l’integrazione di esemplificativi ottenuti negli ultimi anni. di popolazioni minacciate alcune delle più canoniche attività museali, quali la ricerca, la realizzazione di collezioni e 47 delle aree di una forestali. stazione Nei di Monti ricerca, Alla scoperta della biodiversità: il ruolo dei naturalisti esploratori italiani dall’unità d’Italia al primo novecento Stefano MAZZOTTI Museo Civico di Storia Naturale, Via De Pisis 24 – 44100 Ferrrara, [email protected] L’Ottocento è il secolo d’oro delle esplorazioni questo il periodo in cui vengono promosse scientifiche sulla biodiversità, anche l’Italia, spedizioni soprattutto dopo la sua nascita dello stato scienziati naturalisti di istituzioni scientifiche unitario fu fra i protagonisti di questa epoca. In come il Regio Museo Zoologico di Torino, il questo glorioso periodo delle esplorazioni Museo scientifiche geografi, geologi, zoologi, botanici appoggiati dalla Società Geografica Italiana. E’ ed etno-antropologi, furono accomunati da uno anche il periodo delle grandi imprese di spirito di conoscenza e d’esplorazione delle circumnavigazione del globo fra le quali quelle “Terre incognite” di un Pianeta Terra ancora della pirocorvetta Magenta con a bordo gli tutto da scoprire. Anche per l’Italia l’Ottocento zoologi Enrico Hyllier Giglioli e Filippo De è del Filippi che toccò tutti i principali continenti e pensiero positivista e del colonialismo ed è le regioni più a nord del mondo e quelle della proprio in questo periodo che discipline in erba pirocorvetta Vettor Pisani che effettuò tre come l’etno-antropologia, la biogeografia, peripli. A queste missioni ufficiali dello Stato l’ecologia, e, nell’insieme, le conoscenze sulla si affiancarono anche le imprese di esploratori biodiversità, iniziano il loro lungo percorso di e naturalisti con l’interesse e la volontà di crescita e di sviluppo metodologico, di incrementare le raccolte dei musei delle loro evoluzione dei concetti e delle loro basi città e che diedero un contribuito consistente a teoriche. Uomini dalle diverse origini e questo significativo momento della storia della motivazioni viaggi scienza. Fra le tante richiamiamo alla memoria straordinari in continenti inesplorati: Orazio il viaggio in Darien ed Ecuador del naturalista Antinori, in Eritrea ed Etiopia, Odoardo Enrico Festa, mecenate torinese; le spedizioni Beccari a Borneo, Elio Modigliani a Sumatra, al Polo, al Ruwenzori e al Karakorum Enrico Baudi di Vesme in Somalia, Pellegrino dell’esploratore alpinista Luigi Amedeo di Matteucci dal Mar Rosso al Golfo di Guinea, Savoia, Luigi Maria d’Albertis in Nuova Guinea, dell’antropologo Paolo Mantegazza al Rio Filippo de Filippi in India e Tibet, Giacomo della Plata in America meridionale e Tenerife e Bove in Patagonia, Leonardo Fea nelle isole di la spedizione assieme al botanico ed etnologo Capo Verde e tanti altri che dedicheranno gli Stephen Sommier in Lapponia. il secolo dell’industrializzazione, intraprenderanno anni migliori della loro vita alle scoperte geografiche, naturalistiche, antropologiche. E’ 48 di che vedono fra i protagonisti Storia duca degli Naturale Abruzzi; di il Genova, viaggio Gli Orti Botanici italiani per la conservazione della biodiversità Pietro PAVONE Coordinatore nazionale Gruppo Orti botanici e Giardini storici della SBI Gli Orti Botanici sono Musei viventi nei quali si hanno differente gestione: 31 sono universitari e 45 realizza la salvaguardia della biodiversità vegetale. non Il della vertiginosa riduzione di molti ecosistemi naturali, conservazione naturalistica e della salvaguardia del causata dalle attività antropiche e dai cambiamenti territorio attraverso diverse tipologie di intervento, climatici, tra le quali: conservazione del patrimonio vegetale in-situ. Gli loro obiettivo principale è quello conservazione ex-situ, ricerca e universitari ha (civici, regionali, reso impossibile ecc.). garantire La la all’esigenza Orti botanici, grazie all’attività di raccolta e scambi didattica di docenti e studenti universitari, nacquero di semi (Index seminum), sono stati individuati i primi Orti Botanici accademici: Pisa, nel 1544; come Padova e Firenze nel 1545; Bologna nel 1567. Gli Nell’ultimo decennio si sono sperimentate nuove Orti Botanici divennero presto non solo luoghi di strategie studio, di attraverso la creazione di Banche del germoplasma. sperimentazione e di didattica, ma anche luoghi di Queste rappresentano uno dei migliori strumenti per ricerca e di diffusione delle informazioni. Sin prevenire la perdita di biodiversità genetica e dall'inizio del 16° secolo, gli Orti botanici sono stati garantire la conservazione delle specie a rischio di sede di Erbari che venivano incrementati dalle estinzione. Sedici strutture aderenti al Gruppo sono attività di raccolta e utilizzati per lo studio e il provviste di banca del germoplasma. Inoltre, gli riconoscimento delle piante. Questi erbari sono un Orti Botanici si sono sempre più specializzati in patrimonio valenza attività non solo rivolte alla divulgazione scientifica scientifica ma anche storica. Le funzioni e i compiti attraverso l’organizzazione di incontri specifici e riconosciuti oggi agli Orti e ai Giardini Botanici pubblicazioni, ma anche educative rivolte alle sono numerosi e definiti in seno all’IABG scolareche, alla cittadinanza e ai turisti. Gli Orti (International Association of Botanic Gardens). In botanici stanno diventando di fatto i luoghi in cui particolare le l’Educazione Ambientale assume un importante sperimentazione. di Per rispondere formazione museale di finalità e scientifica, grandissima i compiti degli Orti luoghi di per la conservazione conservazione “Action Plan for Botanic Gardens in the European internazionale Union”, pubblicato nel 2000 dal BGCI (Botanic sostenibile ponendosi, anche, come luoghi di Gardens Conservation International). Ben 76 Orti incontri su tematiche culturali differenti e ospitando botanici italiani aderiscono ad un gruppo di lavoro mostre, eventi e manifestazioni artistiche. 49 più termine ruolo di del lungo Botanici europei sono delineati nel documento della Società Botanica Italiana. Queste strutture all’interno a ex-situ. Educazione ampio progetto allo sviluppo Il Progetto VertEx - Vertebrata Extincta: primi risultati Paola NICOLOSI1, Flavia GALLO1, Franco ANDREONE2 ,Giorgio BARDELLI3, Giorgio CHIOZZI3, Paolo Eusebio BERGÒ4, Stefano BOVERO2 , Roberta PALA2, Marco PAVIA2, 4, Michela PODESTÀ3, Stefano SCALI3, Carlotta BETTO1, 2 1 Museo di Zoologia Università di Padova, 2Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, 3 Museo Civico di Storia Naturale di Milano, 4Università degli Studi di Torino Il progetto VertEx, presentato durante il XVII documentazione fotografica e bibliografica. congresso attivo Finora hanno aderito a VertEx 20 Musei e ufficialmente dal 2008 grazie alla sigla di un hanno contribuito con i dati delle proprie protocollo d’intesa triennale tra il Museo di collezioni 8 istituti. I dati confluiscono in un Zoologia dell’Università degli Studi di Padova, catalogo in corso di realizzazione, già in parte il Museo Regionale di Scienze Naturali di consultabile Torino e il Museo Civico di Storia Naturale di www.vertebrataextincta.org, on line dal 15 Milano. L’intento del progetto è quello di luglio 2010. Il sito web costituisce un censire minacciate, importante strumento di divulgazione del conservate nei musei di storia naturale italiani, progetto, non solo per la comunità scientifica incluse (Unione ma anche per il grande pubblico. Il progetto Mondiale per la Conservazione della Natura) valorizza il ruolo dei musei di storia naturale Estinta (Extinct), in Pericolo Critico (Critically italiani favorendo l’inclusione delle loro Endangered), in Pericolo (Endangered) e collezioni in ricerche scientifiche nazionali e Vulnerabile (Vulnerable). Dopo avere raccolto internazionali sul tema fondamentale della le adesioni dei musei al progetto, attraverso conservazione della biodiversità e rimarcando uno specifico questionario, il protocollo di il ruolo dei musei quali diffusori della cultura ricerca prevede la redazione di liste di scientifica naturalistica. In questa sede sono esemplari appartenenti a specie inserite nelle presentati i primi risultati della catalogazione categorie di minaccia, secondo le Liste Rosse per quanto riguarda le collezioni dei musei di dell’UICN (www.iucnredlist.org) basate sui Torino, Milano, Padova e altre sedi venete. ANMS le nelle specie del 2007, animali categorie è IUCN cataloghi cartacei e/o informatizzati dei singoli musei. Per ciascun esemplare considerato viene raccolta anche l’eventuale 50 sul sito Il monitoraggio delle specie alloctone per la tutela della biodiversità: Le banche dati del Museo di Storia Naturale di Venezia Mauro BON, Luca MIZZAN, Raffaella TRABUCCO, Enrico RATTI Museo di Storia Naturale di Venezia è valutazione del fenomeno e un valido supporto attualmente considerata una delle principali per valutazioni di carattere gestionale. Le minacce per la biodiversità a livello mondiale, banche dati riguardano i molluschi alloctoni assieme alla trasformazione e alla riduzione del Mediterraneo e le specie alloctone marine degli habitat. La Laguna di Venezia, che della Laguna di Venezia, i vertebrati alloctoni rappresenta uno dei più importanti porti del Veneto, i coleotteri alloctoni europei, con commerciali e uno dei maggiori ambienti particolare riguardo per l’Italia e per le lagunari del Mediterraneo, è tra le aree intercettazioni avvenute al Porto di Venezia. maggiormente esposte a questo fenomeno. Per Sono stati raccolti tutti i dati bibliografici questo il Museo di Storia Naturale di Venezia disponibili evidenziando, quando possibile, il ha da anni intrapreso una serie di ricerche volte periodo di introduzione, la prima località di a monitorare il problema delle specie esotiche, rinvenimento e la modalità di immissione; è in particolare in ambito lagunare e marino stata costiero. I risultati ottenuti sul campo, a tassonomica, oltre che una valutazione critica integrazione di una grande quantità di dati delle segnalazioni. In taluni casi, per le specie bibliografici, sono stati raccolti e organizzati naturalizzate, è stato possibile ricostruire le entro banche dati che, pur se disomogenee per tappe ambito geografico considerato, rappresentano provenienza alle zone colonizzate. La diffusione delle specie alloctone un importante strumento di aggiornamento e 51 inoltre percorse, effettuata dall’area una revisione geografica di Obiettivo Uomo. La variabilità umana nella fotografia antropologica di Paolo Mantegazza Monica ZAVATTARO, Maria Gloria ROSELLI Museo di Storia Naturale, Sezione di Antropologia e Etnologia,Università degli Studi di Firenze, via del Proconsolo 12, [email protected], [email protected] L’Archivio fotografico del Museo di Storia avrebbero dovuto avvicinare l’osservatore al Naturale di Firenze, custodito presso la sezione “carattere dell’individuo e della sua cultura di di Antropologia e Etnologia, comprende appartenenza”. migliaia di immagini attraverso le quali è prosegue con le foto di viaggio che ritraggono possibile ripercorrere il pensiero scientifico di usi e costumi dei popoli visitati, il modo di Paolo Mantegazza e l’approccio allo studio vestire e di acconciarsi, la tipologia delle dell’uomo ricerca abitazioni e dei mezzi di trasporto, degli antropologica della seconda metà dell’’800. utensili domestici e degli attrezzi da lavoro. Le Mantegazza fece della fotografia un metodo di foto osservazione e indagine della realtà umana e la etnologiche, documenti delle diversità culturali utilizzò che e delle alterità. Infine, si trovano le foto di considerava gli aspetti fondamentali dello studio della fisionomia e della mimica: una studio dell’uomo: la morfologia del corpo serie di fotografie dedicate allo studio dei tratti umano, le differenze tra le popolazioni, le somatici funzioni degli organi e le facoltà psichiche. considerate espressione dell’interiorità, dei Nell’anno della biodiversità, che coincide con sentimenti e delle emozioni. La mostra, il centenario della scomparsa del grande intitolata “Obiettivo Uomo”, rappresenta un antropologo, il Museo di Storia Naturale di importante strumento di divulgazione della Firenze ha voluto rendere fruibili al grande storia pubblico le immagini dell’archivio fotografico strumenti e dei metodi che gli antropologi di attraverso una mostra temporanea allestita fine ‘800 utilizzavano per indagare sulla natura lungo il percorso di visita del Museo. La della specie umana e sugli aspetti biologici e mostra comprende una sezione di “foto culturali della sua variabilità. che per caratterizzò documentare la quelli antropometriche”, immagini di soggetti ripresi secondo un protocollo finalizzato a consentire una corretta valutazione delle caratteristiche morfometriche, prosegue con una galleria di ritratti, immagini collezionate da Mantegazza come documento dei costumi dei vari popoli, foto che Mantegazza definiva “artistiche” e che 52 di Il viaggio e del delle percorso della diventano espressioni pensiero mostra quindi del antropologico, foto volto, degli La biodiversità vegetale vista da vicino attraverso le collezioni di piante locali ed esotiche del Giardino Botanico Rea Rosa CAMOLETTO Museo Regionale di Scienza Naturali (MRSN), Regione Piemonte, Torino [email protected] Il Giardino Botanico Rea è stato acquistato storia evolutiva della Terra e alle moderne dalla Regione Piemonte per integrare le attività conoscenze botaniche, sono state potenziate le culturali del Museo Regionale di Scienze collezioni di felci, piante acquatiche, carnivore, Naturali di Torino. Nell’autunno del 1991 le officinali, collezioni conservate in questa struttura mi spontanee locali. Tra le piante ornamentali a sono stata assegnate, in aggiunta alle collezioni fiore vistoso sono state potenziate le collezioni d’erbario, come Conservatore Responsabile di iris e di fuchsie spontanee e ibride, le prime della Sezione Botanica del museo stesso. a fioritura primaverile, le seconde a fioritura Il lavoro di adeguamento delle strutture e di estiva. Con questo sistema di gestione delle ristrutturazione basati collezioni di piante vive, affiancando ad esse entrambi su progetti museologici precisi, sono esemplari d’erbario e immagini documentarie, stati affrontati come una vera e propria ricerca nel scientifica velocemente delle collezioni, dedicata all’innovazione velenose, 2010 è stato un alimentari, piante possibile sviluppare programma espositivo museologica botanica. In questo modo, mentre intitolato proseguiva il censimento e lo studio delle biodiversità piante rimaste in coltura dopo il cambio di collegato gestione, sono stati individuati dei nuclei dell’anno. Anche quest’attività ha permesso di tematici essere verificare come in un giardino botanico successivamente museale sia necessaria un’elevata varietà di utilizzati per i percorsi culturali che il Museo elementi, locali ed esotici, per poter accendere avrebbe potuto avere la necessità di proporre al l’interesse dei mezzi di comunicazione e del pubblico nel giardino stesso e in mostre pubblico. potenziati, che avrebbero valorizzati e potuto temporanee allestite in musei, piazze, castelli, altri orti botanici e istituzioni varie. Per poter illustrare le più svariate tematiche legate alla 53 “Giardino vegetale al Botanico vista programma Rea: da la vicino”, museologico Erbari non convenzionali per presentare la biodiversità vegetale in museo Rosa CAMOLETTO Museo Regionale di Scienza Naturali (MRSN), Regione Piemonte, Torino [email protected] La progettazione e la sperimentazione di nuovi delle briofite e di alcune parti di piante materiali per un maggior inserimento dei vascolari si è cercato di mantenere una lieve vegetali tridimensionalità, nelle esposizioni dei musei attraverso pressatura naturalistici è uno dei numerosi filoni di differenziata. ricerca che vengono sostenuti da diversi anni successivamente inglobati in un bagno di dal Museo Regionale di Scienze Naturali della metacrilato a formare delle grandi lastre Regione Piemonte. In alcuni casi, come per la trasparenti di notevole impatto visivo. Questo collezione espositiva di licheni, è stato metodo è stato sviluppato nel museo di Torino sufficiente avviare l’allestimento di una serie a seguito di un’esperienza ottimamente riuscita di esemplari essiccati senza ricorrere alla del museo di Ferrara e sperimentato in Torino pressatura tipica degli erbari tradizionali. Per le con successo nel 2005. Un centinaio di lastre piante vascolari è stato potenziato l’archivio di di metacrilato trasparente di minore formato materiali di maggior consistenza, come le sono state realizzate nel 2010 per rappresentare radici, i rami che presentano particolari altri tre temi divulgativi: le 24 classi del caratteristiche, i frutti e i semi legnosi o fibrosi. Systema Naturae di Linneo e la biodiversità Nel 2009 è stato impostato l’allestimento di vegetale di due ambienti pedemontani. Per la nuove esposizioni dedicate all’evoluzione dei mostra del 2010 dedicata alla biodiversità sono vegetali e alla biodiversità locale e generale. stati inoltre allestiti esemplari più tradizionali, Per la presentazione dei diversi gruppi di essiccati ma non molto pressati, inseriti in vegetali attualmente presenti sulla Terra sono teche apposite che permettono di allontanarsi stati ricercati e preparati esemplari di funghi, dalla prevedibilità di un classico erbario alghe, montato su carta. licheni, briofite, pteridofite, gimnosperme e antofite. Una parte di questi materiali è stata pressata ed essiccata come gli esemplari degli erbari tradizionali. Nel caso 54 Questi la materiali sono stati Variabilità di un animale domestico: il pesce rosso (Carassius auratus) Mario MARINI, Daniela MINELLI Dipartimento di Biologia Evoluzionistica Sperimentale, Università degli Studi di Bologna Il Carassius auratus, specie alloctona a larga ranchu, occhi a bolla d’acqua, chicco di riso, da diffusione in Emilia–Romagna, ha dimostrato di Cina, Malesia, Tailandia, Singapore. Per quanto essere una specie dotata di un grande potenziale riguarda l’allevamento le maggiori problematiche genetico e di notevole variabilità. La colorazione appaiono la difesa dei pesci da uccelli predatori xantica ha subito attirato l’attenzione dell’uomo, tra (aironi e cormorani), risolto da taluni, in modo il 265 e il 419 in Cina, dove la specie si trovava incruento, mediante l’utilizzo di reti disposte sui nelle risaie. In seguito in Giappone e poi dal 1600 maceri utilizzati per l’allevamento, e gli attacchi da in Europa e Stati Uniti, attraverso selective parassitosi negli allevamenti dovute a Crostacei, breeding, sono state create numerose varietà dalle Copepodi (Lernaea), Protozoi (Ichthyophthirius, forme molto curiose, vistose ed appariscenti. Questi Trichodina) e pesci si suddividono in varietà a coda singola con Gyrodactylus). L’allestimento pinna dorsale (pesce rosso comune, cometa, permanente, in appositi acquari con le varietà più shubunkin); varietà a coda doppia con pinna dorsale significative (fantail, veiltail, oranda, ryukin, chicco di riso, Dipartimento black moor); varietà a coda doppia senza pinna Sperimentale dorsale (testa di leone, ranchu, occhi a bolla rappresentare la testimonianza di una attività tipica d’acqua, celestial). Mentre in altri Paesi del mondo delle provincie di Bologna e Ferrara. In aggiunta si è affermata una vera e propria cultura del pesce Carassius auratus, ad opera dell’uomo, in pochi rosso, in Italia essa non è radicata: la varietà secoli ed in ambiente controllato, costituisce un comune ha il ruolo di accesso all’acquariologia, ma ulteriore esempio di biodiversità, avendo prodotto le varietà più particolari restano poco note. Da una formidabile radiazione di forme estremamente un’indagine diversificate tra loro, assolutamente inadatte alla presso le maggiori Ditte che di Biologia rossi. Questa situazione ha permesso alle Ditte emiliane di affermarsi a livello internazionale per la produzione di pesci ornamentali; queste allevano principalmente pesce rosso comune, canarino, blu shubunkin per un commercio di milioni di individui ed importano soprattutto fantail, oranda, black moor, ryukin e in misura minore testa di leone, 55 del Evoluzionistica bolognese, attribuzione intuitiva alla medesima specie. ed i maceri vengono utilizzati per allevare pesci mostra all’interno è emerso che in Italia l’allevamento è praticato secolo, l’industria della canapa viene abbandonata naturali una vita Ferrara; in queste provincie nel corso del XIX ambienti di appariscenti dell’Ateneo (soprattutto commercializzano pesci rossi (Barilli e Biagi, COF) quasi esclusivamente in provincia di Bologna e di in ed Platelminti e di potrebbe impossibile 56