DELITTO ALL`OPERA di Alessio Di Nino “Amami Alfredo”: al `Regio

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DELITTO ALL`OPERA di Alessio Di Nino “Amami Alfredo”: al `Regio
DELITTO ALL’OPERA
di Alessio Di Nino
“Amami Alfredo”: al ‘Regio Teatro’ è in scena il secondo atto della Traviata di
Giuseppe Verdi. Il tenore Giuseppe Contreras impersona Alfredo e il soprano Clara
Marras, nei panni di Violetta, due interpreti giovani, ma molto promettenti. Il
pubblico segue concentrato la musica, quando Giuseppe Contreras si accascia sul
palcoscenico. La bella Violetta, accanto a lui, inizia a gridare. Viene dato ordine
bruscamente di chiudere il sipario, e una voce impersonale annuncia al pubblico che
la rappresentazione è sospesa per un malore del protagonista. Mentre il pubblico,
deluso e preoccupato, lascia ordinatamente la platea e i palchi, un medico, presente in
sala e chiamato con urgenza a prestare i primi soccorsi al tenore, ne constata la morte,
e si accorge che la sua camicia è zuppa di sangue: una pallottola al cuore?
Viene immediatamente chiamata la polizia, e arriva subito il commissario Dino
Alessi, alto, robusto, occhiali spessi da miope e l’immancabile bastoncino di liquirizia
in bocca. Quasi contemporaneamente, giunge sulla scena del delitto il medico legale
che, a una prima ricognizione del cadavere, conferma che la morte è stata provocata
da una pallottola arrivata dritta al cuore. Mentre i poliziotti iniziano a perlustrare il
teatro, il commissario interroga il Direttore, Marcello Aliprandi, uomo di mezza età,
magro e stempiato.
“Notato qualcosa di strano?”
“Assolutamente no, questa era la quinta replica e tutto filava liscio come l’olio, lo
spettacolo sta avendo successo, ogni sera il tutto esaurito! E avevamo prenotazioni
per altri quindici giorni…come farò a trovare un sostituto adeguato?”.
Il commissario allora chiede:
“Conosceva Contreras da molto?”
“Era una mia scoperta, insieme alla Marras, sa, due artisti nascenti della lirica, io ho
un ottimo fiuto..e sto riportando questo teatro, che era in declino da anni, ai vertici..il
teatro è la mia vita, sa? Gli ho dedicato tutte le mie energie e i miei capitali e finora
ne è valsa la pena”.
”Un uomo ambizioso”, pensa il commissario e continua: “I componenti della troupe
andavano d’accordo? Contreras si era fatto qualche nemico?”
Il direttore risponde:
“C’era abbastanza armonia, ma sicuramente il nostro tenore suscitava troppe
attenzioni femminili, e oltretutto parecchie invidie maschili, per non parlare dei mariti
gelosi!”
Il commissario pensa: “Forse eri geloso anche tu?”, ma a voce alta dice: “E la
protagonista femminile?”
“Beh, la signora Marras…una bella coppia di artisti e non solo…non mi faccia
aggiungere altro..”
Il commissario Alessi cerca con lo sguardo la soprano, in un pianto disperato fra le
braccia di due amiche, e avvicinandosi, le chiede, dopo essersi presentato:
“Mi scusi, ma devo farle qualche domanda”. Stringendo il fazzoletto, Clara si asciuga
gli occhi e risponde “Dica pure”.
“Cosa è successo stasera?”
“Fino a quel momento tutto normale, poi mentre stavamo facendo un duetto,
Giuseppe si è afflosciato senza un lamento. Ho pensato: non è possibile, ha una salute
di ferro, ho provato a scuoterlo, ma non mi rispondeva… “ e ricomincia a piangere. Il
commissario aggiunge:
“La vedo molto scioccata e non voglio ulteriormente turbarla, domani verrò a trovarla
a casa, per interrogarla meglio”.
Nel frattempo si rivolge al regista teatrale, Ruggero Foschi, un bell’uomo alto e
distinto con i capelli brizzolati: “Come erano i suoi rapporti con la vittima? E’ vero
che avevate avuto un litigio l’altro giorno?”
“Guardi, il talento ce l’aveva il nostro tenore, ed era molto professionale, sempre
pronto a fare nuove prove, quindi da questo punto di vista andavamo molto
d’accordo, però, era anche un vero dongiovanni, pronto a conquistare e poi
abbandonare una donna dopo l’altra; ieri l’ho invitato a lasciare in pace la nuova aiuto
costumista, una ragazza molto giovane e carina, oltre che ingenua, ma lui ha detto di
farmi gli affari miei..”
“Perchè - chiede il commissario - quella ragazza le interessa tanto?”
“Commissario, quella ragazza è mia figlia, nata quando ero giovanissimo, l’ho
riconosciuta solo da poco e la sto aiutando a farsi strada nel mondo del teatro, ma non
volevo che avesse problemi a causa di Contreras, vista la sua fama. Devo aggiungere
che il nostro tenore aveva ottime probabilità di essere scritturato alla Scala”.
“Davvero? E come fa a saperlo?”
”Me lo ha detto lui stesso, aggiungendo però che il nostro direttore aveva un contratto
in esclusiva con lui e non glielo avrebbe sciolto neanche pagando una penale
salatissima, per cui la Scala doveva aspettare. Anzi, mi viene in mente che, Contreras,
dopo aver discusso con me ieri, aveva un colloquio con il nostro direttore, penso per
cercare di farsi sciogliere dall’esclusiva”.
“Per il momento è tutto - dice il commissario - si tenga a disposizione”.
L’indomani il commissario Alessi nel suo ufficio riceve due comunicazioni sul delitto
Contreras: il colpo mortale è stato sparato dal lucernario del teatro, situato sopra il
loggione, e il cui accesso è possibile solo da una porticina che rimane sempre chiusa a
chiave; probabilmente la pistola era munita di silenziatore e di sicuro chi ha sparato
doveva essere un ottimo tiratore. Viene inoltre trovata una vecchia medaglietta con le
iniziali M.A.
Il commissario, dopo una sosta al bar per rifornirsi di liquirizie, va con la sua Lancia
Y di colore giallo a interrogare la soprano Marras nella sua villa panoramica sul lago;
suo marito, infatti, è il ricchissimo industriale della seta Manlio Azzardini, molto più
vecchio di lei, di cui è la seconda moglie. Entrando in soggiorno, il commissario nota
parecchie teste di animali imbalsamate appese alle pareti e diverse foto scattate in
Africa. Clara nota il suo interesse e spiega:
“Mio marito ha una grande passione per i safari e la caccia grossa, va in Africa
almeno due volte all’anno e qualche volta lo accompagno, se non ho impegni di
lavoro, anche se preferisco andare in crociera”.
Il commissario pensa “Un ottimo tiratore allora!” quindi le chiede: “Allora mi dica
qualcosa sui suoi rapporti con Contreras”.
“Commissario, voglio essere sincera: tanto avrà già sentito dei pettegolezzi sul mio
conto: sì, abbiamo avuto una breve relazione, poi è finita e siamo rimasti amici.
Comunque mio marito mi ha perdonata, perché ha capito che sono felice solo con lui”
“E con i suoi soldi” pensa tra sé il commissario. Poi le chiede: “Cosa sapeva dei
contatti fra la vittima e il teatro La Scala?”
“Ah, Giuseppe si era confidato con me, mi aveva raccontato delle meravigliose
prospettive per la sua carriera, ma il nostro direttore lo aveva minacciato di non
scioglierlo dal contratto, nemmeno con una salatissima penale. Lo aveva anche
avvisato: o rimaneva con il nostro teatro, o gli avrebbe distrutto la carriera”.
“Bene, per il momento è tutto” si congeda il commissario.
Tornando in ufficio, Alessi, gustando una liquirizia, ripensa alle indagini e a quanto
ha scoperto: due possibili moventi per due colpevoli: l’interesse per il teatro per il
direttore, la gelosia per il marito industriale. Delitto per interesse o passionale?
Alessi chiede ai propri collaboratori di indagare su chi poteva impossessarsi della
chiave per la porta del lucernario e di fare ulteriori indagini sull’industriale marito
della Marras. Il giorno dopo sulla scrivania del commissario ci sono vari articoli su
un tentato omicidio avvenuto quattro anni prima, da parte della prima moglie
dell’industriale: non volendo rassegnarsi al divorzio, aveva cercato di uccidere l’ex
marito e la nuova moglie iniettando del veleno nella torta di un party. Scoperta, era
stata condannata a pochi anni perché ritenuta parzialmente incapace di intendere e di
volere. Secondo le informazioni, la donna doveva essere uscita di prigione qualche
mese prima. La prima moglie si chiamava Magda Abramovic ed era di origine russa.
Il commissario chiede ai suoi collaboratori di ritrovarne le tracce.
La sera stessa, il commissario va al Regio e apprende dal Direttore che le repliche
della Traviata sono per il momento sospese in attesa di trovare un nuovo protagonista
maschile, ma fervono le prove per allestire una nuova opera, Madama Butterfly,
protagonista principale la Marras nei panni della geisha Cio-Cio-San. Il commissario
interroga nuovamente diverse persone che lavorano al teatro, senza fare progressi. Il
direttore del teatro, mentre Contreras veniva colpito, stava parlando con il direttore
delle luci e l’industriale aveva un buon alibi: era a cena con un amico. Per quel che
riguarda la chiave del lucernario, era in un mazzo di chiavi del teatro, ma è
scomparsa. Il commissario interroga il direttore del teatro:
“Ha assunto di recente dei dipendenti?”
“Due mesi fa ho assunto una scenografa e un’aiuto-costumista”. La scenografa, che
Alessi aveva interrogato insieme agli altri la sera del delitto, è una signora di
mezz’età, Giulia Corelli, bionda e truccata pesantemente, da tutti definita un’ottima
professionista e già perfettamente affiatata con gli altri addetti al teatro.
Il commissario, per ricostruire la scena del delitto, si reca nel lucernario con due
esperti di armi e con il direttore, mentre nel palcoscenico continuano le prove di
Madama Butterfly. Il commissario sta parlando con un esperto di balistica, quando si
apre la porta di scatto, e arriva la aiuto-costumista che grida: “Commissario,
riordinando alcuni costumi di scena ho trovato nascosto l’astuccio con la spada che
viene usata da Butterfly. E’ una spada finta ovviamente, ma dovrebbe averla in scena
la Marras, non capisco come sia potuto succedere…guardi commissario sta per fare
harakiri”.
Ed ecco sul palcoscenico la scena finale: Butterfly, disperata per l’abbandono dal
tenente Pinkerton, prende in braccio il suo bimbo, gli dà l’ultimo saluto, lo benda,
prende la spada…
“Alt!! Ferma!!” Grida il commissario, e si precipita sul palcoscenico per constatare
che la lama nelle mani della Marras è vera, si sarebbe quindi pugnalata con effetti
letali. Il commissario fa chiudere tutte le porte del teatro e interroga il regista per
confermare la validità di un’ipotesi che ormai gli frulla in testa:
“Si è verificato qualcosa di diverso in scena, la sera del delitto?”
Il regista risponde: “Adesso che ci penso, i due protagonisti avevano le posizioni
invertite sulla scena, ma quella sera decidemmo di scambiarle, perché la Marras
all’ultimo minuto, quando stava per entrare in palcoscenico, si era strappata la
crinolina da una parte dell’abito, e stando in quel modo non si sarebbe visto”.
“Ma questo l’assassino non lo sapeva - dice il commissario - e dal lucernario non
vedeva bene, ma aveva fatto le prove già diverse volte e sapeva che in quella
posizione doveva esserci la Marras, cioè la donna che si era presa suo marito.. vero
signora Giulia Corelli, alias Magda Abramovic? La medaglietta è sua, vero?”
La donna, dopo aver confessato, viene presa in consegna da due poliziotti e dice:
“Peccato che nemmeno con la trovata della spada scambiata sia riuscita a eliminare
quella cagna, ma prima o poi uscirò di nuovo e allora..”
Un altro caso risolto per il commissario Alessi, a cui vengono regalati due biglietti
per la prima della Madama Butterfly al Teatro Regio, questa volta, si spera, opera
senza delitto.