Elfie - Istituto Comprensivo di Pisogne

Transcript

Elfie - Istituto Comprensivo di Pisogne
Matthew Lipman
Ann Gazzard
ELFIE
Manuale
Mettiamo insieme i pensieri
Adattamento, cura e traduzione di Maura Striano
Liguori Editore
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Tutti i diritti sono riservati. La riproduzione di questa pubblicazione a fini didattici è libera
Getting our thoughts together (Instructional Manual to accompany Elfie) :
© Matthew Lipman e Ann Gazzard
Adattamento, cura e traduzione: Maura Striano
Prima edizione italiana Settembre 2000
Liguori Editore, Srl
via Posillipo 394
I 80123 Napoli
http://www.liguori.it
Copyright © Liguori Editore, S.r.l. 2000
Lipman, Matthew :
Elfie - Manuale: Mettiamo insieme i pensieri/Matthew Lipman, Ann Gazzard
Napoli : Liguori, 2000
ISBN 88 - 207 - 2964 - 4
Ristampe:
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9 8 7 6 5 4 3 2 1 0
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2005 2004 2003 2002 2001 2000
NOTA DEL CURATORE
Si è cercato di mantenere la traduzione il più possibile fedele all'originale. Gli interventi di
adattamento si sono resi necessari per i nomi di persona e per il riferimento a situazioni, ad oggetti e a
tradizioni culturali che non sono immediatamente riferibili al contesto socio culturale del nostro paese.
Ogni intervento è tuttavia stato realizzato nello spirito del testo, sulla base dell' intento pedagogico che
anima il programma Philosophy for children. Le parti (capitoli, episodi, idee guida, esercizi e piani di
discussione) in cui è stato più marcato l'intervento di adattamento, sono contrassegnate da un asterisco,
da una nota o da un n.d.c.
Per i suggerimenti che hanno orientato il curatore nella traduzione e nell'adattamento del racconto
Elfie e del relativo manuale, un particolare ringraziamento va alle insegnanti di scuola elementare e
dell’infanzia del 10° circolo didattico di Scampìa (Napoli), - vera e propria "comunità di ricerca" educativa
e filosofica - che hanno sperimentato i materiali in traduzione nelle classi con i loro allievi, ricavando
spunti ed indicazioni preziosi per un riscontro efficace in merito alle risposte che il testo tradotto avrebbe
avuto da parte dei bambini italiani.
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PREFAZIONE
Caro insegnante, caro genitore...benvenuto all'incontro con Philosophy for children.
Sarà divertente? Lo speriamo. Sarà illuminante? Dovrebbe esserlo. Sarà un incontro con animali
parlanti e navicelle spaziali e bambini che, non si sa come, non vanno mai a scuola e non si
preoccupano di leggere né di discutere o di pensare, come nei cartoni animati televisivi? Niente affatto.
Ci si confronterà, invece, con la vita di tutti i giorni, che i bambini trascorrono per la maggior parte a
casa o a scuola. Le cose che vi accadono saranno, per lo più, eventi ordinari, ed i personaggi che
incontrerete saranno persone per certi versi molto comuni. Si tratterà del nostro mondo e delle nostre
vite così come vengono visti e pensati dai bambini.
Allora sarà terribilmente prosaico e infantile? Non necessariamente. Per esempio, vi è mai capitato di
prendere in mano una copia di National Geographic e di trovarvi una creatura così bizzarra e fantastica
che vi domandate come possa mai esistere? Cose del genere accadono a moltissime persone le quali
hanno scoperto che non esiste nulla di più straordinario del mondo della natura e della vita quotidiana: il
mondo in cui tutte le cose hanno una maniera incredibile di verificarsi e la routine quotidiana rivela,
quando viene indagata, possibilità mozzafiato...
Philosophy for children tenta di fare qualcosa dello stesso genere, ma con i pensieri invece che con le
cose. Ci sono persone che scuotono la testa e dicono di non aver bisogno della scienza per incontrare la
natura né della filosofia per incontrare i loro pensieri. Ma la scienza rappresenta un metodo molto più
efficace di esaminare il mondo naturale di qualsiasi altro metodo di cui un individuo possa disporre. Allo
stesso modo, la filosofia possiede un efficace metodo di ricerca cognitiva che riguarda in particolare i
modi in cui i nostri pensieri si collegano l'uno con l'altro e ci consente così di formulare giudizi riguardanti
determinate combinazioni di pensieri, come ad esempio le contraddizioni che non funzionano bene
insieme o le inferenze che invece funzionano a meraviglia... Questi sono soltanto alcuni degli strumenti
cognitivi di cui fanno uso i filosofi e che i bambini possono imparare ad usare per trovare più significato
nella loro vita mentale ed in ciò che percepiscono accadere intorno a sé.
I bambini hanno bisogno della filosofia? È un luogo comune che i bambini siano, all'inizio, creature
fisiche in un mondo di oggetti fisici. Le loro menti si formerebbero solo lentamente e solo molto, molto
più tardi, forse intorno ai vent'anni sarebbero pronte per la filosofia. Ma se lasciamo da parte questi
luoghi comuni, scopriamo che, una volta acquisito il linguaggio, le menti dei bambini sono
istantaneamente affollate di pensieri ed essi sono costantemente alla ricerca di criteri organizzativi che li
aiutino a distinguere i concetti più affidabili da quelli meno affidabili, i migliori dai peggiori...
I bambini pensano costantemente e riflettono su quello che pensano. E la filosofia promette loro di
aiutarli a pensare e a riflettere meglio.
I bambini acquisiscono conoscenza costantemente e cercano di fare uso di quello che conoscono.
Compito della filosofia è di aiutare ad applicare la loro conoscenza in modo più efficace, così che
possano formulare migliori giudizi nel corso delle esperienze della loro vita.
Con Elfie i bambini incominciano un viaggio filosofico che li occuperà senza soluzione di continuità
dalla scuola elementare a quella secondaria e che sarà di immenso valore per loro sia che proseguano
gli studi a livello universitario sia che non lo facciano.
Se acconsentirete ad essere i loro compagni di viaggio vi immergerete con loro nell'esperienza di
Philosophy for Children, in modo da formare insieme una "comunità di ricerca". Non sorprendetevi se il
risultato vi sbalordirà.
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INTRODUZIONE AL MANUALE
I. Il curricolo e la sua organizzazione
(a) La filosofia come fonte di abilità cognitive
Il curricolo di Philosophy for children è come una piramide capovolta che poggia sul proprio vertice:
Curricolo per la scuola secondaria
LISA
Curricolo per la scuola media
SUKI
MARK
IL PRISMA DEI PERCHÈ
Curricolo per la scuola elementare
NOUS
PIXIE
KIO & GUS
ELFIE
Curricolo per la scuola materna
L'OSPEDALE DELLE BAMBOLE
Muovendo progressivamente attraverso il curricolo, vengono sottoposte a rinforzo e sviluppo
complessivo determinate funzioni cognitive :
Abilità di
ragionamento
(induttivo, deduttivo,
analogico etc.)
Abilità di "ricerca"
(osservazione,
descrizione,
narrazione etc.)
Abilità di formazione
concettuale
(definizione,
classificazione,
etc.)
Abilità di
"traduzione"
(comprensione,
ascolto, scrittura
etc.)
Disposizioni critiche
(meravigliarsi,chiede
re ragioni, giudicare
facendo uso di
criteri, porre
domande etc.)
FILOSOFIA
Quali sono le abilità prodotte dalla filosofia e trasmesse ad altri ambiti disciplinari attraverso la
lettura, la scrittura, il parlare e l'ascoltare? Eccone alcune:
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Classi
I, II, III Media
IL PRISMA DEI PERCHÈ
Dare ragioni
Formulare domande
Ragionamento causale
Ragionamento con matrici
Ragionamento induttivo
Pensiero critico (fallacie, vaghezza, ambiguità, sensibilità al
contesto etc..)
Sillogismi condizionali
Sillogismi categoriali
Ragionamento relazionale (simmetrico e transitivo)
Standardizzazione
Contraddizione
Conversione inferenza immediata
III, IV elementare
PIXIE
Fare paragoni (esatti e inesatti)
Raccontare storie
Riconoscere ambiguità
Paragoni con standards
Definizione
Seriazione
Lavorare con modelli
Similitudini, metafore, analogie
Argomentazione
Formazione concettuale
Operazioni con regole
Classificazione
Discriminazione di significati
Adattamento mezzi /fini
Adattamento parti/tutto
KIO E GUS
Ragionamento ipotetico
Inferenza
Narrazione
Assunzione di prospettive
Dare ragioni
Ragionamento relazionale
Seriazione
Formazione concettuale
Individuazione di assunzioni
Ragionamento causale
Classificazione
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Classi
Descrizione
Fare distinzioni
Esemplificare
Trovare similarità
Riconoscere relazioni parti-tutto e mezzi-fini
ELFIE
Comparazioni (similitudini aperte, similitudini chiuse, metafore,
analogie)
I, II elementare
Fare distinzioni (nessuna x è una y, alcune x non sono y)
Fare connessioni (tutte le x sono y, alcune x sono y)
Formulare domande
Dare ragioni
Raccontare storie
È nostra convinzione che la filosofia non sia una disciplina da inserire in un curricolo in modo
occasionale ma che rappresenti il nucleo del processo educativo. Non intendiamo la filosofia come viene
tradizionalmente intesa e proposta: attraverso lezioni frontali ed argomentazioni guidate, un po' come si
è sempre fatto al liceo o all'università. Parliamo di filosofia come "filosofare", proposto in un formato
adatto ai diversi gradi di scuola, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria. Le letture, allora, saranno
racconti, la procedura sarà la ricerca dialogica ed insegnanti ed alunni saranno co - partecipanti alla
"comunità di ricerca" formatasi in classe.
Philosophy for Children vuole essere una totale "esperienza di pensiero - attraverso -il -linguaggio"
godibile e soddisfacente di per sé. Questa è la sua dimensione consumatoria.
Ma si prefigge anche di preparare gli studenti ai percorsi scolastici successivi aiutandoli a "pensare
nelle discipline" che affronteranno. Per fare ciò, in primo luogo si tenterà di infondere nelle cosidette
"abilità di base" - leggere, scrivere, parlare, ascoltare - il suo formidabile bagaglio di abilità e disposizioni
critiche.
Una volta che le abilità critiche avranno informato le abilità di base ci si aspetta che gli allievi le
portino autonomamente nelle diverse discipline che incominciano ad incontrare nella scuola media ed in
quella superiore.
Il processo potrebbe essere rappresentato con un diagramma di questo tipo:
Italiano ed educazione linguistica
Leggere
Matematica
Scrivere
Scienze
Educazione fisica
Parlare
Storia Geografia
Ascoltare
Disposizioni ed abilità di pensiero critico stimolate dalla filosofia
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La filosofia è la disciplina che prepara gli studenti a "pensare nelle discipline". Questo è il suo aspetto
strumentale.
Mentre consideriamo come le abilità cognitive vengano trasmesse dalla filosofia alle altre aree
disciplinari, non dobbiamo dimenticare che ogni aspetto della filosofia è come una lente che focalizza
alcuni particolari aspetti del contenuto disciplinare preso in considerazione (ecco alcune suddivisioni di
base - logica, etica, epistemologia, estetica e metafisica [...] ma vi sono molte più aree di
specializzazione). Così la logica, per esempio, illumina e focalizza gli aspetti logici dell'educazione
linguistica, della matematica, delle scienze, dell'educazione fisica, della storia, della geografia etc. e ogni
altra suddivisione fa lo stesso. In altre parole, ogni disciplina può essere osservata da un punto di vista
logico, etico, estetico, epistemologico, metafisico...
Italiano ed educazione linguistica
Logica
Etica
Matematica
Scienze
Epistemologia
Educazione fisica
Estetica
Storia Geografia
Metafisica
FILOSOFIA
Questa procedura, per mezzo della quale la filosofia illumina e focalizza qualsiasi contenuto cui sia
applicata, si ritrova in tutti i programmi del curricolo di Philosophy for Children, da L'ospedale delle
bambole a Mark.
In Elfie, per esempio, i problemi logici con cui si confrontano i bambini immaginari del racconto sono
il fare paragoni, distinzioni e connessioni (e, implicitamente, la crescente consapevolezza dei criteri
fondamentali di identità e di differenza).
Le questioni etiche includono la scelta che Elfie deve fare tra due scuole, il suo essere tormentata da
Sergio e da suo fratello, e la sua amicizia con Sofia.
Le questioni epistemologiche includono il porre domande ed il rispondere alle domande (in relazione
all'incapacità di Elfie di fare domande in classe) il meravigliarsi, l'immaginare, ed altri atti mentali e
procedure di ricerca implicati nella costruzione della conoscenza.
L'interesse che Elfie manifesta per ciò che è esteticamente soddisfacente si estende a tutte le cose
che vede ed ammira in classe, compresi "gli occhi viola di Sofia", l'abbigliamento del direttore, i colori del
suo coniglio immaginario, e le "bellissime" domande di Sofia.
E l'interrogarsi stupito ed il pensare di Elfie implicano anche questioni metafisiche come la realtà, la
mente, la vita, il tempo, il mondo e cosa significa essere qualcuno...
b) Philosophy for children e lo sviluppo del giudizio
Una delle cose più evidenti della nostra cultura è il modo in cui le sue componenti tendono ad
orientarsi a livelli inferiori. Per esempio, per effetto della televisione, i bambini sono sollecitati al
confronto con materiali, idee ed esperienze che cinquant'anni fa sarebbero stati riservati soltanto ad un
pubblico adulto. Il mondo ora si rivela ai giovani in età sempre più precoce. Un ampio spettro di stili di
vita preme sui bambini in crescita, che spesso li percepiscono come un disorientante miscuglio di
possibilità alternative.
Ma il "mondo fantasma" proposto dalla televisione si sostanzia dell'immagine del mondo che si
costruisce raccogliendo residui ed elementi diversi nel confronto con le immagini che del mondo hanno i
compagni di classe.
Esperienze da cui i bambini prima venivano protetti ora sono sempre più accessibili a bambini
sempre più piccoli. Cosa bisogna fare per rinforzare la capacità che i bambini hanno di valutare e
rispondere a queste ammiccanti alternative?
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Forse la cosa più efficace ed affidabile da fare è coltivare la capacità di pensare dei bambini. I
bambini possono essere stimolati a pensare, così da giungere a pensare in modo sempre più
competente e critico. Un "pensatore critico", come ha scritto qualcuno, è "chi è mosso in modo
appropriato da ragioni" piuttosto che da semplici impulsi o da riflessi automatici. Un pensatore
scrupoloso, responsabile, infatti, è mosso da ragioni, ma in quale direzione, verso cosa? Certamente,
desideriamo che i bambini pensino in modo critico, così da poter diventare esseri umani più ragionevoli,
persone che manifestino qualcosa che possiamo chiamare "buona capacità di giudizio".
Incominciare a sollecitare ragioni dai bambini nella scuola dell’infanzia non è troppo presto, né è
troppo presto fare in modo che imparino a valutare le ragioni che danno.
I bambini molto piccoli, infatti, devono apprendere non solo a dare ragioni per ciò che fanno, ma a
conoscere la differenza tra buone e cattive ragioni.
Poiché i bambini generalmente imparano qualcosa osservando il modo in cui gli altri lo fanno,
sarebbe utile se le ragioni che gli adulti danno ai bambini fossero ugualmente buone ragioni. Bambini
circondati da adulti che abitualmente fanno uso di ragioni deboli ed infondate per quanto pensano e
fanno faranno anche loro uso di ragioni deboli ed infondate.
Probabilmente solo una piccola percentuale di bambini arriva alla scuola dell’infanzia presumendo
che le loro azioni ed opinioni non saranno mai sfidate o contestate dagli altri bambini o dagli insegnanti.
Impariamo, anche prima di arrivare a scuola, che i nostri atti e le nostre visioni delle cose, per quanto ci
possano sembrare soddisfacenti, sono spesso ritenuti discutibili dagli altri. In questo periodo
intraprendiamo, quindi, un processo di apprendimento che ci conduce alla consapevolezza di dover fare
di più che semplicemente spiegare quanto abbiamo fatto o detto: dobbiamo giustificare le nostre
discutibili azioni e affermazioni indicando non cosa ci ha indotto a fare una cosa, ma quale fosse la
nostra intenzione nel farla. Non come siamo arrivati a formarci una certa opinione, ma quale è la nostra
ragione per continuare a mantenerla. Non le condizioni che ci hanno spinto a formulare un giudizio, ma i
criteri che mi hanno guidato in tale formulazione.
Per il momento i bambini incominciano ad offrire ragioni per quanto dicono e fanno e sono impegnati
in una valutazione del loro comportamento, e ciò incomincia a verificarsi non molto dopo i primi stadi di
acquisizione del linguaggio.
Ma dire che i bambini che lavorano con Philosophy for Children fanno esperienza nel dare ragioni è
riferirsi solo ad un aspetto del programma. Essi vengono anche aiutati a distinguere tra ragioni migliori o
peggiori, ragioni forti e ragioni deboli. Ed incominciano ad imparare che le ragioni devono essere
rilevanti: una "ragione irrilevante" non è affatto una ragione. Ancora, si confrontano, attraverso la lettura
dei racconti, con parole come "buono", "cattivo", "giusto" e "sbagliato" in modo che, nel corso della
discussione, possano incominciare ad conoscere la ricchezza di significato di questi termini e la loro
potenza nel nostro universo linguistico. In altri termini, i bambini vengono sollecitati al confronto non solo
con una varietà di situazioni in classe in cui il dare ragioni diventi una priorità ed una necessità, ma
hanno anche l'opportunità di comprendere le considerazioni logiche ed etiche di cui bisogna tener conto
se questo "dare ragioni" deve essere soddisfacente.
Il pensiero critico, allora, è intimamente connesso al fare domande ed al fornire ragioni.
Il pensiero critico può esser visto come una versione abbreviata della metodologia filosofica,
lasciando fuori il vasto dominio della filosofia come disciplina: il corpus di tradizionali argomenti nei cui
termini è stato analizzato ogni concetto filosofico. È una metodologia che non si accontenta di dare tutto
per scontato, in quanto riconosce come, sotto convinzioni e pratiche consolidate, apparentemente
innocue, possono nascondersi abissi deformanti di ignoranza e superstizione.
Non vogliamo dire che i bambini in una classe in cui si pratica il pensiero critico siano incoraggiati
all'argomentazione in modo meccanico ed automatico. Piuttosto, li si sollecita a formulare domande, ad
argomentare, a dare ragioni in modo che, quando i problemi affiorano in superficie, come generalmente
accade durante discussioni intellettualmente vivaci, i bambini avranno a disposizione gli strumenti
adeguati e saranno pronti a confrontarsi in modo efficace con le questioni cognitive emergenti.
Per ritornare alla relazione tra pensiero critico e giudizio: ciò che chiamiamo giudizio è il prodotto
della comparazione e del contrasto, e la comparazione ed il contrasto implicano la percezione e la
comprensione delle relazioni. Non possiamo esprimere un giudizio su un individuo in quanto individuo:
possiamo formulare un giudizio solo quando vediamo tale individuo in comparazione, in relazione ad altri
individui o in relazione a standard ideali di un certo tipo (anche definire qualcuno "unico" significa mettere
in contrasto una persona con altre che hanno qualità in comune).E così, per facilitare il giudizio,
dobbiamo essere capaci di afferrare le relazioni e per afferrare le relazioni è necessario un pensiero vigile
e critico. Date due persone o due opere d'arte che in qualche modo si assomiglino, sono necessari una
attenta percezione ed un pensiero analitico per identificare i tratti che le rendono diverse e quelli che le
rendono simili, e un tale tipo di pensiero è un necessario precursore del giudizio.
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Il pensiero critico facilita il giudizio: esiste una relazione reciproca tra entrambi molto familiare. Quelli
che pensano in modo critico sono in grado di formulare giudizi profondi ed articolati e coloro che
formulano giudizi profondi ed articolati probabilmente in precedenza sono stati implicati in attività di
pensiero critico.
Ma vi sono altre caratteristiche del pensiero critico in aggiunta alla sua connessione al giudizio. In
primo luogo, vi è la sua fondazione su ragioni, e, in particolare, su quel tipo di ragioni chiamate criteri o
standard. Queste sono tra le ragioni più forti ed affidabili di cui disponiamo, per cui non è sorprendente
che ci riferiamo ad esse quando formuliamo dei giudizi.
In secondo luogo, vi è il fatto che il pensiero critico è una forma di ricerca, e tutta la ricerca è
autocorrettiva. È fortemente impegnata nella ricognizione di qualsiasi errore potrebbe aver fatto lungo il
percorso e cerca di scoprire e di emendare le proprie deficienze. In terzo luogo, il pensiero critico è
sensibile al contesto. È attento al fatto che solo regole appropriate vengano applicate a particolari
situazioni e che tutte le sfumature di tali situazioni siano prese interamente in considerazione.
I lettori dei racconti di Philosophy for Children sono incoraggiati a pensare con attenzione a ciò che
leggono. Sono spinti a prestare particolare attenzione al testo e a dire che cosa trovano di piacevole e di
interessante in ciò che leggono. Da questi commenti e dalle differenze di punti di vista emerge lo stimolo
per la ricerca. I lettori sono sollecitati a vedere il tessuto della prosa come inerentemente problematico, a
comprendere che ciò che viene detto contiene molti aspetti e caratteristiche che sollecitano perplessità e
stimolano il pensiero. In questo senso, il testo è un surrogato degli aspetti enigmatici della stessa natura,
cosicché per esempio l'interrogarsi su Elfie può essere considerato un passo in direzione di un più ampio
ed allargato interrogarsi sul mondo.
La lettura critica si determina allorquando pensiamo criticamente mentre leggiamo, così come una
discussione critica si determina quando ragioniamo intraprendendo un dialogo. Se il testo non apparisse
problematico, i bambini lo accetterebbero semplicemente senza pensare, proprio come si potrebbe
inghiottire qualcosa senza masticarlo. Le ambiguità devono essere portate allo scoperto così da
provocare i bambini a domandare: "Quale significato è quello giusto?". La vaghezza deve essere
riconosciuta, così che i bambini possano chiedersi: "Dove si vuole arrivare? Cosa viene affermato e cosa
viene suggerito?". Si devono mettere a confronto gli elementi di illogicità, così che i lettori si chiederanno:
"Come si può formulare questo pensiero in modo più ragionevole?" e si devono mettere in luce le
confusioni concettuali, in modo che gli studenti incomincino a ricavare dalla confusione e a sperimentare
interpretazioni portatrici di senso.
Purtuttavia il compito di una lettura di filosofia per bambini non è quello di essere sistematicamente e
deliberatamente ingannevole. A differenza di coloro che mettono i bambini a confronto con dilemmi
senza uscita, l'obiettivo qui non è quello di sconfiggere i tentativi dei bambini di pensare in modo
autonomo. Piuttosto, l'obiettivo è quello di aiutarli a pensare autonomamente rendendoli capaci di
trionfare sulle difficoltà fino a che non trovino in sé le risorse per farlo insieme ai loro compagni e, infine,
per farlo da soli, senza alcun aiuto.
Ciò non vuol dire che Philosophy for Children voglia stimolare soltanto il pensiero critico e non altre
modalità di pensiero ugualmente importanti, come il pensiero creativo o il pensiero scientifico.
Philosophy for Children fornisce una sorta di "ponte" tra il pensiero ordinario e queste modalità di
pensiero più specializzate. Prepara i bambini a pensare in modo più libero ed aperto sia su questioni
reali che su questioni immaginarie. Il pensiero competente che viene prodotto rende i bambini pronti a
confrontarsi con qualsiasi tipo di ricerca sia richiesta dalla situazione.
II. Come funziona Elfie
a)la fiction filosofica
Gli allievi delle classi in cui si lavora con Philosophy for Children leggono brevi racconti riguardanti
bambini impegnati in una ricerca filosofica. I filosofi di professione potrebbero trovare questi testi un po'
troppo "letterari" per i loro gusti, e gli insegnanti di letteratura potrebbero trovarli non abbastanza letterari.
Il punto è che la fiction filosofica è un genere indipendente, pedagogicamente utile, ed i bambini non
sollevano obiezioni a riguardo. Trovano in essa personaggi simili a loro come sono o come potrebbero,
senza troppa difficoltà, immaginarsi di essere. Essi vi trovano anche una sorta di intreccio - una storia
che si dispiega - e, nel processo del suo svolgimento, porta allo scoperto idee e ragionamenti filosofici.
Una delle cose che appare immediatamente degna di nota in Elfie e negli altri racconti del curricolo di
Philosophy for Children è che essi appaiono poco contrastati a paragone con altri tipi di fiction per
bambini, dalle favole ai cartoni animati televisivi. Questi ultimi sono pieni di colore e di azione e, per
contrasto, i racconti filosofici possono apparire uniformi e prosaici. Alcuni bambini (ed alcuni insegnanti)
trovano discutibile questa mancanza di colore e di azione. Vorrebbero vedere più scontri tra il bene ed il
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male, più avvenimenti fantastici, avventure improbabili ma eccitanti. Come spesso accade, quando
crescono comunque questi bambini continuano a trovare il mondo reale blando e privo di interesse e
continuano a riferirsi ad una morale primitiva, in cui ciò che conta è la lotta tra i Buoni ed i Cattivi, le
Forze della Luce e le Forze delle Tenebre. Sfortunatamente, i Buoni, le Forze della Luce diventano loro
stessi, la loro nazione, il loro gruppo etnico mentre tutto il resto e tutti gli altri rappresentano il male o
uno strumento delle forze del male.
I racconti di Philosophy for Children, d'altro canto, si riferiscono al ragionamento ed all'immaginazione
nel mondo naturale e reale anziché cercare di trascenderlo e cercano di trovare il fantastico, il
meraviglioso, l'eccitante in questo mondo. Se i personaggi dei racconti cercano la bellezza e la verità
essi lo fanno nella natura - e spesso arrivano a trovarle. E se vi sono differenze di natura morale, si tratta
di differenze tra il migliore ed il peggiore, non tra il bene ed il male.
Il peggio che possa accadere ad Elfie, per esempio, è essere insistentemente tormentata da Sergio.
Elfie si preoccupa di ciò che possono fare le persone buone, delle cose belle che si possono trovare
negli altri e nella natura, e degli ordini di significato (uno dei quali è rappresentato dalla verità) che
possono essere scoperti con la ricerca. La filosofia cerca lo straordinario sotto la superficie dell'ordinario,
precisamente dove i poeti ed i bambini l'hanno sempre collocato. Il fratello di Elfie le mostra che aprire
una noce può essere una esperienza unica e straordinaria ed Elfie gli è grata per questa rivelazione. E
non è soddisfatta solo di apprezzare la saggezza che Sofia incarna per lei: vuole anche riuscire a
caratterizzare e a definire la saggezza.
Alcuni insegnanti non hanno problemi con i bambini immaginari in Elfie, ma sono perplessi riguardo
agli adulti nella storia. "Perché il direttore è così strano?" si chiedono. Perché la signora maestra è così
intellettuale? Perché i genitori di Elfie non fanno di più per lei, per esempio perché non vanno a parlare
con la maestra e con il direttore?
Ma il direttore è veramente strano? La maestra veramente intellettuale? E siamo sicuri che i genitori
di Elfie non abbiano mai parlato con la maestra e con il direttore? Il punto è che noi abbiamo solo come
punto di riferimento l'osservazione che una bambina, Elfie, fa di queste persone e queste situazioni. Se
dobbiamo mantenerci fedeli alla prospettiva di Elfie, dobbiamo riferirci a come lei vede gli adulti. Lei è,
dopo tutto, una bambina timida, spaventata, ed è ovvio che, all'inizio della storia, trovi la scuola
spaventosa ed intimidatoria. Se sapessimo qualcosa di più sul modo in cui è stata trattata alla scuola
dell’infanzia forse potremmo anche azzardare un tentativo di spiegazione delle sue reazioni nei confronti
degli adulti con cui si confronta in prima elementare e nei confronti dei suoi compagni. I piccoli lettori,
entrando nel mondo di Elfie, scopriranno che le sue percezioni sono a volte accurate e a volte distorte
così come scoprono riflettendo, possono essere le loro percezioni. Per Elfie il comportamento del signor
direttore e della signora maestra è in talune occasioni piuttosto enigmatico, ma, in genere, lei sospende
discretamente il proprio giudizio su di loro, come fa con i suoi genitori. Ciò probabilmente non è raro in
bambini della sua età.
b) la lettura profonda
I bambini che incontrano Elfie in genere stanno appena imparando a leggere. Quello che accade di
solito è che l'insegnante legge un episodio e poi se ne fa lettura in gruppo. Gradualmente, un numero
sempre crescente di bambini si unisce alla lettura corale ed alla fine un bambino può prendere il posto
dell'insegnante, fino a che tutti i bambini arriveranno a leggere ad alta voce un brano del racconto.
Poi l'insegnante incoraggia i bambini a dire cosa sia loro piaciuto (o non piaciuto) nella parte di storia
appena letta. Questi commenti vengono scritti dall'insegnante sulla lavagna, ciascuno seguito dal nome
del bambino che lo ha fatto. Quindi la lista di osservazioni scritte diventa l'agenda di lavoro per la
discussione risultante. L'insegnante cercherà di fare in modo che la discussione in classe tocchi tutti i
temi indicati dall'agenda. Saranno necessarie una o più sessioni di discussione, a seconda del numero di
osservazioni presenti nell'agenda e dell'interesse che i bambini hanno per esse. La discussione può
essere iniziata a partire dall'ultima osservazione, andando a ritroso oppure andando avanti a partire dalla
prima. A volte si può chiedere alla classe da quale osservazione incominciare. L'ordine non è tanto
importante quanto l'attenersi all'attenzione dei bambini, tenendo conto se sono già profondamente
impegnati nella discussione di una questione o se è necessario ritornare ad una questione all'inizio della
lista che ha generato notevole interesse. Molti insegnanti tendono a raggruppare le osservazioni
suggerite prima di partire con la discussione, ma con bambini di questa età diventa spesso un esercizio
di meta-livello che può determinare talvolta una perdita di interesse. Tale raggruppamento non è
necessario. Può essere comunque un esercizio interessante ed è utile farlo in particolare nel corso della
discussione, in modo da non sembrare ai bambini puramente una dimostrazione del potere
classificatorio dell'insegnante o un'attività centrata sul docente.
Le letture per bambini in genere tendono alla chiarezza ed alla semplicità: i loro editori le hanno
passate in rassegna coscienziosamente rimuovendo tutti gli esempi di ambiguità ed enigmaticità. Il
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risultato è una limitazione del potenziale di provocazione del pensiero di questi materiali. Come altre
letture di Philosophy for Children Elfie spesso può essere generatrice di perplessità e di domande. Questo
non significa, comunque, che i bambini saranno in grado di raccogliere tutti gli elementi provocatori ad
una prima lettura.
Potranno individuare solo poche cose, ma le poche cose che avranno selezionato dovranno essere
esplorate in modo esaustivo. Quindi, una lettura profonda combina insieme il seguire il sentiero tracciato
dall'interesse dei bambini con penetranti esercizi filosofici e piani di discussione.
Certamente, anche l'insegnante è un membro della "comunità di ricerca" che si è formata in classe e
pertanto si sollecita anche il contributo dell'insegnante all'agenda di lavoro. Allo stesso modo, è
importante che l'accettazione di tale contributo da parte della classe dipenderà dal giudizio professionale
dell'insegnante in relazione a quanto gli studenti siano inclini ad adottare ciecamente il suo punto di
vista.
La lettura profonda, quindi, implica un esame approfondito di ciò che i bambini trovano interessante e
problematico. Implica anche il rafforzamento della abilità di ragionamento e di traduzione dei bambini. Le
abilità di ragionamento rendono i bambini capaci di ricavare inferenze e di scoprire assunzioni implicite.
Le abilità di ragionamento ci rendono possibile determinare cosa venga presunto, implicato e suggerito
da un'affermazione cioè, in larga parte, quale sia il significato di tale affermazione.
Le abilità di traduzione, d'altro canto, sono necessarie puramente per determinare cosa esprima l'
affermazione in questione. Supponiamo, per esempio, che un bambino legga: "Il sole splende raramente
a Milano" e non ha mai incontrato prima la parola "raramente". Egli potrà richiamare alla mente che
"raro" è associato con "solo un po' " o forse con "a volte". Ora, la frase potrebbe essere tradotta come: "A
volte il sole splende a Milano" o come: "Alcuni giorni a Milano sono pieni di sole, ma di solito gli altri no".
La nostra scelta per l'ultima versione suggerisce che seguiamo una regola di traduzione logica, cioè "X
sono raramente Y" è logicamente equivalente a "Alcuni X sono Y" e "Alcuni X non sono Y".
La lettura profonda va ancora al di là delle relazioni che la frase suggerisce ad altre frasi che assume
o che sono da essa implicate. Penetra all'interno della stessa frase e conduce ad una riattualizzazione
dei processi di pensiero dell'autore all'atto di scriverla insieme ad una considerazione della frase alla luce
di vari criteri (estetici, epistemologici, etici etc.) da parte del lettore.
Supponiamo che la frase sia: "Tutti vogliono naturalmente conoscere". Il lettore critico si chiederà:
"Come lo sa l'autore?", "È vero?", "È una frase ben costruita?" e così via.
Per i lettori alle prime armi queste domande possono trovare difficilmente risposta attraverso lo
studio delle regole di costruzione della frase (soggetto - verbo - oggetto oppure sostantivo - verbo avverbio...). È la logica, più che la grammatica, a fornire l'energia necessaria a ricavare il significato dal
testo cioè, per ricavare le necessarie inferenze e per esplicitare le assunzioni implicite.
Tra gli strumenti che la logica ci insegna vi sono i criteri, tra cui hanno importanza fondamentale
quelli di identità e differenza.
Per mezzo di questi criteri, è possibile intraprendere due fondamentali operazioni cognitive, cioè fare
distinzioni e trovare connessioni. E questi due processi sono presupposti quando si proceda nel fare
paragoni.
Il sistema della logica classica fa precisamente uso di tali operazioni. Incomincia con quattro tipi di
proposizioni originarie 1) tutte le x sono y; 2) nessuna x è una y; 3) alcune x sono y; 4) alcune x non sono
y. La prima e la terza di queste proposizioni illustrano il fare connessioni e la seconda e la quarta il fare
distinzioni.
Tutti gli altri processi di ragionamento emergono da questi elementi, e sono questi elementi che
troviamo in Elfie.
La logica ci assicura la preservazione della verità nel ricavare inferenze e la preservazione del
significato nell'operare traduzioni. Una sufficiente familiarità con il linguaggio normalmente fornisce ai
bambini la padronanza di questo tipo di logica sebbene raramente vi sia richiamata direttamente la loro
attenzione. Quando i bambini arrivano alla scuola dell’infanzia, probabilmente con carenze linguistiche, e
iniziano ad evidenziare difficoltà nell'apprendimento, vi è ragione di sospettare che esistano carenze di
base relative a queste abilità di ragionamento e di traduzione. Sono proprio queste carenze (piuttosto che
le carenze grammaticali) che tendono ad ostruire la derivazione dei significati dai testi. E
sfortunatamente si pone rimedio a tali carenze di abilità logiche solo quando se ne rileva l'insufficienza
piuttosto che quando si rivelano appena adeguate.
c) la formulazione di domande
Elfie ha una mente agile, ma ha problemi quando si tratta di fare domande in classe. Alcuni di questi
problemi possono essere di ordine psicologico in relazione alla sua scarsa autostima (la situazione è
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determinata da un paradosso logico: evidentemente è stata quasi bocciata alla scuola dell’infanzia
perché non parlava in classe e quel quasi fallimento ora determina gli stessi dubbi su se stessa che
contribuiscono alla sua incapacità di parlare in classe in prima elementare).Ma vi potrebbero essere altri
problemi oltre a quelli che la rendono insicura nel formulare ed articolare le sue domande. Elfie talvolta è
incredibilmente ingenua e talvolta profondamente analitica, con il risultato che in certe occasioni
potrebbe semplicemente essere troppo innocente fare le domande giuste ed in altre occasioni potrebbe
essere troppo prudente.
In che misura Elfie rappresenta un buon numero di bambini di prima elementare? Forse si potrebbe
rispondere che non ci potrebbero essere molti bambini come lei, ma che vi siano aspetti di lei in molti
bambini, e che questo è ciò che conta: che i bambini possano in qualche modo identificarsi con lei.
Se vogliamo promuovere il pensiero nei bambini dobbiamo essere capaci di presentare a loro il
curricolo come problematico.
La problematicità provoca il pensiero ed il pensiero dovrebbe dar luogo alla formulazione di domande
se deve contribuire alla costruzione dell'agenda della "comunità di ricerca". In tale comunità, "pensatori
critici" formulano domande, ragionano ed apprendono insieme.
Tra l'altro ciò solleva il singolo dall'interrogarsi solitario che nella nostra società potrebbe essere
interpretato come mero malcontento. Ogni domanda è una sonda, indagine di un'interiorità fino ad ora
remota.
Se la scienza consiste nel "porre domande alla natura" come spesso è stato detto, la filosofia allora è
un porre domande a se stessi. Certamente, chiunque potrebbe chiedersi ciò che è ovvio o evidentemente
opinabile, ma quelli che pensano in modo critico si specializzano nel porre domande in relazione a ciò
che altrimenti sarebbe dato completamente per scontato. Non si deve operare un fraintendimento,
intendendo che l'unica rispettabile posizione per un pensatore è sostenere che "le cose non sono quello
che sembrano essere " perché ciò non è più rispettabile dell'affermare che "le cose sono precisamente
quello che sembrano essere".
Ad ogni modo, si incomincia a pensare in modo critico quando ci si comincia a rendere conto
dell'opposizione dialettica tra queste posizioni cosicché non si può dare per scontata una sola posizione
né accontentarsi di una persistente opposizione tra di esse. Il pensiero critico è quindi una ricerca di
alternative, rifiutando di dare per scontata la non esistenza di tali alternative. Tutte le domande non sono
altro che frammenti di un'unica ricerca, che consiste nel trovare una varietà di modi di vivere dei quali
possiamo meglio comprendere le condizioni e le conseguenze. Non è troppo presto incominciare questa
ricerca nella scuola elementare.
d) il raccontare storie
Quando parliamo di "raccontare storie" quello che ci viene immediatamente in mente è un adulto che
racconta storie a dei bambini. Senza dubbio questa può essere una esperienza molto soddisfacente ed
edificante sia per chi racconta che per chi ascolta. Né possiamo negare l'importanza che i bambini
acquisiscano un modello di che cos'è effettivamente "raccontare storie" o l'importanza che i bambini
divengano ascoltatori riflessivi e consapevoli.
D'altro canto, i bambini non dovrebbero essere privati dell'esperienza di "raccontare storie" in prima
persona. Non è per la sicurezza personale che conferisce loro l'avere degli ascoltatori, sebbene non
possa essere ignorata l'importanza di questo fattore psicologico.
Ma i bambini hanno anche bisogno di vivere l'esperienza di ordinare e verbalizzare i loro pensieri, e i
requisiti di una storia la rendono un perfetto veicolo per le loro tendenze affabulatorie. Le storie devono
essere organizzate: inizio, centro, fine, parti e tutto, frasi e periodi, prima e dopo, qui e lì, prima persona,
seconda persona, narrazione e dialogo. Le storie devono essere composte, così da avere la loro integrità
e validità, nonostante possano apparire strane in rapporto ad altri parametri.
Sorvolare sul bisogno che i bambini hanno di costruire storie e di raccontarle significare ignorare un
elemento importante nella loro educazione.
Significa che i bambini che si confrontano con storie filosofiche come Elfie dovrebbero essere
incoraggiati a costruire anche loro storie filosofiche?
Non ci sarebbe nulla di male se lo facessero o se decidessero di farlo, ma perché limitare
deliberatamente l'argomento delle loro storie?
Se vogliono ricorrere alla finzione non fanno nulla di male in tanto che sono consapevoli di avere
l'opzione di immaginare questa realtà come se fosse diversa, così come l'opzione di immaginare una
altra realtà totalmente differente.
13
Kenneth Koch ha spinto con successo i bambini a scrivere poesie facendo loro costruire versi che
contenessero desideri, bugie, millanterie e sogni. Anche le storie possono essere costruite con tali
materiali, ed i bambini spesso godono dell'opportunità di farne uso.
La filosofia dovrebbe essere usata per generare creatività, non per inibirla.
Non c'è bisogno che le storie finiscano una volta raccontate. Esse possono anche essere
rappresentate, scritte e disegnate. Per molti bambini creare e raccontare una storia è solo un preambolo
per l'autentico divertimento di rappresentare la storia, di drammatizzarla.
Una volta che il resto della classe ha ascoltato la storia si può chiedere ai bambini di scegliere una
parte e di recitarla insieme al narratore. Sebbene gli esercizi di costruzione di storie nel manuale non si
concludano sempre con un invito alla drammatizzazione di tutte le storie composte dai bambini, l'invito
dovrebbe essere considerato come una norma generale da accogliere in tutte le occasioni adatte.
III. Insegnare Elfie
Gli insegnanti che lavorano con qualsiasi programma di Philosophy for Children devono avere una
preparazione specifica costruita attraverso la partecipazione ad un seminario di formazione guidato da
1
un certified teacher educator dell'Institute for The Advancement of Philosophy for Children .
Nel corso del seminario di formazione gli insegnanti lavorano con i materiali del curricolo con i quali
opereranno in classe alla stessa maniera in cui i loro allievi lavoreranno con gli stessi materiali. Formano
una "comunità di ricerca", leggono brani del testo ad alta voce, contribuiscono con le loro domande e le
loro osservazioni alla comune agenda di discussione e fanno pratica con gli esercizi ed i piani di
discussione del manuale. Senza questa formazione gli insegnanti non possono aspettarsi che i loro
allievi sviluppino quei nessi cognitivi di cui sarebbero altrimenti capaci.
I seminari di formazione in Philosophy for Children generalmente consentono agli insegnanti di
lavorare su due programmi. Uno è il programma che andranno ad insegnare, l'altro viene usato come
strumento di ulteriore comprensione dell'approccio metodologico e dei contenuti veicolati. Vi è una
consolidata tradizione per cui, qualsiasi programma si usi, il programma di supporto in formazione
debba essere Il prisma dei perché. Ciò perché questo programma è costruito esplicitamente (e non
implicitamente, come accade per programmi indirizzati ai cicli inferiori) per fornire le abilità di
ragionamento, formazione concettuale, ricerca e traduzione essenziali per avviare ogni filosofare e per
indirizzare ogni processo educativo.
Così anche quegli insegnanti che non hanno in programma di insegnare Il prisma dei perché
farebbero bene a seguire un seminario di formazione con questo programma prima di lavorare con altri
materiali ad altri livelli.
Ecco alcune cose da tenere in considerazione quando ci si prepara a lavorare nelle classi con Elfie:
(a)Il setting
Il setting dovrebbe essere confortevole, rilassante, informale. Poiché si vuole essenzialmente
promuovere il dialogo naturalmente non si faranno sedere i bambini nei banchi di faccia all'insegnante .
Le sedie saranno poste in circolo e l'insegnante si accomoderà all'estremità del cerchio, vicino alla
lavagna. Ma sarebbe anche meglio se nell'aula vi fosse un grande tappeto così che i bambini possano
sedersi comodamente sul pavimento.
Ma un tappeto non è l'unico accorgimento per promuovere il dialogo. L'aula potrebbe essere decorata
con elementi che suggeriscano un senso di cameratismo e di comunità. Vi si potrebbero appendere i
lavori dei bambini in modo che questi siano circondati da ricordi della loro creatività insieme agli altri
oggetti che si riferiscono alla geografia e alla storia naturale del mondo.
Altri decorazioni colorate potrebbero contribuire a creare un'atmosfera di calore ed ospitalità con
anche un tocco di mistero.
1
In Italia programmi di formazione per docenti di diverso ordine e grado di scuola sono organizzati a richiesta dal Centro
di Ricerca Per l'Insegnamento Filosofico, Via Frigento 4/16 A, 00186,Roma, Via S.Francesco 46,87022, Cetraro, CS, telefax
0982 92084 e dal Centro Interdisciplinare di Ricerca Educativa sul pensiero, Via Carducci 8,45100, Rovigo, telefax 0425
23455. Seminari informativi di aggiornamento sul programma ed iniziative di sperimentazione curate da un certified teacher
educator dell'ICPIC vengono anche organizzati presso il Dipartimento di Scienze Relazionali dell'Università degli Studi di
Napoli Federico II, Sezione di Pedagogia e presso la Cattedra di Pedagogia Generale della Seconda Università degli Studi di
Napoli.
14
Questi accorgimenti decorativi non sono tuttavia essenziali e molti insegnanti lavorano con successo
in contesti spartani, semplicemente facendo in modo che i bambini sentano e sappiano di essere
accettati, rispettati, curati..
(b) La lettura
È consuetudine che la sessione di lavoro incominci con la lettura dell'episodio che verrà discusso
quel giorno. Spesso l'insegnante legge l'episodio in modo espressivo in quanto ciò trasmette altrettanto
significato che parole in sé. Poi l'insegnante ed i membri della classe rileggono il testo insieme ad alta
voce. Naturalmente molti non sapranno ancora leggere ma staranno cominciando ad imparare a seguire
le parole sul foglio e presto giungeranno ad unirsi alla lettura.
L'insegnante quindi invita la classe a dire cosa abbia trovato di piacevole ed interessante
nell'episodio. Questi commenti sono scritti sulla lavagna dall'insegnante seguiti ciascuno dal nome del
bambino che l'ha formulato. I bambini sono contenti e fieri di vedere il loro contributo ed il loro nome
sulla lavagna, così che tutti possano vederli.
(c) La discussione
La decisione dell'ordine in cui debbano essere discussi questi commenti dovrebbe essere guidata dal
senso che l'insegnante ha della focalizzazione dell'interesse della classe. Poiché i tempi di attenzione dei
bambini delle elementari possono essere piuttosto brevi, la discussione dovrebbe seguire quanto prima
la redazione dell'agenda.
Il ricorso agli esercizi del manuale è altamente consigliabile, specialmente quando ci si accorge che
la discussione in classe sta cominciando ad essere piuttosto confusa o priva di mordente. Gli esercizi
sono costruiti per evidenziare temi e questioni e per focalizzare l'attenzione sui concetti. Non c'è bisogno
di fare uso di un intero esercizio alla volta, anche se la sequenza di domande in un esercizio potrebbe
essere significativa. Talvolta una sola domanda estrapolata da un esercizio è sufficiente per indirizzare il
dialogo verso direzioni più praticabili. Ovviamente ciò non significa che l'insegnante avrà preparato la
sessione in precedenza, selezionando quegli esercizi e quelle domande che sembrano più promettenti
nel caso si determinasse l'opportunità di farne uso.
È importante tenere a mente che i bambini hanno difficoltà con passaggi troppo bruschi. Se i bambini
e l'insegnante si troveranno a lavorare su due agende separate non ci vorrà molto perché i bambini
perdano la direzione di quello che succede. È meglio che l'insegnante aspetti il momento opportuno per
introdurre gli esercizi del materiale quanto più impercettibilmente è possibile. Ovviamente vi sono
momenti in cui è necessario sacrificare la continuità, ma ci sono altri momenti in cui bisogna sacrificare
atri valori a vantaggio della continuità (è puramente questione di vedere quanto un buon insegnamento
sia prodotto di una buona capacità di giudizio. Nel corso di una singola sessione le occasioni per
l'espressione di tale capacità di giudizio si moltiplicano incessantemente...).
Alcuni insegnanti provano un senso di sconforto quando si confrontano per la prima volta con il
manuale . Quanti esercizi e piani di discussione! Quante idee principali! Ma eccovi alcune considerazioni
che contribuiscono ad alleviare questo senso di sconforto.
In primo luogo, le idee principali sono solo suggerimenti del tipo di argomenti di cui i bambini
potrebbero essere interessati a parlare. Non sono il curricolo né devono essere seguiti dall'insegnante
come se fossero un'agenda per la discussione.
Le idee dei bambini sono il curricolo e gli esercizi del manuale sono risorse da introdurre a
discrezione dell'insegnante. Per questo motivo i commenti nel manuale ad ogni idea principale sono
semplicemente intesi come un'informazione di sfondo per l'insegnante e non sono costruiti per essere
adattati e diventare mini - lezioni per i bambini.
In secondo luogo, viene fornito un ampio spettro di esercizi così da permettere la scelta
dell'insegnante nel lavoro con quelli che troverà più adatti e familiari e che riterrà stimolanti per i bambini.
In terzo luogo, l'uso degli esercizi nel manuale non è limitata alle sessioni di filosofia. Alcuni
insegnanti scelgono dal manuale esercizi che potranno usare con altre discipline. Ciò quindi contribuisce
alla costruzione di quel "ponte" tra discipline che si propone Philosophy for Children.
Il programma Elfie, come altri programmi di Philosophy for Children, intende essere rappresentativo
della disciplina filosofica nella sua interessa. Il racconto è rappresentativo di una prospettiva personale
ed umanistica; il manuale è una compilazione rappresentativa dei concetti su cui è costruito il racconto e
dei modi in cui tali concetti possono essere formati ed esaminati. Ma sia il racconto che il manuale
tentano di illustrare cosa significa assumere l'esperienza umana come una realtà problematica piuttosto
che definita e di mettere sotto esame tutte le relazioni umane - con gli altri e con il mondo - nella
15
speranza che tale ricerca potrà generare maggiore saggezza di una semplice compilazione di
informazioni.
Se il programma Elfie funziona, esso lo fa mostrando ai bambini l'importanza del fare domande,
sollecitando il riconoscimento dei compagni come una valida fonte di informazione e di introspezione,
valorizzando il pensiero autonomo e mostrando che l'insegnante intende incoraggiare allo stesso modo
la cooperazione e l'indipendenza intellettuale.
I bambini cercheranno di comprendere cosa pensa Elfie e cosa pensano loro stessi, e ciò li introdurrà
ad un dialogo col lei che è parte del più grande dialogo che ciascuno studente ha con i filosofi, i poeti, gli
storici del presente e del passato. Non esiste dialogo di questo tipo se gli studenti non possono
esprimere con le loro parole cosa Elfie pensa o se non possono formulare, in accordo o in disaccordo, i
propri pensieri. È una premessa dell'educazione filosofica ad ogni livello e quindi Elfie prepara alla
filosofia quanto i programmi di filosofia della scuola superiore.
Alcuni insegnanti individueranno il momento più opportuno per lavorare con Elfie nelle ore dedicate
all'educazione linguistica ma si interrogheranno anche sulla congruenza di questo approccio con i metodi
tradizionali di insegnamento della lettura e della scrittura.
Dovrebbe essere chiaro che l'accento posto dalla filosofia sul significato, in ogni caso, la allontana da
quei metodi che enfatizzano la pronuncia o l'identificazione di parole o la grammatica a spese del
significato. Per la filosofia l'unità elementare di significato è la frase, e significati più complessi
deriveranno da complessi di frasi. Non ne consegue che indurre i bambini ad identificare l'idea principale
di un periodo sia il modo migliore di condurli a decifrare il significato di quel paragrafo. È solo attraverso
un attento esame frase per frase che possono essere portati alla luce i significati in un periodo. Pensare
che ogni periodo abbia una, e solo una idea principale è precisamente il tipo di eccessiva semplificazione
che la filosofia tende ad evitare. Non significa che i bambini debbano essere costretti a diventare analisti
del linguaggio ma, piuttosto, che debba loro essere insegnato ad apprezzare il ragionamento rigoroso
così che, ove necessario, possano percepire la presenza o la mancanza di tale ragionamento in ciò che
leggono e scrivono.
(d) Pensiero abile o abilità di pensiero?
Poiché molti progetti educativi si riferiscono all' insegnamento delle "abilità di pensiero" in che modo
Philosophy for Children differisce da questi?
Certamente la filosofia insiste sull'importanza di inferire, definire, esplicitare assunzioni ed un insieme
di altre funzioni logiche ed insiste anche che queste siano utilizzate al meglio. Ciò significa che la
filosofia offre criteri che tali funzioni devono soddisfare per poter essere considerate valide. In questo
senso, quindi, la filosofia coltiva le "abilità di pensiero". Vi è, comunque, una profonda differenza tra
l'insegnare abilità isolate (in effetti si potrebbero anche denominare, in un certo senso, "abilità alienate")
e l'insegnarle in un olistico ed unificato contesto di ricerca. Fare filosofia richiede un considerevole
numero di "abilità di pensiero" ma le incorpora in una matrice dinamica di dialogo e di indagine ed è tale
matrice olistica di ricerca che è di importanza fondamentale da un punto di vista educativo.
Piuttosto che lo studio di abilità segmentate che suggerisce la loro separazione da un contesto la
filosofia insegna queste abilità incoraggiandone la pratica in modi congruenti alla sua ontologia.
Perciò non cerchiamo di preparare un bambino ad imparare a camminare esercitando i suoi muscoli
singolarmente così come i culturisti esercitano e rinforzano ogni muscolo del proprio corpo. Cerchiamo,
invece, di accompagnare l'intero processo e prestiamo particolare attenzione ad eventuali cadute.
È la stessa cosa quando un bambino impara a parlare o a leggere: cerchiamo di fare in modo che il
processo segua il suo corso ed interveniamo solo quando vi è un intoppo.
Normalmente i bambini acquisiscono i necessari processi logici insieme all'acquisizione del
linguaggio. Così Philosophy for Children opera sul rafforzamento del linguaggio attraverso una sua
continua pratica nella ricerca dialogica. Se qualcosa non va, ed in qualche modo una particolare abilità
non è stata acquisita si opera con un intervento diretto per il suo recupero. Così l'accento è posto in
generale su un "pensiero abile" piuttosto che su un gruppo casuale di "abilità di pensiero".
L'insegnante che si prepara a lavorare con Elfie deve ricordarsi che i molti esercizi di logica nel
manuale non servono per insegnare ai bambini abilità di ragionamento di cui al momento sono privi, ma
per consentire loro di esercitare abilità di cui già dispongono.
Se i bambini usano il linguaggio in modo efficace, stanno infatti già pensando e ragionando "nel"
linguaggio. Perciò Susi potrebbe dire a suo fratello: "Gianni, mamma aveva detto che se avessi
mangiato dolci prima di cena non avresti avuto più fame. Scommetto che ti sei mangiato un sacco di
dolci!". I principi su cui si fonda questo ragionamento non saranno insegnati a Susi e a Gianni se non
alle scuole superiori (o in prima media, se seguono il curricolo di Philosophy for Children). Comunque,
non hanno bisogno di conoscere i principi ad esso soggiacenti per formulare il ragionamento in modo
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corretto. Così, nel curricolo di Philosophy for Children la strategia per i programmi che vanno dalla
scuola dell’infanzia alla quarta elementare è essenzialmente la pratica. Si può fare pratica di determinate
abilità e farne uso corretto senza necessariamente essere consapevoli dei principi che le sottendono. Ciò
avviene più tardi. Lo stesso può dirsi per le centinaia di domande filosofiche nel manuale: non vi sono
risposte esatte. Esse richiedono deliberazione e giudizio. E per la costruzione delle abilità di giudizio è
necessaria molta pratica.
Le abilità cognitive sottolineate in Elfie sono fondative: sono quelle su cui si baserà tutto il
ragionamento successivo. Ora, la stessa nozione di abilità implica la nozione di criterio, in quanto
un'abilità è una manifestazione efficace in riferimento ad un particolare criterio. Pertanto le abilità
fondative in Elfie sono accompagnate da criteri ad esse associati. Questi criteri sono identità e differenza
e le abilità corrispondenti sono fare distinzioni e fare connessioni. Altre operazioni come fare paragoni,
scoprire uniformità, identificazioni di classi, formazione di concetti, formulazione di definizioni dipendono
tutte dall'infrastruttura logica di queste due serie di abilità e criteri.
Elfie dovrebbe quindi essere visto come la base del programma di Philosophy for Children piuttosto
che semplicemente una introduzione ad esso.
Qualche parola, infine, sull'uso della logica nel manuale.
Ci rendiamo conto che molte spiegazioni non saranno immediatamente comprensibili per i bambini.
Nondimeno, pensiamo che dovreste avere delle spiegazioni disponibili nel caso i bambini dovessero
farne richiesta. Inoltre, è importante che abbiate una chiara comprensione del materiale in modo da
disporre delle conoscenze di base per poter presentare in modo semplice ed efficace le procedure
logiche di cui si farà uso nel lavoro didattico.
Raccomandazioni per gli insegnanti su come usare il manuale di Elfie
Per prima cosa, qualche suggerimento pratico:
1) Prendete dal raccoglitore solo le pagine relative al capitolo o all'episodio su cui andrete a lavorare.
Ciò facilita l'accesso agli esercizi ed ai piani di discussione nel corso del dialogo in classe. Sono utili a
questo scopo anche le tavole dei contenuti degli esercizi e dei piani di discussione. È sempre utile avere
accanto un foglio con gli esercizi e i piani di discussione che intendete affrontare indicando a caratteri
grandi i numeri delle pagine corrispondenti. Questo vi aiuta ad identificare il numero di pagina necessaria
senza interrompere per molto tempo la discussione in corso in classe e senza distogliere a lungo la
vostra attenzione da ciò che dicono i bambini.
2) Quando è possibile fate in modo che i bambini siedano in cerchio alla vostra stessa altezza. Se i
bambini siedono sul pavimento, ad esempio, è meglio che facciate lo stesso. Se usano le sedie, cercate
di sedervi su sedie della stessa dimensione e altezza. Generalmente non è necessario che i bambini
dispongano di penne, matite, carta. Alcuni degli esercizi certamente lo richiedono ma in genere la
discussione no.
3) Assicuratevi di avere facile accesso alla lavagna o ad un supporto per scrittura visibile a tutti. È
necessario che le idee dei bambini siano rese visibili per loro. A volte capita di voler chiedere ai bambini
di alzarsi e di scrivere da sé le loro osservazioni sulla lavagna, e quindi sarà necessario pensare ad una
lavagna o ad un supporto che sia ugualmente accessibile per loro.
4) Il programma Elfie non è costruito per essere svolto necessariamente in un anno scolastico. Può
essere esteso ad uno, due o anche tre anni.
L'ideale sarebbe se lo stesso gruppo di bambini continuasse a lavorare insieme per due o tre anni.
Ciò accade molto di rado e nulla vi impedisce di usare il programma in altro modo. Può succedere, per
esempio, che lavoriate con un gruppo di bambini sui primi capitoli e l'anno dopo vi troviate a lavorare con
alcuni degli stessi bambini insieme ad altri bambini nuovi. In casi del genere si potrebbe pensare di
leggere alta voce i primi capitoli alla classe lasciando loro tempo per comprendere e sviluppare la storia
fino a quel momento. Poi si potrebbe fare in modo che la classe legga insieme e faccia gli esercizi
relativi ad i capitoli successivi. Situazioni insolite richiedono creatività.
Un paio di punti riguardanti la preparazione del lavoro in classe:
1) Fate prima voi tutti gli esercizi più rilevanti in relazione all'episodio da affrontare in classe. Cercate
di darvi delle risposte e, se sono indicate altre attività (recitare, dipingere..), mettetele in pratica prima di
andare in classe. In tal modo diventerete più sensibili al tipo di istanze concettuali che potrebbero
emergere nella discussione così come ad alcune delle difficoltà di ordine pratico che potrebbero
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emergere nel corso di un'attività. Ciò non significa che sarete sensibilizzati a tutti i temi, le questioni ed i
problemi che potrebbero emergere: In ciò vi sarà necessario l'aiuto della classe ma sarete senz'altro più
ricettivi che se aveste tentato di condurre la sessione senza preparazione.
Se il tempo ve lo permette, sarebbe utile ed interessante discutere le idee che andrete probabilmente
ad affrontare in classe con i vostri amici, familiari o colleghi prima della sessione. È un altro modo per
allargare la propria sensibilità ai temi emergenti.
2) Segnate le domande che vi piacerebbe affrontare di più in ogni esercizio e piano di discussione.
Non è necessario affrontare tutte le domande in ogni esercizio. A volte è utile, a volte no. Potrebbero
darsi occasioni in cui il tempo non permette un uso esteso delle domande. È inoltre importante ricordare
che ci sono momenti in cui l'interesse dei bambini (anche se è stato stimolato) non è sufficiente per
coprire un intero piano di discussione o un esercizio. La pratica e l'esperienza con questa modalità di
insegnamento vi aiuteranno a giudicare quando è il caso.
Altri punti da tenere a mente:
1) Gli esercizi, i piani di discussione, le attività e le idee principali nel manuale non sono l'intero
curricolo di Elfie né di nessuno dei racconti di Philosophy for Children.
Il curricolo di Philosophy for Children deve essere piuttosto inteso come un composto fatto dalle idee
dei bambini stimolate ed evocate dalla lettura dei racconti, dalle idee nei racconti e nel manuale che
sollecitano domande, pensieri, idee, dal modo che l'insegnante ha di metterle insieme.
Il manuale è costruito per aiutarvi a sollecitare le idee nei bambini e per "aiutarvi ad aiutarli"
nell'elaborazione, nell'articolazione, nella valutazione e nell'apprezzamento di queste idee. Aiutateli ad
amare le loro idee e quelle degli altri mostrando loro quanto possono essere belle, valide, interessanti,
stimolanti…
2) Incoraggiate i bambini ad essere innovativi. Permettete loro, per esempio, di creare i loro personali
esercizi, piani di discussione, dipinti, attività se lo desiderano.
3) L'uso degli esercizi e dei piani di discussione del curricolo non è ristretto alle ore di lavoro con
Philosophy for Children. Gli esercizi si prestano all'integrazione con gran parte delle discipline (scienze,
educazione linguistica etc.).
Ogni volta che vi viene in mente un'idea principale o un esercizio di Elfie mentre state lavorando con
un'altra disciplina cercate di farne uso allora o nella lezione successiva.
Potrebbe essere utile guardare la tavola dei contenuti del manuale di Elfie quando si organizza
un'altra lezione per una diversa disciplina per vedere se ci sono idee da utilizzare.
4) Divertitevi.
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CAPITOLO 1
PRIMO EPISODIO
IDEE GUIDA 1.1.1. Nomi
I bambini sono affascinati dai nomi. Si identificano con i loro nomi come fanno con il loro corpo. Ma i
loro nomi chiaramente non sono parti dei loro corpi. I loro corpi sono trovati, scoperti, i loro nomi sono
attribuiti o inventati. I loro corpi derivano dalla natura, i loro nomi dall'istituzione della famiglia, cioè a
dire, dalla cultura. Quando si guardano allo specchio, i bambini vedono un'immagine dei loro corpi, ma
non vedono i loro nomi. Eppure è con il loro nome che tutti si rivolgono ad essi. Sono fatti, fatti
generatori di dubbio e perplessità per i bambini. Quando i bambini considerano i loro nomi, cominciano a
rendersi conto che si tratta di parti di loro che appartengono al mondo del linguaggio piuttosto che al
mondo delle cose fisiche. Quanti mondi ci sono e come può l'identità di un soggetto derivarne? E quando
pensiamo alla nostra identità come ad una relazione tra i nostri corpi ed i nostri nomi in quale mondo
collochiamo il nostro pensiero? La filosofia ha inizio da perplessità come questa. Sono perplessità che i
bambini non sono sempre capaci di articolare e così dobbiamo aiutarli indirizzando la loro attenzione a
quelle parti del mondo, come i nomi, che sono inerentemente problematiche - per noi come per loro.
PIANO DI DISCUSSIONE. Nomi
1.
Conosci nessuno che ha il tuo stesso nome?
2.
Conosci nessuno che ha il tuo stesso cognome?
3.
Pensi che nel mondo ci possano essere altre persone con il tuo stesso nome e cognome?
4.
Ci potrebbe essere ancora qualcun altro con lo stesso nome?
5.
Ogni anno diventi più alto ed il tuoi piedi si allungano. Non dovrebbe succedere la stessa cosa
anche al tuo nome?
Piano di discussione. Nomi
1.
Cose come gli alberi e le pietre possono avere nomi?
2.
I giorni della settimana possono avere nomi?
3.
I paesi possono avere nomi?
4.
I vegetali possono avere nomi?
5.
I nomi possono avere nomi?
PIANO DI DISCUSSIONE. Nomi
1.
Ci sono persone che non hanno nome?
2.
Potresti avere un nome che nessuno conosce ad eccezione di te?
3.
Se dimentichi il tuo nome ci sarà qualcuno che lo ricorderà per te?
4.
Esiste un negozio dove si possono comprare nomi?
5.
Puoi scrivere il tuo nome come se facessi le parole incrociate, così:
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A
AN
ANG
ANGE
ANGEL
ANGELO
ESERCIZIO. Nomi
1.
Mettetevi a sedere in cerchio.
2.
Ognuno dice il proprio nome.
3.
Ognuno dice il proprio cognome.
4.
Ognuno dice il nome ed il cognome della persona seduta alla sua destra.
ESERCIZIO. Nomi
1.
Mettetevi a sedere in cerchio
2.
Parlate a turno. Ognuno dirà qualcosa del tipo:
Il mio nome è............………......... ed ho un amico/a chiamato/a.............…………
Il mio nome è...............……..……. ed ho una sorella chiamata................…………
Il mio nome è................…….……. ed ho un fratello chiamato.................…………
Il mio nome è...............……..….... ed ho un cane chiamato.....................…………
Il mio nome è..................………… ed ho un gatto chiamato....................…………
e così via.
ESERCIZIO. Nomi
Fate il giro della stanza, Ognuno indicherà un animale diverso, così:
Se avessi un topolino lo chiamerei................................
Se avessi un tacchino lo chiamerei...............................
Se avessi una balena la chiamerei................................
Se avessi un elefante lo chiamerei................................
ESERCIZIO. Dare un nome
C'era una volta una ragazza chiamata Giulia. A Giulia piaceva dare nomi alle cose.
Chiamò il suo cane Bobo ed il suo gatto Zucchero. Chiamò casa l'appartamento in cui viveva . Dopo
un po' non ebbe più cose cui dare nomi. Così diede un nome alla sua testa e la chiamò Betti e chiamò le
sue mani Destrina e Sinistrina e chiamò i suoi piedi Stanlio ed Ollio.
Quando non ebbe più parti del corpo cui dare nomi si chiese a che cosa ancora potesse dare un
nome. "Lo so!” si disse. “C'è il mio nome, Giulia. Giulia è il mio nome, ma qual è il nome di Giulia?
Voglio dire: qual è il nome del mio nome?".
Quale nome pensiate abbia dato a Giulia e perché?
20
IDEA GUIDA 1.1.2. "Se"
La parola "se" ha molti usi importanti. È bene sapere come differiscano l'uno dall'altro, in modo da
non confonderli. Generalmente usiamo "se" per indicare una relazione. La relazione potrebbe essere (1)
logica come in:
1(a)
Se oggi è martedì domani dovrebbe essere mercoledì.
1(b)
Se siete sette, l'anno prossimo sarete otto.
1(c)
Se è un quadrato ha quattro angoli.
La relazione potrebbe anche essere (2 )causale, indicando che se qualcosa accade allora accadrà
anche qualche altra cosa:
2(a)
Se nevica stanotte ci saranno mucchi di neve domani.
2(b)
Se la carta brucia, diventa cenere.
2(c)
Se innaffi la pianta crescerà.
2(d)
Se mi colpisci piangerò.
Notate che le relazioni causali includono quelle in cui un evento naturale è regolarmente seguito da
un altro (2 a e 2 b) così come quelle in cui un'azione produrrà un determinato risultato (2 c e 2 d). Quelle
del primo tipo sono di capitale importanza per il loro contributo alla ricerca scientifica, mentre quelle del
secondo tipo giocano un ruolo nella comprensione etica, ma entrambe sono causali.
Possiamo ulteriormente dividere questi tipi, se continuiamo a separare nettamente le azioni umane
dagli eventi naturali:
3a.
Se nevica stanotte, domani si andrà in slitta.
(Evento naturale - azione umana)
3b.
Se innaffi la pianta, crescerà.
3c.
Se nevica stanotte, ci saranno mucchi di neve domani.
3d.
Se mi colpisci, piangerò.
(Azione umana - evento naturale)
(Evento naturale - evento naturale)
(Azione umana - azione umana)
Infine "se" è spesso usato per introdurre proposizioni condizionali controfattuali. I condizionali
controfattuali possono stimolare i bambini ad esercitare intensamente la propria immaginazione come
quando chiediamo loro di completare frasi del tipo:
4.a.
Se il mare fosse fatto di inchiostro, allora..........
4.b.
Se i maiali si trasformassero in bambini allora...
4.c.
Se la luna fosse fatta di formaggio allora..........
4.d.
Se non ci fossero scuole, allora........................
ESERCIZIO. "Se"
È un esercizio del tipo: "Cosa succederebbe se....".Cosa pensate succederebbe in ciascuno dei casi
seguenti?
1.
se i pesci potessero volare, allora..................
2.
Se ogni giorno fosse vacanza, allora.............
3.
Se i cavoli potessero pensare, allora..............
4.
Se il mare fosse fatto di gelato, allora...........
5.
Se mercoledì venisse dopo lunedì, allora.......
21
ESERCIZIO. "Se - allora"
Le previsioni del tempo dicono: "Se piove stanotte domani ci sarà il sole". Puoi rispondere alle
seguenti domande sulle previsioni del tempo?
1.
Se piove stanotte, cosa succederà domani?
2.
Se pioverà domani, significa che non pioverà stanotte?
3.
Se non piove stanotte, sappiamo con sicurezza cosa succederà domani?
ESERCIZIO "Se" e "tutto/tutti"
Tutti i bambini in casa Rossi hanno il nome proprio che incomincia con la A: Alessandro, Andrea,
Alberto...Significa che se il nome di qualcuno comincia con la A il suo cognome sarà Rossi ?
IDEA GUIDA 1.1.3. Fare domande
La nostra esperienza raramente è chiara, semplice ed a-problematica. Spesso è oscura o ambigua.
Non possiamo spiegare perché qualcosa sia accaduto né renderci conto di cosa significhi. Ne consegue
che dobbiamo riflettere ed indagare su di essa. La rendiamo protagonista della nostra ricerca ed uno dei
primi stadi della ricerca è il porsi domande. Non è insolito trovare bambini anche molto piccoli che fanno
incessantemente domande. Generalmente non è un impulso interiore che li spinge: sono semplicemente
portati a porsi domande perché la loro esperienza è persistentemente problematica.
Forse è meno comune il bambino che, come Elfie, è perplesso dalla propria esperienza ma è troppo
timido per esprimere cosa origina delle domande. Spesso Elfie appare così incapace di espressione da
essere addirittura facilmente considerata stupida.
Nel caso di questi bambini, l'insegnante dovrebbe tentare di scoprire quali sono gli indizi di menti
investigatrici e cercare un modo di amplificare questo interrogarsi e portarlo ad esprimersi attraverso il
linguaggio. Ci sarà tempo sufficiente per migliorare l'espressione di questi bambini così che formulino le
loro domande in modo corretto. L'importante, all'inizio, è vedere se si pongono domande. Ogni "come?",
"perché?", "quando?", "dove?" o "cosa?" formulato da questi bambini dovrà essere considerato come un
importante passo avanti.
Generalmente la pratica educativa ci induce a valutare la competenza dei bambini in rapporto alla
loro capacità di dare risposte più che di formulare domande. Ma è sbagliato se significa incoraggiare i
bambini a rispondere alle nostre domande ma omettere di incoraggiare la loro curiosità e la loro
attitudine alla ricerca.
PIANO DI DISCUSSIONE. Fare domande
1.
Vi capita a volte di fare domande e di non ascoltare le risposte?
2.
Vi capita a volte di avere in mente delle domande ma di non farle?
3.
Vi capita a volte di fare domande di cui già conoscete la risposta?
4.
Vi capita a volte di fare domande a persone che sapete non conoscono le risposte?
5.
Vi capita a volte che le persone vi diano una risposta proprio prima che abbiate posto una
domanda?
6.
Ci sono domande che vi piacerebbe porre, ma che avete paura di fare?
22
IDEA GUIDA 1.1.4. Buone ragioni
Generalmente teniamo in mente le cose in cui crediamo senza preoccuparci se siano sostenute da
buone ragioni o meno. Non c'è niente di male. Il bisogno di ragioni sorge quando si verifica qualcosa che
ci costringe a dubitare delle nostre credenze. Ciò si verifica spesso quando le rendiamo pubbliche.
Affermare o sostenere o asserire i nostri punti di vista significa dichiararne il possesso e, insieme, il
diritto di averne. Ogni volta che affermiamo un'opinione dovremmo essere preparati a sostenerla con
una o più ragioni.
Quando offriamo una ragione vi dovrebbe essere un collegamento evidente tra la ragione e l'opinione
in questione. La ragione dovrebbe avere un fondamento: dovrebbe essere rilevante.
Se un bambino afferma che la luna è fatta di gorgonzola non funzionerà dare come ragione che la
luna ruota intorno alla terra. La ragione a cui si fa riferimento non è rilevante.
La ragione potrebbe essere rilevante, ma insufficiente. In questo caso dovrebbero essere fornite
molte ragioni, ciascuna delle quali sia insufficiente da sola. Insieme, invece, potrebbero rivelarsi
adeguate. Se un bambino dice che Il gatto con gli stivali è un bel libro, una ragione a sostegno di questo
punto di vista potrebbe essere che il libro ha delle belle illustrazioni. Ma è insufficiente. È necessario che
venga rinforzata con altre ragioni, come il fatto che la storia è interessante, che i personaggi sono vivaci
e che la scrittura è scorrevole. Ogni ragione deve avere peso e credibilità, ed il loro peso congiunto
dovrebbe essere maggiore di quello dell'opinione in questione.
Una sola ragione potrebbe avere maggior peso dell'opinione che sostiene in quanto l'opinione è
controversa, ma la ragione è una che generalmente sottoscriviamo o diamo per scontata. Se un
bambino protesta contro l'andare a scuola e usa come ragione il fatto che sta troppo male per andarci
questa sola ragione (se corrisponde a verità) sarebbe sufficiente per giustificare la sua richiesta. È sia
forte che rilevante.
Le buone ragioni sono sempre forti e rilevanti, ma la loro forza potrebbe derivare dal loro funzionare
da sole o in combinazione con altre.
ESERCIZIO. Buone ragioni: rilevanza
A volte le persone forniscono ragioni che non hanno niente a che fare con quello di cui stanno
parlando. Per esempio, supponete che qualcuno dica: "Mi piacciono le mele perché i pappagalli bevono il
brodo". Potrebbe anche essere vero che i pappagalli bevano il brodo, ma non ha niente a che fare con il
fatto che ad una persona piacciano le mele. Perciò non è una ragione.
Puoi dire se le persone seguenti danno una ragione per quello che dicono?
1.
Maria dice: "Mi piace la scuola perché mi piacciono le persone che vi incontro".
2.
Alberto dice: "Mi piace la scuola perché c’è sempre qualcosa di bello da fare".
3.
Margherita dice: "Mi piace la scuola perché il riso in Cina è molto caro".
4.
Giorgio dice: "Mi piace la scuola perché non mi piace fare il bagno".
5.
Mario dice: "Mi piace la scuola perché mi piace tutto quello che mi fa pensare".
ESERCIZIO. Buone ragioni: forza
Quando affermate un'opinione dovreste sostenerla con una o più ragioni. Questa ragione (o più
ragioni insieme) dovrebbero essere connesse con la vostra opinione. Se volete che gli altri siano
d'accordo con voi, le vostre ragioni dovrebbero essere più forti dell'opinione che sostengono.
Per esempio, supponiamo che diciate: "Mi piace il film che ho visto l'altra sera perché c'erano bravi
attori, era divertente e non pauroso" avete dato tre ragioni per il fatto che il film vi piace. Tutte e tre sono
rilevanti, ed insieme sono forti.
Puoi dire se le persone seguenti danno una ragione forte per quello che dicono?
1.
Enrico ha detto : "Mi è piaciuto il film perché i popcorn erano buoni".
2.
Gianna ha detto: "Mi è piaciuto il film perché era a colori".
23
3.
Lucia ha detto : "Mi è piaciuto il film perché era a lieto fine".
4.
Giulia ha detto : "Mi è piaciuto il film perché non era mai noioso e gli attori sembravano veri e la
fotografia era interessante".
5.
Marta ha detto: "Mi è piaciuto il film perché ho avuto il biglietto gratis".
ESERCIZIO. Buone ragioni
Quali ragioni potrebbe avere Paolo per dire queste cose?. Elencate per ogni affermazione le risposte
dei bambini sulla lavagna.
1.
"Mi piace nuotare".
2.
"Vado molto a scuola".
3.
"Penso che Marco e Paola siano fratello e sorella".
4.
"Scommetto che la tua famiglia andrà in vacanza quest'estate".
5.
"La macchina è in garage".
Scegliete una delle affermazioni precedenti e chiedete alla classe:
1.
Ci sono ragioni che sono migliori di altre?
2.
Se sì, quali sono? Cosa pensate renda quelle ragioni migliori delle altre?
ESERCIZIO. Buone ragioni
Pensate che quello che dicono questi bambini abbia un senso?
1.
Gianna dice: "Non vado a nuotare perché sono una buona nuotatrice".
2.
Gianna è nuova della scuola. Nessun altro nella classe sa nuotare ma lei sì. Gianna dice: "Non
vado a nuotare perché sono una buona nuotatrice".
3.
Pietro dice: "Mi piacciono le fragole perché mi fanno stare male".
4.
Enrico dice: "So che domani pioverà perché oggi piove".
5.
Amanda dice: "So che domani è martedì perché oggi è lunedì".
ESERCIZIO. Buone ragioni e senso
Pensate che quello che dicono questi bambini abbia senso, non abbia senso, abbia senso solo in
parte?
1.
Anna dice: "Mamma mi ha comprato un vestito nuovo perché quello che avevo si era fatto vecchio".
2.
Diana dice: "Mamma mi ha comprato un vestito nuovo per farmi essere carina".
3.
L'insegnante di Susi le ha detto: "Potrai andare in prima elementare solo se avrai il massimo alla
prova di divisione in sillabe". Susi ha avuto quasi il massimo. Susi dice: “Andrò lo stesso in prima".
Ha senso quello che ha detto Susi?
4.
L'insegnante di Susi le ha detto: "Se avrai il massimo alla prova di divisione in sillabe, andrai in
prima elementare. Susi ha avuto quasi il massimo. Susi dice: "Andrò lo stesso in prima". Ha senso
quello che ha detto Susi?
5.
Paolo dice: "Mi piace girare in circolo e farmi girare la testa perché mio fratello ha detto che mi fa
bene".
24
ESERCIZIO. Buone ragioni ed aver senso
Una buona ragione ci aiuta a dare un senso a ciò che è stato detto. Gianna dice molte cose e ci
spinge a domandarci sui motivi per dire queste cose.
Per esempio Gianna dice: "Il gatto deve essere ammalato perché sta correndo avanti ed indietro".
Quello che dice Gianna avrebbe senso se il gatto non avesse mai corso avanti ed indietro o se il gatto
stesse correndo avanti ed indietro selvaggiamente senza sosta da molto tempo o se il gatto stesse
correndo all'impazzata, urtando contro gli oggetti.
Ora, guardate se potete capire in che modo le cose che Gianna ha detto potrebbero aver senso.
1.
Gianna dice: "Alessandro cammina all'indietro per andare a scuola. Non è strambo". Come
potrebbe aver senso una simile affermazione?
2.
Gianna dice: "Non farò la mia prova di divisione in sillabe perché non ne sbaglierò una". Come
potrebbe aver senso una simile affermazione?
3.
Gianna dice: "Non sta piovendo, perciò prenderò l'impermeabile". Come potrebbe aver senso una
simile affermazione?
4.
Gianna dice: "Ho molta fame, perciò berrò un bicchier d'acqua". Come potrebbe aver senso una
simile affermazione?
5.
Gianna dice: "Il cielo non è azzurro oggi". Come potrebbe aver senso una simile affermazione?
IDEA GUIDA 1.1.5. La paura di non saper nulla
Elfie è convinta di non sapere nulla ed ha paura che gli altri possano scoprirlo. Certamente, noi
sappiamo che si sbaglia. Lei sa molto. Ma non lo sa e fin quando penserà di essere ignorante e stupida,
anche se si sbaglia, la sua paura è reale.
La condizione di disagio di Elfie non è rara. Ma come possiamo cercare di superare le paure di questi
bambini?
Una cosa che possiamo fare è ascoltarli. Ciò ha l'effetto di riparare in parte un senso di autostima
precario e ferito.
I bambini hanno spesso l'impressione che sono solo i bambini brillanti a richiamare l'attenzione e che
i bambini ignoranti siano ignorati. Notate il ragionamento: "Se uno è brillante, allora ottiene attenzione.
Non ricevo attenzione, quindi, non devo essere molto brillante". Per un bambino così essere ascoltato,
essere preso sul serio ha l'importante effetto di sedare la paura di essere stupido.
PIANO DI DISCUSSIONE. Aver paura di non saper nulla
1.
Quali sono le cose che ti fanno paura?
2.
Ci sono delle cose che non sono veramente spaventose ma che ti spaventano comunque?
3.
Ci sono delle cose che sono veramente spaventose ma che ti non spaventano affatto?
4.
Ci sono momenti in cui avere paura di fare una cosa è una buona ragione per non farla?
5.
Come sarebbe il mondo se non si avesse paura di niente?
6.
Discutete la seguente affermazione: "La ruota cigolante deve essere ingrassata". Pensate che Elfie
sia una "ruota cigolante"?
PIANO DI DISCUSSIONE. Cose che non abbiamo fatto perché avevamo paura di farle
1.
Potete pensare a qualcosa che non avete fatto perché avevate paura di farlo ma che, dopo tutto,
sarebbe stato bene fare?
25
2.
Potete pensare a qualcosa che non avete fatto perché avevate paura di farlo e che, da quello che è
venuto fuori, siete stati contenti di non aver fatto?
3.
Per quale motivo è appropriato aver paura di certe cose e stupido aver paura di altre?
4.
Vostro fratello vi dice che state facendo qualcosa che non va bene per voi. È una buona ragione per
averne paura?
5.
Qualcosa che avete fatto prima vi ha ferito. È una buona ragione per averne paura adesso?
ATTIVITA'. Cos'è che non possiamo fare quando abbiamo paura?
Questa attività è progettata per aiutare i bambini a rendersi conto che l'aver paura e ciò che la paura
spinge a fare spesso possono impedire alle persone di fare altre cose. Per esempio, una persona non
potrebbe mangiare la cena se si nascondesse sotto le coperte del letto quando ha paura. E una persona
non potrebbe avere una parte in una commedia se, quando ha paura, perdesse la voce.
1. Chiedete a diversi bambini di rappresentare le cose che fanno quando hanno paura.
2. Mentre ogni bambino fa qualcosa, chiedete al resto della classe di immaginare le cose che una
persona non potrebbe fare insieme.
IDEA GUIDA 1.1.6. Sapere di non sapere
Alcune persone potrebbero pensare di sapere qualcosa, ma in realtà non lo sanno.
Alcune persone sanno di non saperlo.
Come è meglio essere? Socrate dice che dovremmo conoscere noi stessi. Se siamo ignoranti,
dovremmo almeno sapere di essere ignoranti. In questo modo abbiamo la possibilità di scoprire che
cosa non conosciamo. Ma se siamo ignoranti e fingiamo di non esserlo non riusciremo mai a scoprire
quello che non sappiamo. Eppure, questa è una questione molto delicata. Ai bambini non piace
mostrarsi ignoranti più di quanto non piaccia agli adulti. Il problema è indurli ad essere onesti con se
stessi su quello che non sanno. Per esempio, se ci siamo persi, dovremo anche ammetterlo a noi stessi.
Prima lo facciamo, prima riconosceremo la necessità di chiedere indicazioni ad altre persone.
ESERCIZIO. Cose che non sappiamo
1.
Elenca cinque cose che sai.
2.
Elenca cinque cose che non sai.
3.
Si può fare un elenco di cinque cose che si sanno e poi dire: “Non so niente”?
4.
Si può fare una lista di cinque cose che non si sanno e poi dire: “Non so niente”?
5.
Si può sapere e non sapere allo stesso tempo? Puoi fare un esempio?
PIANO DI DISCUSSIONE. Cose che conosciamo e cose di cui sappiamo qualcosa
1.
Cosa conoscerebbe Alice se non conoscesse nulla?
2.
Andrea conosce solo le cose di cui non sa nulla. Andrea conosce qualcosa?
3.
Caterina dice: "So del presidente. Ma non lo conosco". Cosa intende dire?
4.
Annabella dice: "Susanna è la mia vicina di casa. La conosco, ma non so nulla di lei". Cosa intende
dire?
5.
C'è una differenza tra "non conoscere nulla" e "non saper nulla di qualcosa"?
26
ESERCIZIO. Sapere di...
Scrivete alla lavagna la seguente lista di affermazioni. Chiedete ai bambini:
1.
Cosa significa ciascuna di queste?
2.
Ce ne sono alcune che abbiano lo stesso significato?
3.
Possono pensare ad altre affermazioni che non sono sulla lavagna ma che significano la stessa
cosa?
- Nulla è quello che conosco.
- Ci sono delle cose che non conosco.
- Io conosco tutto.
- Ci sono molte cose che conosco.
- Non conosco nessuna cosa.
- Tutte le cose che conosco.
- Non so nulla di nessuna cosa.
- Ci sono molte cose di cui so qualcosa.
- Alcune cose di cui so tutto.
- Non c'è nulla di cui io sappia qualcosa.
IDEA GUIDA 1.1.7. Segreti
I bambini hanno poca forza e poco potere (non hanno denaro da nascondere e non vi è un posto
dove possano nascondere i loro giocattoli o qualsiasi altra cosa posseggano ).Una delle poche forme di
potere che hanno è la capacità di nascondere i propri pensieri. Un segreto è un pensiero nascosto. Se
altre persone vogliono sapere di che si tratta voi avete del potere su di loro. Potete coltivare il vostro
segreto, rendendolo sempre più misterioso. Diventa una fonte di grande piacere. A meno che,
certamente, non sia qualcosa di cui vi vergognate o per cui vi sentite in colpa. Apparentemente Elfie ha
segreti di questo genere.
ESERCIZIO. Segreti
È come giocare a nascondino. Una persona si nasconderà ma dirà ad un compagno o ad una
compagna dove. Il resto della classe porrà delle domande al compagno o alla compagna per tentare di
scoprire il nascondiglio.
PIANO DI DISCUSSIONE. Cose segrete
Con quali delle seguenti affermazioni siete d'accordo e perché.
1.
Mauro ha detto: "Ho un programma televisivo segreto. nessuno ne sa nulla tranne me".
2.
Margherita ha detto: "Ho un'automobile segreta e sono la sola che la guida".
3.
Raffaele ha detto: "Ho un pensiero segreto e nessun altro sa di che si tratta".
4.
Sandro ha detto: "La mia gatta ha un segreto e non dirà a nessuno di cosa si tratta".
5.
Viola ha detto: "Il mio segreto è se ho un segreto o no".
27
ESERCIZIO DI SCRITTURA. Segreti
Vedete un gatto e un cane nel cortile. Sono seduti l'uno di fronte all'altro, guardandosi, e sembrano
contenti. Per qualche magia li ascoltate mentre parlano tra loro. Dicono: "Ti dirò uno dei miei segreti se
mi dirai uno dei tuoi". Scrivete per i vostri compagni cosa li avete sentiti raccontarsi.
IDEA GUIDA 1.1.8. La parola "solo"
La parola "solo" è un importante indicatore logico. Alla stregua di parole e locuzioni come "eccetto",
"ma", "tranne" e "a meno che" ci aiuta ad affermare eccezioni ed esclusioni. Per esempio, considerate
questi usi:
Tutte le persone in città erano all'incontro eccetto i bambini.
Tutti tranne tre bambini della terza elementare sono stati promossi.
Gioco in cortile tutti i giorni a meno che non piova.
Di tutti i bambini a scuola oggi solo tre avevano i libri.
Notate come la parola "solo" contrasti con parole che indicano inclusione come "tutto/i" e "ogni".
Insieme, questi due tipi di parole ci danno la possibilità di trasmettere esattamente i significati, perché ci
aiutano ad esprimere proprio quello che vogliamo includere e ciò che vogliamo escludere in quello a cui
ci riferiamo.
ESERCIZIO. "Solo"
In ogni caso, paragonate le due frasi e dite se significano la stessa cosa o cose diverse.
1.
La scatola conteneva solo gattini.
1.a Solo la scatola conteneva gattini.
2.
Tutti i gattini nella stanza erano bianchi.
2a. Solo i gattini nella stanza erano bianchi.
3.
I gattini avevano solo una coda.
3a. Solo i gattini avevano una coda.
4.
Tutti i gattini avevano occhi azzurri.
4a. Solo i gattini avevano occhi azzurri.
5.
Nessun gattino abbaia come i cani.
5a. Solo i gattini miagolano come i gatti.
ESERCIZIO DI PITTURA. "Solo"
Chiedete ai vostri allievi di fare un disegno che rappresenti ciascuna delle seguenti situazioni:
1.
Un gatto con un occhio solo.
2.
Una casa con solo una stanza.
3.
Solo una casa.
4.
Solo quattro dita.
5.
Un braccio con solo due dita.
28
IDEA GUIDA 1.1.9. Buono e cattivo
"Buono" e "Cattivo" sono tra le prime parole che i bambini imparano (sono anche probabilmente tra le
prime parole che apprendono gli animali addomesticati: "Cane cattivo!" dite, ed il vostro cane sa che c'è
qualcosa di cui deve vergognarsi e trotta via con la coda tra le gambe).
Vi è una differenza tra "buono" e "cattivo" quando i termini si applicano alla condotta morale o ad altri
tipi di comportamento ( potreste dire al vostro cane che è stato " cattivo" se ha disubbidito ai vostri ordini,
ma non gli dite che è "cattivo" se non riesce ad afferrare un bastoncino che gli avete lanciato. Vi
impegnate soltanto per incoraggiarlo a fare meglio).
Quando Elfie dice, a metà dell'episodio: "Forse non sono così male" e quando dice, alla fine
dell'episodio: "Ero così brava a giocare con la plastilina" non sembra intendere di essere stata
disobbediente o obbediente ma solo di essere incompetente o competente.
Questi sono, certamente, solo due modi di costruire la distinzione "buono/cattivo". Nel corso della
lettura di Elfie gli studenti potranno scoprirne altri.
PIANO DI DISCUSSIONE. Buono e cattivo
1.
Tommaso disobbedisce sempre all'insegnante.
Tommaso è buono?
2.
Maria fa sempre quello che le dice di fare la sua compagna di banco.
Maria è buona?
3.
Giulia è la migliore della classe nel saltare la corda.
Giulia è buona?
4.
Marina può urlare più forte di tutti in classe.
Marina è buona?
5.
Enrico fa sempre ciò che pensa sia meglio sia per gli altri che per sé.
Enrico è buono?
6.
Sandro si lava i denti ogni mattina ed ogni sera.
Sandro è buono?
7.
Linda cerca di stare fuori dai guai.
Linda è buona?
ESERCIZIO. Distinguere differenti tipi di "cattivo"
Pollice in basso se pensate che qualcosa sia "cattiva". Pollice in alto se pensate che qualcosa sia
"buona". Eccovi alcune cose che fa Elfie. Pollice su o pollice giù?
1.
Elfie non fa domande.
2.
Elfie ha dei segreti.
3.
Elfie conosce il suo nome.
4.
Elfie si paragona con i compagni.
5.
Elfie non ha risposte.
29
ESERCIZIO DI PITTURA E PIANO DI DISCUSSIONE. Cattivo e buono
1.
Fate un disegno di un bambino cattivo.
2.
Fate un cattivo disegno di un bambino.
3.
Fate un disegno di qualcosa che sia buono.
4.
Fate un buon disegno di qualsiasi cosa vi piacerebbe disegnare.
Alla fine di questo esercizio discutete con i bambini i loro disegni. Alcune delle domande seguenti vi
potranno essere utili per stimolare la discussione ed esplorare i concetti di "buono" e "cattivo".
1.
Cosa avete fatto nel disegno per renderlo il disegno di un bambino cattivo?
2.
Cosa rende il vostro disegno un cattivo disegno?
3.
Perchè pensate che la cosa che avete scelto da disegnare sia buona?
4.
Perchè il vostro disegno è un buon disegno? Cosa lo rende buono?
IDEA GUIDA 1.1.10. Pensare
Molte persone danno il pensare per scontato, proprio come danno per scontato il fatto che
digeriscono, o camminano, o respirano. Né sovviene loro che vi potrebbe essere una differenza tra
pensare bene e pensare male. Uno degli scopi per cui si fa leggere Elfie ai bambini è di indurli a pensare
al loro pensiero e ad imparare a pensare meglio.
I bambini sono spesso colpiti quando altre persone - specialmente gli adulti - prendono il loro pensare
sul serio e ciò li induce a prendere sul serio anche se stessi.
Quando pensiamo, riflettiamo sulla nostra esperienza. esaminando le esperienze che abbiamo già
avuto cerchiamo di scoprire come possiamo migliorare le esperienze future. In questo senso, il pensiero
è strumentale: è uno strumento per migliorare le nostre vite. Ma poi scopriamo che lo stesso pensiero è
un tipo di esperienza, e può essere in sé piacevole e gratificante. In questo senso, pensare è
consumatorio. Possiamo aiutare i bambini in modo considerevole se li induciamo a rendersi conto di
queste due dimensioni del loro pensiero: che il pensiero è uno strumento o una risorsa che ci aiuta a
fare le cose e che il pensiero è qualcosa di cui possiamo godere in sé per sé.
ESERCIZIO. Pensare
1.
Progettate come trascorrere la domenica. State pensando? (Diteci il vostro progetto).
2.
Vi ricordate come siete tornati a casa da scuola ieri. State pensando? (Diteci come siete tornati a
casa).
3.
Vi fa male il piede perché avete un sasso nella scarpa. State pensando? (Diteci come vi fa male).
4.
Vi immaginate di mangiare una fetta di pane e nutella. State pensando? (Di che sa?).
5.
È tempo del pisolino pomeridiano. Vi addormentate. State pensando? (Potete pensare mentre siete
addormentati e non sognare ancora?).
PIANO DI DISCUSSIONE. Pensare
1.
Ci possono essere persone che pensano ad ogni cosa che fanno?
2.
Ci possono essere persone che non pensano mai a nessuna cosa che fanno?
3.
I pianisti pensano con le loro dita?
4.
Si può smettere di pensare?
5.
Se pensaste solo per un minuto al giorno, sareste ancora qualcuno che pensa?
30
6.
I gatti pensano?
7.
Gli scarafaggi pensano?
8.
Le case pensano?
9.
Le automobili pensano?
10. I giocattoli parlanti pensano?
ESERCIZIO. L'ultima cosa che ho bisogno di pensare
1.
Quando sto facendo un esercizio di divisione in sillabe, l'ultima cosa che ho bisogno di pensare
è.......................
2.
Quando mangio la cena, l'ultima cosa che ho bisogno di pensare è.......................
3.
Quando guardo la televisione, l'ultima cosa che ho bisogno di pensare è.......................
4.
Quando parlo con il mio vicino, l'ultima cosa che ho bisogno di pensare è.......................
5.
Quando parlo di domani, l'ultima cosa che ho bisogno di pensare è.......................
6.
Quando sono davvero felice, l'ultima cosa che ho bisogno di pensare è.......................
7.
Quando ci si aspetta che stia davvero tranquillo/a, l'ultima cosa che ho bisogno di pensare
è.......................
8.
Quando non dovrei ridere, l'ultima cosa che ho bisogno di pensare è.......................
IDEA GUIDA 1.1.11. Brillante
I bambini scoprono che saranno considerati bravi o meno, brillanti o stupidi, acuti o ottusi, a seconda
di come renderanno a scuola. Sfortunatamente, non imparano che ci sono molte differenti forme di
intelligenza e ciascuno può essere considerato intelligente se si esprime bene in ognuna di tali forme. Ma
è una magra consolazione per il bambino dotato di un'intelligenza musicale piuttosto che matematica in
un contesto scolastico in cui l'intelligenza matematica sia considerata importante e l'intelligenza musicale
no. In breve, termini come "brillante", e "bravo" sono stereotipi o sovrasemplificazioni. Elfie può invidiare
gli altri bambini della classe perché sono brillanti ma un giorno potrebbe rendersi conto che alcuni di loro
sono "soltanto brillanti" o che lei è brillante in altro modo.
PIANO DI DISCUSSIONE. Brillante
1.
Gianni cammina velocemente. Significa che è brillante?
2.
Sergio ha solo sette anni e già fuma sigari e beve birra. Significa che è brillante?
3.
Lucio è alla scuola materna. Significa che non è brillante?
4.
Giulia ha sette anni e l'unica cosa che riesce a fare bene è suonare il violino. Significa che è
brillante?
5.
Elsa fa sempre i compiti. Significa che è brillante?
6.
Tommaso è felice. Significa che è brillante?
7.
Susanna è triste. Significa che non è brillante?
ESERCIZIO. Brillante
"Gianna è brillante".
In quali delle frasi che seguono "brillante" ha lo stesso significato della frase di qui sopra?
31
1.
Questa luce è troppo brillante.
2.
Mi piacerebbe rendere questo pezzo d'argento più brillante.
3.
Gigi ha avuto il massimo in matematica, perciò deve essere davvero brillante.
4.
Mi piacerebbe indossare qualcosa che mi facesse sembrare luminoso e brillante.
5.
Pensano di essere brillanti.
6.
Hanno pulito il lavello ed ora è tutto lucido e brillante.
Tra le frasi di qui sopra, non ce n'è nessuna in cui "brillante" abbia lo stesso significato?
IDEA GUIDA 1.1.12. Domande e risposte
Cosa sono le risposte? Non esiste una pronta risposta ad una domanda del genere. Ma domande e
risposte sembrano essere termini correlati, come marito e moglie, causa ed effetto, e giusto e sbagliato. I
due termini sembrano andare naturalmente insieme, e ciascuno implica l'altro.
Ma ciò non ci dice ancora che cos'è una risposta. È una spiegazione? Non necessariamente.
Sapere cosa sia una risposta richiede sapere cosa fa una risposta e ciò, a sua volta, richiede di
sapere cosa fa una domanda.
Una domanda indica dubbio ed incertezza. Una risposta rimuove quel dubbio o quell'incertezza.
Almeno, una buona risposta lo fa. Ma altre risposte potrebbero tentare di farlo e fallire. Sono sempre
risposte, ma non buone risposte.
Se una domanda apre la porta alla ricerca le risposte spesso potrebbero chiudere quella porta. Una
risposta chiude la porta alla ricerca quando finge di essere più completa o più autorevole di quanto non
sia in realtà.
Una risposta chiude le porte alla ricerca quando finge di essere ben sostenuta da prove e invece non
lo è.
Un bambino potrebbe rispondere onestamente (e in modo vero) eppure la sua risposta in sé potrebbe
essere falsa. Se gli si chiedesse: "Qual è secondo te la causa del mal di testa" ed egli rispondesse
"l'aspirina" egli potrebbe aver dato onestamente la propria opinione ma non significa che sia vero.
Quando facciamo una domanda complicata e ci aspettiamo una risposta semplice stiamo caricando
il bambino di un'enorme peso. È difficile dare una risposta onesta sapendo che la risposta che vi
piacerebbe dare non è del tutto vera, ma non sapete come dirlo. I bambini piccoli mancano spesso di
frasi come: "Secondo la mia opinione", "Io penso che...", "Di solito..." e "Non sono sicuro ma forse potrei
suggerire che...", frasi del tipo di quelle che gli adulti usano per qualificare le loro risposte.
Questo significa che uno dei modi in cui possiamo essere utili ai bambini piccoli è fornire loro una
varietà di frasi di qualificazione che possono impiegare integralmente quando rispondono alle nostre
domande. Dovremmo a nostra volta essere pronti a usare simili frasi di qualificazione per evitare che le
nostre risposte alle loro domande appaiano troppo categoriche ed "onniscienti".
PIANO DI DISCUSSIONE. Rispondere
1.
Cosa preferireste ricevere, una risposta vera che non sia molto interessante o una risposta
interessante che non sia vera?
2.
Vi piacerebbe più ricevere una risposta da qualcuno o scoprire da soli la risposta alla vostra
domanda?
3.
Preferite fare domande o dare risposte?
4.
Vi piace a volte pensare ad una domanda anche se sapete che nessuno potrebbe conoscere la
risposta?
5.
Vi capita a volte di ricevere una risposta per la vostra domanda e di fare ancora la stessa
domanda?
32
ATTIVITA'. Il gioco di "Quanto era vera la mia risposta?"
Ad ogni persona si farà una domanda. Dopo che avrete dato la vostra risposta dovreste decidere se
pensate che la vostra risposta sia (1) completamente vera, (2) per gran parte vera (3) un po' vera (4) per
nulla vera.
Se pensate che la vostra risposta sia completamente vera, alzatevi in piedi.
Se pensate che la vostra risposta sia per gran parte vera, restate seduti.
Se pensate che la vostra risposta sia un po' vera, sedete sul pavimento.
Se pensate che la vostra risposta non sia per nulla vera, sdraiatevi per terra.
Eccovi le domande:
1.
Quante lettere vi sono nel vostro nome?
2.
Una persona può essere allo stesso tempo a scuola e a casa?
3.
Un mercoledì può mai cadere durante un week end?
4.
Ai gatti piace la lattuga?
5.
I conigli hanno orecchie corte?
6.
Le stazioni televisive somigliano alle stazioni ferroviarie?
7.
Una pianta può essere una persona?
8.
La luna sembra avere una faccia qualche volta?
9.
Potete prendere il raffreddore?
10. Vi sbagliate mai?
Nota per l'insegnante: a seconda del numero dei bambini in classe potete usare una domanda per più
di un alunno. In seguito, chiedete ai bambini a cui sono state fatte le stesse domande di riunirsi in gruppo
e discutere le loro risposte e le ragioni che hanno avuto per rimanere seduti o alzarsi in piedi etc.
IDEA GUIDA 1.1.13. L'anno scorso
Le idee che i bambini hanno del passato e del futuro sono spesso deboli ed incerte. Lo sviluppo di un
senso del sé dipende dalla loro capacità di riconoscere le connessioni tra il loro passato, il loro presente
ed il loro futuro. Quando Elfie parla di quello che ha fatto "l'anno scorso" si mostra capace di paragonare
se stesso come è ora a come era prima e questo è un indice di maturazione.
ESERCIZIO. L'anno scorso, quest'anno, l'anno prossimo
1.
Potete pensare a qualcosa che avete fatto o che vi è successo l'anno scorso?
2.
Potete pensare a qualcosa che avete fatto o progettate di fare o a qualcosa che vi è successo
quest'anno?
3.
Potete pensare a qualcosa che progettate di fare o a qualcosa che vi potrebbe succedere l'anno
prossimo?
4.
Inventate una breve storia su queste tre cose. Nella vostra storia, parlate dell'anno scorso, di
quest'anno e dell'anno prossimo.
Chiedete ai bambini di raccontare le loro storie. Fate in modo che il resto della classe ascolti le storie,
così da poter dire se la persona che ha raccontato la storia ha parlato delle tre cose o meno.(L'esercizio
può essere anche fatto come compito scritto a scuola o a casa).
33
PIANO DI DISCUSSIONE. L'anno scorso
1.
È possibile che qualcosa che è successo l'anno scorso succeda anche quest'anno e l'anno
prossimo? Potete fare un esempio?
2.
È possibile che qualcosa che è successo l'anno scorso non succeda mai più? Potete fare un
esempio?
3.
Potete pensare a qualcosa che sia accaduto l'anno scorso o quest'anno ma che potrebbe non
accadere più per lungo tempo?
4.
Ci sono delle cose che non sono ancora accadute ma che siete sicuri accadranno? Potete fare un
esempio?
5.
Ci sono cose che non sono ancora accadute ma che vi piacerebbe accadessero?
IDEA GUIDA 1.1.14. Scuola dell’infanzia
L'ingresso nella scuola dell’infanzia generalmente segna un cambiamento importante nella vita di un
bambino. Il cambiamento dall'intimità della casa all'associazione con persone estranee è davvero
cruciale. Eppure, al di là delle differenze principali, il bambino può individuare somiglianze tra la casa e
la scuola, o tra i familiari ed i compagni? E quando il bambino passa alla prima elementare, come è
successo ad Elfie, ha l'opportunità di fare nuovi paragoni. La scuola dell’infanzia e la prima elementare
hanno molte cose in comune; in che cosa sono diverse?
ATTIVITA'. Scuola dell’infanzia
1.
Chiedete alla classe di fare un disegno della scuola.
2.
Chiedete alla classe di fare un altro disegno, questa volta della scuola dell’infanzia.
3.
Chiedete alla classe di disegnare insieme scuola elementare e scuola dell’infanzia.
Usate il seguente piano di discussione come supporto per discutere i disegni dei bambini con loro.
PIANO DI DISCUSSIONE. Scuola dell’infanzia
1.
Un bambino che andava alla scuola dell’infanzia, potrebbe ora dire a sua madre: "Adesso andrò a
scuola?".
2.
Un bambino che va in prima elementare potrebbe dire a sua madre "Adesso andrò alla scuola
dell’infanzia?".
3.
Amanda frequenta la scuola dell’infanzia. Sua madre la va a prendere a scuola ogni giorno. Alcune
volte la madre di Amanda dice : "Com'è andata a scuola oggi?". Altre volte chiede: "com'è andata
all'asilo oggi?". Amanda è confusa da queste domande. Potete aiutare Amanda? Quale pensate sia
la domanda migliore oppure credete che non vi sia alcuna differenza?
4.
La scuola dell’infanzia e la scuola possono essere lo stesso edificio?
5.
La scuola dell’infanzia e la scuola sono la stessa cosa? In che modo sono la stessa cosa, o sono
simili e in che modo sono diverse?
IDEA GUIDA 1.1.15. Virgolette
I bambini che imparano a leggere devono imparare gli indizi per poter leggere ad alta voce con
proprietà. Per esempio, devono imparare a fermarsi un po' dopo aver visto una virgola e a fermarsi un
34
po' di più dopo aver incontrato un punto. Sono come il semaforo: ci dicono quando fermarci e quando
andare.
È importante che i lettori alle prime armi riconoscano i segnali, perché ciò condizionerà la possibilità
di afferrare il significato di ciò che leggono, ed allo stesso modo condizionerà la possibilità che chi li
ascolta ha di catturare il significato.
Tra gli indizi più importanti vi sono le virgolette. I bambini devono comprendere che quando una
parola o una frase appare tra virgolette deve essere pronunciata con una certa enfasi. E bisogna
mostrare ai bambini come possano cambiare i significati in una frase a seconda dei diversi modi in cui si
pone l'accento su una parola nella frase.
ESERCIZIO. Enfasi alternata, significati alternati
Leggete questa frase alla classe senza enfatizzare nessuna delle parole che la compongono
NOI NON VOGLIAMO UNA PUZZOLA NELLA NOSTRA CLASSE
Ora leggete queste versioni alternate della stessa frase e vedete se, discutendone, i bambini
riconoscono come diversi significati emergono da diverse enfasi.
Frase con enfasi
Noi non vogliamo una puzzola nella nostra classe.
Significato suggerito
Non ci interessa se altri la vogliono.
Noi non vogliamo una puzzola nella nostra classe.
Ma la accetteremo se dobbiamo.
Noi non vogliamo una puzzola nella nostra classe.
Vogliamo solo uno speciale tipo di puzzola.
Noi non vogliamo una puzzola nella nostra classe.
Ma accetteremo qualsiasi altro animale.
Noi non vogliamo una puzzola nella nostra classe.
Ma nella vostra può andare.
Noi non vogliamo una puzzola nella nostra classe.
Mettetela in cortile.
35
SECONDO EPISODIO
IDEA GUIDA 1.2.1. Parlare
Le prime classi elementari sono quelle in cui i bambini imparano che una verbalizzazione senza
regole non è sempre complessivamente accettata in classe. Imparano a controllare e a ridurre il proprio
parlare ma, col fare ciò, sembra esservi in molti casi un declino dell'interesse per la scuola e della loro
attitudine all'indagine. Forse è una pura coincidenza, ma questo programma è fondato sulla convinzione
che non lo sia. Se vogliamo evitare che i bambini diventino allievi di scuola media stolidi, flemmatici,
privi di immaginazione o persone che evidenziano disagi cognitivi dobbiamo riservare occasioni di
conversazione in tutto il percorso scolastico. Se si può muovere qualche obiezione ad un parlare privo di
regole, non ne consegue che un parlare disciplinato non sia funzionale ad un importante obiettivo
educativo. Ancora: abbiamo bisogno di salvaguardare la capacità di espressione individuale in una
società in cui chi manca di potere manca spesso anche di capacità di espressione. È un compito che
richiede l'attiva cooperazione delle scuole. Onoriamo il principio secondo cui i bambini devono imparare
ad esprimersi bene, ma non possiamo raggiungere questo obiettivo se non permettiamo loro di
esprimersi.
PIANO DI DISCUSSIONE. Parlare
1.
Ci sono cose che pensi ma non dici?
2.
Dici mai cose in cui non credi veramente?
3.
Parlare con gli altri ti aiuta a pensare?
4.
Parli di più a casa o a scuola?
5.
Perchè ridacchi quando parli con i tuoi compagni di classe?
6.
L'ultima domanda (la domanda 5) è una domanda corretta?
ESERCIZIO. Ti piace parlare?
Eccoti dieci cose che probabilmente fai di solito. Il tuo compito è quello di metterle in ordine da uno a
dieci indicando, in sequenza, le cose che ti piace fare di più e quelle che ti piace fare di meno.
a.
Mangiare le patatine.
b.
Bere la cioccolata calda.
c.
Fare i compiti.
d.
Parlare con i compagni.
e.
Parlare con i tuoi fratelli e sorelle.
f.
Mettere in ordine il tuo tavolo.
g.
Parlare con un cucciolo.
h.
Parlare con i grandi.
i.
Dormire.
j.
Fare un bagno.
1___________________________________________________________________________________
2___________________________________________________________________________________
3___________________________________________________________________________________
36
4___________________________________________________________________________________
5___________________________________________________________________________________
6___________________________________________________________________________________
7___________________________________________________________________________________
8___________________________________________________________________________________
9___________________________________________________________________________________
10__________________________________________________________________________________
ATTIVITA'. Parlare al contrario
Chiedete ai bambini di venire a turno uno alla volta davanti alla classe. Un compagno darà una frase
che il bambino dovrà ripetere al contrario. Per esempio, qualcuno della classe dirà: "Mangia la merenda"
e l'altro risponderà: "Merenda la mangia". La persona davanti alla classe rimarrà a provare diverse frasi
fino a quando non farà un errore .
IDEA GUIDA 1.2.2. Davvero
Presumibilmente l'espressione colloquiale "davvero" o "per davvero" è per i bambini l'equivalente di
termini adulti più ponderosi come "esistenza", "verità", "realtà" e "autenticità". Proprio come i bambini
fanno costantemente uso del termine "veramente" per conferire una nota di urgenza e di insistenza a ciò
che dicono, essi usano "davvero" per indicare che sono in grado di distinguere le cose false e posticce da
quelle genuine, le puramente apparenti dalle vere, l'immaginario dal reale. Il termine "davvero" o "per
davvero" quindi suggerisce un giudizio sia valutativo che descrittivo in quanto indica ciò che il bambino
considera serio e genuino e non semplicemente cosa si verifica nello spazio e nel tempo.
PIANO DI DISCUSSIONE. Cosa significa "per davvero" ?
1.
Le favole accadono mai " per davvero"?
2.
Il tuo tavolo è " per davvero"?
3.
La tua testa è " per davvero"?
4.
Quando guardi allo specchio, il tuo riflesso è " per davvero"?
5.
I fumetti sono "per davvero"?
6.
I cartoni animati sono "per davvero"?
7.
La tua scuola è "per davvero"?
8.
Il cielo è "per davvero"?
9.
Un buco nel pavimento è "per davvero"?
10. Un buco nell'aria può essere "per davvero"?
ESERCIZIO. Cose che non sono "per davvero".
Domani, portate in classe
1) qualcosa che pensate sia "per davvero".
2) qualcosa che pensate sia "per finta".
Preparate a fornire ragioni per questo.
37
ESERCIZIO. "Per davvero"
Dite se pensate che le cose seguenti siano "per davvero" oppure no.
"Per davvero"
Non "per davvero"
?
1.
I vostri capelli.
❑
❑
❑
2.
La vostra scuola.
❑
❑
❑
3.
Quello che avete fatto ieri.
❑
❑
❑
4.
Quello che pensate di fare stasera.
❑
❑
❑
5.
Quello che potete vedere adesso.
❑
❑
❑
6.
I vostri amici.
❑
❑
❑
7.
I vostri sogni.
❑
❑
❑
8.
I vostri sentimenti.
❑
❑
❑
Quello che è scritto sulla lavagna.
❑
❑
❑
❑
❑
❑
9.
10. I vostri pensieri.
IDEA GUIDA 1.2.3. Sveglio, addormentato, che sogna
La gente è sempre stata affascinata dall'alternanza della vita del sogno e di quella della veglia e dal
contrasto tra immagini oniriche e realtà della veglia. I bisonti in corsa dipinti dai nostri antenati sulle
pareti della grotta di Lascaux hanno un carattere quasi onirico nella loro qualità fluttuante ed incisiva
come se le pareti della grotta fossero come le pareti della mente.
Gli indovini hanno sempre sostenuto che i sogni sono profezie di eventi futuri, o rivelazioni di quanto
è normalmente nascosto e represso, e la psicoanalisi assume una posizione analoga a riguardo. I
bambini sono confusi in merito all'importanza da attribuire ai loro sogni ed in merito al fatto che i sogni
possano o meno fornire una qualche sorta di prova. Qui può essere utile la discussione in classe. In
primo luogo, mette i bambini in grado di riflettere sul problema e di evidenziarne le varie sfaccettature
anche se la soluzione del problema sembra sfuggente, come accade per noi. in secondo luogo, consente
ai bambini di capire come la condivisione dei sogni possa essere una esperienza giocosa e divertente.
PIANO DI DISCUSSIONE. Addormentati e svegli
1.
Siete mai stati addormentati pensando di essere svegli?
2.
Pensate che dormire sia una perdita di tempo?
3.
Pensate che stare svegli sia una perdita di tempo?
4.
Se le persone fossero cavalli, dormirebbero in piedi?
5.
Se le persone fossero pesci, dormirebbero con gli occhi aperti?
ESERCIZIO. Addormentati e svegli
1.
Pensate ad Elfie prima di andare a dormire. Dopo, sognerete di Elfie?
2.
Pensate ad un coniglio prima di andare a dormire. Pensate allo stesso coniglio quando vi svegliate?
3.
La prossima volta che mamma e papà vi lasciano con la baby sitter, farete finta di essere svegli o
di dormire?
4.
Cercate di dormire con gli occhi aperti.
38
PIANO DI DISCUSSIONE. Sognare
1.
Dopo aver guardato la televisione per un sacco di tempo, vi chiedete mai se avete sognato?
2.
Dopo una lunga giornata di scuola, vi chiedete mai se è stato tutto un sogno?
3.
Se sognate qualcosa, significa che accadrà?
4.
Se vi succede qualcosa, significa che lo sognerete?
5.
È vero che le cose non succederanno per davvero se accadono prima in sogno?
6.
Come potete essere sicuri che adesso non state sognando?
ESERCIZIO. Sogni
Fate una "gara di sogni". Ognuno racconta il sogno che ha fatto la notte scorsa. Se ci sono due
persone che hanno fatto lo stesso sogno, quelli sono i vincitori della gara.
IDEA GUIDA 1.2.4. Toccare
Un sacco di volte pensiamo che i nostri occhi ci ingannino o che gli altri nostri sensi potrebbero darci
informazioni confuse. In queste occasioni spesso usiamo la prova del tatto. Il cuscino è veramente
morbido? Lo tocchiamo per esserne sicuri. C'è o non c'è una porta di vetro davanti a noi? Stendiamo la
mano per esserne sicuri. Il vassoio che stiamo cercando di lavare ha un residuo di cibo attaccato o è
solo una macchia? Lo tocchiamo per esserne sicuri. Eppure, toccare non è una strategia infallibile. Un
coltello può non essere affilato al tatto eppure riuscire a tagliarvi. Il ghiaccio potrebbe non essere freddo
al tatto eppure bruciarvi, come nel caso del "ghiaccio bollente". Non vi è probabilmente nessun senso
che rappresenti una prova definitiva di realtà, ma solo l'insieme dei sensi e della mente che lavorano
insieme in modo cooperativo.
ESERCIZIO. Toccare è il modo migliore per dire che cos'è vero?
Qual è il modo migliore per determinare cos'è vero nei seguenti casi?
Toccare
Guardare
Pensare
?
1.
Quanto è calda l'acqua nella vasca.
❑
❑
❑
❑
2.
Di che colore è il cielo.
❑
❑
❑
❑
3.
Quanto fa due più due.
❑
❑
❑
❑
4.
Come profumano i cornetti caldi.
❑
❑
❑
❑
5.
Quanto caldo è il sole.
❑
❑
❑
❑
6.
Di che colore è l'erba di notte.
❑
❑
❑
❑
7.
Se avete una pietra nella scarpa oppure
no.
❑
❑
❑
❑
8.
Quanti anni avete.
❑
❑
❑
❑
9.
Se la vostra faccia è dalla parte sbagliata
della testa.
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
10. Cosa mangerete domani a colazione.
39
ESERCIZIO. Toccare
Chiedete alla classe di sedere in silenzio per qualche momento e di focalizzare l'attenzione su
qualcosa che a ciascuno piacerebbe molto toccare. Poi chiedete ai bambini di andare a toccare gli
oggetti avendo in mente le distinzioni date di seguito. In altre parole, fate in modo che i vostri allievi
esaminino i seguenti tipi di categorie come esempi dei modi in cui potrebbero pensare ai loro oggetti
mentre li toccano.
Duro....................................morbido
come un......................................................
Liscio..................................ruvido
come un......................................................
Freddo................................caldo
come un.......................................................
Leggero...............................pesante
come un.......................................................
Sottile..................................spesso
come un........................................................
Lasciate ai vostri studenti buoni cinque minuti per esaminare il loro oggetto. Poi chiedete loro di
descrivere al resto della classe come era al tatto il loro oggetto. Mentre fanno questo, aiutateli nella
descrizione suggerendo loro di usare i paragoni. Per esempio un bambino potrebbe dire: "La lavagna era
liscia". Mostrategli come questa descrizione possa venire elaborata aggiungendo la parola "come".
Esempio: “La lavagna è liscia come il piano di un tavolo".
IDEA GUIDA 1.2.5. Interrogarsi, pensare e la realtà
Vi sono due questioni spinose qui:
1) Elfie sostiene che se si interroga, allora deve per forza stare pensando. È una questione logica per
lei, apparentemente. Se l'interrogarsi è un modo del pensiero, allora, se vi è un inizio di interrogazione, vi
deve essere anche un inizio di pensiero. Considerate questi casi analoghi:
Se ci sono pigne, devono esserci alberi.
Se ci sono dei salmoni, deve esserci pesce.
Se ci sono margherite, devono esserci fiori.
Se ci sono gatti, devono esserci animali.
2) Elfie continua sostenendo che, se stai pensando, allora "devi essere reale", intendendo,
evidentemente, che chi pensa deve esistere. L'analogo filosofico di questa riflessione è, ovviamente,
l'affermazione di Cartesio "cogito, ergo sum".
È più facile concordare con alcune parti delle asserzioni di Elfie che con altre. Per esempio, non è
difficile ammettere che, se qualcosa sta accadendo, allora l'accadimento è reale. D'altro canto, se ciò
che sta accadendo è il pensare, non ne consegue automaticamente che tale pensare è stato causato da
un pensante, più di quanto la neve implichi qualcosa che produce neve o il calore qualcosa che produce
calore.
In sintesi, allora, Elfie offre due prove della propria esistenza - del suo essere reale. La prima è
logica: se esiste un esempio di qualcosa, allora quel qualcosa deve esistere necessariamente. La
seconda è causale: se vi è un effetto, vi deve essere una causa per quell'effetto. La debolezza in questa
seconda argomentazione sta nel ritenere che dire che esiste un effetto presupponga necessariamente
una causa: i termini causa ed effetto sono correlativi. Quindi, ogni effetto necessariamente ha una
causa, ma non ne consegue che ogni evento abbia una causa.
ESERCIZIO. In che modo l'interrogarsi è legato al pensare?
1.
Se tu fossi un gatto saresti un animale?
2.
Se tu fossi uno squalo, saresti un pesce?
3.
Se tu indossassi i tuoi migliori vestiti, saresti vestito?
40
4.
Se tu stessi studiando alcune parole su una pagina, staresti leggendo?
5.
Se tu stessi ricordando, staresti pensando?
6.
Se tu stessi immaginando, staresti pensando?
7.
Se tu ti stessi interrogando, staresti pensando?
ESERCIZIO. Elfie ha ragione a credere che, se stai pensando, allora sei reale?
1.
Una persona potrebbe pensare di non stare pensando?
2.
Una persona potrebbe pensare di non essere reale?
3.
Il tuo banco non pensa. È lo stesso reale?
4.
Se ti capita di calpestare una formica e di ucciderla, è lo stesso reale?
5.
Se il tuo riflesso nello specchio potesse pensare da solo, sarebbe reale?
6.
Se tu pensi, significa che devi essere reale?
ESERCIZIO. Il pensiero implica un pensante?
1.
Se c'è un dipinto, deve esserci anche il pittore di quel dipinto?
2.
Se c'è un libro, deve esserci anche uno scrittore di quel libro?
3.
Se c'è del fumo, deve esserci un fumatore in giro?
4.
Se piove, significa che c'è qualcuno che fa piovere?
5.
Se nevica, significa che c'è qualcuno che fa nevicare?
6.
Se ci sono pozzanghere, significa che è piovuto?
7.
Se c'era un suono, significa che c'era un ascoltatore?
8.
Se ci sono pensieri, significa che sono stati prodotti da un pensante?
ESERCIZIO. È necessario che alcune cose ne causino altre?
1.
Se piove, devono esserci pozzanghere?
2.
Se c'è il sole, deve fare caldo?
3.
Se vai a nuotare, devi bagnarti?
4.
Se mastichi il tuo cibo, devi inghiottirlo?
5.
Se inghiotti il tuo cibo, devi digerirlo?
6.
Se senti dolore, devi piangere?
7.
Se piangi, significa che senti dolore?
8.
Una persona può rimanere sempre della stessa età?
9.
C'è qualcosa in particolare che ci fa diventare grandi?
10. Se qualcosa ha una taglia, deve avere anche un peso?
PIANO DI DISCUSSIONE. Pensare
1.
Pensi quando dormi?
2.
C'è differenza tra il modo in cui pensi e il modo in cui parli?
41
3.
Dici sempre quello che stai pensando?
4.
Parli più di quanto pensi o pensi più di quanto parli?
5.
Cosa preferiresti fare: pensare, parlare o dormire?
ESERCIZIO. Pensare
Cosa pensi quando:
– fai il bagno?
– mangi?
– guardi la televisione?
– fai i compiti?
– dormi?
– giochi?
– pensi?
42
TERZO EPISODIO
IDEA GUIDA 1.3.1. Crescere
Vi sono molti modi in cui bambini ed adulti hanno lo stesso tipo di esperienze: fanno esperienza dello
stesso clima, vivono nelle stesse case, mangiano lo stesso cibo. D'altro canto, l'esperienza di crescita
che sperimentano i bambini è per gran parte collocata nel loro presente. Per alcuni adulti, d'altro canto,
quell'esperienza rappresenta un lontano passato, forse addirittura dimenticato. Eppure per altri adulti
l'esperienza del bambino che cresce è ancora vivida in loro. Ed ancora per altri l'esperienza di crescere,
anche se si è adulti, non ha mai perso intensità.
Inoltre, gran parte dei bambini non vedono l'ora di diventare adulti, mentre gran parte degli adulti
focalizza la propria attenzione sull'invecchiamento e questi sono due tipi di esperienza molto diverse.
Ancora, sono gli adulti a stimolare i bambini a guardare avanti. Gli adulti continuano a chiedere ai
bambini: "Cosa vuoi fare da grande?". È un modo di indirizzare la loro attenzione verso il futuro e, in un
certo senso, di ingabbiarveli, piuttosto che consentir loro di fare esperienza della realtà del presente. È
discutibile quanto questo sia utile per i bambini. Allora, perché non lasciamo che i bambini considerano
da soli le differenti opzioni?
ESERCIZIO. Quando sarò grande
Quando sarai grande, le cose seguenti saranno le stesse o saranno diverse da adesso?
Le stesse
Diverse
Non lo so
❑
❑
❑
1.
Il tuo aspetto.
2.
Il tuo modo di vestire.
❑
❑
❑
3.
I tuoi sentimenti.
❑
❑
❑
4.
Il tuo pensiero.
❑
❑
❑
5.
Le cose a cui pensi.
❑
❑
❑
6.
Le cose che fai.
❑
❑
❑
7.
Le persone con cui parli.
❑
❑
❑
Le persone con cui giochi.
❑
❑
❑
8.
PIANO DI DISCUSSIONE. Crescere
1.
Quanti anni avrà quando sarai "grande"?
2.
Tutti i bambini della tua classe cresceranno nello stesso tempo?
3.
È possibile che una persona sia vecchia ma non "grande"? Come può essere?
4.
È possibile che una persona sia molto giovane e "grande" allo stesso tempo?
5.
Come saprai che sei diventato "grande"?
ESERCIZIO. Io diventerò...
Ecco una lista di cose che una persona può essere:
•
una persona felice
43
•
un atleta
•
un negoziante
•
una persona gentile
•
una mamma
•
un dottore
•
una persona anziana
•
uno studente
•
un amico
•
una persona che pensa molto
1.
È possibile che un padre possa essere anche una di queste cose?
2.
È possibile che un ballerino possa essere anche una di queste cose?
3.
È possibile che un bambino possa essere anche una di queste cose?
4.
Tu sei qualcuna di queste cose?
5.
Diventerai una di queste cose?
PIANO DI DISCUSSIONE. Diventerò...
1.
Cosa sarai domani? Cosa sarai l'anno prossimo?
2.
Quand'è che sarai diverso da quello che sei adesso?
3.
Giuseppe dice: "Diventerò un dottore". Significa che non diventerà nient'altro?
4.
Pamela dice: "Diventerò una mamma". Significa che sarà una mamma?
5.
È possibile che una persona sia qualcosa che vuole essere?
ESERCIZIO. Aver fretta di crescere
Pensate che qualcuna delle cose seguenti potrebbero aiutarvi a crescere più in fretta?
1.
Cercare di stirarvi per diventare più alti.
2.
Parlare con persone più grandi.
3.
Vestirsi come una persona più grande.
4.
Giocare con persone più grandi.
5.
Guardare film per adulti.
6.
Mangiare cibi sani.
ESERCIZIO. Aver fretta di crescere
1.
Pietro è la persona più alta della classe. Significa che sta crescendo più velocemente degli altri?
2.
Enrico indossa una cravatta a scuola come fa suo padre al lavoro. Significa che Enrico è più
"grande" degli altri?
3.
Alcuni bambini fumano di nascosto durante la ricreazione. Significa che sono più "grandi" degli altri
che non fumano?
4.
Marilena non capisce le cose di cui parlano alcuni bambini della sua classe. Significa che sono più
"grandi" di lei?
5.
Gianna bada al suo fratellino quando torna a casa da scuola. Invece a Susi non permettono di
prendersi cura della sorellina. Significa che Gianna è più "grande" di Susi?
44
IDEA GUIDA 1.3.2. Accadere
Ci sono cose che ci accadono e cose che facciamo accadere.
Ci è successo di essere nati il giorno in cui siamo nati, di avere il nome che ci è stato dato, di essere
di una certa altezza, di avere questa faccia, di parlare una determinata lingua.
Ma ci sono altre cose che noi facciamo succedere: ad esempio possiamo mantenere i piedi asciutti
evitando di andare nelle pozzanghere. Possiamo fare in modo che il gatto non faccia la peste se gli
diamo da mangiare quando ha fame. Possiamo proteggere i nostri denti lavandoli regolarmente.
Possiamo imparare a leggere, così che saremo capaci di imparare tutte le cose che sono nei libri e che
ora ci sono negate. Ci sono anche cose che possiamo fare accadere anche se non dovremmo. Possiamo
giocare con i fiammiferi ed appiccare un incendio, possiamo prendere in giro qualcuno e provocare una
rissa. Possiamo fare un brutto scherzo a qualcuno e fargli del male. Queste non sono cose che
accadono: noi le abbiamo fatte accadere.
Aiutando i bambini a distinguere tra quelle cose che possono solo accadere loro e quelle cose che
possono far accadere se scelgono di farlo li rendiamo capaci di stabilire un senso di controllo sulla
propria esistenza. Possono rendersi conto della differenza tra le cose che possono cambiare e le cose
che non possono cambiare, e in questo modo acquisiscono potere di dirigere le loro vite scegliendo tra
alternative realistiche ed agendo in base alle proprie scelte.
ESERCIZIO. Cose che ci accadono e cose che facciamo accadere
Pensi che queste cose sono cose successe ad Angelo o cose che Angelo ha fatto succedere?
1.
Angelo aveva mal di pancia. Si era mangiato un'intera torta gelata ed una scatola di gianduiotti.
2.
Angelo aveva mal di pancia. Era andato al ristorante ed il cameriere gli aveva servito del pesce
avariato.
3.
Angelo era molto felice. I suoi genitori gli avevano comprato una bici nuova per il suo compleanno.
4.
Angelo è stato bocciato in prima elementare. Non ha mai fatto i compiti.
5.
Angelo aveva molti amici. Ascoltava sempre con attenzione le cose che i suoi amici avevano da
dirgli.
(Le cose in corsivo sono successe ad Angelo oppure è Angelo che le ha fatte succedere?).
PIANO DI DISCUSSIONE. Accadere e fare accadere
1.
Quali tipi di cose ti succedono?
2.
Quali tipi di cose puoi fare succedere?
3.
Le cose che ti succedono sono le stesse che potresti anche far succedere?
4.
Le cose che tu fai succedere sono lo stesso tipo di cose che potrebbero accadere da sole?
5.
Cosa preferiresti - avere cose che ti succedono o fare succedere delle cose? Perché?
PIANO DI DISCUSSIONE. Cose che accadono nella vita
1.
C'è differenza tra le cose che ti succederanno nella vita e quelle che tu pensi ti succederanno?
2.
La tua vita è diversa da quella di qualcun altro che conosci? In che modo?
3.
La tua vita è la stessa di quella di qualcun altro che conosci? In che modo?
4.
Puoi condividere la vita con qualcun altro? Come può essere?
5.
Una persona può avere più di una vita?
45
IDEA GUIDA 1.3.3. Oggi e domani
I bambini piccoli probabilmente sono capaci di concepire periodi separati - ieri, oggi, domani - molto
più prontamente di quanto possano concepire il tempo. Il tempo è un concetto astratto, ma "domani" è
qualcosa da aspettarsi e "ieri" è qualcosa da ricordare. Molti bambini sono così immersi nel presente che
il passato ed il futuro appaiono sfocati, e dobbiamo cercare di allargare i loro orizzonti inducendoli a
prendere in considerazione un lasso di tempo più ampio.
Diciamo ai bambini in lacrime: "Domani è un altro giorno, il domani sarà migliore" e loro ne ricavano
un po' di conforto. Ma allo stesso tempo, il loro senso del tempo si espande, ed il tempo diventa
qualcosa di più ragionevole per loro: iniziano a vedere il presente nel contesto del futuro e del passato.
D'altro canto, certamente ci sono bambini che trascorrono il tempo a sognare del futuro a tal punto da
dimenticare il presente. Questi bambini devono essere aiutati ad apprezzare il presente ed a riconoscere
la precarietà delle loro aspettative. Un tempo i genitori ricorrevano alla saggezza dei proverbi: "Meglio un
uovo oggi che una gallina domani..." per esempio. Ma ora no si usa più. Forse la filosofia potrà rivestire
la stessa funzione.
ESERCIZIO. Domani, oggi
Riempi gli spazi bianchi.
1.
Oggi è lunedì, così domani è..............................
2.
Tre giorni fa era sabato. Domani è...................
3.
Domani è il 20 luglio perciò.........................era il 19 luglio.
4.
Oggi è mercoledì, perciò.....................è giovedì.
5.
Ieri era il primo luglio, perciò................è il 2 luglio e ..........................sarà il 3 luglio.
PIANO DI DISCUSSIONE. Domani
1.
Quando comincia domani?
2.
Quando finisce oggi?
3.
Quanto è lungo domani?
4.
Quando incomincia domani, cosa succede ad oggi?
5.
Domani sarà sempre domani?
6.
Quando finisce domani, significa che non ci saranno più domani?
7.
Qual'è la differenza tra oggi e domani?
PIANO DI DISCUSSIONE. Quando fare le cose
1.
Ci sono delle cose che possono essere fatte solo oggi e non domani? Puoi darne degli esempi?
2.
Ci sono delle cose che puoi fare sia oggi che domani? Puoi darne degli esempi?
3.
Ci sono delle cose che non puoi fare, né oggi né domani? Puoi darne degli esempi?
4.
Ci sono delle cose che puoi fare solo domani? Puoi darne degli esempi?
5.
Se ti dicono: "Non puoi mangiare i cioccolatini fino a domani" riuscirai mai a mangiarli?
46
IDEA GUIDA 1.3.4. Corpo, mente e vita
Il nostro corpo è nello spazio, la nostra vita nel tempo, e la nostra mente nella loro relazione. Questo
potrebbe essere uno dei modi per connettere queste tre principali cornici di riferimento nei cui termini
cerchiamo di comprendere cosa significhi essere una persona.
Per il bambino, il corpo e la mente sono dati nel presente. Sono entità misteriose, che invitano ad
un'esplorazione senza fine. La vita dei bambini, d'altro canto, ha un'apparenza molto più ricca di ombre.
Il breve lasso di tempo di cui il bambino ha fino ad ora fatto esperienza gli dà appena un po' del senso
della traiettoria estesa che un giorno la sua vita mostrerà. Né possiamo, nonostante la nostra maggiore
esperienza, possedere convinzioni molto ferme a proposito di come sarà la vita del bambino.
Per il momento, comunque, possiamo cercare di aiutare il bambino mettendo in giustapposizione
queste tre principali cornici di riferimento: il mio corpo, la mia mente e la mia vita.
ESERCIZIO. Il mio corpo, la mia mente, la mia vita
Completate le frasi seguenti:
Parte A
1.
Quando guardo il mio corpo, vedo........
2.
Quando guardo la mia mente, vedo........
3.
Quando guardo la mia vita, vedo...........
Parte B
1.
Quando penso al mio corpo, mi chiedo.............
2.
Quando penso alla mia mente, mi chiedo.........
3.
Quando penso alla mia vita, mi chiedo.............
Parte C
1.
Quando sento il mio corpo, è come....................
2.
Quando sento la mia mente, è come.................
3.
Sento la mia vita come......................................
ESERCIZIO. La mia vita
Dite se pensate che queste cose siano parte della vostra vita, non siano parte della vostra vita o
siano la vostra intera vita.
Parte della mia vita
Non parte della mia vita
La mia intera vita
1.
I vostri pensieri.
❑
❑
❑
2.
Il vostro modo di sentire.
❑
❑
❑
3.
Dove vivete.
❑
❑
❑
4.
Tutto quello che vedete.
❑
❑
❑
5.
Le cose che progettate di fare.
❑
❑
❑
6.
Le cose che sono già successe.
❑
❑
❑
7.
le cosa che stanno succedendo
adesso.
❑
❑
❑
47
Parte della mia vita
Non parte della mia vita
La mia intera vita
8.
Il vostro sonno.
❑
❑
❑
9.
La vostra famiglia.
❑
❑
❑
❑
❑
❑
10. Tutti quelli che conoscete.
IDEA GUIDA 1.3.5. Adesso
Gli adulti possono usare la frase "il presente" ma i bambini dicono "adesso". "Adesso metto il libro sul
tavolo"; "Adesso vado a dormire", "Chiudo gli occhi e adesso li apro". Eppure il bambino nota che non
appena la parola "adesso" è stata pronunciata il momento a cui si riferisce è già diventato passato. Il
momento presente, è, come scopre il bambino, estremamente sfuggente: nel momento in cui lo
identifichiamo, scivola via dalla nostra vista per sempre. Ancora, queste cose succedono quando
tentiamo di sottolineare "adesso". Quando ci rilassiamo e cerchiamo di confrontarci in modo più
tollerante con la questione del presente, possiamo notare che "adesso" può riferirsi ad una lunghezza
temporale, una "porzione di durata". Dire: "Adesso sto leggendo" non si riferisce al mio soffermarmi su
una particolare lettera o parola durante un momento immediato, ma si riferisce al mio comportamento,
da quando ho incominciato una particolare fase di lettura a quando terminerò.
Così, alcuni "adesso" sono solo momentanei o istantanei ed altri sono durevoli. Il bambino impulsivo
vuole tutto qui e subito, ristretto all'immediato presente. Il bambino più calmo potrebbe desiderare
differire alcune gratificazioni comprendendo che, per certi aspetti, il domani sarà migliore se ci
prepariamo ad esso oggi. Questi sono stili di esperienza, comunque, e non giudizi che suggeriscono che
uno stile sia necessariamente peggio dell'altro.
Tenete a mente che i bambini dovrebbero usare il linguaggio con accuratezza, correlando "era", "è",
"sarà" con il passato, il presente, il futuro. La comprensione dell'uso dei tempi li aiuterà a comprendere il
problema del tempo.
ESERCIZIO. Adesso
Chiedete a diversi bambini di alzarsi e di descrivere al resto della classe le cose seguenti. Fate in
modo che più di un bambino possa rispondere a ciascuna sollecitazione.
1.
Cosa puoi vedere proprio adesso.
2.
Cosa puoi udire proprio adesso.
3.
Cosa stai toccando proprio adesso.
4.
Cosa stai odorando proprio adesso.
5.
Cosa stai pensando proprio adesso.
PIANO DI DISCUSSIONE. Quando è "adesso"?
1.
Quando incomincia "adesso"?
2.
Quando finisce "adesso"?
3.
Quanto dura "adesso"?
4.
Quando è "adesso"?
5.
Quanti "adesso" compongono un giorno?
48
ESERCIZIO. "Adesso" ed il corso del tempo
1.
Sono le 9 di mattina. Vostra madre dice : "Vai a scuola adesso". Quando esci di casa?
2.
È ora di cena. Vostro padre dice: "Adesso, voglio che tu sia gentile con tuo fratello". Per quanto
tempo vuole che tu sia gentile?
3.
È estate. Siete in vacanza al mare. A colazione vostra sorella dice : "Adesso è il momento migliore
per nuotare": Quando intende sia il momento migliore per nuotare?
4.
I biglietti del concerto vanno a ruba. A pranzo, Patrizia dice: "Adesso non è troppo tardi, ma domani
sì". quando pensa che sarà troppo tardi per trovare i biglietti?
5.
State giocando con un pallone nel negozio all'angolo. Il negoziante dice : "Adesso, adesso,
adesso...non farlo qui". Significa che va bene farlo lì altre volte?
ESERCIZIO. Era, è, sarà
Parte I
1.
Ieri mio padre.................. a casa e mia madre........................a lavoro.
2.
Il sole...........................davvero caldo adesso.
3.
Domani..................................meglio di oggi.
4.
Domani..............................domenica.
5.
C'è................................una grande tempesta di neve qui l'anno scorso.
6.Se avremo una bambina in famiglia il suo nome.....................Gloria.
Parte II
Cosa c'è di sbagliato nelle seguenti frasi?
1.
Tommaso ha detto : "L'anno prossimo sono più grande di quest'anno".
2.
Grazia ha detto : "L'anno scorso sarò più grande di adesso".
3.
Ernesto ha detto : "Domani avevo otto anni".
IDEA GUIDA 1.3.6. Esaminare la vita
Secondo Socrate: "Non vale la pena vivere la vita senza esaminarla". Non dovremmo vivere senza
scopo. Dovremmo cercare di scoprire cosa è una "buona vita" e quindi fare del nostro meglio per vivere
quel tipo di vita. Come possiamo scoprire cos'è una "buona vita"? Attraverso la discussione filosofica.
Così impariamo da Socrate.
Per i bambini del primo ciclo elementare l'idea di esaminare la propria mente può apparire in qualche
modo strana, ma non c'è dubbio che in qualche misura lo stiano già facendo. D'altro canto, l'idea di
"esaminare la propria vita" può colpirli come qualcosa di improbabile ed estraneo. Nondimeno, quello
che conta è introdurre nella loro mente l'idea che sia bene conoscere noi stessi e che un modo per farlo
sia l'esame delle nostre vite.
ESERCIZIO. Esaminare
1.
Cosa fa un dottore quando vi esamina?
2.
Supponiamo vi siate fatti male la mano. Come la esaminereste?
3.
Esaminate con molta attenzione la superficie del vostro banco. Cosa ci trovate?
4.
Potete esaminare la cima della vostra testa?
5.
Potete esaminare il vostro cuore?
49
6.
Potete esaminare la vostra mente?
7.
Potete esaminare la vostra vita?
PIANO DI DISCUSSIONE. Esaminare
1.
Quali tipi di cose vi piace esaminare molto da vicino e con attenzione?
2.
Quali tipi di cose non vi piace per nulla esaminare?
3.
Cosa trovate più difficile da esaminare?
4.
Cosa trovate più facile da esaminare?
5.
Esaminare è una specie di gioco?
6.
Quando esaminate le vostre scarpe, cosa notate?
7.
Quando esaminate le vostre mani, cosa notate?
8.
Quando esaminate la vostra mente, cosa notate?
9.
Quando esaminate la vostra vita, cosa notate?
10. Pensate che le persone dovrebbero esaminare la loro mente e la loro vita o no?
IDEA GUIDA 1.3.7. Valere la pena
Siamo abituati a pensare che i bambini abbiano poco senso del valore delle cose. Una bambina
potrebbe rifiutarsi di dare la sua vecchia bambola se le venisse offerto del denaro in cambio, e noi
sorridiamo della sua ingenuità economica.
D'altro canto, lei potrebbe stupirsi della grossolana insensibilità dell'offerta, pensando che il valore
che la sua bambola ha per lei non è questione di soldi.
L'idea che il valore possa assumere forme differenti, delle quali il denaro è soltanto una, merita
l'attenzione dei bambini (infatti è importante che i bambini comprendano che il denaro in sé ha valore
solo in relazione alle cose che può acquistare piuttosto che in sé e per sé).
ESERCIZIO. Qual è il valore delle cose?
1.
L'aria vale qualcosa?
2.
Potreste vivere senza aria?
3.
La pioggia vale qualcosa?
4.
Le persone potrebbero vivere se non ci fosse più pioggia?
5.
Il tuo corpo vale qualcosa?
6.
Potresti vivere senza il tuo corpo?
7.
La tua mente vale qualcosa?
8.
Potresti vivere senza la tua mente?
9.
La tua vita vale qualcosa?
10. Potresti vivere senza la tua vita?
PIANO DI DISCUSSIONE. Come possiamo dire il valore delle cose?
Come possiamo dire:
1.
50
Quanto vale un biglietto del cinema?
2.
Quanto vale una fetta di pane?
3.
Quanto vale un gatto?
4.
Quanto vale una pulce?
5.
Quanto vale un libro?
6.
Quanto vale un neonato?
7.
Quanto vale una persona?
IDEA PRINCIPALE 1.3.8. Differente
Supponiamo che tutto vi sembrasse uguale. Alberi, case, animali, montagne: non potreste
distinguerli. Non sarebbe difficile per le persone comunicare tra loro se non potessero distinguere una
cosa dall'altra? Qualcuno potrebbe chiedervi di passargli il sale e voi potreste indifferentemente passargli
un gatto, o una forchetta, o un tostapane!
D'altro canto, supponiamo che tutte le cose apparissero così diverse che non fosse possibile
individuarvi somiglianze. Il nulla sembrerebbe sfumato come qualsiasi altra cosa. Sicuramente sarebbe
difficile apprendere dalla vostra esperienza, perché impariamo soltanto da casi simili: dalla nostra
precedente esperienza di accostare la mano al fuoco abbiamo imparato a non farlo più in futuro. Ma per
capire come funziona il mondo abbiamo bisogno di discernerne uniformità e differenze.
Così le due fondamentali mosse cognitive sono il distinguere ed il connettere: essere capaci di
distinguere le cose che sono differenti ed essere in grado di dire quando una cosa è in qualche modo
connessa con un'altra, come quando è come questa. Ad un livello di pensiero ancora più alto, cerchiamo
di discernere differenze tra cose che superficialmente appaiono simili e cerchiamo di discernere
somiglianze tra cose che superficialmente appaiono differenti.
ESERCIZIO. Trovare differenze
Portate in classe le cose seguenti:
1.
2 uova (di taglie diverse).
2.
2 lacci di scarpa (di diversi colori).
3.
2 due graffette (di taglia diversa).
4.
2 fogli di carta (di colore e taglia diversa).
5.
2 bicchieri d'acqua (con differenti quantità d'acqua).
Chiedete ai bambini di dire cosa c'è di differente in ogni paio di cose. Come compito, chiedete loro di
portare in classe un paio di cose e fate in modo che dicano alla classe cosa c'è di diverso tra le cose che
hanno portato.
PIANO DI DISCUSSIONE. Differenze
Parte I
1.
Qual è la differenza tra le tue due scarpe?
2.
Qual è la differenza tra i tuoi due occhi?
3.
Qual è la differenza tra i tuoi occhi e quelli del tuo amico?
4.
Qual è la differenza tra i tuoi occhi e le tue orecchie?
5.
Qual è la differenza tra te ed i tuoi amici?
6.
Qual è la differenza tra le tue scarpe ed i tuoi amici?
7.
La differenza tra le tue scarpe è la stessa differenza che c'è tra i tuoi amici o è diversa?
51
Parte II
Ripetete le ultime sette domande ma chiedete di individuare somiglianze invece di differenze.
ESERCIZIO. Trovare somiglianze
In quali modi le cose seguenti sono simili?
1.
Un cane e un gatto.
2.
Una farfalla e un aquilone.
3.
Un fazzoletto e una bandiera.
4.
Un albero e una persona.
5.
Pensieri e sentimenti.
ESERCIZIO. Somiglianze e differenze
Riempite gli spazi bianchi
1. Tutti i gattini sono come.....................….. perché......................….
Nessun gattino è come............................ perché.......................…
2. Una strada è come............................….. perché.......................…
Una strada non è come........................... perché........................…
3. Una giornata d'estate è come..........……. perché...........................
Nessuna giornata d'estate è come........... perché...........................
4. Alcuni fiori sono come.......................…... perché........................…
Nessun fiore è come................................ perché........................…
5. Un amico è come...............................….. perché...........................
Gli amici non sono mai come...............… perché...........................
52
QUARTO EPISODIO
IDEA GUIDA 1.4.1. Bolle
I bambini sono affascinati dalle bolle, o almeno lo potrebbero essere. Le bolle sono fenomeni fisici
affascinanti, sebbene siano così comuni che la gran parte di noi tende a darle per scontate. Considerate
il fatto che i bambini possono fare le bolle da sé, che le bolle sembrano sfidare la legge di gravità e che
spesso hanno colori bellissimi: tre ragioni per renderle attraenti agli occhi dei bambini di scuola
elementare.
ESERCIZIO. Bolle
A casa, chiedete ai vostri genitori di far bollire dell'acqua, così che voi possiate guardare le bolle
prendere forma.
1.
Di che cosa sono fatte le bolle?
Se dite che sono fatte di aria, da dove è venuta l'aria?
Potete pensare ad altre spiegazioni?
2.
Fate delle bolle con dell'acqua saponata ed un anello. Cosa c'è dentro ogni bolla?
3.
Fate delle bolle soffiando con una cannuccia. Cosa c'è dentro ogni bolla?
PIANO DI DISCUSSIONE. Bolle
1.
È possibile che bolle fatte in modi diversi contengano qualcosa di diverso?
2.
Le bolle possono farsi senza usare il sapone?
3.
Tute le bolle galleggiano sull'acqua?
4.
Tutte le bolle fluttuano in aria?
5.
Ci può essere una bolla sul fondo del mare?
ATTIVITA'. Fare bolle
Chiedete alla classe di fare bolle di sapone (potreste comprare delle confezioni in un negozio di
giocattoli o chiedere ai bambini di usare sapone liquido per i piatti, acqua e delle cannucce).
ESERCIZIO. Bolle di sapone
Le bolle di sapone sembrano come………
Le bolle di sapone al tatto sono come………
Le bolle di sapone fanno un rumore come………
Le bolle di sapone odorano come...................
Le bolle di sapone sanno di............................
53
Le bolle di sapone si muovono come.............
Le bolle di sapone sono come.......................
ESERCIZIO. Tipi di bolle
1.
Quali sono tutti i tipi di bolle a cui potete pensare? (Elencate sulla lavagna tutte le risposte dei
bambini).
2.
Ci sono delle bolle che si somigliano?
3.
In che modo sono uguali? In che modo sono diverse?
4.
Una bolla di sapone è come una bolla ...............ma non come una bolla................
5.
Tutte le bolle sono come.......................ma nessuna bolla è come.............................
PIANO DI DISCUSSIONE. Come si fanno le bolle
1.
Di che cosa sono piene le bolle?
2.
Quando le bolle si rompono, dove vanno?
3.
Da dove vengono le bolle?
4.
Un pallone è una bolla?
5.
Come descrivereste una bolla a qualcuno che non ne ha mai vista una prima?
ATTIVITA' ED ESERCIZIO. Bolle
Chiedete alla classe, se è possibile, di stare in silenzio e di stendersi per terra sulla schiena con gli
occhi chiusi.
Chiedete ai bambini di immaginarsi come una bolla, immaginandosi di avere la forma di una bolla, la
taglia della loro bolla preferita ed il peso di una bolla. Poi chiedete loro di immaginare che una brezza
gentile si sia appena alzata, sollevandoli, e che adesso stiano fluttuando nell'aria, vedendo cose belle di
ogni genere. Dite alla classe che stanno tutti continuando a volteggiare in aria (lasciate che i bambini lo
immaginino in silenzio per un paio di minuti). Poi dite loro che stanno gradualmente scendendo a terra e
che finalmente si stanno posando sul terreno. Chiedete ai bambini di aprire gli occhi.
Dopo che i bambini avranno completato questa attività, chiedete loro di fingere di essere le bolle che
parlano tra loro e chiedete loro di scrivere o di raccontare una storia sulla vita di una bolla.
IDEA GUIDA 1.4.2. Arcobaleni
La più frequente apparizione di un arcobaleno è dopo la pioggia, quando il sole splende tra un
pulviscolo d'acqua. L'arcobaleno allora è causato dalla riflessione e dalla rifrazione dei raggi del sole (ci
deve essere una linea dritta tra il sole, il centro dell'arco e l'occhio dell'osservatore). L'arcobaleno si
manifesta quindi con i colori dello spettro. A volte si può vedere un secondo arcobaleno, più pallido,
esternamente a quello principale.
ESERCIZIO. Arcobaleni
1.
54
Quando fai le bolle di sapone, ce n'è nessuna che contiene i colori dell'arcobaleno?
2.
A volte, dopo la pioggia, si trova un arcobaleno dove c'era una macchia d'olio sul terreno. Ti è mai
capitato di notarlo?
3.
Puoi esaminare un arcobaleno e dire quali colori contiene?
4.
Tutti gli arcobaleni contengono gli stessi colori?
5.
Chiedete un prisma ai vostri insegnanti. Tenetelo in alto, contro la luce. Fa un arcobaleno? Fa gli
stessi colori di quelli dell'arcobaleno? Qual è il rapporto tra un prisma ed un arcobaleno?
PIANO DI DISCUSSIONE. Arcobaleni
1.
È vero che c'è dell'oro ai piedi di ogni arcobaleno?
2.
Gli arcobaleni hanno "piedi" , qualcosa con cui toccare il terreno?
3.
Potresti vedere un arcobaleno prima della pioggia e non dopo?
4.
Potresti vedere due arcobaleni dopo la pioggia in differenti parti del cielo?
5.
Potresti vedere un arcobaleno di un solo colore?
ESERCIZIO. Arcobaleni
Date ai vostri alunni le seguenti istruzioni: "Chiudete gli occhi ed immaginate di trasformarvi
lentamente e gradualmente in un arcobaleno. Sentite la leggerezza, osservate i colori. Ora, solo per un
istante, cercate di vedere come ci si sente ad essere un arcobaleno. Cosa potete vedere? Cosa potete
fare? Come vi sentite? (lasciate che i vostri alunni restino seduti o distesi in silenzio per qualche
minuto).Ora, lentamente, aprite gli occhi".
Al termine dell'attività, chiedete alla classe:
1.
Com'era essere un arcobaleno?
2.
Qual è la differenza tra essere un essere umano ed essere un arcobaleno?
IDEA GUIDA 1.4.3. Mezzo addormentato
I bambini fanno esperienza di aver sonno e di addormentarsi o di svegliarsi lentamente dal sonno. La
frase "mezzo addormentato" probabilmente non è a loro estranea e corrisponde ad una porzione
identificabile della loro esperienza. Il problema è quello di capire quando si è mezzo addormentati. È solo
uno stato riconoscibile in memoria o si può realmente essere consapevoli di noi stessi mentre siamo
mezzo addormentati?
PIANO DI DISCUSSIONE. Mezzo addormentato
1.
Quando sei mezzo addormentato, puoi fare le stesse cose di quando sei completamente sveglio?
2.
Puoi fare meglio delle cose quando sei mezzo addormentato piuttosto che quando sei sveglio?
3.
Ci sono cose che non tenteresti di fare quando sei mezzo addormentato?
4.
Quale tipo di cose ti fanno sentire completamente sveglio?
5.
Come puoi dire quando sei mezzo addormentato?
55
PIANO DI DISCUSSIONE. Mezzo addormentato e mezzo sveglio
1.
Essere mezzo addormentato o mezzo sveglio sono la stessa cosa?
2.
Essere mezzo addormentato quando stai per dormire è la stessa cosa di essere mezzo
addormentato quando stai per svegliarti?
3.
Quando sei mezzo addormentato i tuoi sogni sono solo mezzi - sogni?
4.
Quando sei mezzo addormentato significa che la parte di sopra del tuo corpo è addormentata e
quella di sotto sveglia?
5.
Due persone mezzo - addormentate insieme fanno una persona addormentata?
ESERCIZIO. Sapere di essere mezzo addormentati
La prossima volta che ti stai addormentando o svegliando cerca di scoprire in quale momento sei
mezzo addormentato.
ESERCIZIO. Mezzo addormentato
Chiedete ai vostri alunni di pensare a qualcosa di cui vogliono raccontare una breve storia.
Chiamate i volontari davanti alla classe e chiedete loro di raccontare a tutti la loro storia.
Dopo pochi minuti, chiedete al narratore di terminare la storia raccontandola come se fosse mezzo
addormentato. In altri termini gli alunni devono finire la storia come se stessero raccontandola mentre
sono mezzo addormentati.
Al termine di questo esercizio dopo che un certo numero di bambini avranno raccontato la loro storia,
chiedete agli alunni di identificare i modi in cui le storie sono cambiate quando sono state raccontate da
mezzo - addormentati. Domande che potrebbero aiutarvi a far questo sono:
1.
Cosa c'era di diverso nella tua storia quando ce l'hai raccontata da mezzo -addormentato /a?
2.
Cosa c'era di diverso nelle storie degli altri quando ce le hanno raccontate da mezzo addormentati?
3.
Che differenza fa se siete svegli o mezzo addormentati quando raccontate una storia?
4.
Che differenza fa se siete svegli o mezzo addormentati quando ascoltate una storia?
5.
È mai veramente importante essere completamente svegli quando raccontate una storia?
IDEA GUIDA 1.4.4. Galleggiare
I bambini trovano difficile accettare il fatto che le bolle galleggino sull'aria allo stesso modo in cui le
navi galleggiano sull'acqua. Capiscono che l'acqua è pesante e mantiene la nave, trattenendola
dall'affondare. Ma sentono che le bolle sono capaci di galleggiare perché sono molto leggere: di fatto,
perché sono vuote dentro. È qui che potete mostrare loro la relazione tra bolle e palloni, paracaduti,
aquiloni ed altri oggetti che sono tenuti su dalla pressione dell'aria o dalla pressione dell'aria e del vento.
PIANO DI DISCUSSIONE. Galleggiare
1.
Se il vento si ferma il pallone cadrà giù? Perché?
2.
Se il vento si ferma il l'aquilone cadrà giù? Perché?
3.
Se tu fai fluttuare una barchetta di legno nella tua vasca da bagno e fai le onde, la barchetta
affonderà? Perché?
4.
Se versi del latte sui corn flakes, i corn flakes fluttueranno? Perché?
5.
Il pianeta terra fluttua nello spazio? perché?
56
ESERCIZIO. Galleggiare
Trovate un pezzo di cartoncino lucido che sia resistente all'acqua (non volete che assorba l'acqua ed
affondi).
Con delle forbici, ritagliate un pesce come questo:
Fate galleggiare il pesce sulla superficie dell'acqua in un lavandino o in una vasca da bagno e
mettete una goccia d'olio nel buco al centro. Tentando di espandersi, la goccia d'olio spingerà il pesce in
avanti (o almeno dovrebbe!).
ESERCIZIO. Fluttuare e galleggiare
Cosa succederebbe se:
1.
Le parole potessero galleggiare sulla pagina?
2.
Il cibo potesse fluttuare giù dal tavolo della cena?
3.
Le macchine potessero galleggiare?
4.
Gli occhi delle persone potessero fluttuare?
5.
La tua vita potesse fluttuare?
IDEA GUIDA 1.4.5. Bellissimo
Quali ragioni abbiamo per definire una persona o un luogo o una cosa bellissima o bellissimo? sono
state date moltissime ragioni: che le parti sono armoniosamente organizzate in un intero, che l'effetto
complessivo è piacevole, che l'oggetto osservato è sia ben fatto che ricco di significato, che è sia
intelligibile sia misterioso e così via.
Alcuni studiosi di estetica offrono terne di criteri come ad esempio: Forma, Espressività, Decoratività
oppure Unità Complessità e Intensità. In alcuni casi uno solo di questi criteri si ritiene sufficiente. In altri
sono necessari tutti.
Ovviamente, queste sono formulazioni adulte. Anche la parola bellissimo/a è in prima istanza e per la
maggior parte una parola adulta. Un bambino piccolo tenendo in mano un ciottolo o una conchiglia
mormorerebbe soltanto: "Che bello...!" E ancora, possiamo chiedergli: "Perché lo dici?" e forse ne
ricaveremmo delle ragioni.
ESERCIZIO. Conchiglie bellissime
Mostrate alcune conchiglie colorate. Lasciate chi i bambini le studino. Chiedete loro se le trovano
belle. Se dicono di si, chiedete loro perché. Spingeteli a darvi delle ragioni anche se si tratta di indicare
come si delinea un contorno ondulato o come un colore si diffonda sulla superficie. Cercate di indurli a
pensare al perché hanno detto quello che hanno detto. Cercate di indurli a basare le loro ragioni su fatti
osservabili.
57
PIANO DI DISCUSSIONE. Bellissimo
1.
Una bolla può essere bellissima?
2.
Una persona può essere bellissima?
3.
Una bolla può essere bellissima allo stesso modo in cui una persona è bellissima?
4.
Una casa può essere bellissima?
5.
Un dipinto di una casa può essere bellissimo?
6.
Un dipinto di una casa può essere bellissimo allo stesso modo in cui la casa è bellissima?
58
QUINTO EPISODIO
IDEA GUIDA 1.5.1. Pensare in modo chiaro
Cartesio e Spinoza hanno sostenuto che i pensieri chiari e distinti sono pensieri veri.
Non molti filosofi oggi sarebbero d'accordo con questa affermazione, ma molti manterrebbero ancora
la chiarificazione delle confusione concettuale come una funzione importante della filosofia (altri ancora
direbbero che la ricerca filosofica è di primaria importanza e che la chiarificazione sia un processo
conseguente e derivato).
In ogni caso, la nozione di pensiero chiaro non è in sé una nozione completamente chiara.
Presumibilmente un esemplare di pensiero chiaro è il pensiero matematico, ma l’indistinzione e
l'incoerenza non sono completamente assenti anche in quel dominio (Cartesio evidentemente aveva in
mente la matematica come paradigma di pensiero chiaro).
Aiutando i bambini ad essere più logici e offrendo loro un modello di razionalità possiamo
incoraggiarli a chiarificare i loro concetti. Ogni piccolo suggerimento li aiuta, anche se non possiamo
trasformarli interamente in modelli di lucidità.
PIANO DI DISCUSSIONE. Pensiero chiaro
1.
Quando sei molto arrabbiato, trovi che pensi più chiaramente o meno chiaramente?
2.
Quando sei molto felice, pensi più chiaramente?
3.
Ci sono volte in cui non puoi pensare chiaramente perché stai cercando di pensare in modo troppo
veloce?
4.
Puoi pensare chiaramente a cose alle quali non ti fa piacere pensare?
5.
Puoi pensare chiaramente a cose alle quali ti piace pensare?
PIANO DI DISCUSSIONE. Pensare chiaramente
Puoi esprimere le seguenti affermazioni in modo più chiaro?
1.
Giorgio ha detto: "La scorsa notte sono andato a letto tardi".
2.
Daniele ha detto: "Ho lanciato a mio nonno dal treno un bacio".
3.
Lucia ha detto: "L'acqua nella piscina è piena fino all'orlo".
4.
Paolo ha detto: "Non lanciate le finestre! Potreste rompere i sassi!".
5.
Gianni ha detto: "Ho un mezzo languorino per un mezzo panino".
IDEA GUIDA 1.5.2. Sapere quello che vogliamo
Ci sono momenti in cui vogliamo qualcosa e sappiamo molto chiaramente che lo vogliamo (momenti
come questi potrebbero non essere molto comuni).
Ci sono momenti in cui vogliamo qualcosa molto intensamente, eppure in qualche modo non ne
siamo del tutto consapevoli o non ne siamo consapevoli in modo chiaro.
Infine, ci sono momenti in cui vogliamo diverse cose e quindi siamo confusi nel determinare se ci sia
qualcosa che vogliamo veramente.
59
Non è sorprendente che Elfie non sappia quello che vuole. Quello che è un po' sorprendente è il fatto
che lei sappia di non sapere ciò che vuole.
ESERCIZIO. Non so quello che voglio
In quale circostanza pensi che sarebbe importante per Silvia sapere quello che vuole?
Importante
Non importante
?
La mamma di Silvia le chiede cosa vuole per
pranzo.
❑
❑
❑
L'insegnante di Silvia le chiede cosa vorrebbe
essere da grande.
❑
❑
❑
Le amiche di Silvia le chiedono cosa vuol fare
dopo cena.
❑
❑
❑
4.
Il nonno di Silvia le chiede se vuole andare bene
a scuola.
❑
❑
❑
5.
La sorella di Silvia le chiede se vuole un
fidanzato.
❑
❑
❑
1.
2.
3.
PIANO DI DISCUSSIONE. Cosa vuoi e quando ti sei accorto/a di volerlo?
1.
C'è qualcosa che desideri più di qualsiasi altra cosa al mondo?
a. Quando hai saputo che lo volevi?
b. Perché lo vuoi?
c. Cosa farai se l'ottieni?
d. Cosa farai se non l'ottieni?
2.
C'è qualcosa che vuoi anche se sai che non va bene per te?
a. Quando hai saputo che lo volevi?
b. Perché lo vuoi?
c. Cosa farai se l'ottieni?
d. Cosa farai se non l'ottieni?
ESERCIZIO. Sapere cosa vogliamo
Quale sarebbe l'ultima cosa che vorresti se:
1.
Stessi andando in vacanza?
2.
Stessi andando a scuola?
3.
Stessi facendo una gara?
4.
Stessi cucinando la cena?
5.
Fossi in una canoa senza remi?
60
IDEA GUIDA 1.5.3. Connettere i nostri pensieri
I nostri sensi ci conducono suoni, gusti, sensazioni tattili, odori e noi li identifichiamo e li
organizziamo per mezzo del linguaggio e di vari processi psicologici. Per esempio, sentiamo un rumore
di notte e diciamo a noi stessi: "Ci sono dei cani che abbaiano". Come arriviamo a dirlo? Perché
abbiamo visto ed udito cani abbaiare nel passato ed abbiamo associato questi due visioni e suoni. Ora,
quando udiamo solo il suono, lo associamo con la vista di cani che abbaiano. Così l'associazione è un
processo psicologico che ci consente di connettere due pensieri, la vista di cani che abbaiano e il suono
di cani che abbaiano.
C'è comunque un altro modo di connettere pensieri dal punto di vista psicologico: possiamo
giustapporli in modo immaginario. Non ho mai visto un topo parlare sebbene abbia udito e visto persone
parlare. Ma ora mi immagino un topo che parla, per esempio Topolino, mettendo questi pensieri in
connessione l'uno con l'altro.
Infine, io posso connettere i miei pensieri l'uno con l'altro per mezzo della logica. Se so che di fatto
tutti i gatti hanno la spina dorsale allora posso connettere la vista del gatto che vedo attraversare la
strada con il fatto di avere una spina dorsale. Non posso effettivamente vedere la spina dorsale del gatto,
ma so per inferenza logica che deve averne una.
ESERCIZIO. Collegare i pensieri uno con l'altro
Ci sono alcuni pensieri che siamo soliti pensare insieme. Per esempio cani e abbaiare o gatti e
miagolare. D'altro canto, ci sono altri pensieri che siamo sorpresi di vedere insieme. Per esempio, cani e
miagolare o gatti e abbaiare (avete mai sentito un cane miagolare o un gatto abbaiare?).
Quali delle seguenti connessioni diresti che ti sono familiari e quali ti sorprendono?
Connessione
familiare
Connessione
sorprendente
?
1.
Ghiaccio e freddo.
❑
❑
❑
2.
Sole e caldo.
❑
❑
❑
3.
Aridità e mare.
❑
❑
❑
4.
Ruggito e polli.
❑
❑
❑
5.
Verde e foglie.
❑
❑
❑
6.
Pensiero e balene.
❑
❑
❑
7.
Parlare e linguaggio.
❑
❑
❑
8.
Amare e uccelli.
❑
❑
❑
9.
Libri e lettura.
❑
❑
❑
❑
❑
❑
10. Facce e lettura.
PIANO DI DISCUSSIONE. Connettere i pensieri
1.
È facile per te connettere il pensiero delle tue dita con il pensiero della tua mano? Perché sì o
perché no?
2.
È più difficile per te collegare il pensiero delle tue dita con il pensiero di un piano. Perché sì o
perché no?
3.
È ancora più difficile per te connettere il pensiero delle tue dita con il pensiero della luna? Perché sì
o perché no?
Prova le seguenti combinazioni e vedi quali si connettono bene e quali no:
61
1.
gelato
a.
profumato/a
2.
benzina
b.
saporito/a
3.
neve
c.
squamoso/a
4.
erba
d.
salato/a
5.
noccioline
e.
amichevole
6.
limoni
f.
verde
7.
uova
g.
aspro/a
8.
sale
h.
rotto/a
9.
smorfia
i.
antipatico/a
10.
lacrime
j.
vispo/a
k.
soffice
l.
brutto/a
IDEA GUIDA 1.5.4. Essere " stupido"
Per prima cosa, cercate di fare in modo che i bambini in classe comprendano che termini come
"stupido" o "sveglio" o "brillante" sono parole di uso comune - spesso ad opera di persone che
dovrebbero conoscerle bene - ed è difficile evitarle. Forse la cosa migliore da fare è lavorare
pazientemente per indurre i bambini a vedere che si tratta di stereotipi : distorsioni o caricature o
ipersemplificazioni.
Tutti conosciamo bambini che sono molto "brillanti" a scuola ma non sanno gestire bene situazioni
pratiche oppure mancano di capacità di giudizio o di buon gusto o di senso comune. E tutti conosciamo
bambini che hanno gusto e giudizio e senso comune ma non riescono bene a scuola e quindi sono
considerati "stupidi" o lenti. Dobbiamo aiutare i bambini a rendersi conto che per ogni individuo vi sono
innumerevoli modi di essere intelligenti o meno. Ma la cosa strana è che se siamo intelligenti in ciascuno
di questi modi (musicalmente, matematicamente, praticamente, poeticamente etc.) noi siamo intelligenti.
D'altro canto, non importa in quante di queste modalità noi non mostriamo competenza, non si può
ancora dire che siamo necessariamente poco intelligenti, perché ci potrebbe essere ancora una
dimensione in cui potremmo offuscare tutti gli altri (come accade, ad esempio, dei geni matematici che a
volte sono considerati intellettualmente deficienti in determinate altre questioni).
PIANO DI DISCUSSIONE. Essere "stupido"
1.
Se tua madre pensa che tu sei stupido/a, vuol dire che sei stupido/a?
2.
Se la tua insegnante pensa che tu sei stupido/a, vuol dire che sei stupido/a?
3.
Se il tuo amico pensa che tu sei stupido/a, vuol dire che sei stupido/a?
4.
Se tu pensi che il tuo amico/la tua amica è stupido/a, significa che lui o lei sono stupidi?
5.
Se pensi che tu sei stupido, significa che sei stupido?
PIANO DI DISCUSSIONE. Essere stupido
Pensi che qualcuno di questi bambini sia stupido?
1.
Anna, perché è sorda.
2.
Pietro, perché indossa vestiti sdruciti.
3.
Simone, perché ha bisogno dell'elastico per mantenere gli occhiali.
4.
Giuliana perché gioca sempre sulla strada trafficata.
5.
Marco, perché non parla molto.
62
CAPITOLO 2
PRIMO EPISODIO
IDEA GUIDA 2.1.1. Insegnanti
Sicuramente la relazione tra docente e discente è una delle più nobili relazioni umane. E, allo stesso
modo, è una relazione che riveste ampia responsabilità per la preminenza intellettuale degli esseri umani
tra tutte le altre creature viventi nel mondo. Si potrebbe ipotizzare che sia stata l'invenzione
dell'educazione da parte dell'uomo che per prima conferì agli esseri umani la loro unicità.
Non c'è motivo per cui i bambini non debbano essere messi a parte dell'importanza peculiare
dell'educazione. L'educazione ha ancora molta strada da fare prima che possa dirsi che svolge il suo
compito adeguatamente. In ogni caso, tutti coloro che vi partecipano, inclusi i bambini anche molto
piccoli, hanno bisogno di riflettere su ciò che si verifica nel processo educativo e di dire se si sta
realizzando adeguatamente o meno e perché. Se i bambini non vengono introdotti agli scopi
dell'educazione non saranno in grado di apprezzare il processo in cui sono implicati e si sentiranno solo
irregimentati e manipolati.
PIANO DI DISCUSSIONE. Insegnanti
1.
Che cos'è un insegnante?
2.
Perchè ci sono gli insegnanti?
3.
Se non ci fossero insegnanti, gli studenti potrebbero imparare qualcosa?
4.
Se non ci fossero gli studenti, gli insegnanti potrebbero insegnare qualcosa?
5.
Se non ci fossero libri, gli insegnanti potrebbero ancora insegnare?
6.
Se non ci fossero insegnanti, gli studenti potrebbero imparare a leggere?
ESERCIZIO. Insegnanti
Inventate una storia di uno studente che impara qualcosa da un insegnante.
ESERCIZIO. Insegnanti e studenti
Fate un disegno di un insegnante che parla ad uno studente.
PIANO DI DISCUSSIONE. Insegnanti
1.
Se qualcuno ti insegna a nuotare, quella persona è il tuo insegnante?
2.
Se i tuoi genitori ti insegnano a comportarti bene, sono i tuoi insegnanti?
3.
Se i tuoi amici ti insegnano a fare un nuovo gioco, sono i tuoi insegnanti?
4.
Ci sono cose che tu già insegni o potresti insegnare ad altri se lo volessi?
5.
Quanti insegnanti hai?
63
ESERCIZIO. Insegnanti
Cosa pensi di quello che hanno detto questi bambini?
1.
Fatima: "L'esperienza è la migliore insegnante".
2.
Elsa: "La TV è come un'insegnante".
3.
Maurizio: "L'unico posto in cui si possono trovare insegnanti è la scuola".
4.
Sergio: "Mia madre è un'insegnante e una studentessa".
5.
Aldo: "Solo gli insegnanti insegnano".
ATTIVITA'. Insegna alla classe
Ora tocca ai vostri alunni insegnare alla classe. Chiedete a dei volontari di venire alla cattedra e di
insegnare qualcosa alla classe. Potrebbero scegliere di insegnare ai loro compagni qualsiasi cosa: un
modo nuovo di svolgere un problema di matematica, un modo nuovo di allacciarsi le scarpe, un modo
nuovo di comprendere una parola.
IDEA GUIDA 2.1.2. Libri
Le persone si esprimono in molti modi: dipinti, poesie, canzoni, danza, racconti e così via. A volte
desiderano che noi proviamo qualcosa (che anche loro provano oppure no) e a volte vogliono che noi
conosciamo qualcosa o pensiamo qualcosa: in queste occasioni, cercano di comunicare con noi.
Il linguaggio è un potente mezzo di espressione e di comunicazione. E tra i mezzi più potenti di
convogliare l'espressione linguistica vi è una cosa chiamata libro. I libri sono quello che le persone
scrivono quando pensano di avere un sacco da dirci.
I bambini lo capiscono molto presto. Scoprono che ogni libro è: sia 1) un mondo possibile in se
stesso; sia 2) qualcosa che getta luce su questo mondo oppure 3) entrambe le cose.
Perciò, nella misura in cui si applicano i criteri 1 e 3, ogni libro rappresenta per il bambino un altro
mondo in cui risiedere e ciò è incredibilmente liberatorio. Allo stesso modo, noi non godiamo più delle
storie per bambini o anche di racconti scritti per adulti perché abbiamo perso l'abilità di perderci in mondi
diversi da quello in cui troviamo a (pensiamo di) vivere.
PIANO DI DISCUSSIONE. Libri
1.
Cosa sono i libri?
2.
Qualcosa che contenga figure ma non parole può essere un libro?
3.
Qualcosa che contenga parole ma non figure può essere un libro?
4.
I libri sono sempre scritti da persone. Un libro potrebbe essere scritto da un gatto?
5.
Tutti i libri contengono storie?
6.
I libri sono mai scritti da bambini?
7.
Ogni adulto è un bambino che è cresciuto?
8.
Ogni libro è una storia che è cresciuta diventando un libro?
9.
Va bene leggere la fine di un libro prima di leggere l'inizio? Se sì, perché?
10. Ci sono libri che ti piace leggere e rileggere ancora e ancora? Se sì, perché?
64
ESERCIZIO. Libri
1.
Ogni persona prenda un libro da uno scaffale o dalla biblioteca.
2.
Sedete in cerchio, tenendo i vostri libri.
3.
Ogni persona del cerchio dirà: "Il mio nome è...................e il mio libro è....................".
4.
Ora, date il vostro libro a qualcun altro e prendete il libro di quella persona.
5.
Ora dite, a turno: "Il libro che ho adesso è........................e mi è stato dato da..................".
IDEA GUIDA 2.1.3. Casa
Ci è stato detto che esistono alcuni raggruppamenti concettuali su cui i bambini tendono a
focalizzarsi. Uno di questi è la dicotomia scuola/casa. I bambini sono affascinati dalle somiglianze e dalle
differenze di questi due ambienti e, sebbene non lo esprimano molto a parole, evidentemente fanno
moltissimi paragoni e differenziazioni tra ciò che accade a casa e ciò che accade a scuola. Ciò non
significa necessariamente che i paragoni siano fatti a spese della scuola o della casa. I bambini non
ordinano i due ambienti necessariamente in modo gerarchico. Possono vederli semplicemente come due
mondi diversi in cui esistere, come i libri rappresentano mondi diversi in cui esistere con
l'immaginazione.
PIANO DI DISCUSSIONE. Casa
1.
La tua casa è dovunque sia la tua famiglia?
2.
La tua casa è dovunque ti siano dati cibo, vestiti ed un letto in cui dormire?
3.
La tua casa è dovunque ci siano persone come te?
4.
Una "casa" può essere una villa, o un appartamento o una stanza?
5.
Perchè la casa è un tipo speciale di villa, appartamento o stanza?
ESERCIZIO. Casa
Chiedete ai bambini di stendersi sul pavimento e di scrivere con il loro corpo la parola "casa".
IDEA GUIDA 2.1.4. Festa di compleanno
I bambini sono colpiti dal fatto che le famiglie festeggino il compleanno dei loro membri.
Evidentemente, comprendono che festeggiare il compleanno di qualcuno significa onorare quella
persona (certamente, alcune persone la considerano solo un'occasione per festeggiare).
I bambini, come ci dice Piaget, sono fortemente legati alle tradizioni. Per un bambino di sei anni che
abbia appreso a giocare a biglie le regole del gioco sono sacre e non possono essere trasgredite per
nessun motivo, pena una punizione celeste! È così anche per le feste di compleanno: ci devono per forza
essere torte e candeline e le candeline si devono accendere e poi spegnere soffiandoci sopra mentre il
festeggiato esprime un desiderio.
Eppure, non dovremmo sorridere all attaccamento dei bambini per queste cose. I compleanni
rappresentano il riconoscimento di ciascuno come persona perché il più grande non ha più di un giorno
speciale all'anno, proprio come il più piccolo. la torta è condivisa dalla comunità e il desiderio espresso
rappresenta il nostro riferimento annuale alle cose così come dovrebbero essere piuttosto che come
sono. In quel momento tratteniamo il fiato perché è un momento solenne e perché, facendo ciò, ci
identifichiamo con il desiderare dell'altro in modo che possa diventare un desiderio di tutti.
65
PIANO DI DISCUSSIONE. Compleanni
1.
Quanti anni avevi lo scorso compleanno?
2.
Quanti anni avrai il tuo prossimo compleanno?
3.
Sei nato il giorno del tuo compleanno?
4.
Sai quanti mesi passano tra un compleanno e l'altro?
5.
Come sarebbe se tutti avessero il compleanno nello stesso giorno come, ad esempio, il primo
gennaio?
PIANO DI DISCUSSIONE. Feste di compleanno
1.
Sei mai stato alla festa di compleanno di qualcuno?
2.
Hai mai avuto una festa di compleanno tutta per te?
3.
Hai avuto la torta e le candeline?
4.
Hai spento le candeline?
5.
Perchè la torta è un modo di festeggiare il compleanno?
ESERCIZIO. Feste di compleanno
Supponiamo che scopriate che il compleanno di Elfie sarà domani. Volete festeggiarlo facendo una
festa per lei nella vostra classe? Cosa vorreste preparare per la festa? Come potreste fare in modo che
tutti in classe possano partecipare al festeggiamento?
PIANO DI DISCUSSIONE. Feste
1.
Tutti si divertono alle feste?
2.
Potresti essere ad una festa e non saperlo?
3.
Potresti dare una festa e non andarci?
4.
Potresti fare una festa tu solo/a?
5.
Quanto dura una festa?
IDEA GUIDA 2.1.5. Dove sono le tue maniere?
Quando classifichiamo o definiamo qualcosa ci confrontiamo generalmente con due principali
obiettivi: 1) per mezzo di quali caratteristiche possiamo dire che qualcosa è un particolare tipo di cosa (
per esempio, che questo animale è una volpe?). e 2) come possiamo dire che questo sia un buon
esempio di questa cosa (per esempio che questa non è solo arte, ma buona arte)?
Questo problema viene illustrato molto bene dal caso delle maniere. Ci sono due principali questioni
qui: cosa sono le maniere e cosa sono le buone maniere (si può obiettare, certamente, che il termine
maniere si riferisce a buone maniere ma allora cosa intendiamo quando diciamo che una persona ha
"cattive maniere"?).
Vi è, comunque, un altro problema a cui allude Elfie qui, e non è un problema di classificazione, ma
di categorizzazione. Agisce come se le maniere fossero spazio-temporali, come pietre, e alberi, e
automobili, piuttosto che come cose che non sono spazio-temporali, come antipatia, patriottismo,
grammatica... Così ci sono parole di cui si fa l'analisi grammaticale su una pagina ma non ha alcun
senso dire: "Dov'è la grammatica?". Questo è ciò che si chiama errore categoriale. È la stessa cosa che
accadde con la frase "dove sono le tue maniere?".
66
ESERCIZIO. Maniere
Cosa sono considerate buone maniere nei casi seguenti:
1.
Fate visita ad un vostro amico e siete invitati a cena. Potete incominciare a mangiare prima degli
altri?
2.
Vi presentano un amico di vostro padre e questa persona vi vuole stringere la mano. Potete correre
via?
3.
I vostri genitori stanno parlando con degli amici. Li interrompete con la domanda: "Perché ogni
volta che intervengo qualcuno sta già parlando?". Sono buone maniere?
4.
A cena insistete per tenere i piedi sul tavolo. È sbagliato?
5.
Quando dormite, russate. È sbagliato?
PIANO DI DISCUSSIONE. Dove sono le tue maniere?
1.
È possibile rispondere alla domanda: "Dove sono le tue scarpe?".
2.
È possibile rispondere alla domanda: "Dove sono le tue mani?".
3.
È possibile rispondere alla domanda: "Dove sono i tuoi cervelli?".
4.
È possibile rispondere alla domanda: "Dove sono i tuoi pensieri?".
5.
È possibile rispondere alla domanda: "Dove finisce il tuo grembo quando ti alzi?".
6.
È possibile rispondere alla domanda: "Dov'è la tua età?".
7.
È possibile rispondere alla domanda: "Dove sono le tue maniere?".
ESERCIZIO. Le ho lasciate a casa
Se aveste lasciato queste cose a casa e non poteste andare indietro a prenderle, cos'altro potreste
fare?
1.
Il vostro pranzo.
2.
I vostri compiti.
3.
La vostra lista della spesa.
4.
Le vostre calze.
5.
I vostri ricordi.
6.
Il vostro nome.
IDEA GUIDA 2.1.6. Giusto/sbagliato e buono/cattivo
Elfie sembra essere ansiosa di distinguere giusto/sbagliato da buono/cattivo. Apparentemente crede
che ciò che si fa sia una questione di buono e cattivo ma il modo in cui si fa sia una questione di giusto e
sbagliato. Ciò ci conduce a quattro possibilità logiche:
Cose buone fatte in modo giusto
Cose buone fatte in modo sbagliato
Cose cattive fatte in modo giusto
Cose cattive fatte in modo sbagliato
Così sembra che distinguiamo la qualità morale dell'atto (buono o cattivo) dall'eccellenza tecnica
della sua realizzazione (giusto o sbagliato).Per esempio, potremmo tentare di fare una buona azione ma
in modo così pasticcione da risultare più dannosa che buona. Oppure potremmo tentare di fare una
67
cattiva azione ma agire in modo così maldestro che questa si ritorce contro di noi piuttosto che
danneggiare la vittima designata.
È inutile dire che questi concetti di valore sono di grande importanza per i bambini. Ma sono molto
complessi e ci vuole un lungo periodo di ricerca etica per discriminarli, così non aspettatevi miracoli da
un giorno all'altro.
ESERCIZIO. Giusto e sbagliato
Inventate una storia su Paperino. Nella vostra storia Paperino fa prima qualcosa di sbagliato e poi
qualcosa di giusto.
ESERCIZIO. Ragioni per cose giuste e ragioni per cose sbagliate
Inventate una storia in cui Paperino fa qualcosa di sbagliato e Paperone gli chiede ragione di ciò che
ha fatto. Poi Paperone fa qualcosa di giusto e Paperino gli chiede ragione di ciò che ha fatto.
PIANO DI DISCUSSIONE. Giusto/sbagliato e buono/cattivo
1.
2.
Genni stava facendo una pittura con le dita. Non aveva più pittura blu. Allora ha chiesto a Tania di
dargliene un po'. Tania ha cercato di passare il barattolo a Genni e la pittura si è rovesciata sui
vestiti di Genni.
a)
Quello che Tania ha cercato di fare è (buono, cattivo, giusto o sbagliato).
b)
Il modo in cui Tania ha agito è (buono, cattivo, giusto o sbagliato).
Tania sta costruendo una casa con il lego. Genni vuole buttare giù la casa di Tania. Le ha lanciato
contro un libro, ma l'ha mancata.
a)
Quello che Genni ha cercato di fare è (buono, cattivo, giusto o sbagliato).
b)
Il modo in cui Genni ha agito è (buono, cattivo, giusto o sbagliato).
In questi due esempi, i bambini non avranno molta difficoltà a decidere che quello che Tania ha
cercato di fare è buono ma il modo in cui l'ha fatto è sbagliato, mentre quello che Genni ha cercato di
fare è cattivo e il modo in cui l'ha fatto è sbagliato.
Notate, però, che buono e cattivo in questi casi si riferiscono a qualità morali dell'atto in questione
mentre giusto e sbagliato si riferiscono all' esecuzione tecnica dell'atto.
Non è una distinzione familiare per i bambini e può presentare delle difficoltà anche dopo che ne sia
data una spiegazione. A questo punto, perciò, potrebbe essere meglio toccare soltanto la distinzione e
passare oltre. Si presenterà nuovamente in corsi più avanzati di Philosophy for Children. Nondimeno,
viene introdotta qui perché si applica a molti aspetti del processo educativo. Per esempio,
nell'apprendimento dell'aritmetica un bambino può dare la risposta corretta ad un problema usando però
un metodo inappropriato. I metodi sono mezzi, ed i bambini devono imparare che si pone la stessa
attenzione valutativa sia ai mezzi che agli esiti raggiunti. Non è solo questione di arrivare ad ottenere
buoni risultati, dobbiamo anche insistere su procedure corrette.
IDEA GUIDA 2.1.7. Aspettando di vedere cosa fanno gli altri
Elfie non ha aspettato di vedere come gli altri mangiassero una banana. È andata dritta per la sua
strada ed ha cercato di fare da sola. Il modo che ha scelto non era il migliore per farlo, perché ha dovuto
sputare la banana. L'incidente solleva la questione di come apprendiamo in differenti situazioni. Qui Elfie
68
sta imparando per prove ed errori. In questo caso, comunque, Elfie avrebbe potuto imparare in alti modi,
per esempio con l'imitazione (aspettando di vedere cosa facevano gli altri) o con la ricerca (chiedendo
agli altri).
Vi sono diversi modi di imparare e differenti modi di approcciare situazioni nuove e alcuni metodi
sono migliori in alcune situazioni piuttosto che in altre.
I bambini hanno bisogno di far pratica nell'identificare i differenti approcci e nell'esplorare i vantaggi e
gli svantaggi di ogni dato metodo in ogni situazione.
PIANO DI DISCUSSIONE. Aspettando di vedere cosa fanno gli altri
1.
Ci sono volte in cui è meglio aspettare e vedere cosa fanno gli altri prima di fare qualcosa?
2.
Ci sono altre volte quando è meglio non aspettare che gli altri ci mostrino cosa fare ma andare
avanti e fare qualcosa da sé per primi?
3.
Quello che gli altri dicono condiziona mai quello che tu dici?
4.
Quello che gli altri dicono condiziona mai quello che tu pensi?
5.
Quanto devi aspettare per veder quello che fanno gli altri?
ESERCIZIO. Aspettare di vedere cosa fanno gli altri
Cosa faresti nelle seguenti situazioni? Aspetteresti che qualcun altro faccia qualcosa per primo o
andresti dritto/a per la tua strada nel fare qualcosa?
Aspetti
Non aspetti
?
1.
Qualcuno ti da una maglietta di uno stile insolito
e non sai come indossarla.
❑
❑
❑
2.
Vedi un bambino che piange seduto da solo sul
marciapiede.
❑
❑
❑
Qualcuno chiede alla tua classe cosa pensate
tutti della scuola.
❑
❑
❑
Uno dei tuoi amici chiede a te e a qualcun altro
di andare a giocare a casa sua.
❑
❑
❑
L'insegnante fa una domanda alla tua classe.
❑
❑
❑
3.
4.
5.
IDEA GUIDA 2.1.8. Mangiare
Poiché mangiare è qualcosa che fanno tutti, potremmo assumere che tutti lo diano per scontato. Ma
ovviamente, non è il nostro caso. Quello che le persone mangiano, così come quanto e perché
mangiano sono argomenti di conversazione in molte società ed in particolare nella nostra.
Nel discutere qualcosa di individualizzato eppure culturalmente determinato, come le abitudini
alimentari, bisognerebbe fare attenzione in modo che non ci si indirizzi verso un rinforzo della conformità
di gusto, ma verso l'esplorazione di ciò che i bambini possono formulare a proposito delle loro ragioni
per i loro gusti.
PIANO DI DISCUSSIONE. Mangiare
1.
I neonati mangiano allo stesso modo dei bambini?
2.
I bambini mangiano allo stesso modo dei loro genitori?
69
3.
I pesci mangiano?
4.
Gli alberi mangiano?
5.
La macchine mangiano?
6.
La vostra TV mangia?
PIANO DI DISCUSSIONE. Mangiare
1.
Mangi cose diverse in diversi momenti della giornata?
2.
Mangi cose diverse in diversi periodi dell'anno?
3.
Ci sono periodi in cui mangi più dolci di altri periodi?
4.
Ci sono momenti in cui mangi di più di quanto non voglia?
5.
Mangi in modo diverso quando sei felice, triste o eccitato?
6.
Ci sono cose che non puoi mangiare?
7.
Ci sono cose che non mangeresti mai?
70
SECONDO EPISODIO
IDEA GUIDA 2.2.1. Visita
Le visite sono di due tipi: ci sono visite che facciamo agli altri e visite che altri fanno a noi
(certamente, ci sono anche altri modi di fare visita, come quando la gente dice che ha visitato questo o
quel paese. Oppure dei turisti vengono nel nostro paese e li chiamiamo visitatori).
Potrebbe valer la pena discutere con i bambini sulla differenza che c'è tra l'essere un visitatore e
ricevere un visitatore. E potreste anche discutere con loro la differenza tra visitare persone e visitare
posti. Infine, potreste voler discutere con loro la differenza tra l'essere residenti in un posto ed essere
"solo un visitatore"(quanto si deve vivere in un posto prima di smettere di essere un visitatore e diventare
un residente)?
PIANO DI DISCUSSIONE. Visite e visitatori
1.
Se un tuo amico ti fa visita, ciò rende il tuo amico un visitatore?
2.
Se tu visiti un tuo amico, ciò ti rende un visitatore?
3.
Se visiti un altro paese, ciò ti rende un visitatore?
4.
Un altro paese potrebbe farti visita? Se potesse, sarebbe un visitatore?
5.
Ci potrebbero essere visitatori dallo spazio? Che ne dici di una cometa?
6.
Se i tuoi amici ti visitano, significa che hai visitatori?
7.
Avere visite è la stessa cosa che avere gattini?
8.
Qualcuno potrebbe stare con la tua famiglia tutta la vita eppure essere un visitatore?
9.
Se il pianeta Terra potesse parlare, direbbe che tutte le persone che lo abitano sono visitatori?
10. Preferisci avere un visitatore o essere un visitatore?
ESERCIZIO. Visite
Contate i bambini nella classe (uno, due, uno, due) e divideteli in gruppi di uno e di due. I numeri uno
fanno finta di essere visitatori e fanno visita ai numeri due.
1.
I numeri due serviranno qualcosa da mangiare o da bere?
2.
Si siederanno a parlare?
3.
Faranno dei giochi?
4.
Guarderanno la TV?
5.
Si azzufferanno?
6.
Si saluteranno agitando le mani?
IDEA GUIDA 2.2.2. Direttore
Per la maggioranza dei bambini i direttori della scuola sono personaggi che incutono timore. Gli
insegnanti in genere trasmettono ai bambini l'idea che il direttore detenga l'autorità e la responsabilità
definitiva nella scuola (ovviamente vi è un trasferimento nelle menti dei bambini delle relazioni di autorità
presenti in famiglia a quelle presenti nella scuola).
71
Ma i direttori non sono sempre severi e remoti o disinteressati alla vita quotidiana degli studenti.
Alcuni sono profondamente coinvolti più degli altri nell'effettivo processo educativo proprio come ci sono
genitori che i bambini trovano interessanti di per sé, interessanti come persone e non semplicemente
come modelli di ruolo. I direttori, come i genitori, sono di tutti i tipi: alcuni sono più spiritosi degli altri,
alcuni sono più saggi, alcuni sono più amichevoli con i bambini. Il Direttore della scuola di Elfie non
ricade necessariamente in nessuna di queste categorie, ma è evidente che Elfie ed i suoi compagni lo
trovano intrigante e complesso.
ESERCIZIO. Il direttore
1.
Qual è il nome del direttore o della direttrice della tua scuola?
2.
La prossima volta che farete una festa in classe, vi piacerebbe chiedere ai vostri insegnanti di
invitare il direttore o la direttrice?
3.
Se i vostri insegnanti dicono di sì e il direttore (o la direttrice) è d'accordo a venire alla festa cosa
farete?
PIANO DI DISCUSSIONE. Cosa può fare il direttore?
1.
Il direttore (o la direttrice) della tua scuola può fare tutto quello che vuole?
2.
Quali sono alcune delle cose che un direttore (o una direttrice) può fare?
3.
Quali sono alcune delle cose che un direttore (o una direttrice) non può fare?
4.
Perchè il direttore (o la direttrice) non può fare delle cose?
5.
Ci sono cose che gli studenti possono fare e il direttore (o la direttrice) no?
IDEA GUIDA 2.2.3. Concetti di colore
A volte parliamo di "definizioni di colori di base". Sono centrali per la focalizzazione del concetto di
rosso. Il più puro esempio dello spettro di colore coperto dal concetto di rosso è, semplicemente, lo
stesso rosso. Ma altri esempi sarebbero il rosso chiaro o il rosso pallido o il rosso scuro o il rosso
profondo (senza andare in esempi esotici come il magenta, lo scarlatto e il rosa).
Secondo Roger Brown nella sua Social Psychology, tendiamo ad imparare prima le definizioni dei
colori di base e poi allarghiamo la nostra conoscenza agli esempi meno puri. Perciò cominciamo con il
rosso, poi muoviamo al rosso chiaro e al rosso scuro e poi muoviamo al rosso pallido e al rosso
profondo. Nell'insegnare i colori ai bambini faremmo bene a continuare la stessa matrice di
apprendimento.
ESERCIZIO. Blu, verde e marrone
1.
Quante cose blu puoi trovare nella tua classe?
2.
Quante cose verdi puoi trovare nella tua classe?
3.
Quante cose marroni puoi trovare nella tua classe?
4.
Guardiamo prima le cose blu. Puoi dire la differenza tra le cose blu e quelle blu chiaro?
5.
Puoi dire la differenza tra le cose blu e quelle blu scuro?
6.
Ora, puoi dire la differenza tra le cose blu chiaro e quelle blu pallido?
7.
Puoi dire la differenza tra le cose blu scuro e quelle blu profondo?
8.
Puoi fare lo stesso per le cose verdi e marroni?
72
PIANO DI DISCUSSIONE. Colori
1.
Ci sono cose che non hanno colore?
2.
Ci sono cose che hanno molti colori?
3.
Ci sono cose che sono metà di un colore e metà di un altro?
4.
Tutte le cose che hanno lo stesso colore hanno anche lo stesso sapore?(Per esempio, tutte le cose
verdi hanno lo stesso sapore?).
5.
Tutte le cose verdi hanno lo stesso aspetto?
6.
Tutte le gelatine verdi hanno lo stesso aspetto?
7.
Tutte le gelatine sono verdi?
IDEA GUIDA 2.2.4. Annunci
Fare un annuncio è compiere un atto verbale o un atto linguistico. Ci sono molti di atti di questo tipo
perché il parlare umano implica un'elaborata divisione del lavoro linguistico. Ci sono molti diversi compiti
da svolgere nel processo della comunicazione umana. Fare un annuncio ne è uno, dire ne è un altro,
negare è ancora un altro.
Inoltre, vi sono atti verbali che sono realizzati in modi particolari. Una persona può annunciare
qualcosa con un grido, un altra potrebbe annunciare qualcosa ad un suo amico con un bisbiglio. Potreste
negare qualcosa con un lungo discorso elegante ma evasivo e un altra persona potrebbe negare un
accusa pronunciando una semplice parola.
Una persona che ci informa ci fornisce delle informazioni. Una che descrive ci fornisce una
descrizione. Ed una che fa un annuncio ci fornisce un annuncio. È bene avvertire i bambini, quando è
possibile, delle connessioni tra i comportamenti che teniamo e le cose che facciamo e produciamo con
quel comportamento.
ESERCIZIO. Annunci
Cosa fate se udite i seguenti annunci all'altoparlante?
1.
METTETEVI TUTTI IN FILA PER UNO VERSO LA PORTA!
2.
MANI AI FIANCHI, TUTTI!
3.
SEDETE TUTTI AI VOSTRI BANCHI CON LE MANI ABBASSATE!
4.
METTETE UN PEZZO DI GESSO IN EQUILIBRIO SUL NASO, TUTTI!
5.
NASCONDETEVI TUTTI SOTTO I VOSTRI BANCHI!
(in ogni caso, fate quello che vi viene detto di fare).
PIANO DI DISCUSSIONE. Annunci
1.
La vostra maestra a volte fa degli annunci? Puoi fare degli esempi?
2.
Ci sono a volte annunci per radio o per televisione?
3.
Ci sono a volte annunci sul giornale?
4.
I tuoi genitori fanno mai annunci?
5.
Tu fai mai annunci?
73
IDEA GUIDA 2.2.5. Televisione
La domanda del Direttore non è focalizzata sul guardare la televisione, una pratica presumibilmente
familiare a tutti in classe, ma sull' essere in televisione. Per molti bambini o per la maggioranza di essi
l'idea di essere in televisione è difficile da concepire.
Ma lo stesso fatto della televisione, come quello della radio prima di questa, non è facile da afferrare.
Non si tratta semplicemente di capire le condizioni fisiche della trasmissione delle onde luminose e
sonore. È la verosimiglianza delle immagini trasmesse, una verosimiglianza simile a quella delle
immagini dei film. Quando siamo sintonizzati con questi media perdiamo del tutto il senso che si tratta
solo di immagini di luce e di suono o che sono estensioni di persone in uno studio lontano. È come se le
persone fossero presenti nel nostro soggiorno. Un certo tipo di credulità o di fede animalesca prende il
sopravvento e ci troviamo a sperimentare un'esperienza sdoppiata, in parte nel soggiorno, in parte nello
studio televisivo. È vero, possiamo spegnere la TV così come possiamo uscire dal soggiorno e in
entrambi casi quella particolare esperienza termina. Ma nel corso della sua durata, l'animazione delle
immagini televisive ci pone reali problemi filosofici: la effettiva natura della nostra esperienza e della
possibilità che le persone che vediamo sullo schermo sono reali proprio come se le incontrassimo nello
studio (sicuramente abbiamo una simile perplessità con il telefono, perché mentre ascoltiamo una
conversazione telefonica, non ci accorgiamo che non si tratta d'altro che della voce della persona con cui
stiamo parlando, è la voce vivente di una persona viva). Così la TV è un enigma epistemologico che ci
presenta problemi che hanno a che fare in genere con la natura delle persone e dell'esperienza umana.
PIANO DI DISCUSSIONE. Televisione
1.
Alcuni programmi televisivi hanno attori viventi?
2.
Ci sono dei programmi televisivi come i cartoni animati ed i vecchi film che non usano attori
viventi?
3.
Un' attrice in un programma dal vivo può vedersi durante il programma?
4.
Quando l'attrice parla in studio la sua voce nello studio è nel vostro soggiorno?
5.
Se il suono della voce di un'attrice è nel vostro soggiorno, è possibile che la stessa attrice sia nel
vostro soggiorno?
ESERCIZIO. Parlare di un programma televisivo
Stasera guardate un programma televisivo. Domani, riferite alla classe:
a)
Il nome del programma.
b)
Di che cosa trattava.
c)
Cosa vi è piaciuto del programma e perché.
d)
Cosa non vi è piaciuto del programma e perché.
IDEA GUIDA 2.2.6. Gare, caccia al tesoro, gare di divisione in sillabe o di
tabelline, feste in costume
Ci sono molti diversi tipi di gare.
In alcune vi è una competizione per trovare qualcosa. Le cacce al tesoro sono un esempio.
Altre implicano competizione nel saper fare qualcosa. Le gare di divisione in sillabe o di tabelline
sono un esempio.
Altre ancora implicano una competizione nell'inventare e nell'immaginare. Le feste in maschera sono
un esempio.
Che tipo di gara è nascondino? Che tipo di gara è un cruciverba o Scarabeo? E saltare la corda?
74
Il punto è che i giochi e le gare sono modi di affinare il nostro ingegno e differenti tipi di gioco
affinando diversi aspetti del nostro ingegno.
PIANO DI DISCUSSIONE. Gare
1.
Ci può essere una gara per vedere chi corre più veloce?
2.
Ci può essere una gara per vedere chi cresce di più in un anno?
3.
Ci può essere una gara per vedere chi ha più alluci su un piede?
4.
Ci può essere una gara per vedere chi ha perso più denti di latte?
5.
Ci può essere una gara per cercare un tesoro nascosto sotto la scuola?
6.
Ci può essere una gara per chi dice meglio la tabellina dello 0?
7.
Ci può essere una gara per vedere chi inventa il più bel costume di Carnevale?
8.
Perchè ad alcune persone piacciono le gare e ad altre no?
ESERCIZIO. Tesori sepolti
Tu e i tuoi compagni siete i PIRATI!
La vostra classe è un' isola.
Voi avete sepolto un tesoro sull'isola. Ma è successo molti anni fa. Ora siete tornati e non vi ricordate
dove avete nascosto il tesoro. Cosa fate?
PIANO DI DISCUSSIONE. Costumi
1.
Quando ti metti un costume?
2.
Ci sono volte in cui non indossi un costume ma potresti?
3.
Dove indossi i tuoi vestiti normali?
4.
Qual è la differenza tra un costume e i vestiti normali?
5.
I vestiti di alcune persone, non sembrano più dei costumi?
ESERCIZIO. Costumi
Cosa indossano le seguenti persone: i loro vestiti, un costume o qualcos'altro?
Vestiti
Costume
Qualcos'altro
1.
Un clown.
❑
❑
❑
2.
Un cantante punk.
❑
❑
❑
3.
Un poliziotto.
❑
❑
❑
4.
Un insegnante.
❑
❑
❑
5.
Una signora all'appuntamento con il nuovo
fidanzato.
❑
❑
❑
6.
Un uomo in chiesa la domenica mattina.
❑
❑
❑
7.
Una ragazza sulla spiaggia col costume da
bagno.
❑
❑
❑
8.
Tu a una festa elegante.
❑
❑
❑
75
ESERCIZIO. Vincitori e perdenti
Chi pensi sia il vincitore, Patrizia o Giorgio?
1.
Patrizia e Giorgio hanno appena finito di giocare a carte con degli amici. Secondo le regole del
gioco, Giorgio era il vincitore. Ma a Giorgio non è piaciuto giocare mentre Patrizia dice che è stata
una bella partita.
2.
Patrizia e Giorgio hanno partecipato al torneo della scuola. Patrizia ce l'ha messa tutta ed ha vinto
tutte le gare. Ma si è ammalata ed è stata a letto tutta la settimana seguente a causa dello stress.
Giorgio è risultato secondo un paio di volte. Si sentiva bene ed è andato alla festa della scuola la
settimana seguente.
3.
Tutti i parenti di Patrizia sono molto sani. Tutti i parenti di Giorgio sono molto ricchi.
4.
Patrizia è risultata la prima della classe nella gara di tabelline. Giorgio è migliorato rispetto alla
settimana scorsa. È migliorato più di tutti gli altri.
5.
Giorgio e Patrizia hanno fatto una gara di pittura. Dovevano disegnare qualcosa per farci viaggiare
un gatto. Il disegno di Giorgio era molto bello, ma non si capiva che cos'era. Il disegno di Patrizia
era molto comune, ma si vedeva bene come funzionava.
PIANO DI DISCUSSIONE. Vincitori e perdenti
1.
Se ci sono vincitori, ci devono per forza essere perdenti?
2.
Una persona può essere sia un vincitore che un perdente?
3.
È meglio vincere?
4.
Ci sono cose in cui è meglio perdere?
5.
Quanti vincitori ci possono essere in una volta?
76
TERZO EPISODIO
IDEA GUIDA 2.3.1. Raggi di sole
Ordinariamente non vediamo la luce del giorno sotto forma di raggi di sole. C'è la luce del mattino
presto, le luce del mezzogiorno e la luce del tardo pomeriggio. Ma a volte una nuvola copre il sole e la
luce filtra intorno ai bordi della nuvola in forma di raggi. O a volte la luce viene giù come un taglio dalla
finestra della classe fino al pavimento. Allora parliamo di lama di luce o di raggio di luce. È definito
chiaramente allo stesso modo in cui è ben definito il raggio di una luce lampeggiante poiché è modellato
dalla cornice della finestra.
PIANO DI DISCUSSIONE. Raggi di sole
1.
Pensi che ci siano raggi di luce chiamati raggi di sole che vengono alla terra dal sole?
2.
Pensi che vi siano folletti ed elfi che possono cavalcare questi raggi?
3.
Ti piacerebbe cavalcare un raggio di sole?
4.
Pensi che potresti catturare un raggio di sole in una bottiglia allo stesso modo in cui si catturano le
lucciole e si tengono in una bottiglia?
5.
Se il sole emette luce in forma di raggi significa che la luna emette luce in forma di raggi?
6.
I raggi di luna sono come i raggi di sole? Se no, in che modo sono diversi?
7.
Vedi mai la luna durante il giorno?
8.
La luna dovrebbe apparire solo di notte? Il sole dovrebbe apparire solo di giorno?
IDEA GUIDA 2.3.2. Cinguettio di uccelli
I bambini sono molto orientati verso il linguaggio ed imparano subito ad identificare i membri della
loro famiglia dalle voci. Imparano anche ad identificare gli animali dai suoni caratteristici che emettono
("il cagnolino abbaia, il gattino miagola etc.").Questi suoni caratteristici per ciascuna specie non solo
aiutano i bambini ad identificare e a classificare ma arricchiscono anche il vocabolario dei bambini. Così,
è utile per i bambini conoscere le parole per questi suoni, anche perché spesso sono onomatopeiche
riflettendo il verso degli animali.
ESERCIZIO. Versi di animali mischiati
Gianna ha fatto un compito sui versi degli animali. È andata male. Potete leggere il suo compito e
correggere gli errori? Eccolo qui:
Animale
Verso che fa
1.
cane
muggire
2.
grilli
abbaiare
3.
gatti
cinguettare
4.
mucche
miagolare
5.
serpenti
ruggire
6.
cavalli
gracchiare
77
7.
leoni
sibilare
8.
maiali
nitrire
9.
corvi
frinire
10. uccelli
grufolare
IDEA GUIDA 2.3.3. Palloni
Un pallone è uno di quegli interessanti oggetti che mostrano molti interessanti principi naturali - la
compressione (nel caso dei palloni che i bambini gonfiano da sé), la densità (nel caso di palloni più
leggeri dell'aria come quelli riempiti di aria calda o di elio) e la sfericità (nel caso di alcuni palloni, ma non
di altri). Uno degli obiettivi della discussione sui palloni sarà indurre i bambini a spiegare queste
differenze (come regola generale i bambini sono più interessati a spiegare una discrepanza tra fenomeni
più che un fenomeno in particolare: "Perché alcune cose galleggiano ed altre affondano?" è più
stimolante che "Perché i palloni volano?"; "Perché alcune cose hanno una forma rotonda ed altri hanno
altri tipi di forma?" è più stimolante di "Perché alcuni palloni sono rotondi?" e sollecita un maggior
numero di risposte). Il problema nel porre queste domande a bambini così piccoli sta nel renderli
consapevoli delle discrepanze senza travolgerli con la complessità che implicano.
PIANO DI DISCUSSIONE. I palloni volano?
1.
I palloni fluttuano o volano?
2.
Perchè alcuni palloni salgono su ed altri no?
3.
Se gonfi un palloncino di gomma perché devi tenere stretta l'imboccatura?
4.
Se avessi un pallone riempito di aria calda, dovresti tenere stretta l'imboccatura?
5.
Se un pallone fluttua in alto e vola via, significa che è più leggero dell'aria?
6.
Un pallone fluttuerebbe sull'acqua così come fluttua sull'aria?
7.
Se non c'è aria, come sulla luna, un pallone fluttuerà lo stesso?
IDEA GUIDA 2.3.4. Canzoni *
Le persone compongono canzoni ma le canzoni a loro volta hanno un notevole effetto sulle persone.
Una canzone è una miscela di musica e linguaggio, due dei mezzi più potenti per esprimere sentimenti in
modo significativo. Nel caso di alcune canzoni la musica è fondamentale e le parole sono quasi senza
significato. Nel caso di altre le parole sono accompagnate dalla musica che svolge un ruolo sussidiario,
di accompagnamento. In ogni caso, però, la canzone può avere un potente effetto emotivo
sull'ascoltatore. I bambini vengono cullati da ninnananne che li inducono al sonno e le canzoni d'amore
prendono sia coloro che di amore sono privi che quelli abbastanza fortunati da averne.
In questo caso è stata scelta una canzone che esprime un particolare sentimento di gioia e di
gratitudine. È una canzone religiosa. Ma possono esserci tanti altri tipi di canzoni: canzoni popolari,
canzoni politiche...L'importante è stimolare nei bambini una riflessione critica sul loro significato, sui loro
contenuti, sui loro destinatari e sui loro creatori (n.d.c.)
ESERCIZIO. Portate in classe una canzone
Domani portate con voi una canzone e preparatevi a cantarla alla classe. E se siete troppo timidi per
cantarla davanti a tutti? Allora avete un' altra possibilità. Trovate qualcuno che se la sente di cantarla ed
insegnategliela.
78
ESERCIZIO. La canzone del racconto*
1.
Secondo voi la canzone Lui mi ha dato si può cantare a scuola o no? Perché?
2.
Chi può aver scritto la canzone?
3.
A chi si rivolge chi ha scritto la canzone?
4.
Perchè secondo voi ha scritto questa canzone?
5.
Chi ha scritto la canzone avrebbe potuto esprimere le stesse cose in un altro modo? Come?
IDEA GUIDA 2.3.5. Cieli
Se guardiamo in alto dal punto in cui ci troviamo sulla terra vedremo quello che sembra essere una
volta azzurra che chiamiamo "cielo". La polvere ed il vapore nell'atmosfera determinano una deviazione
delle onde luminose e poiché le onde che vengono deviate per prime sono quelle azzurre e corte il cielo
appare azzurro.
Da diverse posizioni sulla superficie della terra si vedono diversi "cieli", nel senso che lo sfondo di
stelle che si vede è diverso. E da diversi pianeti si vedrebbero ancora altri "cieli" diversi. Così il termine
"cieli" nella canzone non è del tutto peregrino in quanto suggerisce una ricchezza spaziale che non si
trova nella parola "cielo".
PIANO DI DISCUSSIONE. Cieli
1.
Di che colore è il cielo?
2.
C'è un cielo di notte?
3.
Dove incomincia il cielo?
4.
Il cielo di oggi è lo stesso di ieri?
5.
Il cielo che tu vedi è lo stesso cielo che vede il tuo amico?
6.
Il cielo dell' Italia è lo stesso cielo dell' America o della Cina?
ESERCIZIO. Cieli
Queste cose sono parte del cielo, nel cielo, sotto il cielo o in qualche altro posto?
Parte del cielo
Nel cielo
Sotto il cielo
In qualche altro
posto
1.
Nuvole.
❑
❑
❑
❑
2.
Un aeroplano che vola.
❑
❑
❑
❑
3.
La luce del sole.
❑
❑
❑
❑
4.
La cima di alte montagne.
❑
❑
❑
❑
5.
Le stelle.
❑
❑
❑
❑
6.
La luna.
❑
❑
❑
❑
7.
Il fumo delle ciminiere.
❑
❑
❑
❑
8.
La pioggia.
❑
❑
❑
❑
9.
L'orizzonte.
❑
❑
❑
❑
79
IDEA GUIDA 2.3.6. Uno e molti
La domanda di Mira "quanti cieli ci sono?" è un eco della ricerca fondamentale dei filosofi pre socratici: le cose sono una o molte? Ciò che esiste è un'unità, un singolo ordine ( o ordini di ordini) o una
molteplicità ( un disordinato assemblaggio di ulteriori ordini e disordini)?
Cerchiamo di risolvere questa questione parlando dei modi in cui i molti si combinano nell'uno. Ma
c'è anche il processo opposto, in cui i molti emergono dall'uno. A volte si vede nei processi storici, in cui
qualcosa comincia come un'unità (una singola chiesa che diventa una varietà di sette; una singola
sostanza materiale che porta alla diversità di sostanze; un singolo pensiero che porta ad una vasta
proliferazione di pensieri). Spesso onoriamo l'individualità a fronte del conformismo.
In qualche misura, il problema dell'uno e dei molti è un problema di classificazione.
C'è una singola classe di cane e molte specifiche varietà di cani: spaniels, collies, chihuahua,
barboncini eccetera. Ci sono molti uomini e c'è la classificazione uomo. Ci sono canzoni e sinfonie e c'è
la classificazione musica.
Spesso vi sono ragioni di ordine etico per preferire l'uno ai molti o i molti all'uno. Se desideriamo
maggiore solidarietà sociale, evidenzieremo le somiglianze umane; se desideriamo più indipendenza
personale, evidenzieremo le differenze. Oppure vi sono ragioni estetiche: l'uniformità ci annoia. O ci sono
ragioni metafisiche: l'idea che tutte le cose siano manifestazioni di forme o idee cosmiche è semplice ed
efficace, il pensiero che tutto sia un flusso caotico ci dà un senso di vertigine che ci respinge sebbene ciò
non abbia nulla a che vedere con la verità.
PIANO DI DISCUSSIONE. Da molti, uno
1.
Molte lettere possono formare una parola?
2.
Molte parole possono formare una frase?
3.
Molti bambini possono formare una classe?
4.
Molti tempi possono formare un tempo?
5.
Molti spazi possono formare uno spazio?
6.
Molti mal di denti possono formare un mal di denti?
7.
Molti denti possono formare un dente?
8.
Molte estati possono formare un'estate?
9.
Molti salti possono formare un salto?
10. Molti poliziotti possono formare un poliziotto?
PIANO DI DISCUSSIONE. Da uno, molti
1.
Una faccia può contenere molte caratteristiche?
2.
Una casa può contenere molte stanze?
3.
Un cane può contenere molti cani?
4.
Un uovo può contenere molte uova?
5.
Una azione giusta può essere composta da molte azioni sbagliate?
6.
Può esserci un prato che non contenga nessun filo d'erba?
7.
Può esserci una famiglia che non contenga molti membri?
8.
Il 2 può esser fatto da 1 e 1?
9.
2 è uno o molti?
10. Se ogni gatto avesse nove vite, sarebbe lo stesso gatto in ciascuna vita?
80
ESERCIZIO. Quale è uno e quali sono molti?
Uno/a
Molti/e
?
1.
Un nido di formiche.
❑
❑
❑
2.
Un gregge di pecore.
❑
❑
❑
3.
Il volo di un uccello.
❑
❑
❑
4.
Una stella.
❑
❑
❑
5.
Un'autostrada.
❑
❑
❑
6.
Un germe.
❑
❑
❑
7.
Una faccia.
❑
❑
❑
8.
Le 12.00.
❑
❑
❑
9.
Il presidente della Repubblica.
❑
❑
❑
❑
❑
❑
10. Un gioco.
IDEA GUIDA 2.3.7. Cose che non vanno via
Alcune cose restano. Altre vanno e vengono. Per gli antichi Greci era il contrasto di Permanenza e
Cambiamento (lo stesso Cambiamento era diviso in passaggi ordinari di eventi e il flusso che era più
casuale e caotico). Può essere utile per i bambini cercare di distinguere cose che sono durevoli da cose
che sono transitorie e fluttuanti. Faust cerca di fermare il momento fuggente e di farlo restare: "Resta
ancora un po', sei così bello!" gli dice. Ma siamo costretti a riconoscere che il tempo non rimarrà per noi
e lo spazio non sparirà, per dare due esempi convincenti.
I bambini dovrebbero essere in grado di dare esempi di cose "che non vanno via" senza grandi
difficoltà. Probabilmente ricorderanno un raffreddore che non se ne voleva andare o un gatto randagio o
un pensiero molesto. Possono anche fornire esempi di cose che vanno e vengono. Sarebbe utile per loro
essere in grado di discutere non semplicemente il modo in cui queste esemplifichino la Permanenza e il
Cambiamento ma il guadagno o la perdita implicati in ciascuna.
PIANO DI DISCUSSIONE. Andar via
1.
Come puoi fare andare via un cane?
2.
Come puoi fare andare via una persona?
3.
Puoi fare andare via un pensiero?
4.
Come fai a fare andare via una domanda?
5.
Ci sono cose che non potresti mai fare andare via?
6.
Ci sono cose che non vorresti mai andassero via?
ESERCIZIO. Dove vanno?
Dove vanno queste cose quando vanno via?
1.
Un animale domestico.
2.
Un sogno.
3.
Un mal di denti.
4.
I tuoi vicini.
5.
Gli avanzi del tuo pranzo.
81
6.
Le tue lacrime
7.
Una lettera.
8.
L'acqua del tuo bagno.
ESERCIZIO. Tornare indietro
Dì se pensi che queste cose torneranno indietro una volta andate via.
Tornerà
Non tornerà
?
1.
Il tuo compleanno.
❑
❑
❑
2.
Un'idea che hai avuto.
❑
❑
❑
3.
Un coniglietto che è morto.
❑
❑
❑
4.
Un film che ti è piaciuto.
❑
❑
❑
5.
Un ragazzo che ha litigato con la fidanzata.
❑
❑
❑
6.
I soldi che finiscono in banca.
❑
❑
❑
7.
La pioggia che cade sul terreno.
❑
❑
❑
8.
L'amore che dai a qualcuno.
❑
❑
❑
IDEA GUIDA 2.3.8. Classe
Elfie dice: "Ci sono molti bambini nella nostra classe ma c'è solo una classe". La prima volta che la
parola "classe" appare qui sembra non essere ambigua. La popolazione di una scuola è divisa in gruppi
ognuno dei quali è chiamato classe. In questo senso, una classe di bambini è un raggruppamento di
studenti come uno stormo di quaglie o una banda di leoni o uno sciame di api sono raggruppamenti
naturali.
Nel caso della seconda apparizione della parola "classe", comunque, l'uso è più ambiguo. Vi è il
suggerimento del significato logico di una classe: un gruppo i cui membri hanno un tratto essenziale in
comune. La classe di persone magre o di cani con tre gambe o di macchine con la trazione anteriore non
sono raggruppamenti naturali ma raggruppamenti logici.
Una classe logica ha la stessa caratteristica che tutti i suoi membri hanno in comune? La classe dei
cani con tre gambe ha anche lei tre gambe? La classe degli alberi sempreverdi è sempreverde? In questi
esempi, la risposta, ovviamente, è no. Ma ciò non significa che la risposta sia no in tutti i casi. Per
esempio, la classe di tutte le classi è una classe anche lei.
PIANO DI DISCUSSIONE. Le classi della scuola
1.
Quando sei passato/a dalla scuola dell’infanzia alla prima elementare, la tua classe è cambiata?
2.
Se ogni membro della tua classe a scuola ha un naso, significa che la tua classe ha un naso?
3.
Se ogni membro della tua classe a scuola è brillante, significa che è una classe brillante?
4.
Se ogni membro della tua classe a scuola torna a casa ogni giorno, significa che la tua classe va a
casa ogni giorno?
5.
Quando sei a casa, appartieni ancora alla stessa classe in cui sei quando sei nella tua aula a
scuola?
82
ESERCIZIO. La parola "classe"
Nei casi seguenti, le persone che parlano stanno usando la parola "classe" allo stesso modo o in
modo diverso?
Lo stesso
Diverso
?
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
1.a. Silvia ha detto: "Quel Gianni! Non ha affatto
classe!".
1.b. Marta ha detto. "Oggi non c'è la mia classe!".
2.a. Deborah ha detto: "Appartengo alla classe della
maestra Rosa".
2.b. Riccardo ha detto: "Appartengo alla classe dei
bambini di otto anni".
3.a. Filippo ha detto: "Ci sono cinque classi di scuola
dell’infanzia in questa scuola".
3.b. Margherita ha detto: "Mi chiedo se la signora
maestra sarà in classe oggi".
IDEA GUIDA 2.3.9. Pensieri
Ci identifichiamo molto con i nostri pensieri, ma abbiamo grande difficoltà ad estrapolare i pensieri e
ad esaminarli. Sono molto sfuggenti ed elusivi.
D'altronde, non siamo molto sicuri delle relazioni che intercorrono tra i pensieri e il pensiero, da un
lato, e tra i pensieri e la mente dall'altro. Forse la nostra mente è composta dai nostri pensieri. E
potrebbero esserci in mente pensieri di cui non siamo consapevoli?
Inoltre la relazione tra il pensiero e i pensieri è una relazione tra processo e produttore o tra tutto e
parte o tra mezzo e fine?
Queste domande potrebbero sembrare troppo difficili per i bambini sulla base del fatto che sono
troppo difficili anche per gli adulti. Ma i bambini sono già consapevoli dei loro pensieri e già consapevoli
del carattere problematico di tali pensieri. Poiché essi sono già perplessi dalla natura del pensiero, non
farà loro male se qualcuno li aiuterà a discuterne.
PIANO DI DISCUSSIONE. Pensieri e pensiero
1.
Trovi i tuoi pensieri già belli e fatti o li fai tu?
2.
Se hai dei pensieri, significa che stai pensando?
3.
Puoi smettere di avere pensieri?
4.
Puoi evitare di avere un particolare pensiero?
5.
Puoi avere un pensiero di un pensiero allo stesso modo in cui hai un pensiero della tua scuola o del
tuo letto?
83
ESERCIZIO. Pensieri e non - pensieri
Puoi dire quali dei seguenti sono pensieri e quali non lo sono?
Pensieri
Non pensieri
?
1.
Diana ha detto: "Sto pensando all'alluce del mio
piede destro".
❑
❑
❑
2.
Lidia ha detto: "L'acqua è bagnata".
❑
❑
❑
3.
Il gatto sta dormendo nel lavello.
❑
❑
❑
4.
La parola "schifezze".
❑
❑
❑
5.
Una pietra.
❑
❑
❑
6.
Una pietra nella tua scarpa.
❑
❑
❑
7.
Una faccia.
❑
❑
❑
8.
Casa.
❑
❑
❑
9.
Il sapore del gelato al cioccolato.
❑
❑
❑
IDEA GUIDA 2.3.10. Mente
Alcuni filosofi hanno affermato che non esiste una cosa come la mente. Altri hanno detto che c'è solo
la mente. Ed altri ancora hanno sostenuto che ci sono solo due tipi di cose nel mondo: materia e mente.
Una variante di quest'ultimo approccio, ritornando ancora una volta ai presocratici, è che vi è una mente
in tutte le cose: una parte di essa è mescolata a tutto.
Ancora una volta, per coloro che credono che la mente sia qualcosa, vi sono quelli che la
considerano una realtà invisibile mentre altri pensano che sia il cervello ed il sistema nervoso. Ma queste
sono solo alcune delle molte teorie che esistono circa la natura della mente.
Per un bambino, la mente spesso rappresenta l'ultimo rifugio. Fisicamente si può essere costretti a
stare a scuola, ma ci si può sempre rifugiare nella propria mente, come una tartaruga si ritira nel suo
guscio. In alcuni casi, il bambino non ha altro posto dove dimorare e questa può essere, quindi, la prima
opportunità che egli abbia mai avuto di pensare alla mente.
I bambini che hanno appreso la distinzione tra Apparenza e Realtà possono chiedersi a volte se forse
la mente sia Apparenza ed il mondo fisico Realtà, proprio come potrebbero chiedersi se sia vero il
contrario. Ma anche se si decidono in favore di una o dell'altra di queste due posizioni rimarrà il fatto che
la mente è o appare essere un altro mondo in cui vivere, un altro reame da abitare, e potrebbe sembrare
un mondo più ricco o più povero del mondo fisico: si impara presto ce non c'è bisogno che i due mondi
corrispondano. I bambini abitano mondi popolati da gnomi, folletti, mostri, persone, animali o almeno
non possono evitare di pensare che è così. La filosofia può essere un modo per prolungare la ricerca
piuttosto che prendere una decisione prematura in favore di una teoria o dell'altra.
PIANO DI DISCUSSIONE. Mente
1.
Hai una mente?
2.
La tua mente è parte del tuo corpo oppure no?
3.
Il tuo corpo è parte della tua mente o no?
4.
La tua mente e il tuo corpo sono la stessa cosa?
5.
Tu sei il tuo corpo?
6.
Tu sei la tua mente?
7.
Tu sei sia il tuo corpo che la tua mente?
8.
Tu non sei né il tuo corpo né la tua mente?
9.
Ci sono cose che puoi fare con il tuo corpo e che non puoi fare con la tua mente?
10. Ci sono cose che puoi fare con la tua mente e che non puoi fare con il tuo corpo?
84
ESERCIZIO. Il mondo e la mente
Dove sono le cose seguenti?
Solo nella mente
Solo nel mondo
Sia nella mente
che nel mondo
Né nel mondo
né nella mente
1.
Fotografie.
❑
❑
❑
❑
2.
Parole.
❑
❑
❑
❑
3.
Pensieri.
❑
❑
❑
❑
4.
Suoni.
❑
❑
❑
❑
5.
Odori.
❑
❑
❑
❑
6.
Sapori.
❑
❑
❑
❑
7.
Amore.
❑
❑
❑
❑
8.
Topi.
❑
❑
❑
❑
9.
Topolino.
❑
❑
❑
❑
10. Aria.
❑
❑
❑
❑
11. Odio.
❑
❑
❑
❑
12. Luce.
❑
❑
❑
❑
ESERCIZIO. Trovare ragioni per i modi in cui parliamo della mente
Supponiamo che qualcuno dicesse le cose seguenti, potreste trovare la ragione che aveva per dirle?
1.
La mia mente è come un circo perché.........
2.
La mia mente è come uno zoo perché.........
3.
La mia mente è come un programma televisivo perché.........
4.
La mia mente è come un gioco per il computer perché.........
5.
La mia mente è come un fiume perché.........
6.
La mia mente è come la cena di Natale perché.........
7.
La mia mente è come un temporale perché.........
8.
La mia mente è come un segreto perché.........
9.
La mia mente è come un' esplosione perché.........
10. La mia mente è come una banca perché.........
85
QUARTO EPISODIO
IDEA GUIDA 2.4.1. Dover pensare
Poiché pensiamo sempre, quando siamo coscienti, cosa significa dire che in determinate occasioni
dobbiamo pensare? Evidentemente significa che dobbiamo concentrarci, prestare attenzione.
E a cosa prestiamo attenzione? Ai fatti che incontriamo, ovviamente. Ci concentriamo sul problema
con cui ci confrontiamo. Ma ci concentriamo anche sul modo in cui pensiamo al problema.
Questo passaggio, dover pensare al nostro pensiero, suggerisce che vi sono momenti in cui ci
sentiamo spinti a passare ad un livello metacognitivo perché il nostro primo livello di pensiero ordinario
evidentemente è insufficiente.
Quando "dobbiamo pensare" sappiamo che dobbiamo produrre idee, organizzare il nostro pensiero in
modo coerente, considerare possibili conseguenze e così via. Così, dover pensare è più che solamente
spostarsi ad un livello metacognitivo, significa, in aggiunta, dover pensare meglio.
Queste sono due delle caratteristiche di ciò che tentiamo di fare quando dobbiamo pensare: 1)
esaminare i nostri processi di pensiero per essere sicuri che funzionino in modo efficiente e poi 2)
intraprendere gli atti mentali che sono caratteristici di un pensiero migliore.
PIANO DI DISCUSSIONE. Dover pensare
1.
Ci sono volte in cui non dobbiamo pensare?
2.
Ci sono volte in cui dobbiamo pensare?
3.
Qual è la differenza tra le volte in cui dobbiamo pensare e le volte in cui non dobbiamo pensare?
4.
Ci sono volte in cui pensiamo anche quando non dobbiamo pensare?
5.
Ci sono volte in cui non pensiamo anche se dobbiamo pensare?
6.
Cos'è più divertente: quando dobbiamo pensare o quando non dobbiamo pensare?
ESERCIZIO. Quando dobbiamo pensare?
Le seguenti persone o animali devono pensare?
Sì
No
?
1.
Emilia non riesce a trovare la strada di casa.
❑
❑
❑
2.
Margherita sta lavando i piatti.
❑
❑
❑
3.
Taddeo sta ascoltando la radio.
❑
❑
❑
4.
Giorgio si sta allacciando i lacci delle scarpe.
❑
❑
❑
5.
Il tuo gatto ha fame.
❑
❑
❑
6.
Tu mentre fai l'esercizio.
❑
❑
❑
86
IDEA GUIDA 2.4.2. Preoccuparsi
Elfiè è apprensiva all'idea della gara. Dalla sua esperienza passata ha l'impressione di non riuscire
bene in situazioni competitive. E sembra essere particolarmente preoccupata all’idea di una
competizione di ordine cognitivo.
Poiché i bambini non riescono ad esprimere bene le loro ansie, spesso si crede che non ne abbiano.
E, poiché i bambini non hanno troppa esperienza del mondo, non possono esser sicuri del prezzo del
fallimento e tendono ad aspettarsi il peggio. Giungono a sentire che il loro fallimento nelle prestazioni a
nostro beneficio si tradurrà in un rifiuto nei loro confronti. Se hanno già sviluppato una mancanza di
fiducia in se stessi lo stress che ora si trovano ad affrontare li convince di trovarsi in una situazione
senza uscita.
Senza dubbio gli insegnanti si sentono obbligati a motivare i bambini a dare il meglio in circostanze
competitive. Ma questi insegnanti devono essere onesti con se stessi circa la natura degli incentivi o
delle punizioni di cui fanno uso. I bambini si preoccupano quando l'autorità adulta con cui si confrontano
può agire in modo unilaterale ed arbitrario e tale preoccupazione spesso induce del risentimento. Ma se
la classe si trasforma in una "comunità di ricerca" in cui ogni bambino comprende che i contributi
possono essere in proporzione alle abilità e le distribuzioni saranno fatte in proporzione ai bisogni, il
senso della prevalente giustizia di una tale organizzazione può far molto per alleviare le ansie fluttuanti
dei bambini a proposito di cosa succederà dopo.
PIANO DI DISCUSSIONE. Preoccupazione
1.
Se ogni sera diventasse sempre più buio fuori sarebbe per te un motivo di preoccupazione?
2.
Se ogni mattina ci fossero nuvole nel cielo sarebbe per te motivo di preoccupazione?
3.
Se non sai leggere è motivo di preoccupazione?
4.
Se non sai scrivere è motivo di preoccupazione?
5.
Se ogni mattina trovassi i lacci delle tue scarpe annodati, sarebbe motivo di preoccupazione?
IDEA GUIDA 2.4.3. Non importa, non importa come.....
La frase "non importa" è un equivalente colloquiale di frasi come "in ogni caso" o "nonostante...". Ciò
significa che viene usata per suggerire un contrasto con situazioni in cui ciò che accadrà dipende da
particolari circostanze.
Perciò non possiamo solo dire che l'acqua bolle a 100 gradi centigradi perché vi è anche una
considerazione contestuale: l'altitudine a cui l'acqua viene fatta bollire. D'altro canto, potremmo dire che
le relazioni di identità (come 1=1) tengono non importa come...
Un altro modo di considerare la questione è che i bambini hanno bisogno di essere avvertiti delle
differenze tra le cose nel loro ambiente che sono variabili e le cose che sono generalmente costanti. Il
numero di finestre nell'aula non cambia da un giorno a un altro giorno, ma il numero di bambini nell'aula
è suscettibile di variazioni da un giorno all'altro. E allora, possiamo dire con sicurezza che il numero delle
finestre nell'aula rimarrà lo stesso non importa cosa?
ESERCIZIO. Non importa, non importa cosa...
1.
Il fratello più grande di Tina dice di non piacersi, non importa quali vestiti si metta. Significa che non
gli piace nessuno dei suoi vestiti?
2.
Giulio dice di perdere sempre, non importa a quale gioco si giochi. Significa che Giulio non vincerà
mai a niente?
3.
Lucia dice di essere contenta, non importa quale giorno della settimana sia. Significa che Lucia è
sempre contenta?
4.
Bernardo dice che ha sonno, non importa quale ora del giorno sia. Significa che Bernardo ha sonno
anche quando dorme?
87
ESERCIZIO. Cose che rimarranno le stesse, non importa cosa...
In quale colonna metteresti le cose seguenti?
Cose che
generalmente
cambiano
Cose che
generalmente
rimangono
invariate
Cose che
rimangono
invariate non
importa cosa
?
1.
Quanto mangi ogni giorno.
❑
❑
❑
❑
2.
Quanto dormi ogni notte.
❑
❑
❑
❑
3.
Quanti insegnanti ci sono nella
tua classe.
❑
❑
❑
❑
4.
Quante lavagne ci sono nella
tua classe.
❑
❑
❑
❑
5.
Quanto fa uno più uno.
❑
❑
❑
❑
6.
La grandezza dell'edificio scolastico
❑
❑
❑
❑
7.
Il numero di parole che dici
ogni giorno.
❑
❑
❑
❑
8.
Il peso di un litro d'acqua.
❑
❑
❑
❑
9.
Il peso di un chilo di piume.
❑
❑
❑
❑
10. La differenza tra un gatto e un
topo.
❑
❑
❑
❑
IDEA GUIDA 2.4.4. Stare attenti.
Le parole "attento", "attenzione" hanno diverse sfumature di significato: si può stare attenti in classe
quando la maestra spiega, si deve fare attenzione quando si attraversa la strada, ci sono bambini che
hanno bisogno di attenzione...Tutti questi significati variano a secondo del contesto. In questo particolare
contesto significa presumibilmente che Elfie deve prestare attenzione, prendere precauzioni e
considerare le possibili conseguenze di ciò che potrebbe fare. Essere attenti in questo senso è l'opposto
di essere svaniti, smemorati, irriflessivi...
ESERCIZIO. Essere attenti ed essere disattenti
Nei casi seguenti chi è attento e chi è disattento?
Non c'è qualcuno che è troppo attento?
1.
Daniela indossa un impermeabile ogni volta che piove.
2.
Simona attraversa la strada sia quando il semaforo è verde, sia quando è rosso.
3.
Andrea a volte accende i fornelli in cucina e poi non li spegne.
4.
Roberto rimette sempre la carta intorno alla gomma da masticare prima di inghiottirla.
5.
Lucia non si pulisce mai il fango dalle scarpe quando rientra in casa.
6.
Dino indossa sempre guanti di gomma quando mangia.
7.
Liliana non gioca mai con i fiammiferi la domenica.
8.
Silvia raccoglie sempre i vetri rotti per strada.
88
QUINTO EPISODIO
IDEA GUIDA 2.5.1. Scuola
La maggioranza degli adulti ha completamente dimenticato l'importanza della parola "scuola" per un
bambino piccolo. È una parola che il bambino ha udito per anni prima di andare alla scuola dell’infanzia.
I fratelli più grandi vanno tutti giorni in un posto chiamato "scuola". Tornano a casa ogni giorno da questo
posto, in cui si dice accadano ogni sorta di cose. La scuola non è la casa, non è neanche come la casa.
Ma che cos'è?
È, ne siamo sicuri, un mistero inquietante per molti bambini negli anni che precedono il loro ingresso
a scuola, e questo è uno dei motivi per cui molti di loro vengono a scuola con tanta prontezza ed
entusiasmo proprio come altri, che hanno sentito diversi racconti sui come è la scuola, vengono a scuola
con tanta apprensione. Quale bambino può resistere alla promessa della scuola? La promessa di un
mondo di cose da imparare, un mondo educativo?
Per un significativo esempio del disappunto di un padre nel vedere il suo bambino così impaziente di
andare alla scuola dell’infanzia vedi il racconto Il mio bambino, di Carl Ewald.
ESERCIZIO. Disegna la tua scuola
Usando le dita e gli acquerelli o i pastelli fai un disegno della tua scuola.
ESERCIZIO. Scrivi della tua scuola
a)
Scrivi una poesia sulla tua scuola.
b)
Scrivi la storia della tua scuola: come è stata costruita e come è stata usata per ospitare classi di
bambini. Parla con le persone più grandi che sono andate alla stessa scuola quando erano
bambine. Chiedi loro com'era la scuola quando la frequentavano.
IDEA GUIDA 2.5.2. Felicità
C'è stata una lunga disputa tra alcuni filosofi a proposito del più grande bene dell'umanità. Alcuni
hanno detto che è "essere virtuosi" ed altri "che è "essere felici". Altri ancora hanno cercato di combinare
le due cose sostenendo che "essere buoni è il modo migliore per assicurarsi di essere felici".
Quest'ultimo suggerimento solleva un'altra questione ad esso collegata: mezzi e fini. Suggerisce che
essere buoni è un mezzo e la felicità è un fine (o, forse, il fine).Ma è possibile che essere felici sia un
fine?
Molti filosofi hanno obiettato che la felicità non può essere un mezzo per nulla: può solo essere un
fine, qualcosa che si cerca per il suo valore intrinseco e non per il valore di qualcos'altro.
PIANO DI DISCUSSIONE. Essere felici
1.
Se avessi un sacco di giocattoli saresti felice?
2.
Se avessi un sacco di amici saresti felice?
89
3.
Se avessi un sacco di libri saresti felice?
4.
Potresti non avere giocattoli ed essere lo stesso felice?
5.
Potresti non avere amici ed essere lo stesso felice?
6.
Potresti non aver libri ed essere lo stesso felice?
7.
Quando ti diverti, sei felice?
8.
Potresti divertirti eppure non essere felice?
9.
Potresti avere un sacco di giocattoli e di amici e di libri eppure non essere felice?
10. Potresti essere eccitato e felice allo stesso tempo?
11. Potresti essere triste e felice allo stesso tempo?
12. Potresti essere malato e felice allo stesso tempo?
13. Potresti essere felice ed allo stesso tempo pieno/a di gioia?
14. Potresti essere felice anche se i tuoi amici fossero infelici?
15. Qual è la differenza tra essere felici ed essere soddisfatti?
ESERCIZIO. Com'è essere felici?
A turno, chiedete a ciascun bambino/a (se lo desidera) di descrivere com'è essere felici.
Chiedere ai bambini come si sentono, cosa fanno, cosa dicono e cosa pensano quando sono felici.
ESERCIZIO. Cosa dovresti fare quando sei felice?
1.
Se non sei felice quando giochi con i tuoi amici, dovresti andare a casa?
2.
Se non sei felice sull'autobus quando torni a casa, dovresti scendere?
3.
Se non sei felice mentre mangi la tua cena, dovresti finirla?
4.
Se non sei felice del tuo aspetto, dovresti cambiarlo?
5.
Se non sei felice del tuo modo di pensare, dovresti cambiarlo?
6.
Se non sei felice, cosa potresti fare?
PIANO DI DISCUSSIONE. Cosa è possibile quando sei felice?
1.
Una persona può essere felice tutto il giorno?
2.
Una persona può essere felice tutta la vita?
3.
Una persona infelice può rendersi felice?
4.
Una persona può rendere felice qualcun altro?
5.
Di cosa ha bisogno una persona per essere felice?
6.
Una persona può essere felice ed infelice allo stesso tempo?
IDEA GUIDA 2.5.3. Decidere
Decidere è un importante atto mentale, ma molte volte prendiamo decisioni senza renderci conto che
lo stiamo facendo ( per esempio, quando guidiamo prendiamo innumerevoli decisioni come frenare,
girare etc. con scarsa consapevolezza che si tratta di questioni di scelta).
D'altro canto, quando siamo incapaci di decidere, può essere una cosa molto forte per noi ed
incominciamo a sentirci frustrati dalla nostra indecisione.
90
Ci sono momenti in cui cerchiamo di decidere cose che non possono essere decise o sono già state
decise o non dipende da noi decidere, come ad esempio se domani ci sarà il sole. Ciò può verificarsi se
siamo ignoranti, o nevrotici o entrambe le cose.
PIANO DI DISCUSSIONE. Decidere
1.
Ti chiedi quale gusto di chewing gum scegliere. Decidi per la fragola. Quali ragioni hai per decidere
per la fragola?
2.
Ti chiedi quali colori usare nella tua pittura con le dita. Decidi per il rosso ed il blu. Quale ragione
avevi per decidere per il rosso ed il blu?
3.
Ti chiedi quali scarpe metterti al mattino. Decidi per quelle marroni. Quale ragione avevi per
decidere per quelle marroni?
4.
Hai sempre ragioni, ogni qual volta che decidi?
5.
Ci sono momenti in cui puoi pensare ad una buona ragione per decidere su qualcosa eppure
ancora non ti decidi?
ESERCIZIO. Prendere decisioni
A volte dobbiamo prendere una decisione e a volte no. Puoi distinguere tra i seguenti casi?
1.
Alcune ragazzine stanno giocando a carte ed invitano Lucia a giocare. Lucia ora deve decidere se
giocare o no con loro?
2.
Alcuni ragazzi vogliono prendere in giro Gianfranco. Gli dicono di trattenere il fiato fino a quando
non gli avranno detto che può respirare di nuovo. Gianfranco ora deve decidere se continuare a
respirare?
3.
Non è piovuto per due settimane. L'erba può decidere se diventare giallognola?
4.
Il gatto di Gianfranco è seduto sul prato. Un topo gli corre vicino. Il gatto può decidere se inseguire
il topo o meno?
5.
Lucia si chiede da quale parte dovrebbe far sorgere il sole al mattino. Lucia può decidere da quale
parte vuol farlo sorgere?
IDEA GUIDA 2.5.4. Cose che accadono una dopo l'altra
Cose che accadono una dopo l'altra possono essere connesse in vari modi.
1) Un modo è quello di essere connesse in modo causale. Il giocatore muove il piede che colpisce il
pallone; questo fa rompere il vetro della finestra e ciò è la causa della caduta di vetri infranti sul marciapiedi etc. C'è una catena di cause e di effetti ma ogni effetto è anche la causa del prossimo effetto.
2) Un altro modo è che le cose accadano l'una dopo l'altra senza essere connesse in modo causale.
Un momento dopo che hai starnutito un aeroplano potrebbe cadere ma è improbabile che il tuo starnutire
abbia fatto cadere l'aereo. La sequenza è puramente basata su coincidenze.
3) Nel caso di comportamenti umani intenzionali le cose che una persona fa sono connesse, eppure
una cosa potrebbe non essere, in senso letterale, la causa della successiva. Nel passaggio a cui ci si
riferisce qui, Elfie va in camera sua, si getta sul letto e seppellisce la testa sotto al cuscino. Ma il suo
andare in camera non è la causa del gettarsi sul letto ed il suo gettarsi sul letto non è la causa del
seppellire la testa sotto al cuscino, sebbene tutte queste cose siano passi successivi in un processo di
comportamento organizzato.
È utile per i bambini essere in grado di distinguere connessioni causali da connessioni non causali
così da poter accettare o assegnare responsabilità quando è necessario. Se Gianni in modo disattento
ha lasciato il motorino per strada, ha causato il fatto che il motorino stia sulla strada e ne è responsabile.
Ma la presenza del motorino in strada è stata la causa del fatto che ci è passato sopra il camion della
spazzatura? O è stato semplicemente un caso di cose accadute una dopo l'altra? Eppure, senza dubbio,
91
il camion della spazzatura è stato la causa della distruzione del motorino, che è diventato un rottame
appiattito, sebbene si possa difficilmente assegnare una responsabilità ad un camion della spazzatura.
Queste sono faccende complesse, non facilmente interpretabili, anche dagli adulti. Potrebbero essere
necessarie molte discussioni in classe prima che le cose possano essere discriminate in modo un po' più
chiaro.
ESERCIZIO. Cose che non puoi fare nello stesso tempo
Quali delle cose seguenti puoi fare allo stesso tempo e quali solo in momenti diversi?
Posso farle allo
stesso tempo
Posso farle solo in
momenti diversi
?
1.
Masticare la gomma e lavarti i denti.
❑
❑
❑
2.
Fare la doccia e vestirti.
❑
❑
❑
3.
Mangiare patatine e bere coca cola.
❑
❑
❑
4.
Dare da mangiare al cane e fare il bagno
al gatto.
❑
❑
❑
5.
Vivere e lasciar vivere.
❑
❑
❑
6.
Comprare un cono gelato e mangiarlo.
❑
❑
❑
7.
Fare gli occhi storti e leggere Elfie.
❑
❑
❑
8.
Dondolarti sull'altalena e scivolare da uno
scivolo.
❑
❑
❑
Guardare per terra e guardare il cielo.
❑
❑
❑
❑
❑
❑
9.
10. Giocare a biglie e non giocare a biglie.
ESERCIZIO. Una cosa dopo l'altra
Raccontate ai bambini questa storia. Poi chiedete loro di prendere parti della storia in cui sono
accadute delle cose che ne hanno fatto accadere altre e parti della storia in cui quello che è accaduto
non era connesso con qualcos'altro.
Un giorno un ragazzo di nome Giorgio vide una pietra liscia e blu sul terreno. La prese a calci per
tutto il tragitto fino a scuola. Poi se la mise in tasca. Durante il giorno la tirava fuori, la esaminava e poi
se la rimetteva in tasca. Quando arrivò a casa, la mise sotto al cuscino. Durante la notte, sentì uno
strano ticchettio. Sembrava venisse dalla pietra. Accese la luce, sollevò il cuscino e - meraviglia!- la
pietra era diventata un bellissimo orologio da polso! Almeno, sembrava essere un orologio da polso. "Ma
non hai una faccia o delle mani!" esclamò Giorgio. Allora una vocina uscì dalla pietra e disse: "Le pietre.
Non dicono l'ora". "Oh, va bene" disse Giorgio "capisco perfettamente" e si addormentò tenendo stretta
la liscia pietra blu.
Cose che accadono
solo una dopo l'altra
Cose che ne fanno
accadere altre
?
1.
Giorgio vide la pietra.
❑
❑
❑
2.
Giorgio prese a calci la pietra. Giorgio se la
mise in tasca.
❑
❑
❑
3.
Giorgio tornò a casa. Giorgio mise la pietra
sotto al cuscino.
❑
❑
❑
4.
La pietra ticchettava. Giorgio sentì il
ticchettio.
❑
❑
❑
5.
Giorgio parlò alla pietra. La pietra rispose.
❑
❑
❑
92
IDEA GUIDA 2.5.5. Conigli
I conigli sono piccoli animali erbivori. Si trovano in Europa, nel Nord America e nella parte
settentrionale dell'America Latina. Un coniglio generalmente cresce in sei mesi. I conigli femmina
generalmente possono partorire quattro volte all'anno. Dalla pelliccia dei conigli si ricavano anche
l'angora o il lapin per fare i cappelli e i colli.
ESERCIZIO. Dipingi un coniglio
Usando la pittura per colorare con le dita, dipingi un coniglio. Ma preparati anche per la discussione.
A ciascuno della classe sarà fatta una delle domande seguenti.
1.
Il tuo coniglio è giovane o vecchio?
2.
Il tuo coniglio è un carnivoro?
3.
Al tuo coniglio piacciono le verdure?
4.
Il tuo coniglio ha orecchie lunghe?
5.
Il tuo coniglio ha una piccola coda bianca?
6.
Il tuo coniglio ha un anno ma è ancora piccolo?
7.
Il tuo coniglio è fatto di pelo di coniglio come un cappello?
8.
Il tuo coniglio fa le fusa?
9.
Il tuo coniglio fuma la pipa?
10. Il tuo coniglio va a scuola?
11. Nel tuo dipinto, il coniglio vola o cammina?
12. Nel tuo dipinto, il coniglio arriccia il naso?
13. Nel tuo dipinto, il coniglio si morde le unghie?
14. Nel tuo dipinto, il coniglio ha gli occhi viola?
15. Nel tuo dipinto il coniglio ha due grandi incisivi?
Suggerimenti per l'insegnante. Queste domande potrebbero essere preparate come le striscioline di
carta intorno ai baci Perugina.
ESERCIZIO. Qual è la differenza tra una papera e un coniglio?
È vero che papere e conigli sono simili?
Se è così, come puoi distinguerli?
Eccoti due disegni. Come puoi dire che uno è una papera e l'altro un coniglio?
È possibile che la figura A sia una papera viva e la figura B sia una papera morta?
93
IDEA GUIDA 2.5.6. Immaginario
Ci sono cose reali e cose immaginarie.
Le cose reali sono quelle di cui scopriamo è fatto il mondo. Le cose immaginarie sono quelle che noi
inventiamo, facendo finta.
"Ma" potresti dire "posso immaginare il modo in cui la luna appare ad un astronauta che vi è appena
atterrato, e la luna non è finta! La luna non è una mia invenzione!".
Giusto, la luna non è una tua invenzione . Quello che stai fingendo è che stai sulla luna e che la stai
guardando. Così, non è che tu hai inventato una luna nuova e diversa. Quello che hai creato nella tua
immaginazione è la tua visita alla luna. Hai fatto una visita immaginaria alla luna reale.
ESERCIZIO. Portami sulla luna
La scrittrice Marianne Moore ha detto che la poesia "costruisce giardini immaginari che contengono
rospi reali". Scrivete o raccontate la storia di un viaggio sulla luna. Sarà un viaggio immaginario. Ma
rendetelo il più reale possibile. Dite di che cosa effettivamente sanno le cose, di che odorano, come
appaiono, che suono hanno...
94
CAPITOLO 3
PRIMO EPISODIO
IDEA GUIDA 3.1.1. Verde nero e rosso
Quando imparano i colori (così come accade con qualsiasi cosa si possa classificare) i bambini
generalmente incominciano con le cose intermedie e poi vanno su e giù: su, alle classi superordinate e
giù, a quelle subordinate. Perciò imparano prima colori come verde, nero e rosso e poi imparano la
classe superordinata di colore e le classi subordinate di verde chiaro, verde scuro, rosso chiaro, rosso
scuro e così via. Essi apprendono, dunque, in questo modo:
COLORE
____________________________________________________________________________________
VERDE
NERO
ROSSO
____________________________________________________________________________________
verde chiaro
verde scuro
rosso chiaro etc.
Allo stesso modo i bambini imparano prima "cane" o "cagnolino" e poi animale (classe superordinata)
e collie, terrier e barboncino (classi subordinate).
Nell'insegnare le classificazioni ai bambini si dovrà dunque tenere in mente che non si sta lavorando
solo dal basso in alto o dall'alto verso il basso ma dal livello intermedio, andando su e giù.
ESERCIZIO. Raggruppare i colori
Nell'esercizio seguente appare un certo numero di parole che indicano colori, ma ce n'è sempre uno
che non vi appartiene. Per ogni caso, trovate la parola che non c'entra.
1) rosso
giallo
capra
blu
2) viola
barca
rosso
nero
3) onesto
arancione
verde
abbronzato
4) marrone
avorio
rosa
quattro
5) rosa
panino
grigio
scarlatto
IDEA GUIDA 3.1.2. "Aver un bel coraggio"
Quando diciamo che una persona "ha coraggio "generalmente intendiamo che è coraggiosa.
Quando diciamo che una persona ha "un bel coraggio" intendiamo però anche che è "impertinente",
audace, temeraria.
Per Aristotele il coraggio è una virtù che rappresenta "il giusto mezzo" o l'ideale "percorso intermedio"
tra gli estremi della codardia da un lato e l’audacia e la temerarietà dall'altra. Tulle le virtù si trovano nel
"giusto mezzo" o segmento intermedio. Tutti i vizi si trovano nelle deficienze o negli eccessi di queste
virtù.
95
Certamente, come Aristotele ammetteva, alcune virtù non sembrano avere eccessi: ad esempio
l'onestà, o l'intelligenza. Ma molte, credeva, ne hanno.
È importante che i bambini siano in grado di fare una distinzione tra timidezza, coraggio e
temerarietà. Essi si confrontano costantemente con sfide e con la possibilità di osare e non sono sicuri
quando devono trattenersi dal fare una cosa. Hanno bisogno di essere aiutati a distinguere tra l'
accettare di osare, anche con temerarietà, e l'eccessiva paura e ansietà che impedisce loro di fare una
sana esperienza del mondo.
PIANO DI DISCUSSIONE. Che significa "avere un bel coraggio"?
1.
"Avere un bel coraggio" significa essere eroici?
2.
La parola coraggio deriva da "cuore". "Avere un bel coraggio" significa allora che hai un cuore più
grande degli altri?
3.
"Avere un bel coraggio" significa essere una persona "di cuore"?
4.
"Avere un bel coraggio" significa non curarsi degli altri?
5.
"Avere un bel coraggio" significa non curarsi di cosa gli altri pensano di te?
6.
Cosa pensi che significa "avere un bel coraggio"?
ESERCIZIO. "Avere un bel coraggio"
Dite se pensate che queste persone abbiano "un bel coraggio" oppure no.
Ha un bel coraggio
Non ha un bel
coraggio
?
Paolo chiede al suo maestro se sua
moglie lavora.
❑
❑
❑
La mamma di Giulia le chiede se ha
avuto una buona giornata a scuola.
❑
❑
❑
Diana si presenta a casa della sua amica
senza essere stata invitata.
❑
❑
❑
4.
La signora Rossi toglie le erbacce dal
giardino del vicino.
❑
❑
❑
5.
Francesca compra una maglietta al suo
nuovo ragazzo.
❑
❑
❑
1.
2.
3.
IDEA GUIDA 3.1.3. Distinzioni
I due atti di pensiero più importanti in filosofia corrispondono alle due principali abilità di base nei
processi cognitivi: dire in che modo le cose sono simili o differenti.
Quando notiamo le differenze, quando possiamo distinguere le cose, diciamo appunto che
distinguiamo o che facciamo distinzioni. Alcune forme comuni di distinzione possono essere esemplificate
da frasi come: "I leoni non sono tigri", "Alcuni cani non sono marroni", "Una casa non è un cavallo",
"Nessun gatto è un pesce".
Non c'è bisogno di dire che la distinzione è fondamentale in tutti i tipi di indagine. La classificazione,
la misurazione così come altre abilità cognitive di base, si fondano su di essa. Gli artisti ne fanno uso per
fare sensibili discriminazioni - di colori, parole, toni e tessuti. I professionisti la utilizzano nel formulare
giudizi pratici dove la più sottile differenza può essere della massima importanza.
Per i bambini è particolarmente importante essere in grado di scoprire differenze tra cose che
altrimenti sembrerebbero uguali. Gli insegnanti hanno bisogno di coltivare nei bambini non solo le più
96
ovvie forme di osservazione dei fenomeni più vistosi in natura, ma anche quelle che sono state definite
"petites perceptions", le quali contribuiscono a costruire osservazioni più ampie. Non saremmo in grado
di ascoltare il fragore del mare, stando sulla spiaggia, se non percepissimo gli innumerevoli suoni delle
onde che si infrangono e dell'acqua che si ritira dalla battigia.
ESERCIZIO. Percepire le differenze
In che modo queste due cose sono diverse?
1.
Due mele.
2.
Due mele Melinda.
3.
Due metà della stessa mela.
4.
Due bocconi della stessa metà.
5.
Due masticature dello stesso boccone.
ESERCIZIO. Differenze
In che modo queste due cose possono essere diverse?
1.
Due pensieri.
2.
Due pensieri sulla stessa cosa.
3.
Lo stesso pensiero su due cose diverse.
4.
Un pensiero e un ricordo.
5.
Un pensiero e un sogno.
ESERCIZIO. Non essere un albero
In che modo le cose seguenti non sono come un albero?
1.
Una persona.
2.
Un gatto.
3.
Un fiore.
4.
Un cespuglio.
5.
Un altro albero.
ESERCIZIO. Non essere un dipinto
In che modo queste cose non sono come un dipinto?
1.
Il modo in cui è il mondo realmente.
2.
Cosa vedi.
3.
Un fotografo.
4.
I tuoi pensieri.
5.
Un sogno.
97
ESERCIZIO. Dire le differenze
Chi può dire la differenza tra:
1.
Un gatto e un cane.
2.
Un alluce e un dito.
3.
Un topo e un ratto.
4.
Panna e latte.
5.
Acqua e pioggia.
6.
Tempo e vita.
7.
Pensieri e sentimenti.
8.
Un insegnante e uno studente.
ESERCIZIO. Vedere differenze in cose che sono simili
Per l'insegnante
A.
Portate in classe le seguenti cose e chiedete agli studenti di esaminarle e di identificare in che
modo/modi sono diverse.
a.
B.
Due uova.
b.
Due fotografie della stessa persona.
c.
Due paia di occhiali.
d.
Due fiori della stessa pianta.
e.
Due quotidiani (stessa testata, stessa data).
Trovate in aula cose che possono essere distinte, come:
a.
Due impannate della stessa finestra.
b.
Due matite.
c.
Due graffette.
c.
Due pennarelli dello stesso colore.
d.
Due banchi.
IDEA GUIDA 3.1.4. Dire
La parola "dire" ha diversi significati importanti ma molto diversi. Può essere usata come sinonimo di
esprimere o raccontare: noi diciamo storie. Può essere usata come un indicatore di distinzione "dire la
differenza". E può essere usato come una indicazione di percezione o annotazione: "Non mi dice nulla".
In aggiunta a ciò, è un frequente indicatore di richiesta o comando. "Dimmi con chi ha mangiato
Riccioli d'oro". Nel passaggio in questo episodio, Elfie usa dire prima nel senso di riferire e poi nel senso
di dire in che modo due cose sono diverse .
ESERCIZIO. Dire
Che cosa significa la parola dire in ciascuna delle frasi seguenti?
1.
Gioia ha detto a sua sorella: "Dimmi una storia sugli gnomi".
2.
Franco ha detto a suo fratello: "Non ti dirò tutti i miei segreti!".
3.
Gianna ha detto a sua madre: "Non riesco a dire la differenza tra mele e patate".
98
4.
L'insegnante ha detto alla classe: "Chi sa dirmi l'ora?".
5.
L'insegnante ha detto alla classe: "Chi può dirmi che giorno è oggi?".
6.
La classe ha detto all'insegnante: "Oh, abbiamo proprio da dirti qualcosa..!"
IDEA GUIDA 3.1.5. Non come
Cose che non sono simili sono differenti. Il nostro linguaggio è abbastanza chiaro riguardo questo
punto. Ma le cose che sono simili, sono le stesse? Questo è problematico. C'è una differenza tra
somiglianza ed identità. Due cose possono essere simili nel fatto che si somigliano l'un l' altra ma non
vuol dire che siano le stesse.
Alcune cose possono essere diverse in un aspetto o in molti aspetti ma è difficile dire se ci sono due
cose che non hanno niente in comune e o che non si somigliano in nessun aspetto. Spesso diciamo: "In
che modo queste due cose (come mele e pere) sono diverse?" e ci dimentichiamo che sono diverse in
molti, molti modi e non uno soltanto.
PIANO DI DISCUSSIONE. Non come
1.
Se le arance non sono come i pennarelli, significa che sono completamente differenti?
2.
Se le scimmie non sono come le persone, significa che sono completamente diverse?
3.
Se il sedano non è come la lattuga, significa che sono completamente diversi?
4.
Se i topi e i ratti sono diversi ci possono essere ancora modi in cui sono sim ili?
5.
Se un elefante ed uno scarafaggio potessero parlare la stessa lingua, in quali modi si direbbero
simili ed in quali diversi?
IDEA GUIDA 3.1.6. Buone distinzioni
Si possono intendere molte cose con la frase: "Una buona distinzione". Una può essere che essa
riveli una differenza che non era stata individuata, o che normalmente non viene individuata in quanto le
cose in questione appaiono molto simili.
Un'altra cosa che si può intendere chiamando una distinzione buona è che essa è utile e significativa.
In questo senso, una distinzione è buona se aiuta a risolvere un problema con cui ci troviamo a
confrontarci o se ci fornisce un significato che prima ci mancava.
D'altro canto, una distinzione può essere così drastica da creare più problemi di quanti ne risolva.
"Tutte le leggi sono giuste" nota Cicerone. Quando gli sono indicati alcuni esempi di legislazione così
evidentemente ingiusti egli ricorre ad una distinzione: "Quelle non sono leggi, sono solo decreti". Ma
questa è una buona distinzione? Non fa nulla per risolvere il problema. A volte ci riferiamo a questo tipo
di distinzioni come ad una "antipatica distinzione" in quanto causa dissenso più che produrre
chiarificazione.
Infine, una distinzione può definirsi buona poiché richiama l'attenzione su cose che sembrano essere
diverse per tipologia naturale e non per convenzione. I mammiferi e gli insetti sembrano essere
naturalmente differenti, ma leaders e gregari possono essere diversi solo in termini di certe convenzioni
sociali e culturali.
99
ESERCIZIO. Quand'è che una distinzione è buona?
Buona distinzione
Distinzione non
buona
?
Le differenze tra:
1.
Genitori e figli.
❑
❑
❑
2.
Macchine ed automobili.
❑
❑
❑
3.
Insetti e maggiolini.
❑
❑
❑
4.
Il sole e la luna.
❑
❑
❑
5.
Vetro e finestre.
❑
❑
❑
6.
Luci intermittenti e batterie.
❑
❑
❑
7.
Strade e ponti.
❑
❑
❑
8.
Cuori e nasi.
❑
❑
❑
9.
Cuccioli e cani giovani.
❑
❑
❑
❑
❑
❑
10. Rosso e non rosso.
ESERCIZIO. Buone distinzioni
Quale pensi sia il modo migliore per spiegare la differenza tra un letto e il pavimento?
1.
Dormi sul letto ma non sul pavimento.
2.
Il letto è soffice. Il pavimento è duro.
3.
Il letto è rigonfio, il pavimento è piatto.
4.
Il pavimento termina contro il muro ma il letto non necessariamente.
5.
Il letto fa parte del mobilio, il pavimento no.
6.
Il letto è dentro la casa ma il pavimento è parte della casa.
7.
Una casa non sarebbe una casa senza pavimento ma sarebbe ancora una casa senza letto.
8.
Un letto può appoggiarsi sul pavimento ma il pavimento non può appoggiarsi sul letto.
ESERCIZIO. Buone distinzioni
Parte prima
Quali sono le differenze tra:
1.
Un ragazzo e una ragazza.
2.
Due ragazzi.
3.
Due ragazze.
(Fate tre liste delle risposte dei bambini alla lavagna).
Parte seconda
Comparate le liste.
1.
Ci sono delle differenze che ricorrono solo in una lista?
2.
Quale pensi sia il modo migliore per spiegare le differenze tra un ragazzo e una ragazza?
(Nota per l'insegnante: qui sono rilevanti le differenze che ricorrono solo nella lista ragazzo/ragazza).
100
SECONDO EPISODIO
IDEA GUIDA 3.2.1. Frigorifero
Gran parte dei bambini tendono a dare i frigoriferi per scontati perché sono dotazione comune di ogni
casa. Non sembra strano per loro chi un una casa vi sia un luogo freddo dove si tiene il cibo in modo che
non si deteriori velocemente così come c'è un altro posto, la cucina, dove il cibo può essere riscaldato.
Nello studio delle origini della famiglia si deve tenere conto di queste funzioni: il fuoco e la terra come
antenati della cucina e la ghiacciaia o i torrenti montani come il luogo per tenere il cibo in fresco. Così si
possono considerare i frigoriferi in una prospettiva storica, cercando di individuarne gli antenati ed i
precursori.
Si possono anche considerare il frigoriferi in modo funzionale: come funzionano? Come trasformano
il caldo in freddo?
Il frigorifero può anche essere studiato tenendo conto delle sue relazioni con i vari membri della
famiglia: come tante di queste intersezioni siano così interconnesse ed intrecciate ai contenuti del
frigorifero. E poi vi è la relazione tra il frigorifero ed il cibo che contiene.
ESERCIZIO. Racconta la storia del tuo frigorifero
Qual' è la storia del tuo frigorifero? Se potesse parlare, cosa direbbe? Dove e come è stato costruito?
Da dove veniva prima di arrivare a casa vostra? Come ci si sente ad essere sempre freddi dentro? Come
ci si sente a conservare il cibo? Non gli piacerebbe avere le ruote e correre sull'autostrada? Non gli
piacerebbe mostrare immagini, come un televisore? Non preferirebbe essere caldo, dentro, come un
forno? Ha un nome? Ha una famiglia? Ti piacerebbe essere un frigorifero? Ti piacerebbe fare a cambio
con lui?
IDEA GUIDA 3.2.2. Scoiattoli*
Gli scoiattoli sono animaletti simpatici ai bambini. Li incontrano spesso nei racconti di “Topolino”,
dove Cip e Ciop ne fanno di tutti i colori, facendo impazzire il povero Paperino. Come i piccioni, gli
scoiattoli riescono anche a vivere in città (come accade in America o a Paperopoli...) senza
necessariamente farsi addomesticare: si adattano alla vita urbana conservando le loro naturali modalità
di vita familiare (al contrario, i conigli non sarebbero in grado di sopravvivere da soli nelle città ma i gatti,
facendosi addomesticare, possono sopravvivere bene come membri marginali della famiglie umane).
ESERCIZIO. Disegna uno scoiattolo e racconta la sua storia
Racconta come ci si sente ad essere un piccolo scoiattolo che è cresciuto nella foresta e cosa dice
questo scoiattolo ad un altro scoiattolo di città che è venuto a fargli visita. puoi chiamare la tua storia:
"Lo scoiattolo di campagna e lo scoiattolo di città".
ESERCIZIO. Paragonare gli scoiattoli ad altre creature
1.
Chi ha le orecchie più lunghe, gli scoiattoli o i conigli?
2.
Chi ha la coda più folta gli scoiattoli o i ratti?
101
3.
Chi ha i denti più aguzzi, gli scoiattoli o i polli?
4.
Chi si può arrampicare meglio sugli alberi, gli scoiattoli o i cani?
5.
A chi piacciono di più le noci, agli scoiattoli o ai piccioni?
6.
Chi ha gli artigli più affilati, gli scoiattoli o le aquile?
7.
A chi piacciono di più i bambini, agli scoiattoli o ai gatti?
IDEA GUIDA 3.2.3. Gemelli
Le nascite multiple sono probabilmente la regola nel mondo animale: una figliata di cuccioli non è
una novità. Ma tra gli esseri umani le nascite multiple sono eccezionali e i tipi che si incontrano più
frequentemente sono i gemelli. I gemelli, certamente, possono essere identici e non identici. A volte non si
somigliano quasi, a volte invece non si riescono a distinguere l'uno dall'altro. Negli Stati Uniti si ha un
parto gemellare ogni 86 nascite e di questi circa un quarto sono gemelli identici.
PIANO DI DISCUSSIONE. Gemelli
1.
Se due bambini si vestono sempre in modo uguale, significa che sono gemelli?
2.
Se due bambini pensano sempre in modo uguale, significa che sono gemelli?
3.
Se due bambini fossero nati nello stesso ospedale allo stessa ora, questo li renderebbe gemelli?
4.
Un edificio può avere torri gemelle?
5.
I gattini possono essere gemelli?
6.
Le biciclette possono essere gemelle?
7.
I gemelli possono essere amici?
8.
Ci possono essere due gemelli che sono un maschio e una femmina?
9.
Ci possono essere due gemelli che sono uno un bambino ed un altro un adulto?
10. Quando guardi nello specchio, vedi il tuo gemello?
IDEA GUIDA 3.2.4. Somigliarsi
Non tutti i gemelli si somigliano, e non tutte le cose che si somigliano sono gemelle. I bambini
possono trarre vantaggio dalla discussione di questi temi perché hanno bisogno di chiarezza riguardo la
differenza tra identità e somiglianza. Quando due cose sono identiche, si somigliano così tanto che non
possiamo distinguerle. Quando due cose si somigliano, presumibilmente la somiglianza è forte, ma non
c'è identità.
I bambini usano molto spesso la parola "come" poiché il loro modo di comprendere qualcosa di poco
familiare è di paragonarlo a qualcosa di familiare. "È come..." diranno, ed il paragone che ne deriva ha la
forma di un' illuminante similitudine.
PIANO DI DISCUSSIONE. Cose che si somigliano
1.
Due cose possono somigliarsi, anche se una è molto grande e l'altra molto piccola?
2.
Due cose possono somigliarsi anche se non puoi distinguerle?
3.
Una cosa può somigliare a se stessa?
4.
Le persone sembrano diverse da un giorno all'altro?
5.
Se c'è qualcosa che non puoi vedere, come l'aria, significa che sembra sempre la stessa?
102
ESERCIZIO. Somiglianze
Quali delle cose seguenti si somigliano?
1.
Le tue due ginocchia.
2.
Le tue due scarpe.
3.
I tuoi due occhi.
4.
I lati destro e sinistro della tua faccia.
5.
La tua mano destra e la tua mano sinistra.
ESERCIZIO. Le scarpe
Sì
No
?
1.
Se hai un paio di scarpe, si somigliano?
❑
❑
❑
2.
Se hai un paio di scarpe, si somigliano più
l'una con l'altra o con un altro paio di scarpe?
❑
❑
❑
3.
Se hai un paio di scarpe, la scarpa sinistra
somiglia a quella destra?
❑
❑
❑
4.
Se hai due paia di scarpe, le due scarpe
sinistre si somigliano e le due scarpe destre
si somigliano?
❑
❑
❑
5.
Se una scarpa combacia con l'altra significa
che sono della stessa taglia?
❑
❑
❑
Se una scarpa combacia con l'altra, significa
che sono per lo stesso piede?
❑
❑
❑
Se una scarpa combacia con l'altra, significa
che sono dello stesso colore?
❑
❑
❑
6.
7.
ESERCIZIO. Esattamente simili
Assegno per casa. Chiedete ai bambini di prendere dalle loro case e di portare a scuola le seguenti
paia di cose:
1.
Due cose che appaiono alla vista esattamente simili.
2.
Due cose che hanno il suono esattamente simile.
3.
Due cose che hanno il sapore esattamente simile.
4.
Due cose che al tatto sono esattamente simili.
5.
Due cose che sono esattamente simili.
Trovate un posto in aula dove i bambini possano collocare le cose ciascuna nel suo mucchio. Dopo
una settimana, discutete con i bambini delle differenti paia di cose per vedere in quale categoria si
collocano meglio.
IDEA GUIDA 3.2.5. Pony
Un pony è un tipo di cavallo. Generalmente è più piccolo dei più comuni tipi di cavallo. Di
conseguenza molte persone confondono i pony con i cuccioli di cavallo. Ma un cucciolo di cavallo
(maschio) è un puledro, e un cucciolo di cavallo (femmina) è una puledra.
103
ESERCIZIO. Piccolo e giovane
Completa queste affermazioni.
1.
Un pony è un piccolo...............................................................………………....................................
2.
Un pony potrebbe essere vecchio ed ancora essere (più piccolo di un cavallo), (grande come un
cavallo).
3.
Un giovane cavallo maschio è un...........................................................………………......................
4.
Una giovane cavalla femmina è una....................................................………………….....................
5.
Un giovane pony è più piccolo di un giovane (scoiattolo), (cane), (cavallo)
ESERCIZIO. Più giovane
Le seguenti affermazioni sono vere, false o non si può dire?
Vero
Falso
Non si può dire
1. Un topo è un ratto giovane.
❑
❑
❑
2. Un gatto è un leone giovane.
❑
❑
❑
3. Un gufetto è un gufo giovane.
❑
❑
❑
4. Un pulcino è una pulce maschio giovane.
❑
❑
❑
5. Il figlio di un basso e di un otto è un bassotto.
❑
❑
❑
6. Una balena giovane è una vitella.
❑
❑
❑
IDEA GUIDA. 3.2.6. Anatra
Le anatre sono uccelli che vivono sull'acqua e sono parenti delle oche e dei cigni. Tecnicamente, solo
la femmina è un'anatra, ma ciò porterebbe ad un complicato sistema di nomenclatura. Sarebbe meglio
se il maschio e la femmina di una specie avessero nomi diversi da quello della specie stessa. Ma le cose
stanno così e così i bambini le devono imparare.
ESERCIZIO. Tipi di creature e maschi e femmine di ogni tipo
Per ogni tipo di creatura indicato sotto, qual è il nome del maschio o della femmina (o viceversa)?
Tipo di creatura
Maschio
Femmina
1. GATTO
2. POLLO
GALLO
3.
MONTONE
4.
PECORA
ANATRA
IDEA GUIDA 3.2.7. Ancora buone distinzioni
Quando raggruppiamo una serie di cose qui ed un'altra lì siamo consapevoli che sono differenti, ma
potremmo non conoscere il fondamento della differenza. Quello appare con la classificazione: nel
104
classificare, possiamo raggruppare le cose in diverse serie, possiamo affermare quello che stiamo
facendo e, se ce n'è bisogno, possiamo esplicitare la base logica della classificazione.
Allo stesso modo accade per le distinzioni. Possiamo distinguere due cose o due serie di cose e
questo va alla pari con il raggruppare: possiamo essere incapaci di esprimere la ragione della nostra
azione. Essere in grado di fare una distinzione, comunque, significa essere in grado di distinguere cose
che sono diverse e di affermare la differenza (ad esempio "nessun quadrato è un cerchio", oppure "alcuni
cani non sono marroni").
Ora, una buona distinzione è quella in cui siamo capaci di distinguere una cosa o una serie di cose
dall'altra, siamo capaci di esprimerlo linguisticamente e siamo capaci di dare una ragione forte per
quanto abbiamo così affermato (per esempio: "I quadrati sono diversi dai cerchi perché i quadrati hanno
gli angoli ed i cerchi no").
ESERCIZIO. Fare distinzioni
Coinvolgete i vostri alunni in un'attività articolata in tre momenti.
1.
Distinguere paia di cose che sono differenti.
2.
Affermare verbalmente la distinzione ( ad esempio: "I pennarelli blu non sono pennarelli rossi").
3.
Dare una ragione per ogni distinzione (ad esempio: "I pennarelli rossi non sono pennarelli blu
perché rosso e blu sono colori diversi”).
Potete scegliere:
2 libri
2 persone nella stanza
2 giochi
2 porte
2 lavagne
2 pezzi di gesso
2 banchi
2 fogli di carta
ESERCIZIO. Distinzioni buone e cattive
Siete d'accordo o non con queste frasi?
D'accordo
Non d'accordo
?
1.
Un buon modo per distinguere un gatto da un
cane è dal nome che i padroni hanno dato loro.
❑
❑
❑
2.
Un buon modo di distinguere un gatto da un topo
è dal rumore che fanno.
❑
❑
❑
Il modo migliore per distinguere un coniglio da
un cane è la taglia delle loro orecchie.
❑
❑
❑
Un modo cattivo per distinguere un ragazzo da
una ragazza è da i vestiti che indossano.
❑
❑
❑
5.
Un modo cattivo per distinguere un ragazzo da
una ragazza è dai loro nomi.
❑
❑
❑
6.
Un modo cattivo per distinguere un ragazzo da
una ragazza è dal modo in cui parlano.
❑
❑
❑
3.
4.
105
TERZO EPISODIO
IDEA GUIDA 3.3.1. Aiutare
A gran parte dei bambini piace dare aiuto. Sono contenti di essere "una parte dell'azione" e importa
poco che ciò implichi "lavoro". In questo modo giungono a godere degli aspetti produttivi o creativi del
lavoro, sebbene all'inizio l'abbiano intrapreso per i suoi aspetti sociali, per l'opportunità che ha dato loro
di aiutare.
I bambini considerati pigri sono spesso quelli che hanno imparato a scansare il lavoro e potrebbero
sfuggirlo perché non ne hanno mai ricavato la soddisfazione sociale che altri invece ne hanno ottenuto.
Così, lasciare che i bambini diano aiuto quando chiedono di farlo soddisfa il loro "istinto di produzione",
come lo chiama Veblen, ed il loro bisogno di partecipazione comunitaria.
PIANO DI DISCUSSIONE. Aiutare gli altri
1.
Puoi aiutare qualcuno e non saperlo?
2.
Qualcuno può aiutare te senza saperlo?
3.
Se pensi di stare aiutando qualcuno, significa che lo stai facendo veramente?
4.
Qualcuno potrebbe dire di starti aiutando mentre tu pensi che non è così?
5.
Se qualcuno ti aiuta, gli devi qualcosa?
ESERCIZIO. Aiutare gli altri
Ecco una lista di cose che fanno i bambini:
– imparare a scrivere le parole
– imparare a pronunciare le parole
– mettere in ordine i loro banchi
– stare in piedi sulla testa
– dire cosa stanno pensando (esprimere pensieri)
Chiedete ai bambini di formare delle coppie. Ogni coppia sceglie una delle attività da questa lista e
poi dimostra al resto della classe come una persona può aiutare un'altra a fare queste cose (nota per
l'insegnante: se nessuno sceglie l'ultima cosa sulla lista scegliete diverse coppie di bambini per mostrare
come si fa).
IDEA GUIDA 3.3.2. Fare cavalluccio
Fare cavalluccio è una cosa che piace molto ai bambini per una varietà di ragioni: il rimbalzare, il
senso di sostegno e sicurezza offerto dalla vicinanza dei genitori, l'opportunità di fantasticare e di
immaginarsi di andare a cavallo e così via.
Più tardi, avvicinandosi all' adolescenza, i bambini possono fare giochi in cui uno fa il cavallo e l'altro
il cavaliere e si possono addirittura organizzare tornei in cui un cavaliere deve disarcionare l'altro. Ma
sicuramente, fare cavalluccio è un'attività che ha radici nell'antichissimo passato, quando gli adulti
portavano sulle spalle i bambini nell' attraversare i fiumi, durante viaggi nomadi o nel lavoro dei campi.
Questa pratica deve evocare un profondo senso di continuità con le tradizioni ancestrali e dà al bambino
106
una consapevolezza fisica dell'appartenenza ad un nucleo familiare, dove uno si sente a casa, che ha
origine proprio di qui.
ESERCIZIO. Raccontare di andare a cavalluccio
1.
Raccontaci una storia vera di una volta che sei andato a cavalluccio.
2.
Inventa una storia di qualcuno che va a cavalluccio.
3.
In che modo le due storie sono simili ed in che modo sono diverse?
IDEA GUIDA 3.3.3. Essere il/la migliore
La nozione che è importante essere il/la migliore in una cosa è probabilmente qualcosa che i bambini
imparano degli adulti. Non è che non siano consapevoli che alcuni di loro scrivono meglio degli altri,
danzano meglio degli altri, inventano storie, nuotano o fanno la ruota meglio degli altri. Possono anche
identificare quelli che sono "i migliori" nel fare queste cose e nondimeno possono non sentire che essere
i migliori sia così importante. Sono i sistemi adulti di ricompensa e punizione, di apprezzamento e critica
che inducono i bambini a pensare che essere i migliori in questa o quella attività sia importante.
Ci sono, certamente, persone che avvertono la necessità impellente di diventare "i migliori del
mondo" in qualcosa, non importa se frivola o banale: il Libro del Guinness dei Primati ne è pieno. Ma se
si deve incoraggiare i bambini ad essere i migliori in qualcosa allora quel qualcosa deve essere
significativo, non privo di significato. D'altro canto, se i bambini possono essere aiutati nell'identificare e
nell'eseguire attività significative allora diventa meno pressante che diventino i migliori in queste attività.
Fare qualcosa di valido e farlo in modo dignitoso può essere molto più importante dell'eseguire un
compito assolutamente insignificante meglio di chiunque altro al mondo.
PIANO DI DISCUSSIONE. Essere il/la migliore
1.
Una persona può essere brava in un sacco di cose ma non essere la migliore in nulla?
2.
È meglio essere i migliori in qualcosa e non bravi in altre cose o essere bravi in molte cose ma non
essere i migliori in niente?
3.
Ci sono cose in cui tutti possono essere bravi?
4.
Ci sono cose in cui tutti possono essere i migliori?
5.
Ci sono cose in cui a nessuno piacerebbe essere bravo?
PIANO DI DISCUSSIONE. Cosa significa essere i migliori?
1.
Se una persona è la migliore nella divisione in sillabe, significa che è anche la migliore nel
disegno?
2.
Se una persona è la migliore, significa che non può sbagliare nulla?
3.
Se una persona è la migliore adesso, significa che sarà la migliore anche in futuro?
4.
È la cosa migliore essere i migliori?
ESERCIZIO. Scegliere la cosa migliore
Se ci fossero molti bambini che fanno le seguenti cose, come potreste individuare chi è stato il
migliore? Per esempio, potreste decidere che in una gara di tabelline la persona che non ha sbagliato
107
nemmeno una volta è la vincitrice. Comunque, qualcun altro potrebbe invece dire che la persona che ha
migliorato di più rispetto alla gara precedente dovrebbe essere considerata la migliore. Vedete di
decidere, come classe, chi considerereste il/la migliore in ciascuno dei casi seguenti:
– 1. una gara in cui si raccontano storie
– 2. una gara di cucina
– 3. una gara di danza
– 4. una gara di pittura
– 5. una gara di espressione verbale
– 6 una gara di pensiero
– 7. una gara di far finta
IDEA GUIDA 3.3.4. Televisione
La moderna tecnologia ha reso possibili molte cose che solo qualche anno fa sarebbero sembrate
incredibili: telefoni, radio, aeroplani, televisione, ci sono tutti così familiari che li diamo ormai per scontati
e ci è difficile individuare nulla di particolarmente notevole in essi.
Eppure, se filosofare significa guardare in modo nuovo le cose che generalmente sono date per
scontate, dovremmo certamente guardare la televisione in modo nuovo ed aiutare i bambini a farlo.
Come è possibile che qualcosa che accade in una parte del mondo sia chiaramente visibile in un'altra ?
Come è possibile che qualcosa che accade in una stanza a migliaia di chilometri di distanza appaia a
colori nel nostro salotto proprio come se stesse accadendo proprio lì?
Certamente per poter discutere la questione con competenza i bambini devono sapere qualcosa su
come funziona la televisione, ma devono anche essere capaci di fare altre distinzioni fondamentali. Per
esempio, devono essere capaci di dire la differenza tra il modo in cui gli attori sono nello studio ed il
modo in cui appaiono sullo schermo televisivo: in altre parole, di distinguere tra Apparenza e Realtà. E
devono essere in grado di distinguere tra una serie di attori in studio e le moltissime apparizioni di quegli
attori nelle televisioni di tutto il paese: in altre parole, a distinguere tra Uno e Molti. Inoltre, dovrebbero
essere capaci di distinguere tra gli attori vivi e sempre mutevoli nello studio e le pellicole immutabili di
quegli attori: in altre parole, a distinguere tra Permanenza e Cambiamento.
PIANO DI DISCUSSIONE. La televisione
A.
1. Quando guardi la televisione, gli attori sono veramente nel tuo soggiorno o sembra solo che lo
siano?
2. Quando guardi la luna, è realmente nel cielo o sembra solo esserci?
3. Quando guardi la televisione, vedi gli attori in carne ed ossa o solo un'immagine di quegli attori?
4. Quando guardi la luna, vedi proprio la luna o solo un'immagine della luna nella tua mente?
5. La tua mente è come un televisore?
B.
1. Se molte persone nella tua città stanno guardando lo stesso programma televisivo della sera e
stanno tutti guardando un attore, significa che questo attore è in molte stanze diverse allo
stesso tempo?
2. Significa che un' immagine dell'attore è in molte stanze diverse allo stesso tempo?
3. Come è possibile che un'immagine sia in molte stanze allo stesso tempo?
C.
1. Supponiamo che stiate guardando un programma televisivo che danno una volta alla settimana.
È una serie. Gli attori della serie sono gli stessi, settimana dopo settimana?
2. Supponiamo che vediate un film per la seconda o la terza volta. Gli attori del film sono gi stessi
attori?
3. Quali attori cambiano di più, gli attori del film o gli attori della serie?
108
IDEA GUIDA 3.3.5. Non sapere di cosa si sta parlando
Fallimenti o interruzioni nella comunicazione si verificano facilmente tra adulti e bambini. Gli adulti
spesso si esprimono con parole ed idiomi che non sono familiari ai bambini e spesso i bambini non
riescono a trovare le parole per esprimere quello che vorrebbero dire. In queste circostanze, i bambini si
adattano, cercando di imparare nuove parole e nuove espressioni idiomatiche. Come dovrebbero reagire
gli adulti? Presumibilmente, rivedendo quello che hanno detto e cercando di trovare modi di esprimersi
più comprensibili per i bambini.
Due cose ci sorprendono sempre: il fatto che i bambini comprendono molto di più di quanto diciamo
non intendendo che lo capiscano e quanto poco riescono a comprendere quando pensiamo di essere
chiari ed intelligibili.
ESERCIZIO. Non so di cosa state parlando
In ciascuna delle seguenti conversazioni, cosa potrebbe dire Silvia a Susanna per aiutarla?
1.
Silvia: "Non penso che una persona vera in televisione sia veramente com'è una persona vera".
Susanna: "Non so di che cosa stai parlando".
Cosa potrebbe dire Silvia per spiegare ciò che intende dire?
2.
Silvia: “Credo che le persone dovrebbero tentare di migliorare le loro vite prima di cercare di
migliorare quelle degli altri".
Susanna: "Non so di che cosa stai parlando".
Cosa potrebbe replicare Silvia?
3.
Silvia: "Penso che qualsiasi albero reale sia sempre più bello del dipinto di un albero".
Susanna: "Non so di che cosa stai parlando".
Cosa potrebbe dire Silvia per aiutare Susanna a comprendere ciò che intende?
4.
Silvia: "Non mi ricordo cosa stavo pensando".
Susanna: "Non so di che cosa stai parlando".
Cosa può dire Silvia a Susanna?
Susanna: "Non so di che cosa stai parlando".
Cosa potrebbe dire Silvia a Susanna?
5.
Silvia: "Non so come lo conosco".
Susanna: "Non so di che cosa stai parlando".
Cosa potrebbe dire Silvia a Susanna?
ESERCIZIO. Di che cosa parla Sandro?
Pensi che Giulio sappia di che cosa sta parlando Sandro?
1.
Sandro: "Non mi è rimasto più gelato. Vado al negozio a prenderne un po'".
Giulio: "Sì. Più ne hai più ne vuoi!".
2.
Sandro: "Giulio, sei pronto per andare al cinema?”.
Giulio: "Si" (se ne va a letto).
3.
Sandro: "Lo sapevi che una frase deve incominciare con una lettera maiuscola e finire con un
punto?".
Giulio: "Lo so, ma da qualsiasi parte possono durare tra un giorno e il resto della tua vita".
4.
Sandro: "Mi sento sempre male quando mia madre si arrabbia con me".
Giulio: "È lo stesso per me. Finisce sempre che scoppio a piangere".
109
5.
Sandro:"Pensi che la vita sia la stessa per tutti?".
Giulio: "Si, tutti nascono e poi muoiono".
IDEA GUIDA 3.3.6. Tentare
Diamo grande enfasi alla differenza tra riuscire e fallire o sulla differenza tra vincere o perdere. In
qualche modo prestiamo meno attenzione alla differenza tra tentare e non tentare. E ne prestiamo
ancora meno alla possibilità di sviluppare tra i bambini la disposizione al tentare, che è ugualmente
importante della disposizione ad interrogarsi, a ricercare, ad esplorare e a ragionare.
Spesso, i bambini rinunciano piuttosto che continuare a tentare, ma non hanno l'incoraggiamento di
cui hanno bisogno. Alcuni bambini hanno difficoltà nell'imparare a leggere, o a scrivere, o a fare le
moltiplicazioni o le divisioni. Il peso dei successivi fallimenti nel tempo diventa cumulativo, la lotta
diventa troppo per loro. In questi casi accusiamo il bambino di non tentare più. Potremmo anche
accusare i responsabili della pianificazione curriculare di non tentare, o i professori di pedagogia di non
tentare più di insegnare agli insegnanti come incoraggiare i loro bambini a tentare.
Sviluppare nei bambini la disposizione a tentare richiede lo sviluppo di un ambiente che conduca alla
formazione di tale disposizione.
PIANO DI DISCUSSIONE. Tentare ed avere successo
1.
Qual è la differenza tra dipingere un muro e tentare di dipingere un muro?
2.
Potresti dire la differenza tra un muro dipinto da qualcuno che stava cercando di dipingerlo e
qualcuno che lo ha dipinto?
3.
Cosa preferiresti, fare bene qualcosa che hai tentato tanto di fare o fare bene qualcosa che hai
trovato facile?
4.
Quante volte tenteresti prima di rinunciare?
5.
Cosa pensi che significhi questo detto: "È meglio tentare e fallire che non tentare affatto". Sei
d'accordo?
ATTIVITA'. Tentare
Chiedete ai bambini di tentare di fare queste cose:
– allacciarsi un laccio con una mano sola
– scrivere il loro nome con le mani incrociate
– dire una frase al contrario
– toccarsi le orecchie con gli alluci.
E, a casa, chiedete loro di tentare di fare le seguenti cose:
– mangiare un panino sottosopra
– dormire nel letto al contrario
– andare a casa camminando all'indietro
– non parlare per un ora.
110
QUARTO EPISODIO
IDEA GUIDA 3.4.1. Fratelli
Se i tuoi genitori hanno un altro bambino, e quel bambino è un maschio, allora è tuo fratello. Così tuo
fratello è un figlio maschio che ha gli stessi genitori che hai tu .
Poiché tuo fratello è maschio, tua sorella non può essere tuo fratello.
Poiché tuo fratello è un bambino che ha i tuoi stessi genitori il tuo amico (che viene da una diversa
famiglia) non può essere tuo fratello.
ESERCIZIO. Quand'è che qualcuno è tuo fratello?
1.
Qualcuno può essere un neonato ed essere tuo fratello?
2.
Qualcuno può essere tuo fratello ma essere adulto?
3.
Qualcuno può essere tuo fratello ed essere anche il tuo insegnante?
4.
Qualcuno può essere tuo fratello ed essere anche tua sorella?
5.
Qualcuno può essere tuo fratello ed essere anche tuo amico?
6.
Qualcuno può essere tuo fratello e non vivere nella tua stessa casa?
7.
Qualcuno può essere tuo fratello ma non assomigliarti?
8.
Qualcuno può essere tuo fratello ma avere genitori diversi dai tuoi?
9.
Qualcuno può essere tuo fratello ma avere una coda come un gatto?
10. Qualcuno può essere tuo fratello ma non essere il fratello di tua sorella?
IDEA GUIDA 3.4.2. Fratelli, sorelle ed altri
I bambini hanno bisogno di opportunità per discutere con gli altri le varietà degli stili di vita e delle
condizioni di vita che esistono nelle società contemporanee. Discuterne con i loro compagni allarga la
loro comprensione di cosa sia possibile nella società contemporanea. Scopriranno dai loro pari che la
tradizionale famiglia nucleare è solo una delle molte combinazioni realizzabili ed una delle molte
opportunità per un ambiente domestico sano e felice. Vale a dire, si confronteranno con altri che vivono
con un solo genitore, o con patrigni o matrigne, parenti, amici della famiglia etc. Ciò che è importante è
che i bambini giungano a rendersi conto che a garantire la felicità non è tanto la composizione della
famiglia ma la qualità delle relazioni al suo interno. Per esempio, un bambino che è felice con un solo
genitore potrebbe, per certi aspetti, stare meglio di un bambino che sia infelice con due genitori che
litigano in continuazione. I bambini che sono contenti del loro ambiente domestico non dovrebbero
sentirsi a disagio perché la questo non è "normale", cioè non è una famiglia tradizionale. Attraverso la
discussione con i pari e il confronto con felici e possibili alternative si spera che possa esserci una
sempre maggior tolleranza per gli stili di vita scelti dagli altri.
PIANO DI DISCUSSIONE. Fratelli, sorelle ed altri
1.
Un fratello può essere una sorella?
2.
Una sorella può essere un'amica?
3.
Una sorella può essere una zia?
111
4.
Un genitore può essere uno straniero?
5.
Un nonno può essere un compagno di giochi?
IDEA GUIDA 3.4.3. Vampiri
Secondo la leggenda, ci sono creature che succhiano il sangue agli esseri umani dormienti. Queste
creature sono chiamate "vampiri" e Dracula ne è un famoso esempio. Ci sono anche pipistrelli di un
certo tipo che sono chiamati vampiri perché succhiano il sangue. Tutti i pipistrelli vampiri succhiano il
sangue, ma non tutte le cose che succhiano il sangue sono vampiri.
ESERCIZIO. Cose che succhiano il sangue
Sì
No
?
1.
Le zanzare succhiano il sangue?
❑
❑
❑
2.
Ci sono pipistrelli che succhiano il sangue?
❑
❑
❑
3.
Tutti i pipistrelli succhiano il sangue?
❑
❑
❑
4.
Dracula è un vampiro?
❑
❑
❑
5.
Dracula era reale o era solo il personaggio di una storia?
❑
❑
❑
6.
Dracula succhiava il sangue?
❑
❑
❑
7.
Le api succhiano il sangue?
❑
❑
❑
8.
I ratti succhiano il sangue?
❑
❑
❑
9.
Le pulci succhiano il sangue?
❑
❑
❑
❑
❑
❑
10. Le zecche succhiano il sangue?
IDEA GUIDA 3.4.4. Fingere di non sapere
Molte volte sappiamo qualcosa ma facciamo finta di non saperla. I bambini sospettano che
possediamo ogni tipo di conoscenza ma noi continuiamo a fingere di non averne, in modo da provocarli
ad essere più curiosi. Fingere di non sapere potrebbe dunque avere il suo posto nel processo educativo.
Per molte persone il metodo d'insegnamento socratico implica il fingere di non sapere. Ma Socrate
potrebbe rispondere che lui non stava per nulla fingendo: veramente non sapeva ciò che affermava di
non sapere.
Fingere di non sapere pone anche un problema etico: è un tipo di non verità, un tipo di disonestà? È
una domanda che si potrebbe benissimo fare ai bambini.
PIANO DI DISCUSSIONE. Far finta di non sapere
1.
Avete mai fatto finta che non sapevate qualcosa che in realtà sapevate?
2.
Avete mai fatto a qualcuno una domanda di cui già conoscevate la risposta?
3.
Cosa preferite, che vi venga fatta una domanda da qualcuno che già sa la risposta o da qualcuno
che non la sa?
4.
Quando fate una domanda, volete solo la risposta o volete contribuire a trovare la risposta?
5.
Far finta di non sapere potrebbe essere parte di un gioca chiamato : "Scoprire"?
112
PIANO DI DISCUSSIONE. Come se non lo sapesse!
1.
Potete fingere di non fare un gioco?
2.
Potete fingere di fare un gioco?
3.
Ci sono volte in cui fingete di essere seri ma in realtà non lo siete?
4.
Ci sono volte in cui pensate che i vostri genitori sono seri ma in realtà non lo sono?
5.
Ci sono altre volte in cui pensate che i vostri genitori non sono seri ma invece lo sono?
6.
Ci sono volte in cui i tuoi genitori fingono di non star giocando con te ma invece lo stanno facendo?
ESERCIZIO. Fingere di essere seri
Dite se pensate che queste cose sono esempi di "essere seri", "fingere di essere seri" o "fare un
gioco".
Seri
Fingere di
essere seri
Fare un
gioco
1.
Vostra madre si arrabbia perché mangiate con le dita.
❑
❑
❑
2.
Vi sedete al vostro tavolino, a casa, e leggete i fumetti.
❑
❑
❑
3.
Fate affondare ogni corn flake con una goccia di latte
nella vostra tazza.
❑
❑
❑
4.
Non parlate in classe.
❑
❑
❑
5.
State a letto con il mal di stomaco.
❑
❑
6.
Dite a vostra sorella: "Muori stecchita!".
❑
❑
❑
❏
IDEA GUIDA 3.4.5. Dire agli altri quello che vogliono
Quello che Carlo chiede ad Elfie di dire alla loro madre non è uno stratagemma poco comune per i
bambini che vogliono liberarsi per un po' dei propri fratelli o sorelle più piccoli. I più piccoli spesso
sentono di essere vittime di uno scherzo.
Ma il prendere il giro solleva una questione più seria per la riflessione : possiamo mai dire agli altri
quello che vogliono?
Possiamo discutere con loro su quello che dovrebbero volere, ma possiamo realmente svelare loro
ciò che di fatto vogliono? Se tu dici che vuoi i corn flakes, posso dirti che ti sbagli, che in realtà vuoi i
biscotti?
Se dici che vuoi leggere un fumetto, posso dirti che in realtà vuoi lavare i piatti?
Potresti dirmi che sai quello che vuoi meglio di quanto io non possa saperlo. Ma è possibile che tu sia
confuso riguardo ciò che vuoi e che io possa aiutarti ad arrivare diritto a ciò che realmente vuoi? Sono
tutte possibilità. Ciò non toglie che Carlo abbia detto ad Elfie di fare qualcosa di assurdo.
PIANO DI DISCUSSIONE. Puoi dire agli altri quello che vogliono?
1.
Puoi dire a te stesso/a ciò che tu vuoi?
2.
Puoi sapere cosa vuole un' altra persona?
3.
Sai sempre ciò che vuoi?
4.
Puoi dire agli altri ciò che vogliono?
5.
Nessuno ti ha mai detto ciò che vuoi? Eri d'accordo o no con loro?
113
PIANO DI DISCUSSIONE. Sai cosa vogliono gli altri?
Dite o no se siete d'accordo con quello che dice Gemma.
D'accordo
Non d'accordo
?
1.
Tommaso si sta arrampicando su un albero.
Gemma dice: "Vuoi arrivare al nido lassù".
❑
❑
❑
2.
Bruna presta le sue matite colorate a Gemma.
Gemma dice : "Vuoi che io ti sia amica".
❑
❑
❑
3.
L'insegnante sgrida Gemma per non aver fatto i
compiti. Gemma dice: "Vuoi ferirmi".
❑
❑
❑
4.
La mamma di Gemma non vuole fare uscire la
sua sorella più grande con Paolo. Gemma dice a
sua madre: "Non vuoi che Lucia si diverta".
❑
❑
❑
5.
Gemma vede suo padre andare a lavoro presto
e rientrare tardi. Gemma dice a suo padre: "Vuoi
fare un sacco di soldi".
❑
❑
❑
6.
Gemma vede sua madre che indossa un costume da bagno. Gemma le dice: "Vuoi andare a
mare".
❑
❑
❑
IDEA GUIDA 3.4.6. Sentirsi non desiderati
I bambini che hanno l'impressione di non essere desiderati si sentono inutili, superflui. Non hanno un
forte sentimento del proprio valore. Ciò che pensano di sé è per lo più ciò che credono gli altri pensino di
loro.
Sentirsi non desiderati è l'altra faccia della medaglia del pregiudizio. Nel pregiudizio non abbiamo una
visione denigrante degli altri, l'altra faccia della medaglia è il pregiudizio verso se stessi.
Le persone che hanno pregiudizi nei confronti degli altri vogliono liberarsene. Le persone che si
sentono non volute possono sentire di essere inutili e superflui in prima persona.
I bambini con un'opinione negativa di sé stessi sono inclini a divenire vittima di oppressione . È come
se stimolassero l' aggressività e l'asprezza degli altri. A maggior ragione, dunque, si dovrebbe rendere la
classe un luogo rassicurante in modo da operare un'azione preventiva contro il bullismo ed il pregiudizio.
ESERCIZIO. Se non mi vogliono, dovrei restare?
Cosa pensi che la parola dovrei significhi in questa frase?
"Se non mi vogliono, dovrei restare?"
1.
Significa fare quello che gli altri vogliono che tu faccia?
2.
Significa rendersi conto di ciò che tu vuoi fare?
3.
Significa rendersi conto di ciò che gli altri, i tuoi genitori, vogliono che tu faccia?
4.
Significa che c'è una cosa "giusta" da fare?
5.
Significa che devi chiedere a qualcun altro cosa fare?
ESERCIZIO. Scrivere del fatto di essere indesiderati
Questa è la storia di un bambino di sette anni chiamato Giulio. Suo padre lo portò al negozio di
giocattoli e gli disse di prendere un giocattolo. Ma non più di uno. Così Giulio scelse un giocattolo. Ma
114
poi si sentì molto male. Aveva scelto a discapito degli altri giocattoli, si disse. Non voleva rifiutarli, ma
era esattamente ciò che aveva fatto.
Li voleva tutti, ma poteva sceglierne solo uno. Gli altri giocattoli si sentirono indesiderati, e Giulio era
dispiaciuto per loro, ma non c'era nulla che potesse fare, pensò.
Ora , scrivete voi una storia su un giocattolo che nessuno voleva. Era sullo scaffale del negozio di
giocattoli e nessuno voleva comprarlo... Come si sentiva?
IDEA GUIDA 3.4.7. C'è niente che nessuno voglia?
Questa è un'opportunità per i bambini di distinguere tra cose che tutti vogliono, cose che quasi tutti
vogliono, cose che alcune persone vogliono, cose che solo pochissime persone vogliono e cose che
nessuno vuole. Inoltre, dopo aver identificato cose che appartengono a queste varie categorie, i bambini
in classe sanno dire perché pensano vi siano queste differenze di popolarità. Perché tutti vogliono il cibo
ma nessuno vuole soffrire? Perché alcune persone vogliono eccitazione e brividi ed altre no ?
Dopo aver indotto i bambini a capire come le persone differiscono in ciò che vogliono, potrete
esplorare perché potrebbe darsi che nessuno voglia una oca in particolare.
Potete anche indagare la possibilità dell'errore: la piccola oca era realmente indesiderata o pensava
solo di essere indesiderata? Le persone veramente non vogliono l'oca o dicono soltanto di non volerla?
Infine, potreste chiedere se all'oca piacerebbe veramente essere qualcosa che tutti vogliono. Non
sarebbe un po' pericoloso?
PIANO DI DISCUSSIONE. Una piccola oca che nessuno voleva
1.
Potete pensare a qualcosa che nessuno vuole?
2.
Potete pensare a qualcosa che tutti vogliono?
3.
Ci sono cose che vuole la maggioranza delle persone?
4.
Ci sono cose che solo poche persone vogliono?
5.
Ci sono cose che solo poche persone non vogliono?
PIANO DI DISCUSSIONE. Nessuno vuole
1.
Cosa succede alle cose che nessuno vuole?
2.
Qualcuno potrebbe volere qualcosa che nessuno vuole?
3.
Ci sono persone che nessuno vuole?
4.
Cosa succede alle persone che nessuno vuole?
5.
Potrebbe succedere che una persona pensi che nessuno la vuole, ma invece ci sono delle persone
che veramente la vogliono? Come può essere?
6.
Come fa una persona a sapere se è desiderata o no?
7.
Come si mostra a qualcuno che lo si vuole?
ESERCIZIO: Racconta una storia
Prima avete raccontato la storia di un giocattolo che nessuno voleva. Ora, potete raccontare la storia
di Elfie di un' oca che nessuno vuole?
Se vi fa piacere dire la vostra storia alla classe, potete anche raccontarla alla vostra famiglia quando
tornate a casa. Potrebbero essere molto interessati alla vostra storia.
115
CAPITOLO 4
PRIMO EPISODIO
IDEA GUIDA 4.1.1. Vestito, scarpe e cravatta marrone
Ecco tre cose dello stesso colore. Non sono le stesse cose, ma sono le stesse rispetto al colore.
Così, si possono avere le stesse cose in colori diversi (come scarpe marroni, scarpe rosse e scarpe
bianche) o cose diverse dello stesso colore (come vestito marrone, scarpe marroni e cravatta marrone).
Cos'altro potreste avere? Potreste avere cose diverse di colori diversi (vestito marrone, scarpe rosse,
cravatta verde) oppure potreste avere le stesse cose dello stesso colore (tre paia di scarpe bianche).
Quello che abbiamo appena fatto, (tecnicamente chiamato matrice a quattro parti) ci mostra che il
classificare ha una logica sottostante. La matrice ci assicura che abbiamo trattato le varie possibili
combinazioni in maniera esaustiva.
ESERCIZIO. Cose diverse, stessi colori
Parte Prima
1.
Guardatevi intorno nell'aula e prendete tre cose diverse dello stesso colore.
2.
Ora, prendete tre cose diverse di colori diversi.
3.
Ora, prendete tre delle stesse cose di colori diversi.
4.
Ora, prendete tre cose che sono simili e sono dello stesso colore.
Parte Seconda
1.
Nominate tre cose che avete a casa che sono dello stesso colore (come un frigorifero bianco,
calzini bianchi e un lavello bianco).
2.
Nominate tre cose che avete a casa che sono di colori diversi.
3.
Nominate tre cose diverse che avete a casa e che sono di colori diversi.
4.
Nominate tre cose che avete a casa che sono simili e dello stesso colore.
IDEA GUIDA 4.1.2. La fine di tutto
I bambini sono abituati alle fini. Sanno che le storie finiscono, che le canzoni finiscono, che ogni
giorno finisce e che gli anni scolastici (e le vacanze, anche) giungono ad una fine. Possono essere meno
certi che le vite finiscono e ancora meno certi che le nazioni o i mondi finiscano.
Eppure, possono essere capaci di prendere in considerazione la possibilità che nulla dura per
sempre, e che tutto potrebbe, una volta o l'altra, avere un termine. Questo potrebbe condurli ad accettare
la possibilità di immaginare che tutte le cose potrebbero finire insieme: in breve, la fine di tutto. Oppure,
potrebbero concepire la possibilità che tutto durerà per sempre.
Lo scopo di indurre i bambini a pensare a tali possibilità non è quello di instillare in essi un senso di
fatalità ma di ampliare il loro pensiero, di renderlo più globale ed olistico.
116
ESERCIZIO. Cose che giungono ad una fine
Quali delle cose seguenti giungono ad una fine?
a. libri
f. cani
b. code dei gatti
g. giorni
c. pezzi di spago
h. notti
d. ninnananne
i. numeri
e. fiumi
j. aghi
ESERCIZIO. Fini
1.
C'è una differenza tra il modo in cui un giorno giunge alla fine e il modo in cui un ago giunge alla
fine?
2.
Un giorno giunge alla fine nel tempo ed un ago giunge alla fine nello spazio?
3.
Un cerchio è una linea che non ha fine?
4.
Che cos'è una fine?
PIANO DI DISCUSSIONE. La fine di tutto
1.
Rimarrebbe qualcosa alla fine di tutto?
2.
Se ci potesse essere una "fine di tutto" significa che c'è stato "un inizio di tutto"?
3.
Quali tipi di cose finiscono quando tutto finisce?
4.
Se tutte le cose finissero, finirebbero tutte nello stesso momento?
5.
Cos'è tutto?
6.
Se tutto finisse, significa che non ci sarebbe nulla?
7.
Qual è la differenza tra tutto e nulla?
ESERCIZIO. La fine
Quando alcune cose finiscono, significa che anche altre cose devono finire. Per esempio, se ci
dovesse essere una fine per tutte le mucche nel mondo, allora ci sarebbe anche una fine per il latte a
colazione. Comunque, le fini possono anche essere inizi di cose nuove e diverse, per esempio, fare
colazione con latte di capra o succo di frutta.
In questo esercizio, chiedete ai bambini di identificare quelle cose che finirebbero se finissero le cose
nella lista e poi chiedete loro di esplorare quali cose nuove si potrebbero sviluppare come risultato.
Altre cose che
finirebbero
Nuove cose che
potrebbero
cominciare
?
1. La fine della scuola.
❑
❑
❑
2. La fine delle macchine.
❑
❑
❑
3. La fine dell'acqua corrente.
❑
❑
❑
4. La fine degli alberi.
❑
❑
❑
5. La fine della TV.
❑
❑
❑
6. La fine delle vacanze.
❑
❑
❑
117
IDEA GUIDA 4.1.3. Una cosa non è un'altra
Noi distinguiamo cose che sono diverse, e una distinzione è un'affermazione di quella differenza. Una
distinzione, come nota Gianni, indica la differenza tra una cosa ed un'altra. Perciò, dire che i cerchi non
sono quadrati, significa fare una distinzione tra due cose. Dire che una differenza di grado non è lo
stesso che una differenza di tipo è fare una distinzione tra due relazioni.
Essere in grado di dire cos'è una cosa implica l'abilità di dire che cosa non è. Potreste essere in
grado di dire che una linea è la distanza più breve tra due punti. Ma dovreste anche essere in grado di
dire (se sapete che cos'è una linea) che non è un'anatra, o una patata o una ciurma di scimmie.
ESERCIZIO. Una cosa non è un'altra
Completa le frasi seguenti.
1.
Un cane non è..................................................................................................................................
2.
Un albero non è................................................................................................................................
3.
Una matita non è..............................................................................................................................
4.
Essere felice non è essere................................................................................................................
5.
Un pensiero non è ............................................................................................................................
6.
Una mamma non è ..........................................................................................................................
7.
Una vacanza non è ..........................................................................................................................
8.
Fare un sogno non è ........................................................................................................................
9.
Un incidente non è ...........................................................................................................................
10. Vivere non è.....................................................................................................................................
ESERCIZIO. Una cosa non è un'altra cosa
Completa le frasi seguenti:
1.
Un gatto non è un albero, perché......................................................................................................
2.
Una spiaggia non è un lago, perché .................................................................................................
3.
La scuola non è la casa, perché .......................................................................................................
4.
Una bicicletta non è un'automobile, perché.......................................................................................
5.
Un granaio non è una tenda, perché.................................................................................................
ESERCIZIO. Cosa non è e cosa sarebbe
Completa le frasi seguenti.
1.
Un vestito non è una blusa perché....................................................................................................
Ma lo sarebbe se..............................................................................................................................
2.
Una tazza non è una zuppiera perché...............................................................................................
Ma lo sarebbe se..............................................................................................................................
3.
Un lago non è un oceano perché ......................................................................................................
Ma lo sarebbe se..............................................................................................................................
118
4.
Il giorno non è la sera perché ...........................................................................................................
Ma lo sarebbe se..............................................................................................................................
5.
Un discorso non è una canzone perché ............................................................................................
Ma lo sarebbe se..............................................................................................................................
IDEA GUIDA 4.1.4. Esempi
Nel processo di formazione dei concetti è importanza che i bambini facciano pratica nel: 1) dare
esempi di un concetto; 2) derivare un concetto da un esempio dato o da una serie di esempi; 3) definire il
concetto.
Di queste cose la prima è la più facile per i bambini e la terza la più difficile. Per esemplificare,
potrebbero usare parole o potrebbero semplicemente riferirsi ad un esempio. "Datemi un esempio di
mano", direte, e loro alzeranno le mani. "Datemi un esempio di albero", direte, ed indicheranno l'albero
che si vede dalla finestra.
Ma supponiamo che voi diciate: "Datemi un esempio di anatra" e non essendoci anatre nei paraggi,
tirassero fuori un libro illustrato ed indicassero l'illustrazione di un'anatra. Lo accetterete o insisterete
affinché distinguano tra un'anatra reale e l'immagine di un' anatra? Questo suggerisce che dare esempi
richiede attenzione e precisione: implica il fare distinzioni tra ciò che è pienamente e ciò che è
marginalmente un esempio di un concetto dato.
Potreste osservare che i bambini useranno le espressioni "un tipo di", "una specie di" per indicare
esempi marginali in opposizione ad esempi chiaramente definiti. Se gli si chiede se uno sgabello è una
sedia, un bambino potrebbe rispondere "una specie". Se gli si chiede se un mulo è un cavallo, potrebbe
dire "una specie". Se gli si chiede se un lupo è un cane potrebbe ancora rispondere "una specie". Ma se
gli si chiede se Dumbo è un elefante o se Topolino è un topo o se Hansel e Gretel sono bambini
risponderà in modo affermativo, suggerendoci che i bambini non prendono le distinzioni tra esempi
immaginari e fattuali così sul serio come facciamo noi.
ESERCIZIO. Esempi
Fate esempi indicando:
a. un tavolo
e. una sedia
i. un bel paio d'occhi
b. una finestra
f. un libro
l. una stretta di mano
c. un tavolo
g. una persona
m. una ruota
d. una matita
h. una boccata di aria fresca
d. una corda per saltare
2.
La tua famiglia è un esempio di famiglia?
3.
Il sole è un esempio di stella?
4.
La luna è un esempio di luna?
5.
Tu sei un esempio di te?
6.
Dài il nome di un esempio delle cose seguenti:
7.
a. un cane (come Snoopy)
d. un insegnante
b. un gatto
e. una città
c. una scuola
f. un cielo
Trovate in un libro illustrato illustrazioni che siano esempi di:
a. un uccello
d. una fabbrica
b. un fiume
e. un'automobile
c. una montagna
f. un tramonto
119
ESERCIZIO. Esempi
Ecco alcune classi di cose. Date degli esempi.
Per esempio, se si nomina il vestiario, dite "calze" o "magliette" o qualsiasi altra cosa che la gente
indossa.
1.
edifici
6.
uccelli
2.
automobili
7.
pesce
3.
scuole
8.
film
4.
mobili
9.
favole
5.
persone
10. città
IDEA GUIDA 4.1.5. Pasta di sale e farina
La plastilina è un esempio di materiale che si modella con le mani. Più in generale, è un esempio di
medium artistico. È un esempio commerciale anziché un esempio di un prodotto fatto in casa, come la
pasta di sale fatta con la farina. È anche possibile avere in classe dell'argilla o del Das.
ESERCIZIO. Materiali per fare scultura
Mettete sulla cattedra quanti più materiali modellabili possibile. Lasciate che i bambini lavorino con i
diversi tipi, poi chiedete:
1.
Quale tipo è il più gommoso?
2.
Quale tipo è il più duro?
3.
Quale tipo è il più spugnoso?
4.
Quale tipo è più simile ad una barretta di cioccolata?
5.
Quale tipo è più simile al corpo di una persona?
IDEA GUIDA 4.1.6. Sembrare come
I bambini amano creare similitudini, sebbene non siano consapevoli che "similitudine" è il nome di ciò
che hanno creato. La base di una similitudine è un atto di paragone. Una similitudine è un paragone
verbalizzato. Così i bambini diranno di uno di loro che ama rimpinzarsi di tutti i tipi di schifezze: "È come
un secchio per l'immondizia!". Oppure potrebbero dire che le foglie autunnali cadono "come fiocchi di
neve". Dicono queste cose perché una cosa somiglia, in qualche maniera, all'altra. Eppure non sono
esattamente simili. Vedere la somiglianza, al di là della differenza, richiede immaginazione. Ecco perché
la formulazione di similitudini è un atto creativo.
ESERCIZIO. "Sembra che sia stato a fare l'imbianchino"
Se il signor Direttore "sembra che sia stato a fare l'imbianchino", dopo che si è versato la farina sul
vestito, a cosa somigliano queste persone?
1.
Una donna con i vestiti grondanti
("Sembra ........................................................................……………………..................…..............”)
120
2.
Un giovanotto dalla faccia molto rossa
("Sembra ...................................................................................…………………....…..…...............”)
3.
Una ragazzina che ride seduta sotto un albero.
("Sembra ........................................................................................………………………................”)
4.
Una signora tutta vestita di nero.
("Sembra ..........................................................................................………………...…..................”)
5.
Un ragazzo che si morde le unghie.
("Sembra ..........................................................................................…………………….................”)
ESERCIZIO. Somigliare
A quali altre cose somigliano le cose seguenti?
1.
una matita.
2.
un bambino piccolo.
3.
uno stagno.
4.
una nuvola.
5.
un' antenna della televisione.
6.
una ciliegia.
7.
un dipinto.
8.
un ponte.
PIANO DI DISCUSSIONE. Sembra .....
Vedete di dare esempi delle seguenti cose:
1.
Qualcuno fa qualcosa, ma non sembra che l'ha fatto.
2.
Qualcuno non fa qualcosa, ma sembra che l'ha fatto.
3.
Qualcuno fa qualcosa, ma veramente sembra che abbia fatto qualcos'altro.
4.
È possibile apparire gli stessi, indipendentemente da quello che si fa?
5.
Pensi di apparire in modo diverso se fai cose diverse?
6.
Conta qualcosa se appari in modo identico o diverso in diverse occasioni?
IDEA GUIDA 4.1.7. Incidenti
I bambini sono molto preoccupati di distinguere ciò che accade "per caso" su base incidentale e ciò
che accade "di proposito" su base intenzionale. Vogliono essere rassicurati che il male fatto loro non è
stato fatto con malizia e deliberatamente e vogliono essere rassicurati che il male che fanno agli altri
sarà inteso come non intenzionale. La nozione di incidente pertanto è molto utile per i loro scopi sia per il
suo potere esplicativo che per il sollievo che fornisce. Se urti qualcuno per caso, un semplice "scusami"
può riportare le cose a come erano un momento prima; se urti qualcuno di proposito dai inizio ad una
catena di "rivincite" che è difficile, ed i bambini lo sanno bene, interrompere.
Il problema è, allora: come distinguere gli incidenti da eventi deliberatamente provocati?
Come si può essere sicuri che quello che un bambino proclama a gran voce essere stato solo un
incidente era realmente non intenzionale?
Possiamo scrollare le spalle e dire: "È qualcosa che i bambini devono imparare a loro spese". Ma la
discussione, la riflessione, e la lettura di esempi simili sono tutte cose che contribuiscono ad una
migliore comprensione della distinzione "per caso" e "di proposito".
121
A volte è utile per i bambini sostituire "intenzionale" con "progettato" e dire : "Avevi progettato che
accadesse in quel modo?" invece che "Intendevi farlo?".
ESERCIZIO. Distinguere "per caso" da "di proposito"
Le cose seguenti sono successe "per caso" o "di proposito"?
1.
Giacomo ha messo del filo nero attraverso l'ingresso della stanza di suo fratello così che suo
fratello inciamperà quando entra nella stanza.
2.
Il padre di Dora fa uscire la macchina dalla parte posteriore del garage invece che dalla porta.
3.
Lisa si versa in grembo una zuppiera di minestra bollente.
4.
Franco sbatte il cassino sulla faccia di Federico e Federico starnutisce.
5.
Margherita inciampa ed il suo cono gelato va a finire addosso a Walter. Walter fa credere che
Margherita l'ha fatto apposta.
PIANO DI DISCUSSIONE. Incidenti
1.
Come puoi dire che qualcosa è un incidente?
2.
Puoi sempre dire se qualcosa è stato un incidente o no?
3.
Se era "solo un incidente" significa che va bene?
4.
Se qualcosa non succede per caso, in che altro modo può succedere?
5.
Puoi impedire che le cose accadano per caso?
ESERCIZIO. Erano incidenti?
Pensi che le cose seguenti siano incidenti?
1.
A Giuseppe piace Marilena. Alla festa di carnevale Giuseppe urta contro Marilena e lei rovescia
quasi tutto il contenuto del suo bicchiere.
2.
Due persone che non si conoscono ancora fanno urtare le loro auto all'angolo.
3.
Paola è stata sveglia tutta la notte perché stava male.
4.
Pietro rovescia tutte le matite dal banco e butta il suo libro sul pavimento.
5.
Vostra madre si dimentica di comprare il gelato che aveva promesso di prendere.
IDEA GUIDA 4.1.8. Negativi come distinzioni
Una varietà di distinzioni consiste in alcuni termini e nei loro negativi. Ecco alcuni esempi.
Termini
Negativi
grazioso
non grazioso
buffo
non buffo
pescare
non pescare
lentamente
non lentamente
122
Negli esempi di negativi dati sopra, si deve notare che i termini negati sono avverbi, aggettivi e verbi.
Nel caso di sostantivi i negativi hanno la forma non ...
Termini
Negativi
tavoli
non tavoli
scimmie
non scimmie
granai
non granai
Le cose ed i loro negativi rappresentano la forma più semplice di classificazione. È perché tutto ciò
che esiste al mondo può essere collocato in una o nell'altra categoria: tutto nel mondo è sia un tavolo
che un non - tavolo. Tutto ciò che non è un tavolo è un non - tavolo. I due termini sono mutualmente
esclusivi ed unitamente esaustivi come deve essere un buono schema di classificazione.
Ricordate che un negativo è l'opposto di un termine, non di una affermazione. Possiamo negare
un'affermazione semplicemente dicendo: "Non è vero che...". Oppure possiamo contraddire
un'affermazione invocando il suo contraddittorio.
Questi sono esempi di affermazioni contraddittorie:
Tutti i pesci sono cose con squame - Alcuni pesci non sono cose con squame.
Nessuna foglia è una cosa che morde - Alcune foglie sono cose che mordono.
ESERCIZIO. Termini ed i loro negativi
1.
Date il negativo dei termini seguenti:
sciocco
verde
facilmente
guardare
parlare
2.
Date il negativo dei termini seguenti:
orologi
elefanti
sedie
nuvole
pavimenti
3.
Ecco alcuni negativi. Di quali termini sono negativi?
non - libri
non - lavare
non - bello
non - dolcemente
non - cestini
123
SECONDO EPISODIO
IDEA GUIDA 4.2.1. Dorso a dorso, faccia a faccia
Nella più semplice forma di orientamento verso il mondo comprendiamo che parte del mondo si trova
davanti a noi, parte alla nostra sinistra, parte alla nostra destra e parte dietro di noi.
Nell'orientarci verso gli altri impieghiamo uno schema diverso. Usiamo termini come "faccia a faccia",
"dorso a dorso" e "fianco a fianco". Sono importanti perché: 1) non sono più egocentrici (non siamo al
centro delle cose) e 2) sono relazionali, cioè evidenziano la relazione faccia a faccia non una persona o
l'altra).
ESERCIZIO. "Agire" i nostri orientamenti
1.
2.
Chiedete a bambini diversi di spiegare le cose seguenti:
a. Cosa c'è davanti a te?
d. Cosa c'è sopra di te?
b. Cosa c'è dietro a te?
e. Cosa c'è alla tua sinistra?
c. Cosa c'è sotto di te?
f. Cosa alla tua destra?
Chiedete ai bambini, a coppie, di prendere le seguenti posizioni.
a. Due bambine, fianco a fianco, che guardano davanti.
b. Due bambini, fianco a fianco, uno guarda davanti ed uno dietro.
c. Due bambine, faccia a faccia.
d. Due ragazzi, dorso a dorso.
e. Due sedie, una di fronte all'altra; due bambini, seduti dorso a dorso.
f. Due sedie, una spalliera contro l'altra; due bambine, sedute faccia a faccia.
g. Due bambini che guardano nella stessa direzione, ma uno sta dietro all'altro.
h. Due bambine, stese una dietro l' altra.
i.
Due bambini, che siedono faccia a faccia.
IDEA GUIDA 4.2.2. Dentro e fuori
Dentro e fuori sono termini aggiuntivi importanti per il nostro orientamento. Pensiamo a noi stessi
come dentro la scuola o fuori di essa, in città o fuori città, in Italia o fuori dall'Italia.
Ma questi termini possono essere ingannevoli o addirittura pericolosi quando consideriamo che
possono applicarsi o meno. Per esempio, siamo dentro la nostra pelle?
Siamo nel mondo? Siamo mai fuori dalle nostre menti? Le menti hanno un fuori ed un dentro, come
le zucche?
PIANO DI DISCUSSIONE. Dentro e fuori
1.
Le banane hanno un dentro e un fuori?
2.
Gli oceani hanno un dentro e un fuori?
3.
Il sole ha un dentro e un fuori?
124
4.
La tua mente ha un dentro e un fuori?
5.
Le tue scarpe hanno un dentro e un fuori?
6.
La tua scuola ha un dentro e un fuori?
7.
Il tuo nome?
8.
Riesci mai ad andare fuori dalla tua mente?
9.
Se dentro il mondo o fuori dal mondo?
10. La tua faccia ha un dentro e un fuori?
ATTIVITA'. Fuori di tutto
Chiedete ai bambini di fare disegni delle cose seguenti:
1.
La loro scuola e cosa c'è fuori.
2.
La loro città e cosa c'è fuori.
3.
Il loro paese e cosa c'è fuori.
4.
La Terra e cosa c'è fuori.
5.
Tutto e cosa c'è fuori.
PIANO DI DISCUSSIONE. Dentro e fuori
1.
Niente è fuori dal tutto?
2.
Cosa c'è al di fuori di niente?
3.
Niente è una parte di tutto?
4.
Lo spazio è veramente nulla o è qualcosa?
5.
Quando spostate un tavolo, cosa rimane nello spazio dove era prima?
ESERCIZIO. Tutto
Cosa significa la parola "tutto" nelle seguenti frasi?
1.
Silvia: "Cosa ti porti in vacanza?". Susi: "Tutto".
2.
"Vorrei sapere tutto".
3.
"Tutto è andato storto oggi".
4.
"Fuori della terra c'è proprio tutto".
5.
"Tutto prende tempo."
6.
“Gianni ha detto che vuole tutto fuori dalla sua vita”.
IDEA GUIDA 4.2.3. Serio
I bambini devono imparare a leggere, ma non solo cose scritte. Devono imparare a leggere le
espressioni facciali ed il linguaggio del corpo, devono essere in grado di dire, dal modo in cui una
persona appare, come si sentono e da come si sentono cosa intendono con ciò che dicono.
125
PIANO DI DISCUSSIONE. Essere serio
1.
Come fai a dire quando una persona è seria e quando sta scherzando?
2.
Qual è la differenza tra una malattia o un danno serio e una malattia o un danno che non sono
seri?
3.
Se Sofia appare seria, significa che sta per piangere?
4.
Se Sofia appare seria, significa che è perplessa?
5.
Una persona può essere seria e felice?
6.
Una persona può essere seria e in salute?
IDEA GUIDA 4.2.4. Fare cerchio, ruotare
Sofia ed Elfie siedono in classe in silenzio mentre gli altri bambini fanno cerchio intorno a loro. Nel
frattempo, discutono della terra, degli altri pianeti e delle stelle.
Potreste usare questa opportunità per parlare del sistema solare. I bambini potrebbero non essere
consapevoli del fatto che la terra ruota intorno al sole come fanno gli altri pianeti. Potrebbero pensare
che il sole ruoti intorno alla terra.
Potreste chiedere loro di fare la parte della terra, della luna, del sole e degli altri pianeti. Chi ruota
intorno a chi?
ESERCIZIO. Il sistema solare
Chiedete a un bambino di fare il sole.
Chiedete ad un secondo bambino di fare la terra e di muoversi in modo circolare (un cerchio
appiattito) intorno al sole.
Chiedete ad un terzo bambino di fare la luna che si muove intorno alla terra.
Chiedete agli altri bambini di fare i rimanenti pianeti, incominciando dal pianeta più vicino al sole:
Mercurio
Venere
(Terra)
Marte
Giove
Saturno
Urano
Nettuno
Plutone
Potreste suonare della musica e chiedere loro di danzare anziché camminare nelle loro orbite.
IDEA GUIDA 4.2.5. Dietro e davanti a
Esprimiamo il nostro senso dello spazio identificando le relazioni spaziali come dietro, davanti, di lato,
in cima, sopra e sotto.
Quando organizziamo la spazio percepito in una prospettiva geometrica con un punto di dissolvenza
all'orizzonte, dobbiamo essere in grado di vedere le cose come dietro o davanti l'una all'altra. I bambini
hanno bisogno di fare pratica delle relazioni spaziali, sia nel percepirle che nell'esprimerle
linguisticamente.
126
ESERCIZIO. Relazioni spaziali
Ritagliate delle figure dai giornali e chiedete ai bambini di identificare in ogni immagine la relazione
spaziale in termini di dietro, davanti, sotto, di lato, sopra.
Dovrebbero essere in grado di percepire che alcune parti dell'illustrazione sono al di sotto delle altre
ma se le rappresentano come dietro o davanti.
ESERCIZIO. Paperino e lo scoiattolo *
Paperino vede Cip sul tronco di un albero. Paperino incomincia a camminare intorno all'albero. Lo
scoiaiattolo comincia a ruotare intorno all'albero. Cip rimane sempre dal lato opposto a quello in cui si
trova Paperino.
Domanda: Paperino si muove intorno allo scoiattolo?
Chiedete ai bambini di discuterne e di rappresentare la scena. Chiedete ad un bambino di essere
l'Albero, ad un altro di essere Paperino ed all'altro di essere Cip.
Ecco due risposte che potrebbero venir fuori:
1) Se per muoversi intorno si intende che Paperino si muove alla sinistra dello scoiattolo, dietro di
esso, alla sua destra e di nuovo gli si trova davanti allora Paperino non si muove intorno allo scoiattolo.
2)Se per muoversi intorno intendiamo che Paperino si muove secondo una traiettoria circolare più
ampia di quella dello scoiattolo e che il cerchio tracciato da Cip si trova all'interno del cerchio tracciato
da Paperino, allora Paperino si muove intorno allo scoiattolo.
IDEA GUIDA 4.2.6. Essere perplessi
I bambini sono spesso perplessi. È uno stato mentale molto diverso dal sentirsi soltanto ignoranti
quando non conosciamo la risposta ad una domanda. La domanda potrebbe non interessarci, con il
risultato che dubitiamo del fatto che non possiamo darle una risposta. Ma quando siamo perplessi,
abbiamo un autentico coinvolgimento in qualcosa di problematico e di sconcertante. Ci sentiamo
perplessi, e vorremmo trovare il "sentiero che ci conduce fuori dal bosco" o fuori dallo sconcerto, dalla
perplessità. La perplessità, quindi, è un tipo di stupore e di dubbio piuttosto che una mancanza di
conoscenza.
Insolitamente, ma non troppo, i bambini non provano perplessità di fronte a molte attività che
dovrebbero generarne (come i "puzzle", i cruciverba, i problemi logici) le quali sembrano loro troppo
esoteriche ed irrilevanti. Essere perplessi implica un dubbio reale, vivo, non un dubbio artificiale e
macchinoso.
PIANO DI DISCUSSIONE. Perplessità
1.
Puoi fare degli esempi di momenti in cui ti sei sentito perplesso/a?
2.
Com'era essere perplessi?
3.
Cosa ha causato la tua perplessità?
4.
Pensi che avevi una buona ragione per essere perplesso/a?
5.
Sei rimasto perplesso/a?
6.
Hai scoperto qualcosa, così da non essere più perplesso?
127
PIANO DI DISCUSSIONE. Essere perplessi
1.
Si può essere perplessi senza essere tristi?
2.
Si può essere perplessi senza essere sciocchi?
3.
Si può essere perplessi ed essere sempre intelligenti?
4.
Si può essere perplessi ed essere adulti?
5.
Quando è bene essere perplessi?
IDEA GUIDA 4.2.7. Descrizione
Possiamo descrivere una scena dipingendola o disegnandola. Possiamo anche darne un ritratto
attraverso la descrizione. Cioè, possiamo dire come si manifesta ai nostri sensi. Per esempio, nel
descrivere una parata possiamo dire come marciavano i soldati, i colori delle loro uniformi e degli
stendardi e delle bandiere che portavano, i colori dei palloncini tenuti dai bambini che guardavano la
parata, l'odore del cibo venduto dalle bancarelle lungo il percorso, i suoni della banda, i fischietti dei
poliziotti e così via. Le descrizioni entrano in contatto con ciò che ci si presenta nelle situazioni
immediate. È concreto piuttosto che astratto.
Possiamo renderlo ancora più concreto? Possiamo essere in grado di farlo comparando alcuni
aspetti di esso con esperienze che ci sono ancora più familiari. Queste figure retoriche, queste
similitudini, analogie e metafore possono rendere la scena davanti a noi ancora più vivida. "I palloni
davano strattoni alle corde che li tenevano come cavalli che mordevano il freno", oppure "le bandiere si
ripiegavano e si dispiegavano nel vento come molti serpenti colorati che zigzagavano giù per la strada",
o "i soldati incedevano impettiti come giocattoli meccanici: non si poteva fare a meno di cercare di
vedere le chiavette a molla che giravano nella loro schiena".
In altre parole, l'intensità di una descrizione può essere accresciuta riferendosi a cose assenti. D'altro
canto, la descrizione può fondarsi solo su quegli aspetti che sono presenti eppure gli effetti che ne
derivano sono astratti o simbolici. Si potrebbe dire: "I soldati erano tutti in rosso, i preti erano tutti in
nero" e l'effetto è altrettanto concettuale che percettivo. Dire: "Nei dipinti medievali il cielo è dorato, in
quelli rinascimentali il cielo è azzurro" implica molto di più che una semplice differenza di colori.
Suggerisce due visioni del mondo completamente diverse.
ESERCIZIO. Descrivere
Descrivete la stanza in cui vi trovate adesso. Raccogliete le descrizioni e combinatele insieme. C'è
nessuno che abbia menzionato cose che nessun altro abbia menzionato? C'è nessuno che abbia
menzionato tutte le cose menzionate da ciascuno?
ESERCIZIO. Descrivere
Descrivete in modo molto attento uno degli oggetti seguenti. Dite tutto ciò che percepite della cosa.
Se potete includere la trama (toccandola), l'odore (odorandola), il suono (ascoltandola), e il gusto
(assaggiandola), insieme al modo in cui appare (osservandola), fatelo.
1. Il bullone di una vite ad alette.
4. Un cassino.
7. Un cane.
2. Un pesciolino rosso.
5. Una scarpa.
8. Una mano.
3. Un fiore.
6. Un pezzo di caramella.
9. L'impannata di una finestra.
128
TERZO EPISODIO
IDEA GUIDA 4.3.1. Cose che dobbiamo fare
Una delle espressioni preferite nell'infanzia è la domanda: "Devo proprio?". La domanda è
interessante per ciò che implica: che vi sia una distinzione esplicita tra le cose che uno deve fare e quelle
che potrebbe fare ma non c'è bisogno che lo faccia.
È come se il bambino riconoscesse che vi sono diversi gradi di obbligazione e che una persona è più
obbligata da un comando che da una richiesta, più obbligata da una richiesta che da un suggerimento e
così via.
D'altro canto, i bambini potrebbero essere perplessi nel sentire gli adulti dire che ci sono cose che
devono fare. La condizione adulta apparentemente per molti bambini è un periodo della vita in cui ci si è
liberati da figure di autorità più anziane e si è quindi liberi di fare ciò che si vuole. L'idea che gli adulti
abbiano responsabilità obbliganti ed auto -imposte colpisce almeno alcuni bambini come qualcosa di
peculiare. Non combacia con il mito della condizione adulta che hanno dato per scontato.
Questo non significa negare che la domanda del bambino: "Devo proprio?", è una domanda che molti
adulti potrebbero porre a se stessi con profitto a proposito di cose che fanno in modo compulsivo e
senza riflettere. Uno degli aspetti di una vita ragionevole implica il determinarsi a fare le cose discutibili
che dobbiamo fare mentre non ci si sente spinti a fare cose che non si devono fare.
ESERCIZIO. Cose che si devono fare
1.
Che tipi di cose devi fare?
2.
Che tipi di cose i tuoi genitori devono fare?
3.
Che tipi di cose il/la tua insegnante deve fare?
4.
Che tipi di cose i tuoi amici devono fare?
5.
Che tipi di cose tutti devono fare?
ESERCIZIO. Cose che non dobbiamo fare
1.
Che tipo di cose fai che non devi fare veramente?
2.
Che tipo di cose fanno i tuoi genitori che non devono fare veramente?
3.
Che tipo di cose fanno i tuoi amici che non devono fare veramente?
4.
Come individui la differenza tra le cose che devi fare e le cose che non devi fare?
5.
Come individui la differenza tra le cose che gli altri devono fare e le cose che non devono fare?
ESERCIZIO. Perché dobbiamo
Chiedete ai vostri alunni le ragioni per cui:
1.
le loro mamme potrebbero dover andare al supermercato.
2.
loro devono andare a scuola.
3.
loro devono mangiare bene.
4.
loro potrebbero dover andare dal dottore.
5.
loro potrebbero dover mettere in ordine la loro stanza.
129
IDEA GUIDA 4.3.2. Scrivere
Poiché leggere e scrivere sono cose che ognuno dovrebbe essere in grado di fare, non ci sono più
occasioni di sorpresa (i lettori del Fedro di Platone generalmente notano con stupore con quanto
sospetto Platone guardasse al linguaggio scritto).Forse potrebbe essere utile un'analogia. Nel caso dei
film l'azione viva è tradotta in statici fotogrammi, quando si muovono davanti ai nostri occhi abbiamo di
nuovo l'illusione dell' azione viva. Nel caso della registrazione di suoni, la musica è tradotta in segni su
un disco che corrispondono alle vibrazioni di un suono e sulla base di questi segni il suono può essere
costruito in modo da essere come la musica originale.
Nel caso della lettura, l'autore ha fornito al lettore una serie di segni che sono rappresentativi del
pensiero dell'autore: quando il lettore segue questi segni, può ricostruire il processo del pensiero
dell'autore. Nello scrivere, chi scrive produce una serie di segni che sono rappresentativi del pensiero di
chi scrive. Quel pensiero è trasmesso al lettore dall'atto della lettura, proprio come la musica è
trasmessa all'ascoltatore dall'atto dell'ascolto.
Questa spiegazione, tuttavia, è troppo semplice perché scrivere è un atto creativo, mentre le pellicole
e la trascrizione di suoni sono meccaniche. Nello scrivere vi è un continuo scambio dialettico tra il
pensiero e la sua espressione, così che ci si arrovella nel dire ciò che si pensa e, quando si percepisce
come appare una volta scritto, il pensiero comincia a cambiare. Non sappiamo veramente ciò che
vogliamo dire finche non vediamo come appare una volta che l'abbiamo detto.
PIANO DI DISCUSSIONE. Scrivere
Siete d'accordo o no con le seguenti affermazioni? In ogni caso, date le vostre ragioni.
D'accordo
Non d'accordo
?
1.
Tutti possono imparare a scrivere.
❑
❑
❑
2.
Imparare a scrivere è facile per tutti.
❑
❑
❑
3.
Persone diverse imparano a fare le cose in modi
diversi.
❑
❑
❑
Alcune persone imparano a scrivere lentamente,
altre velocemente.
❑
❑
❑
5.
Non importa quanto lentamente o quanto velocemente impari a scrivere.
❑
❑
❑
6.
Dovresti tentare di scrivere così gli altri possono
leggere quello che scrivi.
❑
❑
❑
Non c'è niente di sbagliato nell'avere una propria
calligrafia.
❑
❑
❑
8.
È più facile stampare che scrivere.
❑
❑
❑
9.
Stampare è come parlare ma scrivere è come
pensare.
❑
❑
❑
10. Essere capaci di scrivere bene rende più facile il
pensare bene.
❑
❑
❑
4.
7.
ESERCIZIO. Sofia che scrive qualcosa sul suo taccuino
Chiedete ai vostri alunni di scrivere qualche riga su ciò che pensano:
1.
Sofia stia scrivendo sul suo taccuino.
2.
Elfie crede che Sofia stia scrivendo sul suo taccuino.
130
PIANO DI DISCUSSIONE. Cosa potrebbe significare una storia
1.
Quando leggi una storia con i tuoi amici, siete tutti d'accordo su cosa tratta?
2.
Quando leggi una storia con i tuoi genitori, siete tutti d'accordo su cosa tratta?
3.
Quanti significati può avere una storia?**
4.
Ci sono dei significati che sono meglio di altri?
5.
Un significato può essere sbagliato?
** A questo punto può essere utile leggere una breve storia, o un brano di Elfie, alla classe e chiedere
cosa significa.
IDEA GUIDA 4.3.3. Fuori dalla vista
La frase "fuori dalla vista" è di uso comune. Si usa per indicare qualcosa che si allontana fino a
quando non sparisce dalla nostra vista. "La nave diventò sempre più piccola finche non sparì dalla vista"
o "l'uomo camminò verso il fondo della strada fino a quando non fu fuori dalla vista".
In questo caso, comunque, sono Caterina, Elfie e la loro mamma a muoversi mentre Sofia sta ferma.
Eppure si dice che Sofia sparisce dalla loro vista. E si deve ammettere che è legittimo questo reciproco
senso di sparire dalla vista dell'altro.
Ne consegue, dunque, che se non posso vederti tu non puoi vedermi? Questi problemi di prospettiva
e di orientamento spaziale possono essere utili per i bambini che cercano di spiegare gli enigmi della
locazione spaziale e le differenze di punto di vista.
PIANO DI DISCUSSIONE. Fuori dalla vista
1.
Se non posso vederti, ne consegue che tu non puoi vedermi?
2.
Se posso vederti, ne consegue che tu puoi vedermi?
3.
Se sono troppo lontano per vederti, tu sei troppo lontano per vedermi?
4.
È possibile che io sia l'unica persona che possa vederti?
5.
È possibile che tu sia l'unica persona che possa vedermi?
6.
Se tu non puoi vedermi ed io non posso vederti, è possibile che non esista nessuno di noi due?
ATTIVITA'. Fuori di vista
Chiedete ad uno dei vostri alunni (un volontario) di venire davanti alla classe. Chiedete ai vostri
alunni di pensare a tutte le maniere possibili per fare in modo che quella persona vada "fuori di vista".
Dove è possibile ed appropriato, chiedete agli studenti di dimostrare come si può fare. Tra gli esempi che
possono essere fatti dai vostri allievi ci sono : chiudere gli occhi, girare la testa dall'altra parte, chiedere
alla persona di lasciare la stanza, chiedere alla persona di accovacciarsi sotto un tavolo, gettare una
coperta sulla persona etc.
PIANO DI DISCUSSIONE. Dove sono le cose quando sono "fuori dalla vista"
1.
Quando qualcosa è fuori vista, significa che è sparito?
2.
Quando qualcosa è fuori vista significa che esiste ancora?
a. Come lo sapete?
b. E se nessuno al mondo potesse più vederlo?
3.
Qualcosa è fuori dalla vostra vista. Significa che è fuori dalla vostra mente?
131
IDEA GUIDA 4.3.4. Scuole private
I bambini di prima o seconda elementare probabilmente hanno solo una nozione molto nebulosa tra
scuole pubbliche, scuole private, scuole religiose. Possono essere consapevoli che alcuni bambini
devono andare in un certo tipo di scuola. Ma in che modo sono diversi questi tipi di scuola?
Per i bambini, le differenze si manifestano in termini tangibili, come disciplina, codice di
abbigliamento, osservanze religiose, più che in termini intangibili come proprietà legale o autorità. Ma
queste differenze tangibili raramente sono chiare e definite: tutti e tre i tipi di scuola possono avere codici
di abbigliamento, e la disciplina può essere severa o meno in ciascuno di essi. Inoltre, molte scuole
private sono anche scuole religiose. Di conseguenza, la differenza tra scuole pubbliche, private e
religiose, benché sia argomento comune di discussione, potrebbe essere difficile da spiegare a bambini
piccoli, per i quali le differenze percettive e linguistiche sono molto più evidenti di quelle istituzionali.
PIANO DI DISCUSSIONE. Scuole private
1.
Nella città di Maria c'è solo una scuola. Pensate che sarà una scuola pubblica o privata?
2.
Nella città di Gianni, ci sono molte scuole. Gianni va in una scuola dove c'è anche una cappella.
Pensi che sia una scuola pubblica, privata, o religiosa o più di una cosa?
3.
Nella città di Federico, ci sono molte scuole. Federico va in una scuola dove gli insegnanti sono
pagati dallo stato. Pensi che sia una scuola pubblica, privata, religiosa o più di una cosa?
4.
Margherita indossa una divisa bianca e blu quando va a scuola. la sua è una scuola pubblica,
privata, religiosa o più di una cosa?
IDEA GUIDA 4.3.5. Scelta
Spesso i bambini sono chiamati a fare delle scelte. Gli si permette di scegliere il tipo di gelato che
vogliono, o la storia che vogliono sentirsi raccontare o il maglione che devono indossare la mattina. In
sé, queste potrebbero essere scelte piuttosto innocue, ma il processo di scegliere tra alternative prepara
gradualmente i bambini ad incontrare situazioni in cui si devono operare selezioni tra alternative più
numerose o più significative.
La crescita della libertà di un bambino si fonda sull'abilità che il bambino ha di discriminare un campo
sempre più ampio di alternative da cui scegliere e sull'abilità che il bambino ha di agire in base alle
alternative scelte. Perciò un diplomato che vuole andare all'università può essere difficilmente
considerato libero di farlo se non può permettersi di pagare le tasse ed acquistare i libri.
Non c'è nulla di sbagliato nel dare ai bambini l'opportunità di esercitare le loro preferenze. Ma una
scelta intelligente è più di una questione di preferenze: è una questione di giudizio. Cioè, richiede che i
bambini siano in grado di esprimere le ragioni (cioè i criteri) su cui si basano le loro scelte. Così, questi
sono gli stadi di sviluppo nell'effettuare scelte:
1."Mi piace x" (pura preferenza, non si danno alternative né ragioni).
2."Preferisco x ad y" (pura preferenza, non si danno ragioni).
3. "Preferisco x ad y e a z perché r e s" (viene fatta una selezione tra varie alternative e si danno
ragioni per la scelta).
In questo schema, certamente, x, y e z stanno per le alternative e r e s stanno per le ragioni. Se si
desidera darvi dei nomi, si possono chiamare questi tre stadi categorico, comparativo e critico.
ESERCIZIO. Scegliere tra alternative
Fate tre volte il giro della classe. La prima volta ogni bambino dirà ciò che gli/le piace.
132
Per esempio:
Maria: "Mi piacciono i biscotti";
Bruno: "Mi piace il calcio";
Teodoro: "Mi piace la TV".
Al secondo giro ogni bambino dirà ciò che preferisce.
Per esempio:
Maria: "Preferisco i biscotti al pane";
Bruno: "Preferisco il calcio al tennis";
Teodoro: "Preferisco la TV alla radio".
La terza volta ogni bambino dirà che cosa preferisce a che cosa e ne darà la ragione.
Per esempio:
Maria: "Preferisco i biscotti al pane perché i biscotti sono più dolci";
Bruno: "Preferisco il calcio al tennis perché mi piace correre e calciare il pallone";
Teodoro: "Preferisco la TV alla radio o ai film perché posso guardarla a casa e vederla invece che
solo ascoltarla".
IDEA GUIDA 4.3.6. Cosa posso dire?
A volte facciamo appello ai bambini o li esortiamo e la loro sola risposta è una scrollata di spalle o il
commento: "Cosa posso dire?" (la scrollata di spalle è probabilmente l'equivalente nel linguaggio
corporeo a: "Cosa posso dire?"). Vi è un tono di disperata rassegnazione nell'espressione, come quando
un adulto sottolinea: "Sono senza parole!".
È una confessione di frustrazione e di impotenza.
In questo caso, Elfie è frustrata perché non è sicura di cosa significhi la parola scelta e non è sicura
di quali sarebbero le conseguenze se facesse la sua scelta. Bambina troppo timida anche per fare una
domanda in classe, non ci sorprende se se si spaventa quando le viene data la possibilità di scegliere la
scuola dove andare.
PIANO DI DISCUSSIONE. Cosa posso dire?
1.
Cosa pensi che Elfie avrebbe potuto dire?
2.
Ci sono volte in cui non sai cosa dire?
3.
È sempre importante essere in grado di dire qualcosa?
4.
Le persone si aspettano sempre che tu dica qualcosa?
5.
Pensi che le altre persone dovrebbero essere sempre in grado di dire qualcosa?
133
QUARTO EPISODIO
IDEA GUIDA 4.4.1. Foglie
Le foglie di una pianta non sono solo decorative. Sono utili proprio come i nostri polmoni ed il nostro
stomaco sono utili a noi. La foglia è un organo dell'albero o della pianta ed è la base della loro vita,
perché le foglie aiutano a produrre lo zucchero e l'amido necessari alla sopravvivenza.
Vi è una sostanza nelle foglie chiamata clorofilla che fornisce alla foglia un colore verde. In autunno,
le basse temperature distruggono la clorofilla con il risultato che altre sostanze diventano visibili e le
foglie assumono diversi colori. La clorofilla è la sostanza che aiuta la pianta a trasformare la luce in cibo.
ATTIVITA'. Foglie
Disegnate un albero e colorate le sue foglie.
Ora disegnate un altro albero ma, invece delle foglie, attaccate ai rami qualcos'altro. Cosa avrà il
vostro albero invece delle foglie? Palloncini, gomme da masticare, gattini, baci Perugina?
ATTIVITA'. Ancora foglie
Inventate una storia sulla vita di una foglia, da quando è un piccolo bocciolo fino a quando cresce,
diventando grande e verde, e poi quando diventa di diversi colori e cade dall'albero.
Potreste farvi una maglia o una giacca tutta coperta di foglie in modo da fare la parte dell'albero
mentre raccontate la storia.
Ora, raccontate la stessa storia come se fosse la foglia a parlare. Adesso sarete una foglia.
IDEA GUIDA 4.4.2. Cadere verso il basso, cadere verso l'alto
I bambini che imparano a camminare sono abituati a cadere frequentemente, e anche quando hanno
superato la fase dei primi passi hanno un senso considerevolmente più immediato di cosa significa
cadere rispetto agli adulti.
Allo stesso tempo, i bambini sono affascinati dal fatto che cose senza supporto possono cadere.
L'infante nella culla impara con sorpresa che il sonaglio, lanciato in aria, cade sul pavimento come
accade virtualmente di tutte le cose che solleva oltre il bordo della culla. Trova, con stupore divertito, che
le cose tendono a muovere verso questa particolare direzione: in basso.
Gli antichi pensavano che le cose cadessero perché erano pesanti (non vi era il concetto di forza di
gravità che le attirasse) e poiché il loro posto naturale era la superficie della terra, non sopra di essa. I
vostri alunni hanno anch'essi la sensazione che le cose appartengano alla superficie terrestre e non
debbano fluttuare o essere sospese su di essa?
Se il cadere è così naturale ed inevitabile, il sorgere deve sembrare ad un bambino
sorprendentemente curioso. Perché la maggioranza delle cose cade verso il basso ma poche cose vanno
verso l'alto? Cose diverse hanno spiegazioni diverse, certamente: i palloncini volano per un motivo, gli
aeroplani per un altro ed i bambini di prima e seconda elementare hanno bisogno di incominciare a
comprendere le differenze in questi diversi principi.
134
PIANO DI DISCUSSIONE. Tutto cade giù
1.
Perché le persone con il paracadute cadono lentamente?
2.
Perchè i palloni qualche volta stanno fermi, senza salire o cadere?
3.
Un pallone fluttua sull'aria come un pezzo di legno galleggia sull'acqua?
4.
Potete costruire un paracadute che galleggi dolcemente sul fondo della vostra vasca da bagno?
5.
Una nave da guerra o una portaerei sono molto grandi e pesanti. Perché non affondano?
6.
La vostra casa è piena d'aria. Perché non fluttua in alto nel cielo?
7.
Il vento spinge in alto, in basso o di lato?
8.
La pioggia cade in basso o in alto?
9.
Hai mai visto i fiocchi di neve cadere al contrario?
10. È vero che, dall'altra parte della terra, l'acqua scorre verso l'alto?
IDEA GUIDA 4.4.3. Galleggiare
Sorgere e cadere sono, in un certo senso, come galleggiare e affondare. I bambini hanno abbastanza
familiarità con il galleggiare e l'affondare sia perché fanno il bagno a mare o in piscina, sia grazie alle
loro esperienze nella vasca da bagno. Hanno visto le cose galleggiare ed affondare nell'acqua ed hanno
avuto la stessa esperienza con il loro corpo.
Se i bambini devono capire la gravitazione, devono cominciare paragonando diverse esperienze di
attrazione gravitazionale e devono approcciarle in modo inquisitivo e carico di perplessità, così che le
discrepanze tra queste esperienze siano più affascinanti.
PIANO DI DISCUSSIONE. Galleggiare ed affondare
1.
Quando sei in acqua, ti senti più leggero/a?
2.
Ti senti più leggero/a in acqua salata o in acqua dolce?
3.
Ti senti più leggero/a nell'ascensore quando sali o quando scendi?
4.
Se fossi in un pallone su nel cielo, ti sentiresti molto leggero/a?
5.
Come si sente il tuo corpo quando sei sulle montagne russe?
6.
Come sarebbe fluttuare verso terra con un paracadute?
7.
Supponiamo che nulla abbia peso. Cosa succederebbe?
8.
Se fossi in una navicella spaziale vicino alla luna e saltassi giù, aprendo il paracadute, fluttueresti
giù verso il terreno?
9.
Quando le foglie cadono, fluttuano in aria come dei paracadute?
10. Mettete una graffetta in un bicchiere d'acqua. Cosa dite: a) è spinta verso il fondo; b) è tirata verso
il fondo; c) cade verso il fondo?
11. Lasciate libero un pallone gonfio di gas. Cosa dite: a) è spinto sempre più in alto; b) è tirato sempre
più in alto; c) va su perché si solleva?
IDEA GUIDA 4.4.4. Pensare
Quando ci viene chiesto che cos'è pensare, generalmente facciamo la cosa migliore che possiamo
fare: pensiamo. Ciò ci rende il pensare immediatamente presente, ma sfortunatamente non sembra
aiutarci molto. Siamo ancora lontani dal dire che cos'è il pensiero.
135
Elfie, in questo passaggio, immagina che le foglie cadano verso l'alto invece che verso il basso ed
immagina che dal rosso, giallo e marrone si trasformino in verdi invece del contrario. E chiama ciò che
sta facendo, quando così immagina, pensare.
Probabilmente ha ragione nell' identificare l'immaginazione come una forma di pensiero. Ma cosa sta
facendo? Sta prendendo direzioni familiari (verso il basso, verso l'alto) e le sta invertendo. Sta
prendendo cambiamenti familiari nelle foglie e li sta invertendo. In altre parole, prende ciò che è comune
e familiare nell'ordinaria esperienza quotidiana e lo inverte, riorganizzandolo in modo da formare
un'esperienza fresca e nuova.
Ciò sembra offrirci un indizio per comprendere ciò che è immaginare: è la creazione di nuove
esperienze da esperienze vecchie. Quando ci immaginiamo mostri, fantasmi o demoni stiamo
semplicemente prendendo i colori, le trame e le forme che abbiamo derivato dalle nostre percezioni del
mondo, ricostruendole però nelle forme delle cose che non sono mai esistite, cose che sono i prodotti
della nostra immaginazione piuttosto che delle cose che abbiamo osservato.
Forse ciò ci fornisce anche un indizio di cosa sia il pensiero. Forse anch'esso è un processare
esperienze in cui assimiliamo e manipoliamo e interpretiamo le esperienze che abbiamo già avuto così
da fornire, come prodotti, ancora altre esperienze che identifichiamo come "mentali".
Ma non è un processo unidirezionale, dalla percezione sensoriale al pensiero. Ha luogo con la stessa
frequenza anche nell'altra direzione, con il nostro pensiero che precede e schematizza ed organizza le
nostre percezioni del mondo. In questo senso, la percezione è in una certa misura, un'esperienza basata
su e derivata dal modo in cui pensiamo.
PIANO DI DISCUSSIONE. Pensare
1.
Puoi pensare senza respirare?
2.
Puoi pensare senza inghiottire?
3.
Puoi pensare con gli occhi chiusi?
4.
Puoi pensare senza ricordare?
5.
Puoi pensare senza immaginare?
6.
Puoi respirare senza pensare?
7.
Puoi inghiottire senza pensare?
8.
Puoi chiudere gli occhi senza pensare?
9.
Puoi ricordare senza pensare?
10. Puoi immaginare senza pensare?
ESERCIZIO. Quand'è che stiamo pensando?
Cosa potete dire dei casi seguenti?
Deve star
pensando
Potrebbe star
pensando
Non può star
pensando
?
1.
Gianni sta lavando la lavagna.
❑
❑
❑
❑
2.
La sedia di Gianni è sottosopra.
❑
❑
❑
❑
3.
Luisa sta mangiando un panino.
❑
❑
❑
❑
4.
Luisa sta parlando con Carlo.
❑
❑
❑
❑
5.
Elisa sta facendo la doccia.
❑
❑
❑
❑
6.
Vincenzo si sta grattando la testa.
❑
❑
❑
❑
7.
Luigi sta dormendo.
❑
❑
❑
❑
8.
Nadia sta aggrottando la fronte.
❑
❑
❑
❑
9.
Lunghe frasi stanno correndo nella
mente di Patrizia.
❑
❑
❑
❑
136
Deve star
pensando
Potrebbe star
pensando
Non può star
pensando
?
10. Giuseppe sta dipingendo un quadro.
❑
❑
❑
❑
11. Silvia e Giulia stanno lottando.
❑
❑
❑
❑
12. Il sole splende luminoso.
❑
❑
❑
❑
IDEA GUIDA 4.4.5. Tempo
Come il pensiero, il tempo è un concetto che genera perplessità e disorientamento. È qualcosa di
reale, o è un artefatto che abbiamo creato?
Ci sarebbe il tempo se non esistesse l'universo o ciò che chiamiamo tempo è la semplice
misurazione dei cambiamenti che hanno luogo in quell'universo (se è quest'ultima cosa, allora il tempo è
meglio rappresentato non da sostantivi, ma da avverbi come "il sole sorse lentamente" o "In autunno fa
buio presto".
I bambini qualche volta invertono le cose. Alcuni di loro pensano che termometri e barometri
controllino il tempo o che chi legge le previsioni del tempo alla televisione faccia determinare i
cambiamenti atmosferici. Alcuni di loro pensano che gli orologi "fanno" il tempo. Ma quest'ultima nozione
non è complessivamente fantasiosa? Anche se è semplicemente una metafora, non sarebbe utile
indagarla con i vostri allievi?
ESERCIZIO. L'orologio che faceva il tempo.
Prima, una piccola storia. Perché il mare è salato.
Una volta, un uomo aveva una piccola macchina che faceva il sale. Faceva un sacco, un sacco di
sale. Un giorno l'uomo dovette fare un lungo viaggio al di là del mare. Portò con sé la sua macchina per
il sale. Ma la nave si imbatté in una tempesta ed affondò. La macchina per il sale era in funzione. Finì sul
fondo del mare e continua a funzionare da allora. Ecco perché il mare è salato.
Ora, raccontare la storia di un uomo che ha costruito un orologio con il risultato che.........
ESERCIZIO. Tempo
Cosa intendono questi bambini quando dicono:
1.
Maria: "È tempo di andare".
2.
Michele: "Che tempo fa?".
3.
Nadia: "C'è un tempo per le mele e un tempo per le fragole".
4.
Patrizia: "Dai tempo al tempo".
5.
Nicola: "Non facciamo in tempo".
6.
Diana: "Misurerò il tempo con il mio cronometro".
7.
Paola: "vorrei avere più tempo per giocare con mia sorella prima di andare a scuola".
8.
Sandra: "Mia madre lavora a tempo pieno e mio padre a tempo parziale".
9.
Simone: "Domenica faceva proprio bel tempo".
10. Carla: "Toni non cammina a tempo con la musica".
Ci sono dei bambini che stanno usando la parola tempo in modo simile o che intendono la stessa
cosa?
137
IDEA GUIDA 4.4.6. Al contrario
Ancora una volta, abbiamo a che fare con un problema di direzione, una questione importante se i
bambini devono dare delle coordinate allo spazio in cui vivono.
Sappiamo che molti bambini hanno difficoltà nel leggere mappe, grafici, carte perché non
comprendono come questi strumenti possano rappresentare il mondo percepito attraverso i sensi. Ma è
la stessa cosa con il linguaggio: molti bambini hanno difficoltà nel tradurre le posture corporee ed i
movimenti in una terminologia linguistica. Non sono sicuri di cosa si intenda con "guardare nella stessa
direzione" o se due persone possano muoversi nella stessa direzione se una cammina davanti e l'altra
dietro. Questi possono essere semplicemente problemi di comprensione linguistica, ma anche in questo
caso, ciò ci suggerisce che molti dei problemi concettuali dei bambini possono fondarsi su confusioni
riguardanti relazioni spaziali, temporali, familiari e di altro tipo. È quindi più proficuo dedicare un po' di
tempo a chiarire termini come "avanti" e "indietro" o "al contrario" piuttosto che introdurli a parole
colorate che possono arricchire il loro vocabolario ma che difficilmente useranno.
PIANO DI DISCUSSIONE. Al contrario
1.
Puoi scrivere al contrario?
2.
Puoi camminare al contrario?
3.
Puoi parlare al contrario?
4.
Puoi pensare al contrario?
5.
Puoi galleggiare al contrario?
6.
Puoi sognare al contrario?
7.
Puoi immaginare al contrario?
8.
Puoi alzarti al contrario?
9.
Puoi mangiare al contrario?
10. Si può fumare una sigaretta al contrario?
PIANO DI DISCUSSIONE. Avanti ed indietro
1.
Se ti sto di faccia ed entrambi camminiamo all'indietro, ci separeremo sempre di più?
2.
Se stiamo uno di faccia all'altro e ciascuno fa un passo avanti, ci avvicineremo sempre di più?
3.
Se stiamo l'uno di faccia all'altro e continuiamo a camminare avanti ci allontaneremo sempre di
più?
4.
Se io cammino all'indietro e tu cammini avanti, possiamo camminare nella stessa direzione?
5.
Se io cammino all'indietro e tu cammini avanti, possiamo camminare in diverse direzioni?
ESERCIZIO. Avanti
Venti bambini giocano nel cortile. L'insegnante dice loro: "Camminate avanti!". Presto arrivano alla
fine del cortile e sono ad uguale distanza uno dall'altro. Come stavano quando l'insegnante ha detto loro
di camminare avanti?
138
QUINTO EPISODIO
IDEA GUIDA 4.5.1. Calamite, ferro e azione a distanza
Quando i bambini pensano alle relazioni causali, in cui una cosa agisce sull'altra, tendono a pensare
che esse implichino un contatto diretto. Una cosa spinge o tira l'altra, una cosa urta o colpisce l'altra. Il
piede colpisce il pallone, la chiave fa girare la serratura, la pietra rompe la finestra, il fuoco scalda
l'acqua, il cane morde l'osso, la pioggia cade sul tetto.
È più difficile concepire come possa funzionare l'azione a distanza: come la forza di gravità fa
muovere le cose o come le onde radio rendano possibile la comunicazione su grandi distanze. Usiamo i
nostri corpi per spingere e tirare ed interpretiamo il mondo come ce lo disegnano le nostre azioni
corporee: una scena di spinte e trazioni. Siamo così abituati ad usare le nostre mani, i nostri piedi, i
nostri muscoli per muovere le cose che non possiamo concepire di fare accadere le cose fisicamente
senza toccarle e sforzarsi di muoverle.
Ecco perché la calamita è un caso semplice ma efficace di discrepanza: può produrre cambiamenti
fisici senza contatto in modo così evidente! Spargete della limatura di ferro sulla superficie di un tavolo,
mettete la calamita sotto il tavolo e la limatura "magicamente" si ricompatterà. È stupefacente! Come
funziona? Come è possibile che una cosa faccia cambiare posizione ad un altra cosa senza
effettivamente toccarla? Ma se teniamo in mano un chiodo di ferro e lo avviciniamo alla calamita
possiamo effettivamente sentire la calamita "tirare", il modo in cui attrae il chiodo verso di sé.
Così la calamita è circondata da un campo di forza. Ma che cos'è?
ATTIVITA'. Calamite ed altre cose
1.
Mettete dei bulloni su un tavolo, mettete la calamita sotto il tavolo e vedete se i bulloni si muovono.
2.
Cercate di tirare su un chiodo con un altro. Non funziona, giusto?
Adesso, strofinate un chiodo contro la calamita e cercate di tirare su un altro chiodo con quello che
avete strofinato.
3.
Strofinate un bastoncino di vetro contro un maglione di lana. Ora, cercate di tirare su dei pezzettini
di carta con il bastoncino. Li tira su, giusto? Ma il bastoncino di vetro è una calamita?
4.
Prendete due calamite a forma di ferro di cavallo. Perché si attraggono quando le collocate in una
direzione e si respingono quando le collocate nella direzione opposta?
5.
Mettete un ago in un bicchiere d'acqua. Ora muovete la calamita intorno al bicchiere. L'ago si
muove? Ora, osservate come funziona un compasso. È come l'ago nel bicchiere?
IDEA GUIDA 4.5.2. Toccare
Il senso del tatto è uno dei sensi principali attraverso cui l'organismo umano interagisce con il suo
ambiente. Attraverso il tatto, siamo in grado di percepire le pressioni contro i nostri corpi. Il senso del
tatto è reso possibile dalle terminazioni nervose nella nostra pelle.
Vi è una lunghissima tradizione che oppone il tatto alla vista come i sensi più affidabili. Molti dei
pensatori antichi consideravano il tatto il senso che era in più diretto contatto con la realtà intesa come
materia. D'altro canto, il tatto non è affidabile quando si ha a che fare con le forme, come potete dire se
chiudete gli occhi e cercate di rendervi conto della forma di una scultura che non vi è familiare. Perciò i
pensatori del Rinascimento diedero più importanza alla vista piuttosto che al tatto, in parte perché
stavano riscoprendo la teorie platonica delle forme.
Ma nessun altro senso può manifestarci la trama degli oggetti così come fa il tatto. E, tra tutti i sensi,
il tatto ci mette in stretto contatto con i le cose che percepiamo nel mondo (solo costruendo analoghi
139
meccanici del tatto, come le sonde laser, siamo in grado di distinguere la complessa superficie delle
cose).
I vostri alunni trarranno giovamento dal fare esperienza di trame e tessuti contrastanti e dal
conoscere i termini ad essi corrispondenti. Le opposizioni tra liscio e ruvido, granulare e levigato, piatto e
gonfio etc. hanno qualcosa di fondamentale con il risultato che, quando si tratta di descrivere le nostre
esperienze, spesso ricorriamo a parole come "liscio" ("è andato tutto liscio come l'olio") "ruvido" ("e' un
ruvido uomo di mare") "piatto" ("conduce un'esistenza molto piatta") e così via.
ESERCIZIO. Superfici, trame e tessuti
1.
Quanti tessuti diversi potete trovare nella vostra aula?
2.
Potete trovare cose che appaiono simili alla vista ma che sono diverse al tatto?
3.
Potete trovare qualcosa che sia sia ruvido che liscio?
4.
Potete trovare qualcosa che sia sia regolare che irregolare?
5.
Toccate la vostra testa: è tonda o gonfia?
6.
Toccate il vostro gatto: com'è è il suo pelo?
7.
Toccate l'estremità dei vostri denti: è piatta o appuntita?
8.
Toccate le vostre guance, sono lisce o ruvide?
9.
Qual è la differenza al tatto tra il legno ed il ferro?
10. Qual è la differenza al tatto tra un cane e un gatto?
IDEA GUIDA 4.5.3. La mente è come un magnete?
Elfie è colpita dal modo in cui una calamita può far muovere piccoli pezzi di ferro, segatura o bulloni
anche se non li tocca. Il potere che la calamita ha di agire a distanza ha molto impressionato alcuni
antichi pensatori: Talete, per esempio, concluse che "tutte le cose contengono un dio" ed evidentemente
un esempio significativo era la calamita.
È naturale chiedersi, quando guardiamo funzionare la calamita: "Noi possiamo farlo?". Possiamo, per
esempio, indicare un dipinto alla parete e farlo cadere dal muro? Possiamo indicare una sedia e farle
cadere le gambe? Non ci sembra molto possibile.
Eppure, Elfie pensa che in un certo senso noi lo facciamo: abbiamo in mente un pensiero e
prontamente di conseguenza il nostro corpo obbedirà a quel pensiero. "Vorrei alzare il braccio" pensate
e, un momento dopo, il vostro braccio si alza. Il pensiero non era la causa e l'alzarsi del braccio l'effetto?
E non è anche questo un esempio di azione a distanza come nel caso della calamita?
Ci sono molte cose che non vanno nell'analogia di Elfie che la mente stia all'alzarsi del braccio come
la calamita sta al movimento della segatura di ferro. Sia il ferro che la segatura sono cose fisiche: la
mente non è una cosa fisica. Ma Elfie potrebbe rispondere : "Allora diventa tutto ancora più misterioso!".
Come è possibile che una cosa non fisica come la mente riesca a causare un cambiamento in una cosa
fisica come il mio braccio?”. "Elfie" potremmo dirle "cosa ti fa pensare che la mente sia una cosa?". Ma
anche se diciamo questo, sappiamo che non abbiamo messo fine al problema, che i filosofi continuano a
discutere e che chiamiamo questo "il problema mente/corpo".
ESERCIZIO. La mia mente è come............................................
Completa la frase. Ma non usare l'esempio di Elfie: "La mia mente è come una calamita".
140
ESERCIZIO. Paragonare la mente alle cose
1.
In che modo la mente è come una casa piena di bambini?
2.
In che modo la mente è come una stanza da letto piena di persone che dormono?
3.
In che modo la mente è come un lupo affamato?
4.
In che modo la mente è come la notte?
5.
In che modo la mente è come il sole?
6.
In che modo la mente è come un pallone?
7.
In che modo la mente è come la mano?
8.
In che modo la mente è come un’autostrada?
9.
In che modo la mente è come una fabbrica?
10. In che modo la mente è come una città?
PIANO DI DISCUSSIONE. Come funziona la mente?
1.
Quando diciamo: "Come funziona la mente"? intendiamo dire: "Come pensiamo"?
2.
Quando la mente lavora, fa cose?
3.
La mente lavora o gioca?
4.
Se la mente gioca, fa un gioco?
5.
Se il pensiero è il gioco che la mente gioca, è un gioco con regole?
6.
Ci sono regole per pensare?
7.
Si può pensare bene anche se rompendo alcune regole?
8.
Se la mente lavora, significa che lavora per un po' e poi si riposa?
9.
Se la mente lavora, fa lavorare il corpo?
10. È possibile che pensiamo senza avere qualcosa chiamato mente?
IDEA GUIDA 4.5.4. Idee
A volte il nostro pensiero sembra scorrere come una corrente e a volte sembra composto di parti che
chiamiamo pensieri. Ma non tutti i pensieri sono idee. In che modo differiscono?
I pensieri possono essere qualsiasi cosa: ricordi, immaginazioni, teorie, credenze, piani e così via.
"Avere un'idea" sembra o presuppone che vi sia un blocco, una frustrazione a cui si indirizza l'idea e per
cui l'idea rappresenta una soluzione o una risoluzione.
Ci sono, certamente, blocchi nella condotta che sollecitano idee. Ma ci sono anche blocchi del
pensiero a cui si possono indirizzare le idee. Ci sembra che ci si riferisca a questi ultimi, quando Elfie si
chiede come si possa far muovere le braccia e le gambe senza toccarle e poi ha l'idea che si possono far
muovere con un pensiero o un comando mentale.
Quando definiamo un'idea come un modo possibile di risolvere un problema la stiamo definendo nei
termini delle sue conseguenze. Non la stiamo considerando nei termini delle sue cause psicologiche.
Non è chiaro come le idee "vengono a noi" o in quali condizioni sono prodotte. Sembra più utile,
comunque, discuterle in termini di come si originano, perché in questo modo i bambini possono
comprendere che le loro idee funzionano in maniera simile al funzionamento delle ipotesi nel processo di
ricerca.
141
ESERCIZIO. Idee e problemi
Raccontate una storia che cominci così:
"Una volta avevo un problema, il mio problema era..........."
E continua così:
"Poi improvvisamente ebbi un'idea. L'idea era..................."
PIANO DI DISCUSSIONE. Idee
La parola "idea" può essere usata per indicare molte cose diverse. Ecco alcuni modi in cui può essere
usata. Potete dire cosa intendesse chi parla in ciascun caso?
1.
Teodoro ha detto : "Ho un idea per far soldi. Venderò limonata".
2.
Rossella ha detto: "Non ho mai visto la torre di Pisa, ma ho un' idea di com'è fatta".
3.
Gregorio ha detto: "Ho idea che la maestra voglia che stiamo zitti".
4.
Gualtiero ha detto: "La mia idea di un giorno perfetto è migliore della tua".
5.
Luigi ha detto: "Sicuro, ti racconterò una storia. Dammi solo un'idea".
6.
Margherita ha detto: "Cosa sta succedendo qui? Qual è la grande idea?"
142
CAPITOLO 5
PRIMO EPISODIO
IDEA GUIDA 5.1.1. Notte
Abbiamo vissuto così tante alternanze di notte e giorno che probabilmente le diamo per scontate: ne
siamo consapevoli, ma hanno smesso di renderci perplessi e di affascinarci. Ma per un bambino sono
ancora impressionanti e ricche di perplessità: cosa le fa accadere e cosa esse faranno accadere? Non
sono come piccoli dettagli che si sostituiscono di volta in volta, si tratta di una totalità: rappresentano un
cambiamento nel contesto quotidiano delle nostre vite. È questo che avvertono i bambini più di noi?
ESERCIZIO. Come viene la notte?
Questi animali stanno spiegando ai loro cuccioli da dove viene la notte. Cosa pensate che potrebbero
dire?
1.
un maiale
2.
un canguro
3.
una civetta
4.
un porcospino
5.
un pesce
6.
un verme
7.
un cavallo
ESERCIZIO. Pensare alla notte
Cosa succederebbe se:
1.
non ci fosse per niente la notte?
2.
la notte potesse parlare?
3.
la notte fosse rosa?
4.
poteste rendere la notte lunga o corta a vostro piacimento?
5.
Non ci fossero luci di notte?
PIANO DI DISCUSSIONE. Di notte
1.
Quando incomincia la notte?
2.
Quando finisce la notte?
3.
Quant'è lunga la notte?
4.
La notte è lo stesso che di notte?
5.
Se tu avessi gli occhi bendati potresti dire se è notte o giorno?
143
ESERCIZIO. Giorni diversi, notti diverse
Oggi è martedì (nota per l'insegnante: indicate il giorno che effettivamente è).
1.
Quando è stata la scorsa notte? Come si chiama?
2.
Quand'è domani notte? Come si chiama?
3.
Quand'è la notte dopo la prossima? Come si chiama?
4.
Come si chiama stanotte?
5.
Quand'era due notti fa? Come si chiama?
PIANO DI DISCUSSIONE. Cose fatte di notte
1.
Che tipo di cose accadono di notte?
2.
Ci sono delle cose che possono solo accadere di notte?
3.
Ci sono delle cose che preferiresti fare solo di notte?
4.
Ci sono delle cose che preferiresti fare durante il giorno?
5.
Cosa ti piace di più, il giorno o la notte? Perché?
IDEA GUIDA 5.1.2. Visite
A molti bambini piace fare e ricevere visite. Non vedono l'ora di andare a far visita ad amici e a
parenti e non vedono l'ora di ricevere visite e di ricambiare l'ospitalità. È in queste visite che si incontrano
membri della famiglia allargata di cui si sente spesso parlare ma che possono essere incontrati solo
raramente.
Ma ci sono anche visite da fare a posti oltre che a persone, a grandi città e luoghi storici o diverse
regioni del paese. I bambini che amano le novità trovano in queste visite molte cose di cui meravigliarsi e
per cui provare eccitazione.
Il rituale della visita familiare si trova in molte, se non nella maggioranza, delle culture. Ma le
aspettative e le convenzioni variano da cultura a cultura. La durata abituale, ad esempio, varia
considerabilmente; le tradizioni di ospitalità variano molto ed il significato per i partecipanti è
probabilmente molto diverso da una cultura all'altra.
PIANO DI DISCUSSIONE. Visite
1.
Quanto dovrebbe esser lunga una visita?
2.
I visitatori dovrebbero portare doni? Ai visitatori si devono dare doni?
3.
Dovete essere gentili con i visitatori? I visitatori devono essere gentili con voi?
4.
Dovete sempre intrattenere i visitatori? I visitatori devono intrattenervi?
5.
Una persona può essere un visitatore ed anche uno straniero?
6.
Una persona può essere un visitatore ed anche un ospite?
7.
Perchè si dice che si deve una visita a qualcuno?
8.
È come dovere del denaro a qualcuno?
9.
Qual'è la differenza tra visitare un posto e stabilirsi in un posto?
144
ESERCIZIO. Raccontare delle visite
1.
Racconta alla classe la storia della più bella visita che tu abbia mai avuta.
2.
Ora racconta alla classe di una visita che ti piacerebbe avere.
IDEA GUIDA 5.1.3. Zie ed altri parenti
Non è facile per i bambini afferrare le sottigliezze delle relazioni familiari. Se tua zia si sposa, l'uomo
diventa tuo zio? se un tuo cugino maschio si sposa, la moglie diventa anche lei tua cugina? Il cugino di
tuo cugino è tuo cugino? Se la sorella di tua sorella è tua sorella lo zio di tuo zio è anche lui tuo zio?
Non c'è una formula facile per apprendere le relazioni familiari. Ogni caso deve essere indagato nei
propri termini. Così, è meglio procedere a poco a poco anziché cercare di impararle tutte una volta.
ESERCIZIO. Trovare le corrispondenze tra parenti in una famiglia
Puoi connettere i parenti nella prima colonna con la descrizione del modo in cui sono in relazione
nella seconda colonna?
una zia
il figlio della sorella di mia madre
uno zio
il fratello di mio padre
un cugino
la sorella di mio padre
una cognata
il nuovo marito di mia madre
un patrigno
la figlia di mia zia
un nipote
la moglie di mio fratello
IDEA GUIDA 5.1.4. Dare
Cosa significa dare? (come, per esempio, nella frase "Lei gliele diede"?)
1.
Implica che le aveva, per darle.
2.
Suggerisce che lui non le aveva ancora.
3.
Solleva domande sulle ragioni che lei ha per dargliele.
4.
Solleva domande su che cosa lei ha dato a lui (delle matite, delle penne...)
5.
Può essere interpretato in senso idiomatico ("lei lo ha picchiato").
6.
Solleva domande sul modo in cui lui le ha prese.
Quello che le indicazioni precedenti ci fanno capire è che dare, che sembra un atto così semplice, è
estremamente problematico ma diventa ancora più problematico quando esprime il dare nel linguaggio,
perché il nostro linguaggio vi aggiunge le proprie connotazioni ed implicazioni.
Ancora, l'atto di leggere in modo critico implica il "disfare" le parole, i concetti, le frasi e le espressioni
che si incontrano. Questo "disfare" dovrebbe diventare una "seconda natura" per quelli che incominciano
a leggere, qualcosa da realizzarsi velocemente, prontamente e con sicurezza. Solo in tal modo questi
lettori saranno in grado di ricavare i significati che sono lì, pronti per essere tirati fuori.
145
PIANO DI DISCUSSIONE. Dare
1.
Dare è la cosa migliore da fare?
2.
Potete dar via qualcosa che non vi appartiene?
3.
Se date un abbraccio a qualcuno e ricevete un abbraccio indietro, cosa significa?
4.
Se date un abbraccio al vostro cane e non ricevete un abbraccio indietro, cosa significa?
5.
Se date un regalo a qualcuno, dovreste aspettarvi qualcosa in cambio?
6.
Se date un calcio a qualcuno, dovreste aspettarvi di riaverlo indietro?
7.
Se avete l'influenza dovreste cercare di darla ad altre persone?
8.
Se io mi prendo la tua varicella, significa che tu me l'hai data?
ESERCIZIO. Cose che ci piacerebbe dare
Cosa vi piacerebbe dare
1.
A una signora molto anziana?
2.
A un cucciolo eccitato?
3.
Ad una nuova persona in classe vostra?
4.
Ad un bambino solo del vostro vicinato?
5.
A voi stessi/e il giorno del vostro compleanno?
IDEA GUIDA 5.1.5. Mondo
La parola "mondo" è ovviamente capace di significare molte cose diverse. Può essere un sinonimo
per il pianeta Terra e può anche solo stare facilmente per l'intero universo. Può significare un particolare
modo di esistenza di un particolare gruppo di persone (come "il mondo del jet set") o può indicare tutto
ciò che manca di perfezione o di carattere ideale (come quando il "mondano" si oppone allo "spirituale").
Nell'uso particolare che se ne fa qui "nessuno al mondo" può significare "nessun membro della
popolazione umana" o "nessuno sulla faccia della terra" (questa indeterminatezza è anche più esplicita in
altre lingue, per esempio in francese le monde può significare sia il mondo che la gente).
I bambini si arrovellano con la parola "mondo" perché è così vaga e si presta così prontamente ad
ambiguità. Per alcuni di loro il loro mondo è la loro casa e la loro aula, tutto il resto al di là di questi è
virtualmente inintelligibile. Wallace Stevens suggerisce qualcosa di simile quando scrive:
"Nella mia stanza, il mondo è al di là della mia comprensione:
ma quando cammino vedo che consiste di tre o quattro colline e una nuvola".
ESERCIZIO. Mondo
D'accordo
Non d'accordo
?
1.
Sandro ha detto: "Tutto il mondo è nel tempo e
nello spazio".
❑
❑
❑
2.
Gilda ha detto: "Il mondo è pieno di ragnatele".
❑
❑
❑
3.
Massimo ha detto: "Io posseggo il mondo".
❑
❑
❑
4.
Gianna ha detto: "Il mondo è un grande animale".
❑
❑
❑
Marco ha detto: "Il mondo è la mia ostrica".
❑
❑
❑
5.
146
D'accordo
Non d'accordo
?
6.
Mira ha detto: "Sono l'unica persona cattiva al
mondo".
❑
❑
❑
7.
Andrea ha detto: "Il mondo è fatto di materia".
❑
❑
❑
8.
Edoardo ha detto: "Il mondo è una grande palla
di cera".
❑
❑
❑
ESERCIZIO. Disegna un mondo
Chiedete ai vostri alunni di fare un disegno del mondo. Dopo che l'hanno fatto, chiedete a dei
volontari di spiegare il loro disegno del mondo al resto della classe. Chiedete loro di mostrare dove
collocherebbero se stessi nel disegno.
IDEA GUIDA 5.1.6. Qualcosa che nessuno ha mai visto prima
I bambini amano scoprire le cose (come il tesoro nascosto nella caccia al tesoro). Vogliono essere i
primi a metter gli occhi su qualcosa o toccare qualcosa prima che lo faccia qualcun altro. Carlo sfrutta
questa impazienza in Caterina e in Elfie. Ma veramente le inganna? Non è vero che ciò che mostra loro è
qualcosa che nessuno aveva mai visto prima e nessuno vedrà mai?
PIANO DI DISCUSSIONE. C'è niente che saremmo i primi a vedere?
1.
Quando guardi la luna, sei la prima persona a vederla?
2.
Se tu fossi la prima persona che è atterrata sulla terra, saresti la prima persona a vedere la Terra
dalla luna?
3.
Supponiamo che tu fossi la prima persona ad arrivare in cima ad una certa montagna. È ancora
possibile che qualcuno sia stato lì prima di te?
4.
Ogni volta che ti fai il bagno, è la stessa vasca da bagno. È con la stessa acqua? Sei la prima e
sola persona a vedere mai l'acqua del bagno?
5.
Se sbucci un'arancia e la mangi, c'è qualcuno che prima di te abbia visto l'interno di quell'arancia?
ESERCIZIO DI PITTURA. Potete immaginare qualcosa che non avete mai visto?
Chiedete ai vostri alunni di disegnare qualcosa che pensano nessuno abbia mai visto prima. Date del
tempo alla classe per farlo. Quando avranno finito discutete in gruppo i loro disegni. Domande come:
"Cosa ti fa pensare che nessuno l'abbia mai visto prima?", e "Nessuno in classe ha mai visto questo o
qualcosa di simile prima?" faciliteranno la discussione.
IDEA GUIDA 5.1.7. Qualcosa che nessuno vedrà mai di nuovo
È sempre uno shock scoprire che qualcosa o qualcuno di familiare se ne è andato, completamente
andato, andato per sempre. Per i bambini che danno il mondo per scontato, che assumono che ciò che
c'è ci sarà sempre una tale scoperta può essere del tutto sconcertante.
Eppure, indurre i bambini a rendersi conto che alcune cose e persone con cui hanno familiarità non
sono mai state viste prima e non saranno mai viste di nuovo è un modo per portarli ad apprezzare
147
l'unicità di quelle cose e di quelle persone. Carlo comincia l'esperienza con la più semplice e materiale
delle cose, l'interno di una noce. Ma l'esperienza dell'unicità può affiorare in qualsiasi occasione, nei
momenti più ordinari e straordinari della vita di una persona.
ESERCIZIO. Qualcosa che non vedrai o farai mai più
In quali circostanze vedere o fare le cose seguenti per la prima volta sarebbe anche l'ultima?
1.
La torta del vostro sesto compleanno.
2.
La prima lettura di Elfie.
3.
Imparare a fischiare.
4.
Finire la scuola dell’infanzia.
5.
Mangiare funghi velenosi.
PIANO DI DISCUSSIONE. Cosa non sarà mai visto di nuovo?
1.
Vedete mai la stessa cosa esattamente allo stesso modo la seconda volta che la guardate?
2.
Quali sono alcune cose che siete sicuri vedrete di nuovo?
3.
Potete pensare a qualcosa che non siete sicuri vedrete di nuovo?
4.
Potete pensare a qualcosa che voi non vedrete mai di nuovo?
5.
Potete pensare a qualcosa che nessuno vedrà mai di nuovo?
IDEA GUIDA 5.1.8. Non così in fretta
Potreste incominciare a considerare l'argomento chiedendo ai bambini di fare alla lavagna una lista
delle cose che a loro piacerebbe fare più lentamente. Incoraggiateli poi a prendere in considerazione ogni
cosa e vedete se possono venirsene fuori con delle idee sul come si potrebbe effettivamente mettere in
pratica il rallentamento del movimento o dell'azione (per esempio qualcuno potrebbe dire che gli
piacerebbe mangiare più lentamente ed un possibile suggerimento per rallentare praticamente questo
comportamento potrebbe essere appoggiare coltello e forchetta sul tavolo quando si ha la bocca piena;
un altro potrebbe desiderare di rallentare quando dice agli altri che è arrabbiato o che sta male, un
possibile suggerimento qui potrebbe essere contare fino a dieci prima di parlare in quelle occasioni):
Anche quando i bambini sono eccitati nell'attesa di un imminente evento futuro, incoraggiateli a pensare
a come è bello essere ora in attesa, assicurandovi che dividano quel presente con qualcuno anziché
anticipare soltanto per sé il futuro o correre nel fare attività presenti nell'attesa di un futuro che si spera
migliore.
PIANO DI DISCUSSIONE. Non così in fretta
1.
Quando fate cose troppo velocemente, che tipo di cose succedono?
2.
Quando gli altri fanno cose troppo velocemente, che tipo di cose succedono?
3.
Quali tipo di cose pensate che avrebbero bisogno di andare più lentamente?
4.
È possibile rallentare le cose?
5.
C'è niente che abbia bisogno di andare più in fretta?
148
ESERCIZIO. Più velocemente e più lentamente
1.
Potete fare in modo che queste cose vadano più lentamente?
2.
Potete fare in modo che queste cose vadano più velocemente?
Più lentamente
Più velocemente
sì
no
forse
sì
no
forse
a.
La vostra crescita.
❑
❑
❑
❑
❑
❑
b.
I vostri compiti.
❑
❑
❑
❑
❑
❑
c.
Un programma televisivo.
❑
❑
❑
❑
❑
❑
d.
I vostri pensieri.
❑
❑
❑
❑
❑
❑
e.
La vostra vita.
❑
❑
❑
❑
❑
❑
f.
Quello che gli altri fanno.
❑
❑
❑
❑
❑
❑
g.
La vostra bicicletta.
❑
❑
❑
❑
❑
❑
h.
Il tempo.
❑
❑
❑
❑
❑
❑
IDEA GUIDA 5.1.9. Denaro
I bambini trai i sei e gli otto anni non mancano di familiarità con il denaro ma stanno cominciando ad
avvertire l'importanza che ad esso assegnano molti adulti. I bambini, certamente, ne sono curiosi poiché
le banconote e le monete possono essere oggetti interessanti in sé, possono essere oggetto di studio e di
riflessione (i bambini esaminano le iscrizioni in un francobollo o su una moneta lentamente e si chiedono
cosa possano significare la frase "Repubblica Italiana" o la frase "fiat panis" con la sigla FAO sulle nuove
cento lire o ancora i caratteri braille sul bordo delle monete...) proprio come fanno i filosofi. In effetti
questo potrebbe uno dei primi stimoli di interesse filosofico per il bambino.
Quindi, poiché il denaro è intrinsecamente interessante per i bambini, essi non potrebbero trovare di
facile comprensione il nostro interesse per gli aspetti non tangibili del denaro piuttosto che per i suoi
aspetti tangibili. Cioè, noi attribuiamo al denaro la virtù del potere d'acquisto e questa nozione potrebbe
essere così bizzarra per i bambini come il potere della calamita di agire a distanza e di muovere pezzi di
metallo. Il potere del denaro non si trova certamente nelle monete in sé ma nella vasta rete di
convenzioni economiche in una società che permette che unità di denaro servano come unità di potere di
acquisto.
Le persone usano l'espressione "il denaro parla" e forse è qualcosa che i bambini possono
considerare poiché il denaro ha una relazione con comodità e servizi che è in qualche modo simile alla
relazione tra parole e cose. Almeno, per quanto riguarda il bambino le parole "cono gelato" stanno per un
cono gelato e gli spiccioli che ha appena avuto dalla mamma stanno anche, nella sua mente, per cono
gelato. I bambini tendono ad oscurare la relazione tra le parole e le cose che rappresentano mentre noi,
da parte nostra, tendiamo ad oscurare la relazione tra il denaro e le cose che può acquistare. Dovremmo
tentare di aiutarli a vedere la relazione più chiaramente.
PIANO DI DISCUSSIONE. Detti che hanno a che fare con il denaro
Sapete cosa vogliono dire le persone quando dicono le cose seguenti?
1.
"I soldi non crescono sugli alberi".
2.
"Il denaro parla".
3.
"Il tempo è denaro".
4.
“Il denaro è la radice di tutti i mali".
5.
"Il denaro non è niente".
149
PIANO DI DISCUSSIONE. Denaro
1.
Le persone possono comprare cose con il denaro?
2.
Le persone possono risparmiare il denaro piuttosto che spenderlo?
3.
Le persone possono dare del denaro in cambio di roba da mangiare?
4.
Le persone possono dare del denaro in cambio di lavoro?
5.
Le babysitter sono pagate con denaro? Perché?
6.
Gli adulti sono pagati con denaro? Perché?
7.
Cosa fanno i negozi con i soldi che guadagnano?
8.
Cosa fanno le banche con i soldi che hanno?
9.
Cosa fai tu qualche volta con i soldi che hai ?
10. Preferiresti avere mille lire o dei giocattoli che valgono mille lire?
11. Se avessi mille lire, le useresti per comprare un’automobile? Perché no?
12. Se avessi mille lire, le useresti per comprare le sigarette? Perché no?
13. Se avessi un biglietto da mille, lo scambieresti con due monete da cinquecento?
IDEA GUIDA 5.1.10. Noci, gusci di noci e gherigli di noci
L'albero di noce è molto apprezzato sia per il suo legno che per le noci. Il legno è uno dei migliori per
fare mobili. Spesso le noci si usano anche per fare dolci e cioccolatini. Dei gherigli di noce si mettono nei
fichi secchi che si mangiano a Natale. Si fanno anche il pane alle noci e la salsa alle noci. Le noci hanno
un guscio duro e friabile ed un gheriglio commestibile all'interno.
ESERCIZIO. Diversi tipi di frutta
Chiedete ad ogni membro della classe di portare a scuola un tipo di frutta simile alle noci. Ecco
alcuni tipi di frutta che potrebbero portare:
ghiande
castagne
nocciole
pistacchi
mandorle
noci del Brasile
anacardi
pigne con pinoli
noci di cocco
arachidi
noci
noccioli di albicocca
Quali frutti sono più simili l'uno all'altro? Quali frutti sono i più diversi l'uno dall'altro? C'è qualcosa tra
questi che non è proprio un frutto ma una parte di un frutto?
Aprite una noce. C'è mai stato qualcuno prima di voi che abbia visto quello che voi vedete adesso?
Mangiate la noce. Ci sarà nessuno che lo vedrà più?
IDEA GUIDA 5.1.11. Cose che le persone fanno
Ci sono cose che facciamo ma che non scegliamo veramente di fare. Accadono per caso, accadono
involontariamente, accadono nostro malgrado; ci sono molti modi in cui queste cose possono accadere.
Per esempio, se inciampiamo su una mattonella non definiremmo il nostro capitombolo un'azione che
abbiamo intrapreso perché in realtà non abbiamo scelto di cadere. Digeriamo il nostro cibo, ma
generalmente non lo consideriamo un'azione che abbiamo intrapreso perché accade più o meno
involontariamente.
D'altro canto, ci sono cose che le persone fanno volontariamente, come andare al cinema, o andare a
scuola a piedi, o leggere un libro, o pranzare o guardare la televisione. Queste sono propriamente dette
azioni.
150
ESERCIZIO. Cose che le persone fanno
Leggete di nuovo il primo episodio del quinto capitolo. Quante cose che le persone fanno (indicate da
verbi) potete trovarvi? Ecco alcune delle cose fatte in questo episodio. Quali sono semplicemente
accadute e quali invece sono state scelte?
È solo
accaduto
È stato scelto
(azione)
?
❑
❑
❑
❑
❑
1.
Zia Maria ha dato cinquemila lire ad ogni bambina.
2.
Carlo ha fatto una domanda a Caterina e ad Elfie.
❑
3.
Caterina ed Elfie hanno dato dei soldi a Carlo.
❑
❑
❑
4.
Esse hanno guardato Carlo.
❑
❑
❑
5.
Carlo ha tirato fuori una noce dalla sua tasca.
❑
❑
❑
6.
Carlo ha rotto il guscio della noce.
❑
❑
❑
7.
Carlo ha alzato il gheriglio.
❑
❑
❑
8.
Caterina ed Elfie hanno ammesso qualcosa.
❑
❑
❑
9.
Caterina ed Elfie sono andate a letto.
❑
❑
❑
❑
❑
❑
10. Carlo ha chiamato.
ESERCIZIO. Cose che facciamo e come le facciamo
Ci sono cose che facciamo - le chiamiamo azioni - e le descriviamo con parole che chiamiamo verbi.
Esempi di verbi sono sedere, stare in piedi, camminare, correre, nuotare, volare e pattinare.
A volte aggiungiamo una parola (un avverbio) ad un verbo per mostrare come facciamo quello che
facciamo (ascolta attentamente, dillo chiaramente, parla dolcemente...).
Ecco due liste di parole. Una lista contiene parole che indicano azioni, l'altra lista contiene parole che
ci dicono come facciamo le cose, come eseguiamo le azioni. Ma non tutte le parole combaciano l'una
con l'altra. Potete cancellare quelle che non c'entrano? E potete usarle in una frase (per esempio, se
scegliete "parlare piano” la vostra frase sarà "Io parlo piano").
Azioni
Come le eseguiamo
correre
mangiare
inseguire
camminare
colpire
mordere
battere
calciare
mangiare
ridere
alzarsi
piegarsi
stabilirsi
dormire
parlare
leggere
dolcemente
velocemente
con forza
piano
con violenza
avidamente
a crepapelle
di botto
all'indietro
stabilmente
saporitamente
attentamente
da lontano
da vicino
debolmente
alla grande
disperatamente
coraggiosamente
lontanamente
151
IDEA GUIDA 5.1.12. Dover ammettere qualcosa
C'è sicuramente una differenza tra l'essere d'accordo su qualcosa e dover ammettere qualcosa (l'idea
di dover ammettere qualcosa ricorre tre volte in questo episodio).
Presumibilmente siamo d'accordo su qualcosa di nostra spontanea volontà. Ci invitate ad una festa e
siamo d'accordo a venire. Vi offriamo dei dolci e voi siete d'accordo a prenderne.
Comunque, quando dobbiamo ammettere qualcosa, è un fatto compulsivo. Siamo stati spinti dalla
logica o dall'evidenza dei fatti perché qualcosa deve essere e non possiamo negarlo o rifiutarlo.
Vale la pena fare in modo che i bambini si abituino a queste forme di compulsività, almeno in certi
casi. Se un membro della classe non è in aula in questo momento, dobbiamo ammettere che non c'è. Se
qualcosa è vero, dobbiamo ammettere che non è falso.
D'altro canto, vi sono un sacco di volte in cui cadiamo facilmente in inganno. L'illusionista ci spinge a
pensare che il coniglio che ha appena materializzato sia stato preso dal suo cappello ma, in effetti, ci ha
ingannato. Così, è importante che i bambini siano preparati ad ammettere ciò che devono ammettere su
una base logica o sulla base di un' evidenza schiacciante, ma che siano appropriatamente scettici
quando esiste la possibilità di essere tratti in inganno.
ESERCIZIO. Cose che dovete ammettere
Quali delle cose seguenti dovete ammettere perché devono essere così? Quale delle cose seguenti
non dovere ammettere perché potrebbero non essere così? Quali non sono così e basta?
Devono essere
così
Potrebbero non
essere così
Non sono così
1.
L'acqua è bagnata.
❑
❑
❑
2.
Gli alberi non crescono mai verso il basso,
crescono solo verso l'alto.
❑
❑
❑
3.
La parola "mamma" ha cinque lettere.
❑
❑
❑
4.
Il martedì è seguito dalla domenica.
❑
❑
❑
5.
Domani, oggi sarà ieri.
❑
❑
❑
6.
I giocattoli sono animali.
❑
❑
❑
7.
Gli animali sono giocattoli.
❑
❑
❑
8.
La carta brucia sempre.
❑
❑
❑
9.
Tutti fanno colazione.
❑
❑
❑
❑
❑
❑
10. Qualcosa è sempre meglio di niente.
IDEA GUIDA 5.1.13. Il tempo della vita
La nozione di un tempo della vita deve essere vaga per la maggioranza dei bambini. Non sono del
tutto sicuri di come essi o qualcun altro hanno avuto inizio e di come essi o le altre persone possono
avere una fine. È come trovarsi in una storia che non ha né inizio né fine - solo un centro.
Eppure, anche per i bambini la nozione di una volta nella vita non può non essere affascinante. Quali
sorta di cose accadono una sola volta nella vita? E quale significato hanno? Alcuni incidenti che ci
accadono sono rari, ma banali: la noce di Carlo può essere un esempio di questo tipo. Altre cose sono
rare, ma di enorme importanza. Prendiamo gli inizi, come nascere, o andare alla scuola materna per la
prima volta, o avere il primo figlio: sono eventi che accadono una sola volta nella vita, ma, in un certo
senso, riassumono o stanno per un'intera vita, e perciò non possono considerati puramente banali.
152
PIANO DI DISCUSSIONE. Tempi di vita
1.
Cosa è più lungo, il tempo della vita di un gatto o quello di una tartaruga?
2.
Cosa pensi sia più eccitante, la vita di un gatto o quella di una tartaruga?
3.
È vero che i gatti hanno nove vite?
4.
È possibile che qualcosa ti succeda ogni giorno e che sia nondimeno qualcosa che accade una sola
volta nella tua vita?
5.
È possibile che qualcosa succeda a te una sola volta e mai più a nessun altro?
6.
È possibile che qualcosa succeda un sacco di volte ad altre persone ma solo una volta a te?
7.
Quando ti succede qualcosa di unico nella vita puoi dire che si tratta di una cosa unica nella vita?
PIANO DI DISCUSSIONE. La lunghezza della vita
1.
Quant'è lunga una vita?
2.
Si può rendere una vita più lunga o più breve?
3.
La durata della vita è la stessa per tutti?
4.
Puoi avere una vita nel corso di una vita?
5.
Due persone possono mai dividere la stessa vita?
PIANO DI DISCUSSIONE. Cose che accadono in una vita
1.
Quali tipi di cose accadono in una vita?
2.
Quali tipi di cose accadono solo una volta nella vita?
3.
Come potete essere sicuri che qualcosa non accadrà di nuovo?
4.
Potete cambiare le cose che accadono in una vita?
5.
Potete fare in modo che qualcosa accada solo una volta nella vita?
ESERCIZIO. Tutto in una vita
Dite se pensate o no che queste cose costituiscano l'intera vostra vita o solo parte di essa.
Tutta la mia
vita
Parte della
mia vita
Nessuna delle
due cose
1.
Tutte le cose che ti succedono mentre sei in vita.
❑
❑
❑
2.
Tutte le cose che accadono nel mondo mentre sei in
vita.
❑
❑
❑
3.
Le cose che accadono nella tua famiglia.
❑
❑
❑
4.
Le cose che succedono ai tuoi amici e di cui essi ti
parlano.
❑
❑
❑
5.
Tutte le cose che siano mai successe ai tuoi nonni.
❑
❑
❑
6.
Le cose che sono successe ai tuoi nonni prima della
tua nascita e che essi ti raccontano.
❑
❑
❑
7.
Le cose che pensi accadranno ma che non accadono.
❑
❑
❑
8.
Una storia che hai scritto.
❑
❑
❑
153
IDEA GUIDA 5.1.14. Esperienza
Ecco una parola "grande" che probabilmente i vostri alunni non hanno mai incontrato prima! Eppure,
cercate di trovare una parola che riesca ad esprimere tutto ciò che esprime la parola esperienza. Non è
facile.
Un modo per spiegarla è dire che l'esperienza è tutto ciò che accade ad una persona, comprese le
cose che quella persona fa accadere.
Prendiamo ad esempio il vedere. Apriamo gli occhi ed il mondo, fino ad ora invisibile, prende a fluire
dentro di noi. Queste esperienze visive, che si riversano in noi mentre siamo passivi, e che assorbiamo
come se fossimo del materiale assorbente, le chiamiamo sensazioni. Ma nel momento in cui cerchiamo
attivamente cose da osservare e da esaminare abbiamo delle percezioni visive.
Così, la nostra esperienza visiva è fatta di sensazioni e percezioni, in cui noi stessi siamo passivi o
attivi.
Ma noi non perdiamo del tutto queste esperienze. Esse formano un fondo di esperienze passate e
queste esperienze passate giocano un ruolo nel guidare le nostre esperienze attualmente in corso
(questo fondo è la nostra riserva, il nostro capitale esperienziale e possiamo, per così dire, reinvestirlo in
ogni esperienza immediata che si dà qui ed ora). Ci aiuta anche ad attendere e ad anticipare il futuro in
quanto ci si può aspettare che il futuro assomigli al passato poiché quel passato è incorporato nella
nostra attuale esperienza.
PIANO DI DISCUSSIONE. Quand'è che si fa esperienza?
1.
Adesso, sentite le scarpe sui piedi?
2.
Le vostre scarpe, sono parte della vostra esperienza?
3.
Le vostre scarpe possono sentirvi?
4.
Siete una parte della loro esperienza?
5.
Se avete un sassolino nella scarpa, è parte della vostra esperienza?
6.
Il vostro piede è parte dell'esperienza del sassolino?
7.
Un sasso può avere esperienza?
8.
Un animale può avere esperienza?
9.
Gli esseri umani sono i soli che possono avere esperienze?
10. Se poteste scrivere la storia della vostra esperienza, sarebbe la stessa cosa della storia della vostra
vita?
ESERCIZIO. Quali di queste persone stanno avendo un'esperienza?
Sta avendo
un'esperienza
Non sta avendo
un'esperienza
?
Raoul ha detto: "Non è divertente nuotare nel
mare?".
❑
❑
❑
2.
Carolina ha detto: "Non mi succede mai
niente".
❑
❑
❑
3.
Mira ha detto: "Ehi, tu! Non andare con la
bicicletta sul mio piede!
❑
❑
❑
4.
Daniele ha detto: "Quel film era così eccitante!
Non me lo riesco a togliere dalla mente".
❑
❑
❑
Ivan ha detto: "La cena di Natale è la cosa più
bella!".
❑
❑
❑
Tina ha detto: "Non mi disturbare, sto
leggendo!".
❑
❑
❑
1.
5.
6.
154
7.
8.
Sta avendo
un'esperienza
Non sta avendo
un'esperienza
?
Jolanda ha detto: "Non mi disturbare, sto
sognando".
❑
❑
❑
Milos ha detto: "Perché deve succedere tutto a
me?".
❑
❑
❑
ESERCIZIO. Il significato di "esperienza"
Cosa significa la parola "esperienza" nelle frasi seguenti?
1.
Che esperienza!
2.
Non va bene per questo lavoro. Ha bisogno di più esperienza.
3.
Andare a scuola è stata una bella esperienza.
4.
La vita è piena di esperienza.
5.
Mi piacerebbe fare l'esperienza di volare.
6.
Vorrei aver avuto l'esperienza di conoscere mia nonna.
ESERCIZIO ED ATTIVITA'. Fare esperienza di un animale
Chiedete ai vostri alunni di scegliere il loro animale preferito senza dire a nessuno di cosa si tratta.
Poi chiedete loro di chiudere gli occhi e di immaginarsi l'animale mentre fa qualcosa di abituale. Lasciate
loro un po' di tempo per farlo. Poi chiedete a dei volontari di venire davanti alla classe e di rappresentare
e descrivere alcune delle esperienze del loro animale preferito. Lasciate che parlino di com'è la vita per il
loro animale preferito e che lo rappresentino. Chiedete al resto della classe di cercare di indovinare di
che animale si tratta.
PIANO DI DISCUSSIONE. Possibilità di esperienza
1.
Quante esperienze pensi si possono avere allo stesso tempo?
2.
Due persone possono condividere la stessa esperienza?
3.
Due persone possono avere la stessa esperienza?
4.
Due persone possono fare esattamente la stessa cosa ma avere un'esperienza diversa?
5.
Due persone possono provare gli stessi sentimenti ma avere un'esperienza diversa?
ESERCIZIO. Immaginare le esperienze degli altri
A.
Come pensate che queste persone, animali e cose completerebbero questa frase: "La migliore
esperienza che abbia mai avuto è......................................................................."
1.
vostra madre
6.
i vostri sentimenti
2.
il vostro animale domestico
7.
la vostra porta d'ingresso
3.
il vostro letto
8.
il vostro maglione preferito
4.
il vostro/ la vostra insegnante
9.
i vostri pensieri
5.
il vostro spazzolino da denti
10. le vostre unghie dei piedi
155
B.
156
Come pensate che questi animali completerebbero questa frase: "L'esperienza più divertente che
abbia mai avuto è stata quando................................................................."
1.
un grillo
5.
una formica
2.
un orso polare
6.
un serpente
3.
un rinoceronte
7.
un pollo
4.
un leopardo
8.
un verme
SECONDO EPISODIO
IDEA GUIDA 5.2.1. Quiete e riposo
I bambini sono abituati a comandi e a richieste del tipo: "Shhh!", "Zitti tutti", "Possiamo avere un po'
meno rumore, per favore?", e "Bambini, vi dispiace? Non ci capisco più niente!". Molti bambini aborrono
il silenzio come la natura aborre il vuoto. Evidentemente pensano che un periodo di silenzio sia solo un
buco nel tempo.
Ma se sono stanchi, o se possono essere indotti a pensare che sono stanchi, la quiete ed il riposo
possono avere un valore positivo anziché negativo per loro. Molti insegnanti lo sanno e cercano di offrire
un'ampia varietà di volume di suono in aula: né rumore né silenzio costanti ma una varietà di alternative.
In questo modo i bambini si troveranno in una condizione migliore per apprendere una varietà di
alternative verbali per descrivere il contrasto.
ESERCIZIO. Silenzioso, rumoroso ed altri contrasti
Ecco alcuni contrasti. Quali di essi implicano suoni?
soffice ed alto
lento e veloce
soffice e duro
cieco e sordo
silente e rumoroso
liscio e ruvido
silenzioso e loquace
silenzio e chiasso
fermo e in movimento
zittiti ed urlanti
PIANO DI DISCUSSIONE. Il tempo del riposo
1.
Che cos'è il tempo del riposo?
2.
Quando vi sentite tranquilli?
3.
Potete sentirvi tranquilli in un luogo rumoroso?
4.
Potere sentire rumori alti o chiasso in un luogo tranquillo?
5.
Preferite cose rumorose o silenziose?
ESERCIZIO. Diventare tranquilli
Quali sono alcune delle cose che potreste fare per:
1.
Farvi sentire tranquilli?
2.
Far sentire tranquillo qualcun altro?
3.
Rendere tranquilla una stanza?
4.
Rendere tranquillo un animale?
5.
Far fermare l'albero che si agita al vento?
6.
Far star zitta una sedia che cigola?
7.
Rendere tranquilla una festa?
157
8.
Rendere silenziosi i vostri passi?
9.
Rendere silenziosa una macchina?
10. Rendere silenziosi i vostri pensieri?
ESERCIZIO. Pensare in silenzio
Immagina soltanto che i tuoi pensieri ti stiano parlando e tu stia ascoltandoli. Cosa pensi direbbero
questi pensieri?
1.
Un pensiero silenzioso.
2.
Un pensiero rumoroso.
3.
Un pensiero felice.
4.
Un pensiero triste.
ATTIVITA'. Qualcosa da fare durante il riposo
Chiedete ai vostri studenti di stendersi sulla schiena sul pavimento e dite loro di essere
estremamente tranquilli. Poi chiedete loro di seguire queste istruzioni:
"Chiudete gli occhi e, nella vostra immaginazione, dipingete un posto tranquillo, un posto che trovate
sempre tranquillo. Dipingete questo posto il più chiaramente possibile nella vostra mente........ Vedete
tutte le cose che ci sono e tutti i colori...... Vedete se il posto ha un odore particolare......Ascoltate se vi
sono dei suoni................... Nella vostra immaginazione, toccate le cose che sono lì. Sentite come sono
al tatto........ Se c'è un'altra persona lì con voi, o altre persone, vedete chi è o chi sono...Vedete come
sono, com'è la loro voce, cosa potrebbero dire.….….. Ora lasciate la vostra immaginazione e tornate in
aula.....….. Sentitevi mentre state stesi sul pavimento dell'aula...…….. Ora aprite gli occhi".
Alla fine di questa attività chiamate dei volontari davanti alla classe e chiedete che descrivano a tutti il
loro speciale posto tranquillo.
IDEA GUIDA 5.2.2. Ridacchiare
I bambini ridacchiano prontamente quando sono divertiti. Il ridacchiare si trova a metà tra il sorriso
silenzioso e la risata isterica e incontrollata.
Ma i bambini ridacchiano anche quando sono imbarazzati o nervosi, sebbene spesso definiamo
questo: "risolino". E i bambini rideranno spesso se vengono solleticati.
PIANO DI DISCUSSIONE. Ridacchiare
1.
Chi ridacchia di più, i bambini o le bambine?
2.
Chi ridacchia di più, i bambini o gli adulti?
3.
Chi ridacchia di più, i conigli o le oche?
4.
Quando una cosa è buffa, ridacchiate sempre?
5.
Quando una cosa è triste, a volte ridacchiate?
6.
Direste che il ridacchiare sta al ridere come il piagnucolare sta al piangere?
158
IDEA GUIDA 5.2.3. Guardare, sguardo
I bambini sono abituati al potere dello sguardo. La signora Maestra guarda appena Milos e Stefano e
loro stanno zitti. Con un semplice sguardo si può concedere apprezzamento, comunicare affetto,
mostrare ostilità. Ovviamente, gli sguardi sono le più significative forme di comunicazione non - verbale
o "linguaggio corporeo".
PIANO DI DISCUSSIONE. Guardarsi l'un l'altro
1.
Ti capita mai di guardare qualcuno in modo da fargli fare qualcosa?
2.
Ti capita mai che delle persone ti guardano in un certo modo che ti fa fare qualcosa?
3.
Puoi dire qualcosa a qualcuno solo guardandolo?
4.
È possibile che qualcuno ti faccia sentire in un certo modo solo guardandoti?
5.
Ci sono delle cose che potete dire a qualcuno solo guardandolo?
ESERCIZIO. Essere guardati
Cosa fareste se:
1.
Vostra madre vi guardasse con le lacrime agli occhi.
2.
Il vostro migliore amico o la vostra migliore amica vi guardasse con un'espressione imbronciata
sul viso?
3.
Il vostro o la vostra insegnante vi guardasse con un sorriso sul volto?
4.
Un poliziotto vi facesse cenno?
5.
Il vostro animaletto domestico vi guardasse con un’espressione triste?
ATTIVITA'. Come appariamo
Chiamate diversi bambini a dimostrare le cose seguenti:
1.
Come appaiono quando sono felici.
2.
Come appaiono quando sono impauriti.
3.
Come appaiono quando sono sorpresi.
4.
Come appaiono quando sono tristi.
5.
Come appaiono quando stanno pensando.
Dopo che vari bambini hanno dimostrato le cose indicate sopra, chiedete alla classe se alcune
espressioni sembravano le stesse o se potevano essere confuse l'una con l'altra. Per esempio: apparire
felice o sorpresi potrebbero apparire simili?
IDEA GUIDA 5.2.4. La luna
Sarebbe difficile pensare a qualcosa che abbia avuto tanta presa sull'immaginazione umana come la
luna. È difficile spiegarne il motivo: forse è a causa del continuo cambiamento di forma della luna? Sono
le ombre che le persone credono di vedere sulla superficie della luna che li inducono a pensare di vedervi
un volto? È perché il circuito che la luna percorre intorno alla terra impiega un periodo di tempo
corrispondente ad un nostro mese? È a causa della sua apparenza argentea?
Chiedete ai vostri alunni se a loro piace la luna e perché.
159
ESERCIZIO. La principessa che voleva la luna
C'era una volta una principessa che voleva la luna. La chiese a sua madre, ma sua madre le disse:
"Chiedila a tuo padre, è il re, dopo tutto". Ma suo padre disse: "Posso darti tutto quello che possiedo. Ma
non possiedo la luna". la principessa si ammalò. Vennero i dottori, ma le dissero che non potevano
aiutarla ad avere la luna. Così si aggravò. Infine, arrivò una giovane donna. Tagliò un cerchio da un
foglio di alluminio e lo diede alla principessa: "Ecco la tua luna", disse. la principessa batté le mani e
immediatamente incominciò a migliorare. "Finalmente" disse "qualcuno mi ha capita".
Ora potete raccontare la storia di un principe che voleva il sole?
IDEA GUIDA 5.2.5. Stella
È difficile per i bambini sia formare un concetto di stella, sia immaginarselo in accordo a ciò che
capiscono potrebbe essere una stella. Diciamo ai bambini che il sole è una stella, ma appare così
diverso da ogni altra stella nel cielo che la nostra affermazione desta molta perplessità nei bambini.
Diciamo loro che la via lattea è solo una di innumerevoli galassie e che è composta da stelle come il
sole, e ancora una volta i bambini con cui parliamo sono sconcertati.
Eppure, cosa è più congeniale alla meraviglia di ciò che non possiamo né concepire né immaginare?
IDEA GUIDA 5.2.6. Sole insieme
Gianni dice di aver visto la luna e una stella sole insieme. Forse erano sole nell'intero cielo. Ma forse
no. A volte notiamo due persone tra la folla, e sembrano esistere solo l'una per l'altra. È come se fossero
separate da chiunque altro.
A tutto quello che abbiamo detto sull'essere un individuo, lasciateci aggiungere che a volte un paio o
una coppia di individui possono combinarsi e formare un nuovo individuo, così che sono sempre soli, ma
soli insieme. Per i bambini, ciò può assumere la forma dell'amicizia, ma in modo più fondamentale,
assume la forma della famiglia.
ESERCIZIO: Cose che vanno insieme
1.
caldo
1.
asciutto
2.
bagnato
2.
nero
3.
mamma
3.
freddo
4.
bianco
4.
nuvoloso
5.
miele
5.
spazio
6.
triste
6.
lacrime
7.
soleggiato
7.
regina
8.
re
8.
papà
9.
vuoto
9.
corpo
10. faccia
10. limone
ATTIVITA'. Scegliere cose che vanno insieme
Chiedete ai vostri alunni di sedere in silenzio e di guardare con attenzione tutte le cose e le persone
nella stanza. Dopo pochi momenti, chiedete loro di nuovo di guardare con attenzione tutte le persone e
160
tutte le cose, solo, questa volta chiedete di cercare due cose, due persone o una cosa e una persona che
pensano possano andare insieme (per esempio, una porta e una finestra perché sono entrambe uscite
dalla stanza, o una matita e Silvia perché sono entrambe lunghe e sottili etc.): Concedete loro alcuni
minuti per far ciò.
Poi, chiamate dei volontari per mostrare le loro due cose e spiegare al resto della classe perché
pensano debbano andare insieme.
Incoraggiate l'intera classe ad indagare ulteriormente, per alcuni minuti, per vedere se vi siano altri
modi in cui le due cose in questione possono andare insieme. Poi chiamate il prossimo volontario.
PIANO DI DISCUSSIONE. Solo e insieme
1.
Ci sono delle persone che stanno bene insieme?
2.
Ci sono delle persone che stanno meglio da sole?
3.
Cosa dite degli animali? Alcuni animali stanno insieme? Alcuni animali stanno da soli?
4.
Ci sono volte in cui è meglio stare con qualcuno che stare soli?
5.
Ci sono volte in cui è meglio stare soli?
6.
È possibile che due persone stiano insieme ma rimangano ancora sole?
PIANO DI DISCUSSIONE. Andare insieme e stare insieme
1.
Potete dare degli esempi di cose che vanno insieme?
2.
Potete dare degli esempi di cose che non vanno insieme?
3.
Come sapete quando due cose vanno insieme?
4.
Come sapete quando le persone vanno insieme?
5.
Le cose che vanno insieme stanno insieme?
6.
Ecco un gatto e un cane, stanno insieme e stanno da soli?
ESERCIZIO. Come sarebbe essere davvero soli
Date alla classe cinque minuti per pensare e discutere l'uno con l'altro su :
1.
Come si sentirebbero
2.
Cosa farebbero
3.
Cosa penserebbero
se fossero le uniche persone al mondo.
Poi chiamate dei volontari, uno alla volta, per descrivere al resto della classe quello che hanno
prodotto.
161
IDEA GUIDA 5.2.7. Cos'è una "specie di sorriso"
Usiamo "una specie di", (o forse lo fanno solo i bambini…) per indicare un esempio incompleto di un
dato concetto. Se i bambini dicono: "Uno struzzo è una specie di uccello" intendono che uno struzzo, in
qualche modo, non è un buon esempio di uccello. Potrebbe non incontrare tutti i criteri che i bambini
hanno in mente (come ad esempio essere in grado di volare).
"Una specie di" non deve essere confuso con il modo in cui "una sorta di" viene usato nel linguaggio
ordinario. "Una sorta di" indica semplicemente un tipo di. Una "specie di" indica invece un esempio
incompleto di. Così possiamo inferire che la signora Maestra, a questo punto, abbia fatto una "specie di"
sorriso.
ATTIVITA' E DISCUSSIONE. Una specie di
Chiamate dei volontari a mostrare come appaiono queste cose:
1.
una specie di sorriso
2.
una specie di camminata
3.
una specie di tosse
4.
una specie di ciao
5.
una specie di roba da mangiare.
Poi chiedete alla classe qual è la differenza tra queste e le cose "reali". Incoraggiate la classe a
pensare alle differenze tra "una specie di sorriso" e "un sorriso", "una specie di ciao" e "un ciao" etc. Può
essere utile che ciascuno prima mostri le differenze tra queste due cose. Per esempio, qualcuno
potrebbe essere capace di spiegare come appare "una specie di sorriso" e come appare un sorriso
"reale". Questa dimostrazione delle differenze rende più facile agli altri, allora, articolare queste differenze
perché possono descrivere quello che hanno visto.
IDEA GUIDA 5.2.8. Meravigliarsi e interrogarsi
Se la ricerca può essere pensata come un albero con molti rami, allora il meravigliarsi e l'interrogarsi
possono essere pensati come il suolo in cui affonda le sue molte radici. L'interrogarsi, il chiedersi,
implicano stupore ma contengono il germe del pensiero. Ecco perché si dice così spesso che la filosofia
ha inizio con la meraviglia. Perché la filosofia è, tra le altre cose, una ricerca teorica.
Forse sarebbe troppo dire che i bambini sono "filosofi nati" . Ma, poiché si meravigliano tanto, non
sembra che ci sia nulla di sbagliato nel dire che sono pronti a fare filosofia e che hanno bisogno solo di
qualche incoraggiamento per diventare bravi a filosofare.
ESERCIZIO. Cose che mi meravigliano
Ecco un'opportunità, per ognuno in classe, di formulare una o due frasi sull'argomento "Cose che mi
meravigliano" (sarà abbastanza se riuscirete a dire anche di una sola cosa che vi meraviglia).
PIANO DI DISCUSSIONE. Meravigliarsi
1.
Se comprendete qualcosa, ve ne meravigliate?
2.
Se comprendete qualcosa, ve ne meravigliate?
162
3.
Se avete un gatto, vi chiedete cosa pensa?
4.
Se non avete un gatto, vi chiedete cosa pensa?
5.
Vi chiedete cosa pensano le altre persone?
6.
Vi chiedete cosa pensate?
7.
Vi chiedete come pensate?
8.
Vi chiedete perché pensate?
9.
Vi chiedete perché vi interrogate?
10. C'è nessun altro che sappia quanto vi interrogate?
IDEA GUIDA 5.2.9. Cantare
In alcune culture, si canta molto, in altre culture, è una rarità. Alcune persone cantano sotto la doccia,
alcune quando marciano, altre quando bevono. Alcuni cantano canzoni ai bambini per farli svegliare, altri
per farli addormentare. Alcuni canti ci mettono allegria, altri ci spezzano il cuore. Ci sono dei canti che
possiamo fare solo in coro con gli altri ma in alcuni casi non vogliamo compagnia quando cantiamo.
Cantare, come raccontare storie, è un modo di dare ritmo ed espressione alla nostra esperienza,
proprio come cantare e suonare qualche strumento musicale. È un modo di mettere insieme significato e
sentimento.
ATTIVITA'. Cantate una canzone
Scegliete una canzone a cantatela insieme, una strofa per ciascuno.
IDEA GUIDA 5.2.10. Amici che sono amici
All'inizio l'idea di Elfie che i suoi amici sono amici ci colpisce come qualcosa di sciocco, o come una
tautologia (come le pietre sono pietre o le finestre sono finestre). Ma un po' di riflessione ci mostrerà che
questo non è il significato che lei vi attribuisce. Lei intende che due persone (Sofia e Diana) che sono sue
amiche sono anche amiche tra loro. Così, sembra una tautologia, ma non lo è veramente.
PIANO DI DISCUSSIONE. Chi possono essere gli amici?
Avete:
1.
amici che sono amici? Potete fare un esempio?
2.
parenti che sono amici? Potete fare un esempio?
3.
animaletti domestici che sono amici? Potete fare un esempio?
4.
persone che non vi piacciono che sono amiche? Potete fare un esempio?
5.
persone che non conoscete che sono amiche? Potete fare un esempio?
ESERCIZIO DI SCRITTURA. Amici immaginari
Chiedete alla classe di immaginare di avere due amici speciali. Uno è un bambino della loro stessa
età, l'altro è un grande gatto nero che abita nell'appartamento accanto. Poi chiedete alla classe di
immaginare di essere seduti al sole con questi due amici speciali. Per qualche minuto chiedete alla
163
classe di chiudere gli occhi e chiedete loro di sentire il sole tiepido sulla schiena e di ascoltare con
attenzione quello di cui stanno parlando loro ed i loro amici. "Cosa sentite dire ai vostri amici?", "Cosa
state dicendo loro?", "Il bambino sta dicendo qualcosa?", "E il gatto?". Dopo qualche minuto chiedete
alla classe di aprire gli occhi e chiedete loro di scrivere di cosa stavano parlando con i loro amici
immaginari.
164
TERZO EPISODIO
IDEA GUIDA 5.3.1. Frasi
La frase, più che la parola, è l'unità fondamentale di significato. Anche quando una parola è usata da
sola, è probabilmente usata come una frase (per esempio, se qualcuno grida: "Fuoco!" intende " C'è un
fuoco qui!").
Le frasi possono essere assertive, esclamative, interrogative e così via, come negli esempi seguenti:
Asserzione (o affermazione)
"Oggi è bellissimo!".
Esclamazione
"Oh, com'è bello oggi!".
Domanda
"Oggi è bello?"
Comando (ordine o richiesta)
"Raddrizzate i vostri banchi, per favore".
Chi impara a leggere è in grado di identificare le frase come stringhe di parole che incominciano con
una lettera maiuscola e finiscono con un punto o con un punto esclamativo o interrogativo. Incominciano
anche a distinguere tra frasi e non frasi (come parole singole e interi periodi).
In genere, le frasi hanno un soggetto e un verbo. A volte hanno anche un oggetto. Per esempio
"Maria cantava" è un esempio di frase che è composta solo da un soggetto e da un verbo . "Maria
cantava la canzone" è una frase che contiene un soggetto, un verbo ed un oggetto.
ESERCIZIO. Frasi
Quali delle seguenti sono frasi?
1.
Genni ballava.
2.
Il bambino ha carezzato il gatto.
3.
Qualcosa.
4.
Prima abbiamo riso. Poi abbiamo pianto. Poi abbiamo mangiato. Poi abbiamo dormito. Alla fine,
era tempo di andare a casa così ci siamo messi i cappotti e siamo andati via.
5.
C'è niente da mangiare?
6.
Bambini, per favore, mettetevi in fila vicino la porta.
7.
Oh, ora lo so cosa vuoi dire!
8.
Stop!
ESERCIZIO. Fare frasi
Poiché una frase può consistere di un soggetto, un verbo ed un oggetto, eccovi alcune parole che
potete mettere insieme per formare delle frasi (per esempio, da "cane", "sedeva", "ceppo" potete formare
la frase "il cane sedeva sul ceppo"). Scegliete la vostra combinazione di parole.
Parole soggetto
Verbi
Parole oggetto
cane
sedeva
ciocco
formaggio
camminava
pancia
nuvola
colpiva
fune
165
bambino
girava
castello
tempesta
riempiva
casa
panino con il würstel
galleggiava
sottaceto
cacciò fuori
gatto
spense
fu mangiato da
IDEA GUIDA 5.3.2. Usare la parola sbagliata
Sergio dice: "Distinguere il fuoco" invece di "Estinguere il fuoco". È un errore che un bambino fa
facilmente. Man mano che cresciamo, diventiamo più abili nell'evitare errori come questo ma non siamo
mai probabilmente in grado di evitarli del tutto. È particolarmente facile fare un errore quando le parole si
somigliano come "distinguere" ed "estinguere".
ESERCIZIO. Mettere la parola giusta al posto giusto
Ciascuna delle frasi seguenti contiene una parola sbagliata. Sostituitela con una parola più adatta
presa dalla lista nella colonna sulla destra.
1.
Toni ha detto: "Mi piace bere il pane più del formaggio".
colori
2.
Gaia ha detto: "La barca è sprofondata sulla superficie del mare".
mangiare
3.
Milos ha detto: "Scriverò sulla lavagna con il gatto".
acqua
4.
Mira ha detto: "La pioggia è fatta da gocce d'inchiostro".
fondo
5.
Francesco ha detto: "Mi piacciono le illustrazioni con dentro i libri".
gesso
Ecco altre frasi come quelle che avete appena fatto. Ma questa volta la parola sbagliata e quella
giusta appaiono molto simili.
1.
Adele ha detto: "Qualsiasi cosa sia successa in passato è parte della boria ".
more
2.
Sergio ha detto: "Le mare sono dolci ".
storia
3.
Sonia ha detto: "Mi hai tolto le parole di bacca".
partecipare
4.
Mirko ha detto: "L'importante è posticipare non vincere".
bocca
Ora cercate di inventarne alcune voi! Chiedete a ciascun bambino della classe di inventare una frase
con una parola sbagliata. Chiedete loro di tenersi le frasi per sé. Chiamate un volontario e chiedergli di
dire la sua frase ad alta voce alla classe. Chiedete al resto della classe se possono riconoscere la parola
sbagliata e se possono indicare quale dovrebbe essere quella giusta. Il bambino che indovina la risposta
quindi viene davanti alla classe e dice la sua frase. Se non c'è nessuno che riesca a riconoscere la
parola sbagliata e ad indovinare quale dovrebbe essere quella giusta, la persona che ha inventato la
frase spiega alla classe la risposta e sceglie qualcun altro per continuare.
IDEA GUIDA 5.3.3. Parlare insieme
Uno dei principali obiettivi di Philosophy for Children è indurre i bambini a conversare l'uno con l'altro
su questioni che considerano significative. Ciò significa che dovrebbero trattare se stessi ed i propri
compagni di classe come capaci di un dialogo sostanzioso su argomenti di qualche significatività e ciò, a
sua volta, rinforza il rispetto che essi hanno sia per gli altri, sia per se stessi.
166
PIANO DI DISCUSSIONE. Parlare insieme
1.
Con chi è più divertente parlare? Con i tuoi compagni, con i tuoi fratelli e sorelle o con qualcun
altro?
2.
Con chi condividi i tuoi segreti? Con i tuoi compagni, i tuoi genitori o con qualcun altro?
3.
Con chi puoi andare d'accordo senza conversare molto? Con i tuoi amici, i tuoi parenti o altre
persone?
4.
Con chi è più divertente parlare delle storie ? Con i tuoi genitori, o tuoi amici o con qualcun altro?
5.
Con chi è più divertente parlare della gente? Con il tuo/la tua insegnante, i tuoi amici o qualcun
altro?
ESERCIZIO. Modi di parlare insieme
Quali delle seguenti sono cose buone da fare quando si parla con i compagni o con gli amici e quali
non sono cose buone da fare?
1.
Ascoltare attentamente cosa ti viene detto.
2.
Interrompere mentre gli altri parlano.
3.
Non dare agli altri un'opportunità di parlare.
4.
Sussurrare cose al tuo vicino mentre gli altri parlano.
5.
Aiutare gli altri a formulare le loro idee.
ATTIVITA'. Parlare insieme
1.
Dividete la classe in piccoli gruppi di tre, quattro o cinque. Chiedete ai bambini di sedere in gruppo
e di parlare insieme per un po'. Date loro cinque minuti per farlo. Poi riunite la classe e chiedete a
ciascun bambino di pensare alle cose di cui ha parlato il suo gruppo e a cosa gli piacerebbe
discutere. Chiamate diversi bambini a condividere le loro idee con la classe.
2.
Chiedete ai bambini di formare nuovamente i gruppi e invitateli a parlare, questa volta, delle cose di
cui avrebbero voluto parlare prima. Date loro cinque minuti per farlo. Poi riunite la casse. Chiedete
a ciascun bambino di riflettere su quello di cui ha parlato il suo gruppo. Chiamate diversi bambini a
condividere le loro idee con la classe. Hanno parlato di ciò di cui volevano parlare?
3.
Chiedete ai bambini in che modo pensano che molti bambini con differenti idee riguardo ciò di cui
vogliono parlare potrebbero avere l'opportunità di farlo. Ci sono delle regole o linee guida che un
gruppo deve seguire se ciascuno deve avere l'opportunità di dire ciò che vuole dire?
IDEA GUIDA 5.3.4. Esempi
L'abilità di formare concetti è in stretta relazione con l'abilità di fornire esempi. Se comprendete il
concetto "cane" dovreste essere in grado di indicare Rintintin, Lassie e Pluto come esempi. E se pensate
che Rintintin è un esempio di qualcosa, sicuramente una cosa che Rintintin esemplifica è il concetto di
"cane" (non c'è dubbio che Rintintin potrebbe anche esemplificare innumerevoli altre cose come il
coraggio, la pazienza, il pelo lucido...).
Perciò, la pratica nel fornire esempi dovrebbe essere utile nel costruire abilità di concettualizzazione e
la pratica nel formare concetti dovrebbe essere utile nel generare esempi.
Certamente, tendiamo a pensare agli esempi come limitati ad esempi di cose, ma ovviamente
possono esserci molti diversi tipi di esempi come esempi di azioni, sentimenti, o parole e così via.
167
ESERCIZIO. Esempi di sentimenti ed azioni
1.
Mirko è infelice oggi. Quali delle cose seguenti sono esempi di quello che Mirko potrebbe fare?
a. ridere.
2.
e. nascondersi.
b. piangere.
f. colpire.
c. mangiare.
g. non prestare attenzione.
d. parlare.
h. sentirsi di cattivo umore.
Giorgia è felice oggi. Quali delle cose seguenti sono esempi di quello che Giorgia potrebbe fare?
a. ridere.
e. nascondersi.
b. piangere.
f. colpire.
c. mangiare.
g. non prestare attenzione.
d. parlare.
h. sentirsi di cattivo umore.
ESERCIZIO. Esempi di attività
Chi può darci esempi delle cose seguenti? (ricordate: non ditecelo soltanto, ma mostratecelo!).
1.
stare in piedi
6.
camminare
2.
correre
7.
pensare
3.
cantare
8.
scrivere
4.
ballare
9.
parlare
5.
dormire
10. svegliarsi
ESERCIZIO. Esempi di concetti
Ecco alcuni concetti. Scegliete gli esempi migliori.
1.
Concetto: scuola. Esempi: la scuola Anna Frank, la scuola G.Nevio, la tua scuola.
2.
Concetto: paese. Esempi: Gli Stati Uniti, la Francia, il Giappone, Chicago.
3.
Concetto: stagione. Esempi: primavera, febbraio, estate, autunno.
4.
Concetto: marca di automobile. Esempi: Fiat, Peugeot, Nutella, furgoncino.
5.
Concetto: cane. Esempi: gattino, spaniel, passero, barboncino.
ESERCIZIO: Esempi di cose
Ecco alcune cose ed alcuni possibili esempi. Scegli gli esempi migliori.
1.
Cosa: automobile. Esempi: automobile da corsa, barca a vela, tassì, ambulanza.
2.
Cosa: pastello. Esempi: pastello rosso, il pastello di Gianni, pastello blu, pastello verde.
3.
Cosa: banco. Esempi: il tuo banco, il mio banco, il suo banco, qualsiasi banco.
4.
Cosa: pane. Esempi: pane di segale, pane bianco, pane integrale, una pasta di pane.
5.
Cosa: zuppa. Esempi: olio del motore, risciacquatura di piatti, zuppa di fagioli, zuppa di lenticchie.
168
IDEA GUIDA 5.3.5. Non è e non sono
Quando neghiamo i verbi è e sono otteniamo non è e non sono. Sono verbi che si negano l'un l'altro
e i bambini li useranno senza parole di accompagnamento, come in questo tipo di conversazione.
"Il sole è una stella".
"Non lo è".
"Lo è!".
"Non lo è!".
In aggiunta alla funzione di negazione che questi termini rivestono essi funzionano anche come
indicatori di distinzioni. Distinguiamo tra due cose (o sentimenti, o azioni, o idee etc..) dicendo che l'uno
non è l'altro.
Inoltre, quando costruiamo una frase, generalmente usiamo un termine soggetto ed un termine
predicato. Se usiamo è o sono intendiamo che il predicato appartiene al soggetto. Se usiamo non è o
non sono intendiamo che il predicato non appartiene al soggetto. Per esempio:
La luna è bianca.
La luna non è verde.
I cani sono animali.
I cani non sono capaci di volare.
Potrebbe sembrare strano dire, nel terzo esempio, che il predicato appartiene al soggetto. I cani non
appartengono alla classe degli animali? Ma stiamo anche predicando l'"animalità" dei cani, cioè, stiamo
dicendo che i cani hanno la proprietà di essere animali.
Ma è un tecnicismo logico. Per il momento, ci interessa il modo in cui non è e non sono servono per
indicare distinzioni.
ESERCIZIO. Dinieghi (1)
A volte una persona dirà che qualcosa è così ed un altra persona dirà che non è così.
Facciamo un po' di pratica di questo uso di è e non è. Quando una frase contiene è, dovete dare una
frase che contenga non è. E quando una frase contiene non è, dovete dare una frase che contenga è.
Poi fate la stessa cosa con frasi con sono e non sono.
Esempi:
La nuvola è bianca
La nuvola non è bianca.
Gli alberi sono alti.
Gli alberi non sono alti.
a.
Qualcuno ha detto: "L'erba è verde".
Ma qualcun altro potrebbe dire: " L'erba........................................verde".
b.
Qualcuno ha detto: "Le carote sono disgustose".
Ma qualcun altro potrebbe dire: " Le carote........................................disgustose".
c.
Qualcuno ha detto: "Gli elefanti sono grandi".
Ma qualcun altro potrebbe dire: "Gli elefanti.......................................grandi".
d.
Qualcuno ha detto: "Fare i compiti è divertente".
Ma qualcun altro potrebbe dire: "Fare i compiti.......................................divertente".
e.
Qualcuno ha detto: "Camminare nelle pozzanghere è divertente".
Ma qualcun altro potrebbe dire: "Camminare nelle pozzanghere.....................divertente".
169
f.
Qualcuno ha detto: "Il sale è dolce".
Ma voi potreste dire: "Il sale........................................dolce".
ESERCIZIO. Dinieghi (2).
A volte una persona incomincia una frase con "Nessuno" e voi non vi trovate d'accordo. Cosa dite?
Per esempio, qualcuno vi dice: "Nessun banco è fatto di legno". Ora, sapete che ci sono banchi di
legno e banchi di metallo. Così, non potete rispondere dicendo: "Tutti i banchi sono fatti di legno" non è
vero? Per mostrare in che modo non siete d'accordo con ciò che l'altra persona ha detto probabilmente
direte "No, non sono d'accordo con te, alcuni banchi sono fatti di legno".
Facciamo ancora frasi come questa.
Esempio: qualcuno vi dice: "Nessun bambino in questa classe legge bene".
Potreste esprimere il vostro disaccordo dicendo: "Alcuni bambini della classe leggono bene".
Qualcuno vi dice. "Nessun paio di mani in questa stanza è pulito".
a.
Non siete d'accordo, così dite ".................................paio di mani in questa stanza è pulito".
Qualcuno vi dice. "Nessun aula in questa scuola è grande".
b.
Non siete d'accordo, così dite ".................................aule questa stanza sono grandi".
Qualcuno vi dice. "Nessun gatto ama i cani".
c.
Non siete d'accordo, così dite "............................................................... ".
Qualcuno vi dice. " A Nessun autista di autobus piacciono i bambini".
d.
Non siete d'accordo, così dite ".............................................................................".
Qualcuno vi dice. "Nessuna plastilina è verde".
e.
Non siete d'accordo, così dite "..............................................................................".
IDEA GUIDA 5.3.6. Non è, non sono e nessuno/a come indicatori di distinzione
Quando vogliamo separare due cose diverse o due diversi tipi di cose spesso usiamo parole come
non è, non sono e nessuno/a. Così, queste tre parole o frasi sono indicatori di distinzione. Ci indicano
che la persona che sta parlando sta cercando di distinguere una cosa dall'altra. Per esempio, ecco
alcune distinzioni con l'uso di questi termini.
Il latte non è burro.
I conigli non sono scoiattoli.
Nessun jeans è un guantone.
ESERCIZIO. Distinguere tra cose.
Potete fare delle frasi che indichino delle distinzioni come quelle di prima con un po' d'aiuto? Così:
1.
a. gatti, cani.
b. zuppe, insalate.
c. macchine, aeroplani.
170
2.
a. porte,..........................
b. carni,..........................
c. urli,..........................…
3.
a. ....................,..........................
b. ....................,..........................
c. ....................,..........................
ESERCIZIO. Non è
Riempite gli spazi con una di queste parole:
pianta
acqua
animale
carne
cibo
1.
Un cane non è.............................................
2.
Una torta non è...........................................
3.
La pelle non è..............................................
4.
Un albero non è..........................................
5.
La pioggia non è.........................................
ESERCIZIO. Non sono
Riempite gli spazi con un sostantivo. Per esempio: "Gli scoiattoli non sono serpenti".
1.
I sorrisi non sono..................................................................................................
2.
I cieli non sono.....................................................................................................
3.
Gli arrivederci non sono........................................................................................
4.
I pensieri non sono................................................................................................
5.
Le scuole non sono................................................................................................
ESERCIZIO. Distinguere cose da tipi di cose
Supponiamo che qualcuno dica: "Nessuna caramella è amara", che tipo di distinzione è? Bene, la
caramella è una cosa, ma amaro si riferisce ad un'intera classe o tipo di cose, cose che sono amare. E
spesso parliamo proprio così: distinguiamo cose da tipi di cose.
Ecco alcuni esempi:
Il latte non è viola.
Nessuna capra è una piacevole compagnia.
I pastelli non sono buoni da mangiare.
Come potete vedere, il latte non è qualcosa che sia viola, le capre sono qualcosa con cui non sia
piacevole vivere, ed i pastelli non sono cose buone da mangiare.
171
Ora, tentate di farne alcuni voi:
1.
a. barche a motore, economiche.
b. diamanti, soffici.
c. pneumatici, quadrati.
2.
a. ....................., leggero.
b. ......................., giallo.
c. ........................, facile da leggere.
3.
a. ....................,..........................
b. ...................,...........................
c. ....................,...........................
IDEA GUIDA 5.3.7. Fare distinzioni con sono diverse/i da…
Un altro modo di fare distinzioni è per mezzo di frasi: "È diverso/a da...", e "Sono diversi/e da".
L'esempio di Gianni è: "Le lune sono diverse dalle stelle". Un altro esempio sarebbe: "Il sole è diverso
dalla luna".
Ora provate a farne qualcuna:
1.
a. sapone, dentifricio
b. graffette, evidenziatori
c. acqua, grasso
d. sale, zucchero
2.
a. benzina, ..............
b. campi da gioco,..................
c. sporcizia,.............................
d. pinzette per capelli,...............
3.
a. .......................,.............................
b. .......................,.............................
c. .......................,.............................
d. .......................,.............................
ESERCIZIO. Diverso/a da, simile a
In quali modi:
1.
Le lune sono diverse dalle stelle?
2.
Gli alberi sono diversi dai fiori?
3.
Alcuni amici sono diversi da altri amici?
172
4.
Le parole sono diverse dalla musica?
5.
I pesci sono diversi dagli uccelli?
In quali modi :
1.
Le lune sono simili alle stelle?
2.
Gli alberi sono simili ai fiori?
3.
Alcuni amici sono simili ad altri amici?
4.
Le parole sono simili alla musica?
5.
I pesci sono simili agli uccelli?
ESERCIZIO. Nessuna/o
Riempi gli spazi:
1.
Nessun....................................................................................................è una persona.
2.
Nessun....................................................................................................è neve.
3.
Nessun....................................................................................................è una tigre.
4.
Nessun....................................................................................................è un'ananas.
5.
Nessun....................................................................................................è una vacanza.
IDEA GUIDA 5.3.8. Trovare la parola giusta.
Elfie non riesce a trovare la parola giusta per descrivere Sofia, e non si accontenta di una parola che
vi si avvicini ma che non sia precisa. Nel cercare di fissare con una parola esatta l'impressione che ha di
Sofia, Elfie ricorre al metodo del contrasto. Prende una parola che non è proprio giusta e cerca con
questo mezzo di trovare la parola giusta.
Il metodo del contrasto può essere molto utile per questo scopo. Ritorneremo in seguito ad una
considerazione della parola esatta con cui Elfie vuole descrivere Sofia. Per ora, può andar bene fare
pratica contrastando la parola giusta con parole non del tutto giuste (ovviamente, è un po' più difficile del
contrastare le parole con i loro opposti).
ESERCIZIO. Parole giuste in opposizione a parole non del tutto giuste
1.
Non del tutto
giusta
Giusta
?
❑
❑
❑
❑
❑
❑
Giacomo dice sempre la verità. Quale parola
descrive meglio Giacomo?
Severo
Cattivo
Onesto
Pensieroso
2.
Michela cerca sempre di fare cose buone per gli
altri. Quale parola descrive meglio Michela?
Occupata
Utile
Disponibile
Studiosa
173
3.
Felice tiene sempre da conto i sentimenti degli
altri. Quale parola descrive meglio Felice?
Delicato
Incurante
Premuroso
Piacevole
4.
❑
❑
❑
❑
❑
❑
Marco a volte si assopisce in classe. Quale
parola descrive meglio Marco quando fa questo?
Disattento
Ammalato
Incosciente
Assonnato
174
QUARTO EPISODIO
IDEA GUIDA 5.4.1. Ragionamento analogico
Elfie scopre che se muove un punto diventa una linea. Poi si chiede cosa fa una linea che si muove.
Elfie sta ragionando in modo analogico. Un' analogia è generalmente una relazione tra due relazioni. Se
qualcuno dice: "I gattini stanno ai gatti come i cagnolini stanno ai cani" sta dicendo che i gattini sono la
figliolanza dei gatti così come i cagnolini sono la figliolanza dei cani. Certamente, qualsiasi coppia di
termini che hanno la relazione sono la figliolanza di avrebbe la stessa funzione: gli orsacchiotti stanno
agli orsi come i vitelli stanno alle mucche, i porcellini stanno ai maiali come i gufetti stanno ai gufi etc.
Ma in questo caso Elfie non dispone tutti gli elementi con cui completare l'analogia. Un punto che si
muove sta ad una linea, dice a se stessa, come una linea che si muove sta a..........cosa? Non lo sa.
Elfie muove la linea avvicinando il pezzo di carta agli occhi. Così facendo, genera un piano. Ma non
sa che si tratta di un piano o, comunque, non sa che nome dargli.
ESERCIZIO. Far pratica di ragionamento analogico
1.
Le dita stanno alle mani come gli alluci stanno ai.......................................
2.
I pulcini stanno ai polli come gli agnelli stanno a........................................
3.
Le macchine stanno ai garage come le persone stanno a......................…..
4.
La pelle sta alla carne come la corteccia sta a............................................
5.
Le sorelle stanno alle zie come i fratelli stanno a........................................
ESERCIZIO. Azioni analogiche
1.
Scavare per i vermi è come........................................................................
2.
Lanciare un freesbee è come.....................................................................
3.
Distribuire libri è come...............................................................................
4.
Scrivere il tuo nome a stampatello è come................................................
5.
Pettinarti i capelli è come..........................................................................
IDEA GUIDA 5.4.2. Essere alti ed altri predicati
Quando esaminiamo la frase: "Il Direttore è alto" vediamo che "Il Direttore" è il soggetto della frase e
"è alto" è il predicato. Possiamo quindi dire che essere alto è qualcosa che è vero per il Direttore.
La stessa cosa è vera per la frase: "Il prato è verde". Essere verde è predicato del prato.
Non c'è niente di particolarmente strano riguardo a ciò in sé e per sé: è solo il modo in cui funziona il
nostro linguaggio. Ma Elfie si domanda: "Come mai?". E, certamente, potremmo fare lo stesso in
riferimento a ciascun caso di predicazione. Fare ciò significherebbe veramente interrogarsi sul mondo.
Come mai gli uccelli hanno le ali? Come mai il latte è bianco? Come mai lo zucchero è dolce?
La risposta di Elfie alla domanda sull'altezza del Direttore non è di grande aiuto. Allarga un po' il
significato della parola alto in questo caso ma non spiega come mai il Direttore è così.
Così la domanda: "Come mai?" presumibilmente richiede una spiegazione ed Elfie per errore
risponde alla domanda di Chicca con una definizione di tipi. Questa risposta è solo uno dei molti modi in
175
cui una risposta può non essere corretta. Col tempo, possiamo aspettarci che Elfie scoprirà molti altri
modi non corretti di rispondere ma anche pochi modi corretti.
ESERCIZIO. Alto
Chicca chiede ad Elfie: "Come mai il signor Direttore è così alto?". Elfie dice: "Perché la sua testa è
tanto lontana dai suoi piedi". Quello che ha detto Elfie è una buona risposta? Potete dire perché o perché
no? Ecco alcune altre risposte che Elfie potrebbe aver dato. Pensate che sono buone o cattive? Potete
dire perché?
Domanda: "Come mai il signor direttore è così alto?".
Elfie potrebbe aver detto:
Buona
Non buona
?
1. "Perché suo padre e sua madre sono alti."
❑
❑
❑
2.
❑
❑
❑
3. "Perchè i suoi abiti sono tanto grandi".
❑
❑
❑
4. "Perchè noi siamo tanto bassi".
❑
❑
❑
5. "Perchè il soffitto in questa stanza è molto basso".
❑
❑
❑
6. "Perchè gli piace stirarsi".
❑
❑
❑
7. "Perchè un tempo giocava molto a pallacanestro".
❑
❑
❑
"Perché ha piedi grandi".
PIANO DI DISCUSSIONE. Alto
1.
Se conosceste un uomo alto due metri, pensereste che è alto?
2.
Se quell'uomo stesse vicino ad un grattacielo, pensereste ancora che è alto?
3.
Una persona alta può avere gambe corte?
4.
Un edificio alto può avere un nome breve?
5.
Una persona alta può avere un letto corto?
PIANO DI DISCUSSIONE. Cosa può fare una persona alta?
Cosa possono fare delle persone alte se:
1.
Vivessero in una casa bassa?
2.
Si innamorassero di una persona bassa?
3.
Volessero apparire più bassi?
4.
Volessero nascondersi?
5.
Volessero figli bassi?
ESERCIZIO: Il più alto o il più grosso
1.
Chi è la persona più alta che abbiate mai visto?
2.
Qual'è l'edificio più alto che conoscete?
3.
Qual'è l'albero più alto che abbiate mai visto?
4.
Qual'è la lettera più alta dell'alfabeto?
5.
Qual'è la bugia più grossa che abbiate mai sentito?
176
ESERCIZIO. Cosa significa alto o grosso?
Cosa significa alto nelle seguenti frasi?
1.
La statua non è così alta, è solo un metro.
2.
Deve essere un uomo orgoglioso, cammina a testa alta.
3.
La signora sta bene con quel cappello alto.
4.
I bambini sono sempre sgridati per le loro grosse bugie.
5.
Gianni è alto un metro e novanta.
IDEA GUIDA 5.4.3. Contare
Alla domanda "Quanti...?" generalmente si risponde contando. Almeno, questo è il caso in cui sono
implicati solo piccoli gruppi.
Quando contiamo, comunque, assumiamo delle linee guida, o criteri. Uno dei più importanti di questi
è che ognuno degli articoli preso in considerazione deve essere contato una volta e non più di una volta.
Elfie può contare. Può addizionare 2+2+2+2 ed ottiene 8. Ma ha dimenticato l'indispensabile criterio
menzionato in precedenza, così non si accorge che ogni articolo è stato contato due volte.
Contare, è, certamente, un processo notevole, ed una delle più importanti invenzioni umane. Una
volta che le cose sono state convertite in numeri possiamo combinare questi numeri in modi
incredibilmente diversi, con prevedibilità e controllo molto maggiori che se avessimo combinato le
stesse cose in modo sperimentale.
Così convertiamo i telefoni in numeri telefonici, persone in codici fiscali, e persino suoni e colori in
numeri come è reso possibile da parte della standardizzazione e routinarietà rese possibili dalla moderna
tecnologia. Ma gran parte di ciò implica che le cose possano essere contate e contare correttamente
significa aderire a certe linee guida o criteri tacitamente assunti come validi.
PIANO DI DISCUSSIONE. Che significa contare?
1.
Contare è come numerare?
2.
Contare è come dare nomi? Se no, cosa c'è di diverso?
3.
Contare è come addizionare?
4.
Perchè i giorni della settimana hanno i nomi ma i giorni dei mesi hanno i numeri?
5.
Potete contare i vostri occhi? Le vostre ginocchia? I vostri nasi? I vostri alluci? I vostri capelli?
ESERCIZIO. Contare
1.
Quante dita hai alla mano destra?
2.
Quanti alluci hai al tuo piede sinistro?
3.
Quanti denti hai nella mascella inferiore?
4.
Quante teste hai?
5.
Quanti avambracci hai?
6.
Quanti capelli hai in testa?
7.
Quanti muscoli hai nella mano sinistra?
8.
Quante orecchie avete tu e il tuo/la tua insegnante?
9.
Quante unghie hai sugli alluci?
10. Quanti cuori ci sono nell'aula adesso?
177
ESERCIZIO. Addizionare
1.
Quanto fa uno più uno?
2.
Quanto fa uno più zero?
3.
Quanto fa uno ed un....?
4.
Quanto fa un cane più un cane?
5.
Quanto fa un cane più un gatto?
6.
Quanto fa zero più zero?
7.
Quanto fa martedì più mercoledì?
8.
Quanto fa blu più rosso?
9.
Quanto fa troppo?
10. Quanto fa un sacco e un poco?
IDEA GUIDA 5.4.4. Apparenza e realtà
Elfie sa che c'è una differenza tra il modo in cui le cose possono sembrare e il modo in cui sono
realmente. Ma non sa sempre qual è. Così, non è sicura di cosa è apparenza e cosa è realtà (ne
sorridiamo, certamente, ma anche noi non siamo sempre sicuri di quale sia apparenza e quale realtà).
Mettiamo un righello intatto in un bicchiere d'acqua e sembra rotto. Lo tiriamo fuori di nuovo ed
appare sano. Così diciamo che l'aspetto rotto è pura apparenza e l'aspetto sano è realtà. Elfie guarda il
cane e questo sembra avere solo quattro gambe. Ma Sergio conta le gambe e ne ottiene otto. Su cosa di
deve basare di più Elfie, il guardare o il contare?
Decide che la percezione potrebbe essere un'illusione ottica, e così decide (erroneamente) a favore
del contare. Non si rende conto che Sergio potrebbe star cercando di imbrogliarla. E sa che può
addizionare 2+2+2+2. Così si fida del suo ragionamento più che dei suoi sensi.
Sotto questo aspetto, si sta sbagliando? Non ci sono volte in cui noi facciamo lo stesso?
I nostri sensi ci dicono che il sole si muove attraverso il cielo; la nostra ragione ci dice che è
un'illusione ottica. I nostri occhi ci dicono che i binari del treno convergono, la nostra mente ci dice di no.
La domanda è: quando dobbiamo fidarci dei nostri sensi e quando della nostra razionalità?
ESERCIZIO. Apparenze e realtà
Riempite un bicchiere a metà di acqua. Mettete una matita nel bicchiere. Ora guardate la matita
attraverso una parete del bicchiere. La matita appare spezzata? Se sì, perché?
PIANO DI DISCUSSIONE. Apparenza e realtà
1.
Potete pensare a delle cose che non sono veramente quello che sembrano?
2.
Pensate che altre persone potrebbero vederle come le vedete voi o potrebbero vederle come sono
realmente? (Lavorate con gli esempi dei bambini).
3.
Come sapete che queste cose non appaiono come sono realmente? (Ancora, lavorate con gli
esempi dei bambini).
4.
Ci sono dei modi in cui potreste cambiare queste cose in modo che finiscano per apparire come
sono realmente?
5.
Vi importa che alcune cose appaiono diverse dal modo in cui sono realmente?
178
PIANO DI DISCUSSIONE. Le cose sono realmente come appaiono?
1.
I film sono reali o sembrano solo reali?
2.
I sogni sono reali o sembrano solo reali?
3.
È vero che alcuni bambini appaiono felici ma in realtà sono tristi?
4.
È vero che alcuni bambini appaiono tristi ma in realtà sono felici?
5.
Supponiamo che tu abbia mal di stomaco e che qualcuno ti dica: "Non hai mal di stomaco perché
non sembri aver mal di stomaco". Cosa diresti?
6.
Molte persone non sembra che stiano pensando; ma stanno realmente pensando, anche se non
sembra?
7.
Puoi cambiare il modo in cui appari senza cambiare il modo in cui sei realmente?
8.
Sei veramente come gli altri ti vedono?
ESERCIZIO. Due gambe sinistre, due gambe destre etc.
Quante gambe avrebbe un tavolo se:
1.
avesse tre gambe davanti, tre gambe dietro, tre gambe sinistre e tre gambe destre?
2.
avesse una gamba davanti, una gamba dietro, una gamba destra ed una gamba sinistra?
3.
avesse quattro gambe davanti, quattro gambe dietro, quattro gambe sinistre e quattro gambe
destre?
4.
avesse cinque gambe davanti, cinque gambe dietro, cinque gambe sinistre e cinque gambe destre?
Nota per l'insegnante: in questo esercizio dovete assumere che queste siano le sole gambe che ha il
tavolo. Inoltre, potrebbe essere utile usare dei diagrammi per aiutare voi e la classe ad individuare il
numero corretto di gambe. Per esempio tre gambe davanti, dietro, destre e sinistre potrebbero essere
rappresentate così:
_
_
_
_
_
_
_
_
In ogni caso, incoraggiate i bambini a produrre prima le loro risposte ed i loro diagrammi. Con il
resto della classe, discutete con loro i loro suggerimenti e poi mostrate loro la vostra alternativa con
relativa spiegazione.
179
QUINTO EPISODIO
IDEA GUIDA 5.5.1. Dover andare da qualche parte
In precedenza (capitolo quarto, terzo episodio, IDEA GUIDA 1) abbiamo parlato di cose che
dobbiamo fare. Ecco un altro esempio dello stesso tipo di cose: essere costretti ad andare da qualche
parte. Potrebbe valer la pena vedere se i bambini possono produrre ragioni del perché qualcuno
potrebbe dover fare cose ed andare in qualche posto.
ESERCIZIO. Trovare ragioni per dover andare in qualche posto o fare qualcosa
1.
Potete pensare delle ragioni per le cose seguenti?
a. Giorgio è dovuto andare dal calzolaio.
b. I genitori di Giorgio sono dovuti andare dal salumiere.
c. Giorgio è dovuto andare a letto.
d. Giorgio si è dovuto alzare presto la mattina seguente.
e. Linda è dovuta andare in un altra scuola.
2.
Potete pensare a possibili ragioni per le cose seguenti?
a. Sebbene Giorgio dovesse andare dal calzolaio, non ci andò.
b. Sebbene i genitori di Giorgio dovessero andare dal salumiere, non ci andarono.
c. Sebbene Giorgio dovesse andare a letto, non ci andò.
d. Sebbene Giorgio si dovesse alzare presto la mattina seguente, non lo fece.
e. Sebbene Linda dovesse andare in un altra scuola, non ci andò.
ESERCIZIO. Dover andare da qualche parte
Dove dovresti andare se:
1.
volessi un'abbronzatura?
2.
avessi mal di denti?
3.
volessi imparare a pattinare sul ghiaccio?
4.
volessi infornare una torta?
5.
avessi i pantaloni bagnati?
IDEA GUIDA 5.5.2. Sentire la mancanza di qualcuno e sentire di mancare a
qualcuno
Le persone a volte dicono, dopo essere ritornate da un viaggio: "Vi sono mancato/a?". Vogliono
rassicurazione che la loro assenza è stata notata. Vogliono che qualcuno senta la loro mancanza.
Cos'è che manca? Spesso è solo quello che era dato per scontato quando l'altra persona era qui.
Quando non accadono più, gli eventi ordinari della vita di tutti i giorni possono improvvisamente
diventare straordinari, e ci mancano.
180
PIANO DI DISCUSSIONE. Sentire la mancanza delle persone
1.
Durante il giorno, quando sei a scuola, ti manca la tua famiglia?
2.
Durante la notte, quando sei a casa, ti mancano i tuoi amici?
3.
Ti piacerebbe avere la tua famiglia con te a scuola?
4.
Ti piacerebbe avere i tuoi amici con te a casa?
5.
Se la tua famiglia venisse a scuola con te, ti mancherebbe?
6.
Se i tuoi amici venissero a casa con te, chi ne sentirebbe la mancanza?
7.
È vero che si sente sempre la mancanza di qualcuno?
PIANO DI DISCUSSIONE. Sentire la mancanza
1.
Vi capita a volte di pensare che qualcuno vi mancherà ma poi non è così? Date degli esempi.
2.
Vi capita a volte di pensare che qualcuno non vi mancherà e invece è così? Date degli esempi.
3.
Sentire la mancanza di qualcuno è sempre lo stesso tipo di sentimento/esperienza? In che modo è
diverso?
4.
C'è qualcos'altro che vi può mancare oltre le persone?
5.
Pensate di mancare ai vostri amici nello stesso modo in cui loro mancano a voi?
ESERCIZIO. La mancanza nelle azioni
Cosa ti mancherebbe se:
1.
Vivessi in un altra casa?
2.
Vivessi in un altra città?
3.
Vivessi in un altro paese?
4.
Perdessi la vista?
5.
Il tuo migliore amico si trasferisse?
6.
Fossi un pesce?
IDEA GUIDA 5.5.3. Controfattuali analogici - un esempio di "pensiero di alto
livello"
Abbiamo già visto che spesso i bambini pensano in modo analogico, e così non dovrebbe essere
sorprendente che Elfie qui costruisca un'analogia: il suo lasciare la classe sarebbe come una goccia di
latte persa da un cartone di latte.
Quello che è particolarmente interessante qui, comunque, è che combina un'analogia con un
condizionale controfattuale. È un'affermazione ipotetica, se qualcosa si verificasse allora si verificherebbe
qualcos'altro o ne conseguirebbe necessariamente. Esempio: se un elefante potesse volare, volerebbe
così alto che non tornerebbe indietro fino a Natale. O, se foste ricchi, comprereste un pulmino della
scuola tutto per voi.
Notate che questi condizionali sono contrari al fatto, o controfattuali. Non tutti i condizionali sono di
questo tipo. Ma i bambini amano immaginare circostanze controfattuali: "Se fossi Charlie Brown", "Se
potessi volare" etc.
Così, in questo caso, Elfie mette insieme due complessi atti di pensiero, e nel processo ci dà un
esempio di cosa si dice a volte che sia il "pensiero di alto livello". Ma non è più insolito per un bambino
ricorrere a questi atti di pensiero che per gli adulti fare ricorso ad atti di pensiero molto primitivi.
181
ESERCIZIO. Pratica con i controfattuali analogici
Alcune parti delle frasi seguenti sono mancanti. Potete completarle?
1.
Tina ha detto: "Se fossi un topo sarei spaventata dai gatti come.......................................".
2.
Gianna ha detto: "Se potessi cantare, sarei orgogliosa come......................................."
3.
Gregorio ha detto: "Se fosse estate, gli alberi sarebbero verdi come..........................."
4.
Silvia ha detto: "..............................................., lascerei andare tutti a casa come se fosse
vacanza".
ESERCIZIO. Controfattuali analogici
1.
Se fossi un re o una regina, farei................................................................................
2.
Se fossi un gatto, farei...............................................................................................
3.
Se fossi mia madre o mio padre, farei........................................................................
4.
Se potessi fare quello che voglio adesso, farei...........................................................
5.
Se potessi cambiare una cosa, farei............................................................................
IDEA GUIDA 5.5.4. Sappiamo perché piangiamo?
Quando chiediamo a un bambino: "Perché piangi?" presumibilmente sospettiamo che il bambino
abbia una ragione per tale comportamento. Un sacco di volte, comunque, intraprendiamo un
comportamento emozionale senza essere consapevoli delle nostre ragioni per farlo. Può essere poco
dannoso, allora, esplorare con i bambini le varie ragioni che potrebbero giustificare il pianto di qualcuno.
ESERCIZIO. Ragioni per piangere
La vostra/il vostro insegnante ti dice: "Perché stai piangendo?". Quali delle seguenti pensate
sarebbero buone ragioni? Quali pensate non sarebbero buone ragioni?
PARTE I.
Buone ragioni
per piangere
Cattive ragioni
per piangere
?
1.
"Perché qualcuno in classe mi ha picchiato!".
❑
❑
❑
2.
"Perché il veterinario ha messo a dormire il mio
cane".
❑
❑
❑
3.
"Perché sono così felice!".
❑
❑
❑
4.
"Perché i miei amici dicono che non mi vogliono
più".
❑
❑
❑
5.
"Perchè ho solo dieci dita dei piedi".
❑
❑
❑
6.
"Perchè martedì viene sempre dopo lunedì".
❑
❑
❑
7.
"Perchè non ho mangiato nulla tutto il giorno".
❑
❑
❑
8.
"Perché due più due fa cinque".
❑
❑
❑
182
PARTE II.
Quante dita dei piedi si dovrebbero avere per avere una buona ragione per piangere?
PIANO DI DISCUSSIONE. Piangere
1.
Quali sono alcune delle cose che ti hanno fatto piangere?
2.
Hai mai pianto senza sapere perché? Puoi darci un esempio? Cosa è successo?
3.
Qualcuno può suggerire possibili ragioni per cui una persona potrebbe aver pianto in quella
situazione? (Usate gli esempi dati dai bambini nella domanda precedente).
4.
Quali altri tipi di cose possibili potrebbero farti piangere?
5.
Pensi che vada bene piangere per nessuna ragione?
183
CAPITOLO 6
PRIMO EPISODIO
IDEA GUIDA 6.1.1. Cos'è una commedia?
È un po' curioso il fatto che usiamo la stessa parola "commedia" per varie forme di espressione più o
meno organizzate ( "Non fare commedie!" diciamo al bambino che finge di star male per non andare a
scuola; "È una commedia"!" diciamo di una situazione paradossale e divertente, ma con il termine
commedia ci riferiamo anche a rappresentazioni drammatiche organizzate. Si tratta di attività di
immaginazione governate da regole, proprio come il gioco (non a caso in lingua inglese si usa la stessa
parola per indicare il gioco e la commedia).
Come una storia, una commedia è una presentazione di un mondo possibile, e gli attori e le attrici
fingono di essere gli abitanti di quel mondo. Le storie possono essere accompagnate da illustrazioni, ma
le commedie sono drammatizzate da persone reali che mettono in atto le attività indicate dal copione.
PIANO DI DISCUSSIONE. Cosa succede quando organizziamo una commedia?
1.
Tutte le commedie hanno attori ed attrici?
2.
Tutte le commedie si rappresentano su un palcoscenico?
3.
Una commedia su un palcoscenico deve avere un sipario?
4.
Una commedia deve avere un regista?
5.
Le commedie possono essere accompagnate da musica?
6.
Una commedia deve essere scritta da qualcuno?
7.
Una commedia deve essere rappresentata davanti ad un pubblico?
8.
Tutte le commedie sono "per finta"?
9.
Gli attori delle commedie devono indossare costumi?
10. Cosa preferiresti fare: organizzare una commedia o recitare in una commedia?
PIANO DI DISCUSSIONE. Paragonare le commedie e la vita reale
1.
Quali sono le differenze, se ce ne sono, tra la vita reale e una commedia?
2.
Se tu andassi a far visita a dei nuovi vicini, come sapresti che quello che stanno facendo è reale e
non una commedia?
3.
C'è bisogno di far pratica e di ripetere per una commedia?
4.
C'è bisogno di ripetere o di far pratica per la vita reale?
5.
Le commedie finiscono sempre? Puoi pensare ad una commedia che potrebbe non finire?
ESERCIZIO. Quale di questi è una commedia?
Dite quali delle cose seguenti pensate sia una commedia, quale non è una commedia e quali non
sapresti dire. In ogni caso, dite perché avete fatto la scelta che avete fatto, se potete.
184
Una commedia
Non è una
commedia
?
1.
Qualcuno in classe sta piangendo.
❑
❑
❑
2.
L'insegnante manda i bambini rumorosi in fondo
all'aula.
❑
❑
❑
3.
Lo spettacolo della scuola "Il gatto con gli
stivali".
❑
❑
❑
Babbo Natale che distribuisce volantini per le
strade.
❑
❑
❑
Il coro della chiesa che canta in chiesa la
domenica.
❑
❑
❑
4.
5.
PIANO DI DISCUSSIONE. Mettere e togliere
1.
Indica quante più cose è possibile che ti puoi mettere.
2.
Nomina quante più cose e possibile che ti puoi togliere.
3.
Puoi sempre toglierti quello che ti metti?
4.
C'è qualcosa che metti ad altre persone?
5.
C'è qualcosa che le altre persone mettono a te?
ATTIVITA': Mostrare come si mettono le cose
Chiamate diversi membri della classe a dimostrare le cose seguenti:
1.
Mettere le scarpe.
2.
Metter su un sorriso.
3.
Metter su un comportamento migliore.
4.
Mettere la teiera su fuoco.
ESERCIZIO. Cosa facciamo per metter su una festa?
Chiedete alla classe di dividersi in piccoli gruppi e di parlare tra loro su come metter su una festa.
Chiedere loro di immaginare che stanno per "lanciare" una festa. Lasciate che ogni gruppo decida da sé
che tipo di festa dare. Chiedete di lavorare sui dettagli della festa. Date loro circa cinque minuti per farlo.
Ora chiedete alla classe di riunirsi e chiamate dei volontari per descrivere tutti i tipi di cose che sono
implicate nel metter su una festa.
Nota per l'insegnante: se i bambini hanno delle difficoltà nel pensare queste cose, potreste essere in
grado di aiutarli con domande del tipo: "Di che genere di festa si tratta?", "Per chi è?", "Quante persone
potete invitare?", "Ci saranno cibo, bevande etc.?", "Dove si terrà?", "A che ora del giorno o della notte?"
etc.
IDEA GUIDA 6.1.2. Cos'è una parte in una commedia?
Fare una parte è, certamente, ricoprire un ruolo o agire un ruolo. Alcuni bambini amano molto fare la
parte di qualcun altro, altri lo trovano difficile. Fare la parte di qualcun altro significa prendere o
assumere le caratteristiche di quella persona: bisogna rapppresentare una parte in modo credibile.
185
ESERCIZIO. La parola "parte"
1.
Una parte in una commedia è la stessa cosa che una parte di una commedia?
2.
Una parte in una commedia è come una parte fatta a qualcuno?
3.
Una commedia contiene altre cose oltre le parti?
4.
Fare una parte è lo stesso che dividere in parti?
5.
In una commedia, una persona può fare più di una parte?
6.
Una persona può fare solo una parte di una parte?
7.
Ci può essere una commedia senza parti?
8.
Ci possono essere parti senza una commedia?
ESERCIZIO. Il significato di "parte"
La parola "parte" ha lo stesso significato in ciascuna delle frasi seguenti?
1.
Ho diviso la torta in quattro parti.
2.
Sedete nelle parti calde della stanza.
3.
Ci sono due parti principali in questa commedia.
4.
Braccia e gambe sono parti del corpo.
5.
Questa strada si divide in due parti oltre la collina.
PIANO DI DISCUSSIONI. Le parti della gente
1.
Avete una parte nella vostra famiglia? Qual è? Potete fare un esempio?
2.
Avete una parte a scuola? Qual è? Potere fare un esempio?
3.
Quali altre parti avete durante il giorno? E durante la notte?
4.
C'è un momento in cui non state facendo una parte? Quand'è? Potete dare un esempio?
5.
Chi vi ha dato le parti che avete?
6.
Recitate mai una parte con voi stessi? Potete fare un esempio?
ATTIVITA'. "Indovina quale parte sto recitando?"
Chiedere ai bambini di pensare alla parte preferita che vorrebbero avere in una commedia. Poi
chiamate dei volontari davanti alla classe a recitare quella parte (potrebbe implicare che dicano qualcosa
oppure no).
Chiedete al resto della classe di indovinare qual è la parte che il bambino sta facendo. Poi chiamate il
prossimo volontario.
IDEA GUIDA 6.1.3. Esclamazioni
Elfie esclama: "Evviva! Evviva!"; sono parole che esprimono come si sente. Ovviamente, si sente
entusiasta.
Ma le esclamazioni possono essere usate per esprimere stati sentimentali molto complessi. A volte le
usiamo ironicamente, come un modo di ruminare su uno stato di cose che non ci piace. A cena, un
bambino potrebbe borbottare: "Oh, no! spinaci!" e sappiamo che lo dice non certo con entusiasmo.
186
Potete indicare la differenza tra l'uso diretto e quello ironico delle esclamazioni? Cosa si può dire
dell'esclamazione di Elfie al rigo 13 di pag. 49. Possiamo immaginarcela sollevare il naso verso l'alto
mentre la dice.
ESERCIZIO. Modi diversi di usare esclamazioni
Vi sono esclamazioni in ciascuna delle seguenti frasi. Potete spiegare come si sente chi le ha
pronunciate in ogni caso?
1.
Greta ha detto: "Evviva! Ci saranno clown, acrobati e tutto il resto!"
2.
Daniele ha detto: "Che bello! Domani è festa e posso dormire fino a tardi!".
3.
Eleonora ha detto: "Solo perché Edoardo ha fatto chiasso dobbiamo restare tutti dopo scuola,
uffa!".
4.
Mira ha detto: "Oh, no! Dovevano finire il gelato proprio quando era il mio turno!".
5.
Enrico ha detto "Al campeggio qualcuno mi ha messo una rana nel letto. Era troppo forte!".
ESERCIZIO. Usare esclamazioni
Cosa diresti a:
1.
a. Un cane che stava mangiando le tue scarpe?
b. Un amico che stava piangendo?
c. Una penna che non scrive?
d. Una persona che ti piace?
e. un fiore che è morto?
In ogni caso, incoraggiate i vostri studenti ad usare esclamazioni appropriate e ad esplorare le molte
possibilità che esistono per ciascuna.
IDEA GUIDA 6.1.4. Essere una cosa
Elfie ha poca fiducia in se stessa, così non le sembra molto utile avere in assegnazione la parte di
una porta. Apparentemente la prende come un' indicazione della mancanza di rispetto che tutti hanno
per lei, persino la signora Maestra.
A peggiorare le cose, Sergio propone di trattarla come una cosa (poiché è una porta, gli piacerebbe
chiuderla). Ora, trattare una persona come una cosa è per molti filosofi come Kant e Sartre una
violazione cardinale dell'etica umana. Essere solo una cosa come un ciottolo o una cicca di sigaretta,
significa mancare della libertà che è elementare ed essenziale alla persona umana: la libertà di essere
autodeterminato piuttosto che determinato da circostanze esterne.
Così Elfie evidentemente risente dell'ostilità di Sergio nei suo confronti ma può ancora di più risentire
della scelta di una parte per lei da parte della Maestra e può sentirsi ferita e tradita. Da qui il rifiuto dello
stesso pensiero della scuola.
PIANO DI DISCUSSIONE. Persone e cose
1.
Le tue scarpe sono persone o cose?
2.
L'edificio della tua scuola è una persona o una cosa?
187
3.
I tuoi amici sono persone o cose?
4.
Gli animali sono persone o cose?
5.
Come potete indicare la differenza tra una persona e una cosa?
PIANO DI DISCUSSIONE. Dire la differenza tra persone e cose
1.
Chi ha più sentimenti, una persona o una porta?
2.
Chi ha più pensieri, una persona o una porta?
3.
Chi è più vivo, una persona o una porta?
4.
Chi assomiglia di più ad una persona, una bambola o una porta?
5.
Una bambola può diventare una persona?
6.
Una persona può diventare una bambola?
ESERCIZIO. Quale cosa ti piacerebbe essere?
Chiedete ai vostri allievi se dovessero essere una cosa al mondo, quale vorrebbero essere? Chiedete
loro di pensare per qualche momento a come sarebbe essere quella cosa. Chiedete loro se fossero
quella cosa che cosa farebbero, come si sentirebbero, da dove sarebbero venuti e quanto sarebbero
rimasti come sono etc.
Date ai vostri allievi pochi minuti per pensarci, poi chiamate dei volontari per descrivere al resto della
classe come sarebbe essere la cosa che hanno scelto.
188
SECONDO EPISODIO
IDEA GUIDA 6.2.1. Solitudine senso di abbandono e disperazione
Elfie siede da sola in un angolo. Ha la schiena rivolta agli altri, e piange.
Elfie si sente, per usare un termine di Sartre, in "abbandono".
Si sente desolata, abbandonata, completamente lasciata a se stessa.
Ciò che è peggio, ha poca fiducia nelle proprie abilità e sicuramente manca di autostima. C'è poco da
stupirsi se si sente infelice.
Sartre usa anche il termine "disperazione". Proviamo disperazione, dice Sartre, quando sentiamo di
non poter contare sull'aiuto degli altri. E ciò sembra anche caratterizzare i sentimenti di Elfie a questo
punto. Non fa menzione della possibilità di cercare sostegno e conforto dai suoi genitori, proprio come
non fa menzione della possibilità che tale conforto le venga dal fratello, da sua sorella o dai suoi
compagni. La sua disperazione è legata al fatto che pensa di non poter contare su nessuno oltre che su
se stessa.
PIANO DI DISCUSSIONE. Essere infelice
1.
Una persona può essere infelice un momento e felice un momento dopo?
2.
Una persona può essere sia felice che infelice allo stesso tempo?
3.
Una persona può essere infelice anche se tutti gli altri sono felici?
4.
Una persona può essere felice anche se tutti gli altri sono infelici?
5.
Quando vai d'accordo con le persone che ti circondano, questo fatto ti rende felice?
6.
Quando sei felice, riesci ad andare più d'accordo con quelli che ti circondano?
7.
Ci sono persone che amano essere infelici?
8.
Ci sono persone che non amano essere felici?
9.
Cosa pensi renda infelici le persone?
10. Cosa pensi renda felici le persone?
ESERCIZIO. Felicità e infelicità
Ecco una domanda: "Cosa pensate di fare oggi?".
Come risponderebbe a questa domanda un/o/a .....................felice?
1.
scoiattolo
6.
insegnante
2.
uccello
7.
alunno/a
3.
bambino
8.
presidente
4.
mamma
9.
negoziante
5.
fidanzato
10. uomo
Come risponderebbero alla stessa domanda queste persone/cose se fossero infelici?
189
PIANO DI DISCUSSIONE. Cose che fai da solo/a
Quando sei da solo:
1.
c'è qualcun altro con te?
2.
con chi parli?
3.
di cosa parli?
4.
con chi giochi?
5.
fai cose diverse da quelle che fai quando sei con gli altri?
PIANO DI DISCUSSIONE. Come ti senti quando sei da solo/a
1.
Puoi divertirti da solo/a?
2.
Quando vuoi stare da solo/a come ti senti?
3.
Quando sei fatto/a per stare da solo/a come ti senti?
4.
Trascorri la maggioranza del tuo tempo da solo o con altre persone?
5.
Potresti essere in una stanza piena di persone eppure essere da solo/a?
ESERCIZIO. Cosa preferiresti fare?
Quali delle cose seguenti preferiresti fare da solo/a e quali con altre persone?
Da solo/a
Con qualcun altro
?
1.
Lavarti i denti.
❑
❑
❑
2.
Andare a scuola a piedi.
❑
❑
❑
3.
Fare i compiti a casa.
❑
❑
❑
4.
Fare i compiti in classe.
❑
❑
❑
5.
Mangiare.
❑
❑
❑
6.
Leggere.
❑
❑
❑
7.
Tutto.
❑
❑
❑
8.
Niente.
❑
❑
❑
9.
Progettare.
❑
❑
❑
❑
❑
❑
10. Giocare.
IDEA GUIDA 6.2.2. Parlare tra sé
Elfie dice a se stessa che è proprio in un bel guaio e che deve farsi della domande serie. "Faresti
meglio a pensare!" dice a se stessa.
Che tipo di pensiero intraprende Elfie nelle pagine successive? Una risposta potrebbe essere che
questa costituisce, per Elfie, una meditazione. Non deve essere una reverie superficiale, deve essere, per
lei, una riflessione piuttosto profonda su se stessa, sulla sua situazione e sulla sua vita, sulle cause delle
esperienze che vive e sui probabili risultati di quelle esperienze.
Possiamo ricordare che Cartesio, nello scrivere le sue meditazioni, similmente riflette sull’imbarazzo
in cui si trova e riflette anche sul tipo di educazione che gli era stata data (Cartesio pensava di aver
ricevuto la migliore educazione disponibile, ma ancora si sentiva lontano da ciò che considerava
desiderabile. Di conseguenza si propose una regola di pensiero in modo da evitare auto inganni ed
illusioni). Elfie ha apparentemente raggiunto un punto in cui anche lei deve incominciare a mettere
insieme i suoi pensieri e mettere ordine nella sua vita.
190
ESERCIZIO. Cose di cui parliamo solo con noi stessi
Quali sono le cose che discutiamo con gli altri e quali quelle di cui parliamo solo con noi stessi?
Cose che discutiamo
con gli altri
Cose di cui parliamo
solo con noi stessi
?
1. La nostra scuola.
❑
❑
❑
2. La nostra/il nostro insegnante.
❑
❑
❑
3. Le nostre famiglie.
❑
❑
❑
4. Il modo in cui appariamo.
❑
❑
❑
5. Il modo in cui ci sentiamo.
❑
❑
❑
IDEA GUIDA 6.2.3. Farsi delle domande serie
Le persone che cercano di non fare altro che rispondere alle domande che gli altri pongono loro
(come per esempio nei test) non possono essere veramente indagatrici. La mente indagatrice è quella
che pone domande a se stessa. Siamo indagatori quando le cose che gli altri danno per scontate sono
proprio quelle che ci colpiscono come problematiche.
Platone una volta ha descritto il pensiero come "il dialogo della mente con se stessa". Farsi domande
è una parte intrinseca di quel dialogo interiore.
Ancora, ci sono domande facili e difficili, serie. Le domande facili sono quelle per le quali viene
prontamente in mente una risposta. Le domande difficili, serie sono quelle cui non è immediatamente
possibile dare una risposta e, di fatto, potrebbero neppure avere una risposta. Ci vuole coraggio a porsi
tali domande o anche soltanto ad ammettere che tali domande esistano.
ESERCIZIO. Fare domande facili e difficili
I bambini si dividono in coppie.
Ogni bambino fa all'altro:
1) una domanda alla quale pensa il suo compagno possa rispondere;
2) una domanda alla quale pensa il suo compagno non possa rispondere.
Alla fine dell'esercizio, si chiede agli studenti chi vuole spiegare perché hanno scelto le domande che
hanno fatto.
ESERCIZIO. Esempi di domande facili e difficili
Quali delle domande seguenti definireste facili e quali difficili?
Facile
Difficile
?
1. Come ti chiami?
❑
❑
❑
2. Dove abiti?
❑
❑
❑
3. Sei sposato/a?
❑
❑
❑
4. Sei l'unica persona con il tuo nome?
❑
❑
❑
5. Il tuo corpo è una cosa?
❑
❑
❑
6. Un giorno avrai dei figli?
❑
❑
❑
7. Sai chi sei?
❑
❑
❑
191
PIANO DI DISCUSSIONE. Cosa sono le domande difficili?
1.
Una domanda difficile è una domanda a cui non pensi di poter rispondere? Puoi dare degli esempi?
2.
Una domanda difficile è una domanda che è veramente più (ingiusta, difficile, antipatica,
scostumata etc) del necessario? Puoi dare degli esempi?
3.
Una domanda difficile è una domanda che va dritta al cuore del problema in questione? Puoi dare
degli esempi?
4.
Puoi dare altri esempi di domande difficili?
5.
Puoi dirci perché gli esempi che hai dato sono esempi di domande difficili?
6.
Cosa pensi che Elfie intendesse quando ha detto a se stessa: "Faresti meglio a porti qualche
domanda seria?"
Nota per l'insegnante: in questo esercizio, incoraggiate i bambini a mostrare perché gli esempi che
hanno scelto sono esempi di domande difficili chiedendo loro di confrontare ciascuno dei loro esempi
con una domanda facile sullo stesso argomento.
ESERCIZIO. Distinguere le domande difficili da quelle facili
Dite se pensate che le seguenti siano domande difficili, facili o qualcos'altro. Potete dirci perché avete
fatto la scelta?
Una domanda
difficile
Una domanda
facile
Qualcos'altro
Quanto fa uno più uno?
❑
❑
❑
2.
Come si chiama tua madre?
❑
❑
❑
3.
Quanti giorni ci sono in una settimana?
❑
❑
❑
4.
Quanto durerà la tua vita?
❑
❑
❑
5.
Cosa sarai quando sarai grande?
❑
❑
❑
6.
Ci sarà il sole domani?
❑
❑
❑
7.
Come stai oggi?
❑
❑
❑
8.
Preferiresti mangiare il gelato al cioccolato o
alla vaniglia?
❑
❑
❑
9.
Perchè ci sono il giorno e la notte?
❑
❑
❑
❑
❑
❑
1.
10. Quanto sei cattivo/a?
ESERCIZIO. Fare domande difficili
Chiamate diversi volontari uno alla volta per fare una domanda difficile al resto della classe sui
seguenti argomenti (ricordate, domande difficili, non facili!).
1.
Una domanda di grammatica.
2.
Una domanda sul disegno.
3.
Una domanda di aritmetica.
4.
Una domanda di cucina.
5.
Una domanda sul tempo.
6.
Una domanda sul futuro.
7.
Una domanda sulla televisione.
8.
Una domanda sulle persone.
9.
Una domanda di sport.
10. Una domanda sul pensiero.
192
PIANO DI DISCUSSIONE. Cosa succede quando ti fai una domanda?
1.
Quando ti fai una domanda, chi risponde?
2.
La persona che risponde è la stessa che fa la domanda?
a) Se non lo è, significa che tu sei più di una persona?
b) Se lo è, perché ti sei dovuto/a fare una domanda se già sapevi la risposta?
3.
Preferiresti farti una domanda o farla a qualcun altro? Perché?
4.
Ti fai mai una domanda alla quale non puoi rispondere?
5.
Ci sono domande che non ti faresti? Perché?
ESERCIZIO. Chiedere agli altri quello che chiediamo a noi stessi
Chiedete ai vostri alunni di fare in silenzio una domanda a se stessi. Poi chiedete loro di alzarsi e di
fare a qualcuno della classe la stessa domanda che hanno fatto a se stessi. Poi chiedete al
volontario/alla volontaria di dire alla classe la risposta che ha dato a se stesso/a. Incoraggiate il resto
della classe a comparare le due risposte facendo in modo che indichino somiglianze e differenze tra
queste (senza premere i bambini, vedete se nessuno dei vostri alunni possa offrire spiegazioni per
queste differenze; vale a dire, alcuni bambini potrebbero essere fieri di offrire queste specie di
interpretazioni e spiegazioni, così, date loro lo spazio per farlo).
ESERCIZIO. Cosa chiederemmo solo a noi stessi?
Quale delle domande seguenti fareste a voi stessi e quali a qualcun altro?
Chiedere a me
stesso/a
Chiedere a
qualcun altro
?
1.
Quanti anni ho?
❑
❑
❑
2.
Sta piovendo fuori?
❑
❑
❑
3.
Mi piacciono le fragole?
❑
❑
❑
4.
Quante sedie possiede la nostra famiglia?
❑
❑
❑
5.
Andrò a scuola oggi?
❑
❑
❑
6.
Voglio andare al cinema o a casa del mio amico
oggi?
❑
❑
❑
7.
Come si chiama il mio/la mia insegnante?
❑
❑
❑
8.
Qual'è la cosa migliore che mi potrebbe
accadere oggi?
❑
❑
❑
Che giorno è oggi?
❑
❑
❑
❑
❑
❑
9.
10. Piaccio ai miei vicini?
ESERCIZIO. Trovare le risposte
Se non conoscessi la risposta a queste domande, cosa potresti fare per scoprirla?
1.
Quanto fa 21 più 1.
2.
Quanti anni ha tua madre?
3.
Il mondo è rotondo?
4.
Quanto è lontana la luna dall'Italia?
5.
C'è una parola che abbia lo stesso significato di "abbigliamento"?
193
ATTIVITA'. Fare domande in un mondo marino subacqueo
Chiedete ai vostri allievi di stendersi sulla schiena e di chiudere gli occhi. Chiedete loro di immaginare
di essere in un sottomarino. Dite loro: "State viaggiando, vedete tutte le differenti piante marine, i pesci e
le altre creature del mare. Notate tutti i diversi colori e le diverse forme di queste cose. Notate anche il
modo in cui la luce del sole filtra giù attraverso l'acqua. Ora immaginate di esservi appena imbattuti in un
mondo sottomarino dove vivono delle persone. Guardate le persone fare tutto ciò che fanno. Come si
spostano, cosa mangiano, solo osservando tutto quello che fanno. Ora, pensate che tipo di domande vi
piacerebbe fare a queste persone. Che tipo di risposte danno?”.
Lasciate ai vostri studenti qualche minuto per rimanere immersi in questa fantasia. Poi chiedete loro
di girare lentamente i loro sottomarini e di ritornare a riva piano piano: "Venite a riva, stendetevi sulla
sabbia ed aprite gli occhi".
Riunite di nuovo la classe in un unico gruppo e chiedete ai bambini di scambiarsi l'un l'altro le
domande che hanno fatto e le risposte che hanno ricevuto. Incoraggiateli a prestare attenzione a ciò che
dicono in modo da vedere se le risposte si adattano alle domande etc.
IDEA GUIDA 6.2.4. A cosa apparteniamo?
Elfie dice che si sente una schifezza perché non sa a cosa appartiene. Cosa significa non sapere a
cosa appartieni? E perché il non saperlo fa sentire una schifezza?
Elfie apparentemente si sente molto insicura nella classe in cui si trova perché è molto timida. Ed è
molto insicura a scuola perché i suoi genitori le hanno lasciato la scelta di rimanere o di andare altrove.
Non sa a cosa appartiene, dice. Le piacerebbe appartenere a qualcosa, essere parte di qualcosa,
come una persona si sente quando ha una parte in una commedia. L'attore che recita una parte è
necessario: la commedia non può andare avanti senza di lui o di lei. Così deve essere quando qualcuno
è "nel luogo cui appartiene": vi si può dimorare sicuri ed indisturbati, perché la nostra presenza lì è
accettata, benvenuta e perfino avvertita come necessaria.
PIANO DI DISCUSSIONE. Appartenere
1.
Tu appartieni alla tua famiglia oppure, poiché è la tua famiglia, ti appartiene?
2.
Tu appartieni alla tua scuola o la tua scuola appartiene a te?
3.
Tu appartieni alla tua casa la sera e i fine settimana?
4.
Tu appartieni alla scuola durante il giorno?
5.
I tuoi giocattoli ti appartengono?
6.
Betti ha un bambolotto che si chiama Ken. Il bambolotto ha due braccia. Le braccia appartengono a
Ken o a Betti?
ESERCIZIO. A quale luogo o cosa appartengono le cose?
A quale luogo o cosa appartengono queste cose:
1.
uccelli
6.
poliziotti
2.
lucertole
7.
i tuoi pensieri
3.
animali
8.
i tuoi sentimenti
tu
4.
matite
9.
5.
luce del sole
10. l'altra gente
194
PIANO DI DISCUSSIONE. Appartenere
1.
Una persona può appartenere ad un'altra persona? Come può essere?
2.
Una persona può appartenere a un posto? Come è possibile?
3.
Quali tipi di cose appartengono alle persone?
4.
A quali tipi di cose le persone appartengono?
5.
Una persona deve appartenere a qualche luogo o a qualcuno?
6.
Una persona può appartenere a se stessa? Come può essere?
ESERCIZIO. Cosa significa appartenere?
Cosa intende Giacomo quando dice:
1.
"Questo cane mi appartiene"?
2.
"Appartengo a casa dopo il tramonto"?
3.
"Appartengo ai miei genitori"?
4.
"Appartengo a questa scuola"?
5.
"Appartengo ad un club filatelico"?
IDEA GUIDA 6.2.5. Essere pronti
Essere pronti significa essere preparati a fare qualcosa. La prontezza non è solo una disposizione a
fare qualcosa. Un pezzo di vetro è fragile e quindi disposto a rompersi se lo si lascia cadere, ma non è
pronto a rompersi. Un pugile fuori forma può essere disposto a combattere di nuovo, ma non è ancora
pronto a farlo.
D'altro canto, la prontezza potrebbe non essere lo stadio che immediatamente precede l'azione.
Come i bambini sanno, chi dà il via ad una gara griderà: "Pronti? Partenza? Via!". Se si deve prendere
sul serio, prima dobbiamo metterci in uno stato di prontezza, poi siamo sul punto di partire incrementiamo al massimo il nostro stato di allerta e di attenzione - e poi partiamo.
Ma Elfie può difficilmente diventare pronta per qualcosa se non sa per cosa sta diventando pronta.
Ecco perché sente che deve riflettere seriamente.
Per i bambini che sono eccessivamente impulsivi e che pensano solo dopo aver agito, l'idea di
riflettere prima di agire può sembrare un po' strana. Ecco perché gli psicologi cognitivisti come Donald
Meichenbaum cercano di indurre i bambini impulsivi a parlare con se stessi (se necessario, ad alta voce)
così che possano sviluppare uno schema di riflessione prima dell'azione.
ESERCIZIO. Diventare pronti
Quali delle persone seguenti pensi che siano pronte?
Pronta
Parzialmente
pronta
Non affatto
pronta
?
1.
Giulio ha detto: "Certamente sono pronto
per andare a scuola. Ho messo i calzini,
non è vero?".
❑
❑
❑
❑
2.
Felice ha detto: "Non riesco a distinguere
le diverse lettere così credo di essere solo
quasi pronto per leggere".
❑
❑
❑
❑
195
3.
4.
Pronta
Parzialmente
pronta
Non affatto
pronta
?
Guglielmo ha detto: "Quando l'insegnante
mi fa una domanda, cosa si aspetta?".
❑
❑
❑
❑
Carla ha detto: "Alzerò il braccio nel caso
che la maestra faccia una domanda".
❑
❑
❑
❑
PIANO DI DISCUSSIONE. Diventare pronti
1.
Susanna ha detto: "Sono pronta per qualsiasi cosa". Cosa pensi voglia dire Susanna?
2.
Cosa devi fare tu per essere "pronto/a per qualsiasi cosa"?
3.
Capita mai che le cose succedano quando tu non sei pronto/a per loro? Puoi fare un esempio?
4.
Se sei pronto/a o stai diventando pronto per qualcosa, significa che ti aspetti che accadrà?
5.
Che tipi di cose puoi fare per diventare pronto/ a per la vita?
ESERCIZIO. Cose di cui abbiamo bisogno per diventare pronti
Di quali delle seguenti cose hai bisogno per diventare pronto/a per la vita?
1.
salute
8.
una casa grande
2.
denaro
9.
amici
3.
vestiti
10. una famiglia
4.
un volto sorridente
11. altre persone
5.
i capelli puliti
12. sapone
6.
scarpe sporche
13. latte
7.
una macchina
IDEA GUIDA 6.2.6. Di cosa ci sentiamo sicuri?
La domanda può essere considerata come indicativa di un'intera famiglia di domande:
Come possiamo essere sicuri?
In quali circostanze possiamo essere sicuri?
Quando abbiamo il diritto di essere sicuri?
Cosa significa essere sicuri?
Possiamo mai essere sicuri?
Come possiamo essere sicuri che siamo sicuri?
Abbiamo sempre bisogno di essere sicuri?
Essere sicuri è questione di conoscenza o di sentimento?
Quando abbiamo bisogno di essere sicuri e quando no?
etc.
Forse vi sono due aspetti della certezza. L'aspetto oggettivo è quello che chiamiamo verità. L'aspetto
soggettivo è sentirsi sicuri. Uno dei capitali problemi di quella branca della filosofia nota come
epistemologia o teoria della conoscenza è cercare di scoprire le relazioni che legano insieme questi due
aspetti nel modo in cui una sola moneta può avere due facce molto diverse.
196
La questione dell'essere sicuri genera molta perplessità: non è qualcosa a cui tutti possono dare una
risposta sicura. Proprio per questa ragione, comunque, vale la pena portarla a livello di consapevolezza
tra i bambini, in modo che possano approcciare le domande sulla certezza con spirito più critico.
PIANO DI DISCUSSIONE: Essere sicuri e pensare
1.
Le capre di montagna hanno le zampe sicure?
2.
I buoni dottori, quando fanno un'operazione, hanno la mano sicura?
3.
I buoni pensatori hanno la testa sicura?
4.
Le capre di montagna dalle zampe sicure sanno quando camminare a piccoli passi e quando
saltare?
5.
I buoni pensatori sanno quando camminare a piccoli passi e quando saltare?
6.
I buoni dottori, quando operano, sanno quando separare le cose e quando legarle insieme?
7.
I buoni pensatori sanno quando separare le idee e quando connetterle?
8.
Essere sicuri significa avere le risposte o fare i passi giusti per ottenerle?
PIANO DI DISCUSSIONE. Cosa è essere sicuri?
1.
Quali sono alcune delle cose di cui ti senti sicuro/a?
2.
Cosa ti fa sentire sicuro di loro?
3.
Quali sono alcune delle cose che ti fanno sentire insicuro/a?
4.
Cosa di loro ti fa sentire insicuro?
5.
Qual è la differenza tra sentirsi sicuro e sentirsi insicuro?
6.
C'è niente che puoi fare per farti sentire sicuro/a di qualcosa di cui non sei sicuro?
ESERCIZIO. Di cosa ci sentiamo sicuri?
Ti senti sicuro/a di qualcuna di queste cose?
1.
Il tuo nome.
2.
Che giorno è oggi.
3.
Che hai un corpo.
4.
Il modo in cui pensi.
5.
il modo in cui si sente il tuo migliore amico.
6.
Quello che farai quando tornerai a casa.
7.
Quello che farai quando sarai un adulto.
8.
Che gli animali domestici sanno quello che succede.
9.
Che i cerchi sono rotondi.
10. Che il cielo è azzurro.
IDEA GUIDA 6.2.7.Cosa notiamo?
In classe Elfie dice che nota: "La figura dalla lucertola dagli occhi addormentati". Una cosa che ci
colpisce di questa osservazione è che Elfie dice con attenzione "la figura della lucertola" invece di "la
lucertola". È una distinzione molto pignola, equivalente a distinguere l'opinione dal fatto o la
testimonianza dalla prova.
197
Ma perché Elfie sceglie solo la figura? Possiamo solo fare congetture, certo, ma potrebbe
possibilmente identificarsi con la lucertola. In primo luogo perché ha suoi occhi assonnati e quindi
sembra fuori dal mondo (i compagni di Elfie pensano che a volte lei sia "fuori dal mondo"). Forse quella
che chiama lucertola è un camaleonte, ed Elfie è anche come un camaleonte in quanto cerca di essere
insignificante nella classe per fondersi con le pareti.
Notare, certamente, è un atto importante: implica il selezionare, il prestare attenzione, percepire
anziché soltanto sentire qualcosa. E ciò che viene notato è generalmente ciò che corrisponde agli
interessi di qualcuno ed è quindi qualcosa a cui si attribuisce un significato.
ESERCIZIO. Notare
1.
C'è niente in classe che troviate specialmente interessante?
2.
Potete spiegare perché pensate che sia interessante?
3.
Potete dire in che modo è diverso da voi?
4.
Potete dire in che modo è simile a voi?
5.
Sulla strada che fate per tornare a casa da scuola ogni giorno quali sono le specie di cose che
notate?
6.
Cosa notate a casa?
7.
Le cose che notate a scuola sono come quelle che notate a casa?
ESERCIZIO. Cose che notiamo
Quali tipi di cose notate quando:
1.
Mangiate la cena.
2.
Vi state addormentando.
3.
Parlate con i vostri amici.
4.
Parlate con i vostri genitori.
5.
Parlate con il vostro/la vostra insegnante.
6.
Siete nel parco.
7.
State pensando.
8.
State a casa.
198
TERZO EPISODIO
IDEA GUIDA 6.3.1. Connessioni sequenziali e causali
"Ieri è piovuto" dice Elfie. "Oggi ci sono le pozzanghere". Questi due eventi sono in sequenza
temporale? Certamente. Sono connessi in modo causale? Ancora rispondiamo, certamente. Ma non è
così ovvio del tutto. Dobbiamo stare attenti, perché una cosa può seguire un'altra, senza che la prima sia
la causa della seconda (in logica questa è nota come la fallacia informale del post hoc ergo propter hoc,
cioè, la fallacia di inferire che l'ultimo di due eventi deve essere stato causato dal primo). Esempio:
Tommaso ha detto: "La suocera della signora Rossi è arrivata ieri sera. La signora Rossi è partita
stamattina. La suocera deve essere stata la causa della sua partenza.".
ESERCIZIO. Quando una cosa è la causa dell'altra?
Ecco alcuni esempi di una cosa che segue l'altra. In quali casi pensate che la prima cosa sia la causa
della seconda?
la prima cosa ha
fatto accadere la
seconda
La prima cosa non
ha fatto accadere
la seconda
?
1.
La macchina passò sopra la slitta e la distrusse.
❑
❑
❑
2.
Dopo il combattimento, Lulu aveva un occhio
nero.
❑
❑
❑
3.
La notte scorsa è stata seguita da stamattina.
❑
❑
❑
4.
Simone ha detto: "Mia sorella è nata prima, poi
sono nato io".
❑
❑
❑
5.
Greta ha detto: "Prima mangio e poi dormo".
❑
❑
❑
6.
Prima viene lunedì, poi viene martedì.
❑
❑
❑
7.
Leggiamo pagina 1 di Elfie e poi leggiamo
pagina 2.
❑
❑
❑
Gianni prese la sua medicina e stette meglio.
❑
❑
❑
8.
ESERCIZIO. Inventare una storia di classe
Chiedete alla classe di inventare una storia composta dalle frasi prodotte da ciascun alunno.
Chiedete al primo bambino di fare una frase (qualsiasi tipo di frase va bene) e poi chiedete ad ogni
alunno, uno alla volta, di aggiungere una frase che consegue dall' ultima ascoltata (nota: una frase
aggiunta da un alunno deve essere conseguente in quando deve avere un senso, non c'è bisogno che
consegua in modo deduttivo).
IDEA GUIDA 6.3.2. Scoprire facendo una prova
I bambini sono ingegnosi nel trovare modi per creare problemi agli altri bambini. Sergio è,
ovviamente, un artista incallito in questo tipo di cose. Qui costringe Elfie a bagnarsi i piedi e poi la mette
in ridicolo davanti alla classe.
199
Celato in questa presa in giro, certamente, vi è qualcosa che deve essere stato in qualche modo
attraente per Elfie. Prima Sergio la induce a chiedere se le sue scarpe potrebbero fare acqua e poi le
suggerisce un modo per scoprirlo. Il modo che le suggerisce non è corretto, certamente. È proprio quello
che mette così a disagio Elfie.
Così, in un senso, Sergio si appella alla razionalità di Elfie: se non sai se le tue scarpe fanno acqua,
provale e lo scoprirai.
Ma qui c'è un'altra lezione che lei deve imparare: prima di testare un'ipotesi, chiediti quali possibili
conseguenze potrebbero derivarne. Elfie non l'ha fatto, ed ora deve andare in giro con le scarpe bagnate.
ESERCIZIO. Quando è una buona idea testare le nostre idee?
Dovrebbe
testare
Non dovrebbe
testare
?
Margherita ha detto: "Scommetto che se premo
ogni bottone qui nell'ascensore mi fermerò ad
ogni piano".
❑
❑
❑
Carlo ha detto: "Penso che sia meglio aprire
questa scatola di Cipster dal fondo invece che
dalla parte superiore, così vediamo se ho
ragione".
❑
❑
❑
3.
Daniele ha detto: "È così buio qui in cantina che
non riesco a vedere quello che è scritto su
questo barile eccetto la scritta POLVERE DA
SPARO. Forse se accendo un fiammifero...."
❑
❑
❑
4.
Tina ha detto: "Voglio sembrare grande quando
vado a scuola. Perché non indossare i vestiti di
mia madre?"
❑
❑
❑
5.
Giovanna ha detto: "Penso sarebbe una buona
idea gridare AL FUOCO! Nel caso ci fosse un
incendio nell'edificio. Perché non provare la mia
idea?".
❑
❑
❑
6.
Sergio ha detto: "Non prendo mai buoni voti ai
compiti. Forse non dovrei guardare la televisione
mentre li faccio".
❑
❑
❑
1.
2.
ESERCIZIO. Scoprire facendo una prova
Come metteresti alla prova queste idee per vedere se sono vere o no?
1.
I palloni non galleggiano.
2.
La corda non si rompe.
3.
Le tue mani sono forti.
4.
Ai tuoi genitori piacciono le sorprese.
5.
A nessuno piace la scuola.
IDEA GUIDA 6.3.3. Immaginazione e coerenza
L'ultima volta che abbiamo incontrato il coniglio immaginario di Elfie, il signor Nerino, era nero con gli
occhi azzurri ed aveva una coda bianca. Ora ha occhi verdi e una coda nera. O il signor Nerino continua
a cambiare colore o Elfie continua a cambiare idea su quale colore attribuirgli.
200
Ovviamente, le immaginazioni non devono essere coerenti. Elfie è perfettamente libera di
immaginare il signor Nerino con una coda bianca una volta e nera la volta dopo. Può immaginarlo con
una coda bianca e nera(sia che possa immaginare la sua coda tutta bianca o tutta nera nello stesso
momento è un'altra questione).
Ma, ricordate, il signor Direttore non è immaginario (per Elfie in ogni caso) eppure cambia il colore
degli abiti da un giorno all'altro. Allo stesso modo, non potrebbe darsi che Nerino cambi tenuta da un
giorno all'altro: oggi un vestito di pelo bianco e il giorno dopo un vestito di pelo nero? E, se è così, com'è
veramente il signor Nerino sotto il suo pelo di coniglio?
PIANO DI DISCUSSIONE. Immaginare il signor Nerino
1.
Siete della stessa altezza ogni giorno o siete un po' più alti ogni giorno?
2.
Siete dello stesso peso ogni giorno o diventate un po' più pesanti ogni giorno?
3.
Il signor Direttore indossa vestiti dello stesso colore ogni giorno?
4.
Pensate che Elfie rimanga la stessa da un giorno all'altro?
5.
È possibile che il signor Nerino sia diverso da un giorno all'altro?
6.
È Elfie che decide come appare il signor Nerino?
7.
Sei tu che decidi come appare Elfie?
ESERCIZIO. Inventate una storia di Elfie
Raccontate alla classe una storia che avete inventato su Elfie e il signor Nerino.
PIANO DI DISCUSSIONE. Immaginare Elfie
1.
Se Elfie vuole, può immaginare che il signor Nerino sia una coniglia femmina?
2.
Siete liberi di immaginare che Elfie sia un bambino?
3.
Siete liberi di immaginare il colore degli occhi di Elfie?
4.
Supponiamo che leggiate, nel racconto Elfie, che gli occhi di Elfie sono azzurri. Sareste liberi di
immaginarli marroni?
5.
Supponiamo che leggiate, nel racconto Elfie, che gli occhi di Elfie sono azzurri, ma che poi troviate
un'altra pagina in cui si dice che i suoi occhi sono marroni? Come lo potreste spiegare?
ESERCIZIO. Indovinello
Supponiamo che vi sia dato il seguente indovinello:
Domanda: Cos'è bianco e nero e letto dappertutto?
Risposta: un giornale.
Come lo spieghereste?
201
ATTIVITA'. Immaginatevi in un prato con degli animali
Chiedete ai vostri alunni di stendersi con gli occhi chiusi a chiedete di rimanere in silenzio e tranquilli.
Poi chiedete loro di immaginarsi in un prato d'erba verde con tutti i loro animali preferiti. Ci sono i loro
animali preferiti reali ed i loro animali immaginari preferiti. Chiedete loro di rimanere stesi a guardare gli
animali : "Guardate cosa stanno facendo, di che colore sono, quali taglie e quali forme hanno. Potete
anche decidere di giocare un po' con gli animali. Ce ne sono molti?".
Lasciate alla classe circa cinque minuti per rimanere distesa e godersi le cose che immagina. Poi
chiedete ai bambini di ritornare lentamente in aula e di aprire gli occhi. Incoraggiate i vostri studenti a
condividere le loro esperienze in relazione a questo esercizio con i loro compagni.
202
CAPITOLO 7
PRIMO EPISODIO
IDEA GUIDA 7.1.1. Dire l'ora del giorno
Ci sono molti modi diversi di dire l'ora. Possiamo provare a misurarla per mezzo di un orologio e
ovviamente ci sono molte diverse ore durante il giorno, come ricreazione e ora di pranzo e ora di andare
a dormire.
ESERCIZIO: come procede il tempo
1.
Avete avuto giornate in cui il tempo si trascinava soltanto?
2.
Avete avuto giornate in cui il tempo procedeva molto velocemente?
3.
Avete avuto giornate in cui sono accadute entrambe le cose?
4.
Avete avuto un giorno in cui il tempo non c'era affatto?
5.
Avete avuto un giorno in cui c'era troppo tempo?
6.
Il tempo viene con colori diversi? O è senza colore, come l'acqua?
7.
Il tempo viene in forme e taglie diverse?
8.
Ogni tempo ha il suo sapore?
9.
Se potessi toccare il tempo, come sarebbe?
10. Se il tempo giungesse ad una fine, incomincerebbe qualcos'altro?
ESERCIZIO. Le ore del giorno
A.
Che ora è quando:
1)
Ti alzi?
2)
Vai a dormire?
3)
Pranzi?
4)
Vai a nuotare alla spiaggia?
5)
Mangi un sacco di pasta?
6)
Incomincia la scuola?
7)
Togli la neve dalle finestre?
8)
Dormi?
9)
Giochi con i tuoi amici?
10) Ceni?
B.
In ogni caso, perché è quest'ora e non un'altra?
(Nota per l'insegnante: incoraggiate i vostri alunni a trovare la maggiore quantità di risposte possibili
per ogni domanda. Incoraggiate loro ad usare ore specifiche, come le sei in punto o le sette del mattino,
attraverso il tempo nei giorni e nei mesi come i sabato e i fine settimana, ad usare il tempo in termini di
specifiche festività come Pasqua e Natale; a usare termini più generici come ora di vacanza, ora del
gioco, ora del giorno etc.).
203
ESERCIZIO. Dire l'ora
Associate l'orologio con l'ora digitale.
1.
6:06
2.
8:35
3.
2:00
4.
7:30
5.
4:00
6.
11:50
ESERCIZIO. Parlare del tempo
Ecco alcuni modi in cui le persone usano le parole "ora", "tempo", "volta" per parlare del tempo.
- Un'altra volta
- una volta, due volte, tre volte etc.
- Tempo di riposo
- Scontando il tempo
- La prossima volta
- Tutto il tempo
- Fuori tempo
- Il tuo tempo
- A che ora?
- Abbastanza tempo
- Ore in eccedenza
- Tempo parziale
- Passare il tempo
- Tempo libero
- Tempo pieno
204
Quali di queste parole potreste usare nelle frasi seguenti?
1.
La............................................che esci, non dimenticare il tuo impermeabile.
2.
Facciamo quel...............................................................................................
3.
È..............................................con la musica.
4.
Gino è in prigione ora, sta.......................................................per un crimine.
5.
.................................................................dobbiamo partire?
6.
Gli piace divertirsi nel..................................................................................
7.
Se Maria lavora a.......................................guadagnerà di più.
8.
......................................................è importante, fanne tesoro!
9.
Mia sorella è andata al cinema per....................................................................
10. Hai............................................per giocare con i tuoi amici?
11. Paola lavora a..............…........................ma un giorno spera di lavorare..........................................
12. ...............................................................Quante volte puoi toccarti la punta dei piedi?
IDEA GUIDA 7.1.2. Eccetto
Dobbiamo lasciare spazio ad irregolarità non standardizzate (come quando esprimiamo l'opinione
che: "Per ogni regola c'è un'eccezione").
Parole come "eccetto", "a meno che", e " tranne" sono importanti dal punto di vista logico perché
escludono.
Tutti vennero alla festa eccetto Maria e Giorgio.
Tutti tranne tre degli studenti ebbero il permesso di andare a casa.
Faremo un pic nic domani a meno che non piova.
Le parole che escludono sono importanti perché fungono da complementi a regole e concetti in
riferimento a circostanze ed individui eccezionali.
"Eccetto", "a meno che", e "tranne" sono indicatori logici che ci avvertono tempestivamente che deve
essere fatta un'eccezione.
ESERCIZIO. Tutti eccetto...............
Chi/cosa rimarrebbe nella classe se:
1.
Se ne andassero tutti eccetto l'insegnante?
2.
Se ne andassero tutti eccetto te?
3.
Fosse portato via tutto eccetto le sedie?
4.
Fosse tolto tutto eccetto i bambini?
5.
Fossero tolti tutti i banchi eccetto la cattedra?
ESERCIZIO. Non confondere eccetto con altre parole
Ecco tre diverse parole:
accetto
aspetto
eccetto
Quale pensi stia meglio in ciascuna delle seguenti frasi?
1.
Non voglio venire alla tua festa di compleanno così non (accetto, aspetto, eccetto) il tuo invito.
205
2.
Inviterò tutti nella mia classe (accetto, aspetto, eccetto) l'insegnante.
3.
Mi (accetto, aspetto, eccetto) che tutti gli invitati vengano.
4.
Se io (accetto, aspetto, eccetto) l'invito, devo andare.
5.
Io (accetto, aspetto, eccetto) di ricevere un invito.
IDEA GUIDA 7.1.3. Appallottolata su me stessa
Alcuni degli antichi filosofi, come Democrito, pensavano che la materia originaria del mondo fosse
composta da frammenti di materia di differenti forme e taglie, alcuni piatti, altri in forma di ricciolo, altri
piegati come un gancio e così via. Sia che fosse così che il contrario è vero che le persone possono
assumere diverse posture e posizioni delle quali la prima è la postura in forma di ricciolo dell'embrione. I
bambini spesso ritornano a questa postura quando fanno un pisolino o quando dormono
presumibilmente perché questa assomiglia alla posizione prenatale o perché offre loro un massimo di
protezione o a causa di diverse altre ragioni che ai bambini potrebbe piacere esplorare.
ESERCIZIO. Cose piegate a ricciolo
Chiamate dei volontari per dimostrare le cose seguenti:
1.
Voi appallottolati su voi stessi. C'è qualcun altro che può mostrare un altro modo per farlo?
2.
Un pezzo di carta arricciato alle estremità. C'è qualcun altro che può mostrare un altro modo per
farlo?
3.
Una ciocca di capelli arricciata intorno ad una penna. C'è qualcun altro che può mostrare un altro
modo per farlo?
4.
La vostra lingua arricciata come una salsiccia. C'è qualcun altro che può mostrare un altro modo
per farlo?
5.
Un braccio arrotolato sull'altro. C'è qualcun altro che può mostrare un altro modo per farlo?
ESERCIZIO. Cose a forma di ricciolo
Chiedete ai vostri alunni di pensare al maggior numero possibile di esempi di cose che:
1.
Devono piegare a ricciolo
2.
Si piegano a ricciolo da sé.
3.
Si piegano a ricciolo con qualcos'altro.
4.
Si piegano a ricciolo e si dispiegano.
ESERCIZIO DI PITTURA. Le mie cose arricciolate preferite
Chiedete ai vostri alunni di fare un disegno delle cose arricciolate che preferiscono. Poi chiedete loro :
se potessero dare un nome a quelle cose, quale sarebbe?
Lasciate che diano un nome ai loro disegni.
206
IDEA GUIDA 7.1.4. "Incominciare a...."
La natura è piena di inizi e di fini. "Gli alberi stanno cominciando a diventare verdi", noteremo, o
"Gianni sta incominciando a diventare piuttosto alto", oppure: "Le giornate stanno cominciando ad
allungarsi" o "Mi domando se tutto ha un inizio".
Ci sono anche cose che noi incominciamo da noi. Incominciamo a mangiare il pranzo: in effetti non
possiamo mangiarlo se prima non incominciamo a mangiarlo. Incominciamo a leggere libri,
incominciamo ad andare a scuola, incominciamo ad indossare i jeans. Così "Incominciare a..." è
importante perché le cose non accadono se prima non iniziano ad accadere (né certamente,
smetteranno mai di accadere se non incominciano prima. Elfie non si piò svegliare se prima non dorme
e non può dormire se prima non incomincia ad addormentarsi).
ESERCIZIO. Cosa succede quando incominciamo a fare qualcosa?
Chiamate diversi bambini a descrivere com'è quando loro stanno:
1.
Incominciando ad addormentarsi. Nessun altro ha un'esperienza diversa?
2.
Incominciando a vestirsi. Nessun altro ha un'esperienza diversa?
3.
Incominciando a scrivere. Nessun altro ha un'esperienza diversa?
4.
Incominciando a pensare. Nessun altro ha un'esperienza diversa?
5.
Incominciando a lanciare qualcosa. Nessun altro ha un'esperienza diversa?
ESERCIZIO. Incominciare e fare
Qual è la differenza tra:
1.
Incominciare a sognare e sognare.
2.
Incominciare a prepararsi per andare a scuola e prepararsi per andare a scuola.
3.
Incominciare a fare i compiti e fare i compiti.
4.
Incominciare a pensare e pensare.
5.
Incominciare a piangere e piangere.
PIANO DI DISCUSSIONE. Iniziare
1.
Potresti incominciare ad addormentarti ma non finire per addormentarti?
2.
Finisci tutte le cose che incominci?
3.
Tutte le cose che iniziano finiscono?
4.
C'è una differenza tra il cominciamento e l'inizio di una cosa?
5.
Ci sono cose che iniziano da sole? Potete fare degli esempi?
IDEA GUIDA 7.1.5. "I miei pensieri vanno alla deriva"
Ovviamente qui vi è un' importante analogia. Pensiamo a cose che vanno alla deriva sull'acqua,
come le barche vanno alla deriva sul mare. Così, quando pensiamo ai nostri pensieri che vanno alla
deriva è perché abbiamo paragonato la mente al mare, con i pensieri che scivolano senza sosta sulla
superficie.
Ci sono persone che vanno alla deriva passando da un lavoro ad un altro, da una città all'altra.
207
C'è qualcosa di onirico nella nozione di andare alla deriva come se a volte le cose funzionassero
senza intenzione e scopo.
ATTIVITA'. Andare alla deriva
Chiedete ai membri della classe di andare alla deriva. Poi chiedete ad uno di loro di diventare
energico e propositivo. Poi ancora ad un altro e ad un altro.
Poi, gradualmente, chiedete loro di tornare al loro andare alla deriva senza scopo.
Dovrebbe somigliare ad una danza.
PIANO DI DISCUSSIONE. Cose che vanno alla deriva
1.
Quando i tuoi pensieri vanno alla deriva, dove vanno?
2.
Quando le persone vanno alla deriva allontanandosi l'una dall'altra, dove vanno?
3.
Quando un pezzo di legno va alla deriva sul mare, dove va?
4.
Dove sono andati i pensieri di Elfie quando sono andati alla deriva fuori dalla classe?
5.
È possibile che tu sia in un posto ed i tuoi pensieri in un altro posto?
Come può essere? Puoi descrivere ciò che intendi?
ESERCIZIO. Pensieri alla deriva
Guidate i vostri allievi lentamente attraverso l'esercizio seguente.
"Chiudete gli occhi ed immaginatevi di andare alla deriva verso il vostro luogo preferito. Potrebbe
essere un luogo che già conoscete o potrebbe essere un luogo che inventate nella vostra mente.
Rimaneteci per qualche minuto, godendovi il vostro stare lì.....Notate tutte le cose diverse che ci sono, i
loro colori, le loro forme e suoni...Ascoltate per vedere se c'è nessuno lì. Forse udite una voce. Se è così,
individuate ciò che dice....Ora lasciate che i vostri pensieri ritornino in aula e gradualmente aprite gli
occhi".
Quando i bambini hanno completato questo esercizio, chiamate diversi membri della classe a
descrivere la loro esperienza, com'era il loro posto preferito, cosa hanno visto ed udito. Incoraggiate altri
membri della classe a fare domande sulle particolari esperienze di ciascuno.
IDEA GUIDA 7.1.6. Espressione idiomatica "In onda"
Essere "in onda" è un'espressione idiomatica equivalente a dire "implicato in una trasmissione dal
vivo”. I bambini incontrano frequentemente queste espressioni quando ascoltano le conversazioni degli
adulti e non è male discutere queste espressioni con loro. È il caso specialmente quando un bambino
che prende tutto alla lettera vuole sapere se, per esempio, le persone sono letteralmente e di fatto "in
onda" quando si trasmette da uno studio.
PIANO DI DISCUSSIONE. "In onda"
1.
Cosa pensi che intenda Elfie quando dice "siamo in onda"?
2.
Ci sono altri tipi di cose che sono "in onda"?
3.
Puoi usare le parole "in onda" in un modo diverso per intendere una cosa diversa?
208
4.
Cosa ne dici di "in acqua"? Come usiamo queste parole? Quando le usiamo, cosa intendiamo?
5.
Dire "siamo in onda!" è la stessa cosa che dire "siamo a terra!"?
IDEA GUIDA 7.1.7. Intervistare
Forse Elfie ha visto delle interviste televisive ed è questo che le rende possibile di immaginarsi
mentre intervista Sofia.
Quello che è curioso è il fatto che Elfie scelga di intervistare una compagna di classe piuttosto che un
adulto, come la Signora Maestra o il Signor Direttore. Ma, allora, Sofia sembra avere un significato molto
speciale per Elfie. Ciò che è anche strano è che la prima domanda che Elfie rivolge a Sofia ha a che fare
con la scuola. È come se Elfie si rendesse conto di aver un bisogno urgente di sapere di più proprio su
questo argomento.
ESERCIZIO. Fare interviste
Dividete la classe in coppie. Ogni coppia decide chi farà le domande e chi darà le risposte. Ogni
coppia deciderà anche chi fingerà di essere quello che risponde (potete far finta che siete chiunque
vogliate essere: una persona reale o un personaggio di un racconto per bambini, una persona o un
animale etc.). Al secondo passaggio, invertite i ruoli e l'intervistatore diventa la persona intervistata.
ESERCIZIO. Cos'è un' intervista?
Sono d'accordo
Non sono
d'accordo
?
1.
Marzia ha detto: "quando due persone parlano
insieme quella è un'intervista".
❑
❑
❑
2.
Loredana ha detto: "Quando una persona fa
domande ad un'altra persona, quella è
un'intervista".
❑
❑
❑
3.
Nicola ha detto: "Quando una persona parla alla
televisione, quella è un'intervista".
❑
❑
❑
Carmela ha detto: "Quando porto a casa la mia
pagella, quella è un'intervista".
❑
❑
❑
Marco ha detto: "Quando il dottore mi guarda in
gola, quella è un'intervista".
❑
❑
❑
4.
5.
PIANO DI DISCUSSIONE: Cosa succede in un'intervista?
1.
Pensi che faccia una differenza se un'intervista si fa con altre persone intorno?
2.
Quanto dovrebbe durare un'intervista?
3.
È possibile che venga intervistata più di una persona alla volta?
4.
È possibile che più di una persona ponga le domande?
5.
Perchè le persone vengono intervistate? Fate degli esempi.
209
ESERCIZIO. Cosa chiedereste?
Se poteste intervistare queste persone, quali domande vi piacerebbe fare loro?
1.
Il presidente della Repubblica.
2.
Il vostro cucciolo.
3.
La persona di cui avete più paura.
4.
Una persona di un altro paese.
5.
Una persona handicappata.
IDEA GUIDA 7.1.8. Perché andiamo a scuola?
Alcuni anni fa, molti teorici dell'educazione hanno trovato problematica la relazione tra scuola ed
educazione. Se pensavano di aver scoperto qualcosa di nuovo si sbagliavano: i bambini si sono
interrogati su quella relazione per molto, molto tempo.
Per alcuni bambini, non è del tutto chiaro che il motivo principale per mandarli a scuola è quello di
ricevere un'educazione; sospettano invece di essere stati parcheggiati a scuola in modo che i loro
genitori possano andare a lavorare. Per altri bambini, comunque, le nozioni di scuola ed educazione
sono virtualmente sinonimi. È inconcepibile per loro che debbano andare a scuola per qualsiasi altro
motivo che ricevere un'educazione.
È bene rendersi conto, allora, che per i bambini la nozione di scuola non è chiaramente definita, priva
di ambiguità ed incontrovertibile come per molti adulti.
PIANO DI DISCUSSIONE. Perché andiamo a scuola?
Dite se siete o no d'accordo con le seguenti affermazioni e date la vostra ragione.
1.
Silvia ha detto: "Mi piace andare a scuola: lì ci sono tutti i miei amici".
2.
Tommaso ha detto: "Mi piace andare a scuola. Mi piace davvero la mia insegnante".
3.
Susi ha detto: "Non mi importa della scuola. Preferisco stare a casa a guardare la televisione".
4.
Gualtiero ha detto: "Amo la scuola, vi si imparano un sacco di cose".
5.
Maurizio ha detto: "Odio la scuola, preferirei giocare fuori".
6.
Milos ha detto: "Se non andassi a scuola, dove altro potrei ricevere un'educazione?".
7.
Barbara ha detto: "Tutti i bambini devono andare a scuola. Noi siamo bambini, quindi ricavane le
conseguenze".
8.
Gregorio ha detto: "Non m'importa della scuola ma vorrei che fosse più interessante".
PIANO DI DISCUSSIONE. C'è un motivo per la scuola?
1.
Perchè pensi che andiamo a scuola?
2.
Perchè il tuo migliore amico pensa che andiamo a scuola?
3.
Perchè i tuoi genitori pensano che i bambini dovrebbero andare a scuola?
4.
Perchè il tuo/la tua insegnante pensa che i bambini dovrebbero andare a scuola?
5.
Pensi che i grandi dovrebbero andare a scuola?
210
IDEA GUIDA 7.1.9. Dove andiamo per ricevere un'educazione?
In questo episodio Elfie si confronta con una spiegazione dell'andare a scuola molto diversa dalla
propria. Elfie assume un punto di vista convenzionale: "La scuola è l'unico posto dove possiamo andare
per ricevere un'educazione". Sofia risponde con un'opinione molto diversa. Qualsiasi contesto, se
fornisce significato, fornisce educazione.
Sofia non sta mettendo necessariamente in discussione se le scuole dispensino educazione. Sta
chiedendosi se solo le scuole lo fanno. Per Sofia, apparentemente, qualsiasi evento che ci aiuti a
comprendere, che ci offre una prospettiva, una proporzione ed una direzione, che ci metta in condizione
di avere un insight in relazione alla forma ed alla sostanza delle nostre vite, qualsiasi evento del genere è
educativo, sia che si verifichi in classe, sia che si verifichi in un parco giochi, a casa, nel dialogo con i
nostri amici, ovunque.
La posizione di Sofia ha, certamente, implicazioni piuttosto ampie. Nondimeno può essere utile
incontrarla per molti bambini, perché può risvegliarli alle potenzialità educative della casa, della famiglia
e della vita extrascolastica in genere.
ESERCIZIO. Racconta una storia che riguarda l'educazione
Inventa una storia su un animale che è venuto a scuola perché voleva un'educazione.
Inventa un'altra storia su un animale che sentiva di poter ricevere un'educazione senza andare a
scuola.
Ora inventa una storia su una conversazione tra i due animali.
ESERCIZIO. Cose che possiamo imparare
Che tipo di cose puoi imparare:
1.
A casa?
2.
Al parco giochi?
3.
A scuola?
4.
Dai tuoi vicini?
5.
A casa dei tuoi amici?
6.
Quando fai visita ai parenti?
PIANO DI DISCUSSIONE. Come apprendiamo
1.
Che tipo di cose ti piace apprendere?
2.
Dove puoi andare per apprenderle o per scoprire qualcosa su di esse?
3.
Puoi pensare ad un luogo in cui non apprendi niente?
4.
Come sai che stai apprendendo qualcosa? Puoi fare un esempio?
5.
Come ti senti quando vuoi apprendere qualcosa? Puoi fare un esempio?
6.
Sai sempre dove andare quando vuoi apprendere qualcosa? Puoi fare un esempio?
IDEA GUIDA 7.1.10. Fare conversazione
Alcuni bambini hanno più familiarità di altri con quello che significa fare conversazione. Conversano
con i loro fratelli o con i loro amici o con i loro genitori: alcuni hanno una conversazione a senso unico
211
con le loro bambole, o i loro giocattoli o i loro animali domestici. Altri bambini hanno meno familiarità
con ciò che implica una conversazione. Ora che hanno iniziato a discutere Elfie possono essere più
preparati a dire cosa implica una conversazione.
ESERCIZIO. Cos'è una conversazione ?
Appartiene ad una
conversazione
Non appartiene ad
una conversazione
?
Interrompere quando qualcun altro sta
parlando.
❑
❑
❑
2.
Non ascoltare gli altri quando parlano.
❑
❑
❑
3.
Aspettare il tuo turno per parlare.
❑
❑
❑
4.
Ripeterti ancora e ancora.
❑
❑
❑
5.
Mettere in ridicolo quello che gli altri dicono.
❑
❑
❑
6.
Non lasciare parlare gli altri.
❑
❑
❑
7.
Non dire nulla se non hai nulla da dire.
❑
❑
❑
8.
Costruire sulle idee degli altri.
❑
❑
❑
9.
Scocciare il tuo vicino.
❑
❑
❑
10. Alzare il dito se vuoi essere chiamato.
❑
❑
❑
11. Chiedere una ragione se pensi che una
persona abbia espresso un'opinione senza
fornire una ragione.
❑
❑
❑
12. Non aver paura di parlare.
❑
❑
❑
1.
PIANO DI DISCUSSIONE. Fare conversazione
1.
Esistono diversi tipi di conversazione? Puoi fare degli esempi?
2.
Devi dire qualcosa per essere parte di una conversazione?
3.
Danzare è una conversazione?
4.
Quando i cani abbaiano l'uno contro l'altro, stanno facendo conversazione?
5.
Quando i fiori e gli alberi si girano verso il sole, stanno facendo conversazione?
PIANO DI DISCUSSIONE. Conversazioni tra fiori
Incoraggiate la classe a pensare in silenzio per qualche minuto sulle domande seguenti.
Se le piante potessero fare conversazioni che tu possa sentire, cosa pensi che i fiori direbbero al sole
quando viene la primavera? Fiori diversi direbbero cose diverse?
Cosa pensi che il sole direbbe ai fiori? Direbbe cose diverse a fiori diversi?
1. Chiamate diversi studenti a riferire la conversazione che pensano si sia verificata.
2.Chiedete a ciascuno studente di inventare una storia di un fiore che parla.
212
SECONDO EPISODIO
IDEA GUIDA 7.2.1. Tutti fanno la stessa cosa
I bambini spesso si imitano l'un l'altro. Per esempio, la domanda sollevata da un primo bambino può
stabilire lo schema per il tipo di domande che gli altri della classe procederanno a formulare. A volte si
può imparare qualcosa seguendo gli altri e facendo come fanno loro, a volte un tale comportamento
imitativo non è molto costruttivo. La cosa importante è aiutare i bambini ad esplorare le differenze così
possono distinguere da sé quando copiare è un fatto positivo e quando non lo è.
PIANO DI DISCUSSIONE. Fare quello che fanno gli altri
1.
Ci sono volte in cui tu fai quello che fanno gli altri? Puoi fare degli esempi?
2.
Ci sono volte in cui non fai quello che fanno gli altri? Puoi fare degli esempi?
3.
Fare quello che fanno gli altri è una buona idea?
4.
Pensi che gli animali decidano di fare quello che fanno gli altri animali come loro?
5.
Cosa preferiresti fare, seguire gli altri o essere seguito/a da loro?
6.
È importante che alcune persone conducano e che gli altri seguano?
PIANO DI DISCUSSIONE. Seguire il leader
1.
Tutte le persone sono facili da seguire?
2.
Che tipo di persona ti piacerebbe seguire?
3.
Puoi seguire qualcuno ma non andare da nessuna parte?
4.
Cosa pensi che significhi questa frase: "Ti seguirò dove mi condurrai"?
5.
I leader possono essere anche seguaci?
6.
Se volessi che la gente ti segua, cosa dovresti fare?
ATTIVITA' E DISCUSSIONE. Copiare gli altri
Chiedete alla classe di dividersi in coppie e fate ascoltare delle musica. Un partner di ogni coppia si
muove con la musica mentre l'altro segue/copia/rispecchia i movimenti dell'altro.
Dopo breve tempo chiedete a tutti di fermarsi e di invertire i ruoli. Questa volta, la persona che ha
imitato la prima volta inizia a muoversi e l'altro lo segue.
Dopo un po', fateli fermare tutti, cambiare partner e ripetere tutto il processo.
Quando avete finito quest'attività, chiedete alla classe di discutere le loro esperienze di seguire e
condurre gli altri. Le seguenti domande vi potrebbero essere d'aiuto in questo:
È stato più facile seguire alcune persone che altre?
Cosa rende una persona facile da seguire?
Vi è piaciuto di più condurre o seguire?
213
IDEA GUIDA 7.2.2. Distinzione con non sono e non è
Le distinzioni che fanno i bambini hanno implicazioni per la loro comprensione della classificazione.
Nel caso della distinzione che ha fatto Linda, notiamo che non vi può essere sovrapposizione tra le
costolette di agnello e le costolette di maiale perché gli agnelli ed i maiali sono due diverse specie
naturali. Poiché nessuna pecora è un maiale e nessun maiale è una pecora possiamo inferirne che
nessuna costoletta di agnello è una costoletta di maiale e nessuna costoletta di maiale è una costoletta
di agnello.
D'altro canto, vediamo che Bruno non sta distinguendo tra due distinte specie naturali che non si
sovrappongono. Come i bambini possono ben puntualizzare, non è insolito che ci siano bambini a cui
vengono insegnate delle cose a casa o che ci siano delle case usate come spazi scolastici: ma
l'affermazione di Bruno ("La scuola non è la casa") non va così lontano. Suggerisce semplicemente che
certe scuole non sono case (non implica effettivamente che alcune scuole siano o possano essere case,
ma lascia aperte quelle possibilità).
Così, la comprensione dei bambini di che cosa precisamente intenda un'affermazione dipende dalla
loro comprensione di come le classi a cui ci si riferisce siano in relazione l'una con l'altra. Se le classi
vengono intese come distintamente differenti, l'affermazione avrà un significato; se sono intese come
parzialmente in sovrapposizione, l'affermazione avrà un altro significato.
ESERCIZIO. Classi che si sovrappongono
Ecco due serie di circoli. Nel primo caso, stanno per due classi che non si sovrappongono. Nel
secondo caso, come potete vedere, si sovrappongono.
Consideriamo alcuni esempi di classi che non si sovrappongono:
Nessuna bicicletta è un orso.
Nessuna sedia è un fiore.
Nessun’ape è un albero.
Nessun hamburger è un pianeta.
Nessuna cosa rotonda è quadrata.
Adesso, consideriamo alcuni esempi di cose che si sovrappongono:
Alcuni lunedì sono belle giornate.
Alcune persone giovani sono persone alte.
Alcuni impiegati sono donne.
Alcune matite sono cose appuntite.
Alcune mele sono cose buone da mangiare.
Va bene. Potete controllare le coppie seguenti e dire quali pensate abbiano bisogno di cerchi separati
e quali di cerchi che si sovrappongono.
214
1.
Orsi e serpenti.
2.
Gatti e patate.
3.
Montagne e grattacieli.
4.
Cacciavite e rompighiaccio.
5.
Cose pesanti e cose rotonde.
6.
Bambine vestite di blu e bambine con le scarpe.
IDEA GUIDA 7.2.3. Lavorare con i diagrammi di Venn
PARTE PRIMA:
in logica, i cerchi che si sovrappongono sono noti come "diagrammi di Venn". Ora lavoreremo con
due tipi di diagrammi di Venn che illustrano i modi in cui una classe può essere distinta da un' altra.
Nell'esercizio precedente, abbiamo mostrato che due classi che si sovrappongono possono essere
diagrammate per mezzo di due circoli separati, così:
Ma quando usiamo i diagrammi di Venn, non usiamo circoli separati. I diagrammi di Venn usano
circoli che si sovrappongono anche quando si desidera fare una chiara distinzione tra due classi che non
si sovrappongono. Come? Così.
In altre parole, se Linda volesse diagrammare la sua affermazione "Le costolette di agnello non sono
costolette di maiale" usando un diagramma di Venn, apparirebbe così:
Va bene. La regola è diagrammare un'affermazione del tipo "nessun........…....è.…............"
ombreggiando la porzione centrale del diagramma di Venn (l'ombreggiatura significa che la porzione
ombreggiata è vuota. Non c'è è nulla che sia insieme una costoletta di agnello ed una costoletta di
maiale).
215
ESERCIZIO. Diagrammi con "nessuno/a"
Usando i diagrammi di Venn con le frasi che contengono "nessuno" diagrammate le affermazioni
seguenti:
1.
Nessun gomito è un ginocchio.
2.
Nessuna carta di gomma da masticare è un pallone.
3.
Nessun ricordo è un palo del telefono.
4.
Nessun cucchiaio è un topo.
5.
Nessuna margherita è un fiume.
SECONDA PARTE
Ora supponiamo che noi vogliamo usare un diagramma di Venn per illustrare distinzioni del tipo
"Alcuni/e...................non sono.........................".
Ancora una volta, usiamo i circoli che si sovrappongono. Ma ora mettiamo un asterisco nel luogo che
siamo sicuri abbia dei membri. Supponiamo che la frase che stiamo cercando di illustrare sia: "Alcuni
bambini non sono femmine" ecco come apparirebbe.
In altre parole, ci sono bambini che non sono femmine!
Ricordate, potete leggere un diagramma di Venn da sinistra a destra o da destra a sinistra a seconda
di dov'è l'asterisco. Per esempio, questo diagramma esprime anche la frase : "Alcuni bambini non sono
femmine".
ESERCIZIO. Diagrammare distinzioni del tipo "alcuni/e.....................non sono..............."
Fate dei diagrammi di Venn per le frasi seguenti:
1.
Alcune macchine non sono macchine sportive.
2.
Alcuni vigili non sono donne.
3.
Alcune patate non sono patate dolci.
4.
Alcuni brani musicali non sono canzoni.
5.
Alcuni bambini non sono persone che hanno fatto bene il compito di matematica.
6.
Alcune case non sono fatte di legno.
216
IDEA GUIDA 7.2.4. "Nessuna nuova, buona nuova"
Mira, sfortunatamente, ha scelto di darci un caso più difficile. All'apparenza, la sua frase sembra
abbastanza semplice e potrebbe essere diagrammata così:
Comunque, se ci atteniamo più strettamente al significato dell'esempio di Mira, siamo colpiti dal fatto
che ciò che dice è ambiguo. Cioè, può essere interpretato in più di un modo. L'interpretazione appena
diagrammata potrebbe essere parafrasata così:
nessun (caso di notizia) è (caso di buona notizia)
Ma potrebbe essere parafrasato così:
tutte (le volte in cui non ci sono notizie) sono (volte in cui c'è una buona notizia).
La seconda interpretazione è più vicina al significato riconosciuto dell'espressione idiomatica
"nessuna nuova, buona nuova". Ma affronteremo la discussione del modo in cui può essere costruito un
diagramma di Venn per questo caso più avanti nel manuale.
Per ora, potete semplicemente usare questa formulazione.
ESERCIZIO. Ancora sui diagrammi di Venn e sulle frasi con "nessuno"
Potete leggere questi diagrammi e dire quali frasi rappresentano?
217
PIANO DI DISCUSSIONE. "Nessuna nuova, buona nuova"
1.
I gatti possono essere gatti buoni?
2.
Nessun gatto può essere un buon gatto?
3.
Le uova possono essere buone uova?
4.
Le uova possono essere cattive uova?
5.
Nessun uovo può essere un buon uovo?
6.
Le notizie possono essere buone notizie?
7.
Nessuna notizia può essere una cattiva notizia?
8.
Nessuna notizia può essere una buona notizia?
ESERCIZIO E DISCUSSIONE. Quando nessuna notizia è una buona notizia
Chiamate dei volontari a riferire al resto della classe le loro buone notizie per la giornata. Poi chiedete
alla classe:
1.
I bambini che non avevano notizie, avevano buone notizie?
2.
I bambini che avevano buone notizie avevano notizie?
3.
Se fosse vero che "nessuna nuova, buona nuova" sarebbe vero che "una buona nuova è nessuna
nuova"?
ESERCIZIO. Che tipo di notizie ?
I seguenti bambini vi stanno dando nessuna notizia, buone notizie, cattive notizie o una combinazione
di queste quando dicono:
Nessuna notizia
Buone notizie
Cattive notizie
1.
Paolo: "Ciao, mi chiamo Paolo".
❑
❑
❑
2.
Susi: "Ieri c'è stato un incidente automobilistico sulla nostra strada".
❑
❑
❑
3.
Sara: " Ninna nanna, ninna o, questo bimbo
a chi lo do?"
❑
❑
❑
4.
Mira: "Mamma, che ora è?".
❑
❑
❑
5.
Marta: "Mia madre ha avuto una bambina
ieri".
❑
❑
❑
218
IDEA GUIDA 7.2.5. Altre distinzioni esclusive
Le frasi nella forma "Nessun...........è..................." ci dicono che la relazione tra le due classi è una
relazione di completa esclusione (come vedremo successivamente, le frasi che incominciano con
"Tutto/i/e" generalmente ci dicono che la relazione tra le due classi è una di inclusione).
Perciò le frasi di Milos, Valeria, Enrico e Chicca sembrano tutte essere casi di completa esclusione e
potrebbero essere riformulate come segue:
Nessun numero pari è un numero dispari (Milos).
Nessuna persona è una cosa (Valeria).
Nessun caso di conteggio è un caso di misurazione (Enrico).
Nessun cavalluccio marino è un cavallo (Chicca).
2
Comunque, le frasi date da Sergio e da Tommaso sono più ingannevoli . Suggeriscono un'esclusione
completa, ma implicano individui piuttosto che classi. Un modo per risolvere questa cosa è trattare un
individuo come una classe e diagrammare queste frasi come le altre:
Il Gatto con gli stivali non è Cappuccetto rosso (Sergio)
Io non sono Milos (Tommaso)
Ovviamente, se voi leggeste il diagramma, direte probabilmente qualcosa come: "Nessun caso del
Gatto con gli stivali è caso di Cappuccetto rosso" e "Nessun caso di Tommaso è caso di Milos".
ESERCIZIO. Diagrammare affermazioni su singoli individui
Come diagrammereste le cose seguenti?
1.
Il presidente della Repubblica non è l'insegnante di questa classe.
2.
Tu ed io siamo completamente diversi.
3.
La signora Rossi non è la signora Bianchi.
2
Il caso della frase di Sofia: "Mia madre non può essere mio padre" è ancora più complicata. Vi suggeriamo di trattarla
come se avesse detto: "Mia madre non è mio padre" piuttosto che di riferirsi a qualcosa di complicato come: "Chiunque sia
mia madre non è qualcuno che può essere mio padre".
219
IDEA GUIDA 7.2.6. Distinzioni che implicano esclusione parziale piuttosto che
totale
Come abbiamo visto, una frase che inizia con "nessun, nessuno, nessuna" suggerisce esclusione
totale. Ma una frase dalla forma "alcuni/e ...................non sono......................" suggerisce solo
esclusione parziale. Se qualcuno dice: "Alcune di queste fragole sono deliziose" non possiamo essere
sicuri se il resto di esse non sono deliziose o sono deliziose. Possiamo solo arrivare fin dove ci lascia la
frase ed è una questione di esclusione parziale. Per esprimere questa cosa, usiamo il diagramma di
Venn con l'asterisco. Prendete le frasi di Gianni e Diana:
Cambiare non significa migliorare, crescere sì (cioè alcuni casi di cambiamento non sono casi di
miglioramento) (Gianni)
Le cose non sono sempre quelle che sembrano (cioè alcune cose non sono come sembrano essere)
(Diana)
ESERCIZIO. Far pratica nel leggere diagrammi di parziale esclusione
Come leggereste i seguenti diagrammi?
220
IDEA GUIDA 7.2.7. Cambiare e crescere
Tutta la crescita è cambiamento, ma non tutto il cambiamento è crescita, questo è pressappoco
quanto afferma Gianni con la sua distinzione.
Ma i bambini potrebbero essere pronti a confutare Gianni su questo punto. Sta dicendo che crescere
significa migliorare in qualche modo.
Eppure i bambini vedono che i loro fratelli e sorelle crescono fisicamente senza necessariamente
migliorare. Il fratello di una persona può diventare più alto di anno in anno ma non migliorare affatto.
Dobbiamo quindi vedere che la parola "crescere" può essere ambigua. Può essere presa come un
mezzo per aumentare in taglia con un incremento in qualità o merito e un aumento di taglia senza
nessun cambiamento in qualità o merito.
ESERCIZIO. Cambiare e crescere
Pensate che queste persone/cose stanno cambiando, crescendo o forse nessuna delle due cose?
1.
Di notte il cielo è nero, di giorno è azzurro.
2.
L'anno scorso uno dei bambini della vostra classe era alto un metro e trenta centimetri, quest'anno
è alto un metro e mezzo.
3.
Quando Paolo era un neonato, aveva i capelli biondi. Ora ha tre anni ed i capelli castano scuro.
4.
L'anno scorso lo zio di Enrico che ha novantun anni pesava novanta chili, quest'anno ne pesa
novantacinque.
5.
All'inizio dell'estate l'erba era verde ma c'è stata pochissima pioggia ed ora è giallo -marrone.
PIANO DI DISCUSSIONE. Crescere
1.
Il corpo di una persona può crescere? Puoi fare un esempio?
2.
La mente di una persona può crescere? Puoi fare un esempio?
3.
La personalità di una persona può crescere? Puoi fare un esempio?
4.
I pensieri di una persona possono crescere? Puoi fare un esempio?
5.
I sentimenti di una persona possono crescere? Puoi fare un esempio?
6.
Puoi pensare ad altri modi in cui una persona potrebbe crescere?
221
PIANO DI DISCUSSIONE. Cosa ci piacerebbe vedere cambiato?
1.
Puoi dirci tre cose che ti piacerebbe cambiare nel mondo? Come ti piacerebbe vedere questi
cambiamenti?
2.
Puoi dirci tre cose che ti piacerebbe cambiare di te? Come ti piacerebbe fare questi cambiamenti?
3.
In che modo ti piacerebbe crescere? C'è niente che tu possa fare affinché ciò accada?
IDEA GUIDA 7.2.8. "Le cose non sono sempre quelle che sembrano essere"
La distinzione di Diana eccheggia, certamente, l'antica distinzione tra Apparenza e Realtà. È,
sicuramente, molto prudente: suggerisce che a volte le cose sono cosa sembrano essere e a volte non lo
sono.
Consigliamo i bambini di guardarsi dal confondere l'apparenza con la realtà. La saggezza sta nel
percepire la realtà che si trova oltre la maschera della pura apparenza. Eppure, può essere motivo di
gratitudine il fatto che le cose non sono sempre quelle che sembrano. Tante volte sembrano peggiori di
quello che sono in realtà!
PIANO DI DISCUSSIONE. Quando le cose sono proprio quello che sembrano essere
Considerate questa possibilità:
supponete che tutto nel mondo fosse proprio quello che sembra essere. La luna sembrerebbe così
vicina che potete stendere la mano e toccarla. Gli edifici alti sembrerebbero toccare il cielo. E i
programmi televisivi sembrerebbero mostrare attori vivi e attrici piuttosto che immagini sullo schermo.
Cos' altro ci sarebbe in un mondo del genere?
Vi piacerebbe un mondo del genere?
PIANO DI DISCUSSIONE. Le cose sono ciò che sembrano essere?
1.
Se una persona sta sorridendo e sembra felice, significa che è felice?
2.
Se sembra una giornata calda, significa che è una giornata calda?
3.
Se sembra che il tuo amico/la tua amica stia dicendo la verità, significa che sta dicendo la verità?
4.
Se sembra che la giornata non finisce mai, significa che non finirà mai?
5.
Se sembra che i binari della ferrovia si incontrino in lontananza, significa che si incontrano?
6.
Puoi pensare ad altre cose/persone che sembrano star facendo una cosa ma che in realtà stanno
facendo qualcos'altro? (Discutete diversi esempi con i bambini).
ESERCIZIO. Le cose sembrano essere quello che sono in realtà?
Sembrano solo
in quel modo
Sono realmente
in quel modo
?
1.
La terra è piatta.
❑
❑
❑
2.
Le montagne in lontananza sono azzurre.
❑
❑
❑
3.
Le ruote delle macchine girano al contrario.
❑
❑
❑
4.
Il mare è azzurro.
❑
❑
❑
5.
Le vostre gambe diventano più grasse sott'acqua.
❑
❑
❑
222
Sembrano solo
in quel modo
Sono realmente
in quel modo
?
6.
Ogni persona è diversa.
❑
❑
❑
7.
Le bolle non durano per sempre.
❑
❑
❑
8.
Le vostre unghie continuano a crescere.
❑
❑
❑
9.
Gli uccelli cantano.
❑
❑
❑
❑
❑
❑
10. Potete diventare tutto quello che volete essere.
IDEA GUIDA 7.2.9. Sequenze causali e non causali
Precedentemente abbiamo considerato relazioni causali e puramente sequenziali (ma non causali).
Questa pagina offre un'altra opportunità di stabilire la differenza tra i due tipi di connessione, quelle in cui
la prima cosa determina l'accadere della seconda e quelle in cui la prima non causa la seconda.
ESERCIZIO. Quali di queste connessioni sono connessioni causa-effetto?
Ecco alcune delle sequenze nel capitolo. Potete dire quali sono sequenze di causa - effetto?
1.
3.
Il signor Direttore indietreggia verso il fondo della
stanza.
4.
Il signor Direttore si siede.
Il signor Direttore si siede su una sedia vuota.
La sedia fa CRACK.
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
Guardiamo il signor Direttore.
Sergio dice alla signora Maestra di Elfie.
8.
❑
Il signor Direttore si alza.
Ci giriamo e lo guardiamo.
7.
❑
La sedia fa CRACK.
Il signor Direttore si alza velocemente.
6.
?
Il signor Direttore scivola attraverso la porta.
Il signor Direttore indietreggia verso il fondo della
stanza.
5.
Sequenza non
causa-effetto
La signora Maestra finisce di scrivere.
Il signor Direttore scivola attraverso la porta.
2.
Sequenza
causa-effetto
Sergio dice alla signora Maestra di Elfie.
Elfie sente di "voler uccidere" Sergio.
IDEA GUIDA 7.2.10. Vincitori
Per molti bambini, giocare ha poco o nulla a che fare con "giocare per vincere" o "vincere". Il gioco
dei bambini molto piccoli spesso non è né competitivo né cooperativo. Ciò che considerano "giocare
insieme" spesso è nulla più che giocare indipendentemente ma nella stessa stanza.
223
Eppure, non giocheranno senza l'obiettivo di vincere ancora per molto, perché questa nozione sarà
presto introdotta dagli adulti e dai giochi degli altri bambini.
ESERCIZIO. Attività di gioco con e senza vincitori
Quante attività di gioco che implicano vincere e perdere potete indicare?
Quante attività di gioco non implicano vincere o perdere?
PIANO DI DISCUSSIONE. Vincere
1.
Preferiresti fare un gioco stupido e vincere o fare un gioco interessante ed eccitante e perdere?
2.
Preferiresti giocare e perdere o non perdere affatto?
3.
Preferiresti giocare con bambini della tua età e perdere o giocare con bambini più piccoli e vincere?
4.
Quando giochi per vincere, significa che ci deve essere un premio per il vincitore?
5.
Preferiresti vincere un gioco che tutti pensavano avresti vinto o vincere un gioco che nessuno
pensava avresti vinto?
ESERCIZIO. Vincitori
Quali delle seguenti espressioni sono simili nel significato a: "Non puoi vincere una gara se non vi
partecipi?". In che modo sono simili?
1.
“Chi dorme non piglia pesci!".
2.
“Devi partecipare per vincere!"
3.
“L'acqua cheta rompe i ponti!".
4.
“Non fate di tutta l'erba un fascio!".
5.
“Chi si ferma è perduto".
PIANO DI DISCUSSIONE. Vincere e perdere
1.
È sempre importante vincere? Puoi fare un esempio?
2.
È sempre importante o è sempre bene perdere? Puoi fare un esempio?
3.
Puoi pensare ad una volta in cui hai perso ma l'hai presa bene? Puoi spiegare perché?
4.
Puoi pensare ad una volta in cui hai vinto ma non ne hai avuto soddisfazione? Puoi spiegare
perché?
5.
È possibile vincere e perdere allo stesso tempo?
6.
Ci sono altre cose oltre i giochi che puoi vincere o perdere?
7.
Quando la gente dice: "È un vincitore!" cosa pensi che intenda?
224
IDEA GUIDA 7.2.11. Frasi con "se - allora" come condizioni necessarie e
sufficienti
Il commento di Sergio: "Non puoi vincere una gara se non vi partecipi" può essere riscritta mettendo
all'inizio la seconda parte "Se non vi partecipi, non puoi vincere una gara". Ora è formulata come una
frase condizionale con la forma "Se...allora...".
Queste frasi condizionali sono di molti tipi diversi e richiedono molti diversi tipi di analisi. Un tipo
esprime connessione causale (come nel caso di "se piove, il terreno si bagnerà").
A volte pensiamo alle frasi condizionali come a qualcosa che esprime "condizioni necessarie e
sufficienti". La prima parte, quella che segue il "se" esprime la condizione sufficiente e la seconda parte
(che segue "allora") esprime la condizione necessaria.
In questo senso, se la frase di Sergio viene riscritta, vediamo che "non partecipare ad una gara" è, in
sé, insufficiente per assicurare "che non si vinca" (la discussione delle condizioni necessarie sarà
affrontata in un' altra occasione).
Potreste voler non usare una terminologia come "condizioni necessarie e sufficienti" con i bambini del
primo ciclo delle elementari. Ma potreste cercare di indurli a vedere che, data la prima parte di
un'affermazione "se....allora...." la seconda parte ne deve conseguire (ed essere anche vera). La verità
della prima è sufficiente a garantire la verità della seconda (se si presume che l'intero condizionale, la
frase "se....allora" si presume essere vera).
I vostri allievi dovrebbero avere poca difficoltà con la nozione che, se non si partecipa ad una gara,
non ci si può aspettare di vincerla. E questa può essere stimolo per passare ad altri esempi.
ESERCIZIO. Ricavare inferenze dalle frasi "se.....allora"
Cosa ne segue in questi casi?
1.
Daniela ha detto: "Se oggi è martedì, domani sarà mercoledì”.
Michele ha risposto: "Bene, oggi è martedì".
Cosa ne segue?
2.
Enrico ha detto: "Se giro questo interruttore, si accende la luce".
Se è vero quello che ha detto Enrico, ed Enrico ora gira l'interruttore, cosa succederà?
3.
Giulia ha detto: "Se mi metto le scarpe di mia madre, sarò più alta di tre centimetri".
Se è vero quello che ha detto Giulia e Giulia ora si mette le scarpe di sua madre, cosa succederà?
IDEA GUIDA 7.2.12. "Cosa ha reso le loro frasi le migliori"
I vincitori della gara sono stati scelti ma il signor Direttore non ha dato nessuna indicazione dei criteri
che ha usato nell' arrivare alla sua decisione.
Spesso critichiamo i bambini quando non danno ragioni per le loro opinioni ma tendiamo anche noi a
fare la stessa cosa.
Un criterio è un tipo di ragione. È il tipo di ragione che impieghiamo quando giudichiamo. A Diana
piacerebbe che qualcuno indicasse il criterio in base al quale Sergio, Enrico e Valeria sono stati dichiarati
vincitori. Ogni volta che uno dei vostri allievi presenta un'opinione, sarebbe bene che gli altri allievi gli
chiedessero la ragione che sostiene quell'opinione (alcuni insegnanti chiedono ai loro allievi di chiedere,
a bassa voce : "Ragione, ragione!" ). E ogni volta che uno dei vostri allievi annuncia una decisione o
formula un giudizio si quello che è buono o cattivo, giusto o sbagliato, corretto o scorretto, si può
chiedergli cosa l'ha indotto/a a pensare così.
225
ESERCIZIO. Giudizi e criteri
Ecco alcuni giudizi. Dovete individuare i criteri (le ragioni) più sensate per questi particolari giudizi.
Giudizio
1.
Ragione (criterio)
L'insegnante ha detto: "Elisa ha a. Elisa ha i capelli più lunghi della
vinto la gara di tabelline".
classe.
b. Elisa ha ricordato tutte le tabelline.
c. Elisa va bene in italiano.
2.
3.
Nora ha detto: "Il film che mi è
piaciuto di più è stato Guerre
Stellari".
a. Era eccitante dall'inizio alla fine.
Tommaso ha detto: "Penso di
essere ammalato".
a. Ha la febbre e gli fanno male tutte
le ossa.
b. Nora impazzisce per le navicelle
spaziali.
b. Non vuole andare a scuola.
c. Gli piace la dottoressa .
4.
Andrea ha detto: "I bambini
dovrebbero andare a cinema
pagando metà prezzo".
a. Un bambino occupa un posto
proprio come un adulto.
b. I bambini vedono il doppio dei film
rispetto agli adulti.
c. I bambini hanno pochissimi soldi.
226
Selezione
TERZO EPISODIO
IDEA GUIDA 7.3.1. Elfie rivede la propria situazione
Elfie considera le sue prospettive a questo punto. Può aspettare la rappresentazione, ma implica la
spiacevole prospettiva di fare la parte della porta. Può andare ad un' altra scuola, ma significa lasciare i
suoi compagni. Può rimanere, ma significa che probabilmente dovrà ripetere la prima.
In ogni caso, Elfie prende in considerazione un corso di azione e una probabile conseguenza
dell'intraprendere quel corso di azione.
Notate anche che formula le sue alternative logicamente: cosa succederà se rimango e cosa
succederà se non rimango?
ESERCIZIO. Anticipare le conseguenze
Cosa pensate che probabilmente accadrà se:
1.
Vi sedete al posto dell'insegnante invece che al vostro?
2.
Incominciate a leggere e scrivere veramente bene?
3.
Mangiate le caramelle prima di cena?
4.
Vi mordete le unghie?
5.
Vi dimenticate di andare a scuola?
PIANO DI DISCUSSIONE. Rivedere la vostra situazione
Cosa vi piacerebbe di più e perché?
1.
Più amici.
2.
Più divertimento.
3.
Più cose da mangiare.
4.
Più tempo al parco giochi.
5.
Più compiti per casa.
IDEA GUIDA 7.3.2. "A cosa posso rivolgere le mie aspettative?"
Molte persone hanno bisogno di organizzare le loro vite intorno a qualcosa cui rivolgere le loro
aspettative proprio come hanno bisogno di una gruccia dove appendere i vestiti.
Possono farlo giorno per giorno fin quando possono sempre pensare ad un evento futuro e, quando
questo si è verificato, al prossimo evento futuro.
Non c'è dubbio che Elfie stia provando un po' d'ansia a questo punto. È consapevole di una serie di
cose irrisolte e pendenti. Ha bisogno di un punto fermo su cui possa contare, qualcosa a cui possa
rivolgere le sue aspettative.
227
ESERCIZIO. Cose a cui rivolgiamo le nostre aspettative
Cosa pensi che queste persone/cose direbbero se si ponessero la domanda: "A cosa posso rivolgere
le mie aspettative?".
1.
Un pollo in una stia.
2.
Un uomo con due gambe rotte.
3.
Una lumachina appena nata.
4.
Uno spazzino.
5.
Un pesce rosso in una barattolo.
6.
Una ragazza a cui non piace suo fratello.
PIANO DI DISCUSSIONE. Guardare innanzi e guardarsi indietro
1.
È importante avere qualcosa cui dirigere le proprie aspettative? Perché?
2.
È importante guardare indietro alle cose che sono già successe? Perché?
3.
A quali tipo di cose dirigi le tue aspettative?
4.
Dirigi mai le tue aspettative a cose cattive? Pensi che gli altri lo facciano?
5.
Dirigere le proprie aspettative a qualcosa cambia cosa sta accadendo adesso? Puoi fare un
esempio?
ESERCIZIO. Dirigere le proprie aspettative
Pensi che queste persone stiano aspettando Natale? Cosa te lo fa pensare?
1.
A Gianni piace comprare un sacco di regali per i suoi amici. Non ha lavorato per un anno.
2.
Gianna continua a tirare fuori le decorazioni natalizie e a chiedere a sua madre quando le può
mettere.
3.
Pietro continua a mangiare tutti i dolci di Natale.
4.
Giulia dovrebbe andare da zia Maria per Natale. Continua a chiedere a sua madre se invece può
andare da zia Betta.
5.
Perla ha incominciato a comprare regali di Natale a settembre.
IDEA GUIDA 7.3.3. Scelta
Molti adulti probabilmente considereranno ingiusto che i genitori di Elfie le gettino addosso la
responsabilità di scegliere la sua scuola: in effetti è per renderla responsabile della propria educazione.
D'altro canto, pochi adulti trovano discutibile il fatto che alla maggioranza degli studenti non sia data
alcuna responsabilità per la loro educazione: vengono assegnati a scuole, classi, insegnanti, sono
spostati senza neanche essere consultati su niente che abbia a che fare con la loro vita scolastica.
Al momento è difficile dire quanta responsabilità dovrebbe essere data ad un bambino piccolo. I
danni di assegnargli troppa o troppo poca responsabilità potrebbero essere pressoché uguali. I bambini
schiacciati da responsabilità spesso diventano frustrati ed esauriti, i bambini a cui non viene assegnata
alcuna responsabilità diventano passivi, indecisi e vulnerabili.
228
PIANO DI DISCUSSIONE. Scelta
1.
Scegli sempre quello che fai?
2.
Le altre persone scelgono mai per te quello che fai?
3.
È mai davvero importante che tu scelga cosa fare? Puoi fare un esempio?
4.
È mai davvero importante che gli altri scelgano cosa devi fare? Puoi fare un esempio?
5.
Ci sono volte in cui non importa chi sceglie?
6.
Ci sono volte in cui è meglio decidere in gruppo cosa fare? Puoi fare un esempio?
7.
Cosa preferiresti: scegliere da te, che qualcun altro scelga per te o decidere con gli altri cosa fare?
ESERCIZIO E PIANO DI DISCUSSIONE. Cosa sceglieresti?
Se tu fossi queste persone, cosa sceglieresti di fare? Perché?
1.
Mira non si sente bene. Quale sarebbe la scelta migliore: stare a casa, andare dal dottore, andare a
scuola?
2.
Franco è felice come non era da anni. Quale sarebbe la scelta migliore : uscire con gli amici,
andare a lavorare, restare a casa a riposarsi.
3.
I genitori di Mariella hanno appena vinto la lotteria. Quale sarebbe la scelta migliore: andare in
vacanza con loro, rimanere con sua zia per non perdere giorni di scuola, portarsi i libri di scuola in
vacanza?
4.
A Bruno non piacciono i suoi compagni di classe. Quale sarebbe la scelta migliore: cambiare
scuola, fare amicizia con bambini di un' altra classe, trascorrere più tempo con i suoi compagni?
5.
Alì vive in un piccolo appartamento con suo padre. Quale sarebbe la scelta migliore: prendersi un
labrador, prendersi un criceto, non prendere nessun animale.
ESERCIZIO. Scegliere quando comprare
Immaginate che voi dobbiate comprare queste cose. Quali sono alcune delle scelte che potreste
dover fare?
Per esempio, se doveste comprare un gelato, dovreste scegliere:
a. il gusto
b. la taglia (piccolo, medio, grande)
c. la consistenza (semifreddo, normale)
d. coppetta o cono
e. il tipo di cono (semplice, pralinato...)
f. il tipo di decorazione (noccioline, granella...)
Ora provatene qualcuna voi. Che tipo di scelte dovreste fare se steste comprando o ordinando:
a. una bevanda fredda
b. paio di scarpe nuove
c. una nuova serie di matite colorate
d. la cena in un ristorante
e. un animale nuovo
229
IDEA GUIDA 7.3.4. Cosa i miei genitori vogliono che io faccia
Elfie sospetta che i suoi genitori la vogliano fare andare all'altra scuola e che vogliano che sia lei a
scegliere l'altra scuola piuttosto che mandarcela. Eppure, non li accusa di progettare di mandarla all'altra
scuola se non la sceglie da se.
Come un piccolo Amleto, nondimeno Elfie si strugge sulla scelta che deve fare. Non è che non si fidi
dei suoi genitori. È solo che non dà per scontato che essi vogliano che lei scelga l' altra scuola perché lo
vogliono loro. Evidentemente crede che essi vogliono che scelga quello che vuole lei.
È molto difficile per una bambina tracciare la distinzione tra il desiderio che i suoi genitori hanno di
lasciare a lei la scelta e ciò che essi vogliono che scelga. Forse quando Elfie diventerà a sua volta un
genitore troverà che questa esperienza le è stata di grande aiuto. Non darà per scontato che, se fa
scegliere ai suoi bambini, essi devono scegliere ciò che lei vuole che scelgano.
PIANO DI DISCUSSIONE. "Mamma e papà vogliono che io..."
1.
Che tipo di cose i tuoi genitori vogliono che tu faccia? Sono diverse dalle cose che tu vuoi fare?
Nessuna di loro è la stessa?
2.
Che tipo di cose i tuoi amici vogliono che tu faccia? Sono diverse dalle cose che tu vuoi fare?
Nessuna di loro è la stessa?
3.
Che tipo di cose il tuo/la tua insegnante vuole che tu faccia? Sono diverse dalle cose che tu vuoi
fare? Nessuna di loro è la stessa?
4.
Fai mai per tua scelta delle cose che non sono veramente quelle che tu vuoi fare?
5.
Ti piace mai fare le cose che gli altri vogliono che tu faccia anche se all'inizio tu non volevi farle?
PIANO DI DISCUSSIONE. "Se tu fossi un adulto..."
1.
Se tu fossi un genitore, cosa vorresti che facciano i tuoi figli?
2.
Se tu fossi un'insegnante, cosa vorresti che facciano i tuoi alunni?
3.
Ci sono delle cose che vorresti che gli altri facciano?
4.
Ci sono delle cose che vorresti tutti facciano?
5.
Cosa preferiresti, gli altri che fanno quello che tu vuoi che facciano o fare ciò che tu vuoi fare?
ESERCIZIO. Parlare ai bambini
Insegnante: chiedete ad un bambino/una bambina di portare a scuola una bambola e di fare il
ventriloquo/la ventriloqua (oppure potete fare voi il ventriloquo/la ventriloqua).
Ora, lasciate che gli altri bambini intervistino la bambola che parla come un bambino/una bambina
molto piccolo/a. Il bambino/la bambina vuole fare cose proibite. Lasciate che i vostri alunni spieghino al
bambino/alla bambina che queste cose non si devono fare.
Il bambino/la bambina parla con errori di grammatica. Lasciate che i vostri alunni spieghino al
bambino che questo è un modo improprio di parlare.
In altre parole, vedete se la bambola che parla - il bambino/la bambina - può evocare nei vostri alunni
le regole che normalmente applicano a se stessi.
230
IDEA GUIDA 7.3.5. "Cosa dovrei fare?"
La situazione di Elfie non è piacevole: non ha molta esperienza di cosa significa vacillare davvero di
fronte ad una decisione e le conseguenze che intravede per ciascun corso di azione alternativo sembrano
ugualmente spiacevoli.
Tecniche per la soluzione di problemi e la presa di decisioni possono funzionare bene con alcuni
problemi tecnici ma nelle questioni più ardue di condotta personale possono essere di scarso aiuto.
In questo episodio, nondimeno, Elfie ha delineato la sua situazione meglio che ha potuto, ed è su
questa delienazione che deve riflettere ora. Se va ad un'altra scuola, quasi certamente perderà i suoi
amici. Se rimane, pensa, sarà bocciata.
Quello che non ha ancora considerato, apparentemente, è se le due conseguenze spiacevoli sono
ugualmente probabili. Le considera come entrambe inevitabili, ma lo sono? Per esempio, ammette che è
stata "quasi bocciata alla scuola materna" ma significa che è successo o no?
PIANO DI DISCUSSIONE. Cosa facciamo quando non sappiamo cosa fare?
1.
Ci sono volte in cui semplicemente non sai cosa fare?
2.
Quando non riesci a capire cosa fare, chiedi aiuto?
3.
Se non c'è nessuno che ti aiuti, cosa fai?
4.
Ci sono volte in cui è meglio fare qualcosa piuttosto che niente?
5.
Ci sono volte in cui è meglio non far nulla e vedere cosa succede?
6.
Come decidi quando è il caso?
IDEA GUIDA 7.3.6. "Quasi" e parole simili
Certe parole si riferiscono ad aree indistinte della nostra esperienza - parole come "quasi", " appena",
"pressappoco", "a stento" e così via. I bambini devono fare pratica nell'uso di queste parole: è facile
ricavarne inferenze inesatte.
ESERCIZIO. Lavorare con parole come "quasi"
Osserviamo alcune osservazioni fatte dai bambini. Non siamo sicuri di cosa significhino queste
osservazioni, così la seconda colonna si riferisce a ciò che pensiamo significhino. Il vostro lavoro
consiste nel dire se siete d'accordo o no con i significati nella seconda colonna. Se non siete d'accordo,
indicate il vostro significato.
Osservazioni
1.
Alice ha detto: "Ho quasi saltato la
cena l'altra sera".
Significati
D'accordo
Non
d'accordo
?
Alice è andata a letto senza
cena l'altra sera.
❑
❑
❑
2.
Feliciana ha detto: "Mia sorella ha La sorella di Feliciana non ha
avuto quasi un incidente di mac- avuto un incidente di macchina
china ieri".
ieri ma c'era vicina.
❑
❑
❑
3.
Giorgio ha detto: "Ci sono a stento
nuvole nel cielo oggi".
Ci sono poche nuvole nel cielo
oggi.
❑
❑
❑
Tina ha detto: "L'anno scorso a
stento sono stata promossa alla
materna".
L'anno scorso Tina è stata
promossa alla materna.
❑
❑
❑
4.
231
Osservazioni
Significati
5.
Gilberto ha detto: "Certo, Tommaso è caduto, ma a stento l'ho
toccato".
Gilberto ha spinto Tommaso.
6.
Biagio ha detto: "Ho soltanto giocato nel fango tutto il giorno.
Perché dici che sembro un porco?"
Biagio è piuttosto sporco.
7.
Alì ha detto: "Raramente mangio
caramelle".
Alì non mangia mai caramelle.
232
D'accordo
Non
d'accordo
?
❏
❑
❑
❏
❑
❑
❏
❑
❑
QUARTO EPISODIO
IDEA GUIDA 7.4.1. Star meglio, star peggio
I bambini piccoli generalmente prendono ogni giorno così come viene. Le lacrime di ieri possono
essere velocemente dimenticate e non si pensa molto al domani.
Man mano che crescono, comunque, i bambini cominciano a percepire schemi: che le cose sono
generalmente buone (cosicché non sono preparati per giornate cattive) o che le cose sono generalmente
cattive (così che non sono generalmente preparati per cose buone). Oppure possono notare un diverso
tipo di schema, una serie di alti e bassi: cose che gradualmente migliorano o che gradualmente
peggiorano.
Elfie sta giungendo al punto in cui incomincia a notare miglioramenti e peggioramenti. Sta
cominciando a connettere il passato, il presente ed il futuro e questo è, per alcuni filosofi, in ogni caso un
segno di razionalità.
PIANO DI DISCUSSIONE. Migliorare, peggiorare
1.
Ci sono cose che a volte vanno meglio ed altre volte vanno peggio? Potete dare degli esempi?
2.
Ci sono cose che migliorano soltanto? Potete dare degli esempi?
3.
Ci sono cose che peggiorano soltanto? Potete dare degli esempi?
4.
Ci sono cose che tu puoi migliorare?
5.
Ci sono cose che tu puoi peggiorare?
ESERCIZIO. Cose che migliorano o peggiorano
Pensi che queste cose stiano migliorando o peggiorando? Se non sei sicuro, vedi se puoi dirci
perché.
migliorano
peggiorano
?
1.
Ieri pioveva, oggi c'è il sole.
❑
❑
❑
2.
Ieri Anna si sentiva male, oggi si sente bene.
❑
❑
❑
3.
Ieri Tommaso si sentiva felice, oggi si sente triste.
❑
❑
❑
4.
Il rubinetto della cucina scorreva, adesso non più.
❑
❑
❑
5.
Ieri Tito si è grattato una ferita sul ginocchio, oggi l'ha fatto
di nuovo e sta sanguinando.
❑
❑
❑
IDEA GUIDA 7.4.2. Amare ed essere innamorati
I bambini gradualmente notano che gli adulti sono più prudenti del solito quando si tratta di certe
parole o frasi che non amano trattare come equivalenti o intercambiabili. Per esempio "amare" ed
"essere innamorati". Perciò, se una bambina piccola dovesse dire che "è innamorata del suo cane" la
sua famiglia generalmente la correggerà così in futuro dirà semplicemente che "ama" il suo cane. È
comune anche per i genitori dire che amano i loro figli piuttosto che sono innamorati dei loro figli. Se la
233
bambina approfondisce la questione può imparare che i suoi genitori si amano l'un l'altro e sono anche
innamorati uno dell'altro. O che il suo fratello maggiore è innamorato di una ragazza che vuole sposare.
O che la sua sorella maggiore che va alle medie ha una cotta per un ragazzo e pensa di esserne
innamorata.
Così gradualmente la differenza tra amare ed essere innamorati viene recepita, come viene recepito il
fatto che le persone sono piuttosto pignole nel fare la distinzione. Può essere fonte di imbarazzo per un
bambino piccolo, come Elfie in questo caso, se la distinzione non è fatta nel modo appropriato.
Vale la pena di notare che Elfie e Sergio hanno imparato abbastanza sulle distinzioni, così che
possono applicare questa abilità alla differenza tra amare qualcuno ed essere innamorati di qualcuno.
PIANO DI DISCUSSIONE. Amare, essere innamorati
1.
Elfie dice che ama suo padre, ma non le piace quando Sergio dice che è innamorata di suo padre.
Cosa pensi che intenda?
2.
Puoi pensare a delle persone che conosci che si amano l'un l'altra? Cosa ti fa pensare che si
amano l'un l'altra?
3.
Puoi pensare a delle persone che sono innamorate l'una dell'altra? Cosa ti fa pensare che sono
innamorate l'una dell'altra?
4.
Pensi che ci sia una differenza tra amare qualcuno ed esserne innamorati?
5.
Pensi che sia possibile amare qualcuno ed esserne innamorati allo stesso tempo?
ESERCIZIO. Amare, essere innamorati
Quali parole pensi ci stiano meglio?
1.
Alcune persone AMANO/SONO INNAMORATE DEI loro animali domestici.
2.
Alcune persone AMANO/SONO INNAMORATE DEI loro genitori.
3.
Alcune persone AMANO/SONO INNAMORATE DEI soldi.
4.
Alcune persone AMANO/SONO INNAMORATE DELLE loro macchine.
5.
Alcuni ragazzi AMANO/SONO INNAMORATI DELLE loro ragazze.
6.
Alcune donne AMANO/SONO INNAMORATE DI un uomo.
7.
Alcune persone AMANO/SONO INNAMORATE DI tutti.
8.
Alcune persone non AMANO/SONO INNAMORATE DI nessuno.
9.
Alcune persone AMANO/SONO INNAMORATE DEL gelato.
10. Alcune persone AMANO/SONO INNAMORATE DELLA scuola.
Potete dirci un po' perché avete scelto certe parole ?
ESERCIZIO E DISCUSSIONE. Com'è l'amore?
Chiedete ai bambini in classe di stare seduti per qualche minuto e di chiudere gli occhi. Chiedete di
immaginarsi qualcuno o qualcosa che amano davvero molto. Chiedete loro di rimanere seduti per
qualche minuto, immaginarsi questa persona o cosa e provare il sentimento dell'amore. Poi chiedete loro
di conservare questo sentimento mentre aprono gli occhi lentamente.
Infine, chiamate dei volontari per descrivere al resto della classe com'è l'amore.
234
ESERCIZIO DI PITTURA. Dipingete ciò che amate
In seguito alla discussione precedente, immediatamente o nell'incontro successivo, chiedete ai
bambini di dipingere la persona o la cosa che amano molto e che hanno rappresentato nella loro mente.
IDEA GUIDA 7.4.3. Sia...che, O....o
Sergio si dà da fare per tormentare Elfie con un dilemma o, almeno, con qualcosa che somiglia ad un
dilemma. In quello che in logica viene chiamato "dilemma chiuso" una persona viene messa a confronto
con due alternative, che entrambe conducono pressappoco alla stessa indesiderata conclusione. Per
esempio: O vado alla festa o sto a casa. Se vado alla festa mi annoierò. Se sto a casa, mi annoierò.
Così mi annoierò in entrambi i casi.
Sergio prende in giro Elfie più o meno allo stesso modo. Elfie, argomenta, o ama suo padre oppure
no. La conseguenza, in ogni caso, è che lei viene messa in ridicolo. Non può uscirne.
Ora, una delle chiavi della natura del dilemma è che si fonda sul presupposto che non vi sia un
terreno comune tra le due alternative - tra o... e oppure. E a volte è così. Se le alternative sono
alternative logiche allora non c'è terreno comune. Se no, ci può essere un terreno comune.
Facciamo prima un po' di pratica con degli "o...o" logici.
ESERCIZIO. O....o logici.
1.
Giacomo ha detto: "Tutte le cose del mondo o sono un tavolo o non lo sono". Potete pensare a
qualcosa che non ricada in nessuno dei due gruppi che Giacomo ha menzionato?
2.
Lisa ha detto: "O mangio il gelato oggi o no". Potete pensare ad una terza alternativa per Lisa?
3.
Giulio ha detto : "O state in piedi sulla testa o no". Potete pensare ad una terza alternativa per
Giulio?
IDEA GUIDA 7.4.4. Usare i diagrammi di Venn per esprimere "O...o"
Precedentemente, abbiamo usato due circoli che si intersecavano per mostrare la relazione tra due
classi. Per esempio, abbiamo detto che la frase: "Nessun tacchino è un gattino" può essere
rappresentata così
Il motivo per cui la parte centrale è ombreggiata è per mostrare che, secondo la frase, non c'è niente
che possa essere sia un tacchino che un gattino.
Ma supponiamo che vogliate mostrare, in aggiunta, che tutto nel mondo è o un tavolo o un non tavolo. Dovreste diagrammarlo in questo modo:
235
ESERCIZIO: Far pratica nell'esprimere "O...o"
Notate, nei due cerchi racchiusi in un rettangolo
che le aree 2 e 4 sono ombreggiate ma le aree 1 e 3 sono vuote. Cosa significa? Significa che siamo
sicuri che non c'è nulla in 2 e 4 ma non possiamo essere sicuri che non ci sia nulla in 1 e 3.
Per esempio, supponiamo di stare lavorando con queste due classi: draghi e non draghi. Potremmo
essere sicuri che non c'è niente nelle aree 2 e 4 perché tutto nel mondo è o un drago oppure un non
drago. Ma non sappiamo se ci sono draghi, così dobbiamo lasciare aperta l'area 1.
ESERCIZIO. Diagrammare "O...o" logici
Usando due cerchi in un rettangolo, con ombreggiature nelle aree 2 e 4 quali delle seguenti
affermazioni può essere espressa con questi diagrammi?
1. Tutte le cose o sono rotonde o non sono rotonde
2. Tutte le cose o sono alberi o non sono alberi.
ESERCIZIO. Diagrammare altri casi di "O...o"
Considerate questa affermazione: "Una cosa non può essere sia un cerchio che un quadrato". È
chiaro che l'area 2 deve essere ombreggiata. Ma cosa dite dell'area 4? Sicuramente ci possono essere
molte cose che non sono né cerchi né quadrati. Significa che in questo caso non dobbiamo ombreggiare
l'area 4. Ora provate con queste:
1. Nessun cane è un gatto.
2. I dinosauri non sono mai cavoli.
IDEA GUIDA 7.4.5. Una via d'uscita dal dilemma
Dall' ultimo esercizio abbiamo visto che, in certi casi, ci può venir detto: "O questo o quello" ma
possiamo legittimamente rispondere "Nessuna delle due cose!". Per esempio, vi può venir detto: "O
mangi il pollo o le verdure" ma potete rispondere "Non devo accettare queste alternative: posso mangiare
pesce o vitello o cereali o un sacco di altre cose".
236
Così la via per uscire da alcuni dilemmi è quella di vedere che le alternative che vi sono date
potrebbero non essere le sole disponibili.
ESERCIZIO. Dilemmi da cui potete uscire
Ecco alcuni dilemmi da cui potete uscire trovando un'altra alternativa. Se pensate che vi sia un' altra
alternativa, dite qual è.
1.
Qualcuno vi dice: "O vai al parco o stai a casa!".
2.
Qualcuno vi dice: "O ti fai il bagno o lavi i piatti!".
3.
Qualcuno vi dice: "O giochi a campana o a biglie”.
237
CAPITOLO 8
PRIMO EPISODIO
IDEA GUIDA 8.1.1. Felice e fortunato
Sia la felicità che la fortuna sono temi significativi nella filosofia antica, particolarmente nella filosofia
di Aristotele. Allo stesso tempo, parole come "felice" e "fortunato" sono di uso così comune che non
dovrebbe sembrare insolito possano essere usate da una bambina di prima elementare come Elfie.
Nel modo in cui Elfie usa i termini, la felicità è qualcosa che sente (mentre in Aristotele è "ben essere" un elemento di eccellenza nel modo in cui una persona vive) e la fortuna è il beneficio di fortuite
circostanze esterne (in effetti a volte parliamo di fortuna come di una concatenazione di circostanze
felici).
PIANO DI DISCUSSIONE. Felice e fortunato/a
1.
Se sei fortunato, significa che sei anche felice?
2.
Se sei felice, significa che sei anche fortunato/a?
3.
Una persona può essere fortunata ed infelice?
4.
Una persona può essere sfortunata eppure essere felice?
5.
Essere felici per un minuto vi rende una persona felice?
6.
Potresti essere felice per un minuto e come risultato essere una persona felice?
ESERCIZIO. Fortuna
Quali dei seguenti diresti che sono fortunati?
Fortunato/a
Sfortunato/a
?
1.
Lorenzo ha detto: "Sono fortunato. Ho un tetto
sulla testa e tre pasti al giorno".
❑
❑
❑
2.
Giorgio ha detto: "Sono fortunato, ho trovato 100
lire oggi".
❑
❑
❑
Enzo ha detto: "Sono fortunato, posso trascorrere in biblioteca tutto il tempo che voglio".
❑
❑
❑
4.
Margherita ha detto: "Sono fortunata. Non mi
sono ammalata una volta quest'anno".
❑
❑
❑
5.
Betti ha detto: "Sono fortunata. Manco sempre
molto alle macchine".
❑
❑
❑
6.
Titti ha detto: "Sono fortunata. Sono nata a
Capodanno".
❑
❑
❑
3.
238
PIANO DI DISCUSSIONE. Fortuna e sfortuna
1.
Cosa succede alle persone quando sono fortunate? Pensi che qualcuna di queste cose possa
succedere per altre ragioni?
2.
Cosa succede alle persone quando sono sfortunate? Pensi che qualcuna di queste cose possa
succedere per altre ragioni?
3.
Sai quando stai per essere fortunato?
4.
Conosci qualcuno che sia sempre fortunato? Cosa te lo fa pensare?
5.
Conosci qualcuno che non sia mai fortunato? Cosa te lo fa pensare?
6.
Se una persona ha cattiva fortuna, significa che non è fortunata?
ESERCIZIO: Pensi che queste persone siano fortunate?
1.
Anna stava guidando verso casa e vide un sacco di banconote volare in cielo.
2.
Cinzia è scivolata sul tappeto, si è presa una storta e non è potuta andare alla festa.
3.
Walter ha studiato tanto per suoi esami e li ha superati con un bel voto.
4.
A Enrica piacciono i panini col würstel.
5.
Michela ha una a mamma ed un papà che sono gentili con lei.
IDEA GUIDA 8.1.2. Quando continuiamo a pensare a qualcosa
Elfie ci dice che "continua a pensare" al fatto che i suoi amici sono amici. Perché una cosa del genere
l'affascina tanto?
Forse è perché si rende conto che i suoi amici sono collegati a lei dall'amicizia in modo indipendente
e che sono collegati l'un l'altro dall'amicizia. Così, ancora una volta, è una relazione tra due relazioni,
proprio come un'analogia è una relazione tra due relazioni.
Per esempio, supponiamo che abbiate un cugino dal lato di vostro padre ed un cugino dal lato di
vostra madre. Sono entrambi in relazione con voi. Ed ora scoprite che sono in relazione l'uno con l'altro!
È improbabile, ma possibile, che i parenti possano essere a loro volta parenti tra loro.
Il pensiero di Elfie in questa occasione non è solo prolungato, è ad un livello superiore: quello che
chiamiamo "pensiero di alto livello". Così ci sono molti modi in cui possiamo continuare a pensare a
qualcosa: quando quel qualcosa è diventato ossessivo ed i vostri pensieri non se ne staccano, quando
andiamo sempre più in profondità in un argomento ma allo stesso livello di pensiero e quando lo stesso
livello del nostro pensiero si adatta ad una processualità superiore.
PIANO DI DISCUSSIONE. Perché a volte facciamo queste cose?
1.
Ci sono volte in cui continui a pensare a qualcosa?
2.
Ci sono volte in cui continui a vedere qualcosa?
3.
Ci sono volte in cui continui a sentire qualcosa?
4.
Ci sono volte in cui continui a provare qualcosa?
5.
Ci sono volte in cui continui a pensare, vedere, sentire, provare qualcuna di queste cose?
239
PIANO DI DISCUSSIONE. Possiamo smettere di pensare a qualcosa?
1.
Ci sono volte in cui vuoi smettere di pensare a, vedere o provare qualcosa e non puoi?
2.
Ci sono volte in cui vuoi continuare a pensare a, vedere o provare qualcosa ma ti sfugge via?
3.
C'è niente che tu possa fare per smettere di pensare a e di provare qualcosa?
4.
C'è niente che tu possa fare per impedire che un pensiero o un sentimento vada via?
5.
Generalmente, i tuoi pensieri e sentimenti rimangono gli stessi per un po' o cambiano molto? Puoi
dirci qualcosa su questo?
ESERCIZIO. Cosa potrebbero pensare gli animali?
C'è niente che tu pensi questi animali possano continuare a pensare?
1.
un'aquila
5.
una gallina
2.
una formica
6.
un uccello del deserto
3.
uno scoiattolo
7.
un pesce tropicale
4.
un coccodrillo
IDEA GUIDA 8.1.3. Segreti belli e segreti brutti
Apparentemente Elfie ha sia segreti belli che terribili, terribili segreti. Ci ha dato un esempio di un
terribile segreto quando ci ha confidato che non sa nulla. Ora ci dà un esempio di un bel segreto: il
pensiero che i suoi amici non solo le siano amici ma che siano amici l'uno con l'altro ( Elfie non sembra
vedere nulla di problematico nel confidarci entrambi i tipi di segreti. Pensa che non li diremo?).
Inoltre, Elfie ci dice quello che pensa, e se il pensiero ricorre più di una volta ce lo comunica più di
una volta (ovviamente non c'è limite al suo candore). Quello che ci ha detto prima, ce lo ripete adesso.
PIANO DI DISCUSSIONE. Diversi tipi di segreti
1.
Se tu pensi di essere molto bravo in qualche modo ma ti rendi conto che non puoi dirlo a nessuno,
è un bel segreto?
2.
Se tu pensi di essere davvero scadente in qualcosa ma non vuoi dirlo a nessuno, è un segreto
terribile?
3.
Se hai qualcosa che vuole qualcun altro ma non vuoi che sappiano che tu lo hai, è un bel segreto?
4.
Se hai qualcosa che nessuno vuole ma non vuoi che sappiano che tu lo hai, è un segreto terribile?
5.
Se sei come gli altri in qualche bel modo ma loro non lo sanno, è un bel segreto?
6.
Se sei come gli altri in qualche brutto modo ma loro non lo sanno, è un segreto terribile?
240
SECONDO EPISODIO
IDEA GUIDA 8.2.1. Calmarsi
Possiamo quasi sentire la signora Maestra. "Va bene, ora calmatevi!". È una frase che i bambini
comprendono molto bene. È intesa a calmare i loro spiriti esuberanti, ristabilire l'ordine e acquietare il
brusìo della conversazione in aula. Eppure, Elfie non fa menzione del fatto che la signora Maestra abbia
istruito la classe in questo modo. Forse i bambini hanno incominciato ad interiorizzare il comando: non
deve esplicitarlo. Può essere semplicemente un gesto oscuro, un sottile linguaggio del corpo da parte
sua che essi riescono a cogliere e così sanno che è tempo di "calmarsi".
ESERCIZIO. I comandi che si danno in classe
Cosa significano le cose seguenti quando l'insegnante le dice in classe?
1.
"In fila".
2.
"Attenzione!".
3.
“Silenzio”.
4.
"Ripetete dopo di me".
5.
"Calmatevi".
PIANO DI DISCUSSIONE. Stare a posto
1.
Ci sono volte in cui tu vuoi calmarti ma non lo vuole nessun altro della classe?
2.
Ci sono volte in cui tutti in classe vogliono calmarsi ma tu no?
3.
Quando un' insegnante vi chiede di calmarvi, intende la maggior parte dei bambini o tutti i bambini?
4.
Per calmarvi, dovete alzarvi dalle sedie e sedervi per terra? È possibile calmarsi troppo?
PIANO DI DISCUSSIONE. Essere eccitati e calmarsi
1.
Ci sono delle cose che tu puoi fare solo dopo che ti sei calmato/a? Puoi fare degli esempi?
2.
Ci sono delle cose che è meglio fare prima che ti calmi o quando sei tutto/a su di giri ed eccitato/a?
Puoi fare degli esempi?
3.
Che tipo di cose puoi fare per aiutarti a calmarti?
4.
Che tipo di cose puoi fare per aiutarti ad andare su di giri o eccitarti?
5.
Sei mai stato troppo eccitato/a? Cosa è successo?
PIANO DI DISCUSSIONE. Aiutare gli altri a calmarsi
1.
Puoi aiutare gli altri a calmarsi?
2.
Calmi gli altri allo stesso modo in cui calmi te stesso/a?
3.
Hai mai cercato di mettere su di giri o di eccitare qualcun altro?
4.
Metti su di giri gli altri allo stesso modo in cui ti metti su di giri?
241
5.
Hai mai visto gli animali mettersi su di giri o calmarsi? Puoi descriverci o mostrarci un po' di ciò che
hai visto?
6.
Hai mai visto le persone cercare di calmare gli animali?
7.
Cosa ne dici degli animali? Li hai mai visti cercare di mandare su di giri o di calmare le persone?
Puoi fare degli esempi?
ESERCIZIO. Calmarsi
Pensi che quello che hanno detto queste persone abbia senso?
1.
Bianca : "Mi piace calmarmi così mi posso addormentare".
2.
Eliana : "Mi piace calmarmi così posso concentrarmi su una cosa alla volta".
3.
Susanna: "Mi piace calmarmi così posso ascoltare in modo adeguato".
4.
Francesca: "Mi piace calmare il mio corpo ma eccitare la mia mente".
5.
Stefania: "Mi piace eccitarmi così posso calmarmi".
IDEA GUIDA 8.2.2. Distinzioni
La signora Maestra suggerisce quattro modi per esprimere cosa sono le distinzioni. Dice alla classe
che le distinzioni sono frasi che:
1. dicono che qualcosa non è qualcos'altro;
2. dicono che alcune cose non sono altre cose;
3. incominciano con la parola nessuno/a oppure…
4. dicono che qualcosa è diverso da qualcos'altro.
Tenete a mente che le differenze grosso modo si trovano mentre le distinzioni si fanno (in altri
termini, le differenze sono scoperte, le distinzioni inventate).
Il punto è che una distinzione è un atto mentale o verbale che richiama l'attenzione su una differenza
tra delle cose nel mondo. Perciò, se qualcuno dice : "L'oceano Atlantico non è l'oceano Pacifico" chi ha
parlato ha, nel pronunciare quella frase, fatto una distinzione, e la distinzione implica il richiamare
attenzione al fatto che i due oceani sono diversi (la stessa cosa è vera per i tre altri tipi di distinzione
indicati sopra. Il quarto tipo, certamente, vien fuori in maniera aperta e chiama differenza una differenza
come si potrebbe dire pane al pane…).
ESERCIZIO. Esprimere distinzioni
Dato un pezzo di gesso e un cassino e comprendendo in che modo sono diversi, possiamo dire: "Un
cassino non è un pezzo di gesso", "Nessun cassino è un pezzo di gesso", e "I cassini sono diversi da
pezzi di gesso". Potete fare lo stesso con le cose seguenti?
1.
un libro e un tavolo
2.
una porta e una finestra
3.
una penna e un pezzo di carta
4.
una radio e una televisione
5.
una mucca e un cavallo
6.
una pietra e una palla di gomma
7.
una punessa e una graffetta
8
un bicchier d'acqua ed un bicchiere di latte
9
un maiale e un porco
10
un auto e una macchina
242
IDEA GUIDA 8.2.3. "Molto bene!"
Lo scambio di battute tra la signora Maestra e la classe rappresenta un modello pedagogico
abbastanza tradizionale. La signora Maestra dà quattro interpretazioni di che cos'è una distinzione e la
classe risponde in coro. Alla fine la signora Maestra dice : "Molto bene!". In effetti, loda i suoi alunni per
averle dato le risposte che voleva (per non farle un torto, sta ripetendo il modo in cui gli alunni hanno
capito il concetto di distinzione a cui era arrivata in precedenza).
Come devono essere intesi i suoi complimenti agli alunni quando dice loro: "Molto bene?". Un modo
per comprenderlo è fare un equivalenza con "È giusto!" ed "È corretto!" espressioni di lode per aver dato
la risposta corretta. Ma un altro modo di intenderlo è di fare equivalenza con "È molto interessante!"
come espressione di apprezzamento per il processo del pensiero piuttosto che per il suo prodotto.
In questo caso particolare, la signora Maestra sembra lodare la classe per aver dato le risposte
giuste. Ma, come insegnanti, dobbiamo essere consapevoli dell'altra alternativa: gli allievi possono
essere lodati per il modo in cui pensano, anche quando le loro conclusioni non sono quelle che ci
aspettiamo. Perciò la signora Maestra loda Valeria per aver fatto una buona domanda. Il commento di
Valeria non era né una risposta e neanche una domanda che la signora Maestra si aspettava (perciò era
un buon modo di pensare).
PIANO DI DISCUSSIONE. Espressioni
Cosa intendono gli insegnanti quando dicono:
1.
"È molto interessante!"
6.
"È perfettamente giusto!"
2.
"Benino!"
7.
"Esattamente!"
3.
"Bene!"
8.
"Perfetto!"
4.
"Eccellente!"
9.
"Ben fatto!"
5.
"Va bene!"
10. "È un buon modo di pensare!"
IDEA GUIDA 8.2.4. Fatto
Un fatto può essere:
1. un'affermazione vera
2. qualcosa che è realmente accaduto
3. entrambe le cose di cui sopra.
I fatti sono ciò che citiamo quando vogliamo dare una prova a supporto di un'affermazione che
stiamo facendo. L'affermazione di Gianni che era a scuola mercoledì scorso può essere sostenuta da
certi fatti:
1. la sua insegnante l'ha segnato presente sul registro.
2. Tre compagni di classe si ricordano che era lì quel giorno.
Poiché ad ogni dato momento accadono un sacco di cose nel mondo, e poiché tutto ciò che accade è
(o può essere descritto) come un fatto, ovviamente ci sono un sacco di fatti in giro. Incominciamo a
selezionarli comunque, quando si fa un'affermazione e si possono citare i fatti per sostenere o rifiutare
l'affermazione.
ESERCIZIO. Cosa aiutano a provare questi fatti?
1.
È un fatto che casa di Gianni si trovi a Viale Michelangelo n.10. Quali delle cose seguenti aiuta a
provare questo fatto?
a. Gianni ha una giacca marrone.
243
b. Gianni fa sempre tardi a scuola.
c. Gianni è vicino di Chicca, che abita a Viale Michelangelo n.11.
2.
È un fatto che lo zucchero è dolce. Quali delle cose seguenti aiutano a spiegarlo?
a. Lo zucchero si compra in cartoni al supermercato.
b. Le persone mettono lo zucchero nel caffè.
c. Lo zucchero è bianco.
IDEA GUIDA 8.2.5. Cosa significano "è" e "sono" ?
Il commento di Valeria che "alcune cose sono altre cose" è davvero di grande importanza per lo
sviluppo della comprensione della logica nei bambini. I due fondamentali movimenti logici, dopo tutto,
sono il fare distinzioni ed il ricavare connessioni ("ricavare connessioni" è un modo piuttosto strano di
descrivere cosa succede quando diciamo che "le cose sono altre cose" ma è difficile trovare una frase
che sia così appropriata per questo processo di fare distinzioni come per esprimere il fatto che alcune
cose non sono altre cose).
La signora Maestra chiede esempi dell'idea di Valeria e certamente ci sono diversi volontari:
1. Sergio ignora la parola "altre" e sceglie di mettere l'accento sulla parola "sono". Egli quindi dà un
esempio di "affermazioni di identità" dove il soggetto ed il predicato indicano la stessa cosa come: "I
bimbi sono bambini" (le definizioni calzano anche con questa descrizione).
2. Enrico continua a porre l'accento sulla parola "sono" interpretandola come se indicasse
"appartenenza a un gruppo" o "essere membro di una classe" come nel suo esempio: "Tutti noi siamo
studenti di prima elementare". Questo è certamente uno degli usi più diffusi della parola "sono".
3. Gianni prende l'uso che Enrico fa del termine " appartenenza" ma invece di vederlo come "essere
un membro di" Gianni lo interpreta nel senso di avere o possedere. Ma gli esempi di Gianni sono
problematici e Sofia esprime la sua perplessità e diffidenza a riguardo. Il primo esempio di Gianni
"Queste biglie sono mie" implica che Gianni legalmente possegga le biglie: sono sua proprietà. Il suo
secondo esempio "I limoni sono gialli" suggerisce che il colore giallo sia proprietà dei limoni. Ovviamente
qui c'è un cambiamento di significato da un senso di proprietà (diritti legali di possesso) ad un altro in cui
le qualità o le parti costitutive di una cosa sono sue proprietà.
4. Sofia, Diana e Linda ora procedono nel dare ancora un' altra interpretazione della parola "sono".
Esse affermano che la parola "sono" suggerisce che il soggetto di una frase sia un esempio del
predicato. Perciò dire che "I limoni sono gialli" significa dire che i limoni sono esempi di cose gialle o che
i limoni sono esempi di "giallezza". E dire che Enrico e Linda sono studenti significa dire che sono
esempi di studenti.
Ovviamente la differenza tra Enrico e Sofia è per lo più una questione di differenza di accento. Enrico
mette l'accento sulla natura di classe del predicato, Sofia sul carattere esemplare del soggetto. Ma
entrambe le interpretazioni sono legittime. Dire: "La signora maestra è un'insegnante" significa dire sia
che appartiene alla classe degli insegnanti sia che è un esempio di quella classe.
Tutto ciò dovrebbe trasmettere l'importanza dei verbi "sono" ed "è" per l'uso del linguaggio. Sono tra
le parole più importanti nel linguaggio. Mettono insieme altre parole e, per implicazione, suggeriscono
connessioni tra le cose per cui stanno quelle parole. È precisamente perché "è" e "sono" sono così
incredibilmente ricche di significato che i bambini possono trovarle ingannevoli.
ESERCIZIO. L'interpretazione di Sergio. L'uso di sono in affermazioni di identità
Quando diciamo:
Intendiamo:
1.
2 e 2 è uguale a 4.
Due più due fa quattro?
2.
Le figlie sono bambini di sesso femminile. La parola "figlie" e la locuzione "bambini di sesso
femminile" indicano la stessa cosa?
3.
I polli sono polli.
Qualsiasi cosa siano i polli, sono certamente polli?
4.
I banchi sono piatti.
Tutte le cose piatte sono banchi?
244
ESERCIZIO. L'interpretazione di Enrico. "sono" significa "appartengono alla classe di"
Quando diciamo:
Intendiamo:
1.
I ragni sono insetti.
I ragni appartengono alla classe degli insetti?
2.
Le case sono edifici.
Le case appartengono alla classe degli edifici?
3.
Le uova sono cose che mangiamo.
Le uova appartengono alla classe delle cose che
mangiamo?
4.
Le uova sono bianche.
Le uova appartengono alla classe delle cose bianche?
5.
Le torri sono alte.
Le torri appartengono alla classe delle cose alte?
6.
Hansel e Gretel sono biondi.
Hansel e Gretel appartengono alla classe delle
persone con i capelli biondi?
ESERCIZIO. L'interpretazione di Gianni. "sono" significa "ha la proprietà di"
Quando diciamo:
Intendiamo:
1.
Gli spinaci sono verdi.
Gli spinaci hanno la proprietà di essere verdi?
2.
Le finestre sono rotte facilmente.
Le finestre hanno la proprietà di rompersi facilmente?
3.
Le tavole sono di legno.
Le tavole hanno la proprietà di essere di legno?
4.
Diana è orgogliosa.
Diana ha la proprietà di essere orgogliosa?
5.
Sergio è sempre puntuale.
Sergio ha la proprietà di essere puntuale?
ESERCIZIO. L'interpretazione di Sofia. "Sono" significa " sono esempi di"
Quando diciamo:
Intendiamo:
1.
I divani sono confortevoli.
I divani sono esempi di cose confortevoli?
2.
Il latte è buono.
Il latte è un esempio di cose buone?
3.
Il signor Bianchi è un poliziotto.
Il signor Bianchi è un esempio di poliziotto?
4.
Le margherite sono fiori.
Le margherite sono esempi di fiori?
5.
Due e due è quattro.
Due e due sono esempi di quattro?
ESERCIZIO: Cosa c'è
Completa le cose seguenti:
1.
I gatti sono .......................................................................................................................................
2.
Il blu è..............................................................................................................................................
3.
Le tartarughe sono ...........................................................................................................................
4.
Gli amici sono ..................................................................................................................................
5.
La felicità è ......................................................................................................................................
6.
I cieli sono........................................................................................................................................
7.
Gli aeroplani sono ............................................................................................................................
8.
Tutti i bambini sono..........................................................................................................................
9.
Tutti i tipi di cane sono .....................................................................................................................
10. Tutti i tipi di casa sono .....................................................................................................................
245
ESERCIZIO. Cose che sono
1.
................................................................................... sono insetti.
2.
................................................................................... sono viola.
3.
................................................................................... sono dell'insegnante.
4.
................................................................................... sono stanchi.
5.
................................................................................... sono rotondi.
6.
................................................................................... è miele.
7.
................................................................................... sono vostre.
8.
................................................................................... sono amichevoli.
9.
................................................................................... sono alberi.
10. ............................................................................…... sono giusti.
IDEA GUIDA 8.2.6. Esempi
Un esempio è un esempio particolare, specifico di un concetto generale. Questo particolare gatto
peloso che dorme sulla sedia è un esempio del concetto di gatto. Questa particolare insegnante alla
cattedra è un esempio del concetto generale insegnante.
I bambini sono spesso capaci di dare illustrazioni ed esempi molto prontamente (a volte, a causa
della loro insicurezza e diffidenza premetteranno "è come...."). Quando diventano più grandi, parte di
questa prontezza spontanea ad esemplificare sembra essere inibita. Anche all'università alcuni studenti
avranno questo problema: sanno cosa significa la parola "libro" e conoscono molti libri ma se viene
chiesto loro di dare il nome di un libro in particolare sprofonderanno senza aiuto nella loro mente fino a
che infine non incapperanno in qualcosa. Forse la vita scolastica ed accademica ha qualcosa a che fare
con questa deformazione della capacità di mettere in relazione l'astratto ed il concreto, il generale ed il
particolare, il tipo e l'esempio. Se è così, allora il programma di Philosophy for Children dovrebbe essere
considerato un tentativo di contrastare questo effetto.
ESERCIZIO. Esempi
Puoi darci diversi esempi delle cose seguenti?
1.
Cose colorate in modo brillante.
2.
Cose chiare di vetro.
3.
Cose luccicanti.
4.
Cose calme e quiete.
5.
Cose fredde e scure.
6.
Cose acquose.
7.
Cose bianche.
8.
Cose viscose.
9.
Cose alte e dritte.
10. Cose utili.
ESERCIZIO. Ancora esempi
Di che cosa sono esempi queste cose?
1.
246
cento lire
2.
una Volkswagen
3.
un banco
4.
"Alice nel paese delle meraviglie"
5.
pelle
6.
un sorriso
7.
una mela rossa
8.
una forchetta
9.
un paio di vecchie pantofole
10. un bambino
247
TERZO EPISODIO
IDEA GUIDA 8.3.1. Casa
Prontamente riconosciamo un individuo il cui intero mondo ruota intorno a lui e lo definiamo
"egocentrico". Inoltre, riconosciamo una cultura che pensa a se stessa come all'unica cultura al mondo e
definiamo i suoi appartenenti "etnocentrici". Allora non dovremmo usare la parola "casacentrici" per
indicare quelle persone le cui vite ruotano intorno alle loro case (forse il nostro motivo per non farlo è che
alcune persone la interpreterebbero come una scelta maschilista).
In ogni caso, per molte persone le loro case sono il centro del loro mondo anche dopo che se ne
sono andate (un poeta definisce la casa "il luogo da dove cominci" ed un altro definisce la casa “il luogo
in cui, quando ci arrivi, devono farti entrare").
Le persone diranno: "Certamente, la casa è il centro di tutto perché è lì che è la famiglia" e ciò è
indubitabile per molte persone. Ma molte altre sono orientate verso la casa e non verso la famiglia.
Come i gatti, sono orientati verso i luoghi e non verso le persone.
Per alcuni, ancora, la casa è ciò che non si lascia mai; per altri è ciò che si lascia sempre e a cui
sempre si ritorna e per altri ancora la casa è ciò che si lascia una volta per tutte e a cui non si ritorna mai
. Infine, per alcune persone, la casa è dovunque si trovano loro. Anche se si sono perse sentono che è il
mondo ad essere fuori posto in qualche modo e non loro.
PIANO DI DISCUSSIONE. Casa
1.
È possibile stare a casa tua e non sentirsi a casa?
2.
È possibile stare a casa di qualcun altro e sentirsi a casa?
3.
Ci sono altri posti oltre a casa tua dove ti senti a casa?
4.
Sarebbe possibile sentirsi sempre a casa? Come sarebbe? Conosci qualcuno così?
5.
Ci sono volte in cui non ti senti a casa da nessuna parte? Puoi dirci qualcosa a proposito?
PIANO DI DISCUSSIONE. Chi vive nelle case?
1.
Tutte le persone hanno case? Puoi fare degli esempi?
2.
Tutti gli animali hanno case? Puoi fare degli esempi?
3.
Le persone costruiscono le loro case? Puoi fare degli esempi?
4.
Gli animali costruiscono le loro case? Puoi fare degli esempi?
5.
C'è una differenza tra una casa ed un edificio?
ESERCIZIO. Cosa potrebbe significare "casa"
Cosa pensi che intendano queste persone quando usano la parola "casa"?
1.
Ping, un bambino cinese, studia in Italia da un anno. Un giorno dice ai suoi amici: "Vorrei poter
andare a casa".
2.
Daniela stava giocando con la sua vicina di casa ed ha detto: "Ora voglio andare a casa".
3.
La signora Rossi stava ricordando la sua infanzia ed ha detto: "Vorrei poter ritornare a casa".
4.
Bice stava parlando di un suo ex fidanzato ed ha detto: "Mi ricordo che mi sentivo ‘a casa’ con lui".
248
5.
Il signor Bianchi stava parlando di quando ha incontrato sua moglie la prima volta ed ha detto: "Mi
ricordo che mi sono sentito come se fossi arrivato a casa".
6.
L' astrologo ha detto: "Hai il sole nella prima casa".
ESERCIZIO DI PITTURA: Disegna la tua abitazione
"Immaginate di poter disegnare e costruire la vostra abitazione. Che aspetto avrebbe? Potete fare un
disegno per noi? Forse potete anche disegnare come sarebbe all'interno".
Dopo che i bambini avranno completato i loro disegni (o immediatamente o qualche giorno dopo)
chiedete a dei volontari di descrivere e illustrare le loro dimore al resto della classe. Potreste anche voler
chiedere ai bambini cosa, se c'è qualcosa da fare, potrebbero fare per trasformare le loro abitazioni in
"case".
IDEA GUIDA 8.3.2. Apprendere
I bambini danno per scontato che vanno a scuola per apprendere. Si rendono conto che ci si aspetta
che apprendano a leggere, scrivere e a fare addizioni e sottrazioni. Anche quando hanno difficoltà
nell'apprendimento potrebbero non tentare di esaminare cosa è implicato nell' apprendere. Potrebbero
dare la colpa a se stessi o all'insegnante o ai loro compagni, ma è difficile che mettano in questione la
natura dell'apprendimento.
In un senso, apprendere è venire a conoscere. Incominciare la scuola significa venire a conoscere il
proprio insegnante, i propri compagni, il proprio edificio scolastico. Così ogni incontro nuovo è
un'esperienza di apprendimento, se implica il venire a conoscere un altro aspetto del mondo. Venire a
conoscere l' italiano o la matematica o la geografia è solo un aspetto dell'apprendimento.
Eppure, apprendere è spesso associato con il memorizzare o l'imparare a memoria. L'accento qui è
posto sull'abilità che una persona ha di ripetere piuttosto che sul conoscere. In alcune parti del mondo
l'educazione consiste ancora largamente nell'assegnare informazioni da memorizzare. La riflessione su
quelle informazioni non è considerata apprendimento né è considerata educativa.
PIANO DI DISCUSSIONE. Cosa significa apprendere?
1.
Una persona può apprendere senza essere in grado di leggere o scrivere?
2.
Una persona può apprendere senza essere in grado di parlare o ascoltare?
3.
Se insegnate ad un pappagallo a dire: "La terra è rotonda", il pappagallo ha appreso che la terra è
rotonda?
4.
Avete appreso una parola se sapete come scriverla ma non sapete come usarla?
5.
È possibile che possiate apprendere di più inventando una storia e raccontandola piuttosto che
ascoltando una storia letta da un libro?
IDEA GUIDA 8.3.3. Il modo in cui Elfie usa "è"
Elfie sembra pensare che Sergio sia un ratto in qualche modo peculiare. Non è un ratto nel senso che
appartiene alla classe dei ratti o nel senso che è un esempio di ratto. Ma Elfie lo teme, apparentemente,
come temerebbe un ratto.
Così Elfie ha ragione quando dice che questo potrebbe essere un altro modo in cui possono essere
usate le parole è e sono. Possono essere usate in modo figurato piuttosto che letterale e, come mostra
questo caso particolare, possono essere usare nelle metafore.
249
Le metafore sembrano essere un uso sbagliato del linguaggio, se cerchiamo di prenderle
letteralmente. Parlando letteralmente, Sergio non è un ratto: è un bambino. Ma per Elfie c'è qualcosa in
Sergio che può essere meglio descritta se la si definisce comportamento da ratto piuttosto che
comportamento da essere umano. Le ispira paura così come i ratti le ispirano paura.
Le metafore, allora, non possono essere arbitrarie. Non si possono prendere due cose qualsiasi e dire
che una è l'altra. Vi deve essere una logica nella giustapposizione: deve avere un senso anche se non è
letteralmente vero (vedremo anche che il ragionamento dietro le metafore è invalido ma plausibile).
ESERCIZIO. Costruire senso con le metafore
Quali delle frasi seguenti hanno un senso anche se non sono vere?
1.
Sandro ha detto: "Bice ha proprio una lingua tagliente!".
2.
Francesca ha detto. "Carlo non mangia il suo cibo, lo ficca giù!".
3.
Nella ha detto : "Betta non si riposa mai: è davvero un cavallo da soma!".
4.
Franco ha detto: "Non mi fido di Lucio. È un serpente".
5.
Tania ha detto: "Giorgio è davvero dolce. È un vero grattacielo!"
6.
Susanna ha detto: "I ragazzi sono insipidi e le verdure sono insipide, perciò i ragazzi sono verdure!"
ESERCIZIO. Ancora metafore
Inventiamo delle metafore. Dovremmo incominciare con due frasi che sappiamo essere vere e da
esse ricavare una frase che sappiamo non essere vera sebbene in qualche modo abbia un senso. Per
esempio:
Giacomo è sempre sporco.
I maiali sono sempre sporchi.
Quindi, Giacomo è un maiale.
Eccone altre. Il vostro compito è quello di dare le frasi mancanti.
1.
Sergio spaventa Elfie.
I ratti spaventano Elfie.
Quindi,..............................................................................................................................
2.
I muli sono testardi.
Luisa e Pietro sono testardi.
Quindi..............................................................................................................................
3.
Tommaso è coraggioso.
I leoni sono coraggiosi.
Quindi...............................................................................................................................
4.
Giorgio è forte.
I tori sono forti.
Quindi...............................................................................................................................
5.
I serpenti sono................................................................................................................
Gianni e Arturo sono........................................................................................................
Quindi Gianni e Arturo sono serpenti.
250
PIANO DI DISCUSSIONE. Ratti, pipistrelli e persone
1.
Quali sono le differenze tra i ratti e le persone?
2.
I ratti e le persone sono la stessa cosa in qualche modo?
3.
Pensare che i ratti e le persone potrebbero mai andare d'accordo? Come potrebbe essere?
4.
Che ne dite dei pipistrelli? Pensate che un pipistrello sia più un topo con le ali o un uccello con il
corpo di un ratto?
5.
Che ne dite dei topi? I topi crescono per diventare ratti? I topi sono come i ratti? Oppure i topi
saranno sempre topi ed i ratti sempre ratti?
PIANO DI DISCUSSIONE. Sergio è realmente un ratto?
1.
Pensate che Sergio sia un ratto? Se è così, che tipo di ratto pensate che sia?
2.
Quando Elfie dice di sognare di essere ritornata in classe e "Due ratti guardano dentro" di cosa
pensate stia parlando?
3.
Pesate che i ratti possano parlare?
4.
Pensate che i ratti possano distinguere la differenza tra i ratti e le persone?
5.
Potete immaginare un mondo in cui tutti fossero ratti? Come sarebbe?
ESERCIZIO. Storie sui ratti
Chiedete alla classe di pensare al maggior numero possibile di parole che fanno rima con la parola
"ratto" come "matto", "piatto", "gatto" etc.
Fate un elenco di queste parole alla lavagna per la classe. Poi chiamate dei volontari ad inventare
una storia su un ratto usando il maggior numero possibile tra le parole scelte. Incoraggiateli ad inventare
storie di diverso tipo. Per esempio, possono inventare storie usando personaggi come quelli dei fumetti o
storie su ratti selvatici, ratti addomesticati, ratti di città etc.
251
QUARTO EPISODIO
IDEA GUIDA 8.4.1. Alba, tramonto
Diana ha un gatto di nome Pierre. Ogni mattina, a colazione, il padre di Diana le racconta le
avventure di Pierre. Ecco una delle sue storie:
La scorsa notte Pierre stava camminando nel vialetto vicino ai bidoni della spazzatura.
Improvvisamente Zoozoo e Pollo arrivarono correndo attraverso l'uscita di sicurezza. Pierre li fissò.
Aveva sentito molto parlare di loro. Zoozoo è il re di tutti i gatti e Pollo è il gatto del sole.
Ogni giorno, Pollo guida il sole attraverso il cielo. Lo guida in un carro tirato da cento cavalli. Bene,
Pierre chiese a Pollo se poteva guidare il carro del sole e Pollo disse: "Va bene, ma stai attento, non è
facile".
Al mattino, quando Pierre condusse i cavalli verso la sommità del cielo, non andò così male. Ma nel
pomeriggio, quando i cavalli cominciarono a scendere, Pierre non poteva governarli. Portarono il carro
del sole troppo vicino alla terra e si bruciò tutto.
Pierre riuscì a trovare a stento una via d'uscita. Saltò giù dal carro ed atterrò sulle zampe.
Fortunatamente non era ferito, ma si era preso un bello spavento. Per un giorno intero la sua coda
rimase ritta e la sua schiena tutta arcuata con il pelo rizzato.
"È l'ultima volta che guido quel carro!" disse Pierre.
PIANO DI DISCUSSIONE. Pierre ed il carro del sole
1.
Cosa vi è piaciuto di più di questa storia?
2.
Cosa non vi è piaciuto di questa storia?
3.
Come raccontereste questa storia per renderla migliore?
4.
Sarebbe meglio se Pollo avesse una macchina sportiva invece di un carro?
5.
Poteste inventare una storia su un gatto della luna?
PIANO DI DISCUSSIONE. Alba, tramonto
1.
Ci sono differenze tra l'alba ed il tramonto? Quali sono?
2.
Quand'è l'alba? Quand'è il tramonto?
3.
L'alba ed il tramonto sono sempre alla stessa ora?
4.
Il sole sorge ogni giorno?
5.
Il sole tramonta ogni giorno?
6.
Il sole sorgerà sempre?
7.
Il sole tramonterà sempre?
8.
Il sole in Australia è lo stesso che in Italia?
9.
Quando il cielo è completamente coperto da nuvole, significa che il sole non c'è?
10. Quando è notte, dove va il sole?
252
IDEA GUIDA 8.4.2. Vedere e conoscere, vedere e credere
L'espressione "vedere è credere" è usata frequentemente, nel discorso ordinario, dai bambini come
dagli adulti. È un tipo di fondamento ultimo sull'evidenza dei sensi, come se si volesse dire che i sensi
non mentono e che possiamo fidarci di quello che ci dicono.
Certamente, i sensi non mentono. Ma allo stesso tempo, noi possiamo male interpretare quello che ci
dicono. È una nostra interpretazione che il sole sorga ogni mattina, viaggi attraverso il cielo e tramonti la
sera.
I sensi non mentono; soltanto, la nostra interpretazione è erronea.
ESERCIZIO. Il vecchio trucco della matita nel bicchier d'acqua
Vedere è credere? Mettete una matita in mezzo bicchiere d'acqua. La matita appare rotta, non è
vero? Ma quando la tirate fuori dall'acqua ovviamente non è rotta.
Cosa dovreste fare, pensare che i vostri occhi vi ingannano?
Nota per l'insegnante: per spiegare questo fenomeno, potreste mostrare ai bambini come funziona
una lente e come opera una rifrazione della luce. Poi mostrate loro in che modo l'acqua nel bicchiere
funzioni come una lente e pieghi la luce che viene attraverso l'acqua con il risultato che la matita sembra
rotta.
IDEA GUIDA 8.4.3. Conoscere e credere
Ecco due dei più importanti atti mentali: conoscere e credere.
Gran parte dei filosofi credono che la principale differenza tra conoscere e credere stia nella rilevanza
per entrambe le cose del concetto di verità. Ciò che conosciamo deve essere vero, ciò che crediamo non
deve necessariamente essere vero (anche su questo punto, certamente, non c'è un completo accordo.
Alcune persone ritengono possibile che possiamo conoscere qualcosa senza che sia vero. Ed alcune
persone, certamente, pesano che qualsiasi cosa credano sia vera solo perché la credono).
Allo stesso modo, conoscere e credere appaiono diversi in molti modi ed i giovani possono trarre
profitto dall' essere in grado di distinguere tra le due cose. È possibile che ogni giorno si incontrino cose
che sanno essere vere ma che trovano difficile credere e cose che sanno essere false ma che trovano
difficile non credere.
ESERCIZIO. Conoscere e credere
Siete d'accordo o no con le seguenti affermazioni? Perché?
1.
Giacomo ha detto: "Posso vedere e toccare le mie mani. So che sono le mie mani e credo che
siano le mie mani".
2.
Silvia ha detto: "Non posso vedere le mie orecchie (ad eccezione che nello specchio, e quello non
conta). Credo che ho delle orecchie ma non lo so con sicurezza”.
3.
Dora ha detto: "Nessuno può vedere le mie ali. Ma io credo di averle, anche se non lo so con
sicurezza".
4.
Giuseppe ha detto "Non posso vedere o toccare la mia mente, così non credo di averne una. Ma so
di averne una perché penso".
5.
Elisabetta ha detto: "So che il mio nome è Elisabetta ma trovo difficile crederlo".
6.
Claudio ha detto: "Non so qual è il mio nome ma credo che sia Superman".
253
ESERCIZIO E PIANO DI DISCUSSIONE. Conoscere e credere
Fate due liste alla lavagna: conoscere, credere. Chiedete ai vostri alunni delle cose da indicare nelle
liste: cose che sanno e cose che credono. Inserite il nome di ogni bambino vicino alla cosa che ha
indicato in modo da potervi prontamente rivolgervi a loro nella discussione che seguirà. Poi, come
gruppo classe, comparate le due liste. Le seguenti domande e linee guida potrebbero aiutarvi nella
discussione.
1.
Ci sono cose che appaiono su entrambe le liste? Cosa induce un bambino/una bambina a dire che
la conosce e cosa induce un altro bambino/a a dire che la crede?
2.
Come sapete quando credere qualcosa?
3.
Com'è conoscere qualcosa?
4.
Ci sono delle cose che si possono solo credere?
5.
Ci sono delle cose che conoscete soltanto?
254
QUINTO EPISODIO
IDEA GUIDA 8.5.1. Ricordare e sentire la mancanza
Ricordare e sentire la mancanza sono atti mentali?
Possiamo fare uno sforzo per ricordare e a volte possiamo riuscirci, così sembrerebbe che ricordare
sia infatti un atto mentale. Anche così ci sono volte in cui i ricordi ci sommergono e ricordiamo nostro
malgrado. In occasioni del genere sembriamo essere in uno stato di ricordo piuttosto che impegnati in un
ricordo attivo.
D'altro canto, possiamo deliberatamente voler sentire la mancanza di qualcosa o qualcuno? Sentire
la mancanza sembra essere più uno stato di sentimento che un'attività mentale che una persona possa
deliberatamente intraprendere.
Nondimeno, ricordare e sentire la mancanza possono offrirci interessanti combinazioni.
PIANO DI DISCUSSIONE. Ricordare e sentire la mancanza
1.
Ci sono cose che avevate una volta e che adesso ricordate e di cui sentite la mancanza?
2.
Ci sono cose che avevate una volta e che adesso ricordate ma non ne sentite la mancanza?
3.
Ci sono cose di cui sentite la mancanza ma che non ricordate?
4.
Ci sono cose che non vi mancano e che non ricordate?
Nota per l'insegnante: potreste voler mettere sul tavolo quattro scatole, ognuna con un etichetta:
"Cose che ricordo e mi mancano" etc. Ai bambini verrà detto di scrivere qualcosa su un pezzo di carta e
di metterlo nella scatola appropriata.
ESERCIZIO: Sentire la mancanza
Chiamate diversi volontari a descrivere le cose seguenti:
1.
Com'è sentire la mancanza di qualcuno.
2.
Com'è sentire la mancanza di qualcosa.
3.
Com'è mancare un appuntamento.
4.
Com'è mancare il treno.
Mancare e sentire la mancanza nelle frasi precedenti indicano la stessa cosa?
ESERCIZIO. Il cavallo mancante
Al telegiornale l'altra sera hanno detto che dalle scuderie dell'ippodromo della vostra città mancava
un grande cavallo marrone. Diteci cosa ( o scrivete) cosa pensate sia accaduto a quel cavallo. Se a
mancare dalle scuderie fosse stato il vostro cavallo vi mancherebbe?
255
PIANO DI DISCUSSIONE. Persone che mancano
1.
Quando ti manca qualcuno pensi a ciò che era solito dire, o che era solito fare o com'era o tutte
queste cose insieme? O è diverso per persone diverse? Puoi fare un esempio?
2.
Quando ti manca qualcuno, c'è nessun altro che possa sostituirlo?
3.
Puoi sentire la mancanza di qualcuno anche quando è con te?
4.
Puoi non sentire la mancanza di qualcuno anche se è molto, molto lontano?
5.
Com'è possibile che a volte ti manca qualcuno e a volte no?
IDEA GUIDA 8.5.2. Orgoglioso
Troppo spesso i bambini sono dolorosamente coscienti di quanto prontamente possano essere indotti
a provare vergogna e quanto siano vulnerabili ad essere stuzzicati su queste cose. Un utile contraltare a
tali sentimenti può essere trovato in un senso di orgoglio per se stessi, le proprie attività e le cose con cui
si è in relazione.
Quando incoraggiamo i bambini a dirci di che cosa sono orgogliosi piuttosto che chieder loro di
dircelo, essi scoprono autentiche ragioni di autostima.
Anche ai bambini che ci danno buoni argomenti per non aver nulla di cui essere orgogliosi si può
mostrare che possono sentirsi orgogliosi della loro abilità di fornire buoni argomenti. Molti bambini che
ragionano bene ed esercitano una indipendente capacità di giudizio non sono consapevoli di farlo e di
avere il diritto di sentirsene orgogliosi.
ESERCIZIO. Ragionare sull'essere orgogliosi
Chiedete ai vostri alunni di rispondere, uno alla volta, alla domanda: "Qual è il vostro motivo di
orgoglio?" (assicuratevi che ogni alunno abbia dato almeno un motivo). Se un bambino cita un fatto che
sembra avere poca connessione con la questione, sollecitatelo con una domanda (così se un bambino
risponde : "Il mio gatto" potreste chiedere "Cos'è è che ti fa sentire orgoglioso del tuo gatto?")
ESERCIZIO. Orgoglioso
1.
Di che tipo di cose siete orgogliosi?
2.
Di che tipo di cose sono orgogliosi i vostri genitori?
3.
Di che tipo di cose sono orgogliosi i vostri insegnanti?
4.
Di che tipo di cose sono orgogliosi i vostri amici?
5.
Di che tipo di cose sono orgogliosi i tuoi nonni?
PIANO DI DISCUSSIONE. Cosa ci rende orgogliosi?
1.
Pensi che gli animali siano mai orgogliosi? Cosa li rende orgogliosi?
2.
Puoi pensare a qualcosa di cui non sarebbe bene essere orgogliosi?
3.
Che tipo di cose fai quando ti senti orgoglioso?
4.
Puoi essere orgoglioso di qualcosa ma infelice allo stesso tempo?
5.
Pensi che le persone siano mai orgogliose delle cose sbagliate?
256
CAPITOLO 9
PRIMO EPISODIO
IDEA GUIDA 9.1.1. Rendersi conto della propria fortuna
Rendersi conto della propria fortuna potrebbe presentare ad Elfie ed ai suoi compagni gli stessi
problemi di "ricordarsi le proprie maniere" in quanto sia la fortuna che le maniere sembrano essere
pressoché intangibili. Ma i bambini evidentemente comprendono la frase abbastanza bene.
Tommaso e Bruno riconoscono come fortuna il fatto che hanno cose che molte altre persone non
hanno a giudicare dagli esempi che prendono - avere del buon cibo ed un bel letto caldo. Ma certamente
non è necessariamente questo il caso: una persona potrebbe, per esempio, indicare la propria buona
salute come qualcosa di cui essere grati anche se vivesse in un mondo in cui tutti godessero ugualmente
di buona salute.
Rendersi conto della propria fortuna, allora, è un modo innocuo per celebrare le buone cose della
vita. È una ricognizione delle cose che ci rendono felici: contandole, le identifichiamo coscientemente ed
evitiamo di darle per scontate.
PIANO DI DISCUSSIONE. Cose che ci rendono felici
1.
Ogni anno festeggiate il vostro compleanno. Potete pensare ad altre cose che vi piacerebbe
festeggiare ogni anno?
2.
Ci sono cose che ti accadono ogni giorno di cui veramente riesci a godere anche se non ne parli
molto e se non ci pensi molto?
3.
Ci sono cose buone che non si possono vedere o toccare?
ESERCIZIO. Le cose buone della vita
Potete scegliere e raggruppare le cose buone della vita tra le seguenti?
1.
L' acqua fresca, il sole che splende, gli spinaci, l'amicizia, i cagnolini.
2.
Le nuvole, i ponti, la televisione, i cartoni animati, monopoli, le fettuccine.
3.
L'aria fresca, la verità, la vita, le persone, l'elettricità.
È possibile che tutte siano cose buone della vita?
ESERCIZIO. Inventare una storia di benedizioni
1.
Potete inventare una storia (e raccontarla alla classe) su un ragazzo e una ragazza che dicono che
non si sarebbero resi conto della loro fortuna perché non volevano che le persone sapessero che
non sapevano rendersi conto delle cose?
2.
Potete inventare una storia (e raccontarla alla classe) di un ragazzo e una ragazza che non
volevano rendersi conto della loro fortuna perché dicevano che non era bello vantarsi di aver buona
fortuna?
257
IDEA GUIDA 9.1.2. Avere cibo a casa
Tommaso dice di essere contento di aver sempre cibo a casa. Questo sembra suggerire la sua
consapevolezza che non tutti sono così fortunati.
È necessaria una particolare attenzione nel gestire la discussione di temi come questi. I bambini sono
normalmente discreti riguardo alla vita delle loro famiglie e non vi è ragione di trattare questa
discussione in modo diverso. Ciò che è in questione non è la condizione economica in ogni casa, ma il
riconoscimento che vi è fame nel mondo.
L'affermazione di Tommaso dovrebbe essere vista come un commento sociale, ma non come
un'opportunità per i bambini di discutere dell' organizzazione domestica che le loro famiglie
preferirebbero rimanesse una questione privata.
ESERCIZIO. C'è sempre abbastanza cibo?
Siete d'accordo o no con queste affermazioni? Date la vostra ragione.
Sono d'accordo
Non sono
d'accordo
?
1.
Sergio ha detto: "C'è una gran quantità di cibo
nel mondo ma alcune persone ne hanno troppo
poco ed alcune ne hanno troppo."
❑
❑
❑
2.
Filippo ha detto: "Non c'è abbastanza cibo nel
mondo. Ecco perché alcune persone hanno
fame".
❑
❑
❑
3.
Mario ha detto: "C'è troppo cibo nel mondo, così
le persone lo sprecano e non ce n'è abbastanza".
❑
❑
❑
Gaia ha detto: "La quantità di cibo va bene, ma
ci sono troppe persone".
❑
❑
❑
Daniela ha detto: "C'è abbondanza di cibo, ma le
persone non hanno abbastanza denaro per
comprarlo".
❑
❑
❑
4.
5.
ESERCIZIO. Aver cibo a casa
PARTE I
Che tipo di cibo pensi che queste persone o questi animali abbiano a casa?
una formica
un campione di culturismo
un orso
un koala
un pesce
un bambino piccolo
un gatto
una sposa e uno sposo
una mucca
un pescatore
258
miele
foglie di eucalyptus
bacche
alghe
farina lattea
latte
champagne
erba
aragoste
briciole di cibo
bistecche
plancton
vermi
frullati alle proteine
uova alla coque
fegato
caviale
pesce
crema e mele
carne tritata
torta nuziale
Trova le corrispondenze tra i cibi indicati a destra e le persone e gli animali indicati a sinistra.
PARTE II
Prendete un animale o una persona dalla lista a sinistra.
Ora, dalla lista a destra prendete i cibi che questa persona o animale è meno probabile abbia a casa.
Inventate una breve storia su come questa persona o animale ha queste cose a casa e come le
mangerà.
Nota per l'insegnante: questa storia può essere tanto fantastica ed incredibile quanto vogliono i
bambini. Di fatto, incoraggiateli ad accoppiare il cibo e le persone o gi animali nei modi più insoliti così
che possano inventare nuovi modi di mangiare e fare cose per le persone o gli animali che hanno scelto.
IDEA GUIDA 9.1.3. Ragioni per essere contenti
Frequentemente riferiamo sui nostri sentimenti. I nostri referti sono spesso molto brevi: "Sono
contento che....", o "Mi dispiace che...".
Ma spesso non diamo ragioni su nostro provare questi sentimenti, né li spieghiamo. Perché
Tommaso è contento di aver cibo a casa? Probabilmente non è necessario spiegarlo. Ma perché Sergio
è contento di essere "così in gamba"? Qui il problema è se è in gamba come pensa di essere. Se non lo
è, la sua contentezza è fuori posto. Ma forse lo è (se lui è qualcosa di più che semplicemente bravo) nel
qual caso emerge una seconda domanda a proposito dell' appropriatezza della sua osservazione. Se non
è una questione di moralità, è almeno una questione di etichetta. La sua osservazione ci colpisce come
qualcosa di snob e di presuntuoso. Ma Sergio potrebbe non essere d'accordo e potrebbe chiedere:
"Perché pensate che sia vanesio? Non ho falsa modestia. Sono bravo, lo so e ne sono contento".
ESERCIZIO. Essere contenti
Come pensate che queste persone finirebbero la frase?
1.
Giacomo corre in casa gocciolante di pioggia e dice: "Sono contento.........................................
............................................................................................".
2.
Un uomo la cui parrucca si è sollevata in pubblico dice: "Sono contento....................................
.......................................................................................".
3.
Patrizio, un uomo cieco di ottant'anni, stava parlando al suo vecchio amico Salvatore ed ha detto:
"Sono contento....................................................................................................”.
4.
Paola stava andando a scuola a piedi parlando con se stessa ed ha detto: "Sono contenta.............
.............................................................................................................."
5.
Tre uomini stavano discendendo un fiume e stavano per finire in una cascata; uno di loro ha detto:
"Sono contento...........................................................................……………...."
259
PIANO DI DISCUSSIONE. Cose di cui siamo contenti
1.
Pensate che tutti abbiano qualcosa di cui essere contenti?
2.
Ci sono cose di cui tutti possono essere contenti?
3.
Pensate sia una buona idea pensare alle cose di cui siete contenti quando siete infelici?
4.
Co sono delle cose che fanno contente alcune persone ma non altre? Potete fare un esempio?
5.
Di che tipo di cose siete contenti?
COMPITO A CASA:
Prima di addormentarvi, stanotte, soffermatevi un paio di minuti a ricordare tutte le cose che sono
successe oggi e di cui siete stati contenti. Cercate di ricordarvele, così ce le potete dire domani.
IDEA GUIDA 9.1.4. La domanda di Sofia: è giusta la disparità?
Sofia evidentemente riconosce che il suggerimento di Milos (che i membri della classe si rendono
conto della propria fortuna) apre la porta a quel tipo di presunzione e compiacenza illustrato da Sergio.
Ciò che Sofia suggerisce è che le asserzioni fatte da Tommaso, Bruno e Sergio sono di fatto
paragoni impliciti. Lo sappiamo su un piano linguistico quando prendiamo in considerazione le antinomie:
non possiamo fare a meno di associare il termine basso al termine alto quando lo udiamo, stretto a
largo, vecchio a giovane. Ma Sofia sta suggerendo che c'è bisogno di fare paragoni che siano reali e non
solo verbali: coloro che sono ben nutriti sono in contrasto con quelli che sono mal nutriti; quelli che
hanno bei letti caldi sono in contrasto con quelli che devono dormire sul pavimento o sul terreno etc. Non
è una questione di logica ma di fatto (il fatto che alcuni siano ben nutriti non implica logicamente che
alcuni non sono ben nutriti. Ma possiamo sapere sulla base dell' esperienza che molte persone sono ben
nutrite e molte altre non lo sono).
In ogni caso, i gruppi di riferimento nella comparazione a cui alludono Sofia, Diana, Gianni ed Enrico
sottolineano il contrasto tra quelli nella società che sono fortunati e quelli che sono sfortunati. I bambini
qui sono portati ad intraprendere un tipo di ricerca etica. Quando indagano sulle distinzioni, le
connessioni ed i paragoni sono portati a fare u n tipo di ricerca logica.
PIANO DI DISCUSSIONE. Ci sono differenze che sono sbagliate?
1.
È sbagliato che alcune persone siano più alte delle altre?
2.
È sbagliato che alcune persone sappiano correre più veloce delle altre?
3.
È sbagliato che le persone abbiano le labbra invece di avere becchi come gli uccelli?
4.
È sbagliato che le persone abbiano le braccia invece che le ali?
5.
È sbagliato che alcune persone abbiano da mangiare più degli altri?
6.
È sbagliato che alcune persone sappiano leggere ed altre no?
7.
Ci sono delle cose sbagliate o tutto è giusto?
IDEA GUIDA 9.1.5. Giusto
"È giusto..." ha detto Sofia.
La parola "giusto" è, certamente, una parola dal grande potere morale. Può essere usata come un
principio di classificazione secondo il quale tutte le azioni delle persone nel mondo possono essere
classificate: queste sono giuste e queste altre non sono giuste.
260
Ma ci sono molti altri modi di usare la parola "giusto" e, anche se non possono essere tutti indagati
qui, almeno possiamo prendere nota del modo in cui viene usata da Sofia, Diana, Enrico e Gianni.
Stanno sollevando la questione se sia giusto rendersi conto della loro fortuna in determinate condizioni
specificabili, che possono quindi procedere a specificare.
In altre parole, Sofia prima delinea una situazione (un mondo in cui alcuni bambini vengono a scuola
affamati) e poi indaga sull'appropriatezza del fatto che gli altri bambini celebrino la loro fortuna. La
domanda posta da Sofia è una domanda da discutere in modo genuino. Non è del tutto assodato che
coloro che sono fortunati dovrebbero astenersi dal celebrare la loro fortuna. Né è autoevidente che
dovrebbero continuare a farlo. Il punto è che i bambini qui stanno identificando da soli una questione
morale (non è stata indicata loro dall' insegnante) e sono pronti ad intraprendere una ricerca etica a
proposito. Non ne consegue che arriveranno ad una conclusione su cui tutti saranno d'accordo. ma
almeno avranno la soddisfazione di essersi impegnati nella ricerca.
PIANO DI DISCUSSIONE. Che cosa è giusto fare?
1.
Può essere giusto fare qualcosa che alcuni dei tuoi compagni dicono sia sbagliato?
2.
Può essere giusto fare qualcosa che tu non hai nessuna ragione di fare?
3.
Può essere giusto fare qualcosa che sia contro la legge e che tu non hai nessuna ragione di fare?
4.
Può essere giusto fare qualcosa che tu pensi sia giusto ma che tutti gli altri pensano sia sbagliato?
5.
Può mai essere giusto ferire qualcuno senza una ragione?
PIANO DI DISCUSSIONE. Giusto
1.
È giusto mettere sul pane prima il burro invece del formaggio o non importa?
2.
È giusto pettinarti i capelli con la mano destra invece che con quella sinistra o non importa?
3.
È giusto fare quello che dicono i tuoi genitori o non importa?
4.
È giusto essere felici se un sacco di persone intorno sono infelici o non importa?
5.
È giusto dire quello che pensi o non importa?
ESERCIZIO. C'è un modo giusto?
C'è un modo giusto:
Sì
No
?
1.
Di lavarti i denti.
❑
❑
❑
2.
Di vestirti.
❑
❑
❑
3.
Di andare a scuola.
❑
❑
❑
4.
Di giocare con gli amici.
❑
❑
❑
5.
Di fare un panino.
❑
❑
❑
6.
Di parlare con la tua insegnante.
❑
❑
❑
7.
Di aprire i regali.
❑
❑
❑
8.
Di dormire.
❑
❑
❑
9.
Di fare un disegno.
❑
❑
❑
❑
❑
❑
10. Di pensare
261
IDEA GUIDA 9.1.6. Viviamo in un mondo infelice?
"L'uomo è una creatura sociale" dice Aristotele, aggiungendo che questo è il motivo per cui nessuno
può ritenersi pienamente felice in un mondo infelice.
Se Aristotele ha ragione, il suo commento potrebbe anche essere applicato a sottogruppi umani
come minoranze etniche, donne e bambini così che, per esempio, nessuna donna potrebbe sentirsi
pienamente felice in un mondo di donne infelici e nessun bambino potrebbe considerare la sua
situazione in isolamento, ma dovrebbe tener conto della situazione di tutti i bambini.
Sofia, Diana, Gianni ed Enrico richiamano l'attenzione sui bambini negletti, bistrattati ed umiliati...
Dagli esempi che danno, alcune di queste situazioni possono essere emerse a colpa di nessuno in
particolare, ma altri casi possono essere deliberati. Ancora una volta, la facilitazione di queste
discussioni dovrebbe essere cauta, in modo da non sollecitare informazioni personali inappropriate ad
una situazione di classe. Il fuoco dovrebbe essere invece sulle visioni etiche che Sofia, Diana, Gianni ed
Enrico stanno esprimendo: che ci sarebbe qualcosa di sbagliato in un mondo che desse per scontato che
i bambini possono essere negletti, bistrattati ed umiliati.
PIANO DI DISCUSSIONE: Perché alcuni bambini soffrono?
1.
È possibile che i bambini si ammalino anche se non hanno fatto niente di sbagliato?
2.
È possibile che i bambini vengano feriti in degli incidenti anche se non hanno fatto nulla di
sbagliato?
3.
Succede che bambini che non hanno fatto niente di sbagliato vengano puniti comunque?
4.
Succede che alcuni bambini feriscano altri bambini per nessuna buona ragione?
5.
Succede che alcuni adulti feriscano i bambini per nessuna buona ragione?
6.
Succede che a volte i bambini feriscano gli adulti per nessuna buona ragione?
7.
Le persone devono ferirsi le une con le altre?
8.
È possibile che alcune persone facciano cose cattive senza pensare che sono cose cattive?
ESERCIZIO. Bambini sfortunati
Cosa ti piacerebbe fare per:
1.
Qualcuno che è a casa a letto con l'influenza?
2.
Qualcuno che deve stare a casa per tre settimane con un dito del piede rotto?
3.
Qualcuno che non ha abbastanza da mangiare?
4.
Qualcuno che non ha amici?
5.
Qualcuno che é sempre sporco e puzzolente?
6.
Qualcuno che non può parlare molto bene?
7.
Qualcuno che non ha né madre né padre?
8.
Qualcuno con cui genitori sono sempre arrabbiati?
9.
Qualcuno che non ha un vero posto in cui vivere?
10. Qualcuno che sembra sempre infelice?
PIANO DI DISCUSSIONE. Le persone sfortunate hanno fatto qualcosa di sbagliato?
1.
Puoi sempre aiutare le persone meno fortunate di te?
2.
Se ad una persona succedono cose cattive, significa che ha fatto qualcosa di sbagliato?
3.
Se ad una persona accadono cose buone, significa che ha fatto qualcosa di giusto?
4.
Ci sono persone meno fortunate di te? Puoi fare un esempio? Cosa ti fa pensare che siano meno
fortunate di te?
262
5.
Ci sono persone più fortunate di te? Puoi fare un esempio? Cosa ti fa pensare che siano più
fortunate di te?
ESERCIZIO: Che tipo di persone aiutano questi bambini?
1.
Bambini malati (dottori, infermiere, parenti etc.).
2.
Bambini poveri ( parenti, vicini, il governo).
3.
Bambini infelici (amici, consulenti).
4.
Bambini che vengono battuti (amici, consulenti, il governo).
5.
Bambini che sono troppo spaventati per parlare (amici, consulenti, insegnanti).
In che modo queste persone sono d'aiuto? Che tipo di cose fanno?
IDEA GUIDA 9.1.7. "Come vorrei averlo detto io! "
Enrico fa un'osservazione su i bambini che "non hanno vergogna di nulla". Ed Elfie dice che è
un'osservazione che desidera aver fatto lei. Perché? Perché spesso è proprio lei ad essere costretta a
vergognarsi? E da chi? Da Sergio? Da se stessa?
"Come vorrei averlo detto io!" è uno dei più frequenti luoghi comuni del pensiero. Se non altro,
testimonia l'importanza che attribuiamo al fare osservazioni interessanti o significative. Si potrebbe
ipotizzare che ci sono cose che Elfie vorrebbe portare alla nostra attenzione se solo sapesse come.
ESERCIZIO. Ripetere quello che hanno detto gli altri
È un gioco comune che i bambini di seconda elementare possono fare se si ha cura di non farlo
evolvere nella versione più popolare alle scuole medie. Chiedete al bambino o alla bambina che
comincia di dire il suo nome. Il bambino o la bambina seguente dirà: "Il suo nome è.........................il
mio nome è.....................". Il bambino o la bambina seguente dirà: "Il suo nome è.................................,
il suo nome è.............................., il mio nome è.............................." e così via.
ESERCIZIO. Ripetere qualcosa in un tempo ed un luogo appropriati
Alla fine della giornata, l'insegnante sceglie un' osservazione fatta da un bambino e la dà ad un altro
bambino su un foglio di carta. Il secondo bambino deve fare questa osservazione in un tempo ed un
luogo appropriati nel corso della giornata seguente.
Varianti: sono i bambini a scegliere l'osservazione e chi la farà il giorno seguente.
PIANO DI DISCUSSIONE. "Come vorrei averlo detto io!"
1.
Potete pensare ad una volta in cui qualcun altro ha detto qualcosa che avreste davvero voluto dire
voi?
2.
Perché avreste voluto dirla?
3.
Perché non l'avete detta?
4.
Pensate mai di dire cose che altre persone desidererebbero aver detto?
5.
Come sapete quando qualcuno dice qualcosa di importante?
263
SECONDO EPISODIO
IDEA GUIDA 9.2.1. L'incontro scuola - famiglia
L'incontro scuola - famiglia generalmente è un'occasione importante nel corso dell'anno scolastico.
Apparentemente, gli allievi provano sentimenti confusi riguardo questi eventi e così molti insegnanti e
genitori. Quando riescono al meglio comunque, gli incontri scuola -. famiglia offrono un' autentica idea
dell'atmosfera della scuola e dello spirito delle attività svolte in classe.
Le scuole nel cui curricolo è inserita Philosophy for Children hanno trovato che genitori e bambini
gradiscono una dimostrazione dell'attività nel corso degli incontri scuola - famiglia. Spesso è una
rivelazione per i genitori vedere che in determinati contesti funzionano proprio come i loro bambini ed è
una rivelazione reciproca per i bambini.
PIANO DI DISCUSSIONE. Genitori che visitano le scuole
1.
Vi piace che i vostri genitori visitino la vostra classe?
2.
Vi piacerebbero che la visitassero più frequentemente?
3.
Vi piacerebbe avere i vostri fratelli e le vostre sorelle in classe con voi?
4.
Vi piacerebbe fare visita ai vostri genitori al lavoro?
5.
Cosa imparate quando fate visita ad altre persone?
6.
Cosa imparate quando le altre persone vi fanno visita?
7.
Cosa imparano gli altri quando vi fanno visita?
PIANO DI DISCUSSIONE. "Mi piacciono gli altri più di quanto io piaccia a loro"
1.
Ci sono delle persone che vi piacciono più degli altri?
2.
Ci sono delle persone a cui tu piaci più degli altri? Puoi fare un esempio?
3.
Ci sono delle persone a cui tu piaci meno di altre persone?
4.
Può succedere che a degli amici piacciano alcuni dei loro amici più degli altri? Puoi fare un
esempio?
5.
Se due persone sono amiche, significa che si piacciono allo stesso modo?
PIANO DI DISCUSSIONE. Perché siamo amici
Cosa pensi di quello che hanno detto queste persone?
1.
Alessandro ha detto: "Il mio cane è mio amico perché trascorriamo un sacco di tempo insieme".
2.
Michela ha detto: "Giacomo è mio amico perché mi fa un sacco di regali".
3.
Caterina ha detto: "Mia nonna è mia amica perché posso dirle tutti i miei segreti".
4.
Irene ha detto: "Gaia è mia amica perché ci piace fare le stesse cose".
5.
Damiano ha detto: "Marta è mia amica ma è sempre troppo occupata per parlare".
264
IDEA GUIDA 9.2.2. Differenze che fanno differenze
Quando le cose sono diverse, generalmente fanno una differenza. Cambiate la prima lettera della
parola "gatto" ed otterrete un'altra parola che si scrive e si pronuncia in modo diverso, come "matto" o
"tatto". Aggiungete solo un po' di sale ed il cibo che state mangiando improvvisamente può diventare
troppo salato. Cambiate solo una nota in una melodia e l'intera melodia sarà diversa.
Così, ci sono due differenze, la prima differenza ne porta una seconda. Se c'è una differenza nella
forza di due lottatori, fa una differenza nei risultati dell' incontro. Se c'è una differenza nella quantità di
fattori nutrizionali nei cibo che mangiano due bambini, farà una differenza nella salute dei due bambini.
ESERCIZIO. Che differenza fanno queste differenze?
1.
La differenza tra bambini ed adulti.
2.
La differenza tra uomini e donne.
3.
La differenza tra gioco e lavoro.
4.
La differenza tra alzarsi e dormire.
5.
La differenza tra piacere e dolore.
PIANO DI DISCUSSIONE. Che differenza fa
1.
Siete mai stati infelici per qualcosa e più tardi avete scoperto che non faceva nessuna differenza?
2.
Supponiamo che tutti avessero un libro nuovo e voi un libro leggermente usato. Potreste piangere
per questa cosa. Ma cosa succederebbe se vi chiedeste: "Che differenza fa?".
3.
Ci sono delle differenze che non fanno differenza ed altre che la fanno?
ESERCIZIO. Che differenza fa?
Che differenza pensate farebbero le cose seguenti?
1.
Aggiungere un granello di sabbia ad un secchiello di sabbia.
2.
Andare ad una festa dove ci sono già un sacco di persone.
3.
Ridere invece di piangere.
4.
Sorridere ad un estraneo.
5.
Mangiare cibo salutare una volta la settimana.
6.
Fare cinque minuti di studio in più ogni volta che fate i compiti.
7.
Guidare ad una velocità leggermente inferiore.
8.
Mangiare tre cornetti a colazione invece di uno.
9.
Dire di no invece di sì.
IDEA GUIDA 9.2.3. Siamo quello che dicono gli altri?
I bambini piccoli non sono del tutto sicuri di chi sono o di quali sono i loro confini e dove comincia il
mondo esterno. Spesso pensano di essere quello che gli altri pensano di loro. Se gli altri trattano un
bambino da stupido, potrebbe ritenersi uno stupido e interpretare il ruolo che pensa gli sia stato
assegnato. Se gli altri lo insultano, pensa che probabilmente sanno qualcosa che lui non sa ed accetta la
loro superiore saggezza a tale proposito.
265
Vale la pena indurre i bambini a mettere in discussione questo processo e vedere che gli altri non
hanno inevitabilmente ragione su di loro. Ci sono poteri magici nello scherno, ma vi sono poteri magici
negli incantesimi che i bambini usano per proteggersi dallo scherno. se Tommaso prende in giro Betta
dicendo: "Betta è una posa piano, Betta è una posa piano", Betta potrebbe sentirsi un po' meglio
cantando: "Possono ferirmi le pietre e i bastoni ma non gli insulti!".
Ma, a lungo andare, la difesa contro l'essere feriti dagli insulti degli altri ha l'effetto di sviluppare
un'immagine di sé più forte in modo da respingere gli insulti come inappropriati prima che possano aver
modo di ferirci.
PIANO DI DISCUSSIONE. Sono proprio quello che dice Carlo
1.
Le persone ti insultano mai? Puoi fare degli esempi?
2.
Ti senti mai come ti chiamano le altre persone? Puoi fare un esempio?
3.
Ci sono volte in cui le persone ti chiamano in un certo modo e questo ti fa sentire come ti
chiamano? Puoi fare un esempio?
4.
Ci sono volte in cui il modo in cui gli altri ti chiamano non influenza il modo in cui pensi o ti senti
riguardo a te stesso/a? Puoi fare un esempio?
5.
C'è nessuno che sappia cosa sei meglio di quanto non lo sappia tu stesso/a?
PIANO DI DISCUSSIONE: Siamo come ci chiamano?
1.
Se la tua insegnante ti chiamasse "stupido/a" penseresti che sei stupido/a?
2.
Se tuo padre ti chiamasse "il suo/la sua piccolo principe/piccola principessa" penseresti a te come
ad un principe o ad una principessa?
3.
Se i tuoi amici ti definissero "buffo" penseresti di essere una persona buffa?
4.
Se tua madre fosse arrabbiata e ti chiamasse "seccatore/seccatrice" penseresti di essere una
persona cattiva?
5.
Se ti definissi "bravo" pensi che diventeresti più bravo?
6.
Se ti definissi "felice" pensi che diventeresti più felice?
266
TERZO EPISODIO
IDEA GUIDA 9.3.1. il signor Direttore tutto in blu
Abbiamo, qui, per cambiare, un signor Direttore monocromatico.
Ci potrebbe essere del vero nel dire che Elfie ha un piede nel mondo quotidiano e l'altro in quello dei
cartoni animati. Il signor Direttore sembra uscito fuori dai cartoni animati che danno in TV o dalle
vignette sui giornali a fumetti. In ogni caso, i bambini in classe sembrano essere piuttosto affascinati da
lui, sebbene siano probabilmente grati per il fatto che la signora Maestra sia sempre lì per mediare.
ESERCIZIO. Il blu
Ci sono molte canzoni famose che hanno a che fare con il blu: "Nel blu dipinto di blu", "Mille bolle
blu", etc. Il blu è un colore che ha un fascino particolare.
A cosa ti fa pensare?
Ti ricordi altre canzoni, racconti, modi di dire che hanno a che fare con il blu?
Immagina un mondo tutto blu: come sarebbe? Provate a disegnarlo.
ESERCIZIO. Tutto blu
PARTE I
Quando sentite una di queste canzoni, quali immagini vi vengono in mente?
Potete descrivercele? (Chiamate dei volontari per rispondere).
PARTE II
Chiedete quindi ai vostri alunni di dipingere le immagini che avevano in mente usando solo la pittura
blu. Lasciate che scuriscano o schiariscono la pittura blu con pittura nera o bianca.
IDEA GUIDA 9.3.2. Quieti come topolini
Compariamo cose con altre cose ed esprimiamo questi paragoni molto spesso in forma di similitudini.
Ci sono (come ci dicono i libri di educazione linguistica) due tipi di similitudini: aperte e chiuse.
Una similitudine aperta dice che una cosa è come un' altra.
Una similitudine chiusa dice che una cosa è come un altra sotto un certo aspetto.
Dire: "Siamo come topolini" significa usare una similitudine aperta.
Dire: "Siamo quieti come topolini" significa usare una similitudine chiusa.
267
ESERCIZIO. Convertire similitudini aperte in similitudini chiuse
Per ciascuna delle seguenti similitudini aperte, fornite un'appropriata similitudine chiusa.
Similitudine aperta (Sono come api)
Similitudine chiusa (Sono indaffarate come api)
1. Sono come porci.
Sono.......................come porci.
2. Era come neve.
Era.........................come neve.
3. I suoi occhi erano come bottoni.
I suoi occhi erano.................come bottoni.
4. La sua voce era come una campana.
La sua voce era...................come una campana.
5. Correva come un cervo.
Correva....................come un cervo.
IDEA GUIDA 9.3.3. Essere fieri di qualcuno
Possiamo essere fieri di noi stessi. Ma possiamo anche essere fieri di altre persone, o della nostra
scuola, o del nostro paese (forse vediamo queste cose solo come estensioni di noi stessi in qualche
modo).
Può essere utile far familiarizzare i bambini con questi vari usi di "fiero di" chiedendo loro di fornire
esempi sulla base della loro esperienza.
ESERCIZIO. Cose di cui siamo fieri
1.
Quali sono le cose di te stesso di cui sei fiero/a?
2.
Quali sono le cose della tua classe di cui sei fiero/a?
3.
Quali sono le cose della tua scuola di cui sei fiero/a?
4.
Quali sono le cose della tua città di cui sei fiero/a?
5.
Quali sono le cose del tuo paese di cui sei fiero/a?
6.
Di quali altre cose sei fiero/a?
7.
È possibile che vi siano un sacco di altre cose di cui sei fiero/a ma non ti vengono in mente?
8.
Pensa a qualcosa di cui non sei fiero/a ma non dirlo a nessuno.
9.
Cosa ti piacerebbe fare che ti renderebbe molto, molto fiero/a?
10. È sbagliato essere troppo fieri?
ESERCIZIO DI PITTURA. Essere fieri
Chiedete a ciascuno dei vostri alunni di disegnare un gatto seduto che sembra fiero. Chiedete loro di
immaginare di poter sentire quello che il gatto sta pensando. Di che cosa il gatto si dice di essere fiero?
Date ai vostri alunni qualche minuto di tempo per rifletterci poi chiedete loro, se possono, di scrivere i
pensieri del gatto vicino al loro disegno. Forse potrebbero unire il pensiero al disegno come si fa nei
fumetti, così
Se alcuni alunni hanno difficoltà a scrivere i pensieri del gatto, chiamate dei volontari ad esprimere
verbalmente i pensieri al resto della classe.
268
IDEA GUIDA 9.3.4. Notizie buone e cattive
Cosa costituisce una notizia per un bambino di sei, sette o otto anni? Presumibilmente significa,
come per noi, informazioni fresche sul mondo esterno, o su un mondo che non appartiene alla nostra
immediata esperienza.
I bambini di questa età sono consapevoli del fatto che gli adulti ascoltano i notiziari e leggono i
giornali, ma gli eventi che vi vengono riportati sono generalmente di scarso interesse per i bambini.
Sarebbero interessati, certamente, alle ultimissime notizie - se solo ci fossero notizie del genere - su
Babbo Natale o sulla Befana. Sono anche profondamente interessati alle notizie che riguardano i loro
amici, ma, in generale, il mondo al di là della loro immediata esperienza potrebbe sembrare loro remoto
e piatto.
ESERCIZIO. Storie sulle notizie
Dividete la classe in gruppi. Ad ogni gruppo è assegnato un argomento su cui costruire un notiziario.
Il notiziario in ogni caso interromperà le trasmissioni regolari dicendo: "Interrompiamo le trasmissioni per
darvi un resoconto speciale delle ultime notizie".
Ecco alcuni degli argomenti che possono essere assegnati ai gruppi:
1.
Chi è in realtà la Befana.
2.
Un incendio nella fabbrica di giocattoli di Babbo Natale.
3.
La Matrigna di Biancaneve è diventata buona.
4.
Il ritorno di E.T.
PIANO DI DISCUSSIONE: buone notizie, cattive notizie
1.
Le cattive notizie arrivano sempre con le buone notizie?
2.
Avete mai trovato qualcosa di buono in qualcosa di cattivo?
3.
Avete mai trovato qualcosa di cattivo in qualcosa di buono?
4.
Ci sono notizie ogni giorno?
5.
Tutti hanno le stesse notizie?
IDEA GUIDA 9.3.5. Fare connessioni con è e sono
La parola principale per unire o connettere è certamente la parola e. Perciò usiamo e per mostrare
una connessione tra due persone ( Hansel e Gretel) o due cose (coltelli e forchette) o due colori (verde e
blu) o due azioni (sono caduto e mi sono fatto male).
Comunque, è e sono sono anch'essi indicatori di connessioni. Possiamo usarli per indicare
appartenenza ad una classe (i gatti sono animali), per mostrare possesso di attributi (alcuni gatti sono
grigi) o per illustrare e per fare degli esempi (i gatti sono esempi di animali).
Usiamo è e sono non solo per mostrare o per esprimere connessioni ma, come dice il signor
Direttore, per fare distinzioni). Quando facciamo una connessione, richiamiamo l'attenzione su un tratto
del mondo che altre persone potrebbero altrimenti non aver notato. Così, se diciamo che Elfie e Sofia
sono entrambe bambine, stiamo puramente esprimendo un fatto che è abbastanza ovvio, ma se diciamo
che il modo di pensare di Elfie ed il modo di pensare di Sofia sono in qualche modo simili stiamo
facendo una connessione che altre persone potrebbero non aver fatto.
In generale, il linguaggio figurato (incluse le similitudini, le metafore e le analogie) implica fare
connessioni non notate piuttosto che esplicitare connessioni familiari.
269
ESERCIZIO. Usare è e sono nelle frasi
I.
Riempite gli spazi vuoti con la parola mancante:
a. Oggi..............................mercoledì.
b. I gatti non...............…...amici dei topi.
c. Noi................................siamo tutti compagni di classe.
d. ............................….....felice?
e. La scuola..........………..aperta la domenica?
Puoi connettere le parole nella prima colonna con le parole nella seconda colonna usando è o
sono?
II.
formiche
uccelli
sonagli
edificio
oche
insetti
Quirinale
serpenti
trota
mobili
sedie
pesce
platani
città
Roma
persone
tu ed io
alberi
III. Ora connettete le parole in queste due colonne:
vita
odoroso/a/e/i
fiori
bello/a/e/i
pane
tranquillo/a/e/i
strade
pericoloso/a/e/i
laghi
facile/i
vecchie scarpe
soffice/i
perle
saporito/a/e/i
pagliacci
prezioso/a/e/i
gomme da cancellare
triste/i
finestre
buffo/a/e/i
Se non riesci a trovare la parola giusta nella seconda lista, aggiungila.
IDEA GUIDA 9.3.6. Vincitori e perdenti
Per i bambini, il gioco sembra una naturale forma di comportamento, ma il gioco non implica
necessariamente perdere e vincere. Di fatto, accade raramente.
I giochi e le gare, comunque, tendono ad essere competitivi ed implicano perdere e vincere. Una
domanda per i bambini, allora, potrebbe essere se l'acquisizione di questo nuovo stile di condotta
interpersonale, la competizione, rimpiazzi il gioco non competitivo a cui erano abituati o se sia
semplicemente qualcosa in aggiunta a quel gioco.
270
PIANO DI DISCUSSIONE. Vincere e perdere
1.
Quando giocate da soli vi capita mai di vincere o di perdere?
2.
Quando tu ed i tuoi amici giocate, ci sono vincitori e perdenti?
3.
Quando tu ed i tuoi amici fate dei giochi, ci sono vincitori e perdenti? Quali sono i nomi di questi
giochi?
4.
Se siete in una gara, significa che ci sarà un solo vincitore e molti perdenti? Ci possono essere
molti vincitori e molti perdenti?
5.
Quelli che vincono una gara, sono sempre i migliori?
6.
I migliori sono sempre quelli che vincono le gare?
7.
Ci sono volte che preferiresti perdere anziché vincere?
271
QUARTO EPISODIO
IDEA GUIDA 9.4.1. Una parte in una recita
Un sacco di cose sono fatte di parti. Potrebbe anche essere che tutto sia fatto di parti: è una
questione su cui si può discutere.
Ma una delle cose carine delle parti in una recita è che sono più o meno intangibili - non sono fisiche,
come le parti di un orologio o le parti del corpo. E così c'è una lezione da imparare da loro. Potete
mostrare a qualcuno le parti di una casa o una parte della città, ma non è così facile mostrare loro la
parte che avete in una recita (forse potreste far leggere loro il copione e mostrare loro il vostro ruolo. Ma,
ancora una volta, un ruolo è intangibile).
ESERCIZIO. Parti che potete vedere e parti che non potete vedere
Parti che potete
vedere
Parti che non
potete vedere
?
1.
La maniglia su una porta.
❑
❑
❑
2.
Una parte di un quadro.
❑
❑
❑
3.
Una parte di un viaggio.
❑
❑
❑
4.
Una parte in una recita.
❑
❑
❑
5.
Lo zucchero nella limonata.
❑
❑
❑
6.
La parte persiana di un gatto mezzo persiano.
❑
❑
❑
7.
La parte più scura della notte.
❑
❑
❑
ESERCIZIO. La parte di una porta
Ad Elfie è stata data la parte di una porta. Quale parte della porta le è stata data?
ESERCIZIO. Parti di parti di parti
PARTE I.
1.
Un alluce è una parte del piede di qualcuno ed un piede è una parte del.........................di qualcuno.
2.
Un.................................dito è una parte della mano di qualcuno ed una mano è una parte del
...............................di qualcuno.
3.
Una finestra è una parte di un muro, ed un muro è una parte di......................................
4.
Un ramoscello è una parte di un.........................ed un......................è una parte di un albero.
5.
Un........................è parte dell'oceano e l'oceano è parte del.............................................
PARTE II
1.
Una città è parte di una regione, ma una regione non è parte di........................….............
2.
La testa di qualcuno è parte del suo corpo ma il corpo non è parte di................................
3.
Le maniglie sono parti delle porte ma le porte non sono parti di.....................…….............
4.
Una parte in una recita è parte di una recita ma una recita non è una parte di.......….........
272
IDEA GUIDA 9.4.2. La porta nella recita
La porta della signora Maestra può non essere esilarante, ma certamente è un po' strana. Sorprende
i ficcanaso spalancandosi improvvisamente e protegge la casa dagli intrusi serrandosi improvvisamente.
In altre parole, sta a guardia della casa, come un cane da guardia.
Quindi la porta si comporta moralmente: fa cose buone. Per farle, comunque, deve essere in grado di
distinguere "le persone giuste" dalle "persone sbagliate". In altre parole, è ricettiva ed intelligente. Non è
solo una porta: è una porta che pensa, una porta che pensa moralmente.
Una cosa può pensare? Gli esseri umani sono cose che pensano? Ecco alcune delle domande che
naturalmente scaturiscono dal pensiero di una porta che pensa.
La porta è anche una porta buffa, secondo Elfie. Forse sta cercando di essere buffa?
PIANO DI DISCUSSIONE. La porta nella recita è una cosa che pensa?
1.
Le cose possono pensare o solo le persone possono pensare?
2.
Una cosa (come una porta) può essere una persona?
3.
Una cosa come una porta può far finta di essere una persona?
4.
Se una porta fa finta di essere una persona, è una persona?
5.
Se una porta non può diventare una persona, una persona può diventare una porta?
PIANO DI DISCUSSIONE. La porta nella recita è una porta buffa?
1.
Le persone possono pensare che una scimmia era buffa anche se la scimmia non lo pensava?
2.
Una scimmia può pensare che le persone erano buffe anche se le persone non lo pensavano?
3.
Un pagliaccio può pensare di essere buffo anche se non lo pensa nessun altro?
4.
Le persone possono ritenere un pagliaccio buffo anche se il pagliaccio pensa di non esserlo stato?
ESERCIZIO. Cose che pensano
Puoi classificare le cose seguenti?
Cose che pensano
Cose che non pensano
Non cose
?
1.
Mele.
❑
❑
❑
❑
2.
Cervelli.
❑
❑
❑
❑
3.
Balene.
❑
❑
❑
❑
4.
Persone.
❑
❑
❑
❑
5.
Menti.
❑
❑
❑
❑
6.
Televisori.
❑
❑
❑
❑
7.
Computer.
❑
❑
❑
❑
8.
Parole.
❑
❑
❑
❑
273
ESERCIZIO. Cose buffe
I: Quali delle seguenti sono cose buffe e quali non lo sono?
Buffe
Non buffe
?
1.
Un gatto dai colori dell'arcobaleno.
❑
❑
❑
2.
Un albergo a forma di elefante.
❑
❑
❑
3.
Un acrobata del circo che cerca di non starnutire.
❑
❑
❑
4.
Un insegnante i cui alunni continuano a trasformarsi in
capre.
❑
❑
❑
5.
Un bicchier d'acqua in una giornata calda.
❑
❑
❑
6.
Un sacco di compiti per casa.
❑
❑
❑
II: Ecco alcune cose che probabilmente non vi colpiscono come cose buffe. Potete pensare a
qualcosa che potete fare per renderle buffe?
Buffa
Non buffa
?
1.
La lavagna nella vostra aula.
❑
❑
❑
2.
Una patata.
❑
❑
❑
3.
Un paio di pattini.
❑
❑
❑
4.
Un albero.
❑
❑
❑
5.
Voi.
❑
❑
❑
IDEA GUIDA 9.4.3. Conquistare la platea
Può essere una frase insolita, almeno per alcuni dei vostri alunni. In ogni caso, chiedete se qualcuno
di loro sa che cosa significhi e, se è così, chiedete di spiegarlo agli altri.
ESERCIZIO. Conquistare
Conquistare può essere usato per significare molte cose. Nelle seguenti frasi, dite se conquistare ha
lo stesso o un diverso significato.
Stesso
significato
Diverso
significato
?
1.
L'esercito ha conquistato la città.
❑
❑
❑
2.
Mi sono conquistato la sua stima.
❑
❑
❑
3.
Gianni ha conquistato il cuore della ragazza dei suoi
sogni.
❑
❑
❑
4.
Il diploma di scuola elementare è una bella conquista!
❑
❑
❑
5.
Paolo ha conquistato il pubblico.
❑
❑
❑
274
IDEA GUIDA 9.4.4. Idee che piacciono
I primi anni della scuola elementare sono un buon momento per motivare i bambini a leggere, a
scrivere, a pensare. Spesso ciò significa confrontarsi con idee e concetti.
Abbastanza stranamente, la nostra comprensione di queste due nozioni non è troppo chiara: molte
persone usano i termini "idea" e "concetto" in modo intercambiabile. Ma forse possiamo offrirvi un modo
per distinguere tra loro. Un concetto è un costrutto mentale che corrisponde a qualche aspetto del
mondo. Così abbiamo concetti di alberi di quercia, di salmoni, di panda, di memoria, di gelo e di
energia...Un'idea è, per contrasto, un piano di azione, un'ipotesi di come un problema potrebbe essere
risolto. Un concetto raggruppa unità di conoscenza o informazione in modo che possano essere gestite
dalla mente in modo efficiente; un'idea propone un modo di agire allo scopo di risolvere una situazione
problematica. In un certo senso potrebbe essere vero dire che scopriamo i concetti ed inventiamo le idee.
Ma questo è, come già notato, solo un modo per comprendere la differenza tra idee e concetti. I
concetti sono indispensabili per conoscere e le idee sono indispensabili per agire, secondo questa
prospettiva di approccio alla questione. Così non vi è ragione per cui i bambini non debbano essere
incoraggiati ad apprezzarli entrambi e a sviluppare preferenze nei confronti di entrambi.
PIANO DI DISCUSSIONE. Idee che piacciono
1.
A cosa preferiresti pensare: all'idea di un viaggio in autobus o all'idea di un viaggio in aereo?
2.
L'idea di volare è più bella dell'idea di camminare?
3.
L'idea di non avere amici con cui giocare è un'idea che non vi piace?
4.
Supponiamo che abbiate un'idea per una storia. L'idea vi potrebbe continuare a piacere anche se
non vi piacesse la storia che avete inventato?
PIANO DI DISCUSSIONE. "Mi piace l'idea"
1.
Quali sono alcune delle idee che ti piacciono?
2.
Quali sono alcune delle idee che non ti piacciono?
3.
Pensi solo alle idee che ti piacciono?
4.
Da dove vengono le tue idee?
5.
Dove vanno le tue idee?
ESERCIZIO. Idee che piacciono
C'è nessuna differenza tra:
1.
Un'idea ed un pensiero?
2.
Un'idea ed un sogno?
3.
Un'idea ed un sentimento?
4.
Le tue idee e le cose che dici?
5.
Le tue idee e le cose che gli altri ti dicono?
275
IDEA GUIDA 9.4.5. Cercare di fare e fare
Un sacco di cose che cerchiamo di fare non riusciamo mai veramente a farle. Continuiamo a cercare
di usare un computer ma non ci riusciamo mai veramente. Continuiamo a tentare di far quadrare il
bilancio o di fare una dieta o di smettere di fumare ma in un modo o nell'altro gli obiettivi reali ci
sfuggono. Così, “tentare di fare” è una categoria d'azione. Significa impegnarsi in un'attività anche se
l'attività non ha successo. Facciamo un tentativo o uno sforzo ma non lo portiamo a termine.
Certamente, molte volte tentiamo e ci riusciamo. Così può andare nel modo contrario.
ESERCIZIO. Tentare e riuscire
Potete indicare qualcosa che starebbe bene nelle colonne seguenti (vi diamo alcuni esempi).
Avete tentato e
ci siete riusciti
Avete tentato e
non ci siete
riusciti
Non avete
tentato ma ci
siete riusciti
comunque
Non avete
tentato e non ci
siete riusciti
1.
Il vostro primo piatto di spinaci
e vostra madre che vi dice:
"Provalo soltanto!".
❑
❑
❑
❑
2.
La notte che non siete riusciti
ad addormentarvi.
❑
❑
❑
❑
3.
La volta che avete tentato di
non pensare ad un elefante.
❑
❑
❑
❑
Tentativi
Successi
?
1.
Cercare di
pensare
Pensare
2.
Cercare di
scrivere
Scrivere
ESERCIZIO. Tentativi e successi
Possiamo distinguere tra tentativi e successi come questi:
Potete fare lo stesso con le seguenti attività?
1.
Leggere.
2.
Nuotare.
3.
Vivere.
4.
Mangiare.
5.
Tentare.
276
QUINTO EPISODIO
IDEA GUIDA 9.5.1. Specie
Il termine "specie" appare più volte nell'episodio. Il signor Direttore fa delle "specie" di saltelli quando
cammina e i bambini sono troppo assonnati per dire di che "specie" di giornata si tratta (una locuzione
equivalente sarebbe "tipo di" ed i bambini useranno un altro equivalente: "come").
Ma i due usi potrebbero non essere esattamente uguali. Quando il signor Direttore dice che è una
bellissima mattina ci sta informando (per mezzo della parola "bellissima") di che tipo di giorno si tratta.
D'altro canto, se il signor Direttore fa delle "specie di" saltelli quando cammina, allora non significa
esattamente che saltelli.
È come se si dovesse dire che il modo in cui cammina non è un esempio molto buono di saltellare
quando si cammina.
Similmente potremmo dire che uno struzzo è una "specie di" uccello o potremmo dire che è un "tipo
di " uccello intendendo che non è un esempio troppo buono di uccello (forse perché non vola).
ESERCIZIO. Specie di giorni
Ecco due colonne di parole. Alcune delle parole nella prima colonna possono essere usate per dire
qualcosa riguardo le parole nella seconda colonna. Potete unire con un tratto le parole che pensate
stiano meglio insieme?
Specie
Momenti del giorno
felici
mattine
fritti/e
luminosi/e
pomeriggi
nuvolosi/e
sabbiosi/e
sere
pigri/e
imburrati/e
notti
splendenti
malati/e
rumorosi/e
piovosi/e
tocco
ordinari/ie
viola
di legno
ESERCIZIO. "Fa una specie di saltelli quando cammina"
Elfie dice che il signor Direttore "fa una specie di saltelli quando cammina".
Cosa fanno le seguenti persone ed i seguenti animali quando camminano?
277
1.
Un leopardo.
6.
Una gazzella.
2.
Un elefante.
7.
Uno struzzo.
3.
Un cane con tre zampe.
8.
Il tuo migliore amico/la tua migliore amica.
4.
Un soldatino caricato con la corda.
9.
Tua zia.
5.
Una papera.
10. Tu.
ESERCIZIO. "Specie di" cose che facciamo
Inserite alcune parole che pensate meglio descrivano le persone quando stanno facendo le cose
seguenti:
1.
Egli fa una specie di............................................… quando ride.
2.
Lei fa una specie di................................................. quando pensa.
3.
Egli fa una specie di...........................................….. quando incontra un amico.
4.
Egli fa una specie di ............................................... quando incontra un estraneo.
5.
Egli fa una specie di................................................ quando parla con il suo capo.
6.
Lei fa una specie di.................................................. quando guarda il suo bambino.
7.
Lei fa una specie di...............................................… quando risponde al telefono.
8.
Egli fa una specie di................................................. quando guida la macchina.
9.
Lei fa una specie di.................................................. quando si eccita.
10. Essi fanno una specie di......................................… quando ti amano.
ESERCIZIO. "Specie di"
L'insegnante di Margherita le ha dato un brano e le ha detto di riempire gli spazi vuoti, dove possibile,
con le parole "specie di". Ecco il brano. Pensi di poter fare l'esercizio di Margherita?
Era...........................di bella giornata, solo che c'era.......................pioggia, così io..................presi il
mio ombrello e........................uscii ..........................dalla porta. Presto, incominciò a........................ .....
piovere molto forte ed allora io vidi il più...................... grande aeroplano del mondo volare dritto sulla
mia......................casa.
Ora, rileggete il brano e cancellate tutti gli "specie di" di cui non avete realmente bisogno.
IDEA GUIDA 9.5.2. "Non è una bellissima giornata?"
A volte pensiamo che i bambini siano sempre all'erta, ricettivi ed intensamente sensibili a quanto sta
accadendo intorno a loro. Ma, di fatto, i bambini spesso "si spengono" proprio come fanno i grandi. Per
contro, un adulto normalmente poco ricettivo può sorprenderci come fa qui il signor Direttore, con
un'esclamazione di piacere per la bellezza della mattina.
PIANO DI DISCUSSIONE. Una bellissima mattina
1. Com'è una bellissima mattina?
2. Cosa la rende bellissima?
3. Può essere bellissima in diversi modi in diversi giorni?
278
4. Significa che c'è più di un tipo di bellezza?
5. Significa che c'è più di un tipo di mattina?
ESERCIZIO. Perché una persona è bella?
Pensate che qualcuno sia bello per:
1.
Il modo in cui appare.
2.
Il modo in cui parla.
3.
Il modo in cui agisce.
4.
Il modo in cui si muove.
5.
Il modo in cui pensa.
6.
Le cose che fa per te.
7.
Lo sguardo nei suoi occhi.
8.
Il fatto che qualcun altro ti ha detto che lo è.
9.
Il modo in cui ti fa sentire.
IDEA GUIDA 9.5.3. Assonnato
Spesso parliamo come se essere svegli o essere addormentati siano complessivamente differenze di
tipo piuttosto che di grado. Ma per molte persone non è per niente così. C'è, per loro, un ampia gamma
di stati con l'essere completamente svegli ad un'estremità ed essere profondamente addormentati
all'altra . Nel mezzo vi sono diversi gradi di sonnolenza.
Molti bambini non dormono abbastanza durante la notte e così passano la giornata a stropicciarsi gli
occhi per mantenersi svegli e poi si assopiscono. È difficile attrarre l'attenzione di uno studente
assonnato, proprio come non è facile mantenere l'attenzione di uno che è completamente sveglio.
ESERCIZIO. È il momento di "svegliarsi e di inventare una storia assonnata"!
Ecco alcuni titoli di storie che potete inventare:
Com'è dormire stando in piedi?
Come mi sono addormentato/a sul tavolo della cena.
Cose a cui penso mentre sono addormentato/a.
Buffe posizioni che prendo quando dormo.
Dormire all'aperto.
Quella volta che ho camminato nel sonno.
Com'è essere assonnati tutto il giorno?
ESERCIZIO. Troppo assonnato/a per notare.....
Completate le cose seguenti:
1. Ero troppo assonnato/a per notare........................................................................................................
2. Ero troppo felice per notare ..................................................................................................................
3. Ero troppo eccitato/a per notare............................................................................................................
4. Ero troppo spaventato/a per notare.......................................................................................................
279
5. Ero troppo triste per notare...................................................................................................................
6. Ero troppo preoccupato/a per notare.....................................................................................................
7. Avevo troppo caldo per notare ..............................................................................................................
8. Ero troppo ammalato/a per notare ........................................................................................................
9. Ero troppo occupato/a per notare..........................................................................................................
10. Ero troppo arrabbiato/a per notare ......................................................................................................
IDEA GUIDA 9.5.4. Significato
Bruno borbotta qualcosa. Che cosa vuol dire? Sulle prime Elfie dice che non può dirlo (ma "dire" è
ambiguo: potrebbe significare che non riesce a capire a che cosa si riferiva il borbottio. Potrebbe anche
significare che non era molto carino e quindi non può ripeterlo).
Poi gli altri bambini scuotono la testa ed intendono con questo, ci dice Elfie, che hanno pronte le loro
frasi.
Allora, cos'è il significato? Un modo per spiegarlo è che possiamo dire che significa qualcosa quando
è possibile convertirla in un altra cosa che significa la stessa cosa. Se scuotiamo la testa dall'alto in
basso significa sì. Se scuotiamo la testa da un lato all'altro significa no. Così:
scuotere la testa da un lato all'altro significa no;
scuotere la testa dall'alto in basso significa sì.
Quindi, quello che è sulla sinistra in ogni rigo è equivalente (in significato) a quello che sta sulla
destra. Quello che sta a sinistra e quello che sta a destra hanno lo stesso significato. Possiamo fare la
stessa cosa con le parole mettendole tra virgolette:
"ascia"
significa
"uno strumento per abbattere"
"orecchio"
significa
"una parte del corpo usata per ascoltare"
Ecco perché nelle prove di comprensione testuale, si chiede ai bambini se due brani significhino
pressappoco la stessa cosa. Li stiamo conducendo ad identificare il significato dicendo se il significato
del primo brano è equivalente al significato del secondo brano.
ESERCIZIO. I significati di quello che facciamo
Vedete se potete accoppiare le cose fatte nella prima colonna con le cose dette nella seconda
colonna (ci può essere più di una riga per ciascuna cosa).
1.
Mi gratto la testa.
"Non ti ho proprio sentito. Che hai detto?"
2.
Alzo la mano.
"Oh! È troppo per me!"
3.
Faccio gli occhi storti.
"So la risposta!"
4.
Piego le mani sul banco.
"Non capisco".
5.
Mi metto la mano vicino all'orecchio.
"Non sto facendo chiasso".
6.
Faccio scrocchiare le nocche delle mani.
"Vorrei andare in bagno"
7.
Piego le braccia.
Non significa niente
ESERCIZIO. La signora maestra fa un piccolo sorriso
Elfie ci dice che la signora maestra non dice niente ma fa un piccolo sorriso.
1.
280
Cosa pensi significhi il piccolo sorriso della signora Maestra?
2.
Puoi inventare una frase come quelle che avete fatto nell'esercizio precedente che potremmo
scrivere vicino a :
la signora Maestra fa un piccolo sorriso?..........................................................................
ESERCIZIO. Il significato di quello che diciamo
Per ciascuna delle frasi a sinistra vi sono date due altre frasi sulla destra. Quali delle due sulla destra
è la miglior corrispondente per quella a sinistra?
1. "Tutte le finestre nella stanza sono aperte".
a. "Nessuna finestra nella stanza è chiusa".
2. "Solo i maschi possono entrare in questa stanza". b. "Solo le finestre in questa stanza sono aperte".
a. "Questa stanza è solo per i maschi".
b. "Quasi tutti maschi vanno in questa stanza".
a. "Difficilmente dei barboncini qui sono cani".
3. "I cani qui sono quasi tutti barboncini".
b. "Quasi tutti i cani qui sono barboncini".
IDEA GUIDA 9.5.5. "Ci provo"
Elfie si risolve a provare a formulare una frase con è o sono.
Così spesso genitori e figli combattono sulla questione di provare. Il bambino si rifiuta di provare del
cibo nutriente e il genitore lo pregherà o gli ordinerà di provarlo. E quando il bambino si rifiuta ancora, il
genitore spesso accuserà il bambino di "non provarci".
L'esperienza del cibo può essere un modello per altri tipi di prova. "Provalo, solo una volta" dirà il
genitore ed il bambino associerà il provare all'assaggiare o all'assaporare. "Non sai se ti piace o non fin
quando non l'hai provato". Non è facile convertire un bambino prudente o sospettoso in uno
sperimentatore.
Nel caso di Elfie non sembra che ci sia un adulto ad incoraggiarla a provare: deve incoraggiare se
stessa, motivare se stessa, insegnare a se stessa a cominciare.
ESERCIZIO. Cercare di fare cose
1.
Cosa fate quando cercate di inventare una storia?
2.
Cosa fate quando cercate di mangiare gli spinaci?
3.
Cosa fate quando cercate di allacciarvi le scarpe e fa molto freddo?
4.
Cosa fate quando cercate di nuotare?
PIANO DI DISCUSSIONE. Tentare e fallire, tentare ed avere successo
Dividetevi in coppie. Ogni persona dice all'altra:
1.
di qualcosa che ha tentato di fare ed ha scoperto che non poteva;
2.
di qualcosa che ha tentato di fare ed ha scoperto che poteva.
Ora riunitevi e fate una lista (l'insegnante la scriverà alla lavagna) di tutte le cose che avete scoperto
di poter fare e di tutte le cose che avete scoperto di non poter fare.
281
IDEA GUIDA 9.5.6. "Cosa posso dire?"
I bambini che si sentono pressati spesso scrolleranno le spalle e diranno (o mormoreranno): "Cosa
posso dire?" come per dire "Non c'è speranza! Non c'è nulla che possa dire o fare che conti qualcosa!".
Questa potrebbe essere una parte del significato dell' espressione di Elfie. Ma forse la sua
espressione non è solo un sospiro di impotenza. Sembra che stia cercando di focalizzarsi su qualcosa o su niente in particolare - che la metta in condizione di produrre una frase. Così evidentemente cerca di
farsi venire in mente ciò che c'è di più vivido nella sua esperienza: la sua casa, il giardino, l'albero, i
boccioli, i rami... Sta cercando di focalizzarsi su qualcosa di fresco nella sua esperienza e, una volta
acquisita una cornice di riferimento generale - la sua casa -, lavora su qualcosa di specifico.
Uno dei romanzi di Jane Austen ha un titolo: Ragione e sentimento il quale presumibilmente esprime
le caratteristiche che l'autrice pensa le persone debbano avere. Elfie sembra essere sulla strada giusta
per acquisirle, se non le ha già.
ESERCIZIO. L'albero di salice ed il cespuglio di lillà
Fate un disegno di Elfie che guarda l'albero di salice e il cespuglio di lillà.
Fate un altro disegno di un ramo di lillà coperto di fiori viola.
ESERCIZIO. Il piccolo albero di salice
Inventate una storia su un piccolo albero di salice che voleva diventare un albero di mele e come ci
ha provato ancora e ancora.
ESERCIZIO. Cosa potete ricordare con maggior chiarezza?
C'è niente che si stagli chiaramente nelle vostra memoria? Supponiamo che fosse un quadro ed
avesse bisogno di un titolo. Come lo chiamereste?
IDEA GUIDA 9.5.7. "È e sono"
L'irregolarità del verbo essere è una perenne frustrazione per chiunque impari la lingua.
Generalmente lo schema è:
Singolare
Plurale
Io sono
Noi siamo
Tu sei
Voi siete
Egli, Ella è
Essi sono
Ma certamente i bambini o gli stranieri sono inclini a confonderli.
282
ESERCIZIO. Il presente del verbo essere
Riempi gli spazi vuoti:
1.
Tu hai detto : "Io......................una persona".
2.
Io ho detto: "Anche io..............una persona".
3.
Tu hai detto: "Noi .....................entrambi persone".
4.
Io ho detto: "Tu e tua sorella.................persone".
5.
Tu hai detto: "Il mio amico...................una persona".
6.
Io ho detto: "Tutti i miei amici..................persone".
7.
Tu hai detto: "Giorgio...................una persona".
8.
Io ho detto: "Sì........................una persona".
9.
Tu hai detto: "Marta................................una persona".
10. Io ho detto: "Sì......................................entrambe persone".
11. Tu hai detto: "La mia scarpa non..............una persona".
12. Io ho detto: "Hai ragione, non.................una persona".
13. Tu hai detto: "Io non.........................una persona".
14. Io ho detto: "Allora cosa...........................tu?".
15. Tu hai detto: "Io.................................un/una/uno....................................................".
Indizio: potresti essere un computer? Comparate la frase 1 con la frase 13.
IDEA GUIDA 9.5.8. Le frasi dei bambini con è e sono
I bambini forniscono una varietà di esempi dei modi in cui è e sono possono essere usati.
Sergio: "i bimbi sono bambini".
È piuttosto come una definizione: "bimbi = bambini" dove il
sono rappresenta "ha lo stesso significato di" (è una definizione che implica pericolo di circolarità? Probabilmente no,
a meno che non volessimo definire i "bambini" come "bimbi"
il che sarebbe insolito).
Milos: "L'erba è verde".
Potrebbe essere
(1) l'erba ha la proprietà del verde.
(2) l'erba appartiene alla classe delle cose verdi.
(3) l'erba è un esempio di verdezza.
Sofia: "I favori sono buone azioni".
Lo stesso che per Milos.
Enrico: "Gli elefanti sono animali".
Lo stesso che per Milos.
Diana : "Io sono una persona".
Sebbene sia singolare, lo stesso che per Milos.
Stefano: "Questo è dove è".
Questa sembrerebbe essere una "definizione ostensiva", in
cui si identifica qualcosa indicandola.
Tommaso: "Le bolle di sapone sono Lo stesso che per Milos.
(cose piene di) aria".
Mira: "I gattini sono gatti giovani".
Definizione
Bruno: "Le nuvole sono bianche".
Lo stesso che per Milos.
Chicca: "I film sono la stessa cosa delle La stessa cosa che per Sergio (sopra) ma con ancora
immagini in movimento".
maggior pericolo di circolarità.
Gianni: "La mia testa è parte del mio Se comprendiamo che il predicato è "parte del mio corpo"
corpo".
allora è la stessa cosa che per Milos. Se i termini soggetto e
di
i
i i d ll
l i
"è
di" ll
283
predicato sono invece uniti dalla relazione "è parte di" allora
è una frase che indica una relazione parte-tutto.
Valeria: "I bambini sono sia maschi che Molto simile alla frase di Sergio eccetto che è in forma di
femmine".
disgiunzione. Ciò permette di ragionare nel modo seguente:
Valeria è o un ragazzo o una ragazza.
Valeria non è un ragazzo
________________________________________________
Quindi lei è una ragazza
ESERCIZIO. Inventare frasi con è e sono
Riempite gli spazi:
1.
Tu hai detto: "La luna...........................stanotte".
2.
Io ho risposto: "Perché dici che la luna è...........................stanotte?".
3.
Tu hai detto: "Perché è....................................................................".
ESERCIZIO. Usare frasi con sono
1.
Egli ha detto: "Pronto.............................................tu Giuseppina?"
2.
Io ho detto: "No, io non ............................................Giuseppina".
3.
Egli ha detto: "Bene, allora tu....................................Oliviero?"
4.
Io ho detto: "No, io non........................................neanche Oliviero".
5.
Egli ha detto: "Quale...................................il tuo nome, com unque?".
6.
Io ho detto: "Vuoi sapere se il mio nome.........................comunque?"
7.
Egli ha detto: "Che cosa .................tu, un furbacchione?".
8.
Io ho detto: "Non.....................................un furbacchione ma almeno conosco il mio nome".
IDEA GUIDA 9.5.9. L'imbarazzo di Elfie
Elfie si è decisa a parlare insieme agli altri bambini, ma è così autoconsapevole che lo trova molto
difficile. Deve forzarsi per farlo.
Quando il signor Direttore chiede ai bambini se hanno pronte le loro domande Elfie scuote il capo con
tutti gli altri. Poi immediatamente chiede a se stessa perché ha preso un impegno che non può
mantenere. Non ha una frase pronta, così, perché ha detto che l'aveva? Presumibilmente perché, riflette,
c'è ancora tempo per inventarne una. Ecco perché dice che adesso proverà.
Quando la Maestra le chiede di punto in bianco: "Hai una frase con è o sono da darci?" sarebbe facile
seguire la solita strada e dire soltanto : "No". Ma si rifiuta e si impegna ancora una volta rispondendo alla
signora Maestra bisbigliando un "sì".
Così ora si è davvero messa con le spalle al muro. Eppure, nonostante la l'intensa timidezza e
ritrosìa, si sforza di parlare.
PIANO DI DISCUSSIONE. Essere timidi ed imbarazzati
1.
Chi è in imbarazzo più spesso, le persone che sono timide o quelle che non sono timide?
2.
Pensate che ci siano delle persone che non sono mai imbarazzate da niente?
284
3.
Pensate che ci siano delle persone che sono imbarazzate da tutto?
4.
Siete troppo timidi per parlare di quanto siete timidi?
5.
Se voi ed il vostro migliore amico/la vostra migliore amica foste soli, potreste parlare di quanto
siete timidi?
6.
Gli animali sono mai timidi?
7.
Gli insegnanti sono mai timidi?
8.
Un insegnante dovrebbe essere imbarazzato/a se non dividere in sillabe "imbarazzato"?
9.
Dovreste essere timidi se non riuscite a scrivere: "timido"?
PIANO DI DISCUSSIONE. "Tutti stanno ridendo di te ma sono così carini da non fartelo
vedere!".
1.
Pensate mai che le persone stiano realmente provando o dicendo qualcosa di diverso da quello che
dicono stanno provando e pensando? Puoi fare un esempio?
2.
Le persone sono quello che fanno o sono qualche altra cosa?
3
La vita è ciò che accade o è qualche altra cosa?
4.
La vita è diversa da quello che pensate che sia? Potete spiegarlo o fare un esempio?
5.
La vita è la stessa per tutte le persone? È lo stesso tipo di esperienza per tutte le persone?
IDEA GUIDA 9.5.10. La frase di Elfie
La frase di Elfie ci colpisce immediatamente come qualcosa di piuttosto insolito, perché ha scelto di
darci una metafora. Afferma di conoscere qualcuno che è "un ramo di lillà". Ci colpisce come una cosa
impossibile se usiamo il linguaggio in modo letterale, così supponiamo che stia usando il linguaggio in
modo figurato.
Di qui la conclusione che la sua affermazione sia una metafora, perché una metafora è
un'affermazione che è letteralmente falsa ma che può essere vera in un senso figurato.
Quando guardiamo ad espressioni figurate come similitudini, metafore ed analogie con maggiore
attenzione notiamo che, mentre le cose messe a paragone possono essere estremamente diverse nel
complesso, ci può essere una somiglianza in particolari aspetti. Perciò Ermanno è un ragazzo, non un
mulo. Ma uno dei modi in cui Ermanno agisce è simile ad uno dei modi in cui agiscono i muli:
I muli sono testardi.
Ermanno è testardo.
Quindi non è sorprendente che qualcuno, perdendo la pazienza con Ermanno, potrebbe notare:
"Ermanno è un mulo". Non in senso letterale, certamente, ma in senso metaforico.
A volte la somiglianza è più sfumata. Se una persona nota che: "La luna è una nave fantasma"
presumibilmente ha in mente una cosa del genere:
La luna pallida naviga nei cieli.
La bianca nave fantasma naviga nei mari.
__________________________________
Quindi la luna è una nave fantasma.
Notate come, in questo caso, ci siano sia somiglianze che differenze: pallido non è bianco, i cieli non
sono i mari. Eppure sono abbastanza simili cosicché la metafora è disvelata. "La luna è una nave
fantasma" conserva qualcosa di plausibile.
Cosa dire della frase di Elfie? È del tutto possibile che la stessa Elfie non abbia indizi sul come
l'abbia costruita così come ha fatto. Ma una possibilità è:
Sofia ha occhi viola.
Il lillà ha fiori viola.
_________________________
Quindi Sofia è un ramo di lillà.
285
ESERCIZIO. Inventare metafore
I.
Ecco alcune similitudini. Potete inventare delle metafore a partire da queste?
1.
I draghi hanno denti aguzzi, lunghe fauci e una coda squamosa.
Il mio gatto ha denti aguzzi, lunghe fauci e una coda squamosa
_______________________________________________________________________
Quindi,.............................................................................................................................
2.
I mari contengono molte navi che volteggiano sulle onde.
Questa pozzanghera contiene molti pezzi di legno che volteggiano quando faccio le onde.
_______________________________________________________________________
Quindi,.............................................................................................................................
3.
Alcuni gatti hanno gli occhi verdi.
Elena ha gli occhi verdi.
_______________________________________________________________________
Quindi,.............................................................................................................................
4.
Gli aeroplani hanno parti chiamate "ali".
Questa cosa che tengo in mano ha la forma delle ali di un aeroplano.
_______________________________________________________________________
Quindi,.............................................................................................................................
II.
Perché le cose seguenti non producono buone metafore?
1.
I tavoli hanno quatto gambe.
I cani hanno quattro gambe.
_______________________________________________________________________
Quindi,.............................................................................................................................
2.
Le parole contengono lettere.
Gli uffici postali contengono lettere.
_______________________________________________________________________
Quindi,.............................................................................................................................
3.
Le tazze hanno manici.
I coltelli hanno manici.
_______________________________________________________________________
Quindi,.............................................................................................................................
IDEA GUIDA 9.5.11. L'autocritica di Elfie
Elfie giudica se stessa in silenzio. Conclude che la sua frase non ha nessun senso e che lei è
"stupida".
Come al solito, Elfie è molto severa con se stessa. La sua frase ha senso e lei non è stupida. Come
può sbagliarsi tanto a proposito di se stessa? E come può essere esemplare per noi, con le nostre
negative "immagini di noi stessi" e con la coscienza che molti di noi hanno dell'umiliazione, dell'ansia,
della colpa e della vergogna?
286
Il problema è: come possiamo aiutare i bambini a sviluppare immagini di sé maggiormente positive?
Siamo insegnanti, non terapisti. Ma non dovremmo perdere di vista il potere delle favole, delle parabole
delle analogie e di altre forme di letteratura che ci illuminano e ci liberano dalle mancanze che
erroneamente attribuiamo a noi stessi.
ESERCIZIO. Vedere relazioni analogiche
1.
Per andare a scuola a piedi Gianni ci mette di più di Giacomo. Ma entrambi arrivano a scuola in
tempo ogni giorno. Giacomo è meglio di Gianni?
Laura ci mette più tempo di Susanna a fare i compiti. Ma entrambe le bambine finiscono i loro
compiti ogni sera. Susanna è una studentessa più brava di Laura?
Conclusione: se sei più lento di qualcuno a fare qualcosa, questo ti rende peggiore?
2.
La vostra insegnante ora vi ha letto molti libri. Un libro è molto diverso dagli altri. Significa che è
peggiore?
Ti sembra che sei diverso/a dai tuoi compagni di classe in qualche modo. Significa che sei
peggiore?
3.
C'era una volta un giardino. Conteneva un sacco di margherite e qualche rosa. Le margherite non
parlavano molto con le rose. Parlavano solo l'una con l'altra. Parlavano di quanto erano meglio
delle rose.
Conclusione: se ci sono un sacco di cose di un certo tipo, ciò le rende migliori?
Ci sono cose che valgono un sacco perché ce ne sono poche?
IDEA GUIDA 9.5.12. "Carini"
I dizionari hanno problemi con parole come "carino/ carini" e si riferiscono ad esse come a parole che
mancano di precisione perché sono state usate troppo, in modi troppo diversi da permettere ai
compilatori del dizionario di spiegarle con la consueta cura. Si potrebbe mettere in dubbio se
"carino/a/i/e" sia una parola comunemente usata dai bambini (gli adulti, per esempio, portano un
bambino vicino ad un cane o a un gatto e cercando di indurre il bambino a carezzare l'animale dicendo:
"Sii carino!"). Gli adulti possono usare "carino/a/i/e" in modo indiscriminato così come i bambini usano
"come" o "vero". Parlano di vestiti carini, case carine, maniere carine, persone carine etc...Forse ecco
perché i bambini si aggrappano disperatamente ad espressioni più vaghe. Ed esprimere disapprovazione
dicendo che qualcosa "non è carina" non sembra caratteristico per i bambini. Sebbene Elfie usi la parola
"carini" qui è un contesto in cui non è contenta di sé stessa e ciò potrebbe fare apparire le altre persone
"più carine" di quanto potrebbero apparire altrimenti.
ESERCIZIO. Usi diversi di "carino/a/i/e"
Potete spiegare cosa si intende con "carino/a/i/e" in ciascuno dei seguenti casi?
1.
Una giornata carina.
2.
Una festa carina.
3.
Un fratello carino.
4.
Un libro carino.
5.
Una scuola carina.
6.
Un cane carino.
7.
Un modo carino di scherzare.
287
IDEA GUIDA 9.5.13. Pensare e studiare
Il signor direttore dice che deve studiare quello che i bambini hanno scritto e pensarci su. Studiare
qualcosa e pensarci su sono la stessa cosa o cose diverse? Se sono diverse, sono nondimeno
strettamente connesse? Possiamo studiare qualcosa senza pensarci su? Possiamo pensare su qualcosa
senza studiarlo?
Sebbene i bambini siano abituati ad essere chiamati "studenti" possono essere perplessi da cosa
significa studiare qualcosa. Non è che essi non studino le cose: possono farlo molto spesso ma non
essere in grado di farlo quando viene detto loro. Potrebbero non sapere che significa studiare qualcosa
intenzionalmente e consapevolmente.
Spesso, inoltre, quando gli adulti dicono ad un bambino di studiare ("Non dimenticare di studiare!")
l'implicazione è che si deve apprendere qualcosa. Ma lo studio naturale di un oggetto potrebbe non avere
lo scopo di apprendere e così i bambini potrebbero essere perplessi anche da questo.
PIANO DI DISCUSSIONE. Pensare, studiare ed apprendere
Quando guardi un fiore da vicino e lo esamini, lo stai studiando?
1.
2.
Quando guardi da vicino un fiore e pensi ad esso lo stai studiando?
3.
Quando impari a scrivere, stai studiando come scrivere?
4.
Quando ascolti con attenzione una poesia o una filastrocca, la stai studiando?
5.
Quando pensi a cosa dice un verso di una poesia lo stai apprendendo?
PIANO DI DISCUSSIONE. Ci voglio pensare su di più
1.
Cosa fate quando volete pensare di più a qualcosa?
2.
C'è una differenza tra aver bisogno di pensare di più a qualcosa e voler pensarci di più su?
3.
A che tipo di cose generalmente volete pensare di più?
4.
Pensate che sia una buona idea pensare di più alle cose prima di realizzare, dire o fare qualcosa?
5.
Fate mai cose senza pensarci?
ESERCIZIO. Pensare e aver senso
Pensate che quello che queste persone hanno detto abbia un senso?
1.
Piera: "Voglio pensare di più a questa cosa così penserò a qualcos'altro".
2.
Lucia: “Voglio pensare di più a questa cosa così vado a casa a fare un bagno".
3.
Gianni: "Voglio pensare di più a questa cosa così leggero quanto più è possibile a riguardo".
4.
Alberto: "Voglio pensare di più a questa cosa così vado a casa per scriverci su".
5.
Toni: "Voglio pensare di più a questa cosa così vado a casa di un amico a bere vino".
IDEA GUIDA 9.5.14. Conoscere ed essere sicuri
Elfie dice che lo sa che non ha vinto. Come può essere così sicura? Come può dire, prima che
qualcosa accada, proprio cosa succederà? È solo un altro modo per dire: "È improbabile che vincerò?"
o: "I pronostici sono contrari alla mia vittoria?". O sta dicendo: "So che certamente non vincerò"? Infine,
lo sta dicendo sperando che si riveli sbagliato? È forse un modo che le persone hanno di prepararsi per il
288
futuro così che non si sentiranno male se finisce in malo modo e così che saranno ancora più stupite se
finisce bene?
PIANO DI DISCUSSIONE. "Lo so che non ho vinto"
1.
Possiamo sapere cosa accadrà prima che accada?
2.
Possiamo sapere qualcosa di quello che accadrà prima che accada?
3.
Sai sempre cosa sta accadendo mentre accade?
4.
Sai sempre ciò che è accaduto dopo che è accaduto?
5.
Puoi osservare ciò che sta accadendo ed essere parte di ciò che sta accadendo allo stesso tempo?
IDEA GUIDA 9.5.15. Cambiamenti immaginari
Il signor Nerino continua a cambiare colori, o i colori che Elfie immagina che abbia. Ora cambia
taglia, diventando così grande da riempire la stanza e poi ritornando alla sua dimensione regolare (si
ricorderà che qualcosa di simile accade ad Alice in Attraverso lo specchio. Sperimenta cambiamenti non
solo nella sua taglia, ma anche cambiamenti in altre cose: il bambino del cuoco si trasforma in un
maialino e poi di nuovo in un bambino; la mazza da croquet si trasforma in un fenicottero e così via.
Siamo così abituati al fatto che le cose mostrano costanza che è effettivamente buffo quando continuano
a trasformarsi in altre cose).
ESERCIZIO. Immaginare che le cose cambino
Eccovi un'occasione per immaginare qualsiasi cosa vi piaccia:
1.
Sono andato/a a sedermi sul mio sedile e si è trasformato in un....................................
2.
Ho fatto per mettere la chiave nella porta e si è trasformata in un................................
3.
Sono salito/a sull'autobus e si è trasformato in un......................................................
4.
Mi sono steso/a sul mio letto e si è trasformato in un.................................................
5.
Ho aperto il mio regalo di compleanno e si è trasformato in un.................................
Ora provate con queste:
1.
Ho fatto per cavalcare il mio piccolo pony e si è trasformato in un gran..........…...............
2.
Mia madre mi ha portato in un brutto negozio e si è trasformato in un bellissimo.... ……….....
3.
Avevo un minuscolo visitatore extraterrestre e si è trasformato in un enorme.........................
289
CAPITOLO 10
PRIMO EPISODIO
IDEA GUIDA 10.1.1. La visita "all'altra scuola"
Elfie racconta la visita all'altra scuola. Ci dice in sequenza come si è verificata. Ci dice anche che
cosa hanno detto e fatto le persone nel processo. E ci dice alcuni dei suoi pensieri. Spiega anche, alla
fine, come mai ha risposto a suo padre come ha fatto. Il suo resoconto, quindi, è una parte di relazione
con una certa ampiezza. È anche un modello del mondo in cui una persona organizza i propri pensieri.
ESERCIZIO. Inventare una storia su una visita
Inventate una storia su una visita che avete avuto o fatto di recente. Può essere una visita di
qualcuno o a qualcuno.
In ogni caso, usate come modello la storia di Elfie. Dite come si sviluppa la visita, passo dopo passo.
Dite ogni cosa che è successa.
Nel procedere, cercate di riferire cosa hanno detto le persone ad ogni passaggio.
Cercate anche di riferire ciò che avete pensato e sentito ad ogni passaggio.
Bene, adesso, incominciando con l'inizio e terminando con la fine, diteci come è successo.
PIANO DI DISCUSSIONE. Far visita
1.
Quando andate a scuola, state facendo una visita?
2.
Quando andate dai vostri parenti, state facendo una visita?
3.
Quando andate dal dottore, state facendo una visita?
4.
Quando andate al negozio, state facendo una visita?
5.
Quando andate fuori a cena, state facendo una visita?
PIANO DI DISCUSSIONE. Diversi tipi di visita
1.
Quando vai in alcuni posti, stai facendo una visita, quando vai in altri, no. Cos'è che fa la
differenza?
2.
C'è una differenza tra far visita al dottore e far visita ad un amico? Puoi descrivere la differenza?
Sono entrambe "visite"? Puoi dirci allora cos'è che le rende la stessa cosa?
3.
Hai mai sentito le persone dire: "Andrò a far visita a quel posto?" Che intendono dire?
4.
Far visita ad un posto è la stessa cosa che far visita ad una persona?
5.
Se qualcuno ti fa visita, è la stessa cosa che se tu facessi visita a loro?
290
IDEA GUIDA 10.1.2. "Quell'altra scuola"
Elfie si riferisce a " quell'altra scuola" in modo tale da suggerirci che la vede con qualche diffidenza. E
poi riferisce l'osservazione di sua sorella sulla "nuova scuola di Elfie" come a dire che Caterina già
considera un fatto compiuto che Elfie sarà d'accordo sul cambiamento. Il tono del brano si suggerisce
che Elfie non si è ancora decisa.
In qualche modo, i bambini sono molto conservatori nei loro sentimenti. Amano i loro vecchi
giocattoli e le loro vecchie bambole, per quanto decrepiti possano essere, piuttosto che quelli nuovi e
splendenti. Le stesse preferenze si estendono a case, scuole, fratelli e genitori. Non semplicemente una
preferenza per il vecchio; è la preferenza per il sé che si conosce, che è così profondamente investito
nelle parti familiari del mondo di una persona. Gli adulti non sono molto diversi: li vediamo preferire il
peso dei loro problemi, quantunque oneroso, al peso inferiore dei problemi di qualcun altro. Non è la
quantità di problemi che è la loro principale preoccupazione, ma il fatto che siano loro.
PIANO DI DISCUSSIONE. Altre cose
1.
Se avessi un vecchio orsacchiotto che ami e qualcuno ti offrisse di cambiarlo con un orsacchiotto
nuovo, lo faresti?(Dai le tue ragioni).
2.
Se la tua famiglia avesse una vecchia macchina e tu avessi l'opportunità di averne una nuova in
cambio, lo faresti?(Dai le tue ragioni).
3.
Se tu volessi tenere il vecchio orsacchiotto ma cambiare la macchina, dai le tue ragioni.
4.
Se avessi un cucciolo che è molto affezionato ma non molto in gamba, vorresti cambiarlo?
5.
L'erba del vicino è sempre più verde?
6.
Se non è così, è sempre più verde l'erba del tuo giardino?
IDEA GUIDA 10.1.3. Io e me
Elfie non dice : "Papà, mamma, Caterina ed io" dice : "Papà, mamma, Caterina e me".
Da un punto di vista grammaticale, certamente, non è del tutto corretto. Ma perché è così comune
questa sorta di locuzione, specialmente tra i bambini, ma persino tra adulti ben istruiti? Non abbiamo
difficoltà a riferirci a noi stessi come soggetti. Diciamo : "Io ho fatto questo" e "Io ho detto quello" senza
difficoltà.
Ma il problema sembrerebbe essere che comprendiamo noi stessi come soggetti di ciò che
realizziamo e diciamo e facciamo, ma non siamo a nostro agio con noi stessi come oggetti, e il "me"
generalmente si usa per riferirsi a se stessi come ad un oggetto: "Dallo a me", o "Lei ha colpito me", o
"Non dirlo a me!". Così la confusione che Elfie potrebbe sperimentare in questo caso è se riferirsi a se
stessa come ad un soggetto, come in : "Papà, mamma, Caterina ed io siamo andati a quell'altra scuola"
o "Le persone che andarono a quell'altra scuola erano papà, mamma e Caterina e mi hanno portato con
loro".
A questo punto della sua vita, in ogni evento, Elfie sta avendo dei problemi nel determinare quando è
un agente con un'iniziativa e quando è qualcuno su cui "si agisce".
ESERCIZIO. Io e me
Quale parola metteresti nello spazio bianco, "io" o "me"?
1.
Gianna ha detto: ".................sto andando al negozio".
2.
Franco ha detto: " Non andare al negozio. Vieni con...........................".
3.
Gianna ha detto: "Perché ............dovrei venire con te?”.
4.
"Così puoi spinger.................sull'altalena".
5.
"Gianna ha detto: ".......................ti spingerò se tu spingerai .......................".
291
IDEA GUIDA 10.1.4. Bere il caffè (ed altre abitudini degli adulti)
Elfie evidentemente trova il caffè repellente. Lo troverà ancora repellente tra dieci o dodici anni?
Quando le persone crescono nella nostra società, spesso acquisiscono gusti ed abitudini che
sarebbero state strane o incomprensibili per loro da bambini. È comprensibile che ai bambini piccoli
possa piacere il latte: la connessione è naturale. Ma acquisiscono il gusto per il caffè solo passando
attraverso l'adolescenza (in alcuni paesi, l'acquisizione dei gusti ha luogo prima: per esempio, in alcuni
paesi si incoraggia il gusto per il vino tra i giovani).
La gente dice: "Non c'è spiegazione per i gusti". Ma è così? Possiamo spiegare almeno alcuni dei
nostri gusti perché (1) è difficile resistere alle sostanze per cui abbiamo acquisito un gusto; (2) le
sostanze formano le abitudini e (3) siamo soggetti a considerevoli pressioni psicologiche (dalle
pubblicità, dai nostri pari etc.) ad assumere quei particolari gusti.
Ciò che è difficile da comprendere non è il fatto che le persone abbiano i gusti che hanno, ma che le
società democratiche facciano così poco per salvaguardare la libertà di scelta dell'individuo. Se Elfie
sceglie la sua scuola, o la sua bibita preferita, si deve sperare che lo farà liberamente, piuttosto che
essere soggetta a coercizione. Elfie fin dal primo capitolo della sua storia, si è sentita abbattuta dal fatto
di aver fallito nel passato ed è terrorizzata dal fallire ancora in futuro. È proprio come un atteggiamento
che hanno molti adulti, che li rende vulnerabile ai pubblicitari che giocano su quelle paure per indirli ad
usare sostanza intossicanti o che inducono dipendenza. Le pressioni sociali che tentano di manipolare le
nostre abitudini di consumo sono spesso le stesse pressioni che hanno sviluppato la nostra vulnerabilità
in primo luogo. Nel suo piccolo, Elfie si sforza di lottare contro quelle pressioni, ed in questo c'è un certo
eroismo.
PIANO DI DISCUSSIONE. Fare scelte e formare abitudini
1.
2.
3.
4.
5.
Puoi pensare ad alcune delle scelte che hai fatto recentemente? Quali erano?
Puoi pensare a qualche abitudine che hai formato recentemente? Quali erano?
Puoi pensare a qualche abitudine che tu hai adesso e che hai scelto? Quali sono?
Puoi pensare ad abitudini che adesso hai e che non hai scelto? Quali sono?
Quali delle tue abitudini preferisci: quelle che hai scelto o quelle che non hai scelto?
PIANO DI DISCUSSIONE: bere latte e bere caffè
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
Cosa preferisci bere: latte o caffè?
Cosa preferisci bere: latte semplice o latte al cioccolato?
Cosa preferisci bere: acqua o the?
Cosa preferisci bere: una bevanda con le bollicine o senza bollicine?
Ti piacerebbe bere latte con le bollicine?
Ti piacerebbe bere latte al cioccolato con le bollicine?
Ti piacerebbe bere acqua al sapore di caffè con le bollicine?
Ti piacerebbe bere acqua con il sapore di latte e caffè e con le bollicine?
PIANO DI DISCUSSIONE. Cose che le persone mangiano e bevono
1.
2.
3.
4.
5.
292
In che modo le "schifezze"(patatine, snack, merendine...) sono diverse dal "fast food"? In che modo
sono la stessa cosa?
Se puoi scegliere tra "schifezze" e cibo nutriente, cosa è meglio scegliere?
Se il cibo è dolce, ciò lo rende nutriente?
Se il cibo è nutriente, ciò lo rende buono?
Se il cibo è pubblicizzato alla televisione, ciò lo rende buono?
IDEA GUIDA 10.1.5. Essere interessato
I bambini sono interessati a molte cose e non interessati in molte altre. Non sarebbe sorprendente
trovarli non troppo interessati all'argomento "essere interessati".
Nondimeno, l'interesse è un aspetto importante dell'educazione -cioè della loro educazione - così
forse non farà male vedere se hanno abbastanza interesse per l'argomento da discuterlo.
Un modo per fare ciò è di indurli ad inventariare alcune delle cose a cui sono interessati e non sono
interessati fino a che non comincino a rendersi conto di quanto sia generale e comprensiva la categoria
di interesse.
ESERCIZIO: Cose a cui sono interessato/a e cose a cui non sono interessato/a
Eccovi due colonne. Mettete le cose alla vostra sinistra in una colonna o nell'altra.
Cose
Sono interessato/a
1.
guantoni
2.
panda
3.
fata turchina
4.
libri
5.
persone
6.
insegnare
7.
volare
8.
mare
9.
spinaci
Non sono interessato/a
10. biglie
11. altre cose
IDEA GUIDA 10.1.6. Storie inventate dai bambini
I bambini possono inventare storie. Sono spesso molto sorprendenti con la loro inventiva. Ma ciò non
significa che non siano influenzati dalle storie degli adulti e dalle tecniche del racconto degli adulti.
Reuven Feuerstein ha ragione nel dire che gli adulti mediano tra il bambino ed il mondo e tra il bambino
e la cultura. Se la mediazione è troppo centrata sull'adulto, soggioga il bambino ed inibisce la crescita
delle potenzialità dei bambini di raccontare storie. Se è troppo debole, il bambino manca di modelli di
racconto che potrebbero dare loro un senso di direzione e di possibili scenari di sviluppo. Ecco perché i
modelli di storia dati in questo manuale (come nell'esercizio seguente) invitano i bambini ad inventare
storie simili secondo linee di comparazione.
ESERCIZIO. Inventare storie sullo spazio e sul tempo
Ecco una storia:
L'inizio del tempo
Un tempo il mondo era molto fermo. Nulla si muoveva. Nulla accadeva.
Gli uccelli stavano fermi sui rami. Le porte che erano chiuse rimanevano chiuse. Le porte che erano
aperte rimanevano aperte.
293
La luna rimaneva ferma nel cielo. Così faceva il sole.
Poi alcune persone inventarono un orologio. Quando fu finito, incominciò a ticchettare.
Tic -toc faceva. Tic toc, tic toc.
Improvvisamente il sole si mosse. Solo un po'. Poi si mosse un po' di più.
Improvvisamente un uccello prese a volare. Solo per un metro. Poi per un altro metro.
Creack, creack fecero le porte quando cominciarono a muoversi.
Presto tutto volava, nuotava, correva.
Le persone guardavano l'orologio.
"Ah! " dissero "è ora!".
Ora inventate voi una storia. Il suo titolo? L'inizio dello spazio.
(Nota per l'insegnante: alcuni studenti potrebbero seguire la traccia della storia precedente e
sviluppare l'idea che lo spazio sia cominciato quando è stato inventato il righello. Alcuni potrebbero
pensare che è incominciato quando una minuscola particella di materia è esplosa. Ed alcuni potrebbero
pensare che c'è sempre stato. Più varietà c'è nelle storie, più l'immaginazione e la creatività dei bambini
verranno rinforzate.
IDEA GUIDA 10.1.7. Adulti che parlano
Elfie nota e registra il fatto che un insegnante parlasse continuamente durante la visita e che l'altra
insegnante non dicesse molto.
Quanto sono sensibili i bambini piccoli a quanto parlano gli adulti? Ci sono limiti di loquacità e
reticenza che i bambini applicano agli altri così che si possa giudicare se "parlano troppo" o "parlano
troppo poco"?
Elfie nota che uno ha continuato a parlare e l'altra non ha detto molto, ma non dà uno specifico
giudizio sui due insegnanti.
È del tutto possibile che i bambini interpretino il parlare come l'inverso dell'ascoltare così da intendere
che l'insegnante che parla molto non ascolta molto. D'altro canto, potrebbero rendersi conto che
l'insegnante che non parla molto potrebbe essere o non essere un attento ascoltatore.
Che significato ha tutto questo? Poiché il pensiero dei bambini e la facilità di linguaggio dipende per
la maggior parte dal loro raccogliere ed interpretare indizi contestuali. È molto spesso sulla base di
indicazioni oscure (come quanto parla un insegnante) che il bambino si sente spinto a formulare giudizi
provvisori su un contesto come un insieme e ad essere di sostegno o meno.
Elfie semplicemente ci riferisce le cose che è stata in grado di osservare. Non indica nessun giudizio
che potrebbe aver formulato a questo punto (possiamo notare, di passaggio, che lei ha ignorato le
poesie e le storie dei bambini, che potrebbero essere state una importante testimonianza, ma forse ha
sentito che il loro valore era controbilanciato dal continuo parlare dell'insegnante in quell'aula. Né ha
ascoltato le domande dei suoi genitori).
Se infatti Elfie pensava che un insegnante parlasse troppo e l'altra troppo poco, la sua visione
sembrerebbe adeguarsi alla raccomandazione di Aristotele di essere moderati e di evitare gli estremismi:
essere flessibili piuttosto che rigidi o arrendevoli, essere coraggiosi piuttosto che imprudenti o codardi e
così via.
PIANO DI DISCUSSIONE. Può una persona parlare troppo o troppo poco?
1.
È possibile che una persona parli molto eppure non troppo?
2.
È possibile che una persona parli solo un poco, ma abbastanza?
3.
È possibile che una persona parli tutto il tempo eppure non parli troppo?
4.
È possibile che una persona stia in silenzio tutto il tempo eppure sia di buona compagnia?
5.
È possibile che una persona non sia di buona compagnia, anche se non parla né troppo né troppo
poco?
294
ESERCIZIO. Completate queste frasi sul parlare
1.
Mi piace parlare ogni volta............................................................................
2.
Non mi piace parlare ogni volta che..............................................................
3.
Mi piace che i bambini mi parlino ogni volta che..........................................
4.
Non mi piace che i bambini mi parlino ogni volta che...................................
5.
Mi piace che gli adulti mi parlino ogni volta che...........................................
6.
Non mi piace che gli adulti mi parlino ogni volta che....................................
7.
Parlo troppo ogni volta che............................................................................
8.
Non parlo molto ogni volta che.....................................................................
Ecco alcuni possibili modi di riempire gli spazi:
1.
Dormo.
2.
Faccio il bagno.
3.
Faccio i compiti.
4.
Vado a cinema.
5.
Mi interrogano in classe.
6.
Sono sottosopra.
7.
Sono silenzioso/a.
8.
Ho fame.
9.
Sono a casa.
10. Sono arrabbiato/a.
PIANO DI DISCUSSIONE. Quand'è che le persone dovrebbero solo continuare a
parlare?
Pensi che sia stata una buona idea per queste persone continuare a parlare?
1.
Andate ad una conferenza con i vostri genitori e il relatore continua a parlare.
2.
Cenate con la vostra famiglia e tutti continuano a parlare.
3.
Andate al negozio per vedere se hanno qualcosa ed il venditore continua a parlare.
4.
Giocate con i vostri amici e loro continuano a parlare.
5.
Gianna esce per la prima volta con Tommaso e lui continua a parlare.
6.
Andate a far visita ai vostri parenti e loro continuano a parlare per tutto il tempo che siete lì.
7.
Potete pensare a delle volte in cui è una buona idea continuare a parlare?
PIANO DI DISCUSSIONE. Parlare
1.
Potete parlare ed ascoltare allo stesso tempo?
2.
Perchè pensate che gli altri continuino a parlare quando lo fanno?
3.
Ci sono persone che parlano più delle altre?
4.
Le persone che parlano di più sono quelle che hanno da dire di più?
5.
Qualcuno che non parla mai non ha niente da dire?
6.
Se qualcuno ha qualcosa da dire, come potrebbe dirlo oltre che parlando?
7.
Qualcuno che parla tutto il tempo vuole ascoltare quello che voi avete da dire?
295
8.
Pensate che si impari parlando, ascoltando o facendo entrambe le cose?
9.
Vi piacerebbe parlare di più?
IDEA GUIDA 10.1.8. Fare domande
I genitori di Elfie cercano di scoprire com'è la scuola facendo domande. Elfie cerca di scoprirlo
immaginando com'è. Due diversi metodi per cercare di scoprire.
Si potrebbe pensare che, con genitori come quelli di Elfie, i quali sembrano essere persone che fanno
molte domande, Elfie dovrebbe aver avuto un buon modello e si rivelerebbe quindi anche lei una persona
che fa molte domande. E lo è, ma non in maniera aperta. Perché no? I suoi genitori, forse, sono troppo
bravi nel fare domande, così che Elfie sente di non potersi paragonare a loro? (non dovremmo perdere di
vista il paragone come un aspetto fondamentale dell'infanzia. Proprio come gli anatroccoli imparano a
nuotare e le piccole rondini imparano a volare sotto l'egida dei loro genitori, con cui evidentemente si
paragonano, così i bambini piccoli si mettono sempre a paragone ed in contrasto con gli adulti. La
scoperta delle relazioni, che è la base della presa cognitiva del mondo misurabile, ha il suo fondamento
nella ricognizione da parte del bambino delle proporzioni e delle sproporzioni del comportamento degli
adulti visto in contrasto con il comportamento dei bambini).
PIANO DI DISCUSSIONE: Fare domande
Il piccolo Jocko è una marionetta che parla. Ecco alcune delle cose che il piccolo Jocko ha detto.
Come gli risponderesti?
1.
Il piccolo Jocko ha detto: "Se avessi una madre ed un padre, farei loro le mie domande. Ma non ho
una madre ed un padre. Così, a chi dovrei farle?”.
2.
Il piccolo Jocko ha detto: "Mi piace fare domande, ma non ne conosco nessuna. Conoscete qualche
domanda che potrei fare?"
3.
Il piccolo Jocko ha detto: "Mi piace fare domande e mi piace ancora di più fare risposte".
4.
Il piccolo Jocko ha detto: "Mi piace fare domande ancora di più di quanto non mi piaccia chiedere
che ora è".
5.
Il piccolo Jocko ha detto: "Quanto sono buone le domande, ecco cosa voglio sapere".
IDEA GUIDA 10.1.9. Ascoltare e non ascoltare
Elfie dice che non ascoltava quando i suoi genitori facevano domande agli insegnanti. Avrebbe
dovuto ascoltare?
C'è una differenza, certamente, tra ascoltare i suoni nel proprio ambiente ed ascoltare una
conversazione o un brano musicale. Noi udiamo tutti i tipi di suoni nel corso di una giornata: alcuni li
classifichiamo come puro rumore e non li consideriamo. Su altri suoni ci interroghiamo e cerchiamo di
connetterli con quanto sta succedendo intorno a noi, come quando sentiamo una porta sbattere e ci
chiediamo se qualcuno è uscito o è entrato.
Ma ascoltare una porzione di deliberata comunicazione è molto diverso, e richiede un tipo di
attenzione più persistente. Molti bambini semplicemente si dissociano dal loro ambiente quando si
richiede questo tipo di attenzione.
296
ESERCIZIO. Differenze
Qual è la differenza tra:
1.
Ascoltare ed udire.
2.
Ascoltare e udire per caso.
3.
Ascoltare e prestare attenzione.
4.
Ascoltare e guardare.
ESERCIZIO. Somiglianze
In che modo queste cose sono simili?
1.
Ascoltare e mangiare.
2.
Ascoltare e vedere.
3.
Ascoltare e sintonizzarsi con qualcosa.
4.
Ascoltare e leggere.
IDEA GUIDA 10.1.10. Immaginare come potrebbe essere
Più ricca è la nostra esperienza, più ricchi sono i paragoni che possiamo fare e più pronti siamo a
comprendere sulla base di somiglianze analogiche. Possiamo immaginare come potrebbe essere
qualcosa se possiamo associarlo a qualcosa con cui già siamo familiari. Potrei non aver mai visto una
zebra, ma se mi dici che è come un asino, solo che con le strisce, posso prontamente immaginare come
potrebbe essere. La familiarità con l'asino mi dà una base di paragone. Quella parte viene
dall'esperienza. Un ragionamento analogico mi dà l'appropriata procedura cognitiva da impiegare.
Questa parte viene dalla nostra abilità nel pensare. È quando mettiamo insieme l'esperienza e l'abilità
che possiamo sviluppare capacità immaginativa.
ESERCIZIO. Immaginare come sarebbe
Cercate di immaginare e disegnate le cose seguenti:
Somiglianza
Differenza
1.
un lupo
come un cane poliziotto
solo più feroce
2.
formaggo svizzero
come il formaggio normale
solo pieno di buchi
3.
ruota panoramica
come una giostra
solo che va su e giù
4.
mal di denti
come il mal di stomaco
solo nei tuoi denti
5.
una motocicletta
come una bicicletta
solo con il motore
6.
un cavolfiore
come una lattuga
solo che ha un sapore diverso
7.
un gigante
una persona
solo molto più grande
8.
un elfo
un bambino
solo più piccolo e più veloce
9.
una cascata
un fiume
solo che scorre verso il basso
10. un leopardo
una tigre
con macchie invece di strisce
297
IDEA GUIDA 10.1.11. Immaginare come sarebbe
1.
Avete mai usato la vostra immaginazione per imparare qualcosa? Potete fare un esempio?
2.
Avete mai usato la vostra immaginazione per ricordare qualcosa? Potete fare un esempio?
3.
Avete mai usato la vostra immaginazione per disegnare o costruire qualcosa? Potete fare un
esempio?
4.
Avete mai usato la vostra immaginazione per scoprire qualcosa? Potete fare un esempio?
5.
Avete mai usato la vostra immaginazione per intrattenervi o passare il tempo? Potete fare un
esempio?
IDEA GUIDA 10.1.12. Riflettere
"Mi piacerebbe pensarci su", dice Elfie quando suo padre le chiede cosa pensi del fatto di andare
all'altra scuola. E poi aggiunge che l'ha imparato dal signor Direttore. Così non solo è consapevole che
non si deve rispondere immediatamente ad una domanda - si può riflettere; è anche capace di riflettere
sulla sua consapevolezza di cosa sta facendo adesso. Ancora una volta, stiamo parlando del fatto che
Elfie sta maturando. Precedentemente, abbiamo considerato la maturazione come un processo in cui si
collega il passato ed il futuro di una persona al presente, in cui si vede la continuità del passato, del
presente e del futuro. Ora consideriamo un aspetto diverso della maturazione: la crescente capacità di
riflettere prima di agire, e la consapevolezza riflessiva di quella capacità.
Inoltre, Elfie sta incominciando a vedere il pensare in un senso diverso. Prima era qualcosa che
qualcuno faceva, qualcosa che si intraprendeva per se stesso. Ora riconosce che è strumentale, è uno
strumento o una procedura che impieghiamo per fare le cose con maggior successo.
Allo stesso tempo, la risposta di Elfie ci mostra la sua maturazione in termini di crescente
discrezione. La domanda di suo padre è brusca e la mette in imbarazzo. Ha bisogno di un modo per
sviarlo, e così si riferisce al comportamento evasivo del signor Direttore. Ma non c'è nulla di improprio
nella risposta di Elfie a suo padre: è sia onesta che sensibile.
PIANO DI DISCUSSIONE. Riflettere
Elfie dice in risposta alla domanda di suo padre: "Non lo so" ho detto "mi piacerebbe pensarci su".
Poi ci dice: "Vedete, l'ho imparato dal signor Direttore".
1
Cosa pensate che Elfie abbia imparato?
2
Cosa pensate che Elfie pensi di avere imparato?
PIANO DI DISCUSSIONE. Dire ed intendere
1.
Potete dire qualcosa senza sapere cosa significa? Potete fare un esempio?
2.
Potete dire qualcosa ma le persone pensano che intendiate qualcos'altro? Potete fare un esempio?
3.
Avete mai detto qualcosa ma inteso qualcos'altro? Potete fare un esempio?
4.
Quando le persone fanno le domande seguenti, cosa pensiate che vogliano sapere?
"Dici sempre quello che intendi?"
"Intendi sempre quello che dici?"
5.
298
Se posso dire "2+2= 4" significa che l'ho imparato?
ESERCIZIO. Pensare il pensiero
Quali tra i seguenti sono casi di pensare il pensiero?
1.
Betta ha detto: "Mi chiedo perché ho accartocciato l'aeroplano di carta di Andrea".
2.
Andrea ha detto: "Continuo a pensare a quanto è bello pensare a Betta".
3.
Enrico ha detto: "Ho pensato tutto il giorno a come ho potuto dimenticare il mio indirizzo".
4.
Betta ha detto: "Enrico è simpatico".
5.
Andrea ha detto: "Mi ricordo come ieri stavo pensando di diventare un attore televisivo".
6.
Enrico ha detto: "Mi domando perché Betta ha rotto l'aeroplano di carta di Andrea.
IDEA GUIDA 10.1.13. Pensare e decidere
Il padre di Elfie cerca di ottenere delle informazioni da lei riguardo la sua reazione all' "altra scuola"
ma lei lo svia dicendo che vuole essere in grado "di pensarci su".
Mentre incoraggiamo i bambini ad esercitare una buona capacità di giudizio, vogliamo anche essere
sicuri che non stiamo premendo perché formulino giudizi prematuri.
Se hanno bisogno di più tempo per pensare a qualcosa (e se il tempo aggiuntivo non è un problema)
sicuramente dovrebbe essere permesso loro di farlo. Alcune decisioni possono essere differite
indefinitamente, alcune non possono: essere in grado di decidere cosa è cosa è una questione di
giudizio. È importante che i bambini siano in grado di scegliere -se tutte le altre cose sono uguali piuttosto che qualcun altro faccia la scelta per loro (ovviamente vi sono eccezioni, ma questo non
cambia il fatto che stiamo cercando di sviluppare la loro capacità di scegliere facendo fare loro pratica
nello scegliere).Allo stesso tempo, l'opportunità di scegliere non è di grande aiuto se quelli che scelgono
continuano a scegliere in modo non saggio. Una buona capacità di giudizio si rivela attraverso scelte
intelligenti.
ESERCIZIO. Quando vuoi pensare molto prima di decidere?
Ecco alcune decisioni che potreste dover prendere. In quali casi vorreste un sacco di tempo per
pensarci prima di decidere?
Non avrei
proprio bisogno
di pensarci
Ci penserei solo
un poco
Avrei bisogno di
pensarci un
sacco
?
1.
Se mangiare un'altra caramella.
❑
❑
❑
❑
2.
Se rompere con il tuo migliore
amico.
❑
❑
❑
❑
3.
Se guardare il tuo programma
televisivo preferito.
❑
❑
❑
❑
4.
Se diventare un dottore quando
diventi grande.
❑
❑
❑
❑
Se sposarti quest'anno.
❑
❑
❑
❑
5.
299
SECONDO EPISODIO
IDEA GUIDA 10.2.1. Giocare, leggere, dipingere e scherzare
Queste sono attività di classe abbastanza comuni. La lista non è esaustiva, ma è rappresentativa.
Forse una riflessione sulle attività di classe sarebbe utile nell'indurre i bambini a riconoscere il significato
o l'importanza di ciò che intraprendono in modo così spontaneo e casuale, come il personaggio di
Molière che si stupì di apprendere che stava parlando in prosa.
PIANO DI DISCUSSIONE. Somiglianze e differenze
1.
In che modo dipingere è come scrivere?
2.
In che modo leggere è come guardare la televisione?
3.
In che modo giocare è come scherzare?
4.
In che modo giocare a nascondino è come giocare ad "attacca la coda all'asino"?
5.
Torna indietro e dite cosa c'è di diverso tra le coppie di cose di qui sopra.
ESERCIZIO. Cosa facciamo in classe
Avete letto come Elfie ed i suoi compagni abbiano letto, giocato, dipinto e scherzato con le
marionette. Cos'altro potrebbero fare? Fate una lista e mettetela sulla lavagna.
ESERCIZIO. Cosa non facciamo in classe
Ora, fate una lista di cose che non fate in classe. Ecco alcune cose per incominciare la vostra lista:
lavare i vestiti
masticare la gomma
fare volare aquiloni
andare in bicicletta
inseguire le tigri
andare in ascensore
nuotare
dormire
ESERCIZIO. Giocare, leggere, dipingere e scherzare
Guardate questa lista di cose.
pensare
sorridere
parlare
300
imparare
ricordare
immaginare
stare zitti
disegnare
scrivere
cantare
rilassarsi
1.
C'è qualcuna di queste cose che fate in classe?
2.
C'è qualcuna di queste cose che vi piacerebbe fare di più?
3.
C'è qualcuna di queste cose che non volete fare?
4.
C'è qualcuna di queste cose che non sapete come fare?
5.
Ci sono delle cose che vi piacerebbe aggiungere alla lista?
IDEA GUIDA 10.2.2. Porte
Si potrebbe fare un'intera unità didattica sulle porte: la loro storia, la loro funzione, la loro varietà e le
loro qualità estetiche. I bambini potrebbero raccogliere immagini di tutti i tipi di porte: porte di caverne,
porte di igloo, porte di prigione, porte di castello, porte di scuola, porte di villetta, porte olandesi, porte a
soffietto, porte girevoli, porte a scivolo, porte di garage e così via.
I bambini dovrebbero essere incoraggiati a chiedersi perché le persone hanno avuto bisogno delle
porte. A che servono? Protezione? Privacy? Accesso? Ce ne sono così tante che i bambini potrebbero
voler intraprendere un'estesa ricerca guardando nei libri e nelle riviste, perlustrando le loro città e
paragonando porte nelle diverse culture.
Chissà, quando finiranno con le porte potrebbero voler iniziare con le finestre!
ESERCIZIO. Essere una porta
È una cosa che potete fare singolarmente o in coppie o anche forse in gruppi di quattro.
Essere:
una porta che gira (4);
una porta di igloo (2 saranno l'igloo e 1 sarà la porta);
una porta a scivolo (se non potete scivolare, fate passi piccolissimi o scivolate obliquamente);
porta pieghevole (1 o 2).
IDEA GUIDA 10.2.3. Essere ciascuno ed essere tutti
I bambini amano avere delle parti, fingere di essere animali o streghe, far finta di essere cose che
non sono. Ma mentre un bambino può fingere di essere ciascuno in una serie di rettili o mostri, è
piuttosto sconcertante prendere in considerazione il compito di essere tutti i mostri in una volta. È questo
ciò che Elfie intende quando chiede se può essere tutte le porte diverse? Se intende allo stesso tempo, è
difficile immaginare come pensa di farlo. E se intende in successione, ci aspetta un lungo pomeriggio.
301
ESERCIZIO. Essere cose diverse
1.
Essere una sedia.
Essere una sedia nella stanza.
Essere tutte le sedie nella stanza.
2.
Essere un adulto.
Essere tre adulti diversi.
Essere tutti gli adulti.
3.
Essere un'anatra.
Essere tre anatre diverse.
Essere tutte le anatre.
4.
Essere uno skateboard.
5.
Essere un semaforo.
6.
Essere un' anguilla.
7.
Essere una giraffa.
8.
Essere un'asse da stiro.
9.
Essere una tavolozza.
10. Essere una banda.
302
TERZO EPISODIO
IDEA GUIDA 10.3.1. Paragoni
Quando mettiamo insieme due o più cose per esaminarle e determinare in quali modi sono simili o
diverse, stiamo facendo un paragone (se stiamo solo guardando per trovare differenze, possiamo dire
che stiamo confrontando una cosa con l'altra).
Proprio come le differenze sono cose che scopriamo nel mondo ma le distinzioni sono cose che
facciamo o inventiamo, così le relazioni sono cose che scopriamo ma i paragoni sono cose che facciamo
(le persone a volte parlano erroneamente di "mettere in relazione due cose insieme" quando intendono
paragonare due cose l'una con l'altra". O direbbero che hanno scoperto un paragone tra due cose
quando intendono che hanno trovato una relazione per mezzo di un paragone).
Supponiamo che stiate in un negozio cercando di acquistare un vestito. Considerate un ampio
numero di possibilità, poi selezionate pochi articoli dagli appendiabiti e li mettete fianco a fianco così che
potete paragonarli. Ora notate le loro precise differenze (di colore, tessuto, misura e così via) e vi
pronunciate a riguardo (questi sono troppo scuri, questi sono troppo luccicanti, questi non sono
abbastanza robusti etc.) che possono essere tradotte nel linguaggio formale delle distinzioni e delle
connessioni ("alcuni.................sono.............", "alcuni .................non sono.................").
ESERCIZIO. Sembrano della stessa taglia
A.
B.
Potete pensare a delle cose che:
1.
sembrano della stessa taglia ma in realtà non lo sono?
2.
sembrano dello stesso colore ma in realtà non lo sono?
3.
sembrano della stessa forma ma in realtà non lo sono?
4.
sembrano della stessa età ma in realtà non lo sono?
5.
sembrano della stessa nazionalità ma in realtà non lo sono?
Ora potete pensare a cose che:
1.
sembrano della stessa taglia e in realtà lo sono?
2.
sembrano dello stesso colore e in realtà lo sono?
3.
sembrano della stessa forma e in realtà lo sono?
4.
sembrano della stessa età e in realtà lo sono?
5.
sembrano della stessa nazionalità e in realtà lo sono?
ESERCIZIO. Essere gli stessi ed essere diversi
A.
B.
Potete pensare a cose che:
1.
hanno lo stesso suono ma in realtà non sono le stesse?
2.
dànno la stessa sensazione ma in realtà non sono le stesse?
3.
hanno lo stesso sapore ma in realtà non sono le stesse?
Cosa dite di cose che:
1.
hanno lo stesso suono e sono davvero le stesse?
2.
dànno la stessa sensazione e sono davvero le stesse?
3.
hanno lo stesso sapore e sono davvero le stesse?
303
ESERCIZIO. Fare paragoni e trovare relazioni
Completate le frasi:
1.
Quando Bruno e Milos si sono messi schiena contro schiena, Elfie ha potuto vedere che Milos era
più: (bagnato), (alto), (basso), (forte).
2.
Se ci fossero due secchi d'acqua e metteste una mano in ciascuno, sareste in grado di dire se
l'acqua in un secchio era più: (bagnata), (asciutta), (tiepida), (soffice) dell'acqua nell'altro secchio?
3.
Quando Elfie ha avvicinato le sue mani, palmo contro palmo e dita contro dita, ha potuto dire che
sue mani erano : (di diversi colori), (della stessa taglia), (grandi), (forti).
4.
Contate le dita della vostra mano sinistra e quelle della vostra mano destra. Alla mano sinistra
avete: (più), (meno), (lo stesso numero) di dita che avete alla mano destra?
5.
Elfie ha : (cinque), (dieci), (venti) dita ad entrambe le mani.
ESERCIZIO. Altri paragoni, altre relazioni
Taglia
Colore
Materiale
?
1.
Le vostre scarpe paragonate con le scarpe del
vostro vicino.
❑
❑
❑
❑
2.
Le vostre scarpe paragonate l'un l'altra.
❑
❑
❑
❑
3.
La vostra casa paragonata alla vostra scuola.
❑
❑
❑
❑
4.
Il vostro banco e la cattedra della maestra.
❑
❑
❑
❑
5.
La vostra mente e la mente del vostro gatto.
❑
❑
❑
❑
ESERCIZIO. Quante relazioni possiamo trovare?
In quanti modi diversi potremmo paragonare:
1.
esseri umani e cani?
2.
cani e gatti?
3.
gatti e giocattoli?
4.
giocattoli e macchine?
5.
macchine e navicelle spaziali?
PIANO DI DISCUSSIONE. Cosa possiamo paragonare?
1.
Possiamo paragonare le scuole l'una con l'altra? Spiegatelo.
2.
Possiamo paragonare un piede con un altro? Spiegatelo.
3.
Possiamo paragonare fratelli e sorelle gli uni con gli altri? Spiegatelo.
4.
Possiamo paragonare le parole una con l'altra? Spiegatelo.
5.
Possiamo paragonare i paragoni gli uni con gli altri? Spiegatelo.
304
IDEA GUIDA 10.3.2. Paragoni e comparativi
Nella grammatica, un comparativo esprime una differenza di grado. Due cose sono paragonate e si
dice che una è più, o meno, o la stessa rispetto all'altra. Così:
Le caramelle gommose sono più dolci del dentifricio (Stefano).
Gli orsi sono più grandi dei cani (Enrico).
Le bambine sono in gamba come i bambini (Valeria).
Si dovrebbe notare che, se si capovolgono le cose paragonate, e si capovolge anche l'espressione
comparativa, le due affermazioni sono equivalenti. L'affermazione di Enrico: "Gli orsi sono più grandi dei
cani", è equivalente come significato a quella di Sergio: "I cani sono più piccoli degli orsi".
L'affermazione di Chicca: "Le foglie sono parti degli alberi" non è implica un comparativo. La
relazione che esprime è una relazione parte - tutto piuttosto che una differenza di grado.
L'affermazione di Diana: "Niente è meglio che essere felice" sembra esprimere un comparativo ma in
realtà è un superlativo, perché equivale a dire che: "Essere felice è meglio di qualsiasi cosa" o "Essere
felice è la cosa migliore".
Infine, si dovrebbe notare che, quando le affermazioni di Milos e di Diana sono messe insieme, il
risultato è una contraddizione:
qualcosa è meglio che niente
niente è meglio che essere felici
__________________________
qualcosa è meglio che essere felici
ESERCIZIO. Esprimere comparativi
Usate la forma comparativa nelle frasi seguenti:
1.
(duro) I diamanti sono..........................................della gomma.
2.
(lungo) Questo pezzo di corda è..................................di quello.
3.
(callosa)La carne oggi è ........................................di ieri.
4.
(giallo) Queste margherite sono.......................................di quelle.
5.
(profondo) Questo graffio è.................................................di quello.
ESERCIZIO. Completa le seguenti frasi
A.
1.
....................................................... sono più grandi dei ciottoli.
2.
....................................................... sono più veloci delle biciclette.
3.
...........................................…......... sono più grassi/e delle lucertole.
4.
...................................…................. sono più scuri/e delle pere.
5.
...................................…................. sono più pesanti delle piume.
1.
I gatti sono più graziosi dei................................................................
2.
Le macchine sono più luccicanti dei/delle.........................................
3.
Le strade bagnate sono più scivolose dei/delle...................................
4.
Le nuvole sono più bianche dei/delle..................................................
5.
Le caramelle sono più dure delle.........................................................
B.
305
C.
1.
.......................................... sono più dolci di.......................................
2.
..............…......................... sono più soffici di......................................
3.
.......................................... sono più blu di..........................................
4.
.......................................... sono più caldi/e di.....................................
5.
.......................................... sono più alti/e di........................................
IDEA GUIDA 10.3.3. Parti di
Chicca offre, come paragone "parti di". La signora Maestra dice alla classe che “essere parti di” è una
relazione ma non è un paragone.
La signora Maestra ha ragione? A sua difesa si potrebbe dire che un paragone richiede che si
comparino due cose nei termini di un qualche aspetto comune che entrambe condividono. Così
possiamo paragonare due cuori umani in termini di taglia, ma possiamo paragonare un cuore ed un
corpo umano nei termini di "essere parti di"? Il cuore è una parte del corpo, ma il corpo non è
considerato una parte di niente. Così certamente sembra che la signora Maestra abbia ragione. Ma la
questione è piuttosto sottile, perché la nozione di "aspetto in comune" è difficile da afferrare per i bambini
piccoli, sebbene potrebbero essere in grado di arrivarci discutendoci su.
ESERCIZIO. Parti di
Prendete una parola dalla lista seguente per completare le frasi :
un libro, una foresta, un gatto, natura, una sedia, una faccia, una frase, un album, arte
1.
Gli alberi sono parte di...........................................................................................
2.
Una gamba è parte di.............................................................................................
3.
Un sorriso è parte di...............................................................................................
4.
Una parola è parte di..............................................................................................
5.
Una fotografia è parte di.......................................................................................
ESERCIZIO. Dare nomi alle parti
Completate le seguenti frasi.
1.
.................................................sono una parte delle persone.
2.
.................................................sono una parte di una bicicletta.
3.
.................................................sono parti di un'ora.
4.
.................................................sono parti di una casa.
5.
.................................................sono parti di una mente.
306
QUARTO EPISODIO
IDEA GUIDA 10.4.1. Pensare e pensare meglio
Ora che Elfie ha imparato qualcosa sui paragoni, è in grado di vedere che i paragoni implicano
differenze di grado. Perciò per ogni attività, se può essere graduata per qualche aspetto, allora si può
fare un paragone tra prestazioni "peggiori" e "migliori". Così con il pensiero: c'è un pensiero migliore ed
un pensiero peggiore. Ma certamente ci sono cose che facciamo e che non sono questione di grado:
sono questioni di tutto o niente. Una persona può correre meglio di un'altra, ma non vincere meglio di
un'altra. Correre è qualcosa che possiamo fare bene o male; ma vincere è qualcosa che si fa o non si fa
- è tutto o niente. Un bambino può crescere bene o male, ma non può fare sette anni bene o male - o fa
sette anni o non li fa.
PIANO DI DISCUSSIONE. Pensare meglio
1.
Elfie dice: "Mi dondolo e questo mi fa pensare meglio". Ci sono cose che tu puoi fare e che ti
aiutano a pensare meglio?
2.
Pensi meglio in diversi momenti della giornata?
3.
Pensi in modo diverso in diversi momenti della giornata?
4.
Pensi meglio quando fai alcune cose piuttosto che altre?
5.
Pensi che potresti imparare a pensare meglio?
ESERCIZIO. Chi sta pensando meglio?
Pensi che Sergio stia pensando meglio di Roberto o Roberto sta pensando meglio di Sergio?
1.
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
❑
Sergio: "Mi piace Gianni perché è più grande di me".
Roberto: "Mi piace Gianni perché io non gli piaccio".
5.
❑
Sergio: "Penso che dovremmo prendere i nostri
impermeabili perché a quest'ora è piovuto la scorsa
settimana".
Roberto: "Penso che dovremmo prendere i nostri
impermeabili perché sembra che stia per piovere ".
4.
?
Sergio: "Penso che andrò a quella nuova scuola
perché è più vicina a casa mia".
Roberto: "Penso che andrò a quella nuova scuola
perché ci va il mio migliore amico".
3.
Roberto è
meglio
Sergio: "Il cielo è azzurro".
Roberto: "Il cielo è azzurro solo qualche volta perché
altre volte è grigio e nuvoloso".
2.
Sergio è
meglio
Sergio: "Mi lavo i denti dopo cena perché me lo dice
mia madre".
Roberto: "Mi lavo i denti dopo cena perché aiuta a
mantenerli sani".
307
IDEA GUIDA 10.4.2. Decidere
Elfie sta pensando, ma dice di non esser pronta a decidere. Non è insolito: gran parte del nostro
pensare non ha a che fare col prendere decisioni.
Ma prendere decisioni senza pensare è forse ancora più insolito. La gente comune prima delibera:
soppesano le loro opzioni e le alternative e poi scelgono.
L'esempio paradigmatico della persona che sembra pensare così tanto da non potere agire è Amleto.
Eppure, quando Amleto finalmente agisce egli trascende e la tragedia segue la sua scia ovunque.
Elfie non sembra essere affascinata dal pensare e dai modi per indursi a pensare meglio. Ciò che noi
ora non sappiamo ancora è se questo inibirà la sua decisione.
È difficile determinare tutto ciò che è implicato nel prendere una decisione. Ci sono così tante
considerazioni che si tengono da conto, e così tanti meccanismi e procedure per mezzo dei quali si fa
ciò, che la decisione è una cosa molto difficile da spiegare. In un certo senso, il nocciolo della storia è
ciò che scopriamo quando spieghiamo le decisioni prese da coloro che "hanno fatto la storia", perché ciò
che hanno fatto o tentato di fare è stato semplicemente lo svolgimento di ciò che avevano deciso di fare.
Oppure, sono stati i modi in cui quelle decisioni sono state frustrate dagli eventi.
Elfie sembra sapere che la sua scelta di una scuola può avere importanti conseguenze per lei. È una
decisione che rifiuta di prendere alla leggera.
ESERCIZIO. "Credo che veramente stiano aspettando che sia io a decidere"
1.
Elfie dice: "Mi meraviglio che non sono stata ancora mandata all'altra scuola. Credo che veramente
stiano aspettando che sia io a decidere". Potrebbero veramente fare qualcosa di diverso?
2.
Giacomo dice: "Ho visto la signora Rossi andare al supermercato. Credo che abbia bisogno di
comprare qualcosa da mangiare". La signora Rossi potrebbe veramente fare qualcosa di diverso?
3.
Marta dice: "Ho visto mamma e papà che ridevano. Devono pensare che quello che ho detto a cena
era divertente.". Potrebbero veramente stare ridendo per qualcos'altro?
4.
Giulia dice: "Patrizia non ha salutato Michele stamattina. Credo che sia arrabbiata con lui". Patrizia
potrebbe veramente provare qualcosa di diverso?
5.
Gianna dice: "Ho visto il signor Bianchi uscire presto di casa stamattina. Deve avere un sacco da
fare al lavoro". Potrebbe veramente avere qualche altra ragione?
ESERCIZIO. Decidere
1.
Vi è offerta la possibilità di scegliere un animaletto: o un gattino o un serpente. A cosa pensereste
nel decidere quale scegliere?
2.
Vi è offerta la possibilità di scegliere un animaletto: o un gattino o un cagnolino. A cosa pensereste
nel decidere quale scegliere?
3.
Vi è offerta la possibilità di scegliere un animaletto: o una rana o una tartaruga. A cosa pensereste
nel decidere quale scegliere?
4.
Vi è offerta una scelta: o un nuovo paio di scarpe o un nuovo paio di scarpe da ginnastica. A cosa
pensereste nel decidere?
5.
Vi è offerta una scelta: fare la doccia o il bagno. A cosa pensereste nel decidere?
6.
Vi è stata data una piccola paghetta ed allo stesso tempo vi è offerta una scelta. Ci sono solo due
modi in cui potete usare il denaro: potete spenderlo tutto appena lo avete in caramelle o potere
risparmiarlo per poter andare all'università. Cosa scegliereste e perché?
308
QUINTO EPISODIO
IDEA GUIDA 10.5.1. Misurare
Fino a che i bambini non imparano a leggere e a scrivere le parole con cui hanno familiarità sono
suoni complessi. Con il leggere e lo scrivere incominciano a riconoscere la controparte scritta di quei
suoni, ed incominciano a vedere che quelle parole scritte sono fatte di lettere.
Allo stesso modo, fino a che i bambini non incominciano a contare, non possono misurare. Una volta
che sanno contare, possono contare i passi che fanno per attraversare una stanza e, in tal modo, hanno
misurato la stanza. Quando scoprono il righello, scoprono che ci sono unità di misura standard, unità
convenzionali che tutti accettano così come tutti accettano la pronuncia convenzionale di una parola.
Ci sono differenze importanti, certamente, tra il modo in cui è possibile dividere le parole in lettere ed
il modo in cui le dimensioni delle cose possono essere ridotte ad unità come metri e centimetri. Ma i
bambini stanno incominciando a vedere quanto spesso cose semplici possono essere organizzate in
entità complesse e come le cose complesse possono spesso essere scomposte in componenti semplici
(possono persino cominciare a domandarsi, dai bravi metafisici che sono, se ogni cosa sia semplice o,
similmente, se ogni cosa sia complessa...).
Attraverso il misurare incominciamo a comprendere precisamente le dimensioni delle cose, il ritmo
con cui si muovono ed i modi in cui interagiscono. Questo è un tipo di comprensione. La comprensione
che viene con il leggere e l'ascoltare, e che implica una comunicazione significativa, è un tipo di
comprensione diverso.
Lo stesso bambino che ascolta una storia, la sera successiva potrebbe raccontare una storia, la sera
successiva potrebbe imparare unità di misura e la sera successiva misurare una stanza. Siamo noi che
distinguiamo il misurare dal linguaggio: per il bambino, la ricerca comprende tutto.
PIANO DI DISCUSSIONE. Contare e misurare
1.
Se tu volessi sapere quante persone ci sono adesso nella tua aula, le conteresti o le misureresti?
2.
Se volessi sapere quanto è grande la tua aula, la conteresti o la misureresti?
3.
Se volessi sapere quante dita delle mani e dei piedi avete insieme tu e il tuo amico, le conteresti o
le misureresti?
4.
Se volessi sapere quanti nasi hai, li conteresti o li misureresti?
5.
Se volessi sapere quanti colori diversi ci sono in un dipinto fatto con le dita, li conteresti o li
misureresti?
6.
Se volessi sapere quanto è alto/a la tua/il tuo insegnante lo/la conteresti o lo/la misureresti?
7.
Se volessi sapere quanto puoi essere sciocco/a a volte, lo conteresti, lo misureresti, faresti
entrambe le cose o nessuna di esse?
ESERCIZIO. Misurare
Supponiamo che qualcuno vi abbia detto: "Non importa quanto grande o piccolo sia qualcuno, la
lunghezza dei suoi piedi è uguale alla circonferenza del suo pugno". E supponiamo che vogliate scoprire
se è così. Come misurereste la lunghezza del piede di una persona e la circonferenza del suo pugno?
309
ESERCIZIO. Misurare
Supponiamo che qualcuno vi abbia detto: "Un chilo di piume pesa quanto un chilo di ferro". Come
fareste a vedere se questo è vero?
PIANO DI DISCUSSIONE. Misurare
1.
La larghezza di una scatola è una misura di differenza?
2.
L'altezza di una persona è una misura di differenza?
3.
La differenza tra l'altezza di Giacomo e quella di Maria è una misura di differenza?
4.
La signora Maestra dice: "Prendi quel pezzo di carta sul tuo banco. Puoi misurare quanto è largo e
quanto è alto. Lo misurerai con un righello” sta parlando di misurare differenze?
5.
Elfie pensa che la signora Maestra stia parlando di misurare le differenze? Cosa ti induce a
pensarlo?
IDEA GUIDA 10.5.2. Confondere differenze di tipo con differenze di grado
Elfie pensa che le differenze possano essere misurate. ma lo possono essere? Possiamo misurare
differenze di altezza perché sono tutte differenze di grado (altezza maggiore o minore) all'interno della
stessa dimensione (altezza). Possiamo misurare le differenze di tempo (periodi di tempo più lungi o più
corti) perché sono, ancora una volta, differenze di grado nell'ambito della stessa dimensione.
Ma la differenza tra tempo e spazio può essere una differenza di tipo, e quindi la differenza tra un
centimetro e un minuto può essere incommmensurabile. D'altro canto, cosa ne dite delle differenze tra
dimensioni spaziali? Possiamo dire che una scatola è più lunga di quanto sia larga? Evidentemente
possiamo, perché usiamo le stesse unità di misura. Con il tempo e lo spazio usiamo diverse unità di
misura: a meno che non troviamo unità di misura in comune, non possiamo paragonarli in modo da
poterli misurare.
Sarebbe utile per i bambini piccoli imparare quali differenze possono essere prontamente paragonate
e misurate e quali non possono esserlo. Sarebbe anche utile se queste questioni rimanessero aperte al
dibattito ed alla discussione, così che i bambini possono cercare le ragioni che potrebbero ottenersi in un
caso e non nell'altro.
PIANO DI DISCUSSIONE. Quali differenze possiamo misurare?
1.
Possiamo misurare la differenza tra la taglia di un topo e quella di un elefante?
2.
Possiamo misurare la differenza tra il colore di un topo e l'altezza di un elefante?
3.
Possiamo misurare la differenza tra il sapore del cioccolato e la dimensione di una tavoletta di
cioccolato?
4.
Possiamo misurare la differenza tra il numero delle tue orecchie ed il numero dei tuoi denti?
ESERCIZIO. Differenze di grado e di tipo
Come misureresti la differenza tra:
1.
L'altezza di un albero e l'altezza di una casa?
2.
Il colore di due arance?
3.
La taglia di un fagiolo e la taglia di una pallina?
4.
I tuoi sentimenti e quelli del tuo amico?
5.
La quantità di lavoro che fai a scuola e la quantità di lavoro che fanno i tuoi compagni?
310
CAPITOLO 11
PRIMO EPISODIO
IDEA GUIDA 11.1.1. Quanto può accadere in un giorno?
Il programma televisivo, il programma per l'assemblea e San Valentino cadono nello stesso giorno ed
Elfie si chiede se forse è troppo da dover succedere in un solo giorno. Come determiniamo quanto è
troppo per qualsiasi cosa? E come determiniamo quanto è troppo per accadere in un giorno?
ESERCIZIO. "Lo stesso giorno ma in momenti diversi"
Potete pensare ad alcune cose che accadono:
1.
Nello stesso giorno ma in momenti diversi?
2.
Nello stesso anno ma in mesi diversi?
3.
Nella stessa ora ma in mesi diversi?
4.
Nella stessa vita ma in anni diversi?
5.
Nello stesso momento, ma con differenti aspetti.
PIANO DI DISCUSSIONE. Esperienze uguali e diverse
Avete fatto esperienza:
1.
Dello stesso sentimento in momenti diversi?
2.
Dello stesso pensiero in differenti occasioni?
3.
Dello stesso sogno in notti diverse?
4.
Dello stesso pasto in giorni diversi?
5.
Delle stesse vacanze in anni diversi?
Potete dirci un po' di queste esperienze?
IDEA GUIDA 11.1.2. Troppo
Quanto è troppo?
Il nostro primo pensiero, nell'ascoltare questa domanda, è probabilmente: "Troppo di cosa'?". Troppo
spazio? Troppo denaro? Troppa miseria? Troppa felicità? e così via. Ogni oggetto particolare deve
essere esaminato nel suo contesto particolare prima di giudicare se sia troppo poco o troppo.
Perciò, per Aristotele, ci sono delle qualità morali che si possono avere in eccesso: troppo coraggio è
temerarietà; troppa disponibilità è compiacenza e così via. D'altro canto, ci sono qualità che non si
possono avere in eccesso, come l'intelligenza.
Così si potrebbero fare domande come “qualitativamente troppo?" e "quantitativamente troppo?". Il
benzinaio alla stazione di servizio potrebbe cercare di mettere troppa benzina nel serbatoio della vostra
311
macchina. È un problema quantitativo. O potreste semplificare il vostro ambiente fino a che non diventi
spoglio: è un problema qualitativo. Ma quando il troppo quantitativo diventa un troppo qualitativo? In una
giornata fredda, l'aumento del calore può essere piacevole ma un aumento ulteriore può essere
spiacevole.
PIANO DI DISCUSSIONE. Quando è troppo?
1.
Potete mai essere troppo felici?
2.
Troppo di qualcosa per te può essere troppo poco per qualcun altro?
3.
Abbastanza potrebbe mai essere troppo?
4.
Cosa intende la gente quando dice: "Abbastanza è abbastanza"?
PIANO DI DISCUSSIONE. Quanto è troppo?
1.
È possibile dormire troppo poco. È possibile dormire troppo?
2.
Sarebbe possibile per qualcuno mangiare troppo gelato?
3.
Sarebbe possibile per qualcuno avere troppi soldi?
4.
Sarebbe possibile per qualcuno sapere troppo?
5.
È possibile che a qualcuno piaccia troppo un'altra persona?
PIANO DI DISCUSSIONE. È possibile che oggi succeda troppo?
1.
Se ci fosse più rumore di quanto non possa sopportare, sarebbe troppo?
2.
Se ci fossero un sacco di persone stipate nella tua aula, sarebbe troppo?
3.
Se tutti parlassero insieme, sarebbe troppo?
4.
Se tutti ascoltassero insieme, sarebbe troppo?
5.
Se ognuno cantasse una canzone diversa allo stesso tempo, sarebbe troppo?
312
SECONDO EPISODIO
IDEA GUIDA 11.2.1. Fino a che
Spesso usiamo la locuzione "fino a che" come fa qui il padre di Elfie: per indicare un periodo di tempo
che finirà ad un certo punto, o un'attività che finalmente giungerà ad una fine o è terminata.
Usiamo anche "fino a che" per suggerire che una cosa deve accadere prima che un'altra possa
verificarsi. Non potete entrare nel cinema fino a che non avrete pagato il biglietto. Non potete finire di
mangiare fino a che non avrete iniziato. Non potete fare una frittata fino a che non avrete rotto un uovo.
ESERCIZIO. Fino a che
1.
Qual è la differenza tra dire: "Ho dormito fino alle sette" e dire: "Ho dormito fino a quando non mi
sono svegliato/a?”.
2.
Qual è la differenza tra dire: "Abbiamo vacanza fino a settembre" e "Abbiamo vacanze finché non
comincia la scuola?".
3.
Cosa intende dire una persona quando dice: "Non è finita finché non è finita?".
4.
Quanto ci vorrà fino alla cena?
5.
Quanto ci vorrà fino a che tu non diventi grande?
6.
Supponiamo che ti chiedessero: "Quanto lontano può andare un cane che corre nei boschi?".
Sarebbe giusto rispondere: “Fino a che non incomincia a finire?".
ESERCIZIO. Cose che non possono succedere finché.....
Completa le frasi seguenti:
1.
Finché il sole non sorge....................................................................................................................
2.
Finché non nevica ............................................................................................................................
3.
Finché i gatti non hanno i denti.........................................................................................................
4.
Finché la colazione non è pronta ......................................................................................................
5.
Finché non dico loro cosa sto pensando ...........................................................................................
PIANO DI DISCUSSIONE. Fino a che
Chiedete alla classe di pensare a quante più cose possibile non possono accadere fino a che non
accade qualcos'altro.
Fate un elenco di queste cose sulla lavagna. Poi chiedete alla classe di discuterle per vedere se
funzionano.
IDEA GUIDA 11.2.2. "Mettere insieme le nostre azioni"
Non è sorprendente che questa espressione non sia familiare ad Elfie. Nondimeno, è rilevante per la
sua situazione: Carlo ha ragione - Elfie sta cercando di organizzare meglio la sua vita. Fino ad ora è
313
stata molto passiva. Le cose le sono successe e l'hanno controllata; non ha preso molto l'iniziativa,
sebbene abbia riflettuto tanto. Ma ora sta incominciando ad acquistare fiducia.
ESERCIZIO. Mettere insieme le nostre azioni
Quali delle persone seguenti stanno mettendo insieme le loro azioni?
1.
Melania dice che è stanca di chiedere alle persone di leggere per lei, così incomincia a leggere da
sola.
2.
Giordano dice che è stanco di aspettare che il semaforo diventi verde, così attraversa la strada
mentre è rosso.
3.
Stella dice che è stanca di avere una stanza in disordine, così, ora si sta dando da fare a mettere a
posto i suoi vestiti ed a pulire i mobili.
4.
Davide dice che è stanco di lasciare che i suoi fratelli e le sue sorelle più grandi gli dicano cosa
fare. Da ora in poi prenderà ordini solo dal suo fratellino più piccolo.
5.
Maddalena dice che è stanca di ascoltare le storie delle altre persone, così ora sta scrivendo un
libro di storie per bambini della sua età.
ESERCIZIO. "Mettere insieme le tue azioni"
Mettere insieme le tue azioni è la stessa cosa che:
1.
Mettere insieme i tuoi pensieri?
2.
Mettere insieme i tuoi sentimenti?
3.
Mettere insieme i tuoi amici?
4.
Mettere insieme te stesso?
5.
Mettere insieme la tua roba?
314
TERZO EPISODIO
IDEA GUIDA 11.3.1. Cucire
I tempi cambiano e cambiano le pratiche. C'era un tempo, non molto lontano, in cui le persone
facevano da sé i propri vestiti ( o avevano qualcuno della famiglia che li faceva per loro). Oggi appare
come una cosa così lontana che anche le riparazioni di minore entità trascendono le capacità di molte
persone, e quando un capo di vestiario è leggermente strappato o manca un bottone viene messo da
parte o dato via. Lo stesso accade con la preparazione dei cibi: cucinare a casa era dato per scontato
virtualmente ovunque, in qualche misura. La tendenza rapidamente crescente, comunque, è quella di
superare i piaceri ed i dolori del cucinare in casa ed acquistare cibi parzialmente o interamente cucinati.
L'abilità di sostituire un bottone su una maglia, allora, è una delle poche competenze superstiti che
distinguono i genitori di oggi ed è possibile che, col tempo, anche questa farà la fine delle altre abilità
quando cerniere ed automatici avranno sostituito asole e bottoni.
PIANO DI DISCUSSIONE. Cucire
Insegnante: per prima cosa, chiedete ai bambini di mettere ai voti se preferiscono i bottoni alle
cerniere lampo. Poi chiamate tre volontari che dicono di preferire i bottoni alle lampo e metteteli in un
angolo a discutere del perché preferiscono i bottoni alle cerniere.
Ora, chiamate tre volontari che preferiscono le cerniere ai bottoni e chiedete loro di svolgere la loro
discussione nell'angolo opposto dell'aula.
Il resto della classe parlerà di entrambe le preferenze. Dopo qualche minuto, chiedete al primo
gruppo di dire al resto della classe perché preferiscono i bottoni. Poi fate parlare il secondo gruppo. Ora
fate una votazione finale.
IDEA GUIDA 11.3.2. Pensare ad altre cose
Possiamo fare una cosa e pensare ad un'altra, tutto allo stesso tempo. Oppure possiamo anche
essere in grado di pensare a diverse cose allo stesso tempo. Elfie guarda sua madre che cuce ma pensa
a Sofia. Le persone vivono e agiscono e sentono e pensano a diversi livelli allo stesso tempo.
PIANO DI DISCUSSIONE. Pensare a molte cose tutte in una volta
1.
Potete pensare alla vostra scuola ed alla vostra casa allo stesso tempo?
2.
Potete leggere una storia e pensare ad un'altra allo stesso tempo?
3.
Potete avere pensieri allegri e pensieri tristi allo stesso tempo?
4.
Potete mangiare la cena e pensare alla colazione allo stesso tempo?
5.
Potete alzarvi e sedervi allo stesso tempo? Potete pensare ad alzarvi e a sedervi allo stesso
tempo?
6.
Una finestra può essere aperta e chiusa allo stesso tempo? Potete pensare ad una finestra aperta e
ad una finestra chiusa allo stesso tempo?
315
ESERCIZIO. Pensare ad altre cose
Andrebbe bene stare pensando ad altre cose?
1.
Bene
Non bene
❑
❑
Quando si fa un esame.
2.
Quando si cammina da scuola a casa.
❑
❑
3.
Quando parli con l'insegnante.
❑
❑
4.
Quando mangi la cena.
❑
❑
5.
Quando si gioca con gli amici.
❑
❑
PIANO DI DISCUSSIONE. Pensare a qualcos'altro
1.
Ci sono volte in cui stai facendo qualcosa ma pensando a qualcos'altro?
2.
Se pensi a qualcos'altro, di capita mai di mancare qualcosa?
3.
Ci sono volte in cui è meglio pensare a qualcos'altro?
4.
Ti piace parlare alle persone quando stanno pensando a qualcos'altro?
5.
Come puoi dire quando qualcuno sta pensando a qualcos'altro?
IDEA GUIDA 11.3.3. Dire qualcosa senza averne intenzione
A volte intendiamo parlare ma per sbaglio diciamo qualcosa che non intendevamo dire. E a volte
cacciamo fuori qualcosa anche se non intendevamo dire nulla. Ecco quello che è successo ad Elfie qui.
Ci dice che sta guardando sua madre e "pensando ad altre cose". Improvvisamente, tira fuori il nome di
Sofia. È abbastanza chiaro a cosa stesse pensando.
PIANO DI DISCUSSIONE. Dire qualcosa senza averne intenzione
1.
Avete mai cercato di dire qualcosa ma quello che avete detto in realtà non era quello che
intendevate dire?
2.
Avete mai cercato di non dire qualcosa e l'avete detto comunque?
3.
Ci sono dei pensieri che avete e che non volete gli altri conoscano?
4.
Volete che gli altri sappiano che avete pensieri che non volete che conoscano?
5.
Se dite qualcosa senza averne intenzione, dovreste dire: "Mi dispiace".
PIANO DI DISCUSSIONE. "Salta fuori così"
1.
Tutte le cose che dici sono cose che pensi?
2.
Hai mai detto qualcosa che non sapevi neanche di aver pensato?
3.
Dici mai cose che gli altri pensano?
4.
Dici mai cose che gli altri pensano e che non sono quello che pensi tu?
5.
Dici tutte le cose che pensi?
316
IDEA GUIDA 11.3.4. Non dire quello che pensiamo
La madre di Elfie le chiede che cosa abbia detto. Elfie sa quello che ha detto ma non vuole
ammetterlo con sua madre. Risponde solo. "Niente". Elfie sta mentendo? O Elfie può presumere che sua
madre le abbia fatto la domanda solo per cortesia e non l'avrebbe fatta se avesse saputo che quello che
Elfie ha detto in realtà era qualcosa che non intendeva dire?
È in effetti una situazione molto complessa con cui si può confrontare un bambino piccolo. Solleva
domande riguardanti il diritto alla privacy dei bambini, o riferite alla questione se sia mai giusto rifiutarsi
di dare una risposta vera, o al fatto che gli ascoltatori dovrebbero ignorare ciò che una persona tira fuori
senza averne intenzione proprio come dovrebbero ignorare di aver origliato le conversazioni di altre
persone. Solleva molte questioni, in altre parole, sull'etica della comunicazione.
PIANO DI DISCUSSIONE. Ci tocca sapere quello che gli altri dicono e pensano?
1.
Se il bambino/o la bambina che ti sta seduto vicino/a ti chiede cosa stai pensando, devi dargli una
risposta onesta?
2.
Se dici qualcosa che non intendevi dire e gli altri nella stanza ti chiedono che cosa hai detto, devi
dare una risposta onesta?
3.
Una domanda a trabocchetto merita una risposta onesta?
4.
Tutti quelli che fanno una domanda meritano una risposta?
5.
Se le persone vogliono sapere i tuoi sogni, devi sempre dirli?
6.
Se le persone vogliono sapere i tuoi pensieri, devi sempre dirli?
7.
Se le persone vogliono sapere quello che hai detto, devi sempre dirlo?
8.
Se le persone vogliono sapere quello che hai fatto, devi sempre dirlo?
PIANO DI DISCUSSIONE. Tenere i tuoi pensieri per te
La madre di Elfie le chiede: "Che cosa hai detto, cara?". Elfie risponde: "Niente", ma dice a se stessa:
"Ma so perfettamente cos'era".
1.
Elfie sta mentendo?
2.
Solo perché sua madre glielo ha chiesto, significa che deve dirlo?
3.
Va bene per Elfie tenersi per sé i suoi pensieri?
4.
Ci sono momenti in cui non va bene per le persone tenere per sé i loro pensieri? Potete fare un
esempio?
5.
Devi sempre dire agli altri cosa stai facendo se te lo chiedono?
PIANO DI DISCUSSIONE. Conoscere noi stessi
1.
Sai sempre quello che stai pensando?
2.
Va bene non sapere quello che stai pensando?
3.
Sai sempre quello che stai dicendo?
4.
Va bene a volte non sapere quello che stai dicendo?
5.
Sai sempre quello che stai provando?
6.
Va bene non sapere quello che stai provando?
7.
Sai sempre quello che stai facendo?
8.
Va bene a volte non sapere quello che stai facendo?
317
QUARTO EPISODIO
IDEA GUIDA 11.4.1. Copiare
Copiare è una pratica che i bambini sanno può essere approvata o disapprovata. Nell'imparare a
scrivere, vengono incoraggiati a copiare lettere o parole scritte sulla lavagna o in un libro. D'altro canto,
durante un compito in classe si dice loro che copiare il lavoro di un altro studente è oggetto di
disapprovazione. Una discussione su queste differenze può essere piuttosto utile.
Lo stesso "doppio standard" si trova altrove, certamente. A quelli che stanno imparando a disegnare
o a dipingere si dice che non dovrebbero mai copiare, ma è ben noto che i più grandi artisti hanno
sempre copiato il lavoro l'uno dell'altro, anche solo per "afferrare il senso" di cosa stava facendo l'altro
artista. Copiare, in questo senso, può essere un esercizio molto fruttuoso.
Certamente, i bambini hanno un loro dispregiativo per una persona che copia in un senso
socialmente inaccettabile: "copione". È uno dei casi in cui i bambini come gruppo sociale fanno rispettare
i loro costumi, facendo vergognare uno dei suoi membri.
PIANO DI DISCUSSIONE. Copiare
1.
Quand'è una buona cosa copiare quello che qualcun altro sta facendo?
2.
Quando non è una buona cosa copiare quello che qualcun altro sta facendo?
3.
C'è qualche differenza tra copiare ed imitare?
4.
Puoi copiare qualcosa eppure farla in modo diverso?
5.
Copiare è qualcosa che va bene per una macchina ma non per una persona?
6.
In quali circostanze chiamereste qualcuno: "copione"?
7.
Se ti comporti come i tuoi genitori, stai facendo il "copione"?
8.
Un pappagallo è un "copione"?
PIANO DI DISCUSSIONE. Esattezza e copie
1.
Una copia deve essere esattamente la stessa che l'originale?
2.
Se copi il lavoro di qualcun altro, è il tuo lavoro o il suo lavoro?
3.
Se una copia di un dipinto è un po' diversa dal dipinto originale, è una copia del dipinto?
4.
C'è una differenza tra una copia esatta e un originale?
5.
Se non puoi distinguere la differenza tra un originale e una copia, quale è meglio?
IDEA GUIDA 11.4.2. "I favori sono buone azioni"
I favori sono, certamente, atti generosi - atti per cui non ci si aspetta alcuna ricompensa. Come i
doni, sono un dare unilaterale, utile: utile persona la persona a cui è destinato, ed un segno della buona
intenzione di chi dà.
Perché Sofia ha scelto di formulare questa frase particolare è un altra questione. Una possibilità è
che si è chiesta non che cosa sono i favori, in particolare, ma che cosa sono in generale le buone azioni
- in altre parole, forse si è chiesta cosa significa essere morale. E forse sta cercando di chiarificare
questo problema nella sua mente pensando ad un esempio di atto morale: un favore.
Se questo è il tipo di cose su cui si interroga Sofia - ed è semplicemente una possibile interpretazione
- potrebbe aiutare un po' a capire perché Elfie la trova così particolare.
318
PIANO DI DISCUSSIONE. Favori e buone azioni
1.
Cosa significa quando qualcuno dice: "Mi faresti un favore, per piacere?".
2.
Cosa significa quando qualcuno dice: "Per piacere, non farmi nessun favore"?
3.
Cosa significa quando qualcuno dice: "È la mia buona azione quotidiana"?
4.
Un' azione è qualcosa fatta da qualcuno?
5.
Tutti i favori sono buone azioni?
6.
Potresti fare un favore a qualcuno eppure ferirlo?
7.
Potresti aiutare una persona senza farle nessun favore?
8.
Puoi pensare ad una buona azione che non sia un favore?
9.
Le persone malvage fanno azioni malvage?
10. Le azioni malvage sono compiute solo da persone malvage?
11. Le persone buone fanno buone azioni?
12. Le buone azioni sono compiute solo da persone buone?
IDEA GUIDA 11.4.3. "Implorare"
La parola "implorare" è diventata un luogo comune che ha perso molta della sua forza emotiva. Ora
diciamo "ti imploro" o "ti prego" ma difficilmente intendiamo proiettare un'immagine di noi stessi in
ginocchio, che patrociniamo la nostra causa davanti a qualcuno.
Implorare significa anche chiedere con insistenza, pietire qualcosa e in questo senso una persona è
ridotta ad una posizione indegna nei confronti di qualcun altro. Questo accade sempre, dovunque nel
mondo. I poveri, i mendicanti, implorano, pietiscono l'elemosina dalle altre persone. Ma a volte accade
che un bambino capriccioso o un animale domestico ci seguano con insistenza, implorando un
giocattolo o qualcosa da mangiare.
Il fatto è che i bambini e gli animali spesso devono implorare perché si trovano in situazioni in cui
non hanno diritti ed in cui esistono alla mercé degli altri. È evidente anche quando il signor Direttore sta
scherzando: per un momento mantiene i bambini in attesa e loro rispondono con sentimenti di impotenza
seguiti da implorazioni.
PIANO DI DISCUSSIONE. Implorare
1.
Stuzzichi mai il tuo cane in modo da costringerlo ad implorarti? Perché lo fai?
2.
Succede mai che qualcuno ti stuzzichi per costringerti ad implorarlo? Perché lo fa?
3.
Le persone affamate dovrebbero implorare per avere cibo?
4.
Le persone affamate dovrebbero implorare per avere cibo mentre i ristoranti buttano via il cibo che
hanno cucinato e mai usato?
5.
C'è niente di sbagliato nello stuzzicare le persone per indurle ad implorare?
IDEA GUIDA 11.4.4. "Qualcuno che conosco è un ramo di lillà"
La frase di Elfie è maldestra e goffa, come ci si potrebbe aspettare da una ragazzina ingenua che sta
cercando di mettere in parole un sentimento complesso. Non può indursi a dire "Sofia" così ricorre
all'insipido "qualcuno che conosco".
Eppure, per tutto questo, ciò che dice non è privo di meriti. Prima di tutto, lo rafforza mettendolo nella
potente forma della metafora piuttosto che di una sciapa similitudine. In secondo luogo, è accurata: il
viola degli occhi di Sofia è argutamente avocato dal viola dei lillà. Non è un'analogia inappropriata. E in
319
terzo luogo, sebbene Elfie probabilmente non ne sia consapevole, esiste un'intera letteratura di metafore
di questo tipo. Si potrebbero in particolare citare le figure retoriche omeriche o quelle della Bibbia, ed il
lettore curioso farebbe bene a consultare il "Cantico dei cantici" per reperire un tipo di immaginazione
che è nello stesso filone, sebbene formulata in modo molto migliore. E, certamente, tutti questi esempi
hanno in comune qualcosa di primitivo che è molto potente.
ESERCIZIO. Formare metafore
La colonna a destra offre alcuni suggerimenti per metafore che puoi fare. Quale pensi che stia meglio
ad una "persona che conosci"? Fai anche almeno una metafora che non sia presa dalla colonna.
Una persona che conosco è........................
a. una boccia con dei pesci rossi
b. una brezza estiva
c. un nido di ragni
d. un sentiero in un giardino
e. una pagina piena di numeri
f. una patata fredda
g. un cono di gelato alla fragola
h. un garage per due macchine
i. un vassoio di fegato crudo.
IDEA GUIDA 11.4.5. ".....tutto esplode"
Vogliamo che il tentativo di Elfie sia apprezzato e volgiamo che goda della risposta della classe, così
è gratificante sapere che vede la classe come "esplodere". Gli altri ammirano la sua scoperta e lei piange
di gioia. Se è per la scoperta o per l'ammirazione che ne ha la classe non ci è dato saperlo.
ESERCIZIO. Cose che esplodono e cose che non esplodono
Puoi dire quale delle cose seguenti veramente esplodono o sembrano farlo?
Esplode
Non esplode
?
1.
Una bomba.
❑
❑
❑
2.
Un campo di fiori che incominciano a sbocciare.
❑
❑
❑
3.
Una persona che improvvisamente si arrabbia molto.
❑
❑
❑
4.
Una busta di carta riempita d'acqua e lanciata.
❑
❑
❑
5.
Una casa piena di bambini.
❑
❑
❑
6.
La strada principale della tua città il sabato sera.
❑
❑
❑
7.
Un recipiente di benzina vicino ad un fiammifero acceso.
❑
❑
❑
8.
Dieci bambini affamati in una fabbrica di gelati.
❑
❑
❑
9.
Un lago pieno di pesci.
❑
❑
❑
10. Una finestra dal vetro piombato.
❑
❑
❑
11. Un libro come Elfie.
❑
❑
❑
12. Un letto ad acqua.
❑
❑
❑
320
PIANO DI DISCUSSIONE. "Esplode"
Cosa succede quando:
1.
un'idea esplode
2.
un sentimento esplode
3.
l'energia esplode
4.
la vita di una persona esplode
5.
un uovo esplode
6.
un seme esplode
IDEA GUIDA 11.4.6. "Congratulazioni!"
È una parola molto grande, ma i bambini sono in genere abituati ad ascoltarla, specialmente ai
compleanni, ai matrimoni ed occasioni simili. Non è neanche una parola particolarmente bella o
piacevole da ascoltare, ma la associamo con momenti felici, così non ci importa che sia così grande e di
impaccio.
Così i bambini possono avere qualche problema nel pronunciare: "congratulazioni", e potrebbero
anche avere problemi a proposito di quando congratularsi. Dopo tutto, congratularsi è mostrare che
evidentemente sapete quale comportamento è sollecitato dalla situazione.
ESERCIZIO. Quando ti congratuli?
Fai le congratulazioni:
1.
Se il tuo amico è appena andato male ad un compito in classe?
2.
Se la tua/il tuo insegnante annuncia che ci sarà un compito in classe?
3.
Se il tuo fratellino starnutisce?
4.
Se vinci a monopoli?
5.
Se la tua sorella di vent'anni annuncia di essersi fidanzata per sposarsi?
6.
Se la tua sorella di cinque anni annuncia di essersi fidanzata per sposarsi?
7.
Se tuo zio, un astronauta, ritorna sano e salvo da un viaggio nello spazio?
8.
Se tuo fratello più grande arriva puntuale a scuola due giorni di seguito?
9.
Se un bambino che ti è antipatico buca la ruota della bicicletta?
10. Se il tuo gatto ha i cuccioli?
IDEA GUIDA 11.4.7. Meritare
Questo è uno dei concetti più importanti nella filosofia sociale.
Generalmente accettiamo la nozione che ci sono determinate cose che certe persone meritano in
particolari momenti, ma qui finisce l'accordo. Chi merita cosa, e quando?
Sebbene desideriamo dire che un neonato meriti, generalmente non siamo inclini a dire che un adulto
merita e questo è un punto di notevole controversie.
Alcuni diranno che dipende dallo stato della società. Se un bambino nasce in una società opulenta,
quel bambino non merita di morire di fame o di restare senza casa. Ma un bambino nato in un continente
dove c'è carestia merita di morire di fame? O la nozione di "meritare " si dissolve se applicata a tali
situazioni?
321
I bambini spesso associano meritare con "aspettarsi ricompense per un buon comportamento". La
loro esperienza sembra essere che a volte hanno quello che pensano di meritare, e a volte no. Ma gli
adulti spesso dicono loro: "Le persone spesso hanno proprio quello che meritano" e questo può essere
fonte di grande confusione per un bambino piccolo che cerca di capire quando le ricompense e le
punizioni erano meritate e quando non lo erano.
ESERCIZIO. Cose che meritiamo
Tutti i bambini meritano:
1.
cibo
6.
rimproveri
2.
vestiti
7.
libri
3.
punizioni
8.
amici
4.
giocattoli
9.
famiglie
5.
televisione
10. vista
PIANO DI DISCUSSIONE. Cose che meritiamo
1.
Alcuni bambini sono nati sordi. Lo meritano?
2.
Alcuni bambini sono nati poveri. Lo meritano?
3.
Alcuni bambini non hanno fatto niente di male, ma sono rimproverati comunque. Lo meritano?
4.
Alcuni bambini vedono e sentono molto bene. Lo meritano?
5.
Alcuni bambini sono nati ricchi. Lo meritano?
PIANO DI DISCUSSIONE. Meritare di vincere
1.
Tutte le persone che vincono sono persone che meritano di vincere?
2.
Tutte le persone che meritano di vincere, vincono?
3.
Le persone vincono perché meritano di vincere o perché sono fortunate?
4.
Una persona potrebbe meritare di vincere ed essere fortunata allo stesso tempo? Potete fare un
esempio?
5.
Una persona potrebbe meritare di vincere ma essere sfortunata e non vincere? Potete dare un
esempio?
IDEA GUIDA 11.4.8. "E se tutto questo fosse solo un sogno?"
Cosa sarebbe la vita se fosse solo un sogno? E se è un sogno, di chi è - nostro o di qualcun altro?
E qual è il rapporto tra sogni e realtà? Sognare qualcosa significa che diventerà realtà? Ci sono sogni
che si avverano e sogni che non si avverano mai?
PIANO DI DISCUSSIONE. Tutto è un sogno?
1.
Se tutto è un sogno, ci sveglieremo mai?
2.
Possiamo continuare a dormire anche dopo che il sogno è finito?
322
3.
Possiamo svegliarci nel mezzo di un sogno?
4.
Potrebbe essere che tutto è un sogno dentro un altro sogno?
5.
Potreste dare un voto ai tuoi sogni?
6.
Nei tuoi sogni, le persone vivono in case di sogno o in case reali e indossano vestiti di sogno o
vestiti reali?
7.
Nei tuoi sogni tutto è meno reale o più reale della tua vita da sveglio?
8.
Se tutto nel tuo sogno è più reale che nella tua vita da sveglio, significa che la tua vita da sogno è
più reale della tua vita reale?
PIANO DI DISCUSSIONE. "...Lo so che non è un sogno"
1.
Elfie dice a se stessa: "Sofia ed io ci guardiamo e ridiamo e so che non è un sogno". Cosa pensi
che voglia dire Elfie quando dice questo?
2.
Ci sono cose che accadono nei tuoi sogni che ti fanno sapere che si tratta di sogni?
3.
Ci sono cose che accadono nella vita reale che ti fanno sapere che non si tratta di un sogno?
4.
Ci sono state volte in cui sei stato confuso nel dire se qualcosa che era successo era un sogno o
vita reale?
5.
Ti piacerebbe che la tua vita fosse più come i tuoi sogni o che i tuoi sogni fossero più come la tua
vita?
323
QUINTO EPISODIO
IDEA GUIDA 11.5.1. Cosa paragoniamo con cosa?
Sofia ha sollevato la questione di quali limiti ci potrebbero essere nel fare paragoni. Ha chiesto se
possiamo paragonare cose solo ad altre cose (presumibilmente intende per "cose" in questo contesto
solo oggetti fisici, tangibili). Questa questione potrebbe aver bisogno di una certa pratica per essere
risolta.
ESERCIZIO. Paragonare cose con altre cose
1.
Paragonate un castello con un garage in termini di taglia.
2.
Paragonate un camion con una bicicletta in termini di peso.
3.
Paragonate un albero con una foglia riguardo al colore.
4.
Paragonate un cavallo con un gatto in termini di forza.
5.
Paragonate un aeroplano con un uccello in termini di velocità.
ESERCIZIO. Paragonare idee e cose
1.
Pensa ad un cerchio. Ora, trova la lettera "o" in questa pagina. Ora paragona il cerchio nella tua
mente alla lettera "o". Puoi farlo?
2.
Pensa ad una linea. Ora disegna una linea dritta su un pezzo di carta. Ora, puoi paragonare la linea
a cui hai pensato e la linea che hai disegnato?
3.
Pensa ad una sedia. Ora hai l'idea della sedia in mente, non è vero? Ora guarda una sedia e
paragonala con l'idea della sedia nella tua mente. Sono la stessa cosa? In che modo? Sono
diverse? Come?
4.
Costruisci, nella tua mente, l'idea del gatto più bello a cui potresti pensare. Ora guarda un gatto
comune. Puoi paragonarli?
5.
Nella tua mente, hai l'idea del numero 2.Ai piedi hai due scarpe. Le scarpe sono come il numero 2?
Puoi paragonare le scarpe e il numero in qualche modo?
ESERCIZIO. Paragonare persone con cose
Completa le frasi seguenti.
1.
Lei è alta come.................................................................................................................................
2.
Egli è buffo come .............................................................................................................................
3.
Mia zia è piccola come .....................................................................................................................
4.
Un ragazzo che conosco è veloce come ...........................................................................................
5.
Una ragazza che conosco è brava come ..........................................................................................
324
ESERCIZIO. Paragonare cose con idee
1.
Potete paragonare un castello con l'idea di taglia?
2.
Potete paragonare un camion con l'idea di peso?
3.
Potete paragonare un albero con l'idea di colore?
4.
Potete paragonare un cavallo con l'idea di forza?
5.
Potete paragonare un aeroplano con l'idea di velocità?
PIANO DI DISCUSSIONE. Giudicare le cose per mezzo delle idee
1.
Supponiamo che vi venga detto che "tutti i castelli sono grandi". Vi aspetterete che il prossimo
castello che vedete sia grande?
2.
Supponiamo che vi venga detto che: "tutti i cavalli sono forti". Vi aspetterete che il prossimo cavallo
che vedete sia forte?
3.
Nei casi precedenti, avete paragonato il castello che avete visto con l'idea che "tutti i castelli sono
grandi"?
4.
Avete paragonato il cavallo che avete visto con l'idea che "tutti i cavalli sono forti"?
5.
Pensate che questo è ciò che Elfie intende quando parla di "paragonare cose con idee"?
IDEA GUIDA 11.5.2. Come domande e risposte vanno insieme
Di solito assumiamo che tutte le domande abbiano delle risposte e che tutte le risposte abbiano
domande, ma certamente non c'è bisogno che sia così. Ci sono molte ragioni per cui una domanda
potrebbe non avere una risposta. E molte cose scritte e dette che abbiamo conservato sono risposte a
domande che abbiamo perduto e che non possiamo ricostruire.
Così, quando troviamo una domanda ed una risposta che "stanno benissimo insieme" ciò potrebbe
indurci a trattenere un po' il fiato perché è una cosa così precisa e giusta. Non c'è nessuna parte della
domanda che non abbia a che fare con la risposta e nessuna parte della risposta che non sia parte della
domanda. Elfie sente, apparentemente, che accade così con la domanda di Sofia e la sua (di Elfie)
risposta.
Prendete la domanda proverbiale: "Perché i pompieri indossano bretelle rosse?". La risposta (nella
barzelletta) è : "Per tenersi i calzoni". Ma non fa al caso suo perché la parola che è problematica in modo
interessante nella domanda, cioè "rosso", non è implicata affatto nella risposta. D' altro canto, la risposta
potrebbe essere rilevante, ma vuota, come lo scambio di battute ugualmente proverbiale: "Perché un
pollo attraversa la strada?", "Per andare dall'altra parte" o "Quanto lontano può arrivare un cane che
corre nei boschi?" "A metà strada".
PIANO DI DISCUSSIONE. In che modo domande e risposte possono andare bene
insieme?
1.
Avete mai visto due amici insieme e pensato che stavano benissimo insieme?
2.
Avete mai visto due cavalli o due cani che stavano benissimo insieme?
3.
Avete mai avuto due pensieri che stavano benissimo insieme?
4.
Potete pensare ad una domanda o ad una risposta che ritenete siano bellissime?
325
PIANO DI DISCUSSIONE. Domande meravigliose
1.
Se fate una domanda meravigliosa, ottenete sempre una risposta meravigliosa?
2.
Se non fai una buona domanda, puoi ottenere una buona risposta?
3.
Le risposte rispondono sempre a delle domande?
4.
Avete mai avuto una risposta prima di sapere la domanda?
5.
C'è una risposta per ogni domanda?
ESERCIZIO. "Come stanno bene insieme!"
Potete pensare a :
1.
Cose che stanno benissimo insieme?
2.
Colori che stanno benissimo insieme?
3.
Idee che stanno benissimo insieme?
4.
Persone che stanno benissimo insieme?
5.
Posti che stanno benissimo insieme?
326
CAPITOLO 12
PRIMO EPISODIO
IDEA GUIDA 12.1.1. Calendario
Un calendario è un sistema per misurare il tempo. Frammenta il tempo in unità di anni, mesi,
settimane e giorni. Gli anni e giorni del mese sono indicati con numeri, mentre i mesi ed i giorni della
settimana hanno nomi. Perciò vi è una serie di anni numerati: 1990, 1991, 1992,1993...
C'è una serie di mesi con i nomi: gennaio, febbraio, marzo...
C'è una serie di giorni con i nomi in ogni settimana: lunedì, martedì, mercoledì...
C'è una serie di giorni numerati in ogni mese: il primo, il due, il tre, il quattro etc.
Se queste informazioni fossero date tutte insieme ad un bambino piccolo, sarebbero difficili da
afferrare, ma generalmente sono assimilate poco alla volta, a mano a mano che i bambini sentono
parlare di queste varie serie durante le conversazioni in famiglia.
ESERCIZIO. Ragionare sulle date
1.
Se oggi è martedì, allora domani sarà mercoledì.
Oggi è martedì, così domani sarà.......................................................
2.
Se oggi è martedì, allora domani sarà mercoledì.
Domani non sarà mercoledì, così oggi non può essere...................................
3.
Se questo mese è febbraio, allora il mese prossimo sarà marzo.
Questo mese è febbraio, così il mese prossimo sarà.....................................
4.
Se questo mese è febbraio, allora il mese prossimo sarà marzo.
Il prossimo mese non sarà marzo. Così questo mese non può essere ..........................
5.
Se oggi è il 5 marzo, domani sarà il 6.
Oggi è il 5 marzo. Così domani sarà il......................................................................
PIANO DI DISCUSSIONE. Il giorno in cui accadono le cose
1.
Avete un giorno della settimana preferito?
2.
Ci sono dei mesi dell'anno che ti piacciono più degli altri? Come può essere?
3.
Ti ricordi cose per quando sono accadute o per cosa è accaduto?
4.
Puoi dire quanto manca a che una cosa accada guardando il calendario?
5.
È importante sapere che giorno è?
327
IDEA GUIDA 12.1.2. Far pratica
Quando ci prepariamo in anticipo per una prestazione di qualche tipo, diciamo che "stiamo facendo
pratica" e se dobbiamo fornire una serie di tali prestazioni, diciamo che stimo cercando di "mantenerci in
esercizio". Ci sono altri significati associati alla parola "pratica" ma questo sembra essere il senso in cui
Elfie usa la parola. Lei sta facendo pratica - sta mettendosi in condizioni di essere pronta, e noi
possiamo immaginare che sarà un'attenta osservatrice della sua pratica ed imparerà dai suoi errori. In
questo senso, correggendo la sua pratica quando le sembra sbagliata, lei insegnerà a se stessa come
fare bene.
PIANO DI DISCUSSIONE. Pratica
1.
Se dovessi cantare una canzone all'assemblea scolastica, faresti prima le prove?
2.
Se stessi imparando a pattinare, ti aiuterebbe fare pratica?
3.
Se stessi imparando a fare la divisione in sillabe, sarebbe utile fare pratica?
4.
Se stessi cercando di leggere, ti aiuterebbe fare pratica di lettura?
5.
Quando pensi che smetterai di fare pratica ed incomincerai veramente a leggere?
ESERCIZIO. Fare pratica nel leggere le parole
Supponiamo che dovessi prepararti a leggere le parole nella colonna a destra, qui sotto, sotto la
parola "prestazione". Preparati leggendo le parole nella colonna su cui è scritto "pratica".
Pratica
Pratica
Pratica
Pratica
Prestazione
cantare
cantare
cantare
cantare
cantare
imparare
imparare
imparare
imparare
imparare
leggere
leggere
leggere
leggere
leggere
incominciare
incominciare
incominciare
incominciare
incominciare
Signor Nerino
Signor Nerino
Signor Nerino
Signor Nerino
Signor Nerino
Vedete, non è più facile leggere queste parole se prima fate pratica?
PIANO DI DISCUSSIONE. Fare cose allo stesso modo e farle in modo diverso
Fate ai vostri alunni la domanda seguente e fate una lista delle loro risposte alla lavagna. "Ci sono
delle cose che fai e che ti piacerebbe fare in modo diverso?". Poi, in gruppo, discutete con loro come
farebbero pratica nel fare le cose che vogliono essere in grado di fare.
(Per esempio, persone che sono sempre puntuali al punto di fare altre cose in fretta, come guidare
troppo veloce, potrebbero voler far pratica di essere in ritardo. Potrebbe essere utile per loro scoprire che
se fanno un po' tardi non succedono necessariamente cose cattive. Non è tanto che si voglia
incoraggiare il ritardo, ma è una buona idea per tutte le persone sapere che se le circostanze sono tali
che loro a volte arrivano in ritardo, non crollerà il mondo).
328
IDEA GUIDA 12.1.3. Essere impertinenti
La parola "impertinente" indica qualcuno che è antipatico, sarcastico o che si prende troppa
confidenza. Vi hanno mai detto che siete impertinenti? Conoscete qualcuno che è impertinente? Potreste
fare degli esempi anche riferiti alle storie che avete letto, ai film che avete visto, ai personaggi dei fumetti
o dei cartoni animati?
ESERCIZI. Opposti della parola "impertinente"
Trova l'opposto della parola impertinente per le frasi seguenti.
1.
Elisa ha detto: "Non mi piacciono i bambini impertinenti".
2.
La tua uscita è stata davvero impertinente in quella situazione.
3.
Mi guardava in modo impertinente.
Opposti
1.
....................................................
2.
....................................................
3.
....................................................
329
SECONDO EPISODIO
IDEA GUIDA 12.2.1. In gamba e saggio
Sia "in gamba" che saggio sono termini che sono generalmente usati per fare un apprezzamento, ma
possono anche avere delle connotazioni di disaccordo. Il significato di disaccordo appare quando si usa
"in gamba" come sinonimo di "furbo, scaltro" (certamente, in questo senso, è già negativo essere "in
gamba" ed è anche peggio quando si pensa di essere "in gamba"). Più avanti, Stefano chiama Bruno
"ragazzo saggio" che è, ancora una volta, un dispregiativo.
Quando le connotazioni delle due parole sono positive, comunque, non sono del tutto sinonimi. In
questo senso sono indicati come "in gamba" i bambini che vanno bene a scuola, mentre "saggio" è
generalmente riservato a persone più anziane (ci sono, certamente, eccezioni. Diciamo: "È un bambino
saggio quello che conosce suo padre" e spesso uguagliamo la saggezza all'intelligenza pratica.
ESERCIZIO. Quando diciamo "in gamba" e quando diciamo "saggio"?
Riempite gli spazi con "in gamba" o "saggio" (se può essere entrambe le cose, o nessuna delle due,
ditelo).
1.
Gianni ha detto: "Mariella ha avuto un buon voto nella divisione in sillabe. Sicuramente è..........….".
2.
Ivan ha detto: "Mi ricordo tutto tranne il mio nome. Non devo essere molto....……………........".
3.
Diana ha detto: "Conosco qualcuno che sa come vivere. Deve essere molto......................…....".
4.
Lola ha detto: "Se fossi..............………...., potrei essere felice".
5.
Diego ha detto: "Se fossi...........…….........., sarei ricco".
IDEA GUIDA 12.2.2. Saggio e profondo
Che significa essere saggi? Diana pensa che forse "saggio" significa lo stesso che "profondo". Elfie lo
prende quasi letteralmente: essere profondi è essere come il mare. Forse intende profondo nel senso di
avere profondità fisica. Ma le due parole non significano del tutto la stessa cosa. Una persona potrebbe
avere una conoscenza approfondita di un certo argomento eppure non avere quella sagacità a proposito
della vita che hanno le persone che generalmente definiamo saggi.
ESERCIZIO. Quando diciamo "saggio" e quando diciamo "profondo"?
Riempi gli spazi . Quand'è che andrebbero bene entrambe le parole?
Quando non andrebbe bene nessuna delle due?
1.
Daniele ha detto: "L'oceano Pacifico è molto........................................".
2.
Elena ha detto: "I miei genitori sanno tutto. Sono molto........................".
3.
Giulia ha detto: "Non devi essere bene educato per essere.....................".
4.
Sandro ha detto: "Se sei........................., sei.........................................".
5.
Mario ha detto: "Non penso che le persone che sono.............fanno delle loro vite un pasticcio".
6.
Adriana ha detto: "Penso che potresti essere................eppure fare della tua vita un pasticcio".
330
PIANO DI DISCUSSIONE. Saggio
1.
Come descriveresti qualcuno saggio?
2.
A che tipo di domande possono rispondere le persone sagge?
3.
Che tipo di domande fanno le persone sagge?
4.
Che tipo di risposte dànno le persone sagge?
5.
Se sei vecchio, devi essere saggio?
6.
Le donne sagge sono diverse dagli uomini saggi? In che modo?
7.
Una persona potrebbe essere folle eppure essere in gamba?
8.
Una persona potrebbe essere folle eppure essere saggia?
ESERCIZIO. Come potrebbe rispondere una persona saggia?
Come pensi che una persona saggia risponderebbe a queste domande?
1.
Quanti anni hai?
2.
Ci sono davvero delle cose nella vita che sono più importanti da fare di altre?
3.
Qual è la cosa migliore al mondo?
4.
Come cambieresti il mondo se potessi?
5.
Qual è la cosa peggiore del mondo?
6.
Sei felice?
7.
Come sei arrivato/a a diventare così saggio?
331
TERZO EPISODIO
IDEA GUIDA 12.3.1. Mira è il fuoco
Elfie era scontenta del suo ruolo di porta. Ma ora vediamo che altri bambini nella recita sono anche
loro oggetti. Bruno è un programma televisivo e Mira è un fuoco. Tutti loro sono cose, ma cose che si
possono muovere, cose che sono animate.
PIANO DI DISCUSSIONE. Fuoco
1.
Che cos'è un fuoco?
2.
Ci può essere un fuoco senza fiamme?
3.
Ci possono essere fiamme senza un fuoco?
4.
Un fornello elettrico ha il fuoco allo stesso modo in cui un fornello a gas ha il fuoco?
5.
C'è fuoco ovunque vi sia calore?
6.
C'è calore ovunque vi sia un fuoco?
7.
C'è un fuoco ovunque vi sia fumo?
8.
C'è fumo ovunque via sia fuoco?
9.
Se non ci fosse fuoco, cos'è che le cose non potrebbero più fare?
DISCUSSIONE ED ATTIVITA' DI PITTURA. Fuoco
Chiedete alla classe di stendersi lentamente per terra, di chiudere gli occhi e costruire l'immagine
mentale di un fuoco fiammeggiante. Chiedete loro di rimanere stesi in silenzio per qualche minuto con gli
occhi chiusi e di continuare a guardare la loro fiamma. Chiedete loro di notare di quali colori è, la sua
forma e come si muove e cambia. Chiedete loro di vedere se fa qualche suono. Lasciate che la classe
rimanga stesa qualche minuto così. Poi chiedete ai bambini di riportare la loro attenzione all'aula e di
aprire gli occhi.
Chiamate dei volontari a descrivere al resto della classe nel modo più attento e preciso possibile
com'era la loro fiamma.
Dopo la discussione, prima possibile, chiedete ai bambini di dipingere la loro fiamma.
IDEA GUIDA 12.3.2. Bruno e Riccardo sono un programma televisivo
I giochi di nascondino dei bambini non sono molto diversi dalle rappresentazioni dei conflitti tra
poliziotti e ladri che ci vengono fornite dalla televisione. È azione, ed i bambini amano guardare
drammatizzazioni di azioni(non è così chiaro che a loro piace vedere l'azione nella vita reale, che spesso
può essere terrorizzante per loro). Bruno e Riccardo, in questo caso, stanno facendo quello che fanno
molti altri bambini: stanno mettendo in atto quello che vedono fare agli attori piuttosto che mettere in atto
quello che hanno osservato nella vita reale. Non stanno facendo i poliziotti e i ladri, stanno facendo gli
attori che a volte recitano la parte di poliziotti e ladri.
332
ESERCIZIO. Agire nel modo in cui agiscono gli altri
Dovete organizzare degli scherzi per una recita a scuola. Ecco alcune situazioni che potete
rappresentare:
1.
Un fratello più grande ed uno più piccolo. Il più grande, che è molto impaziente, sta insegnando al
più giovane ad andare sullo skateboard.
2.
Un insegnante ed un' allieva. L'insegnante sta cercando di aiutare l'allieva con le sue addizioni.
L'allieva piange con facilità.
3.
Un papà gorilla ed un gorilla bambino. Il papà gorilla sta cercando di insegnare al figlio a battersi il
petto.
4.
Un bambino e una bambina che sono vicini di casa. La bambina accusa il bambino di andare
sempre a giocare nel giardino del suo palazzo. Il bambino accusa la bambina di prendere sempre a
calci il suo gatto. Continuano a litigare, aggiungendo accuse ad accuse.
5.
Una sorella più grande ed una più piccola. La sorella più grande si sta truccando. Quando se ne va,
la sorella più piccola si trucca a sua volta.
IDEA GUIDA 12.3.3. Elfie è una porta emozionata
Fino ad ora, Elfie aveva inteso la porta come un oggetto inerte e senza vita. Ora, guardando Bruno e
Riccardo, si emoziona, e, emozionandosi, la porta che impersona si emoziona a sua volta. Non è più
inerte e senza vita: ha sentimenti (forse anche passioni, chi lo sa...?).
ESERCIZIO. Le cose (possiamo far finta) hanno sentimenti
Potete far finta di essere le cose seguenti, con dei sentimenti?
1.
Un tergicristallo felice.
2.
Un vitello imbarazzato.
3.
Un salice piangente con il singhiozzo.
4.
Un aeroplano triste.
5.
Un tritacarne con l'indigestione.
6.
Una patata dagli occhi storti.
7.
Un paio di scarpe troppo piccole.
8.
Un piccolo ponte di legno mentre un camion pesante ci passa sopra (per 1,2 o 3 attori).
9.
Una foglia cadente che è triste.
10. Un ruscello arrabbiato.
IDEA GUIDA 12.3.4. Cose che fanno cose
Uno degli ingredienti principali delle poesie e delle filastrocche per i bambini e dell'altra letteratura per
bambini o del folklore è la fantasia in cui le cose sviluppano caratteristiche umane. Nell'”Apprendista
stregone" che molti bambini conoscono dalla versione interpretata da Topolino in “Fantasia” di Walt
Disney la scopa incomincia a spazzare da sola. Il Pinocchio il burattino di legno si anima e vive come un
bambino vero. Nel “Soldatino di stagno” la ballerina ed il soldatino di stagno, entrambi giocattoli,
sviluppano sentimenti umani. I bambini sembrano amare questi aspetti dell'immaginazione - il venire alla
vita di semplici cose.
333
PIANO DI DISCUSSIONE. Cose che vivono e fanno cose
1.
È possibile che le cose provino sentimenti?
2.
Ti piacerebbe che i tuoi giocattoli provassero dei sentimenti, parlassero, si muovessero? Perché?
3.
Secondo te solo gli esseri umani provano sentimenti? Perché?
4.
Ci sono cose con cui riesci a parlare anche se sono cose? Fai un esempio?
5.
Ci sono cose che possono pensare?
6.
Un computer pensa?
IDEA GUIDA 12.3.5. Elfie sorprende Sergio: è parte della recita?
Elfie ha avuto sufficienti motivi per essere stufa di Sergio e qui lo coglie di sorpresa, mentre sta
spiando dal buco della serratura. Improvvisamente si spalanca e Sergio si trova esposto agli occhi del
pubblico. Ma è vita reale o è parte della recita? E, se è parte della recita, era previsto oppure Elfie ha
improvvisato?
Queste domande illuminano la precarietà delle linee di demarcazione che tracciamo tra arte e vita.
Quanto di quello che noi stessi facciamo è spontaneo e quanto è programmato e previsto in anticipo? E
quando avvertiamo che quanto stiamo facendo è una drammatizzazione, quanta parte c'è in essa del
nostro agire naturale?
PIANO DI DISCUSSIONE. Sorpresa
1.
Ti piace essere sorpreso/a? Perché?
2.
Se i tuoi amici ti stessero facendo una festa a sorpresa, ti piacerebbe saperlo prima?
3.
Ti aspetti sorprese ogni giorno?
4.
Che tipo di sorprese non ti piacciono?
5.
Ti sorprenderebbe se nulla ti sorprendesse?
PIANO DI DISCUSSIONE. Vita reale e finzione
1.
Hai mai la sensazione che quanto sta accadendo è parte di una rappresentazione?
2.
Hai mai partecipato ad una rappresentazione ed hai avuto la sensazione che fosse vita reale?
3.
Potrebbe essere che la tua vita sia una parte che stai imparando a recitare?
4.
Ci potrebbe essere una rappresentazione in cui gli attori inventano le loro parti mano a mano che si
va avanti?
5.
Quando vai a dormire la sera, ti senti come una marionetta riposta nella sua scatola?
6.
Ci sono persone che fanno finta di essere vere, e persone vere che fanno finta di essere finte?
IDEA GUIDA 12.3.6. Vestito come un rapinatore
I bambini sono troppo piccoli per sapere che, nella vita reale, i rapinatori raramente si vestono "come
rapinatori".
I rapinatori da palcoscenico, sono diversi, certamente. Molti di loro sembrano usciti dalle pagine di
Dickens e sono immediatamente riconoscibili (come lo sono gli spazzacamini e le insegnanti e gli
avvocati che anche popolano le pagine di Dickens). In effetti, è legittimo chiedersi se, nella vita reale, i
rapinatori si siano mai vestiti così.
334
Ma i ladri di oggi non sono sicuramente disposti a farsi scoprire vestendosi secondo la loro
occupazione. Cercano di apparire, quanto più è possibile, come qualsiasi altra persona (un cinico
potrebbe osservare che in effetti potrebbero essere qualsiasi altra persona). Se è così, ai bambini non si
dovrebbe insegnare a riconoscerli? Non dovrebbero essere avvertiti della possibilità che un visitatore
dall'aspetto gentile è un galeotto e che i giovanotti attraenti che si trattengono vicino alla banca stanno
progettando una rapina?
Ovviamente, dobbiamo tracciare una linea di demarcazione tra lo spingere i bambini a vivere in
un'atmosfera di continua sfiducia ed ansietà e l'avvertirli, nondimeno, dei pericoli reali mascherati come
amichevoli e benevoli, come gli astuti molestatori di bambini. In questa situazione, cosa si può fare oltre
a rinforzare la capacità di giudizio del bambino piuttosto che esacerbare paure isteriche da un lato o
tranquillizzarli eccessivamente dall'altro?
ESERCIZIO. Costumi
Stasera sognerete di essere ad una festa in costume. Ognuno indosserà un costume.
Per avere il costume che vuoi, devi prima fare un piccolo esercizio. Devi mettere in ordine di
preferenza la lista di costumi, mettendo quello che ti piace di più all'inizio, e quello che ti piace di meno
alla fine. E per ogni costume, devi indicare la ragione per cui ti piace o non ti piace.
Costume
Grado di preferenza
Rapinatore.
1.
Clown.
2.
Diavolo.
3.
Alligatore.
4.
Angelo.
5.
Cantante rock.
6.
Poliziotto.
7.
Spazzacamino.
8.
Ragione
IDEA GUIDA 12.3.7. La porta cattura il rapinatore
Questo fatto potrebbe indurci a rivedere il giudizio che avevamo dato della signora Maestra.
Certamente alcuni lettori fino a questo punto potrebbero aver pensato che la Maestra abbia fatto troppo
poco per Elfie. E la stessa Elfie ha accusato la maestra di non essere sempre gentile.
Ma ora dobbiamo riflettere sul fatto che la porta si rivela essere, apparentemente, una specie di eroe
nella rappresentazione perché è la porta che cattura il rapinatore. E così forse la signora Maestra, che ha
assegnato il ruolo della porta ad Elfie, potrebbe aver tentato di darle da fare qualcosa che le avrebbe
consentito di esprimersi di più e che l'avrebbe portata all'attenzione degli altri (l'applauso del pubblico
deve essere sembrato gratificante, ma notiamo che, anche qui, Elfie è riluttante ad ammettere di aver
fatto bene e di essere stata adeguatamente apprezzata).
PIANO DI DISCUSSIONE. Elfie è stata l'eroina della recita?
Quanti di voi credono che Elfie è stata l'eroina della recita? Va bene, andate in quest'angolo della
stanza e discutete sul perché pensate che Elfie sia stata l'eroina.
Quanti di voi credono che Elfie non è stata l'eroina della recita? Va bene, andate in quest'angolo della
stanza e discutete sul perché pensate che Elfie non sia stata l'eroina.
Ora, il resto di voi, poiché non vi siete ancora decisi, rimanete qui e pensate ancora ad Elfie ed al
ruolo della porta nella recita.
335
Va bene, ora che avete tutti avuto del tempo, voglio che il gruppo che pensa che Elfie è stata l'eroina
cerchi di persuadere gli altri dando le migliori ragioni possibili.
Ed ora voglio che il gruppo che pensa che Elfie non è stata l'eroina cerchi di persuadere gli altri
dando le migliori ragioni possibili.
E adesso, gli altri si sono decisi?
IDEA GUIDA 12.3.8. L'inchino di Elfie e la porta olandese di Elfie
Non tutti sapranno che cos'è una porta olandese la prima volta che sentono questo nome. È una
porta che è divisa in una sezione superiore ed una sezione inferiore. Ogni sezione ha cerniere separate,
così che potete lasciare la parte di sotto chiusa ed aprire quella di sopra o vice versa.
Ora, quando Elfie fa l'inchino, pensa di stare copiando una porta olandese quando si piega a partire
dalla vita, tenendo le gambe dritte, fino a che la sua testa quasi non tocca il pavimento. Ed ha ragione
perché una parte della porta può essere stabile mentre l'altra si muove. Ma la porta oscilla da parte a
parte, mentre Elfie si piega dall'alto in basso.
Elfie riferisce che : "Tutti ridono al mio inchino da porta olandese!". Ma il loro riso significa che
l'hanno trovata divertente o che l'hanno trovata ridicola? Ed hanno riso perché stava tentando di essere
una porta olandese (come lo saprebbero?) o perché il suo inchino era così formale?
ESERCIZIO. Se tu fossi una porta, come ti inchineresti?
1.
Come una porta girevole? Come lo faresti?
2.
Come una porta olandese? Come sarebbe?
3.
Come una porta oscillante? Come sarebbe?
4.
Come una porta a scivolo? Come sarebbe?
5.
Come una porta di garage? Come sarebbe?
ESERCIZIO. Altre cose che potresti tentare di essere
1.
Essere una caffettiera che si riscalda.
2.
Essere una ruota di una macchina veloce.
3.
Essere un lavello di cucina con due rubinetti.
4.
Essere una vaschetta di mangime per uccelli.
5.
Essere un telefono.
IDEA GUIDA 12.3.9. Cosa succede se tutto va storto?
Anche dopo che tutto sembra andato bene con la recita, Elfie si preoccupa che tutto possa andare
storto. Certamente sembra essere una persona ansiosa e preoccupata di tutto! Ma, come vedremo in
seguito, sta già pensando al programma televisivo.
336
PIANO DI DISCUSSIONE. Possiamo preoccuparci per quanto è già accaduto?
1.
Potete preoccuparvi oggi del fatto che ieri avete versato un bicchiere di latte?
2.
Potete preoccuparvi oggi se l'anno scorso non avete avuto una festa di compleanno?
3.
Vi incomincereste a preoccupare se l'anno scorso non avete avuto un compleanno?
4.
Vi preoccupereste se l'anno scorso riuscivate a leggere e quest'anno no?
5.
Vi preoccupereste se l'anno scorso pensavate di avere sette anni ed avete scoperto di averne
settanta?
337
QUARTO EPISODIO
IDEA GUIDA 12.4.1. Elfie fa una domanda.
Apparentemente Elfie è così ansiosa riguardo l'imminente programma televisivo che si dimentica la
sua normale inibizione nel porre domande e domanda alla Maestra se bisogna fare le prove. Sergio grida
la notizia alla classe, nel caso nessuno avesse notato che Elfie aveva fatto una domanda ed Elfie
ammette con Sofia che è la prima volta che ha fatto una domanda da quando è a scuola.
Poiché Elfie ci ha detto direttamente quello che pensa, sappiamo generalmente quante domande
abbia paura di fare. Ci confida tutte le sue perplessità e immaginazioni e dubbi. ma i suoi compagni
sanno poco o niente di ciò: per loro, la prima domanda di Elfie è un vero evento. È forse è per questo
che Sofia pensa che niente dopo questo sarà più lo stesso.
ESERCIZIO. Quali di queste domande desidereresti aver fatto?
1.
L'insegnante ha detto : "Ora esercitiamoci a scrivere la lettera T". Un bambino ha detto: "È sicuro
per noi farlo?".
2.
L'insegnante ha detto: "Tutte le finestre nella stanza sono aperte". Una bambina ha chiesto:
"Significa che nessuna di loro è chiusa?".
3.
Una madre ha detto: "Gianni, comportati da fratello con la tua sorellina". Gianni ha chiesto: "Perché
dovrei se non si comporta da sorella con me?".
4.
Una ragazza è inciampata su una scatola. Ha detto: "Stupida scatola! Perché devi metterti sulla
mia strada?".
5.
Un ragazzo ha chiesto: "Da dove vengono gli arcobaleni?".
6.
Una ragazza ha chiesto: "Se faccio una cosa buona ed una cattiva, ciò mi rende uguale?".
IDEA GUIDA 12.4.2. "Niente sarà più lo stesso"
A volte raggiungiamo un punto di svolta nelle nostre vite, e sappiamo mentre si verifica che è un
punto di svolta. Lo riconosciamo come tale.
Certamente, come dice il detto: "Oggi è il primo giorno del resto della tua vita". Ma ogni giorno è così.
Un giorno che è un punto di svolta è un giorno in cui accade qualcosa che cambia tutto.
Sofia pensa che la prima domanda di Elfie segni questo tipo di differenza: è una pietra miliare. Niente
dopo questo sarà più lo stesso.
PIANO DI DISCUSSIONE. "Niente sarà più lo stesso"
1.
Ti è mai successo qualcosa che ha cambiato la tua vita? Che cos'era?
2.
Se improvvisamente scoprissi di saper leggere e scrivere molto bene, cambierebbe la tua vita?
3.
Se mangiassi un pasto molto diverso, cambierebbe la tua vita?
4.
Se ti fosse data la patente per guidare la macchina, cambierebbe la tua vita?
6.
Se potessi essere il migliore amico di una persona che ti piace, cambierebbe la tua vita?
338
QUINTO EPISODIO
IDEA GUIDA 12.5.1. Cosa è più importante: fare le domande giuste o fare le
domande nel modo giusto?
A volte facciamo le domande sbagliate.
Altre volte, formuliamo male le nostre domande: vanno bene, ma le formuliamo nel modo sbagliato.
Se ti dicono che non ci sono più posti per il film che sei andato/a a vedere, chiedere se puoi avere un
posto nel corridoio laterale sarebbe una domanda sbagliata.
D'altro canto, se volessi chiedere: "A che ora è il prossimo spettacolo?" ed invece chiedessi : "Il
prossimo spettacolo sarà puntuale?" avreste formulato la vostra domanda nel modo sbagliato rispetto a
quello che intendevate dire.
ESERCIZIO. Fare domande
1.
2.
3.
4.
Domanda
sbagliata
Domanda fatta in
modo sbagliato
Entrambe le
cose
?
Gianni è stato mandato al negozio per
comprare uno sfilatino. Nel negozio ha
chiesto al commesso: "Per favore, mi
venderesti la torta al cioccolato?".
❑
❑
❑
❑
Gianni ha portato la sua bici alla stazione
di servizio. La sua bicicletta aveva una
ruota a terra. L'ha messa davanti ad una
tanica di benzina e ha chiesto: "La
riempiresti, per favore?".
❑
❑
❑
❑
Gianni ha visto un uomo con un orologio
da polso. "Ehi, signore" ha gridato "può
dirmi che temperatura fa oggi?".
❑
❑
❑
❑
La madre di Gianni stava facendo dei
biscotti al cioccolato. "Ehi, mamma" ha
gridato Gianni "posso avere del latte con
un bicchiere di biscotti?".
❑
❑
❑
❑
339
CAPITOLO 13
PRIMO EPISODIO
IDEA GUIDA 13.1.1. Fare un viaggio? Dove? Come e perché?
Elfie dice che ora ascolteremo come lei ed i suoi amici sono andati allo studio televisivo. Ci dice dove
sono andati lei ed i suoi amici. Ci ha già spiegato perché ci sono andati (la gara e tutto il resto) . Ed ora
sta per dirci come hanno viaggiato (nella piccola macchina della signora Maestra). Ci sono altre
domande che si possono fare, come: quando? Ma Elfie a già risposto a questo, quando ci dice "il
quattordici febbraio".
ESERCIZIO. Inventare una storia su un viaggio
Ecco alcuni diversi viaggi che potreste fare. Come rispondereste a queste domande?
Come?
1.
Sulla luna.
2.
In slitta.
3.
A Natale.
4.
Per la tua festa di compleanno.
5.
Su un battello da fiume.
Quando?
Per dove?
Perché?
IDEA GUIDA 13.1.2. Tutti nella piccola macchina
Tutti sono stipati nella piccola macchina della signora Maestra nel percorso verso la stazione
televisiva. Siete mai stati stipati con altre persone, in un piccolo spazio? In una stanza piccola, in un
autobus o in una macchina? Che sensazione vi dava?
PIANO DI DISCUSSIONE. Stare stipati in un piccolo spazio
1.
Sei mai stato/a stipato in un piccolo spazio insieme ad altri bambini? Come ti sei sentito/a?
2.
Sei mai stato stipato/a in un piccolo spazio con degli adulti? Che sensazione ti dava? Ti faceva
sentire molto piccolo/a? Ti faceva sentire molto basso/a?
3.
Quante persone si possono sedere nel grembo di una persona?
4.
Quanti grembi ha una persona?
5.
Quanti bambini possono stare stipati in una piccola macchina?
340
ESERCIZIO. Come ci si sente ad essere stipati in una macchina piccola?
Essere stipati in una piccola macchina è più come:
a.
Essere una sardina in una scatola di sardine.
b.
Essere un fagiolo in una scatola di fagioli.
c.
Essere un dente in una bocca piena di denti.
d.
Essere una foglia in un gran mucchio di foglie.
e.
Essere una piuma in un cuscino pieno di piume.
f.
Essere un fiammifero in una scatola piena di fiammiferi.
g.
Essere in un grande magazzino durante una svendita.
h.
Essere un'arancia in uno spremiagrumi.
IDEA GUIDA 13.1.3. Prepararsi
Cosa facciamo per prepararci a qualcosa? Prepararsi è una peculiare forma di comportamento, ma
probabilmente non ne siamo molto consapevoli quando la intraprendiamo. E ci si può preparare
mentalmente a qualcosa allo stesso modo in cui ci si prepara a fare qualcosa fisicamente? Ci si può
preparare emozionalmente a qualcosa?
ESERCIZIO. Pronti? Partenza? Via!
Mostraci cosa fai quando ti prepari a:
1.
Fare una corsa.
2.
Andare a dormire.
3.
Bere un bicchiere di latte.
4.
Mangiare una mela.
5.
Fare un salto mortale.
Ora mostraci com'è non essere pronti a fare queste cose.
PIANO DI DISCUSSIONE. Prepararsi
1.
Supponiamo che dicessi: "Preparatevi a pensare a un gatto ma non pensateci". Potreste farlo?
2.
Supponiamo che dicessi: "Questo pomeriggio volerete sulla luna. Ora, preparatevi". Potreste farlo?
3.
Supponiamo che dicessi: "Tra un momento, spariremo tutti. Ora, prepariamoci". Potreste farlo?
4.
Qual è la differenza tra "essere pronti" e "stare per partire"?
5.
Qual è la differenza tra "essere pronti" e "non essere pronti"?
IDEA GUIDA 13.1.4. Domande che ci piacerebbe fare
Ecco un'opportunità per indurre i bambini in classe a verbalizzare domande che potrebbero aver
avuto in mente ma che esitavano a fare. I cinque bambini nella macchina fanno domande che sono
341
esempi di domande che i bambini potrebbero fare in classe (perché scelgono questo modo particolare di
fare domande - mentre stanno viaggiando in macchina? È perché l'instabilità e la stranezza della
situazione, a paragone di casa o di scuola, conferisce loro una flessibilità di pensiero di cui potrebbero
ordinariamente mancare?).
ESERCIZIO. La domanda fattuale di Sergio. È vero che..................?
1.
Sergio fa una domanda di fatto: “È vero che... i cani hanno le sopracciglia?” Potreste fare domande
simili, come..................
1.
È vero che ...............il cielo è una grande coppa?
2.
È vero che..............i pesci respirano con le code?
3.
È vero che..............alcuni laghi contengono acqua asciutta?
4.
È vero che ...........i cuccioli di elefante hanno colli lunghi e sottili?
5.
È vero che........la pioggia viene dalle nuvole nel cielo?
6.
La vostra domanda: è vero che........................................?
ESERCIZIO. La domanda di Enrico su dove vanno le cose
1.
Dove va il giorno quando se ne va da qui?
2.
Dove va il cibo che le persone non mangiano?
3.
Dove vanno le macchine quando non camminano più?
4.
Dove va l'acqua quando piove sul terreno?
5.
Dove vanno le domande una volta che hanno ricevuto una risposta?
6.
La vostra domanda: dove......................................................?
ESERCIZIO. La domanda di Valeria sulle cose che sono altre cose
1.
In che modo l'uovo di un uccello è come il nido di un uccello?
2.
In che modo il ghiaccio è come il vetro?
3.
Avere una testa piena di cervelli è come.........................?
4.
In che modo le tue unghie sono come i tuoi denti?
5.
.....................................è come...................................?
ESERCIZIO. La domanda di Elfie su come devono essere le cose
1.
I cerchi devono essere rotondi?
2.
Le linee devono essere dritte?
3.
I cani e i gatti devono essere diversi?
4.
Se una finestra è aperta, può essere ancora chiusa?
5.
La vostra domanda su come le cose devono essere:....................................
342
ESERCIZIO. La domanda di Sofia su cosa può essere (cioè. cosa è possibile)
1.
È possibile che ogni giorno avrà sempre un domani?
2.
È possibile che ogni giorno abbia sempre avuto un ieri?
3.
Se due punti sono nella stesso posto, possono essere sempre due punti?
4.
Se due parole significano la stessa cosa, sono sempre due parole?
5.
La vostra domanda:.......................................................................
IDEA GUIDA 13.1.5. Sedere l'uno nel grembo dell'altro
È vero che Enrico stava seduto in grembo a Sergio ed Elfie stava seduta in grembo a Valeria. Ma
erano tutti seduti l'uno nel grembo dell'altro come suggerisce Elfie?
Per un verso, ciò si collega alla domanda di Elfie: "Se due persone vanno a cavallo, una deve per
forza cavalcare davanti?". Possiamo infatti immaginare il suo stupore, se una persona siede in grembo
ad un'altra persona, è lo stesso che sedere l'uno nel grembo dell'altro? È possibile che due persone
seggano l'una nel grembo dell'altra allo stesso tempo o deve accadere in tempi diversi?
Ancora, ci sediamo nel grembo di un altra persona o sul grembo?
ESERCIZIO. Sedere in grembo
1.
Due di voi possono sedere l'uno nel grembo dell'altro allo stesso tempo? Provateci.
2.
Potete sedere in grembo a qualcuno che sta in piedi? Provateci.
3.
Se Elfie siede in grembo a Valeria, Enrico può sedere in grembo ad Elfie? Se è così, Sergio può
sedere in grembo ad Enrico? Si può continuare all'infinito? Provateci.
4.
Se state poggiati sulla testa, avete ancora un grembo? Provateci.
5.
Quanti bambini possono sedere in grembo ad un adulto allo stesso tempo?
6.
Quanti bambini possono sedere in grembo ad un adulto in momenti diversi?
IDEA GUIDA 13.1.6. La barba di Marco
Elfie dice: "Aveva una barba così grande che non potevo vedere cosa stava dicendo". Cosa ci dice
questo a proposito di quello che fa Elfie quando qualcuno sta parlando?
PIANO DI DISCUSSIONE. La barba di Marco
1.
È possibile che Marco abbia una barba così grande che non potete vedere la sua bocca?
2.
È possibile che Marco abbia una barba così grande che non potete vedere i suoi occhi?
3.
È possibile che Marco abbia una barba così grande che non potete vedere il resto del suo corpo?
4.
Marco potrebbe essere null'altro che la sua barba?
343
ESERCIZIO. Guardare le altre persone
1.
Se guardiamo la bocca di qualcuno, questo ci aiuta a sapere cosa sta dicendo?
2.
Se guardiamo gli occhi di qualcuno, questo ci aiuta a sapere cosa sta guardando?
3.
Se guardiamo le orecchie di qualcuno, questo ci aiuta a sapere cosa sta ascoltando?
4.
Se guardiamo i piedi di qualcuno, questo ci aiuta a capire dove sta appoggiato?
5.
Se guardiamo la faccia di qualcuno, questo ci aiuta a capire come si sente?
IDEA GUIDA 13.1.7. Fare le cose man mano che vengono
Apparentemente Marco, il regista, voleva che i bambini facessero le cose man mano che venivano,
così ha detto loro di "improvvisare", ma non erano abituati alla parola e non lo avevano capito.
Un sacco di volte, quando incontriamo una parola che non abbiamo mai visto prima, cerchiamo di
ricavarne il significato dal contesto.
1° giocatore: hai un piano su come possiamo vincere il gioco oggi?
2° giocatore: no, dovremo improvvisare.
In questo caso, possiamo dire in base al contesto che "improvvisare" è l'opposto di procedere con un
piano. Così, deve significare qualcosa come: "Capire cosa fare man mano che si va avanti".
ESERCIZIO. Fare le cose man mano che si va avanti
1.
Prendete un pezzo di carta e dei pastelli. Tracciate delle linee a casaccio sulla carta. Ora, come
potete usare quelle linee per aiutarvi a fare un disegno? Cercate di capire cosa volete disegnare
man mano che andate avanti.
2.
Prendete la vostra copia di Elfie e scegliete tre parole a caso. Ora, inventate una storia
incominciando con una di quelle parole, poi introducete la seconda e poi introducete la terza.
3.
Se avete un pianoforte o qualche strumento musicale, suonate tre note a caso. Ora, inventate una
canzone usando quelle tre note come base per la melodia.
IDEA GUIDA 13.1.8. Regole e giochi e differenze di contesto
Potrebbe essere utile trovare giochi diversi in cui si fa uso di materiali diversi: per esempio, lo stesso
mazzo di carte si possono fare molti giochi diversi.
Ma sarebbe difficile pensare a due giochi diversi che abbiano le stesse regole. Si potrebbe pensare di
fare una gara di pallavolo con un pallone da calcio, ma si dovrebbero seguire le regole della pallavolo
perché sia una partita di pallavolo. Così, le regole di un gioco sono pressappoco il cuore del gioco, e se
non ci si attiene alle regole non si sta veramente facendo quel gioco.
Elfie sembra sottolineare che esiste anche un gioco linguistico e che ci si aspetta che si rispettino le
regole del gioco. Ma no, c'è un equivoco, per cui una parola ora è usata in un senso e più tardi in un
senso diverso. Protesta che: "Continuano a cambiare le regole!".
Ma è veramente così? Una parola può avere diverse sfumature di significato così che, se è adoperata
nello stesso contesto con diversi di quei significati, l'autore potrebbe essere accusato di equivocare. Ma
se il contesto cambia, anche il significato della parola potrebbe cambiare, e in modo del tutto
appropriato. Non c'è nulla di sbagliato nel fatto che un autore usi una parola in un modo in un contesto e
poi, più tardi, in un contesto differente usi la stessa parola in modo diverso.
Le difficoltà che Elfie ha con l'uso che Marco fa della parola "spontaneo" dovrebbe servire da segnale
per i bambini suggerendo che chi legge deve sempre prestare attenzione al contesto. Non è una
questione facile da spiegare, ma i bambini probabilmente sono più abili di quanto pensiamo nel cogliere
indizi contestuali.
344
ESERCIZIO. Differenze di contesto e differenze di significato
1.
Che differenza c'è tra "il centro" al tiro a bersaglio e il "centro" della città?
2.
Che differenza c'è tra la "maschera" che accompagna gli spettatori nel cinema e la "maschera" che
indossi a carnevale?
3.
Che differenza c'è tra il "cavallo" dei pantaloni ed il "cavallo" che partecipa ad una corsa ippica?
4.
Che differenza c'è tra il "palo" in una rapina ed il "palo" di una porta di calcio?
5.
Che differenza c'è tra il "becco" di un quattrino ed il "becco" di un pappagallo?
PIANO DI DISCUSSIONE. Regole e giochi
1.
Quali sono le regole del monopoli?
2.
Quali sono le regole del nascondino?
3.
Quali sono le differenze tra le regole del monopoli e le regole del nascondino?
4.
Ora, pensate a due giochi, e dite cosa c'è di diverso nelle loro regole.
5.
Ci sono delle regole simili?
6.
Tutte le loro regole sono simili?
ESERCIZIO. Cambiare le regole
Fate una partita a monopoli ma con questa differenza: ogni volta che un giocatore gioca, deve
cambiare una regola del gioco. Il giocatore seguente deve cambiare una diversa regola e così via. Vi
piace giocare in questo modo o era meglio com'era prima?
IDEA GUIDA 13.1.9. Fingere di essere innocenti
Sofia ed Elfie sono zittite dalla signora Maestra e fingono che non stavano parlando. Elfie non finge
con Sofia che stavano zitte: finge con la sua insegnante.
Quanto spesso accadono cose di questo tipo? I bambini imparano a nascondere o camuffare ciò che
temono sarà punito? Anche gli adulti a volte fingono innocenza?
Forse, in una comunità che si prende cura dei suoi membri, ci sono molte minori infrazioni che sono
tollerate, ignorate o scusate. Poiché Sofia ed Elfie sanno che la signora Maestra non le castigherà per il
loro chiacchiericcio, fingono che non si sia verificato per nulla, e la finzione è accettata da tutti coloro che
vi sono implicati. Come era solito dire il filosofo Vaihnger, gran parte del nostro comportamento è "come
se". In questo caso, Sofia ed Elfie agiscono come se non avessero fatto nulla di sbagliato.
PIANO DI DISCUSSIONE. Agire come se
1. Siete mai stati cattivi con qualcuno e poi avete agito come se non fosse mai accaduto?
2.Avete mai fatto chiasso in classe e poi avete fatto finta che non siete stati voi?
3.Avete mai messo in disordine la vostra aula e poi agito come se non l'aveste fatto voi?
4.Avete mai detto di non aver fatto qualcosa pur sapendo che qualcun altro vi aveva visto farlo?
5.Avete mai creduto che la vostra/il vostro insegnante avesse gli occhi anche dietro la testa, anche se
sapevate per certo che non era così?
345
IDEA GUIDA 13.1.10. Fare una sessione di prova
Precedentemente abbiamo parlato di prepararsi a fare qualcosa. Qui, Marco dice ai bambini di
rappresentare una visita al "cantastorie" e di fare prima una "sessione di prova".
È una cosa familiare per tutti quelli che hanno messo su una recita: ripetere prima il copione o fare
una prova. I bambini sono abituati a provare per diventare bravi a fare qualcosa in quanto fanno pratica
nello scrivere le parole (ancora e ancora) o fanno pratica con uno strumento musicale.
La parola "pratica" non è un problema fino a che i bambini non scoprono il suo uso professionale
come un "medico praticante" e pensano erroneamente che il dottore non abbia ancora imparato la sua
professione e che stia ancora facendo pratica.
PIANO DI DISCUSSIONE. Fare pratica ed eseguire
1.
Hai dovuto fare molta pratica prima di imparare a scrivere?
2.
Hai dovuto fare pratica prima di imparare a dipingere con le dita?
3.
Hai dovuto fare pratica prima di imparare ad allacciarti le scarpe?
4.
Hai dovuto fare pratica prima di poter mangiare?
5.
Che tipo di cose puoi fare senza fare prima pratica, e che tipo di cose hanno bisogno di pratica
prima che tu possa farle?
IDEA GUIDA 13.1.11. "Dovete per forza?"
Sergio domanda ad Elfie e a Sofia : " Vi dovete per forza tenere per mano?". Un altro modo per dirlo
è "Dovete proprio tenervi per mano?". Ciò è molto vicino al commento preferito dei bambini: la domanda
retorica "Devo proprio?" (è una domanda retorica perché sanno in anticipo quale sarà la risposta.
Generalmente è una domanda che fanno quando sanno che la risposta sarà: "Sì, devi proprio!").
E, anche in questo caso, abbastanza sicuramente la risposta di Sofia è: "Perché no?" scaricando su
Sergio il peso di trovare una ragione per cui non debbano tenersi per mano. Sergio apparentemente sa
riconoscere quando è sconfitto e passa ad un altra questione.
PIANO DI DISCUSSIONE. "Devi per forza?"
Come risponderesti nei casi seguenti?
1.
Stai scrivendo alla lavagna. Il gesso stride. L'insegnante dice: "Devi per forza farlo stridere"?
2.
Ti piace fare aeroplani di carta e lanciarli al tuo compagno di banco. Lui dice : "Devi per forza
farlo?".
3.
Ogni giorno leghi insieme i lacci delle tue scarpe così che inciampi sui tuoi stessi piedi. La ragazza
seduta vicino a te dice: "Devi per forza farlo"?
4.
È ora di pranzo. Stai mangiando in silenzio. Il tuo compagno di banco dice: "Devi per forza farlo?".
5.
Ora dai tu un esempio.
IDEA GUIDA 13.1.12. Essere curiosi *
Nella filastrocca che recita il cantastorie, la giraffa rappresenta chi è curioso. Cosa significa essere
curiosi? I bambini lo sono naturalmente. Fin da piccoli desiderano esplorare l'ambiente che li circonda
toccando gli oggetti, portandoli alla bocca, manipolandoli. Si avventurano carponi in ogni angolo della
346
casa. Crescendo, mantengono viva la loro curiosità. Vogliono conoscere la natura ed il perché delle cose
e fanno un sacco di domande che, a volte, mettono anche in difficoltà i grandi.
A volte la curiosità sfocia nell'imprudenza e nella temerarietà, come quei bambini che intraprendono
attività pericolose per vedere cosa può succedere come conseguenza delle loro azioni: ad esempio
giocano con gli accendini ed i fiammiferi, appiccano piccoli incendi, fanno traboccare l'acqua dalla vasca
da bagno per non parlare di azioni molto più gravi.
È utile, a questo proposito, stimolare una discussione sull'argomento sollecitando riflessioni critiche
da parte dei bambini.
PIANO DI DISCUSSIONE. Essere curiosi *
1.
Cosa significa essere curiosi?
2.
Tutti sono curiosi? Conoscete qualcuno che non sia curioso?
3.
È possibile essere troppo curiosi?
4.
Cosa si prova ad essere curiosi?
5.
A cosa serve essere curiosi?
6.
Voi siete curiosi?
7.
Chi è più curioso, i bambini o i grandi? Perché?
ESERCIZIO. Essere curiosi*
Quale delle seguenti persona è curiosa? Date una ragione per le vostre risposte.
1.
Paolo ha detto: “Voglio sapere come è nato l'universo”.
2.
Giulia ha detto: “Voglio avere la mia paghetta”.
3.
Giorgio ha detto: “Perché d'estate non piove come d'inverno?”.
4.
Mario ha detto: “Dammi il tuo indirizzo, così posso scriverti”.
5.
Pasquale ha detto: “Mi domando perché le nuvole sono bianche”.
IDEA GUIDA 13.1.13. Vivere chiusi nel proprio guscio*
La tartaruga della filastrocca ha preferito vivere chiusa nel proprio guscio. Indubbiamente si tratta di
una scelta comoda e rassicurante. Così ci si confronta il meno possibile con le novità, i pericoli, i rischi
della vita. Ma si vive bene in questo modo? Non c'è pericolo di perdere esperienze, emozioni, occasioni?
Alla fine la tartaruga si pente: le sarebbe piaciuto essere come la giraffa. Ci sono bambini, come Elfie,
molto timidi, insicuri, che hanno paura di esprimersi, di esporsi, ma che nondimeno sono molto curiosi,
si interrogano su un sacco di cose e si pongono molte domande. Non sarebbe il caso di incoraggiarli a
"venire fuori dal loro guscio"? Ci sono invece bambini che si appagano di quello che hanno: i loro
giocattoli, le loro amicizie, la loro casa e non si confrontano con il mondo che li circonda, non sono
interessati o incuriositi da nulla o quasi. Anche per loro, forse sarebbe utile un incoraggiamento
all'esplorazione, alla scoperta, suggerendo loro che le cose non devono essere date per scontate ma che
possono generare molti interrogativi. Anche a questo proposito una discussione in classe potrebbe
essere molto fruttuosa.
PIANO DI DISCUSSIONE. Vivere chiusi nel proprio guscio*
1.
Cosa significa "vivere chiusi nel proprio guscio"?
347
2.
Conoscete qualcuno che "vive chiuso nel suo guscio"? Secondo voi perché lo fa?
3.
Vi è mai capitato di desiderare di "rintanarvi nel vostro guscio"? In quali circostanze e perché?
4.
Come si potrebbe fare per convincere una persona a "uscire fuori dal suo guscio"?
5.
Quali sono i vantaggi di "vivere chiusi nel proprio guscio"? Quali sono gli svantaggi?
6.
Una persona che vive "chiusa nel suo guscio" è curiosa o no? Perché?
ATTIVITA'. La giraffa e la tartaruga*
Chiedete a due volontari di interpretare la giraffa e la tartaruga. Ognuno di loro dovrà spiegare alla
classe perché abbia scelto di vivere in un certo modo, se ne è contento/a o meno, se si pente di come ha
scelto di trascorrere la vita e perché. I compagni di classe possono aiutarli facendo loro delle domande.
IDEA GUIDA 13.1.14. Simbolo*
Il cantastorie dice che la tartaruga rappresenta un simbolo. Il simbolo delle persone pigre, lente, poco
coraggiose e Valeria dice che anche la giraffa rappresenta un simbolo, il simbolo delle persone
coraggiose e curiose. Molti animali hanno la funzione di simbolo nella nostra cultura: il leone rappresenta
le persone coraggiose, audaci, l'asino le persone tarde di comprendonio ed ignoranti, il mulo le persone
testarde..........Perché si usano i simboli? Forse perché sono efficaci, colpiscono l'immaginazione,
condensano una serie di idee in una sola immagine. Ma che cos'è un simbolo? È un segno o una figura
di una cosa materiale oppure è proprio una cosa, scelta per rappresentare una cosa morale, un concetto
o un personaggio. Così, ad esempio, una bandiera è simbolo di una nazione.
PIANO DI DISCUSSIONE. Simboli*
1.
Che cosa sono i simboli?
2.
A che servono i simboli?
3.
Quand'è che si usano i simboli?
4.
Vi piacciono i simboli?
5.
Come si fa a riconoscere un simbolo?
ESERCIZIO. Simboli*
Associa alle cose nella colonna di sinistra i simboli nella colonna di destra.
Farmacia.
Bandiera tricolore.
Pericolo di morte.
Cuore.
Italia.
Teschio con ossa incrociate.
Stati Uniti.
Ramoscello d'ulivo.
Pace.
Bandiera a stelle e strisce.
Amore.
Croce.
348
ESERCIZIO. Animali come simbolo *
Di quale atteggiamento, modo di essere, difetto o qualità sono simbolo gli animali seguenti e perché?
Animale
1.
Ghiro.
2.
Tartaruga.
3.
Maiale.
4.
Serpente.
5.
Cane.
6.
Talpa.
7.
Scimmia.
8.
Orso.
Atteggiamento, modo di essere, difetto o qualità
Perché
IDEA GUIDA 13.1.15. Leggere nel cervello*
È possibile leggere nella mente di qualcuno? Avete mai pensato o desiderato di poterlo fare? E
sarebbe giusto farlo? Sono solo alcune delle domande che ci vengono in mente sull'argomento. È un
argomento che suscita molta curiosità nei bambini. Sin da piccolissimi i bambini iniziano a sviluppare
"teorie della mente", cioè ad immaginare che gli altri abbiano stati mentali, intenzioni, idee,
rappresentazioni del mondo e su questa base costruiscono ipotesi, inferenze, prevedono azioni...
Chiedersi cosa c'è nella mente di qualcuno significa, infatti, poter capire meglio le azioni ed i
comportamenti di quella persona e riuscire ad interagire con essa. Ciò avviene tuttavia sempre sulla
base di ipotesi, interpretazioni. La mente dell'altro rimane sempre qualcosa di misterioso per noi. Così,
per gli insegnanti la mente dei loro allievi è una continua scoperta e chi lavora con Philosophy for
Children sa che la mente dei bambini è una ricchezza ineguagliabile. Come dice la filastrocca: i bambini
pensano il mondo intero.
Cosa succederebbe se la mente dell'altro non fosse più un mistero da scoprire, se potessimo leggere
i pensieri e i sentimenti degli altri come in un libro aperto? Non ci sarebbe qualcosa di forzato e di
sbagliato? Non si perderebbe il piacere di scoprire l'altro ed i suoi pensieri? Non si violerebbero i diritti
delle persone privandole di quanto più privato e prezioso posseggono e, forse, della loro identità?
PIANO DI DISCUSSIONE. Leggere nel cervello *
1.
È possibile leggere nel cervello di una persona?
2.
È possibile leggere nel cervello di un animale?
3.
Cosa c'è nel cervello?
4.
Secondo voi sarebbe utile una macchina che legge nel cervello?
5.
Sarebbe giusto o sbagliato usare una macchina per leggere nel cervello delle persone?
349
ESERCIZIO. Pensare*
Secondo te, cosa possono pensare le seguenti persone ed i seguenti animali?
Persona o animale
1.
Studente di prima elementare che fa i compiti.
2.
Gatto acciambellato sul termosifone.
3.
Cane che è stato chiuso in macchina dal padrone.
4.
Mamma che deve preparare la cena.
5.
Scienziato che cerca un rimedio al cancro.
6.
Medico che effettua un trapianto di cuore.
7.
Pesciolino rosso a cui avete dimenticato di dare da mangiare.
8.
Uccello in gabbia.
9.
Pantera in uno zoo.
Pensiero
10. Ragazzo che legge un libro di avventure.
IDEA GUIDA 13.1.16. Fare qualcosa di buono nel modo sbagliato
Elfie in precedenza aveva detto a se stessa: "Non importa se fai cose buone o cattive - le fai tutte nel
modo sbagliato!". Sembra suggerire che ci sono modi giusti e sbagliati di fare cose, così che anche se
uno sta facendo qualcosa di male dovrebbe farla nel modo giusto. Questo è spiegato nel manuale con
un esercizio in cui si chiede ai bambini di distinguere tra due indicazioni: "Fai un disegno di un bambino
CATTIVO", "Fai un CATTIVO disegno di un bambino". Questo esercizio potrebbe avere il valore di
aiutare i bambini a distinguere l'estetica dall'etica. Si può avere un buon cappotto ma abbottonarlo male,
si può avere un buon pensiero ma scriverlo male e così via.
Qui Valeria fa una riflessione in qualche modo simile: "È come chi vuole fare una cosa buona, ma
sceglie il modo sbagliato per farlo!". Indica la scelta di un mezzo sbagliato per raggiungere un fine
desiderabile. Non è una situazione poco familiare, sia per i bambini che per gli adulti.
ESERCIZIO. Buon fine, mezzi scelti male
1.
2.
Vuoi friggere un uovo. Lo:
a)
tieni nelle tue mani
b)
metti in una padella calda
c)
metti in un forno bollente
d)
fai cadere su un marciapiede rovente
Vuoi imparare a leggere:
a)
3.
b)
ascolti più radio
c)
studi i libri della biblioteca
d)
studi come le persone usano le parole
Vuoi fare il bagno al tuo cane:
a)
350
guardi più cartoni animati alla TV
riempi il bagno d'acqua
b)
riempi la macchina d'acqua e ci metti dentro il cane
c)
gli dài del sapone e dell'acqua e lasci che si faccia il bagno da solo
d)
nessuna delle cose precedenti
IDEA GUIDA 13.1.17. Gettare il bambino con l'acqua sporca
Per liberarti dell'acqua sporca, devi gettarla via. In questo senso "il fine giustifica i mezzi"(infatti
liberarsi dell'acqua sporca è una buona ragione per buttarla via).
D'altro canto, c'è il modo in cui lo fate. Potete gettar via l'acqua del bagno con il bambino dentro o
senza il bambino dentro. Quale che sia il modo che scegliete, le conseguenze saranno diverse.
Così, cosa va a mostrarci questo? Illustra la fallacia di fare qualcosa per cui avete una buona ragione
ma facendolo in un modo in cui lo scopo è raggiunto ma ne derivano altre conseguenze che non sono
affatto desiderabili.
PIANO DI DISCUSSIONE. Gettare via il bambino con l'acqua sporca
1.
Il signor Rossi sta cercando di liberarsi di alcuni ratti. Ha messo grosse trappole per ratti per tutta la
casa. Così ha catturato 1) un ratto 2) il suo gatto 3)il suo alluce. In che senso questa cosa
assomiglia a gettare via il bambino con l'acqua sporca?
2.
Il signor Rossi ha una vecchia casa. Ha costruito un capannone sul retro. Il capannone non è in
buone condizioni. Vuole liberarsene. Decide di bruciarlo. In che senso questa cosa assomiglia a
gettare via il bambino con l'acqua sporca?
3.
Il signor Rossi aspetta una telefonata. È da parte di qualcuno con cui non vuole parlare. Taglia il filo
del telefono con le forbici. In che senso questa cosa assomiglia a gettare via il bambino con l'acqua
sporca?
IDEA GUIDA 13.1.18. Il trucco di Marco
Marco ha ingannato i bambini facendo credere loro che la loro esecuzione era solo una prova quando
in effetti era l'esecuzione reale. Cosa dovremmo dire di questi inganni?
Se fossero stati adulti, sarebbe successo in questo modo? Agli adulti non sarebbe stato chiesto
almeno il permesso di mandare in onda la trasmissione?
È un problema morale su cui sia i bambini che gli adulti potrebbero voler riflettere e discutere.
Quand'è che uno scherzo del genere, alle spese di qualcun' altro, può essere perdonato? Quanto
vantaggio possiamo prendere dall'ignoranza di qualcun altro? Ci aspettiamo che il regista di una
trasmissione radiofonica o televisiva o di un film sia il più possibile tortuoso e manipolatore allo scopo di
tirar fuori dagli attori il tipo di esecuzione che desidera?
PIANO DI DISCUSSIONE: Marco avrebbe dovuto dirlo ai bambini?
1.
Marco avrebbe dovuto dire ai bambini che non si trattava solo di una prova?
2.
Ai bambini si dovrebbe dire tutto quello che c'è da sapere?
3.
Se non è così, che tipo di cose non si dovrebbero dire ai bambini?
4.
Cosa dovrebbero fare i bambini se pensano che gli adulti vogliono approfittarsi di loro?
5.
Avrebbe fatto qualche differenza se la signora Maestra non fosse stata lì?
6.
Pensate che Marco fosse una brava persona?
7.
Potrebbe essere stato una persona cattiva?
8.
Come potete individuare la differenza tra adulti buoni ed adulti cattivi?
351
SECONDO EPISODIO
IDEA GUIDA 13.2.1. La scelta di Elfie
Come viene fuori, Elfie ci dice che in realtà non doveva scegliere. Più rifletteva, più trovava che la
scelta era già stata fatta, più si rendeva conto di quanto fosse legata alla scuola dove era già.
Tendiamo a fare un gran parlare a proposito di "risolvere problemi" e "prendere decisioni" come se
fossero strategie specifiche, specifici artifici cognitivi che possiamo fornire ai bambini per aiutarli a
rendersi conto delle cose. Come se tali aggeggi potessero essere veramente qualcosa su cui contare per
aiutarci a decidere cosa fare quando la nostra esperienza è diventata molto problematica!
Elfie ha resistito a lungo per non essere spinta a decidere prematuramente. Sospetta che la cosa più
saggia sia quella di essere riflessiva, aperta all'osservazione, ragionevole e sperare per il meglio. Il
risultato non è una scelta, ma una graduale illuminazione. Non è scegliere a caso tra delle alternative,
ma fare una selezione consapevole, un giudizio basato su comprensioni e sentimenti ed un senso di
quali potrebbero essere le conseguenze alternative.
PIANO DI DISCUSSIONE. La scelta di Elfie
1.
Pensate che Elfie abbia preso la giusta decisione?
2.
Cosa pensate abbia preso in considerazione per decidersi?
3.
Pensate che abbia considerato tutto quello che avrebbe dovuto considerare?
4.
Ci sono momenti in cui i problemi con cui ci confrontiamo sono troppo grandi perché possiamo
risolverli?
5.
Ci sono momenti in cui non dovremmo cercare di risolvere i nostri problemi?
6.
Ci sono momenti in cui sarebbe meglio scegliere davvero velocemente e smettere di preoccuparsi
tanto?
7.
Come sappiamo quando è il caso?
IDEA GUIDA 13.2.2. Sapere ed essere saggi
Elfie conclude che vi è una netta differenza tra essere in gamba ed essere saggi, ed ha a che fare con
il conoscere.
Se sei in gamba, ci dice, pensi a quanto sai.
Se sei saggio, pensi a quanto poco sai.
Forse siamo d'accordo con Elfie. Ma siamo adulti. I bambini dovrebbero prendere sul serio un
concetto come questo? Ma allora, i bambini dovrebbero prendere sul serio la filosofia? Sono questioni
molto discutibili. Non sorprendetevi se i vostri alunni, se prendono sul serio queste domande, le
tratteranno come qualcosa di controverso piuttosto che come qualcosa che non presenta alcuna
difficoltà.
PIANO DI DISCUSSIONE. Essere in gamba ed essere saggi
1.
Potresti essere orgoglioso di quanto sai eppure riconoscere che non sai nulla?
2.
Potresti essere orgoglioso di quanto sai eppure riconoscere che sai molto poco?
3.
Potresti essere come Elfie all'inizio del libro e non sapere quasi nulla?
352
4.
Se non sapessi quasi nulla, potresti ancora essere in gamba?
5.
Se non sapessi quasi nulla, potresti ancora essere saggio?
6.
Essere saggio è questione di sapere molto o di essere capaci di usare quello che si sa?
IDEA GUIDA 13.2.3. "E adesso?"
Più di un racconto si conclude con l'eroina che, dopo molte avventure, guarda al futuro, sebbene con
un po' di apprensione. Anche Rossella O'Hara può riflettere che "Domani è un altro giorno"; così non
dovremmo sorprenderci se questo racconto di "Elfie che si confronta con la vita" si concluda con Elfie
che è perplessa a proposito di quello che il futuro ha in serbo per lei, ma pronta per qualsiasi cosa possa
essere.
PIANO DI DISCUSSIONE. Cosa aspetta Elfie?
Inventate una storia in cui dite cosa succede adesso ad Elfie. Raccontate la storia al resto della
classe e chiedete agli altri di darvi ragione del fatto che a loro sia piaciuta o non sia piaciuta la vostra
storia. Quindi, rispondete ad ogni persona che avrà parlato della vostra storia.
353
INDICE DELLE IDEE GUIDA
Capitolo 1
1.1.1
354
Nomi ....................................................................................................................
19
1.1.2
“Se” ......................................................................................................................
21
1.1.3
Fare domande ......................................................................................................
22
1.1.4
Buone ragioni .......................................................................................................
23
1.1.5
La paura di non saper nulla ..................................................................................
25
1.1.6
Sapere di non sapere ...........................................................................................
26
1.1.7
Segreti .................................................................................................................
27
1.1.8
La parola “solo” ....................................................................................................
28
1.1.9
Buono e cattivo ....................................................................................................
29
1.1.10
Pensare ...............................................................................................................
30
1.1.11
Brillante ...............................................................................................................
31
1.1.12
Domande e risposte .............................................................................................
32
1.1.13
L’anno scorso .......................................................................................................
33
1.1.14
Scuola dell’infanzia ..............................................................................................
34
1.1.15
Virgolette .............................................................................................................
34
1.2.1
Parlare .................................................................................................................
36
1.2.2
Davvero ...............................................................................................................
37
1.2.3
Sveglio, addormentato, che sogna ........................................................................
38
1.2.4
Toccare ................................................................................................................
39
1.2.5
Interrogarsi, pensare e la realtà ............................................................................
40
1.3.1
Crescere ..............................................................................................................
43
1.3.2
Accadere ..............................................................................................................
45
1.3.3
Oggi e domani .....................................................................................................
46
1.3.4
Corpo, mente e vita ..............................................................................................
47
1.3.5
Adesso .................................................................................................................
48
1.3.6
Esaminare la vita .................................................................................................
49
1.3.7
Valere la pena ......................................................................................................
50
1.3.8
Differente .............................................................................................................
51
1.4.1
Bolle ....................................................................................................................
53
1.4.2
Arcobaleni ............................................................................................................
54
1.4.3
Mezzo addormentato.............................................................................................
55
1.4.4
Galleggiare ..........................................................................................................
56
1.4.5
Bellissimo ............................................................................................................
57
1.5.1
Pensare in modo chiaro .......................................................................................
59
1.5.2
Sapere quello che vogliamo .................................................................................
59
1.5.3
Connettere i nostri pensieri ...................................................................................
61
1.5.4
Essere “stupido” ...................................................................................................
62
Capitolo 2
2.1.1
Insegnanti ............................................................................................................
63
2.1.2
Libri .....................................................................................................................
64
2.1.3
Casa ....................................................................................................................
65
2.1.4
Festa di compleanno ............................................................................................
65
2.1.5
Dove sono le tue maniere? ...................................................................................
66
2.1.6
Giusto/sbagliato e buono/cattivo ...........................................................................
67
2.1.7
Aspettando di vedere cosa fanno gli altri ..............................................................
68
2.1.8
Mangiare ..............................................................................................................
69
2.2.1
Visita ...................................................................................................................
71
2.2.2
Direttore ...............................................................................................................
71
2.2.3
Concetti di colore .................................................................................................
72
2.2.4
Annunci ................................................................................................................
73
2.2.5
Televisione ...........................................................................................................
74
2.2.6
Gare, caccia al tesoro, gare di divisione in sillabe o di tabelline, feste in costume .
74
2.3.1
Raggi di sole ........................................................................................................
77
2.3.2
Cinguettio di uccelli ..............................................................................................
77
2.3.3
Palloni ..................................................................................................................
78
2.3.4
Canzoni ...............................................................................................................
78
2.3.5
Cieli .....................................................................................................................
79
2.3.6
Uno e molti ..........................................................................................................
80
2.3.7
Cose che non vanno via .......................................................................................
81
2.3.8
Classe ..................................................................................................................
82
2.3.9
Pensieri ................................................................................................................
83
2.3.10
Mente ...................................................................................................................
84
2.4.1
Dover pensare ......................................................................................................
86
2.4.2
Preoccuparsi ........................................................................................................
87
2.4.3
Non importa, non importa come ...........................................................................
87
2.4.4
Stare attenti .........................................................................................................
88
2.5.1
Scuola .................................................................................................................
89
2.5.2
Felicità .................................................................................................................
89
2.5.3
Decidere ..............................................................................................................
90
2.5.4
Cose che accadono una dopo l’altra .....................................................................
91
2.5.5
Conigli .................................................................................................................
93
2.5.6
Immaginario .........................................................................................................
94
3.1.1
Verde nero e rosso ...............................................................................................
95
3.1.2
“Aver un bel coraggio” ..........................................................................................
95
3.1.3
Distinzioni ............................................................................................................
96
3.1.4
Dire ......................................................................................................................
98
3.1.5
Non come ............................................................................................................
99
3.1.6
Buone distinzioni ..................................................................................................
99
Capitolo 3
355
3.2.1
Frigorifero ............................................................................................................
101
3.2.2
Scoiattoli ..............................................................................................................
101
3.2.3
Gemelli ................................................................................................................
102
3.2.4
Somigliarsi ...........................................................................................................
102
3.2.5
Pony .....................................................................................................................
103
3.2.6
Anatra ..................................................................................................................
104
3.2.7
Ancora buone distinzioni ......................................................................................
104
3.3.1
Aiutare .................................................................................................................
106
3.3.2
Fare cavalluccio ...................................................................................................
106
3.3.3
Essere il/la migliore ..............................................................................................
107
3.3.4
Televisione ...........................................................................................................
108
3.3.5
Non sapere di cosa si sta parlando .......................................................................
109
3.3.6
Tentare ................................................................................................................
110
3.4.1
Fratelli ..................................................................................................................
111
3.4.2
Fratelli, sorelle ed altri ..........................................................................................
111
3.4.3
Vampiri ................................................................................................................
112
3.4.4
Fingere di non saper ............................................................................................
112
3.4.5
Dire agli altri quello che vogliono ..........................................................................
113
3.4.6
Sentirsi non desiderati ..........................................................................................
114
3.4.7
C’è niente che nessuno voglia? ............................................................................
115
Capitolo 4
356
4.1.1
Vestito, scarpe e cravatta marrone .......................................................................
116
4.1.2
La fine di tutto ......................................................................................................
116
4.1.3
Una cosa non è un’altra .......................................................................................
118
4.1.4
Esempi ................................................................................................................
119
4.1.5
Pasta di sale e farina ............................................................................................
120
4.1.6
Sembrare come ...................................................................................................
120
4.1.7
Incidenti ...............................................................................................................
121
4.1.8
Negativi come distinzioni ......................................................................................
122
4.2.1
Dorso a dorso, faccia a faccia ..............................................................................
124
4.2.2
Dentro e fuori .......................................................................................................
124
4.2.3
Serio ....................................................................................................................
125
4.2.4
Fare cerchio, ruotare ............................................................................................
126
4.2.5
Dietro e davanti a .................................................................................................
126
4.2.6
Essere perplessi ...................................................................................................
127
4.2.7
Descrizione ..........................................................................................................
128
4.3.1
Cose che dobbiamo fare ......................................................................................
129
4.3.2
Scrivere ................................................................................................................
130
4.3.3
Fuori dalla vista ....................................................................................................
131
4.3.4
Scuole private ......................................................................................................
132
4.3.5
Scelta ..................................................................................................................
132
4.3.6
Cosa posso dire? .................................................................................................
133
4.4.1
Foglie ...................................................................................................................
134
4.4.2
Cadere verso il basso, cadere verso l’alto .............................................................
134
4.4.3
Galleggiare ..........................................................................................................
135
4.4.4
Pensare ...............................................................................................................
135
4.4.5
Tempo .................................................................................................................
137
4.4.6
Al contrario ..........................................................................................................
138
4.5.1
Calamite, ferro e azione a distanza .......................................................................
139
4.5.2
Toccare ................................................................................................................
139
4.5.3
La mente è come un magnete? ............................................................................
140
4.5.4
Idee .....................................................................................................................
141
5.1.1
Notte.....................................................................................................................
143
5.1.2
Visite ....................................................................................................................
144
5.1.3
Zie ed altri parenti ................................................................................................
145
5.1.4
Dare .....................................................................................................................
145
Capitolo 5
5.1.5
Mondo ..................................................................................................................
146
5.1.6
Qualcosa che nessuno ha mai visto prima ...........................................................
147
5.1.7
Qualcosa che nessuno vedrà mai di nuovo ...........................................................
147
5.1.8
Non così in fretta ..................................................................................................
148
5.1.9
Denaro .................................................................................................................
149
5.1.10
Noci, gusci di noci e gherigli di noci ......................................................................
150
5.1.11
Cose che le persone fanno ...................................................................................
150
5.1.12
Dover ammettere qualcosa ...................................................................................
152
5.1.13
Il tempo della vita .................................................................................................
152
5.1.14
Esperienza ...........................................................................................................
154
5.2.1
Quiete e riposo .....................................................................................................
157
5.2.2
Ridacchiare ..........................................................................................................
158
5.2.3
Guardare, sguardo ...............................................................................................
159
5.2.4
La luna .................................................................................................................
159
5.2.5
Stella ...................................................................................................................
160
5.2.6
Sole insieme ........................................................................................................
160
5.2.7
Cos’è una “specie di sorriso” ................................................................................
162
5.2.8
Meravigliarsi e interrogarsi ...................................................................................
162
5.2.9
Cantare ................................................................................................................
163
5.2.10
Amici che sono amici ...........................................................................................
163
5.3.1
Frasi ....................................................................................................................
165
5.3.2
Usare la parola sbagliata ......................................................................................
166
5.3.3
Parlare insieme ....................................................................................................
166
5.3.4
Esempi ................................................................................................................
167
5.3.5
Non è e non sono .................................................................................................
169
5.3.6
Non è, non sono e nessuno/a come indicatori di distinzione ..................................
170
5.3.7
Fare distinzioni con sono diverse/i da… ................................................................
172
5.3.8
Trovare la parola giusta ........................................................................................
173
357
5.4.1
Ragionamento analogico ......................................................................................
175
5.4.2
Essere alti ed altri predicati ..................................................................................
175
5.4.3
Contare ................................................................................................................
177
5.4.4
Apparenza e realtà ...............................................................................................
178
5.5.1
Dover andare da qualche parte .............................................................................
180
5.5.2
Sentire la mancanza di qualcuno e sentire di mancare a qualcuno ........................
180
5.5.3
Controfattuali analogici – un esempio di “pensiero di alto livello” ...........................
181
5.5.4
Sappiamo perché piangiamo? ..............................................................................
182
6.1.1
Cos’è una commedia? ..........................................................................................
184
6.1.2
Cos’è una parte in una commedia? ......................................................................
185
6.1.3
Esclamazioni ........................................................................................................
186
6.1.4
Essere una cosa ..................................................................................................
187
6.2.1
Solitudine senso di abbandono e disperazione ......................................................
189
6.2.2
Parlare tra sé .......................................................................................................
190
6.2.3
Farsi delle domande serie ....................................................................................
191
6.2.4
A cosa apparteniamo? .........................................................................................
194
6.2.5
Essere pronti ........................................................................................................
195
6.2.6
Di cosa ci sentiamo sicuri? ...................................................................................
196
6.2.7
Cosa notiamo?......................................................................................................
197
Capitolo 6
6.3.1
Connessioni sequenziali e causali ........................................................................
199
6.3.2
Scoprire facendo una prova ..................................................................................
199
6.3.3
Immaginazione e coerenza ...................................................................................
200
Capitolo 7
358
7.1.1
Dire l’ora del giorno ..............................................................................................
203
7.1.2
Eccetto .................................................................................................................
205
7.1.3
Appallottolata su me stessa ..................................................................................
206
7.1.4
“Incominciare a…” ................................................................................................
207
7.1.5
“I miei pensieri vanno alla deriva” .........................................................................
207
7.1.6
Espressione idiomatica “In onda” .........................................................................
208
7.1.7
Intervistare ...........................................................................................................
209
7.1.8
Perché andiamo a scuola? ...................................................................................
210
7.1.9
Dove andiamo per ricevere un’educazione? ..........................................................
211
7.1.10
Fare conversazione ..............................................................................................
211
7.2.1
Tutti fanno la stessa cosa .....................................................................................
213
7.2.2
Distinzione con non sono e non è .........................................................................
214
7.2.3
Lavorare con i diagrammi di Venn ........................................................................
215
7.2.4
“Nessuna nuova, buona nuova” ............................................................................
217
7.2.5
Altre distinzioni esclusive ......................................................................................
219
7.2.6
Distinzioni che implicano esclusione parziale piuttosto che totale ..........................
220
7.2.7
Cambiare e crescere ............................................................................................
221
7.2.8
“Le cose non sono sempre quelle che sembrano essere” ......................................
222
7.2.9
Sequenze causali e non causali ............................................................................
223
7.2.10
Vincitori ................................................................................................................
223
7.2.11
Frasi con “se – allora” come condizioni necessarie e sufficienti .............................
225
7.2.12
“Cosa ha reso le loro frasi le migliori” ...................................................................
225
7.3.1
Elfie rivede la propria situazione ...........................................................................
227
7.3.2
“A cosa posso rivolgere le mie aspettative?” .........................................................
227
7.3.3
Scelta ..................................................................................................................
228
7.3.4
Cosa i miei genitori vogliono che io faccia ............................................................
230
7.3.5
“Cosa dovrei fare?” ..............................................................................................
231
7.3.6
“Quasi” e parole simili ..........................................................................................
231
7.4.1
Star meglio, star peggio ........................................................................................
233
7.4.2
Amare ed essere innamorati .................................................................................
233
7.4.3
Sia…che, O…o ....................................................................................................
235
7.4.4
Usare i diagrammi di Vienn per esprimere “O…o” .................................................
235
7.4.5
Una via d’uscita dal dilemma ................................................................................
236
8.1.1
Felice e fortunato .................................................................................................
238
8.1.2
Quando continuiamo a pensare a qualcosa ..........................................................
239
8.1.3
Segreti belli e segreti brutti ...................................................................................
240
8.2.1
Calmarsi ..............................................................................................................
241
8.2.2
Distinzioni ............................................................................................................
242
8.2.3
“Molto bene” .........................................................................................................
243
8.2.4
Fatto ....................................................................................................................
243
8.2.5
Cosa significano “è” e “sono”? ..............................................................................
244
8.2.6
Esempi ................................................................................................................
246
8.3.1
Casa ....................................................................................................................
248
8.3.2
Apprendere ..........................................................................................................
249
8.3.3
Il modo in cui Elfie usa “è” ....................................................................................
249
8.4.1
Alba, tramonto .....................................................................................................
252
8.4.2
Vedere e conoscere, vedere e credere ..................................................................
253
8.4.3
Conoscere e credere ............................................................................................
253
8.5.1
Ricordare e sentire la mancanza ..........................................................................
255
8.5.2
Orgoglioso ...........................................................................................................
256
9.1.1
Rendersi conto della propria fortuna .....................................................................
257
9.1.2
Avere cibo e casa .................................................................................................
258
9.1.3
Ragioni per essere contenti ..................................................................................
259
9.1.4
La domanda di Sofia: è giusta la disparità? ..........................................................
260
Capitolo 8
Capitolo 9
359
9.1.5
Giusto ..................................................................................................................
260
9.1.6
Viviamo in un mondo infelice? ..............................................................................
262
9.1.7
“Come vorrei averlo detto io!” ...............................................................................
263
9.2.1
L’incontro scuola – famiglia ..................................................................................
264
9.2.2
Differenze che fanno differenze .............................................................................
265
9.2.3
Siamo quello che dicono gli altri? .........................................................................
265
9.3.1
Il signor Direttore tutto in blu ................................................................................
267
9.3.2
Quieti come topolini .............................................................................................
267
9.3.3
Essere fieri di qualcuno ........................................................................................
268
9.3.4
Notizie buone e cattive .........................................................................................
269
9.3.5
Fare connessioni con è e sono .............................................................................
269
9.3.6
Vincitori e perdenti ...............................................................................................
270
9.4.1
Una parte in una recita .........................................................................................
272
9.4.2
La porta nella recita ..............................................................................................
273
9.4.3
Conquistare la platea ...........................................................................................
274
9.4.4
Idee che piacciono ...............................................................................................
275
9.4.5
Cercare di fare e fare ............................................................................................
276
9.5.1
Specie ..................................................................................................................
277
9.5.2
“Non è una bellissima giornata?” ..........................................................................
278
9.5.3
Assonnato ............................................................................................................
279
9.5.4
Significato ............................................................................................................
280
9.5.5
“Ci provo” .............................................................................................................
281
9.5.6
“Cosa posso dire?” ...............................................................................................
282
9.5.7
“È e sono” ............................................................................................................
282
9.5.8
Le frasi dei bambini con è e sono .........................................................................
283
9.5.9
L’imbarazzo di Elfie ..............................................................................................
284
9.5.10
La frase di Elfie ....................................................................................................
285
9.5.11
L’autocritica di Elfie ..............................................................................................
286
9.5.12
“Carini” .................................................................................................................
287
9.5.13
Pensare e studiare ...............................................................................................
288
9.5.14
Conoscere ed essere sicuri ...................................................................................
288
9.5.15
Cambiamenti immaginari .....................................................................................
289
10.1.1
La visita “all’altra scuola” ......................................................................................
290
10.1.2
“Quell’altra scuola” ...............................................................................................
291
10.1.3
Io e me ................................................................................................................
291
10.1.4
Bere il caffè (ed altre abitudini degli adulti) ...........................................................
292
10.1.5
Essere interessato ................................................................................................
293
10.1.6
Storie inventate dai bambini .................................................................................
293
10.1.7
Adulti che parlano ................................................................................................
294
Capitolo 10
360
10.1.8
Fare domande ......................................................................................................
296
10.1.9
Ascoltare e non ascoltare .....................................................................................
296
10.1.10
Immaginare come potrebbe essere .......................................................................
297
10.1.11
Immaginare come sarebbe ...................................................................................
298
10.1.12
Riflettere ..............................................................................................................
298
10.1.13
Pensare e decidere ...............................................................................................
299
10.2.1
Giocare, leggere, dipingere e scherzare ................................................................
300
10.2.2
Porte ....................................................................................................................
301
10.2.3
Essere ciascuno ed essere tutti ............................................................................
301
10.3.1
Paragoni ..............................................................................................................
303
10.3.2
Paragoni e comparativi ........................................................................................
305
10.3.3
Parti di .................................................................................................................
306
10.4.1
Pensare e pensare meglio ....................................................................................
307
10.4.2
Decidere ..............................................................................................................
308
10.5.1
Misurare ...............................................................................................................
309
10.5.2
Confondere differenze di tipo con differenze di grado ............................................
310
11.1.1
Quanto può accadere in un giorno? ......................................................................
311
11.1.2
Troppo .................................................................................................................
311
11.2.1
Fino a che ............................................................................................................
313
11.2.2
“Mettere insieme le nostre azioni” .........................................................................
313
11.3.1
Cucire ..................................................................................................................
315
11.3.2
Pensare ad altre cose ...........................................................................................
315
11.3.3
Dire qualcosa senza averne intenzione .................................................................
316
11.3.4
Non dire quello che pensiamo ..............................................................................
317
11.4.1
Copiare ................................................................................................................
318
11.4.2
“I favori sono buone azioni” ..................................................................................
318
11.4.3
“Implorare” ...........................................................................................................
319
Capitolo 11
11.4.4
“Qualcuno che conosco è un ramo di lillà” ............................................................
319
11.4.5
“…..tutto esplode” ................................................................................................
320
11.4.6
“Congratulazioni!” .................................................................................................
321
11.4.7
Meritare ...............................................................................................................
321
11.4.8
“E se tutto questo fosse solo un sogno?” ..............................................................
322
11.5.1
Cosa paragoniamo con cosa? ..............................................................................
324
11.5.2
Come domande e risposte vanno insieme ............................................................
325
Capitolo 12
12.1.1
Calendario ...........................................................................................................
327
12.1.2
Far pratica ...........................................................................................................
328
12.1.3
Essere impertinenti ..............................................................................................
329
361
12.2.1
In gamba e saggio ...............................................................................................
330
12.2.2
Saggio e profondo ................................................................................................
330
12.3.1
Mira è il fuoco ......................................................................................................
332
12.3.2
Bruno e Riccardo sono un programma televisivo ..................................................
332
12.3.3
Elfie è una porta emozionata ................................................................................
333
12.3.4
Cose che fanno cose ............................................................................................
333
12.3.5
Elfie sorprende Sergio: è parte della recita? ..........................................................
334
12.3.6
Vestito come un rapinatore ...................................................................................
334
12.3.7
La porta cattura il rapinatore ................................................................................
335
12.3.8
L’inchino di Elfie e la porta olandese di Elfie .........................................................
336
12.3.9
Cosa succede se tutto va storto? ..........................................................................
336
12.4.1
Elfie fa una domanda ...........................................................................................
338
12.4.2
“Niente sarà più lo stesso” ....................................................................................
338
12.5.1
Cosa è più importante: fare le domande giuste o fare le domande nel modo giusto?
339
13.1.1
Fare un viaggio? Dove? Come e perché? .............................................................
340
13.1.2
Tutti nella piccola macchina .................................................................................
340
13.1.3
Prepararsi ............................................................................................................
341
13.1.4
Domande che ci piacerebbe fare ..........................................................................
341
13.1.5
Sedere l’uno nel grembo dell’altro .........................................................................
343
Capitolo 13
362
13.1.6
La barba di Marco ................................................................................................
343
13.1.7
Fare le cose man mano che vengono ...................................................................
344
13.1.8
Regole e giochi e differenze di contesto ................................................................
344
13.1.9
Fingere di essere innocenti ...................................................................................
345
13.1.10
Fare una sessione di prova ..................................................................................
346
13.1.11
“Dovete per forza?” ..............................................................................................
346
13.1.12
Essere curiosi ......................................................................................................
346
13.1.13
Vivere chiusi nel proprio guscio ............................................................................
347
13.1.14
Simbolo ...............................................................................................................
348
13.1.15
Leggere nel cervello .............................................................................................
349
13.1.16
Fare qualcosa di buono nel modo sbagliato ..........................................................
350
13.1.17
Gettare il bambino con l’acqua sporca ..................................................................
351
13.1.18
Il trucco di Marco .................................................................................................
351
13.2.1
La scelta di Elfie ...................................................................................................
352
13.2.2
Sapere ed essere saggi ........................................................................................
352
13.2.3
“E adesso?” .........................................................................................................
353