Metodi e Strumenti per gestire le PMI e

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Metodi e Strumenti per gestire le PMI e
Professione
Impresa
Metodi e Strumenti per gestire
le PMI e affrontare la crisi
con il patrocinio di
e il tutoraggio accademico del prof. Angelo Scala
«L'arma competitiva del ventunesimo secolo
sarà la formazione accompagnata dalle
competenze della nostra forza lavoro»
(Lester Thurow - economista americano)
«Professione Impresa – Metodi e strumenti per gestire le PMI e affrontare la crisi» è un percorso
formativo innovativo, moderno e dinamico. Esso, contando sul patrocinio di Banca Popolare
Etica, che per la mission e la vision fortemente orientate alla responsabilità sociale rappresenta il
partner ideale di questo progetto, e sul tutoraggio accademico dell’illustre professore di Diritto
Civile Angelo Scala, mira a rappresentare un supporto accurato e puntuale, ma al tempo stesso
semplice e comprensibile, per i milioni di piccoli imprenditori che rappresentano l’80% del sistema
produttivo italiano. Attraverso questo percorso si vuole veicolare all’interno delle piccole e micro
imprese - soprattutto quelle a carattere familiare che costituiscono il 70% del sistema
imprenditoriale del nostro paese - e presso le nuove generazioni, che dovranno garantirne il
ricambio, la funzione strategica della cultura manageriale di impresa, divenuta fondamentale
per garantire la sopravvivenza della stessa piccola imprenditoria in un contesto che diventa
sempre più complesso e competitivo.
Ciò che maggiormente caratterizza questo percorso formativo è la capacità di adattamento alle reali
esigenze del piccolo imprenditore: fondamentali e complessi concetti di economia e management
vengono trasferiti in modo semplice e fruibile, consentendone la metabolizzazione e la
comprensione a chiunque desideri guidare la propria impresa, con nuova consapevolezza e
competenza, verso scenari futuri.
Cos’è?
In Italia il fenomeno delle Piccole e Media imprese ha una rilevanza notevolmente superiore
rispetto ai principali Paesi dell’Unione Europea: esistono circa 5 mln di PMI in Italia, di cui il 95%
sono microimprese (rispetto al 91% in Europa); il 5% sono piccole imprese (rispetto al 7% in
Europa); lo 0,5% sono medie imprese (rispetto al 1% in Europa). Dunque il tessuto
imprenditoriale e produttivo italiano è caratterizzato da dimensioni ridotte, modelli di governance
semplificati, concentrazione delle quote di proprietà, un controllo prevalentemente familiare e una
gestione aziendale accentrata.
Queste sono proprio le caratteristiche delle imprese che risultano maggiormente indebolite dalla
crisi, che non riescono a recuperare terreno con la stessa capacità delle imprese più grandi in uno
scenario economico ancora fortemente critico: i fallimenti restano ben sopra la media degli anni
precedenti e in molti paesi continuano ad aumentare. Le maggiori criticità per le piccole e micro
imprese, di cui il 70% è rappresentato da quelle a carattere familiare, permangono in relazione alla
struttura finanziaria, che risente di una liquidità fortemente deteriorata, alla riduzione del fatturato,
all’allungamento dei tempi di pagamento e a un complicato accesso al credito. La precaria situazione
debitoria è aggravata dal crollo del mercato immobiliare (spesso usato dalle PMI come elemento di
garanzia nelle contrattazioni bancarie) e dalla persistente stagnazione nell’offerta di venture capital.
Ecco perché oggi diventa cruciale per le piccole imprese, più che mai, la scelta e l’applicazione di
efficaci strategie di policy in grado di guardare anche al medio-lungo termine: se da un lato, infatti,
le PMI necessitano di un apposito e accurato sostegno capace di fronteggiare e ridurre gli effetti di
una congiuntura negativa, nonché di cogliere le opportunità di ripresa, dall’altro è importante che vi
sia un forte indirizzo verso investimenti di qualità, che qualifichino sempre più il mondo del lavoro,
apportando valore aggiunto a un sistema produttivo ormai maturo, come quello italiano. In tal senso
appare sempre più importante il ruolo cruciale che possono esercitare le politiche connesse ad
interventi specifici di formazione professionale. Tale ruolo cruciale sembra essere ormai riconosciuto
dalle aziende stesse, come dimostra l’analisi condotta dall’ISFOL nell’ultimo rapporto sulla
formazione continua, la quale evidenzia un considerevole ricorso alle politiche formative proprio
da parte delle imprese colpite dalla crisi – che rappresentano il 20% del totale di investimento in
formazione continua – risultati che dimostrano come le PMI, soprattutto quelle in difficoltà, diventino
sempre più consapevoli dell’importanza di percorsi formativi professionali.
Perché?
Per l’azienda i vantaggi connessi ad un percorso formativo sono molteplici, ma riassumibili nella
«capacità dell’investimento formativo di modificare l’orientamento imprenditoriale dell’impresa».
In particolare, nei seguenti aspetti:
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Innovatività: l’azienda tende ad essere follower o first mover nei processi di
innovazione?
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Proattività: l’azienda segue e imita i comportamenti altrui o li anticipa?
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Propensione al rischio: l’azienda privilegia investimenti sicuri (e con ridotto rendimento)
o investimenti più rischiosi (ma potenzialmente più redditizi)?

Aggressività competitiva: l’azienda tende a evitare scontri con i competitor o affronta
senza timori reverenziali la concorrenza?

Autonomia: i processi decisionali sono accentrati o condivisi?
A tal riguardo i risultati di una ricerca dell’Osservatorio Asfor sulla formazione alle PMI evidenziano che le
imprese guidate da un team di vertice recentemente formato tendono a modificare i propri orientamenti,
facendo registrare risultati economici più positivi. In particolare, le aziende campione, nell’arco del periodo
considerato immediatamente successivo al percorso formativo intrapreso dai vertici aziendali, mostrano:
 Maggiore proattività: sono più portate a dire la propria sul mercato, immaginando azioni e strategie di
produzione propria; chi frequenta un percorso strutturato trasferisce le conoscenze acquisite in azioni e
decisioni più orientate al mercato
MAGGIORE CRESCITA DEL FATTURATO
 Maggiore propensione al rischio: sono più propense a incamminarsi verso investimenti e progetti che
presentano maggiori livello di rischio, ma che permettono risultati più redditizi
CRESCITA DEL ROA
CRESCITA DEL EBIT
 Maggiore aggressività competitiva: sono più orientate ad affrontare il mercato, anche con azioni che
anticipano gli scenari e cercano di influenzarli, sono più propense al confronto diretto, senza timori
reverenziali, con la concorrenza
MIGLIORAMENTO DEL RAPPORTO DEBITI/EQUITY
I vantaggi?
La realtà dell’impresa moderna, dinamica e in evoluzione grazie al contributo di molteplici ruoli e
professionalità, nel nostro paese è ancora poco conosciuta e sviluppata. È importante dunque
evidenziare come il ruolo dell’imprenditore e quello del manager, nell’ambito della
governance aziendale, siano diversi e complementari, oltre che ugualmente indispensabili per
la sopravvivenza dell’azienda.
Ecco perché le finalità principali di questo percorso formativo consistono nel:
 fornire alle micro e piccole imprese, e in particolare ai milioni di piccoli imprenditori
che costituiscono la maggior parte del tessuto produttivo italiano, una serie di
strumenti di formazione finalizzati allo sviluppo delle loro attività e dei loro programmi,
contribuendo all’accrescimento della loro capacità imprenditoriale

generare competenze e cultura manageriale all’interno delle piccole e medie imprese,
attraverso il trasferimento di metodi, tecniche e strumenti volti ad una efficiente
organizzazione, programmazione e direzione dell’azienda, utilizzando un
linguaggio semplice e facilmente comprensibile

stimolare piccoli imprenditori e manager a promuovere un ricambio generazionale
aperto al merito e alla professionalità

trasferire esperienze e testimonianze per creare valore aggiunto
Gli obiettivi?
I destinatari privilegiati del percorso formativo «Professione Impresa – Metodi e strumenti per
gestire le PMI e affrontare la crisi» sono:

Professionisti del settore

Piccoli e medi imprenditori
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Manager Funzionali

Responsabili di direzione generale

Figli di imprenditori
Chi?
Il percorso formativo è così strutturato:

Programma: quattro moduli formativi, di cui il secondo scomponibile in due sotto –
moduli

Durata: nove ore di formazione per ciascun modulo, suddivise in tre momenti da tre ore
ciascuna

Sedi: è prevista la possibilità di seguire il corso sia presso le sedi di InMind Consulting sia
presso la propria azienda

Project work: al termine del modulo formativo è previsto un intervento personalizzato
per ciascun partecipante, che si svolgerà direttamente all’interno delle aziende interessate,
su casi concreti
Come?
Il percorso formativo è strutturato in quattro moduli, di cui il secondo scomponibile in due
sotto – moduli distinti:
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MODULO 1 – SALVARSI DALLE BANCHE/DAL SISTEMA SI PUO’: GOVERNARE LA FINANZA
Il corso attraverso il quale acquisire strumenti e metodologie per rendere la gestione finanziaria
un'alleata per lo sviluppo della tua attività. Imparare a pianificare entrate e uscite e a rapportarsi con il
sistema in modo consapevole e intelligente infatti, è la base del successo di qualunque business.

MODULO 2 – DALL’IDEA ALL’IMPRESA: 1)BUSINESS PLAN E 2)CONTROLLO DI GESTIONE
Il corso che ti consente di definire e strutturare la tua idea imprenditoriale o un qualsiasi nuovo progetto di
business e di monitorarne l’andamento. Costruire il tuo Business Plan serve a valutare la fattibilità, la
redditività e la sostenibilità finanziaria della tua idea; implementare il tuo Controllo di Gestione serve ad
analizzare l’andamento dell’impresa, rilevare i risultati ottenuti, analizzarne le cause e adottare strategie
correttive e migliorative: processi fondamentali per il successo della tua (futura o presente) attività.

MODULO 3 – L’IMPRESA CHE EVOLVE: GUIDARE IL PASSAGGIO GENERAZIONALE
Il corso che ti supporta nel processo di trasferimento della proprietà e del controllo dell'azienda da una
generazione all'altra, passaggio cruciale per un’impresa, da cui spesso dipende la sua stessa
sopravvivenza.

MODULO 4 – L’ORIENTAMENTO AL CLIENTE: CUSTOMER SATISFACTION
Il corso che ti aiuta ad individuare necessità, bisogni, aspettative e valori di un mercato target, affinché la
tua impresa sia in grado di soddisfarli in maniera superiore ai concorrenti, garantendosi un forte vantaggio
competitivo.
Il percorso
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MODULO 1 – SALVARSI DALLE BANCHE/DAL SISTEMA SI PUO’: GOVERNARE LA
FINANZA
Il capitale di credito e il capitale di rischio in una PMI
Il rapporto con le banche senza sudditanza psicologica
La giusta interpretazione del bilancio di una PMI
Le opportunità di credito e di finanza alternativa per le PMI
Basilea 2 e il suo impatto sulle PMI : saper leggere i segnali
MODULO 2 – DALL’IDEA ALL’IMPRESA: 1)BUSINESS PLAN E 2)CONTROLLO DI
GESTIONE
La redazione del Business Plan: requisiti e fasi
Struttura del documento: schemi di riferimento
La descrizione del business: l'azienda, il settore, il mercato, il prodotto, le strategie
Il controllo di gestione: cosa è e cosa non è
Il sistema degli obiettivi societari
Logica di gestione dei costi
Costruire il tableau de bord aziendale
Collegare controllo di gestione e budget
Sistema di reporting
MODULO 3 – L’IMPRESA CHE EVOLVE: GUIDARE IL PASSAGGIO GENERAZIONALE
Lo scenario di riferimento
La pianificazione dell’ingresso dei successori in azienda
La costruzione della professionalità
Il processo di Problem Solving: affrontare e risolvere i problemi
Valutazione del clima aziendale: comunicazione e gestione dei conflitti
Gli aspetti legali nella successione d’impresa
Gli strumenti di delega e leadership per imprenditori
Il Piano Personale di Miglioramento
Il Patto di Famiglia
MODULO 4 – L’ORIENTAMENTO AL CLIENTE: CUSTOMER SATISFACTION
Customer Satisfaction: cosa significa
Fedeltà dei clienti e vantaggi connessi
CRM e questionari: fare emergere il livello di soddisfazione per individuare le aree di
miglioramento
Come redigere un questionario
Come elaborare i dati, interpretarli e redigere un efficace rapporto conclusivo
Il programma
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Piazza Bovio, 22 – 80138 Napoli
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 Dott.ssa Valentina Rusciano
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