CHI SEI ENCI? - Italian Boxer Club

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CHI SEI ENCI? - Italian Boxer Club
CHI SEI ENCI?
Pubblichiamo questa lettera della nostra simpatizzante Anna Cuoco. Aggiungiamo il nostro commento in calce:
leggere fino in fondo.
Magia o solo genetica?
Mi presento mi chiamo Anna Flora Cuoco, salernitana e sono una maga. Oltre alla mia dote magica, che poi vi
dirò. Voglio raccontarvi tutta la storia e l’evoluzione della MIA “magia”.
Il nostro primo boxer bianco arrivò nel 1998 (aveva 30 giorni) il suo allevatore lo stava per sopprimere, perché
secondo lui era malato (cioè albino). La mia famiglia ed io ci aspettavamo che il cucciolo dimostrasse delle
caratteristiche del essere albino, noi pronti a prendere in mano la situazione ed accudirlo come meglio potevamo
ma non mostrava alcun sintomo. Capimmo allora, sebbene non fossimo né veterinari né allevatori, che il bianco
era solo il colore del suo manto e che il cucciolo era sanissimo come gli altri boxer fulvi che lo avevano preceduto
nella mia famiglia. Passarono 14 anni ed il cane creduto “albino” non ebbe nessun problema legato alla sua
presunta malattia. Nel 2012 ci ha lasciato. Sensibili alla questione “boxer bianco” abbiamo deciso di prendere una
boxerina bianca da un allevamento a Pontedera che si batte per i diritti di tali boxer. A differenza di 14 anni fa il
boxer dal manto bianco, ormai in numerose città italiane, non viene più ucciso, questa è la parola più adatta perché
sono proprio degli assassini. Nonostante l’ingresso del boxer bianco nello standard e la possibilità di avere
pedigree, c’è un altro tipo di discriminazione che appare agli occhi di tutti “vietata la riproduzione”. Si per fortuna
adesso non vengono più uccisi perché creduti malati, è stato donato un cuore anche agli allevatori più accaniti,
almeno si spera; ma un cucciolo che nasce con questo candido mantello adesso ha cambiato etichetta da “malato”
a “portatore di malattie genetiche” che, secondo alcuni, potrebbero causare l’estinzione della razza. Strano eh?
Tutto questo potere distruttivo ad un colore? Se è un problema di colore, allora anche i cuccioli di altre razze che
nascono con il manto bianco dovrebbero essere anche loro “portatori di tutti i mali della razza”?
Io non sono un ‘esperta di biologia o genetica ma non mi serve una laurea per capire che il vietato riproduzione è
del tutto illegittimo. Il colore del manto dipende dai geni cioè l'unità ereditaria degli organismi viventi. Anche i
nostri colori sono solo geni, non è detto che chi nasce con i capelli rossi e pelle chiara è più portatore di malattie
genetiche rispetto a chi nasce con i capelli e pelle scura, a quest’ora, se fosse così semplice, la popolazione
irlandese non dovrebbe esistere più. Dopo l’esperienza vissuta con il mio primo boxer, che doveva essere ucciso
sulla base di false credenze, ho ritenuto ingiusto quel “vietato riprodursi” e lo ammetto l’ho violato e al terzo
calore ho fatto accoppiare la mia boxerina...
Ecco la magia! I cuccioli sono sani, non sono ciechi e neanche sordi. Sono nati sette adorabili boxerini fulvi con
deliziose macchie bianche sul manto. Strano? Tengo a precisare per i più scettici che non sono stati nascosti boxer
dal manto bianco, anzi speravamo nascessero! Io so che la mia cucciola non è portatrice di malattie ma ha solo il
manto bianco, come la capostipite “Blanka”. Difficile cambiare le nostre credenze? Difficile eliminare quel filtro
che ci vieta di vedere la realtà dietro ad una regola? Difficile non estendere il nostro razzismo anche agli animali?
Il boxer bianco può piacere o no ma questo non significa che occorre etichettarlo come portatore di malattie.
Anna Flora Cuoco
Abbiamo voluto lasciar parlare questa lettera nella semplicità dei suoi ragionamenti. La semplicità è una
caratteristica particolarmente apprezzata nelle teorie scientifiche: una teoria non deve essere così astrusa, da
superare in complessità il fenomeno, che vuole spiegare. Ma per quella categoria di scienziati, che è stata
selezionata nelle discussioni dei forum boxeristi, niente è mai sufficientemente complicato.
Così non possiamo certamente dare per buone queste spicciole considerazioni: una questione epocale come la
riproduzione del boxer bianco non può essere decisa dal solo buon senso, né basta la capacità di osservare e
avanzare intuizioni intelligenti, bisogna per forza essere più esigenti.
Quindi, se i boxer bianchi sono meritevoli di riprodurre si potrà decidere solo a seguito di un esperimento su
vasta scala, condotto su almeno 5000 soggetti bianchi testati in clinica per ogni tipo di patologia, gli
accoppiamenti di prova, seguiti da stimati genetisti, saranno studiati per l’insorgere di ogni genere di tara, fino
alla quinta generazione. Pretese che contrastano vivacemente con i metodi ben più alla buona quando i
riproduttori sono fulvi o tigrati. Non importa se questa richiesta è così irrealistica e anti-economica che non
potrà essere mai realizzata: meglio così per i detrattori del boxer bianco per partito preso, che non dovranno
adeguarsi a una sgradevole novità, dovendo giustificare di essersi grossolanamente sbagliati.
Ancora più grave è l’atteggiamento dell’Enci, che complica o semplifica, secondo quello che gli fa comodo, che –
come il fariseo del Vangelo – filtra il moscerino, però ingoia il cammello. E’ inspiegabile che vengano negati i
pedigree a dei cuccioli di alta genealogia, con colorazione perfetta e alla moda, più in standard dei genitori
bianchi (ai quali viene invece rilasciato), di constatata tipicità e buona salute.
Ma se l’allevatore fosse sufficientemente disinvolto da usare un qualunque pedigree di un boxer fulvo o tigrato, al
posto di quello del genitore bianco, potrebbe tranquillamente iscrivere la cucciolata e nessuno gli verrebbe a
obiettare nulla. L’enci, come è noto, non fa alcun tipo di controllo di cucciolata: probabilmente questi soggetti
presentati in qualche manifestazione ufficiale prenderebbero anche l’eccellente.
Chi sei enci? Chi sei enci per decidere che a cuccioli come questi va rifiutato il pedigree, dato che declini la
responsabilità di regolamentare la cinofilia e garantire la correttezza dei suoi operatori, indirettamente
incentivando e avallando le pratiche sporche? Diamo noi la risposta: l’enci è un ente, che gestisce in modo
irresponsabile il Libro delle Origini e per il quale l’unico requisito irrinunciabile sembra essere il colore.
la mamma con i cuccioli
il padre