“Empoli musica” per le vie del centro
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“Empoli musica” per le vie del centro
www.comune.empoli.fi.it cultura La rassegna delle esperienze musicali del Circondario Empolese Valdelsa alla V edizione “Empoli musica” per le vie del centro Oltre 400 musicisti, 34 formazioni musicali. Il Cam: «Adesioni in crescita» La rassegna delle esperienze musicali del Circondario Empolese Valdelsa, Empoli Musica, è giunta alla quinta edizione. Un evento celebrato domenica 11 maggio nelle piazze del centro che ha richiamato l’attenzione della cittadinanza anche se il tempo non ha permesso il regolare svolgimento. Organizzata dall’Amministrazione comunale, dall’Associazione per il Centro Storico, in collaborazione con Confcommercio e Confesercenti, curata nella parte artistica interamente dal Centro Attività Musicale di Empoli, il CAM, Empoli Musica è diventato un appuntamento fisso della città. Ascoltare musica, fare musica in gruppo sono due aspetti importanti della manifestazione. 20 ore di note libere nella città. Anche i negozi aperti hanno contribuito a vivere di più il centro della città di domenica. Per qualche curiosità in più, abbiamo incontrato Sandro Tani del Centro Attività Musicale di Empoli. Quanti sono stati i musicisti impegnati nella kermesse? «Sono intervenuti 400 musicisti, tutti allievi delle 12 scuole di musica del Circondario. Erano 34 le formazioni musicali impegnate». Qual è stato il tipo di repertorio musicale adottato? «Non c’è stato un repertorio specifico. I gruppi suonano per il piacere di farlo e suonano un qualsiasi genere musicale, proprio per diffondere il loro messaggio musicale. Sono gruppi che variano nel loro genere, da musica classica da camera, al rock, al jazz, al blues, ai suoni etnici più curiosi. Ci sono gruppi piccoli, grandi fino agli orchestrali, che imparano a suonare uno strumento da corsi tenuti da personale quali- Un momento di un’esibizione musicale Un’iniziativa che è in crescenficato, diplomati o in conserdo per quanto riguarda le ade vatorio o professionisti». sioni, rispecchia la crescita Qual è l’età dei protagonisti? dell’attività musicale. In que«L’età è compresa dai 12 anni sto il CAM è il luogo in cui fino ai 30-35, così è stato in grande è la richiesta di fare Empoli Musica». musica e in questi due anni è Può dirci come è cambiata e cresciuto in maniera esponense è cambiata la formazione ziale. E’ aumentato sensibilmusicale nella nostra zona mente il desiderio della munegli ultimi anni? sica. Imparare uno strumento «La risposta è Empoli Musica. per poi fare musica come aggregazione, come gruppo, è la volontà dei nostri giovani». Empoli Musica ha quindi una funzione di stimolo? «La rassegna è diventata un appuntamento atteso dai ragazzi perché si propone come un vero concerto. Già nei mesi di febbraio e marzo, nelle scuole si comincia a parlare dell’evento, a sentire il periodo in cui accadrà e l’impegno è veramente grande da parte di tutti. In questo senso, la manifestazione è uno stimolo». I Maestri di musica della manifestazione sono coinvolti e se sì in che modo? «Non è una costante, ma può accadere che in alcuni gruppi magari tra i più piccoli, i mae- stri si mettano vicino ai loro musicisti nel momento dell’esibizione». Signor Tani, due parole sul CAM «Il CAM è diventato una realtà importante. Sono due anni che svolge attività di formazione nella nuova sede. Un impegno assiduo di coordinamento musicale per tutti gli strumenti: corsi collettivi ed individuali durante tutto l’anno. Una risposta per ogni genere musicale. In questa occasione il CAM ha presentato 9 formazioni: la CAM Big Band, il CAM Sax Quartet, il Coro Gospel, l’Ensemble Giovanile, 3 laboratori jazz, 1 laboratorio blues, 1 laboratorio rock.. Per informazioni: sede CAM, Via R.Sanzio, 187, telef. 0571 80282. A conclusione della mostra dedicata a Carmignani un contributo di Irene Alderighi Virgilio e Guareschi nel lager, ricordi nel giorno della Memoria Ho riletto in questi giorni il “Diario Clandestino” di Gio vannino Guareschi, l’indimen ticabile autore di Don Camillo. Durante il giorno della Me moria e in concomitanza con la mostra di Virgilio Carmignani una luce inaspettata è brillata a diradare quella fitta nebbia dei lager che non solo la di stanza degli anni, ma anche la stessa pudicizia di chi vi è vis suto ha steso su quella vicen da. Se anche vissuta per noi, per il rispetto di una Patria che seppe tardivamente rico noscere l’errore di una depre cabile alleanza, essa rimane una storia privata, racchiusa nei piccoli recinti di disegni, alcuni dei quali sono in mostra agli Agostiniani. Guareschi era nella stessa ba racca di Virgilio e con incredi - bile ironia e lieve sentimento pubblicava un giornale per gli internati militari. Non so se questo libro Benigni l’abbia letto, ma certo chi af ferma che la sua storia de “La vita è bella” è il prodotto di u na azzardata fantasia, dovreb be ricredersi leggendo quel racconto di Cip, piccolo ragaz zino d’invenzione che vive na scosto nel letto a castello del lo scrittore. Sembra strano che in prigionia Virgilio abbia disegnato so prattutto scene della vita quo tidiana toscana: madri con bimbi presso tavolate vicino al fuoco, buoi che arano, conta dini che lavorano, come se gli occhi vedessero solo al di là del reticolato. “A noi è concesso soltanto di sognare. Sognare è la necessi - tà più urgente perché la no - vigile) costruendo noi stessi la stra vita è al di là del reti - trama della vicenda imma colato, e oltre il reticolato ci ginaria, soggettisti, registi, può portare solo il sogno. attori, operatori e spettatori Bisogna sognare: aggrapparsi del nostro sogno”. alla realtà coi no Così faceva Car stri sogni, per non mignani: dava fi dimenticare d’es sionomia a quel sere vivi…. Bisogna l’avvenire in cui sognare: e, nel so sarebbe tornato, gno, ritroveremo a quella Toscana valori che avevamo che ha vinto la dimenticato, sco guerra riportan priremo valori igno dovi i tedeschi co rati, ravviseremo me turisti inna gli errori del nostro morati. passato e la fisio Scrive ancora nomia del nostro Guareschi: “Qui si avvenire. Sediamo vede tutto: il filo fuori della baracca: Autoritratto di Carmignani d’erba, il capello, proiettiamo le visioni del no - il granello di polvere. Un stro desiderio sullo schermo mondo immenso è stato im del cielo libero e sogniamo (gli provvisamente precluso a que occhi ben aperti e la mente sti uomini, ed essi sentono il bisogno di crearne un altro nei pochi palmi di sabbia loro con cessi, popolano l’esiguo recin to delle mille piccole cose che essi vanno scoprendo di giorno in giorno. E ogni minutissima cosa acquista un significato per gli uomini che non hanno più nulla… Il pensiero… cerca di aggrapparsi disperatamente ai minimi appigli che gli offre l’avvenire. E credono di sco prirlo, questo mondo, e invece lo creano loro stessi con gli e lementi che hanno portato se co da di fuori…. Scoprono se stessi”. E’ da auspicarsi che questo bi nario divergente che ricondu ceva in Italia i pensieri, in at tesa che un altro treno vi ri conducesse anche i corpi, ap prodi finalmente ad una pub blicazione. A volte le atrocità si possono misurare anche dai sogni che da esse fuggono via ed a questo stanno lavorando alcune classi del Liceo “Virgi lio”, decifrando centinaia di piccoli appunti riportati da Carmignani nascosti nel vuoto scarno del petto, perché ri prendano carne e ricoprano fi nalmente le ossa. Risuonano tamburi di guerra, ma forse, per scongiurarla, do vremmo parlare di più della pace che ci governa e farla as saporare, come le vivande im bandite sulle tavole di Car mignani, che poi sono le stesse intorno a cui siedono i bambini e le madri irachene. Irene Alderighi 27 gennaio 2003 Empoliarchivio Le classi dirigenti empolesi dalla mobilitazione di guerra al fascismo nelle pagine della stampa locale (1914-1924) Per la rubrica Empoliarchi vio, un contributo di Elisa Sgherri, dottoressa in Scienze Politiche, con una tesi di laurea in storia del giornalismo Nell’aprile del 2002, presso la Facoltà di Scienze Politiche, ho discusso la tesi di laurea in storia del giornalismo con il professore Cosimo Ceccuti. La ricerca analizza l’evoluzione politica della classe dirigente empolese dalla prima guerra mondiale all’avvento del fascismo, attraverso le pagine della stampa locale. Lavoro quanto mai interessante e utile per approfondire le conoscenze sulla società empolese dell’epoca e capire tutti risvolti e i successivi approdi. Empoli all’inizio del ‘900 era ricca di iniziative, vi si stampavano numerosi giornali che rispecchiavano la vivace vita sociale cultura- 4 le e economica dell’intera zona. “Vita Nuova” (19011921) organo del partito socialista locale, sostenne le istanze della classe operaia e contadina. “Il Piccolo corriere del Valdarno e della Valdelsa” (1906-1928) rappresentò la borghesia del circondario empolese e risultò determinante per la creazione del blocco nazional-fascista. “Giovinezza” (1921-1924) organo dei fasci di combattimento e poi del PNF, dette voce allo strato “attivo” e squadrista del fascismo locale. Da un punto di vista economico Empoli era contraddistinta da una pluralità di piccoli commercianti, artigiani, industriali e proprietari terrieri. Si annoveravano nel comprensorio tutta una serie di attività medio-piccole nel settore del vetro, fiammiferi e confezioni che non erano paragonabili ai complessi industriali del Nord, ma che avevano comunque facilitato lo sviluppo del sentimento di appartenenza alla classe proletaria. Furono proprio le organizzazioni operaie e contadine, con la vittoria delle elezioni politiche del 1919 prima e amministrative del 1920 dopo, a “minacciare” il potere delle vecchie classi dirigenti locali. Queste si videro costrette a organizzarsi per creare una barriera reazionaria. Fino a quel momento, infatti, i componenti dei Consigli Comunali appartenevano alle famiglie più importanti di Empoli, unite nel comune obiettivo di mantenere il potere politico con i relativi privilegi, tra cui i Capoquadri, i Del Vivo, i Montepagani, i Taddei, i Chianini. La difesa di questo potere li portò a sostenere il movimento fascista, che rappresentava la salvaguardia contro il pericolo che le organizzazioni operaie e contadine portavano al diritto di proprietà. Anche se è chiaro come il risultato storico definitivo si inserisca nello sfondo generale italiano in cui la classe borghese, intimorita dall’avanzata socialista, costituisce la base sociale del movimento fascista, Empoli dimostra di resistere più a lungo al processo di omologazione e offre in questo un esempio “sovversivo”. Se si pensa al fatto che il 70-80% delle famiglie empolesi fu coinvolto nella repressione per i fatti del ’21, che incisero sulla vita della cittadina con duratura tragicità si possono comprendere le difficoltà di inserimento del fascismo nella zona e la particolare forza della lotta antifascista che trovò le basi nella solidarietà popolare. Empoli divenne “…un punto speciale nella geografia dell’antifascismo” – le parole sono di Giorgio La Pira - come testimoniano molti eventi successivi: per esempio nel giorno del 1° maggio 1930, in cui Mussolini visitava Firenze, a Empoli vennero issate le bandiere rosse su molte ciminiere.