Progetto SINP: “Kit del Neuropsicologo Italiano”

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Progetto SINP: “Kit del Neuropsicologo Italiano”
Progetto di Ricerca:
“Costituzione di un servizio di diagnosi e supporto
per la Dislessia Evolutiva in età adulta”
Premessa
La dislessia evolutiva è un disabilità specifica dell’apprendimento che riguarda la
capacità di leggere in modo corretto e fluente, e che interessa circa il 4% della
popolazione italiana. La difficoltà funzionale è di natura neurobiologica ed è determinata
da una peculiare organizzazione cito-architettonica di alcune aree del cervello implicate
nell’elaborazione di compiti linguistici di varia natura.
La dislessia evolutiva si manifesta in genere con l’avvio della scolarizzazione, ma i
problemi di lettura e di scrittura, pur riducendosi, tendono a persistere negli anni,
nonostante l’esercizio ripetuto richiesto dalle attività scolastiche. Persone con dislessia in
età adulta, pur avendo relativamente compensato il proprio disturbo, hanno difficoltà di
lettura persistenti che impediscono loro di svolgere determinate attività lavorative e che ne
condizionano le prestazioni per es. in caso di esami scritti per concorsi, esame per la
patente di guida etc.
Con l’estensione dell’obbligo scolastico al 18° ann o si sono aperti problemi nuovi non
solo per la scuola secondaria superiore, ma anche per l’Università in quanto i soggetti con
Dislessia evolutiva debbono confrontarsi con richieste di studio che richiedono, molto di
più che nei primi anni di scolarizzazione, l’uso della lettura per apprendere.
Del resto, le loro buone qualità cognitive (l’intelligenza nella norma è un criterio
necessario per porre la diagnosi di dislessia evolutiva), legittimano le loro aspirazioni, oltre
che il loro diritto di apprendimento e di successo formativo e professionale.
In questi anni in Italia hanno cominciato a svilupparsi iniziative per favorire la possibilità
per i dislessici di accedere e frequentare con successo l’Università. Spesso è sufficiente
concedere la possibilità di effettuare oralmente gli esami, o di utilizzare il computer nelle
prove scritte (compresi i test di accesso), per garantire a questi studenti la possibilità di
raggiungere la laurea al pari degli altri.
Per poter accedere a questi benefici è necessario avere una diagnosi certa, poiché, in
età adulta, ancor più che nel corso delle prime fasi di scolarizzazione, non è facile
identificare il disturbo di lettura senza ricorrere ad una valutazione clinica adeguata
Recentemente diverse Università hanno deciso di affrontare il problema della dislessia
evolutiva tra gli studenti universitari, occupandosi soprattutto di individuare le misure più
idonee per garantire l’accesso laddove siano previste prove di ingresso, in modo da
garantire a tutti gli studenti uguali opportunità di scelta. In caso contrario, per gli studenti
dislessici non sarebbero accessibili professioni come medicina, psicologia, ingegneria o
architettura, etc. Una volta individuati gli strumenti per garantire l’accessibilità a tutte le
opportunità formative si pone tuttavia il problema di dove trovare una diagnosi adeguata.
Altrettanto importante è la valutazione dell’insuccesso durante il corso di studi. Questo
è infatti spesso connesso con difficoltà di studio che all’università vengono messe in
maggiore evidenza per l’accresciuta necessità di utilizzo dei testi.
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L’abbandono da parte degli studenti nei corsi di studio universitario è da sempre uno
dei problemi dell’Università italiana. Non è escluso, anzi è verosimile, ipotizzare che una
parte di essi lascino gli studi per difficoltà poste dai sistemi di studio e di accertamento
delle competenze, sistemi che oggi sappiamo penalizzano fortemente gli studenti
dislessici.
I dislessici adulti attualmente non hanno alcuna possibilità di avere una diagnosi nella
realtà italiana, poiché i servizi diagnostici per l’infanzia e per l’adolescenza non possono
prendere in carico persone oltre i 18 anni, mentre i servizi diagnostici di Neuropsicologia
dell’adulto (di solito annessi a UO di Neurologia oppure ai Centri per i Disturbi Cognitivi ) si
occupano esclusivamente di disturbi acquisiti in età adulta come lesioni cerebrali da
trauma, malattie cerebrovascolari e demenze degenerative. Oltre alla assenza di strutture
organizzative e cliniche di riferimento, mancano anche strumenti diagnostici adeguati a
questo tipo di popolazione.
Tutti questi motivi hanno indotto l’Associazione Italiana Dislessia (AID), in accordo con
la Facoltà di Scienze della Formazione (SDF) dell’Università di Modena e Reggio Emilia, a
valutare la possibilità di istituire un servizio per l’identificazione della Dislessia Evolutiva
negli studenti universitari e più in generale negli adulti che non hanno potuto ottenere una
diagnosi in età scolare.
Il progetto nasce dalla collaborazione, sviluppatasi in questi anni tra l’insegnamento di
psicologia dell’handicap e della riabilitazione e il Laboratorio di Neuropsicologica clinica
dell’U.O. Neurologia dell’Arcispedale S.Maria Nuova, diretto dal Dr. Ghidoni.
Il Laboratorio di Neuropsicologia Clinica dell’U.O., Neurologia dell’Arcispedale S.Maria
Nuova, ha una lunga esperienza (dal 1990) sulla valutazione di deficit neuropsicologici
nell’adulto ed ha già affrontato in maniera non occasionale richieste di valutazione per
soggetti adulti con dislessia evolutiva, che si rivolgono a tale centro da diverse altre regioni
italiane data l’assenza su tutto il territorio nazionale di strutture specificamente dedicate.
L’impatto potenziale è di notevole importanza, dato che si calcola che in Italia vi siano
circa 1.500.000 dislessici, e molto spesso quelli non diagnosticati, sulla base di notizie e
informazioni tratte dai media, si fanno autodiagnosi e richiedono un supporto di conferma
specialistica anche ai fini di ottenere facilitazioni sul lavoro e in altre attività. In particolare
gli studenti universitari dislessici hanno ormai diritto ad una serie di provvedimenti e
strumenti compensativi per la loro disabilità, a cui possono accedere solo se in possesso
di diagnosi ben documentata.
Sulla base delle precedenti considerazioni emergono due esigenze:
1) costruzione di un protocollo diagnostico specifico per la dislessia nell’adulto
2) possibilità per i soggetti adulti con dislessia di usufruire di tale protocollo presso un
centro qualificato che possa fornire una diagnosi ben documentata e una consulenza ai
fini delle attività lavorative e professionali.
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Obiettivi
Il progetto si propone pertanto :
1) costruzione di una batteria di diagnosi per la dislessia e i disturbi specifici di
apprendimento (DSA) in età adulta con standardizzazione degli strumenti su una
vasta popolazione di controllo
2) applicazione della batteria ai pazienti dislessici o con DSA di oltre 18 anni.
Il progetto di ricerca si avvarrà della collaborazione della Associazione Italiana
Dislessia (AID), associazione interdisciplinare che riunisce circa 5000 aderenti in Italia,
con sede nazionale a Bologna e sedi locali in circa 70 province italiane. La tutela delle
persone con Dislessia Evolutiva è lo scopo primario della Associazione Italiana Dislessia
(AID, www.dislessia.it), che ha anche presentato uno specifico Disegno di Legge su
questa materia.
La batteria, che contiene test scelti appositamente per questo scopo, sarà
somministrata ad una popolazione di controllo di almeno 150 soggetti, stratificati per età,
scolarità e sesso, dai 18 ai 55 anni, al fine di ottenere valori di riferimento per i soggetti
sottoposti successivamente alla batteria a scopo diagnostico.
Tempi: la standardizzazione della batteria richiederà diversi mesi per la raccolta dei
casi e la successiva analisi statistica. Quindi si inizierà la valutazione dei casi di sospetti
DSA adulti che si rivolgeranno al Laboratorio di Neuropsicologia per una diagnosi. L’AID
collaborerà inviando al laboratorio le richieste di valutazione che pervengo alla sua sede di
Bologna e provvederà a pubblicizzare il servizio offerto. Per l’Università di Modena e
Reggio E. il servizio sarà fornito gratuitamente mediante convenzione o altri accordi di
collaborazione.
Risorse: uno psicologo a tempo pieno per l’attività di somministrazione dei test della
batteria, raccolta dati ed elaborazioni; lo stesso successivamente provvederà alla
somministrazione del protocollo diagnostico ai soggetti che si presenteranno per la
diagnosi (le conclusioni diagnostiche e la restituzione saranno effettuate dal medico
addetto al laboratorio di Neuropsicologia).
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