Ricerca al servizio dell`industria per un mondo migliore - ISMAC
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Ricerca al servizio dell`industria per un mondo migliore - ISMAC
14 Ricerca, Innovazione e Tecnologia Eventi Lunedì 3 giugno 2013 ■ CNR / Icrm, Ismac e Istm: tre Istituti afferenti al Dipartimento di Scienze Chimiche e Tecnologie dei Materiali del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Ecco le loro attività Ricerca al servizio dell’industria per un mondo migliore Nei laboratori lombardi si sviluppano linee per una chimica sostenibile e conveniente per le imprese di ogni settore L e persone nella foto a fianco non sono “chimici che risolvono problemi alla lavagna”. Meglio vederli come partner nella propria azienda per renderla competitiva ed ecosostenibile. Sono i direttori e alcuni ricercatori di Icrm, Ismac e Istm: tre istituti del Dipartimento di Scienze Chimiche e Tecnologie dei Materiali del Cnr: il Consiglio Nazionale delle Ricerche (l’ente pubblico più importante in Italia per la ricerca scientifica). Focalizzati sulle molecole hanno tutti in comune la vocazione alla ricerca di base, intesa come acquisizione di nuove conoscenze. I frutti di questa attività di frontiera scientifica svolta in laboratorio portano alla ricerca applicata. Dalla sperimentazione in impianto pilota si passa poi al processo industriale e al mercato. La ricerca negli Istituti avviene anche grazie a collaborazioni regionali, ISMAC-CNR. RICERCA E SVILUPPO SU POLIMERI E MATERIALI POLIMERICI DI SINTESI, NATURALI E BIOLOGICI Dalle macromolecole un futuro sostenibile Optoelettronica, gomma, packaging, tessile avanzato, agroalimentare e scienza della vita. Per manifatture avanzate, biomedicina e rinnovabili L’ Ismac (www.ismac.cnr. it) Istituto per lo Studio delle Macromolecole, ha la sede in Milano e due sezioni a Genova e Biella. È un centro di ricerca sullo sviluppo di materiali polimerici specializzato in progettazione, sintesi, assemblaggio e funzionalità di macromolecole sintetiche e biologiche e loro applicazio- ni nel campo tecnologico e medico. Le applicazioni sviluppate servono i settori delle manifatture avanzate, della chimica sostenibile, delle energie nazionali e internazionali, o sulla base di contratti con aziende. Gli studi di base hanno portato, per esempio, allo sviluppo di nuovi catalizzatori che richiedono meno energia e producono meno scorie in processi utili per l’industria farmaceutica e dei materiali polimerici. Nel settore energetico la catalisi permette di produrre biocarburanti o, dall’energia solare, idrogeno. Spiccano pure le soluzioni per la “Chimica verde” che culminano con le “bioraffinerie”, per ricavare energia e prodotti dagli scarti agricoli. I tre istituti sono a disposizio- rinnovabili, del tessile, della biomedicina e dell’agroalimentare. Si parte dal design e dall’assemblaggio di nuove macromolecole si prosegue con l’analisi delle funzionalità anche attraverso calcoli teorici, fino allo sviluppo di nuovi materiali multifunzionali, compositi e nanocompositi e di prototipi. I fronti di attività sono tre: ricerca di base e sviluppo di nuova conoscenza sui fenomeni di sintesi, trasformazione ed assemblaggio delle macromolecole - sviluppo di nuovi materiali polimerici per l’applicazione in svariati settori e nelle nanotecnologie; - trasferimento tecnologico grazie a collaborazioni e contratti con università, enti di ricerca e industrie nazionali e internazionali. L’Istituto è diretto da Incoronata Tritto. Le linee di ricerca Catalisi sempre giovane per nanoibridi polimerici e polimeri funzionali I catalizzatori metallocenici, scoperti negli anni ’50 e rivisitati negli anni ’80 in versione chirale, sono in grado di sintetizzare un’infinita varietà di strutture polimeriche, ben oltre le potenzialità dei catalizzatori tradizionali: elastomeri termoplastici, polietilene ad altissima densità, copolimeri dei dieni e delle cicloolefine, copolimeri con monomeri funzionali. I moderni sistemi catalitici post-metallocenici producono polimeri a blocchi, multiblocchi e ramificati oltre che da fonti rinnovabili. L’Istituto è impegnato alla frontiera di queste ricerche nella sintesi di nuovi materiali ad ne per le aziende, anche Piccole e Medie, che intendano sviluppare soluzioni che diano competitività. “Già con un assegno di ricerca annuale da 22mila euro si potrebbe fare molto”, dicono i ricercatori. Un fantastico esempio di integrazione tra mondo della ricerca accademica e industria fu quello che nel 1963 valse il premio nobel per la Chimica a Giulio Natta. In quel caso fu la storica industria Montecatini a sostenere la ricerca che portò alla sintesi di polimeri stereoregolari: l’inizio di una rivoluzione nel campo dei materiali. E ora più che mai si sente il bisogno di unire di nuovo le forze. ISTM-CNR. ISTITUTO DI SCIENZE E TECNOLOGIE Eventi Lunedì 3 giugno 2013 Ricerca, Innovazione e Tecnologia Da sinistra: il direttore dell’Istituto per lo Studio delle Macromolecole (Ismac) Incoronata Tritto e la ricercatrice Marinella Catellani. Due ricercatori dell’Istituto di Scienze e Tecnologie Molecolari (Istm): Vladimiro Dal Santo e Nicoletta Ravasio, con (in piedi), il direttore Rinaldo Psaro. Il direttore dell’Istituto di Chimica del Riconoscimento Molecolare Sergio Riva e il ricercatore Gianluca Ottolina ICRM-CNR. ISTITUTO DI CHIMICA DEL RICONOSCIMENTO MOLECOLARE Decifrare il linguaggio delle molecole per industria e salute Le parole chiave: biocatalisi, sostanze naturali bioattive, biochimica strutturale, bioinformatica, microsistemi analitici, proteomica C C elle solari di ultima generazione per dispositivi fotovoltaici più efficienti e alternativi, o complementari, alla tecnologia basata sul silicio. Idrogeno ricavato da processi tradizionali ma anche dal sole, dall’acqua o dalle Nanobiotecnologie, Fotovoltaico, Idrogeno e Processi chimici puliti e l’imaging in vivo. Sembra fantascienza, invece ci stanno lavorando all’Istm, Istituto di Scienze e Tecnologie Molecolari, (www. istm.cnr.it). L’istituto afferisce al Dipartimento di Scienze Chimiche e Tecnologie dei Materiali del Le linee di ricerca architettura controllata per applicazioni ottiche, dispositivi biomedicali, per packaging, per nuovi elastomeri e materiali ad alto impatto, per automotive e materiali ibridi nano compositi come, per esempio, materiali fluorescenti o a base di nanotubi di carbonio e grafeni. Elettronica Plastica: flessibile, leggera, economica L’Ismac progetta e sviluppa nuovi materiali organici a base di polimeri e molecole in grado di aggregarsi in nanostrutture supramolecolari. Con questi materiali si costruiscono dispositivi elettronici organici leggeri, sottili, flessibili, a basso costo ed eco-sostenibili come Oled per schermi e per illu- Foto al microscopio in luce polarizzata di cristalli liquidi confinati in un film polimerico nano strutturato per schermi Oled flessibili I Cluster regionali R per le Piccole e Grandi imprese lombarde minazione a basso consumo, celle solari organiche e ibride di terza generazione, memorie, smart card, dispositivi a radio fequenza, sensori e dispositivi diagnostici. I materiali plastici sono lavorati con processi economici e veloci che creano dispositivi di ampia superficie stampabili con ink-jet printing, rollto-roll o serigrafia. Struttura e aggregazione di proteine per battere anche l’Alzheimer e preparare nuovi bio-nanomateriali L’Ismac ha studiato il meccanismo con cui alcune proteine presenti nelle cellule di fegato e intestino Bapb, legano e trasportano gli acidi biliari (molecole molto importanti per la regolazione del metabolismo). La conoscenza molecolare dei meccanismi di riconoscimento tra Babp e ligandi endogeni ha permesso di sviluppare un nuovo bio-nanomateriale, in cui la proteina incapsula una molecola fluorescente conferendole interessanti proprietà ottiche anche allo stato solido, per applicazioni nell’optoelettronica. L’aggregazione di peptidi beta amiloidi, generati dalla proteolisi della proteina App, tossici per le cellule egione Lombardia sta sviluppando una serie di Cluster Tecnologici. Sostenuti anche da finanziamenti europei, permetteranno l’incontro tra imprese (grandi e Pmi), università ed enti di ricerca e tra finanziatori e Pa. I settori individuati sono: Agrifood, Aerospazio, Tecnologie per gli ambienti di vita, Mezzi e sistemi per la mobilità, Energia, Chimica Verde, Scienza della vita, Fabbrica intelligente, Tecnologie per le Smart Communities. I tre Istituti “chimici” del Cnr partecipano, a vario titolo, ai cluster: Agrifood, Chimica Verde, Energia e Fabbrica Intelligente. In particolare, i progetti “Energia solare e idrogeno” e “Suschem Lombardia” fanno parte delle iniziative dell’Accordo Quadro tra Regione e Cnr del luglio 2012 (Avviso n.173/2013). Provvedimento pubblicato sul Burl serie ordinaria n. 18 del 3 maggio 2013. Proteina App Aggregati oligomerici di Beta amiloide (1-42) neuronali, è ritenuta tra le principali cause dell’Alzheimer. Per trovare le cause del procedere della malattia e quindi una terapia, oggi non disponibile, si determinano struttura, composizione e neurotossicità di ogni stato di aggregazione. Si sta anche mettendo a punto la funzionalizzazione chimica di sonde per microscopia a forza atomica (microcantilever) per chiarire l’interazione tra i diversi beta amiloidi. Le applicazioni serviranno anche al riconoscimento di specifiche molecole in liquidi biologici. Per il rilancio del Tessile La sezione di Biella è dedicata tutta al settore tessile. Oltre alla ricerca dà un importante contributo alle industrie con supporti analitici e consulenze. Assicura anche fondamentali servizi alle Ppaa (Capitolati Tecnici destinati a Corpi Civili e Militari dello Aggregazione dei frammenti oligomerici di Abeta 1-42 (visti con AFM, barra = 500 nm) dopo degradazione della proteina App Stato) e alle dogane e Camere di Commercio per la lotta alla contraffazione e tutela della salute dei consumatori. Le linee di ricerca sonoProduzione di nanofibre per applicazioni biomedicali; - Funzionalizzazione superficiale di tessili mediante trattamenti in plasma; -Produzione di nuovi finissaggi per dare ai tessili proprietà di conduzione elettrica e di antibattericità; - Sviluppo di un nuovo metodo proteomico per il riconoscimento oggettivo e la quantificazione delle fibre animali pregiate (cashmere); - Estrazione e riutilizzo di proteine (cheratina) provenienti dalle fibre di lana di scarto per usi ad alto valore aggiunto in vari campi; - Valutazione del comfort e dei parametri fisiologici (proprietà di trasporto termico e di vapore) e misurazioni oggettive delle proprietà tattili dei materiali tessili. Le linee di ricerca MOLECOLARI. DALLE MOLECOLE ALLE NANOPARTICELLE biomasse. Ricerche sulla Bioraffineria per insediamenti industriali sempre più ecocompatibili. E ancora: sintesi di nuove molecole per ridurre consumi d’energia e scarti industriali. Innovativi nanomateriali per la diagnostica molecolare Dispositivi con specifiche funzioni La ricerca dell’Istituto nelle nanoscienze sviluppa materiali per applicazioni catalitiche, foto-catalitiche, magnetiche oltre alla progettazione e sintesi di nuove molecole e materiali organici, metallorganici e ibridi da utilizzare come fotosensibilizzatori in celle solari di terza generazione (Dssc o Celle di Grätzel e organiche) composti foto ed elettrochemilumiscenti per lo sviluppo di sensori e biosensori. Ma anche nanoparticelle magnetiche funzionalizzate per diagnosi e terapia dei tumori (ipertermia magnetica e Mri) e nanoparticelle a base d’oro come nuovi agenti di contrasto per Tac. Le ricerche implicano tecniche di autoaggregazione di molecole con funzioni specifiche (approccio “bottomup”) e sono una metodologia promettente per lo sviluppo delle nanotecnologie e per la costruzione di dispositivi con dimensioni inferiori a 100 nm. Apparecchi all’avanguardia per la sintesi chimica consentono sperimentazioni efficaci. Invece, al “Centro per la caratterizzazione morfologica, strutturale e composizionale a livello massivo e nanometrico di materiali Eu3 + C1 nano-strutturati” - sono presenti: microscopico elettronico ad alta risoluzione; microscopio a forza atomica; magnetometro Squid, spettrofotometro Icp-Aes. Produzione di idrogeno: quali prospettive? Nell’Istituto opera il “laboratorio dei materiali catalitici per la produzione di idrogeno” del network “Eric” (European Research Institute on Catalysis). Le attuali linee di ricerca mirano a catalizzatori eterogenei per produrre idrogeno con processi tradizionali di reforming di sostanze rinnovabili (biomasse e rifiuti). Un’altra attività riguarda lo sviluppo di materiali fotocatalitici per ricavare idrogeno da energia solare e acqua. Più recenti sono gli studi di foto-elettro-catalisi: tecnologia che permette anche l’uso di corrente elettrica (prodotta, per esempio da celle solari) per aumentare l’efficienza del processo di produzione di Idrogeno. Bioraffineria: la chimica per il futuro sostenibile Intensa è la ricerca nella Chimica Verde. In particolare nella Bioraffineria dove sono messe a punto nuove tecniche di sintesi di molecole utili per le fragranze o come intermedi di principi attivi farmaceutici (Api) per ridurre o eliminare Materiali con proprietà luminescenti Cnr. Ha la sede principale a Milano (presso il Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi) e nel Polo Scientifico Tecnologico Irccs Multimedica, oltre a altre due sedi a Padova e Perugia. L’Istm è diretto da Rinaldo Psaro. + Tb3 C1 TEOS, EtOH HCI, H2O Materiali emettitori a base di complessi luminescenti di lantancidi Matrice SOL-GEL He - Cd 325 nm Luce solare A lato: Materiali nanostrutturati per la produzione di idrogeno dall’acqua gli scarti, evitare l’uso di metalli nobili mutageni e di operare in condizioni di reazione blande con ridotto consumo di energia, nonché di adottare protocolli molto più sicuri per gli operatori. Si esplora anche l’impiego di materie prime da fonte rinnovabile, principalmente biomassa, per produrre biocarburanti e bio-prodotti. Vivace è pure l’attività sull’utilizzo di oli vegetali. Ma si usa anche cellulosa, trementine e oli essenziali, con particolare risalto agli scarti di altre produzioni. Questa attività si concretizza in progetti internazionali, nazionali e regionali (di cui si parla nel riquadro sotto). Chimica computazionale Un’altra importante linea di ricerca è la Nanoingegneria chimica computazionale e strutturale che studia, progetta e ottimizza sistemi complessi e nuovi materiali. L’approccio modellistico e di calcolo pone H2 O2 H2O V α-Fe2O3 TCO l’enfasi sugli aspetti interpretativi, predittivi e di manipolazione della materia; quello strutturale mediante diffrazione di raggi X e di densità elettronica sul caratterizzare la reale natura di un sistema, inclusa la difettualità e non conformità a un modello inevitabilmente approssimato. Lo scorso 5 aprile la Royal Swedish Academy of Sciences ha premiato il dottor Carlo Gatti (Cnr-Istm, Milano) e il professor Mark Spackman (University of Western Australia, Crawley) con la medaglia Gregori Aminoff 2013 in cristallografia. La regione Lombardia finanzia la ricerca chimica PROGETTO VELICA: DALLA BIORAFFINERIA TANTI PRODOTTI PULITI. Il progetto VeLiCa (acronimo di Vegetali Lino Canapa) è esemplificativo di una filiera chimica sostenibile basato sul concetto di “bioraffineria”: centrali dove la trasformazione delle biomasse genera non solo energia ma anche prodotti per ogni tipo di impiego. Sfruttando ogni parte delle piante (dall’involucro del seme alle fibre dei gambi) si ricavano oli e sostanze per produrre prodotti chimici, dai biocarburanti ai lubrificanti poco inquinanti a nuovi materiali elastici e resistenti, utiliz- zabili per esempio nell’automotive (al posto delle fibre di vetro o sintetiche) o nelle pale eoliche. E ancora nell’edilizia (con materiali isolanti autoportanti costituiti solo da fibre di canapa e scarti di fibre di lana) e nell’arredamento, fino alle cassette della frutta. Il tutto riciclabile più volte fino all’ultima fase: quella del riciclo termico grazie all’incenerimento. Per informazioni: www.velica.org ENERGIA SOLARE E IDROGENO. Inoltre, nell’ambito dell’Accordo Quadro tra Regione e Cnr del luglio 2012 Istm ne (Uos) di Icrm. La ricerca di base si occupa di regolazione biologica, interazioni recettoreligando o enzima substrato, folding e dinamica di peptidi e proteine. Gli aspetti applicativi interessano le metodologie chimiche e biotecnologiche per la produzione, caratterizzazione e analisi di composti di interesse chimico-farmaceutico, alimentare, ambientale e biomedico. Il Direttore dell’Istituto è Sergio Riva. onoscere i fenomeni che guidano le interazioni tra molecole per potere rispondere ai bisogni dell’industria, della salute e dell’ambiente. Sono questi gli studi che impegnano l’Icrm (www.icrm.cnr.it), con sede principale a Milano, in via Mario Bianco. Ricercatori dell’Istituto sono anche presenti al Dipartimento “Giulio Natta” del Politecnico di Milano e al Policlinico “Gemelli” dell’Università Cattolica di Roma, sedi delle due unità ester- Nanoscienze per Energia, Chimica Verde e Salute Dal laboratorio all’industria: 15 e Ismac partecipano al progetto “Tecnologie e materiali per l’utilizzo efficiente dell’energia solare”. In particolare Istm-Cnr coordinerà le attività di ricerca sui Materiali e tecnologie per la conversione diretta di energia solare in idrogeno e Ismac-Cnr quelle sul Fotovoltaico organico e ibrido. SUSCHEM, TUTTO PER LA CHIMICA SOSTENIBILE. Il progetto “Suschem Lombardia” (acronimo di Sustainable Chemistry: chimica sostenibile in italiano), coinvolge i tre istitu- ti. Mira a ricavare energia tramite processi di chimica verde da biomasse “non food” (come scarti agricoli o esuberi alimentari). Nuove tecniche di catalisi omogena, eterogenea ed enzimatica saranno finalizzate a produrre intermedi e materiali derivati da fonte rinnovabile per il settore farmaceutico, cosmetico, degli additivi e dei materiali polimerici. Questo porterà a una riduzione dei consumi e dei residui nocivi nei processi industriali. Le competenze acquisite porteranno alla nascita di un Centro di Eccellenza a servizio delle industrie chimiche, cosmetiche e farmaceutiche lombarde. La Bioinformatica simula per curare Capire le cause di una malattia serve a trovare le cure adeguate. Con programmi di calcolo sviluppati ad hoc si simulano al computer la struttura delle proteine e i loro processi di aggregazione, spesso dannosi e alla base di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. L’analisi aiuta a chiarire la ricaduta che mutazioni, anche di singoli aminoacidi, hanno su questi fenomeni. Un altro obiettivo è l’identificazione delle proprietà molecolari delle mutazioni di cellule tumorali che possano rispondere a terapie mirate con piccole molecole. Nello studio della dinamica e della specificità dell’interazione proteina-ligando e proteina-proteina si elaborano farmacofori utili per progettare razionalmente nuovi farmaci attraverso il design e/o lo screening virtuale di molecole. Microanalitica: un laboratorio in un chip La micro e la nano-tecnologia consentono di realizzare dispositivi capaci di eseguire in un singolo chip (grande pochi millimetri o centimetri quadrati) analisi complesse di solito svolte con più strumenti. Questi dispositivi, chiamati “Lab-on-a-chip”, permettono un basso consumo di volumi di fluido e di reagenti e necessitano di minime quantità di campione da analizzare. In diagnostica clinica i sistemi Lab-on-achip svolgono a basso costo e in modo automatico un alto numero di analisi in parallelo con strumentazioni portatili: l’obiettivo è infatti arrivare a svolgere analisi a domicilio o in ambulatorio. Il team di Icrm collabora con Istituti italiani e stra- Dinamica molecolare di una proteina coinvolta nello sviluppo tumorale nieri in progetti finanziati prevalentemente da fondi europei. Alcuni esempi riguardano lo sviluppo di chip per la diagnosi del morbo di Alzheimer a partire dal fluido cerebrospinale, la rivelazione di mutazioni fetali da campioni di sangue materno e la rivelazione di contaminanti microbici e di tossine batteriche in campioni alimentari. Biocatalisi: la forza della natura per la chimica sostenibile La biocatalisi implica l’uso di enzimi o di cellule intere per fare avvenire (“catalizzare”) reazioni chimiche in laboratorio. Nell’ambito delle biotecnologie industriali essa è fondamentale per lo sviluppo di una chimica sostenibile. Richiede la collaborazione di diversi specialisti, come biochimici, microbiologi, chimici organici e ingegneri chimici. Gli enzimi - i catalizzatori della natura - funzionano con elevata attività e straordinaria selettività (riducendo così la formazione di sottoprodotti) in Microarrey a fluorescenza analizzati grazie a un innovativo detector sviluppato da Icrm e Boston University condizioni blande (basse temperature, pressione ambiente, …) e in sistemi acquosi, limitando l’uso di solventi organici e riducendo l’impatto ambientale. Il numero di biocatalizzatori a disposizione è sempre in aumento e l’ingegneria proteica - migliorandone le proprietà - consente di superare molti limiti degli enzimi “wild type” presenti in natura. Molti processi enzimatici efficienti ed economicamente redditizi sono utilizzati per produzioni industriali. Alcuni sono frutto della ricerca dell’Icrm. Il sapore e l’odore delle molecole Gusto e olfatto (ben due sensi su cinque dunque) funzionano grazie a interazioni “chimiche” basate sul riconoscimento delle molecole responsabili dei sapori o degli odori da parte di specifici recettori biologici. È un’interazione così selettiva che piccole variazioni della struttura molecolare portano a percezioni sensoriali molto differenti. Primo obiettivo di questa linea di ricerca è sviluppare metodi sintetici stereoselettivi che diano accesso solo agli isomeri biologicamente attivi (o più attivi) delle sostanze desiderate. Altro aspetto della ricerca riguarda l’individuazione e quindi la preparazione delle forme attive di composti di interesse commerciale, di solito venduti come miscele, per sviluppare prodotti qualitativamente superiori.