1_INTRODUZIONE_amnesty 2013 - amnesty :: Rapporto annuale

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AMNESTY
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AMERICHE
VENEZUELA
DUEMILA
AMNESTY INTERNATIONAL RAPPORTO 2013
LA SITUAZIONE DEI DIRITTI UMANI NEL MONDO
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AMERICHE
A settembre, quattro marine uruguaiani, in servizio come peacekeeper delle Nazioni Unite ad Haiti, sono stati incriminati in Uruguay per “violenza privata” ai danni di un giovane. Tuttavia, non sono stati formulati capi d’imputazione relativi alle accuse di aggressione sessuale da parte della vittima. A fine anno, il processo era in corso.
DIRITTI SESSUALI E RIPRODUTTIVI
A ottobre, il congresso ha approvato una legislazione che garantisce alle donne l’accesso
all’aborto durante le prime 12 settimane di gravidanza. La legge stabilisce un periodo di
riflessione obbligatorio di cinque giorni e un riesame dei casi da parte di un collegio di
esperti, laddove si richieda volontariamente un aborto. Quando la gravidanza è il risultato
di uno stupro, l’aborto è legale fino alla 14ª settimana di gravidanza e deve essere sporta
formale denuncia. Gruppi per i diritti delle donne e i diritti umani hanno apprezzato la
legge considerandola un passo in avanti per fermare gli aborti non sicuri ma hanno
espresso preoccupazione in quanto i nuovi requisiti obbligatori potrebbero ostacolare
l’accesso all’aborto legale. La legge inoltre depenalizza gli aborti oltre il primo trimestre,
nei casi in cui sia a rischio la salute della donna o il feto non possa sopravvivere.
CONDIZIONI CARCERARIE
A dicembre, a seguito di una visita in Uruguay, il Relatore speciale delle Nazioni Unite
sulla tortura ha apprezzato i recenti passi in avanti per migliorare le condizioni nelle carceri ma ha posto l’attenzione su alcuni problemi persistenti, come il sovraffollamento e
l’inadeguatezza delle strutture.
DIRITTI DELLE PERSONE LESBICHE, GAY, BISESSUALI, TRANSGENDER E INTERSESSUATE
Nel corso dell’anno sono state almeno cinque le donne transessuali uccise nel paese.
Soltanto in un uno di questi casi, la persona responsabile è stata assicurata alla giustizia.
VENEZUELA
REPUBBLICA BOLIVARIANA
DEL VENEZUELA
Capo di stato e di governo: Hugo Chávez Frías
I livelli di criminalità violenta, specialmente il numero dei crimini legati all’uso di armi
da fuoco, sono rimasti elevati malgrado gli sforzi per controllare la disponibilità e l’utilizzo
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RAPPORTO 2013
delle armi. La violenza nelle carceri è rimasta diffusa e sono proseguite le rivolte. Il governo ha avviato il proprio ritiro dalla Corte interamericana dei diritti umani.
CONTESTO
La situazione dei diritti umani del Venezuela è stata analizzata secondo l’Esame periodico
universale delle Nazioni Unite, il cui rapporto è stato adottato a marzo. Il Venezuela ha
recepito diverse delle raccomandazioni espresse, compresa quella relativa ai difensori
dei diritti umani. Il Venezuela si è impegnato a sostenerne le attività e a riconoscere
pubblicamente il loro ruolo. Tuttavia, ha respinto diverse altre raccomandazioni, come
quella di elaborare un piano nazionale sui diritti umani e di avanzare inviti permanenti
a meccanismi e organismi regionali e internazionali sui diritti umani.
A novembre, il Venezuela è divenuto membro del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, impegnandosi pertanto a cooperare con le sue procedure speciali e il sistema universale per la promozione e la tutela dei diritti umani. A fine anno,
rimanevano in sospeso la ratifica da parte del Venezuela di diversi strumenti internazionali sui diritti umani e le richieste di visitare il paese avanzate da sei Relatori speciali.
A ottobre si sono tenute le elezioni presidenziali. La giornata elettorale è trascorsa per lo
più pacificamente e alle urne si sono recati circa l’81 per cento degli elettori, una delle
percentuali di affluenza più elevate della storia venezuelana. Il presidente uscente Hugo
Chávez è stato eletto al suo terzo mandato esennale.
PUBBLICA SICUREZZA
Il Venezuela detiene uno dei tassi di omicidio più elevati dell’America Latina, dovuto,
tra gli altri fattori, a una disponibilità incontrollata delle armi da fuoco e delle munizioni.
È anche motivo di preoccupazione l’impiego delle armi da fuoco da parte della polizia.
Secondo un rapporto del consiglio generale della polizia nazionale, l’80 per cento dei
corpi di polizia utilizzava armi al di fuori dalle linee guida istituzionali. L’assenza di altre
informazioni ufficiali e precise sulla violenza, specialmente in merito alle ferite da arma
da fuoco, è rimasta motivo di preoccupazione.
Nel corso dell’anno, la commissione presidenziale per il controllo delle armi, delle munizioni e del disarmo ha condotto studi e consultazioni dell’opinione pubblica e ha avviato
campagne pubbliche per incoraggiare la gente a consegnare spontaneamente le armi da
fuoco in loro possesso. La nuova iniziativa per la sicurezza approntata dal governo, “Gran
misión a toda vida Venezuela”, si propone di proseguire questa attività di disarmo, anche
tramite la creazione di un sistema di sostegno nazionale per le vittime di violenza causata
dalle armi da fuoco.
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AMERICHE
Durante l’anno, in determinati luoghi pubblici sono state vietate le armi di piccolo calibro
ed è stato istituito un nuovo sistema di registrazione al fine di aumentare il controllo
sulle armi da fuoco esistenti. Le persone in possesso di armi di piccolo calibro sono state
incoraggiate a registrarle, mentre le nuove richieste di rilascio del porto d’armi sono state
sospese per un anno. Alla fine del 2012 era all’esame del congresso una bozza di legge
sul controllo delle armi.
CONDIZIONI CARCERARIE
Nelle carceri la violenza è stata diffusa. Durante l’anno sono state almeno 591 le persone
uccise nelle carceri venezuelane. L’uso di armi da fuoco, esplosivi e altri armamenti ha
continuato a essere la norma durante gli scontri nelle carceri.
A luglio, l’annuncio di un trasferimento di reclusi dal penitenziario della regione di Andean, nello stato di
Merida, verso altri penitenziari ha scatenato una rivolta durata 20 giorni, in cui sono morte 17 persone.
Ad agosto, le violenze scoppiate nel carcere di Yare hanno provocato la morte di 26 persone e il ferimento
di altre 43.
DIFENSORI DEI DIRITTI UMANI
Le autorità di governo e i mezzi d’informazione controllati dallo stato hanno continuato
ad avanzare accuse infondate contro difensori dei diritti umani, nel tentativo di delegittimarne il lavoro. Difensori dei diritti umani sono stati anche vittime di aggressioni fisiche, i cui responsabili non sono stati assicurati alla giustizia.
A maggio, Marianela Sánchez Ortiz, dell’Osservatorio venezuelano delle carceri (Observatorio venezolano
de Prisiones – Ovp), ha ricevuto minacce. Suo marito, Hernán Antonio Bolívar, è stato rapito sotto la minaccia di una pistola; gli hanno detto di ammonire sua moglie a smettere di protestare contro le condizioni
delle carceri e di criticare il governo, altrimenti lei e la sua famiglia sarebbero andate incontro a rappresaglie. Le autorità di governo hanno inoltre accusato l’Ovp di aver falsificato le informazioni riguardanti
le carceri, allo scopo di ricevere sovvenzioni da parte di finanziatori statunitensi.
IMPUNITÀ
A dicembre, Jorge Antonio Barrios è stato assassinato nello stato di Aragua. Era il nono componente della
famiglia Barrios a essere ucciso dal 1998, in circostanze tali da far supporre un coinvolgimento della polizia. Le uccisioni sono continuate nonostante i pronunciamenti emessi dal 2004 dal sistema interamericano
dei diritti umani, che ordinava al Venezuela di assicurare la protezione della famiglia e di chiamare in
giudizio i responsabili.
INDIPENDENZA DELLA MAGISTRATURA
La giudice María Lourdes Afiuni è rimasta per tutto l’anno agli arresti domiciliari. A settembre, uomini armati non identificati sono passati in auto davanti all’edificio dove abitava e hanno aperto il fuoco, mirando
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in direzione del suo appartamento. A novembre, la giudice Afiuni ha rivelato di essere stata stuprata mentre
era in carcere. Era stata arrestata nel dicembre 2009 ed è rimasta in carcere per oltre un anno, per accuse
come corruzione, abuso d’ufficio e associazione a delinquere. La giudice aveva disposto il rilascio condizionato di un banchiere che era rimasto in custodia in attesa di processo per oltre due anni, una decisione
che rientrava nelle sue competenze e in linea con la legislazione venezuelana.
VAGLIO INTERNAZIONALE
A maggio, il presidente Chávez, con il sostegno dell’assemblea nazionale e della Corte
suprema, ha annunciato il ritiro del Venezuela dal sistema interamericano dei diritti
umani. A settembre, il Venezuela ha ufficialmente cancellato la propria adesione alla
Convenzione americana sui diritti umani, avviando in tal modo il proprio ritiro dalla Corte
interamericana dei diritti umani. Di conseguenza, a partire da settembre 2013, le vittime
di violazioni dei diritti umani non potranno sporgere denuncia presso la massima corte
delle Americhe. Tuttavia, il Venezuela continuerà a essere membro dell’Oas e pertanto
soggetto a monitoraggio da parte della Commissione interamericana sui diritti umani.
VIOLENZA CONTRO DONNE E RAGAZZE
La legge sul diritto delle donne a una vita libera dalla violenza è rimasta priva del regolamento che stabilisca linee guida su come le autorità sono tenute a gestire i casi di violenza contro le donne.
Si sono svolte le udienze relative al caso di Alexandra Hidalgo, stuprata e torturata da un gruppo di uomini,
tra cui suo marito, nel 2004. A ottobre è stato deciso il rinvio a giudizio di suo marito per il suo rapimento
e lo stupro.
MISSIONI E RAPPORTI DI AMNESTY INTERNATIONAL
Delegate di Amnesty International hanno visitato il Venezuela ad aprile.
Carta abierta a los candidatos y las candidatas presidenciales de la República Bolivariana
de Venezuela (AMR 53/006/2012)
Bolivarian Republic of Venezuela’s candidacy for election to the UN Human Rights Council: Open letter (AMR 53/008/2012)
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