CATERINA E GIUDITTA CITTADINI: MADRI PER EDUCARE
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CATERINA E GIUDITTA CITTADINI: MADRI PER EDUCARE
CATERINA E GIUDITTA CITTADINI: MADRI PER EDUCARE L’Istituto “Caterina Cittadini” è gestito dalle Suore Orsoline di Somasca, congregazione voluta da due sorelle maestre, Caterina e Giuditta Cittadini, per attuare l’azione apostolico-educativa dell’istruire e dell’educare: “L’idea di questa cosa è di cooperare al bene pubblico con l’istruzione e l'educazione. Fine di somma eccellenza, poiché dalla cristiana educazione dipende specialmente il bene spirituale e temporale non solo delle fanciulle, ma ancora delle famiglie, nelle quali sono chiamate a far parte”. Caterina Cittadini Caterina Cittadini nasce a Bergamo il 28 settembre 1801. Ha una sorella, Giuditta, nata anche lei a Bergamo il 19 luglio 1803. Ancora bambine rimangono sole: il papà se ne era andato da tempo senza dire niente e la mamma era morta per fatica e per dolore. Per questo, nel 1808 la loro estrema solitudine trova rifugio nel grande orfanotrofio del Conventino di Bergamo, istituzione laicale di assistenza e beneficenza. Vi passano la loro infanzia e parte della loro giovinezza. Nel 1822 lasciano il Conventino con il diploma di maestra elementare: Caterina ha quasi 22 anni e Giuditta 20. Caterina trova subito lavoro come maestra nella scuola elementare comunale a Somasca. Giuditta segue le bambine che non trovano accoglienza nella scuola comunale. Le due sorelle, che hanno provato la tristezza e l’abbandono, sanno come sia importante ricevere “educazione”. Per questo “inventano” una “casa di educazione” secondo i desideri del loro cuore: istruire ed educare, con “cuore di madre”, le fanciulle. In questa loro casa di educazione mettono una scuola privata con educandato ed orfanotrofio, di cui è direttrice Giuditta; Caterina continua invece ad insegnare nella scuola elementare comunale. Caterina e Giuditta sono molto ubbidienti a Dio Trinità; guidate da Lui scoprono la loro vocazione: il progetto di vita per il loro “viaggio” sulla Terra. Con gioia, impegno e sacrificio imparano a “giocare” bene la loro vita. Intanto alle due sorelle si uniscono altre compagne e, insieme, vivono il “progetto” di Dio senza rendersi pienamente conto dell’importanza dell'opera che avevano iniziato. Don Giuseppe Brena, che le aveva conosciute sin da bambine al Conventino, con senso profetico, in seguito alla loro richiesta di entrare in una casa religiosa per diventare suore maestre ed educatrici, dice loro che lì, a Somasca, esse sarebbero state le pietre fondamentali di una nuova "famiglia” voluta da Dio. 1 E fu così che esse, con tanta umiltà, fondarono la famiglia delle Suore Orsoline di San Girolamo in Somasca. Giuditta muore il 24 luglio 1840. Caterina rimane sola davvero. Piange tanto, ma non come quelli che non hanno speranza. Lei e Giuditta hanno uno sposo speciale che si chiama Cristo Gesù e di Lui, lei, Caterina, continua a fidarsi. Per vivere fedele a Lui e per educare tante bambine e giovani scrive, per lei e per le sue compagne, un libro: la “Regola di vita”. Il libro delle regole di Caterina e Giuditta sono attuali ancora oggi ed illuminano il cuore di ogni ragazza che decide di vivere come suora Orsolina di Somasca a servizio dei bambini, dei giovani e delle famiglie. Caterina muore il 5 maggio 1857 mentre attende, nella speranza, che il vescovo della Chiesa di Bergamo approvi la sua "piccola famiglia religiosa”. Solo dopo la sua morte, il 14 dicembre dello stesso anno, il vescovo di Bergamo, monsignor Pietro Luigi Speranza, scriverà che la famiglia creata da Caterina e Giuditta è bella anche se è povera e che Dio è molto contento dell’amore che hanno avuto per le bambine, le giovani e le loro famiglie. Le Orsoline di Somasca continuano, nella storia del tempo, il desiderio delle due sorelle, cioè il loro carisma: il dono che Dio avevo loro fatto. Lavorano, a loro esempio, anche gratuitamente, per la cultura, cioè per l’educazione cristiana, l’istruzione e la promozione umana delle bambine e dei bambini, delle giovani e dei giovani. 2 STORIA DELL‘ISTITUTO DI BERGAMO La scuola dell’infanzia paritaria "Caterina Cittadini" dell’Istituto delle “Suore Orsoline in Somasca”, con sede in Bergamo, è una struttura imponente la cui costruzione risale agli anni sessanta (1959). E’ ubicata nella zona sud – ovest della città (quartiere di Loreto), confinante con la circonvallazione che mette in comunicazione la parte meridionale della città stessa con la cintura periferica costituita da grosse borgate industriali come Treviolo, Dalmine, Stezzano. Sorge in una zona di recente urbanizzazione: il complesso scolastico infatti è stato una delle prime costruzioni degli anni sessanta su un’area prettamente agricola che segnava il termine dell’antica borgata (o quartiere) di Loreto. La sua ubicazione, a ridosso della collina su cui sorge “Città Alta” e verso la pianura, è quanto di meglio si fosse potuto scegliere quando l’Istituto, su indicazione del Vescovo di Bergamo Mons. Piazzi, trasferì la Casa Generalizia da Somasca in città e diede l’avvio alle strutture scolastiche come risposta alle esigenze di una zona in via di espansione. Così è descritta dal cronista, in occasione dell’inaugurazione avvenuta il 26 maggio 1962. “Un cenno merita la località in cui è sorta questa bella Casa delle Suore Orsoline di Somasca. E’ un posto veramente incantevole, ad ampio respiro, tuffato nel verde. Sicuramente uno dei migliori della media periferia cittadina (per arrivare all’estrema periferia, su tale direttrice, bisogna raggiungere Longuelo). Saliamo ad ammirare il panorama dalle due aeree, parallele e vaste terrazze che sembrano braccia protese. Ecco, sul colle dirimpetto, la vecchia e maestosa Bergamo: fiera delle sue Chiese insigni, dei monumenti, dei palazzi, della patina che il tempo ha posato sulle pietre. Sembra uno scenario irreale. Ecco la Bergamo moderna, dal ritmo febbrile, che nel suo rapido dilatarsi sommerge la pianura. Ecco, a levante, la distesa dei campi, dei prati, delle ortaglie; e in lontananza i paesi della Bassa, sovrastati dalle torri campanarie. Ecco, lì sotto, il bruno nastro d’asfalto della provinciale per Lecco. Visti dalle aeree terrazze su cui siamo saliti, albe e tramonti sono una cosa stupenda”. In meno di una trentina d’anni “la distesa dei campi, dei prati, delle ortaglie”, ha ceduto il posto a fitte strutture abitative che hanno trasformato la zona in una delle più popolose della città, attraversata, a nord dall’arteria che unisce direttamente il capoluogo alla zona industriale e commerciale di Ponte S. Pietro e della Valle S. Martino; a sud dalla “Briantea” che collega il territorio bergamasco con quello lecchese. 3 La struttura scolastica sorge tra le due arterie ed è facilmente raggiungibile sia a nord che a sud per cui la popolazione scolastica affluisce numerosa sia dalla “Bassa” che dall’ "Isola” di Ponte S. Pietro. In conseguenza di ciò ben presto le richieste aumentano e l’11 Marzo del 1964 la Scuola elementare ottiene la Parifica per cinque classi. Dato l’aumento continuo delle richieste le classi passano da cinque a dieci. Accanto alla scuola sorgono vasti campi comunali da tennis ed un ampio parco, intitolato alla Beata “C. Cittadini”, dal Comune di Bergamo. La struttura scolastica si sviluppa su tre piani: piano terra con ampia sala per riunioni, sala da pranzo e laboratorio musicale. primo e secondo piano con dieci aule luminose che guardano sul cortile e spazi strutturati per alunni in situazione di handicap; la segreteria, la direzione, il laboratorio multimediale, la biblioteca per alunni, l’aula e biblioteca per le insegnanti. All’esterno la scuola è dotata di ampi spazi verdi e strutturati: cortili, campo da calcio, da pallavolo e pista. 4 LA LINEA PEDAGOGICA La pedagogia educativa delle Suore Orsoline di Somasca fonda le sue radici nella maternità educativa delle sorelle Cittadini, che vissero, sin da bambine, in un silenzio assoluto d’amore e di sicurezze umane. Lo Spirito di Dio plasmò nelle due orfane, giorno dopo giorno, un “cuore di madre”, l’essenza della pedagogia educativa della “Casa di educazione” di cui saranno Fondatrici. Le Suore Orsoline di Somasca ne hanno ereditato il carisma di fondazione, carisma che si ispira all’invito evangelico di Gesù e che le due sorelle così compresero: “ 'Quello che fate ad uno di questi minimi, io lo tengo fatto a me medesimo'. Per questo istruiscano con attenzione e devozione, tenendo gli occhi corporali sopra quelle creature e quelli dell’anima al Creatore, per amore del quale lo fanno” (Regole di fondazione 1855 e 1857). Le Cittadini, nel realizzare il loro progetto di vita, scelsero di educare con cuore di madre. Istruirono e educarono guardando e imitando Cristo Gesù e al suo donarsi per l’umanità “fino allo spargimento di tutto il suo sangue”. Lasciarono scritto nella loro Carta pedagogica che è necessario accostarsi ad ogni persona con umiltà e mansuetudine, raccomandando ad ogni educatrice che opera nelle scuole che continuano il loro mandato, le cure per bene educare, che si possono così sintetizzare: curare la persona di ogni bambino/a come prezioso tesoro; usare la pedagogia di Cristo Gesù, Maestro e Redentore, che si fa “umile” e “mansueto” fino allo “spargimento di tutto il suo sangue preziosissimo”; stimare e credere nelle possibilità di ogni bambino/a; educare ed istruire con mezzi adatti, secondo l’ “età”, le “capacità”, l’ “indole” e le “condizioni” di ogni bambino/a; amare ugualmente tutti, “senza distinzione” di nascita o di ricchezza; educare alle virtù della “sincerità, obbedienza, semplicità, amore, purezza, sacrificio”; offrire, come prima azione educativa, la propria condotta in modo che essa, da sola, sia “specchio di virtù”; educare presentandosi “non con l’autorità di superiore, ma con cuore di madri”: quali “vere madri in Cristo”. 5 La pedagogia educativa delle Cittadini, continuata oggi dalle Suore Orsoline di Somasca e dal personale laico che in essa si riconosce, è per la persona, “immagine e somiglianza del Sommo bene” e dà il primato alla preziosità delle relazioni, perché mettono l’educatrice in comunicazione con i propri alunni contemplandoli quali “anime che Cristo ha riscattato con il suo sangue e che ha affidato alle loro cure come prezioso tesoro” (Regole di fondazione 1855 e 1857). Con il linguaggio di oggi, alcuni dei valori fondanti proposti nel 1800 possono essere così sintetizzati: amore per l’uomo: sentimento profondo che dà ai rapporti umani un tono di disponibilità e di mutuo rispetto per educare alla sensibilità verso tutti ed in particolare verso coloro che soffrono; solidarietà: valore per educare alla partecipazione e alla scoperta del proprio ruolo nella vita, per assumerlo con gioia e responsabilità; semplicità ed umiltà: virtù da trasmettere con la testimonianza nelle relazioni, in un clima di spontaneità e sincerità, per avere la conoscenza di sé e quindi la comprensione dell’altro; gratitudine: capacità di accogliere tutti, guardando ad ognuno come dono necessario per la propria vita, perché possibile origine di amicizia, affetto e stima; valorizzazione degli aspetti positivi: accompagnamento lento, ma progressivo, nella scoperta delle immense risorse di ogni persona. La dimensione pedagogica della proposta educativa, con il contributo della pedagogia contemporanea, si traduce oggi in alcuni principi che possiamo così sintetizzare: curare un’educazione fondata sui valori del cristianesimo; educare alla libertà responsabile attraverso il rispetto delle regole; educare all’esercizio della volontà, perché abbia come oggetto il bene; educare alla capacità di decisioni personali; educare al valore della fatica come mezzo di crescita; educare all’uso positivo dell’errore, perché anche esso rientra nell’esperienza umana e guida al superamento e al dominio di se stessi; infondere negli alunni un concetto positivo e realistico di sé, per favorirne la capacità di auto-orientamento; sviluppare l’intelligenza, guidandola alla ricerca della Verità, da cui dipende la verità sull’uomo; condurre verso la comprensione dei contenuti e l’acquisizione di abilità disciplinari adeguate; 6 privilegiare l’assimilazione del metodo di studio; guidare al corretto uso della lingua orale e scritta e alla capacità di comunicare; guidare al corretto uso dei mass-media; stimolare la partecipazione alle attività scolastiche ed extrascolastiche, per suscitare interessi e motivazioni; offrire all’intera comunità educante risposte alla ricerca di senso attraverso momenti formativi, culturali, religiosi e ricreativi; sollecitare la partecipazione dei genitori agli organismi scolastici per favorire lo scambio, la crescita personale e di gruppo e un progressivo inserimento nella comunità locale; curare la “formazione in servizio” e l’aggiornamento del gruppo docente, per il potenziamento delle risorse professionali 7 LA SCUOLA NEI DOCUMENTI MINISTERIALI Un nuovo scenario “In un tempo molto breve, abbiamo vissuto il passaggio da una società relativamente stabile a una società caratterizzata da molteplici cambiamenti e discontinuità. Questo nuovo scenario è ambivalente: per ogni persona, per ogni comunità, per ogni società si moltiplicano sia i rischi che le opportunità. Gli ambienti in cui la scuola è immersa sono più ricchi di stimoli culturali, ma anche più contraddittori. Oggi l’apprendimento scolastico è solo una delle tante esperienze di formazione che i bambini e gli adolescenti vivono e per acquisire competenze specifiche spesso non vi è bisogno dei contesti scolastici. Ma proprio per questo la scuola non può abdicare al compito di promuovere la capacità degli studenti di dare senso alla varietà delle loro esperienze, al fine di ridurre la frammentazione e il carattere episodico che rischiano di caratterizzare la vita dei bambini e degli adolescenti. L’orizzonte territoriale della scuola si allarga. Ogni specifico territorio possiede legami con le varie aree del mondo e con ciò stesso costituisce un microcosmo che su scala locale riproduce opportunità, interazioni, tensioni, convivenze globali. Anche ogni singola persona, nella sua esperienza quotidiana, deve tener conto di informazioni sempre più numerose ed eterogenee e si confronta con la pluralità delle culture. Nel suo itinerario formativo ed esistenziale lo studente si trova a interagire con culture diverse, senza tuttavia avere strumenti adatti per comprenderle e metterle in relazione con la propria. Alla scuola spetta il compito di fornire supporti adeguati affinché ogni persona sviluppi un’identità consapevole e aperta […] Inoltre, la diffusione delle tecnologie di informazione e di comunicazione, insieme a grandi opportunità, rischia di introdurre anche serie penalizzazioni nelle possibilità di espressione di chi non ha ancora accesso a tali tecnologie. Questa situazione nella scuola è ancora più evidente. Allo stato attuale delle cose, infatti, le relazioni con gli strumenti informatici sono assai diseguali fra gli studenti come fra gli insegnanti. Anche le relazioni fra il sistema formativo e il mondo del lavoro stanno rapidamente cambiando. Ogni persona si trova ricorrentemente nella necessità di riorganizzare e reinventare i propri saperi, le proprie competenze e persino il proprio stesso lavoro. Le tecniche e le competenze diventano obsolete nel volgere di pochi anni. Per questo l’obiettivo della scuola non può essere soprattutto quello di inseguire lo sviluppo di singole tecniche e competenze; piuttosto, è quello di formare saldamente ogni persona sul piano cognitivo e culturale, affinché possa affrontare positivamente l’incertezza e la mutevolezza degli scenari sociali e professionali, presenti e futuri. 8 Le trasmissioni standardizzate e normative delle conoscenze, che comunicano contenuti invariati pensati per individui medi, non sono più adeguate. Al contrario, la scuola è chiamata a realizzare percorsi formativi sempre più rispondenti alle inclinazioni personali degli studenti, nella prospettiva di valorizzare gli aspetti peculiari della personalità di ognuno. In tale scenario, alla scuola spettano alcune finalità specifiche: offrire agli studenti occasioni di apprendimento dei saperi e dei linguaggi culturali di base; far sì che gli studenti acquisiscano gli strumenti di pensiero necessari per apprendere a selezionare le informazioni; promuovere negli studenti la capacità di elaborare metodi e categorie che siano in grado di fare da bussola negli itinerari personali; favorire l’autonomia di pensiero degli studenti, orientando la propria didattica alla costruzione di saperi a partire da concreti bisogni formativi. La scuola realizza appieno la propria funzione pubblica impegnandosi, in questa prospettiva, per il successo scolastico di tutti gli studenti, con una particolare attenzione al sostegno delle varie forme di diversità, di disabilità o di svantaggio. Questo comporta saper accettare la sfida che la diversità pone: innanzi tutto nella classe, dove le diverse situazioni individuali vanno riconosciute e valorizzate, evitando che la differenza si trasformi in disuguaglianza; inoltre nel Paese, affinché le situazioni di svantaggio sociale, economiche, culturali non impediscano il raggiungimento degli essenziali obiettivi di qualità che è doveroso garantire” […] La centralità della persona “Le finalità della scuola devono essere definite a partire dalla persona che apprende, con l’originalità del suo percorso individuale e le aperture offerte dalla rete di relazioni che la legano alla famiglia e agli ambiti sociali. La definizione e la realizzazione delle strategie educative e didattiche devono sempre tener conto della singolarità e complessità di ogni persona, della sua articolata identità, delle sue aspirazioni, capacità e delle sue fragilità, nelle varie fasi di sviluppo e di formazione. Lo studente è posto al centro dell’azione educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali, religiosi. In questa prospettiva, i docenti dovranno pensare e realizzare i loro progetti educativi e didattici non per individui astratti, ma per persone che vivono qui e ora, che sollevano precise domande esistenziali, che vanno alla ricerca di orizzonti di significato. 9 Sin dai primi anni di scolarizzazione è importante che i docenti definiscano le loro proposte in una relazione costante con i bisogni fondamentali e i desideri dei bambini e degli adolescenti. È altrettanto importante valorizzare simbolicamente i momenti di passaggio che segnano le tappe principali di apprendimento e di crescita di ogni studente. Particolare cura è necessario dedicare alla formazione della classe come gruppo, alla promozione dei legami cooperativi fra i suoi componenti, alla gestione degli inevitabili conflitti indotti dalla socializzazione. La scuola si deve costruire come luogo accogliente, coinvolgendo in questo compito gli studenti stessi. Sono, infatti, importanti le condizioni che favoriscono lo star bene a scuola, al fine di ottenere la partecipazione più ampia dei bambini e degli adolescenti a un progetto educativo condiviso. La formazione di importanti legami di gruppo non contraddice la scelta di porre la persona al centro dell’azione educativa, ma è al contrario condizione indispensabile per lo sviluppo della personalità di ognuno. La scuola deve porre le basi del percorso formativo dei bambini e degli adolescenti sapendo che esso proseguirà in tutte le fasi successive della vita. In tal modo la scuola fornisce le chiavi per apprendere ad apprendere, per costruire e per trasformare le mappe dei saperi rendendole continuamente coerenti con la rapida e spesso imprevedibile evoluzione delle conoscenze e dei loro oggetti. Si tratta di elaborare gli strumenti di conoscenza necessari per comprendere i contesti naturali, sociali, culturali, antropologici nei quali gli studenti si troveranno a vivere e a operare.” Per una nuova cittadinanza “La scuola persegue una doppia linea formativa: verticale e orizzontale. La linea verticale esprime l’esigenza di impostare una formazione che possa poi continuare lungo l’intero arco della vita; quella orizzontale indica la necessità di un’attenta collaborazione fra la scuola e gli attori extrascolastici con funzioni a vario titolo educative: la famiglia in primo luogo. Insegnare le regole del vivere e del convivere è per la scuola un compito oggi ancora più ineludibile rispetto al passato, perché sono molti i casi nei quali le famiglie incontrano difficoltà più o meno grandi nello svolgere il loro ruolo educativo.[…] L’obiettivo non è di accompagnare passo dopo passo lo studente nella quotidianità di tutte le sue esperienze, bensì di proporre un’educazione che lo spinga a fare scelte autonome e feconde, quale risultato di un confronto continuo della sua progettualità con i valori che orientano la società in cui vive. La scuola perseguirà costantemente l’obiettivo di costruire un’alleanza educativa con i genitori. Non si tratta di rapporti da stringere solo in momenti critici, ma di relazioni costanti che riconoscano i reciproci ruoli e che si supportino vicendevolmente nelle comuni finalità educative. […] 10 In quanto comunità educante, la scuola genera una diffusa convivialità relazionale, intessuta di linguaggi affettivi ed emotivi, e è anche in grado di promuovere la condivisione di quei valori che fanno sentire i membri della società come parte di una comunità vera e propria. La scuola affianca al compito “dell’insegnare ad apprendere” quello “dell’insegnare a essere”. L’obiettivo è quello di valorizzare l’unicità e la singolarità dell’identità culturale di ogni studente. La presenza di bambini e adolescenti con radici culturali diverse è un fenomeno ormai strutturale e non può più essere considerato episodico: deve trasformarsi in un’opportunità per tutti. Non basta riconoscere e conservare le diversità preesistenti, nella loro pura e semplice autonomia. Bisogna, invece, sostenere attivamente la loro interazione e la loro integrazione attraverso la conoscenza della nostra e delle altre culture, in un confronto che non eluda questioni quali le convinzioni religiose, i ruoli familiari, le differenze di genere. La promozione e lo sviluppo di ogni persona stimola in maniera vicendevole la promozione e lo sviluppo delle altre persone: ognuno impara meglio nella relazione con gli altri. Non basta convivere nella società, ma questa stessa società bisogna crearla continuamente insieme. Il sistema educativo deve formare cittadini in grado di partecipare consapevolmente alla costruzione di collettività più ampie e composite, siano esse quella nazionale, quella europea, quella mondiale. Non dobbiamo dimenticare che fino a tempi assai recenti la scuola ha avuto il compito di formare cittadini nazionali attraverso una cultura omogenea. Oggi, invece, può porsi il compito più ampio di educare alla convivenza proprio attraverso la valorizzazione delle diverse identità e radici culturali di ogni studente. La finalità è una cittadinanza che certo permane coesa e vincolata ai valori fondanti della tradizione nazionale, ma che può essere alimentata da una varietà di espressioni ed esperienze personali molto più ricca che in passato. Per educare a questa cittadinanza unitaria e plurale a un tempo, una via privilegiata è proprio la conoscenza e la trasmissione delle nostre tradizioni e memorie nazionali: non si possono realizzare appieno le possibilità del presente senza una profonda memoria e condivisione delle radici storiche […] La scuola è luogo in cui il presente è elaborato nell’intreccio tra passato e futuro, tra memoria e progetto Per un nuovo umanesimo “Le relazioni fra il microcosmo personale e il macrocosmo dell’umanità e del pianeta oggi devono essere intese in un duplice senso. Da un lato tutto ciò che accade nel mondo influenza la vita di ogni persona; dall’altro, ogni persona tiene nelle sue stesse mani una responsabilità unica e singolare nei confronti del futuro dell’umanità. 11 La scuola può e deve educare a questa consapevolezza e a questa responsabilità i bambini e gli adolescenti, in tutte le fasi della loro formazione. A questo scopo il bisogno di conoscenze degli studenti non si soddisfa con il semplice accumulo di tante informazioni in vari campi, ma solo con il pieno dominio dei singoli ambiti disciplinari e, contemporaneamente, con l’elaborazione delle loro molteplici connessioni. È quindi decisiva una nuova alleanza fra scienza, storia, discipline umanistiche, arti e tecnologia, in grado di delineare la prospettiva di un nuovo umanesimo. In tale prospettiva, la scuola potrà perseguire alcuni obiettivi, oggi prioritari: insegnare a ricomporre i grandi oggetti della conoscenza - l’universo, il pianeta, la natura, la vita, l’umanità, la società, il corpo, la mente, la storia- in una prospettiva complessa, volta cioè a superare la frammentazione delle discipline e a integrarle in nuovi quadri d’insieme; promuovere i saperi propri di un nuovo umanesimo: la capacità di cogliere gli aspetti essenziali dei problemi; la capacità di comprendere le implicazioni, per la condizione umana, degli inediti sviluppi delle scienze e delle tecnologie; la capacità di valutare i limiti e le possibilità delle conoscenze; la capacità di vivere e di agire in un mondo in continuo cambiamento; diffondere la consapevolezza che i grandi problemi dell’attuale condizione umana (il degrado ambientale, il caos climatico, le crisi energetiche, la distribuzione ineguale delle risorse, la salute e la malattia, l’incontro e il confronto di culture e di religioni, i dilemmi bioetici, la ricerca di una nuova qualità della vita) possono essere affrontati e risolti attraverso una stretta collaborazione non solo fra le nazioni, ma anche fra le discipline e fra le culture”.[…] (dalle Indicazioni Nazionali per il curricolo) 12 IDENTITÀ DELLA SCUOLA Partendo da questa premessa la scuola primaria “Caterina Cittadini” si presenta come: Scuola Cristiana si ispira al Vangelo e ai valori cristiani; opera secondo le indicazioni del magistero e le direttive della Chiesa cattolica; vive la sua azione educativa come missione; s’inserisce nella realtà locale come proposta d’amore e segno di speranza. Pertanto la sua azione educativa, attenta alla dimensione etico-spirituale della persona, offre: sostegno nella ricerca del senso dell’esistenza umana guida nella ricerca di una visione cristiana della vita aiuto nella formazione di una “coscienza consapevole” dei valori sui quali fondare la propria vita Scuola formativa che : valorizza e rispetta il bambino nella propria individualità cura la crescita psicofisica, intellettuale ed affettiva del singolo; dialoga perché ognuno si senta accolto, capito ed aiutato; coopera con i genitori nel processo educativo; si aggiorna per rispondere alle necessità degli alunni e delle famiglie. Pertanto la sua proposta formativa cura la crescita di ciascuno sotto il profilo: psicofisico, sostenendolo nel possedere autonomia e capacità organizzativa in rapporto allo spazio, al tempo e alle situazioni intellettivo: guidandolo a comprendere, ricordare e applicare i principi appresi n situazioni nuove, fino ad ad acquisire capacità di analisi, valutazione e sintesi affettivo, offrendo la libertà di manifestare, riconoscere e conoscere le proprie emozioni e la possibilità di scoprire ed esplorare i propri interessi ed inclinazioni. 13 Scuola Aperta che accoglie, quanti scelgono la sua proposta educativa, senza discriminazione, con particolare attenzione ai “piccoli” del Vangelo e a coloro che sono in situazioni di svantaggio; educa alla libertà responsabile; sensibilizza al rispetto e all’accoglienza delle diverse culture; coopera con i genitori nel processo educativo e promuove occasioni di formazione, di dialogo e di confronto; è attenta alle richieste del territorio e alla collaborazione con le agenzie educative in esso presenti Pertanto la sua proposta formativa promuove: l'apertura all'altro nella cura dei rapporti interpersonali e di gruppo il rispetto per la diversità di opinioni e di cultura; la collaborazione all’interno del gruppo, all’interno del quale occorre anche "farsi carico" dei bisogni e delle aspettative dell'altro; la conoscenza della "realtà sociale" per accostarsi con capacità obiettiva, critica, ma serena. 14 LA SCUOLA DELL’INFANZIA Fedele a questa linea pedagogica la scuola dell'infanzia: offre una proposta culturale ed educativa intesa come promozione integrale della persona; privilegia come obiettivo lo sviluppo armonico e progressivo dell’alunno e la formazione di una personalità matura e responsabile; attua la sua azione educativa all’interno del contesto sociale in cui è inserita, attenta ai bisogni emergenti dal territorio. Pertanto la sua azione educativa: è attenta alla persona nei suoi bisogni umani, sociali e religiosi; riconosce il primato della responsabilità educativa della famiglia; crede in una corresponsabilità partecipata e leale tra la famiglia e la scuola; sostiene la collaborazione tra le realtà sociali, religiose e culturali L’OFFERTA FORMATIVA L’offerta formativa si articola in tre diverse tipologie di attività che si caratterizzano per destinatari e risorse coinvolte: Attività curricolare Si rivolge agli alunni e si propone : la maturazione dell’identità la conquista dell’autonomia lo sviluppo delle competenze la promozione alla convivenza civile Attività per la famiglia Si rivolge in particolare alle famiglie offrendo loro occasioni: per cooperare corresponsabilmente al percorso formativo di ciascun alunno per riflettere e maturare attraverso incontri di formazione per incontrarsi con le altre famiglie e istaurare con loro rapporti di amicizia e di sostegno reciproco Attività con il territorio Si avvale delle risorse presenti sul territorio per poter: ampliare l’esperienza scolastica e formativa degli alunni prendere parte in modo attivo ad eventi culturali, sociali e religiosi della propria realtà 16 L’ATTIVITÀ CURRICOLARE “Le finalità della scuola devono essere definite a partire dalla persona che apprende, con l’originalità del suo percorso individuale e le aperture offerte dalla rete di relazioni che la legano alla famiglia e agli ambienti sociali. La definizione e la realizzazione delle strategie educative e didattiche devono sempre tener conto della singolarità e della complessità di ciascuna persona, della sua articolata identità, delle sue aspirazioni, capacità e delle sue fragilità, nelle varie fasi di sviluppo e di formazione” dalle “Indicazioni per il curricolo” Come già profilato negli Orientamenti del 1991, e come ripreso dalle Indicazioni per i Piani di studio personalizzati del 2004, la Scuola dell’Infanzia si prefigge come finalità del processo formativo: la maturazione dell’identità personale; la conquista dell’autonomia; lo sviluppo delle competenze. A queste le nuove Indicazioni per il curricolo del 2007 hanno aggiunto: la promozione della convivenza civile In relazione alla maturazione dell’identità personale, e in una prospettiva che ne integri tutti gli aspetti (biologici, psichici, motori, intellettuali, sociali, morali e religiosi), nel proprio percorso di crescita nella Scuola dell’ Infanzia ciascun bambino deve poter: acquisire sicurezza, di stima di sé, fiducia nelle proprie capacità, motivazione nell’apprendere, nel fare domande, nel fare da sé; conoscersi e a sentirsi riconosciuto come persona unica e irripetibile, sperimentando ruoli e identità: figlio, alunno, amico, maschio, femmina; vivere in modo equilibrato e positivo i propri stati affettivi, esprimendo e controllando emozioni e sentimenti e rendendosi sensibili a quelli degli altri; riconoscere ed apprezzare l’identità personale ed altrui nelle connessioni con le differenze di sesso, di cultura e di valori esistenti nelle rispettive famiglie, comunità e tradizioni di appartenenza. In relazione alla conquista dell’autonomia, la Scuola dell’ Infanzia deve far sì che i bambini diventino capaci all’interno dei diversi contesti di vita: di interpretare e governare il proprio corpo, anche nelle sue espressioni emotive; di orientarsi in maniera personale e di compiere scelte autonome; 17 di provare piacere nel fare da sé così come nel saper chiedere aiuto; di rendersi disponibili, come singoli e in gruppo, all’interazione costruttiva con gli altri; di aprirsi al rispetto delle regole della vita quotidiana, alla scoperta e all’interiorizzazione dei valori della cura di sé, degli altri e dell’ambiente, della solidarietà, della giustizia, dell’impegno personale. Per quanto riguarda lo sviluppo delle competenze, la Scuola dell’Infanzia, consolidando le capacità sensoriali, percettive, motorie, sociali, linguistiche ed intellettive del bambino, impegna quest’ultimo a: riflettere sulle esperienze personali attraverso l’esplorazione, l’osservazione, il confronto; descrivere e tradurre la propria esperienze in tracce personali ed originali; rievocare, narrare, rappresentare i fatti; fare domande, riflettere, rinegoziare i significati. Infine per promuovere la convivenza civile nella Scuola dell’ Infanzia significa porre le fondamenta di un abito democratico, eticamente orientato, aperto al futuro che parte dal bisogno di scoprire gli altri, i loro bisogni i loro desideri attraverso: la relazione, il dialogo, l’espressione del proprio punto di vista e l’attenzione a quello degli altri; la gestione dei conflitti attraverso un quadro di regole condiviso; il riconoscimento dei diritti e dei doveri di ciascuno. 18 L’ORGANIZZAZIONE DEL CURRICOLO “Nel rispetto e nella valorizzazione dell’autonomia delle Istituzioni scolastiche, le Indicazioni costituiscono il quadro di riferimento per la progettazione curricolare affidata alle scuole. Sono un testo aperto, che la comunità professionale è chiamata ad assumere e a contestualizzare, elaborando specifiche scelte relative a contenuti, metodi, organizzazione e valutazione. La costruzione del curricolo è il processo attraverso il quale si sviluppano e organizzano la ricerca e l’innovazione educativa.” (dalle Indicazioni nazionali per il curricolo) Il curricolo si delinea con particolare attenzione alla continuità del percorso educativo dai 3 ai 14 anni. Ogni scuola predispone il curricolo, all’interno del Piano dell’offerta formativa, nel rispetto delle finalità, dei traguardi per lo sviluppo delle competenze, degli obiettivi di apprendimento posti dalle Indicazioni. Il curricolo si articola, per la scuola dell’infanzia, in campi d’esperienza. Campi d’esperienza Nella scuola dell’infanzia i traguardi di sviluppo della competenza suggeriscono all’insegnante orientamenti e indicazioni per creare opportunità ed esperienze di crescita. Essi sono organizzati in cinque campi d’esperienza: Il sé e l'altro: “Le grandi domande, il senso morale, il vivere insieme” E’ il campo che promuove l’autonomia personale, l’espressione e la comprensione di emozioni e sentimenti, l’attenzione ai bisogni degli altri, l’accettazione della diversità di genere e culturale; matura il senso di responsabilità e di appartenenza ad un gruppo sociale, il senso di accoglienza, la collaborazione; apre alla conoscenza dell’ambiente in cui si vive, alla partecipazione agli eventi di vita sociale della comunità. Il corpo in movimento: “ Identità, autonomia, salute” E’ il campo della corporeità e della motricità; promuove la coscienza del corpo inteso come espressione della personalità e come condizione funzionale, relazionale, cognitiva e comunicativa; sviluppa l’autonomia nel provvedere alla cura della propria persona sotto il profilo igienico e alimentare. 19 Linguaggi, creatività, espressione: “Gestualità, arte, musica, multimedialità E’ il campo che considera le attività inerenti alla comunicazione in tutte le sue forme (grafica, manipolativa, musicale, drammatico-teatrale e mass-mediale). I discorsi e le parole: “Comunicazione, lingua, cultura” E’ il campo che si riferisce ai linguaggi orali e al primo contatto con la lingua scritta. Si propone di trasmettere al bambino fiducia nelle proprie capacità di comunicazione; disponibilità a manifestare le proprie idee, abitudine ad ascoltare e capire anche le idee degli altri. La conoscenza del mondo: “Ordine, misura, spazio,tempo, natura” E’ il campo relativo all’esplorazione e alla scoperta. Si propone di formare una prima abilità scientifica potenziando: la curiosità, l'abitudine a cercare e a domandare, la motivazione ad indagare e a capire, il gusto della prova, la disponibilità al confronto. Mira inoltre a sviluppare alcune competenze specifiche: raggruppare, ordinare, contare, misurare, localizzare, classificare. Traguardi per lo sviluppo delle competenze Al termine della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, per i campi di esperienza e per le discipline, vengono individuati traguardi per lo sviluppo delle competenze. Tali traguardi, posti al termine dei più significativi snodi del percorso curricolare, rappresentano riferimenti per gli insegnanti, indicano piste da percorrere e aiutano a finalizzare l’azione educativa allo sviluppo integrale dell’alunno. Obiettivi di apprendimento Gli obiettivi di apprendimento sono obiettivi ritenuti strategici al fine di raggiungere i traguardi per lo sviluppo delle competenze. Vengono definiti in relazione ai gruppi d’età (3-4-5 anni) Piano annuale delle attività educative e meta formativa Ogni anno la scuola elabora un tema attorno al quale sviluppare il percorso annuale e organizza le unità di lavoro, che costituiscono le tappe di tale percorso. Esse hanno una cadenza mensile o bimestrale e costituiscono le maglie della rete all'interno della quale, ciascun insegnante opera, in unitarietà con il Collegio dei Docenti. Con lo stesso criterio viene elaborato anche un Progetto per l’Insegnamento della Religione Cattolica (I.R.C.) 20 nel rispetto delle indicazioni della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e del Ministero della Pubblica Istruzione. Accanto al tema annuale la scuola propone una meta formativa quale guida per la formazione e l'apprendimento. E' scelta dal Collegio docenti dopo una discussione rispetto alle verifiche dell’anno scolastico precedente. Tale meta costituisce una sorta di "stella polare" per tutto il personale che opera nella scuola, nonché per gli alunni, sia a scuola sia a casa. E' il filo rosso che orienta, a livello formativo, tutte le attività. Laboratori Ad arricchire l’offerta formativa annuale vengono proposti oltre al lavoro in sezione anche attività di laboratorio; i laboratori possono prevedere una riorganizzazione delle sezioni, con una diminuzione del rapporto bambini/insegnante, l’intervento di un esperto esterno o anche uscite didattiche; le attività di laboratorio sono solitamente organizzate per livello e mirano a consolidare alcune competenze o a rispondere ad alcuni bisogni specifici dell’arco d’età Per il piano annuale delle attività educative, il piano per l’I.R.C. i progetti, i laboratori dell’anno in corso vedi Allegati 1 e 2 21 LINEE DI METODO E AMBIENTE DI APPRENDIMENTO “La scuola dell’infanzia si propone come contesto di relazione, di cura e di apprendimento, nel quale possono essere filtrate, analizzate ed elaborate le sollecitazioni che i bambini sperimentano nelle loro esperienze. Promuove una pedagogia attiva e delle relazioni che si manifesta nella capacità degli insegnanti di dare ascolto e attenzione a ciascun bambino, nella cura dell’ambiente, dei gesti e delle cose e nell’accompagnamento verso forme di conoscenza sempre più elaborate e consapevoli. L’apprendimento avviene attraverso l’esperienza, l’esplorazione, i rapporti tra i bambini, con la natura, gli oggetti, l’arte, il territorio e le sue tradizioni, attraverso la rielaborazione individuale e collettiva delle esperienze e attraverso attività ludiche. Con il gioco i bambini si esprimono, raccontano, interpretano e combinano in modo creativo le esperienze soggettive e sociali. L’ambiente di apprendimento è organizzato dagli insegnanti in modo che ogni bambino si senta riconosciuto, sostenuto e valorizzato: il bambino con competenze forti, il bambino la cui famiglia viene da lontano, il bambino con fragilità e difficoltà, il bambino con bisogni educativi specifici, il bambino con disabilità, poiché tutti devono saper coniugare il senso dell’incompiutezza con la tensione verso la propria riuscita. La vita di relazione è caratterizzata da ritualità e da convivialità serena per incoraggiare il bambino a ritrovarsi nell’ambiente e ad averne cura e responsabilità. Le relazioni con gli insegnanti e fra i bambini sono un importante fattore protettivo e di promozione dello sviluppo. La scuola dell’infanzia organizza le proposte educative e didattiche espandendo e dando forma alle prime esplorazioni, intuizioni e scoperte dei bambini attraverso un curricolo esplicito. A esso è sotteso un curricolo implicito costituito da costanti che definiscono l’ambiente di apprendimento e lo rendono specifico e immediatamente riconoscibile: Lo spazio accogliente, caldo, curato, orientato dal gusto, espressione della pedagogia e delle scelte educative di ciascuna scuola. È uno spazio che parla dei bambini, del loro valore, dei loro bisogni di gioco, di movimento, di espressione, di intimità e di socialità, attraverso l’ambiente fisico, la scelta di arredamenti e oggetti volti a creare una funzionale e invitante disposizione a essere abitato dagli stessi bambini. Il tempo disteso, nel quale è possibile per il bambino giocare, esplorare, dialogare, osservare, ascoltare, capire, crescere con sicurezza e nella tranquillità, sentirsi padrone di sé e delle attività che sperimenta e nelle quali si esercita. In questo modo il bambino può 22 scoprire e vivere il proprio tempo esistenziale senza accelerazioni e senza rallentamenti indotti dagli adulti. La documentazione, come processo che produce tracce, memoria e riflessione, che rende visibili le modalità e i percorsi di formazione e che permette di valutare i progressi dell’apprendimento individuale e di gruppo. Lo stile educativo, fondato sull’osservazione e sull’ascolto, sulla progettualità elaborata collegialmente, sull’intervento indiretto e di regia. La partecipazione, come dimensione che permette di stabilire e sviluppare legami di corresponsabilità, di incoraggiare il dialogo e la cooperazione nella costruzione della conoscenza La scuola dell’infanzia sperimenta con libertà la propria organizzazione, la formazione dei gruppi, delle sezioni e le attività di intersezione a seconda delle scelte pedagogiche, dell’età e della numerosità dei bambini e delle risorse umane e ambientali delle quali può disporre”. dalle “Indicazioni per il curricolo” 23 LA GIORNATA SCOLASTICA: IL MATTINO PICCOLI, MEZZANI E GRANDI ORARI TEMPI ATTIVITÀ BISOGNI DEL BAMBINO 8.15-9.15 ACCOGLIENZA entrata dei bambini e gioco gioco e socializzazione 9.15-10.00 ROUTINE conversazione, registrazione presenze, calendario, preghiera conoscenza e socializzazione 10.00-10.30 ROUTINE uso dei servizi igienici, spuntino con frutta autonomia e cura del proprio corpo 10.30-11.30 TEMPO DIDATTICO attività in gruppi omogenei e/o eterogenei per campi conoscenza, esplorazione, sviluppo delle competenze 11.30-11.45 ROUTINE uso dei servizi igienici autonomia e cura del proprio corpo 11.45-12.45 REFEZIONE pranzo alimentazione, cura del proprio corpo, socializzazione RICREAZIONE gioco libero o strutturato in salone, in cortile o in giardino gioco e movimento 12.45-13.30 24 LA GIORNATA SCOLASTICA: IL POMERIGGIO PICCOLI ORARI TEMPI ATTIVITÀ BISOGNI DEL BAMBINO 13.45-14.00 ROUTINE uso dei servizi igienici autonomia e cura del proprio corpo 14.00-15.30 NANNA riposo pomeridiano rilassamento e nanna 15.30-15.45 ROUTINE riordino, conversazione, canti, preparazione all'uscita autonomia, cura del sé e del proprio ambiente 15.45-16.00 TEMPO DI TRANSIZIONE uscita ricongiungimento con le figure familiari MEZZANI E GRANDI 13.15-13.30 RICREAZIONE gioco libero o strutturato in salone, in cortile o in giardino 13.30-14.00 ROUTINE uso dei servizi igienici e rilassamento autonomia e cura del proprio corpo 14.00-15.30 TEMPO DIDATTICO attività in gruppi omogenei e/o eterogenei per campi conoscenza, esplorazione, sviluppo delle competenze 15.30-15.45 ROUTINE riordino, conversazione, canti, preparazione all'uscita autonomia, cura del sé e del proprio ambiente 15.45-16.00 TEMPO DI TRANSIZIONE uscita ricongiungimento con le figure familiari 25 gioco e movimento LA VALUTAZIONE “Agli insegnanti compete la responsabilità della valutazione e la cura della documentazione didattica, nonché la scelta dei relativi strumenti nel quadro dei criteri deliberati dai competenti organi collegiali. La valutazione precede, accompagna e segue i percorsi curricolari. Attiva le azioni da intraprendere, regola quelle avviate, promuove il bilancio critico su quelle condotte a termine. Assume una preminente funzione formativa, di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo”. (dalle Indicazioni nazionali per il curricolo) La valutazione didattica, che coinvolge le insegnanti, deve essere: oggettiva, ovvero scaturita da comportamenti rilevati tramite strumenti adeguati e non espressa sulla scorta di considerazioni preesistenti e, quindi, preconcette. personalizzata, ovvero riferita ad ogni singolo alunno e alle sue caratteristiche specifiche riguardanti l’apprendimento, la socializzazione e l’affettività, quindi, non basata sul confronto tra alunni. formativa, cioè inserita nel processo di apprendimento e tesa a dare informazioni su ogni singola «tappa» dello stesso promozionale, cioè deve evidenziare e promuovere i lati positivi, le capacità e le potenzialità degli alunni perché acquistino fiducia in se stessi. La valutazione, coinvolgendo, insegnanti e genitori: accompagna e assiste il bambino nel processo di apprendimento assiste i docenti nella programmazione e nella riprogettazione in itinere cogliere elementi di criticità nel percorso dà informazioni chiare alle famiglie sul processo di crescita del proprio bambino Strumenti per l’osservazione, verifica e la valutazione: strumenti di osservazione in ingresso: scheda per l’osservazione del distacco e del periodo di ambientamento strumenti per l’osservazione sistematica: griglie di verifica strumenti per la reciproca conoscenza tra scuola e famiglia: scheda di valutazione dei traguardi di competenza e scheda per il passaggio di informazioni alla scuola primaria Per gli strumenti di osservazione, verifica e valutazione dell’anno in corso vedi Allegato 3 26 LE RISORSE PROFESSIONALI Le risorse professionali sono costituite da: coordinatrice didattica docenti personale ausiliario ciascuno con funzioni diverse e complementari La coordinatrice didattica gestisce l'istituzione scolastica cura la qualità dei processi formativi supervisiona l'organizzazione generale e didattica svolge un ruolo di promozione e di coordinamento delle attività I docenti sono responsabili del processo di insegnamento/apprendimento, volto a promuovere l'educazione e l'istruzione degli alunni Il personale ausiliario ovvero il personale non docente della scuola cura la pulizia e l’ordine dei locali collabora nella sorveglianza degli alunni 27 L’ATTIVITÀ PER LA FAMIGLIA L'attività per la famiglia si propone di: valorizzare l'incontro scuola famiglia come occasione di scambio di conoscenze, di confronto, di sostegno promuovere un'azione pastorale diretta nei confronti delle famiglie degli alunni per sensibilizzarle ai problemi dell'educazione umano-cristiana, per favorire un cammino di crescita insieme nella formulazione del Piano di studio personalizzato studiare con tutta la comunità educante il progetto educativo e confrontarlo con l'impostazione della diocesi offrire una consulenza psicopedagogica ai genitori assicurando la presenza mensile di una psicologa attraverso lo sportello amico (richiesta su appuntamento) offrire ascolto attraverso uno spazio settimanale nel quale la direttrice della scuola è a disposizione delle famiglie per rispondere a bisogni e richieste che vanno dall'ambito didattico-educativo e organizzativo a quello dei rapporti scuola-famiglia cooperare con la scuola per l’elaborazione del Piano di studio personalizzato creare momenti: A) ricreativi e sportivi: Ottobre: castagnata Giugno: festa della comunità, atletiadi, camminata e uscita di fine anno B) Formativi tenuti da esperti: assemblee di classe lavori di gruppo C) di preghiera comunitaria: Dicembre: preghiera di Natale Marzo – Aprile: preghiera-riflessione per la Pasqua D) di informazione sui cambiamenti a livello di normativa scolastica: AGESC Per le proposte di incontro e formazione scuola-famiglia vedi Allegato 4 28 IL PATTO FORMATIVO Il Patto Formativo è la dichiarazione esplicita e partecipata che si stabilisce tra istituto, docenti, famiglie e alunni in relazione al percorso formativo che si vuole intraprendere per l'alunno, vero protagonista del processo educativo. I soggetti di tale contratto sono tutte le componenti della scuola, le quali si impegnano a seguire un cammino comune e a lavorare insieme in un rapporto di collaborazione e chiarezza, nel rispetto dei ruoli e delle competenze proprie di ciascuno. Eccoli: Il bambino: conosce gli obiettivi di apprendimento del proprio percorso e l'itinerario per raggiungerli verifica e valuta il proprio processo di apprendimento in itinere Il docente: illustra la propria offerta formativa esplicitando strategie, linee metodologiche, strumenti di verifica e criteri di valutazione chiarisce i comportamenti professionali che caratterizzano lo stile educativo del team docente motiva il proprio intervento didattico ed educativo e concorda con le altre insegnanti le norme che regolano la vita della classe Il genitore: conosce l'offerta formativa e gli obiettivi di apprendimento si impegna nelle attività, partecipando nell'ambito delle proprie competenze con pareri e proposte è disponibile nei confronti delle opportunità educative della scuola Quali componenti di un patto ciascun soggetto è portatore di una serie di doveri e di diritti che: ne disciplinano l’azione e il senso di responsabilità nella partecipazione al proprio cammino formativo nel caso degli alunni ne individuano ruoli, competenze, interventi nel caso degli educatori (famiglia e insegnanti). Vediamoli nel dettaglio 29 Diritti del bambino Il bambino, quale primo soggetto di diritto alla vita, all'educazione, all'istruzione, alla comprensione e al rispetto necessita dell'attenzione di tutta la comunità educante alla quale chiede: di essere rispettato come persona di essere ascoltato e compreso di crescere affermando la propria autonomia di esprimere le proprie opinioni di usufruire di un tempo scolastico e di opportunità educative funzionali alla qualità del percorso formativo; di sperimentare le proprie abilità senza timore dell'errore di cui si sottolinea la valenza positiva in sede di apprendimento di essere seguito nel lavoro, di ricevere aiuto dalle insegnanti e dai compagni, se necessario; di comprendere il significato di eventuali richiami che sono diretti a correggere comportamenti inadeguati; di vivere le varie esperienze nel rispetto dei tempi stabiliti nell’orario scolastico; di trascorrere il tempo scolastico in ambienti sani, puliti, sicuri e sereni Doveri del bambino Ciascun alunno, con crescente senso di responsabilità per la propria formazione umana e cristiana, secondo lo spirito dell’istituto definito nel «progetto educativo», deve considerare la scuola e le attività didattico-educative come il principale impegno della propria vita. Pertanto è tenuto a: dimostrare impegno e partecipazione in tutte le attività. rispettare le persone che lavorano all’interno della scuola e riconoscerne i ruoli rispettare le opinioni degli altri anche se non condivise ascoltare e mettere in pratica i suggerimenti degli insegnanti rispettare l’orario stabilito dalla scuola e frequentarla regolarmente completare ogni lavoro assegnato nei tempi prescritti; svolgere i compiti assegnati a casa utilizzare correttamente le attrezzature, gli spazi e i tempi delle attività scolastiche nel rispetto dell’ambiente diventare sempre più responsabili e autonomi (anche nell’entrata e uscita da scuola); 30 Diritti del genitore Al Genitore spetta il compito primario della crescita e dello sviluppo integrale del bambino, pertanto è suo diritto: veder garantita la coerenza tra l’azione educativa e i principi espressi nel Piano dell’Offerta Formativa essere informato e coinvolto nelle decisioni riguardanti il proprio bambino essere coinvolto in colloqui e momenti di incontro regolari con il team docente esprimere liberamente opinioni, giudizi, suggerimenti e proposte anche attraverso strumenti di valutazione della scuola (questionario di autovalutazione finale) proporsi per la partecipazione agli organi collegiali richiedere la tutela di pari opportunità educative; Doveri del genitore D’altro canto quale depositario del primato dell’educazione del proprio bambino, ciascun genitore deve: collaborare attivamente per un discorso educativo unitario tra famiglia e scuola essere disponibili alla verifica con le insegnanti per migliorare il processo formativo sostenere la progressiva costruzione della capacità di pensiero riflessivo e critico favorire il potenziamento e lo sviluppo della creatività aiutare il proprio figlio ad assumere un corretto atteggiamento nei confronti dello studio e un’adeguata autonomia nell’esecuzione dei compiti seguire con serietà e impegno i bambini nell’adempimento dei loro doveri partecipare ai colloqui, alle assemblee di classe ed essere eventualmente disponibili per l’incarico di delegati di classe utilizzare il diario per giustificare assenze e ritardi firmare puntualmente avvisi, circolari e controllare giornalmente il diario; non accompagnare i bambini nelle aule se non in caso di necessità evitare interventi personali e/o telefonici con le insegnanti, ma utilizzare il diario come strumento di comunicazione non consegnare durante le lezioni il materiale didattico dimenticato 31 Doveri dell’insegnante L’insegnante, a cui è affidata dalla famiglia l'educazione e l'istruzione dei figli, sono chiamati a vivere le ansie e le attese dell'educare con la loro preparazione culturale, professionale e pedagogica. Essi assolvono questo compito con coerenza e danno testimonianza della loro fede cristiana attraverso una professionalità vissuta in modo convinto. Essi si impegnano a: essere disponibili al lavoro collegiale (progettazione, verifica e valutazione periodica, organizzazione dei tempi e delle attività) al fine di ricercare unitarietà di insegnamento e continuità formativa essere coerenti con quanto stabilito dal Collegio docenti proporre iniziative di carattere generale che, sottoposte al parere del Collegio Docenti, se accettate dalla maggioranza, sono affidate per la realizzazione alla direttrice intraprendere nell'ambito della propria classe le iniziative che ritiene opportune per una migliore impostazione della didattica, previo accordo con il Collegio Docenti offrire percorsi di apprendimento adeguati e significativi per il bambino dal punto di vista affettivo, cognitivo e culturale rendere gli alunni capaci e consapevoli di esprimere e sviluppare le proprie potenzialità avviandoli ad una graduale autostima realizzare un clima scolastico positivo fondato sulla comprensione, sul rispetto, sulla tolleranza che favorisca lo star bene con sé stessi e con gli altri utilizzare la gratificazione come strumento per stimolare all'impegno e alla responsabilità promuovendo la formazione di personalità più autonome, originali e socializzate informare i genitori degli obiettivi di apprendimento, dei tempi e delle modalità di svolgimento del percorso, dei criteri di verifica e di valutazione informare periodicamente i genitori del proprio intervento educativo, nonché della crescita e dell'apprendimento, mirando a creare un clima di reciproca fiducia e collaborazione rivolgersi ai genitori in caso di particolari situazioni di disagio per trovare insieme un'efficace strategia di intervento guidare con competenza momenti informativi e formativi (assemblee) partecipare ad attività e iniziative di formazione e aggiornamento nelle metodologie didattiche e pedagogiche promosse dalla scuola o dal territorio rispettare il segreto professionale su ciò che è argomento di discussione o valutazione nel collegio docenti partecipare alle riunioni di team, del collegio docenti, delle assemblee dei genitori e alle varie attività collegiali che sono condizione indispensabile per il buon funzionamento della scuola 32 L’insegnante è inoltre tenuto nello svolgimento del proprio compito a: assegnare i compiti tenendo conto delle indicazioni definite dal Collegio Docenti esigere che gli alunni siano forniti di libri di testo e dell’adeguato materiale scolastico essere puntuale nell’osservanza dell’orario scolastico: in particolare è richiesto che l’insegnante sia presente in aula dieci minuti prima delle attività sia al mattino che al pomeriggio per assistere all’ingresso dei bambini; prestare la dovuta attenzione agli alunni, durante l’attività, onde prevenire il verificarsi eventi spiacevoli (i turni di presenza sono stabiliti dalla direzione) osservare un certo ordine nell'accompagnare gli alunni nei vari spostamenti durante le attività e al termine della giornata scolastica; stendere collegialmente le unità di lavoro pluridisciplinari e disciplinari e consegnarne una copia su dischetto alla direttrice essere preciso e puntuale nella correzione e restituzione dei lavori assegnati in classe, nella compilazione del registro di classe e delle schede di valutazione; dimostrarsi responsabile nell’uso del materiale didattico e puntuale nella riconsegna al termine dell’anno scolastico sanzionare eventuali comportamenti negativi; tale sanzione va intesa sia come richiamo puntuale alle regole della comunità e alla responsabilità sia come riflessione sugli atteggiamenti non corretti, manifestati per un lavoro non finito e/o per mancanza di impegno. L'intervento su comportamenti problematici richiede la comunicazione e il coinvolgimento della famiglia Diritti dell’insegnante I docenti, da parte loro, hanno il diritto di essere: rispettati e riconosciuti per il ruolo che rivestono sia dagli studenti che dalle famiglie sostenuti nella loro azione educativa dalle famiglie degli studenti, in continuità di valori tra scuola e casa ascoltati e valorizzati all’interno del team docente per la loro competenza umana e professionale incoraggiati alla sperimentazione e all’innovazione della pratica educativa e didattica. Per maggiore approfondimento vedi Allegato 5 33 GLI ORGANI DI PARTECIPAZIONE 1. Consiglio d’Intersezione. Il consiglio di intersezione ha il compito di promuovere e coordinare attività culturali, religiose, formative e ricreative di particolare interesse educativo e di agevolare ed estendere i rapporti reciproci tra scuola e famiglia. 2. Assemblea di sezione. E’ un momento di formazione, informazione e dialogo tra docenti e genitori riguardo ad attività educative e didattiche, varie iniziative e problematiche delle classi. 3. Collegio Docenti. E' composto dal personale insegnante in servizio nella scuola ed è presieduto dalla direttrice. 4. Commissione Handicap – Gruppo Handicap. E' un gruppo di studio e lavoro con il compito di predisporre iniziative educative e formative dirette a sostenere i processi di integrazione attivati presso le rispettive scuole e a sensibilizzare la popolazione sui problemi dell'handicap. 5. Gruppo sportivo – ricreativo. E' composto da un genitore per sezione al quale spetta il compito di illustrare nelle singole assemblee quanto discusso e deciso per l'animazione sportiva e ricreativa . 6. Comitato di Gestione. E' composto oltre che dalla Coordinatrice, da una Rappresentanza dei genitori e da una rappresentanza del corpo docente. Gli scopi principali del Comitato possono così essere sintetizzati: organizzazione scuola, aspetti economici (criteri, Istat, andamento bilancio), Buono Scuola regionale (Variante Limite dichiarato, decisionalità in merito ai parametri di riferimento), organizzazione gite (costi, scelte), servizio trasporto. 34 8. Commissioni varie (sicurezza, questionario, feste varie etc…). Sono costituite da una rappresentanza del corpo docente che si costituisce a seconda delle esigenze emergenti nel corso dell’anno scolastico. 9. Gruppo corresponsabilità educativa dei genitori nella scuola cattolica. E’ nato allo scopo di dichiarare in modo chiaro le motivazioni che stanno alla base della scelta di una scuola cattolica e rendere effettive e concrete le azioni per una corresponsabilità educativa genitori e scuola. Per maggiore approfondimento vedi Allegato 5 35 IL QUESTIONARIO DI AUTOVALUTAZIONE “Alle singole istituzioni scolastiche spetta la responsabilità dell’autovalutazione, che ha la funzione di introdurre modalità riflessive sull’intera organizzazione dell’offerta educativa e didattica della scuola, ai fini del suo continuo miglioramento, anche attraverso dati di rendicontazione sociale o dati che emergono da valutazioni esterne.” (dalle Indicazioni Nazionali per il curricolo) Accogliendo questo invito all’autoriflessività come via al cambiamento e al miglioramento della propria proposta, ogni anno la scuola elabora all’interno di una commissione appositamente composta un questionario di autovalutazione. Questo documento sottoposto alle famiglie nel mese di aprile, restituisce (dopo opportuna tabulazione) dati importanti ai fini della verifica interna (collegio docenti e assemblee) e della riprogettazione. Per Il Questionario di autovalutazione dell’anno vedi Allegato 4 36 L’ATTIVITÀ CON IL TERRITORIO L'attività con il territorio intende promuovere esperienze di incontro con la realtà naturale, sociale, culturale e religiosa in cui la scuola è inserita per far scaturire da questo incontro atteggiamenti e comportamenti concreti di apertura, rispetto, tutela, promozione, e salvaguardia del patrimonio di cui facciamo parte Essa si avvale di uscite e visite guidate interventi a scuola di esperti partecipazione ad eventi culturali e sociali (teatri, mostre…) o concorsi La scuola intrattiene inoltre rapporti rapporti con altre agenzie ed enti del territorio quali : ASL I rapporti tra scuola e ASL sono definiti da un protocollo di intesa accordato con l’Ufficio scolastico provinciale che impegna le ASL a: formulare diagnosi cliniche di handicap fornire diagnosi funzionali per alunni con handicap organizzare incontri periodici di valutazione del processo di integrazione scolastica degli alunni con problemi di handicap o di svantaggio Inoltre esse erogano i seguenti servizi: controllo del servizio mensa dai punti di vista alimentare e igienico-sanitario screening per la vista e l'igiene orale in alcune età filtro interventi terapeutici per alunni disabili rilascio certificati di vaccinazione degli alunni rilascio certificazione di idoneità per uso locali servizio di neuropsichiatria Amministrazione comunale e provinciale Ufficio Scolastico Provinciale e Servizi scolastici e socio-educativi Biblioteca rionale Polizia di Stato Ufficio Diocesano per la Pastorale scolastica ed educativa Osservatorio Diocesano AGESC, ADASM-FISM,UNICEF, FIDAE 37 SPAZI DIDATTICI La scuola dell'infanzia, è una struttura imponente di recente costruzione, ubicata nell’area sud-ovest della città (quartiere Loreto). E' composta di ambienti diversificati che permettono una diversa fruizione da parte dei bambini e degli adulti presenti, veicolando in questo modo, a livello educativo e cognitivo diversi obiettivi didattici come l'organizzazione spaziale, l'autonomia negli spostamenti, il riconoscimento della funzione legata ai luoghi e ai tempi etc. L'edificio si sviluppa su tre piani, collegati da rampe. Il piano terra comprende: un atrio con grandi vetrate; le aule per il personale insegnante con la biblioteca; la direzione e l'archivio; lo spogliatoio dotato di servizi igienici; una palestra. Il 1° piano comprende: 2 aule per il lavoro in sezione con ampie vetrate e terrazze; 2 servizi igienici destinati all’uso delle aule del piano la sala da pranzo; la stanza della nanna. Il 2° piano comprende: 2 aule per il lavoro in sezione con ampie vetrate e terrazze; 2 servizi igienici destinati all’uso delle aule del piano; il salone per le attività di gioco o per le attività psicomotorie. Inoltre la scuola dispone del cortile e del giardino. E' una struttura molto ampia e luminosa, ricca di disegni, cartelloni, lavori eseguiti dai bambini, fotografie di feste ed eventi che rendono l'ambiente ancora più allegro ed accogliente. 38 SPAZI DIDATTICI quantità dettaglio osservazioni 4 Aule Ampie e luminoso prevedono spazi per il lavoro, il gioco, simbolico, la biblioteca di sezione 1 Aule insegnanti 1 Ambiente strutturato Per alunni in situazione di handicap 1 Salone Gioco e attività psicomotoria 1 Palestra Attività psicomotoria 1 Sala riunioni 100 posti a sedere dotata di microfono e di uno schermo per proiezioni 1 Salone teatro Per i momenti di festa e gli spettacoli 1 Direzione Dotata di fotocopiatrice e computer. In direzione sono conservate, in archivio, tutte le documentazioni in osservanza delle disposizioni di legge 1 Biblioteca Per le insegnanti con libri, guide didattiche e riviste periodiche 18 Servizi igienici 1 Spogliatoio 1 Stanza della nanna 1 Sala da pranzo 1 Cucina 1 Campo da calcio 2 Campi di pallavolo 1 Cortile 1 Giardino 1 Atrio Con pista di atletica Impianto di riscaldamento, elettrico e d’illuminazione, sistema antincendio a norma Consulente esterno per la sicurezza (verifica stato degli impianti e prove di evacuazione): CONAST di Brescia 39 SERVIZI La scuola offre al suo interno una serie di servizi aggiuntivi che vengono incontro alle esigenze delle famiglie e dei bambini ad essa affidati. 1.Servizio di ristorazione con mensa interna. Esso garantisce un controllo diretto sui prodotti utilizzati per la preparazione dei cibi e una qualità maggiore delle pietanze servite. Il servizio è attivo da lunedì a venerdì, dalle ore 11,45 alle ore 12,45. Il locale per la refezione è interno alla scuola e i bambini sono assistiti durante il pranzo dalle insegnanti e dal personale ausiliario 2.Servizio pre-scuola e post-scuola. Questo servizio è attivo tutti i giorni da lunedì a venerdì: dalle 7.30 alle 8.15 (pre-scuola) dalle 16.00 alle 17.00 (post-scuola). Il servizio è a pagamento e i genitori interessati devono farne richiesta scritta alla coordinatrice didattica. 40 NORME DI CARATTERE PRATICO L’ordine e il rispetto di semplici regole di convivenza sono per il bambino un atto educativo. Corredo bimbi anni 3 1. La coperta per il riposo pomeridiano deve essere contrassegnata con il nome per esteso e l'iniziale del cognome. Il cuscino non è obbligatorio, in quanto la brandina ha forma anatomica; per chi lo desidera, è consigliato l'utilizzo di cuscini in lattice delle dimensioni di quelli per neonati. La coperta viene periodicamente inviata a casa per essere lavata. 2. Il cambio (mutandine, canottiera, calzini, pantaloni e maglia) vanno ineriti in un sacchetto di stoffa contrassegnato con il nome del bambino e l’iniziale del cognome. Il cambio rimane nell’apposito armadio del bagno tutto l’anno (si raccomanda di aggiornare gli indumenti con il cambio della stagione) Nome generali sull’abbigliamento 1. Si raccomanda che i bambini siano sempre ordinati con il grembiule contrassegnato dal nome per esteso e dall'iniziale del cognome nel periodo invernale e con la maglietta a maniche corte del colore della sezione nel periodo estivo. Si raccomanda, inoltre, di metter nella tasca un fazzoletto di stoffa o di carta (il fazzoletto di carta è preferibile in caso di raffreddore) 2. E’ consigliabile un abbigliamento pratico e comodo, per aiutare il bambino ad essere autonomo e a proprio agio. È vietato pertanto far indossare ai bambini bretelle, cinture e salopette 3. E’ consigliabile non vestire il bambino con indumenti troppo caldi sotto il grembiule: una maglia a maniche lunghe è sufficiente anche nel periodo invernale. Se desiderate far indossare al vostro bambino una felpa è opportuna metterla sopra il grembiule in modo che possa toglierla agevolmente se accaldato. 4. All’entrata i bambini devono indossare, per motivi di igiene e praticità, delle pantofole o scarpe ad uso esclusivo della scuola. Periodicamente verranno inviate a casa per essere lavate. Si consigliano calzature comode e leggere 5. Per motivi igienici il grembiulino deve essere portato a casa ogni giorno e non lasciato nell’armadietto dello spogliatoio 6. Evitare che i bambini portino oggetti di valore (collane, anelli, braccialetti…) Non si risponde in caso di smarrimento 41 Frequenza 1. L’orario scolastico è da lunedì a venerdì dalle 8.15 alle 16.00. L’accoglienza del mattino è dalle 8.15 alle 9.15: non verranno ammessi bambini oltre l’orario se non anticipatamente giustificati; d’altro canto i bambini presenti a scuola oltre le 16.00 verranno indirizzati al servizio di post-scuola (il servizio è a pagamento) 2. Per i genitori che ne fanno richiesta è possibile far rientrare a casa il bambino di tre anni per il riposo pomeridiano. In questo caso l’uscita è alle ore 13.00 3. E’ bene che i bambini frequentino la scuola con assiduità. Le ripetute assenze impediscono loro un sereno inserimento nell’ambiente scolastico 4. Le assenze devono essere giustificate (anche telefonicamente) 5. Le richieste di entrata posticipata o di uscita anticipata devono essere comunicate per iscritto alla propria insegnante di riferimento o alla coordinatrice. L’orario limite per l’entrata posticipata è fissato alle ore 11.00; per l’uscita anticipata l’orario per il ritiro del bambino è (compatibilmente con impegni di lavoro) alle ore 13.00. Questo in rispetto dei tempi didattici di cui si compone la giornata scolastica e delle relative esigenze organizzative. 6. Per motivi di sicurezza l’insegnante è tenuta a riconsegnare il bambino in uscita solo ai genitori o a persone delegate dagli stessi attraverso comunicazione scritta. Qualora le persone delegate non siano state precedentemente presentate all’insegnante o alla coordinatrice, dovranno esibire un documento di identità. 7. La scuola garantisce sia il servizio di pre-scuola dalle7.30 alle 8.15 e di post-scuola dalle 16.00 alle 17.00. Il servizio è a pagamento e i genitori interessati devono farne richiesta scritta alla coordinatrice. Igiene e salute 1. Le malattie infettive devono essere tempestivamente comunicate alla scuola. Lo stesso vale qualora si verificassero casi di pediculosi. 2. Su consiglio del medico scolastico si prega di fare consumare la colazione a casa 3. La tabella con il menù, predisposto dalla scuola e approvato dall’A.S.L., viene consegnata alle famiglie all’inizio dell’anno 4. Il servizio mensa della scuola si avvale della cucina interna dell’Istituto. Durante la refezione (dalle 11.45 alle 12.45) i bambini sono seguiti dalle insegnanti e dal personale ausiliario 5. In caso di intolleranze o allergie alimentari è necessario consegnare alla scuola la necessaria documentazione. In tutti gli altri casi non è possibile sostituire pietanze del menù 42 6. E’ proibito portare a scuola torte o dolciumi vari secondo disposizioni dell’ufficio di medicina dell’A.S.L. (il divieto è esteso anche a compleanni e altre feste) Comunicazioni e rapporti scuola-famiglia 1. Negli orari di accoglienza del mattino e dell’uscita dei bambini è rigorosamente vietato chiedere all’insegnante informazioni riguardo l’andamento del bambino. I genitori possono richiedere un appuntamento per un colloquio con l’insegnante qualora ne abbiano la necessità: i colloqui sono di norma al di fuori dell’orario scolastico. 2. Evitare di sostare con il proprio bambino negli spazi scolastici durante le attività didattiche, o conversare tra genitori all’interno dello spogliatoio al momento dell’entrata o dell’uscita dei bambini dalla scuola 3. A scuola e rigorosamente vietato consegnare biglietti d’invito ai bambini per le feste di compleanno 4. In caso di assenza alle assemblee di sezione è bene avvisare l’insegnante di riferimento o la coordinatrice. Per conoscere i principali punti e argomenti trattati è possibile fare riferimento ai propri delegati di sezione. Gli stessi possono fare da raccordo tra le famiglie e la scuola facendosi portavoce di particolari richieste o di problemi che necessitano di essere discussi nell'ambito del Consiglio di Intersezione. 5. Per comunicazioni urgenti durante l’orario scolastico si prega di lasciare il messaggio al centralino telefonico dell’Istituto: 035/250240. Per comunicare con la coordinatrice si prega di telefonare dalle ore 19:30 alle ore 21.00: qualora non fosse reperibile lasciate un messaggio con il vostro nome e numero di telefono per essere ricontattati. 6. Evitare regali alle insegnanti in linea con i principi educativi della scuola 43