Le similitudini
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Le similitudini
TRASFORMAZIONI GEOMETRICHE LE SIMILITUDINI Appunti scritti dal prof. U. Morra Si definisce similitudine di rapporto k>0 quella trasformazione geometrica del piano in sé tale per cui risulta π΄β²π΅β² = π β π΄π΅, β π΄, π΅ del piano. Una similitudine è dunque una trasformazione del piano in sé che conserva i rapporti tra le lunghezze di due segmenti corrispondenti qualsiasi. Come caso particolare delle similitudini troviamo le isometrie (similitudini di rapporto k=1). Proviamo che in una similitudine si conservano gli angoli. Teorema Siano A, B, C tre punti non allineati e Aβ, Bβ, Cβ i rispettivi punti trasformati mediante una similitudine. Risulta: π΄β²π΅β²πΆβ² = π΄π΅πΆ. Dim: I due triangoli ABC e AβBβCβ sono simili per il terzo criterio di similitudine dei triangoli, poiché in essi sussiste la seguente proporzione: π΄β²π΅β²: π΄π΅ = π΅β²πΆβ²: π΅πΆ = π΄β²πΆβ²: π΄πΆ = π, dove k è il rapporto di similitudine. Dalla similitudine dei triangoli segue che gli angoli corrispondenti sono congruenti. C.V.D. Altre proprietà delle similitudini: 1. La composizione di due similitudini di rapporti k e kβ rispettivamente è una similitudine di rapporto kkβ (N.B: ciò non vuol dire che le similitudini sono trasformazioni commutabili!) Dim: π΄β²π΅β² = π β π΄π΅ (AB e AβBβ si corrispondono nella similitudine di rapporto k) π΄β² β²π΅β²β² = πβ² β π΄β²π΅β² (AβBβ e AββBββ si corrispondono nella similitudine di rapporto kβ). Pertanto nella composizione delle due similitudine si ha: π΄β² β²π΅β²β² = π β² β π΄β² π΅β² = π β² β π β π΄π΅ = ππβ² β π΄π΅ βπ΄, π΅ πππ πππππ, il che significa che la composizione delle due similitudini ha generato una similitudine di rapporto kkβ. 2. Una similitudine manda rette in rette (ovvero è unβaffinità). __________________________________________________________________________________________ APPUNTI MAT. Le similitudini. Prof. Morra 1 Dim: sia r una retta del piano ed A, B due suoi punti. Un ulteriore punto P di r si può caratterizzare mediante una delle tre condizioni seguenti: π΄π΅ = π΄π + ππ΅ oppure π΄π = π΄π΅ + π΅π oppure ππ΅ = ππ΄ + π΄π΅ Se per esempio P verifica la prima condizione allora π΄β²π΅β² = π β π΄π΅ = π β π΄π + ππ΅ = π β π΄π + π β ππ΅ = π΄β²πβ² + πβ²π΅β², dunque Pβ appartiene alla retta per Aβ e Bβ . Analogamente negli altri casi. 3. Una similitudine manda circonferenze in circonferenze [Se Ξ³ è una circonferenza di centro C e raggio r, la trasformata di Ξ³ è la circonferenza Ξ³β di centro Cβ e raggio kr]. 2 4. La trasformazione inversa di una similitudine di rapporto k>0 è ancora una similitudine di rapporto 1/k. 5. Tutte le parabole sono simili. CONSEGUENZA SULLA STRUTTURA ALGEBRICA DI πππ π 2 , ° Lβinsieme delle similitudini del piano munito dellβoperazione di composizione, ovvero la coppia πππ π 2 , ° , è un gruppo non abeliano. Eβ abbastanza banale provare che lβinsieme delle similitudini con lβoperazione di composizione ha la struttura di un gruppo. Per mostrare che non è abeliano, basta esibire lβesempio di una coppia di similitudini non commutabili. A tal fine si può ricorrere alla scelta di due opportune isometrie (casi particolari di similitudini): per esempio una simmetria assiale di retta r e una traslazione di vettore v non parallelo alla retta r. Sappiamo bene (abbiamo provato anche con il Geogebra) che tali due similitudini non sono commutabili. TRATTAZIONE ANALITICA DELLE SIMILITUDINI Consideriamo le equazioni analitiche di unβaffinità: Ο: π₯ β² = ππ₯ + ππ¦ + β ππ con = ππ β ππ β 0 β² ππ π¦ = ππ₯ + ππ¦ + π Tali equazioni possono essere formalizzate equivalentemente nel seguente modo: π₯β² π = π¦β² π π π π₯ β π π¦ + π , in cui la matrice dalla trasformazione π΄ = π π è non singolare. π Abbiamo già provato (cfr altri appunti sulle isometrie) che i trasformati dei versori π e π degli assi cartesiani x ed y sono i vettori πβ² = [π, π] e πβ² = [π, π]. Il reticolato a maglie quadrate nel piano xOy si trasforma con una similitudine in un altro reticolato a maglie ancora quadrate nel piano xβOβyβ (i due reticolati sono definiti completamente dai vettori π e π nel primo piano, e dai vettori πβ e πβ² nel secondo piano). __________________________________________________________________________________________ APPUNTI MAT. Le similitudini. Prof. Morra 3 Sussiste infatti il seguente Teorema Data lβaffinità Ο di equazioni analitiche: π₯β² π = π¦β² π π π π₯ β π¦ + π ( con ππ = ππ β ππ β 0 ) ππ si ha la seguente equivalenza 2 2 2 2 Ο è una similitudine β π + π = π + π ππ + ππ = 0 Dim: Sussiste lβimplicazione β. Infatti se Ο è una similitudine, i moduli dei due vettori πβ² e πβ² sono uguali tra loro (i lati delle maglie trasformate sono uguali). Da ciò risulta che π2 + π 2 = π 2 + π2 . Inoltre lβangolo tra i vettori π e π non si modifica nella similitudine Ο, ovvero πβ² e πβ² continuano ad essere perpendicolari (la forma delle maglie del reticolato rimane quadrata nella trasformazione). Ciò è vero se il prodotto scalare tra i due vettori è nullo, ovvero πβ² β πβ² =0, da cui ππ + ππ = 0, poiché il prodotto scalare di due vettori espressi in componenti cartesiane ortogonali è pari alla somma dei prodotti delle componenti omologhe. 2 2 2 2 Dimostriamo ora lβimplicazione β. Supponiamo vere le condizioni π + π = π + π . ππ + ππ = 0 Le prime due uguaglianze indicano che i moduli dei trasformati dei versori π e π sono uguali. La II uguaglianza indica invece che i due vettori πβ² e πβ² si sono mantenuti perpendicolari poiché il loro prodotto scalare è nullo. Il reticolato individuato da πβ² e πβ² è dunque ancora a quadrati. La trasformazione è pertanto una similitudine. C.V.D. __________________________________________________________________________________________ APPUNTI MAT. Le similitudini. Prof. Morra