HIC MANEBIMUS OPTIME
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HIC MANEBIMUS OPTIME
Il Fortino del Welfare 7/2011 SE PER TREMONTI VALE «HIC MANEBIMUS OPTIME», ALLORA PER NOI «DIFFICILE EST SATIRAM NON SCRIBERE», E NON SOLO DI LUI. di Raffaele Zinelli - Presidente associazione CartaCanta – 13 settembre 2011 1 Il Fortino del Welfare 7/2011 Premessa Inquadrare le molteplici manovre finanziarie di Tremonti nel quadro dei privilegi e delle sperequazioni che distinguono la situazione italiana anche in relazione a quella di altri Paesi europei porterà probabilmente qualcuno a liquidare le risultanze del nostro lavoro come “concezioni demagogiche che rischiano di confondere tutto e non risolvere nulla e che alimentano soltanto l'antipolitica”. Tuttavia sarà un peccato per costoro constatare che tutti i rapporti nazionali e internazionali sull'Italia sottolineano l'esistenza di “anomalie” la cui paternità è difficilmente attribuibile a un solo soggetto politico e sono piuttosto maturate in un clima di condiscendenza tra i principali partiti e con il beneplacito dei loro corrispondenti nelle forze sociali. Sostenere il contrario è possibile, ma non senza mettere in discussione la propria intelligenza. L'evidenza di questa armonia politica che insiste sulla macelleria sociale ce la fornisce il petulante Tremonti che negli ultimi 15 mesi ci ha regalato, con tre decreti legge approvati con una velocità sorprendente e dunque molto sospetta, ben tre manovre finanziarie correttive per un totale di 169,7 miliardi di euro fino al 2014: decreto n. 78 del 31 maggio 2010 da 24,5 miliardi, decreto n. 98 del 6 luglio 2011 da 80,1 miliardi e decreto n. 138 del 13 agosto 2011 da 65,1 miliardi. E non è ancora finita, sia perché l'Europa ha chiesto a Tremonti di mostrare le carte e sia perché “ il Fmi prevede che nel 2011 il PIL italiano avanzerà dello 0,8%, 0,2 punti percentuali in meno delle stime di giugno, e nel 2012 la crescita rallenterà allo 0,7%, cioé 0,6 punti in meno rispetto alle precedenti previsioni” (ANSA 29 agosto 2011); il Governo non ha poi tenuto conto degli effetti negativi delle ultime due manovre sul PIL che per la CGIL porterebbero ad una perdita di ricchezza di 4,7 punti da qui al 2014, e non ha neppure ascoltato la CGIA di Mestre secondo la quale il risultato delle manovre sarà un salasso di 5.766 euro per 25 milioni di famiglie italiane. Soltanto alcuni mesi fa Francesco Coniglione avvisava del declino del nostro Paese con questa lucida ma cruda analisi che dovrebbe impensierire un po' tutti: “L’Italia è in grave pericolo; forse la situazione è irreparabile e il suo declino è ormai irreversibile”. E poi continuando, “Il dato della crescita del PIL italiano risulta ancora più drammatico se andiamo a considerare il PIL pro capite indicizzato: ponendo 100 per l’OECD nel 2000 (ai prezzi di quest’anno e a parità di potere di acquisto) risulta allora che l’Italia occupa l’ultimo posto: il suo numero indice è cresciuto di soli due punti, ben al di sotto della media di EU27, che è di 11,9. In concreto questo significa che il livello di ricchezza (sarebbe meglio dire di povertà) è rimasto in Italia al palo, mentre in tutti gli altri paesi dell’OECD e dell’EU27 è cresciuto in modo consistente. Insomma è da almeno 15 anni che l’Italia cresce meno di tutti gli altri paesi del mondo industriale ... Questo significa che gli italiani sono in proporzione, almeno negli ultimi 15 anni, progressivamente diventati più poveri del resto dell’Europa e in generale dei paesi dell’OECD”. E d'altronde dopo decenni di scorribande della politica in ogni settore e realtà geografica forse l'Italia è davvero arrivata al capolinea ma unicamente perché ormai nel Bel Paese non c'è più niente da spartire o da rubare. Non perdete tempo a trovare l'Italia, guardate in basso a destra nella tabella: Scusate, ma non ci avevano detto che andava tutto bene e che l'Italia non era come la Grecia? Evidentemente non era vero niente e scrivere adesso sull'iniquità di queste manovre alla luce di quanto sta montando nel Paese reale, dal basso, contro i costi della politica, i privilegi, gli sprechi, le inefficienze o l'evasione fiscale, è un po' come sparare sulla Croce Rossa (che tra l'altro nella bozza di manovra di luglio doveva essere privatizzata) e il che non ci imbarazza affatto visto l'uso politico e clientelare che di questa società ne è sempre stato fatto. 1 Il Fortino del Welfare 7/2011 Il nostro lavoro sarà dunque rivolto a spiegare l'infinito contesto d'iniquità grazie al quale le conseguenze di queste ed altre manovre graveranno principalmente nelle tasche di quei lavoratori dipendenti e pensionati, già pesantemente tassati alla fonte e che, in assenza di radicali correzioni, le manovre le pagheranno addirittura due volte, come cittadini e come “beneficiari” delle prestazioni sociali e sanitarie: ci riferiamo agli invalidi, ai disabili, ai non autosufficienti e in generale agli utenti dei servizi sociali e ai loro famigliari che si vedranno da un lato congelare tutta o parte l'indicizzazione delle pensioni e dall'altro ridurre la possibilità sia delle più comuni detrazioni e deduzioni (dalla prima casa ai carichi famigliari) che delle già misere agevolazioni fiscali consentite per le spese sanitarie e assistenziali. Pertanto per questi cittadini che già contribuiscono forzatamente per il 94% al gettito IRPEF è giusto pretendere che i cambiamenti siano indirizzati ad eliminare innanzitutto le sperequazioni esistenti testimoniate anche, e non solo, dalla presenza di quel restante 6% di contribuenti “autonomi” (imprenditori, professionisti, commercianti o artigiani) sui quali gravano le certezze di ampi margini di evasione ed elusione fiscali. Home sweet home Riprendiamo allora dal ministro Tremonti con la sua presentazione della manovra fiscale di luglio all'assemblea dei banchieri italiani che l'ha visto indossare i panni dell'ex centurione di Tito Livio e uscire con l'infelice citazione «hic manebimus optime» (citazione oltremodo stupida perché uscita dalla bocca di un ministro che il “nero” dovrebbe combatterlo e non praticarlo ma anche offensiva per quanti una casa non possono permettersela perché condannati all'eterno precariato oppure la casa la stanno cercando per davvero ma a caro prezzo perché da oltre vent'anni nel nostro Paese non esiste più una “politica della casa”, salvo che una “politica della casta”). Tuttavia come non credere a Tremonti che si sarebbe trovato benissimo nell'abitazione romana da 10 mila euro al mese pagata (a sua insaputa o parte in contanti, a sua saputa) dall'ex finanziere, deputato e suo consigliere politico ora dimessosi (da consigliere ma non da deputato) dopo che la Procura di Napoli ne ha chiesto l'arresto per corruzione e associazione a delinquere nell'ambito delle indagini sulla P4. D'altronde cosa avrebbe potuto dire di diverso un potente uomo di governo e ricco uomo d'affari (reddito di 4,5 milioni di euro nel 2007) che parlava ad un consesso di amici dai compensi altrettanto milionari (il Profumo di Unicredit con 9 milioni di euro o il Passera di Intesa San Paolo da 3,8 milioni nel 2007) o come avrebbe potuto lamentarsi il ministro e deputato che insieme ai suoi onorevoli colleghi senatori gode di un trattamento economico che non ha eguali al mondo: tra compensi, rimborsi e vitalizi gli onorevoli oltrepassano i 22 mila euro al mese, e con privilegi a parte , come l'assistenza sanitaria integrativa estesa anche ai conviventi “more uxorio” che gli rimborsa pure i ticket (mentre a noi li reintroduce e li aumenta) nel disgraziato caso restassero vittime della sanità pubblica. «Hic manebimus optime», e ti credo! IPSE DIXIT «In Sudamerica il condono fiscale si fa dopo il golpe. In Italia lo si fa prima delle elezioni, ma mutando i fattori il prodotto non cambia» (Corriere della Sera, 25 settembre 1991). ET FECIT • D.L. 350/2001, I° scudo fiscale; • D.L. 12/2002, II° scudo fiscale; • legge 289/2002 (legge finanziaria 2003): art. 7, concordato redditi impresa e lavoro autonomo – art. 8, integrazione semplice imponibili – art. 9, condono tombale regolarizzazione imposte – 9-bis, sanatoria omessi o tardivi versamenti – art. 11, definizione agevolata imposta di registro – art. 12, saldo cartelle esattoriali al 25% - art. 14, regolarizzazione scritture contabili – art. 15, chiusura liti potenziali – art. 16, chiusura liti pendenti; • legge 212/2003: proroga al 16 ottobre 2003 dei versamenti previsti dalla legge 289/2002; • legge 326/2003 e decreto “milleproroghe”: condono edilizio e ulteriore proroga al 16 aprile 2004 per i versamenti previsti dalla legge 289/2002 dei condoni fiscali e con estensione all'anno d'imposta 2002; • D.L. 78/2009, III° scudo fiscale (scudo-ter), con estensione ai redditi d'impresa e lavoro autonomo. Continuando a scavare abbiamo poi scoperto come il sodalizio fra Tremonti, Milanese e certi ambienti della guardia di finanza fosse già operante da almeno 10 anni. Nell'estate 2001 Tronchetti Provera e Benetton decidono di “acquistare” la Telecom (già privatizzata nel 1999 da Colannino, al prezzo di 97 mila miliardi di vecchie lire scaricati su azionisti di minoranza, dipendenti e clienti con il silenzio del governo di centrosinistra) comprando da Bell (a sua volta controllata dall'Hopa di Gnutti e dall'Unipol di Conforti e Sacchetti) il 22,5% delle azioni Olivetti che controllavano la società telefonica. La vendita delle azioni crea nelle casse della Bell una plusvalenza di 1,5 miliardi di euro che viene nascosta al fisco e per questo la Bell verrà multata dall'Agenzia delle Entrate per 1,94 miliardi di euro. Per quattro anni il Tremonti ministro evita la riscossione ma poi nel 2006 al ministero torna Visco che leva la polvere dalla maxi multa e i soci della Bell sono costretti all'accertamento con adesione che prevede comunque la riduzione delle sanzioni: così la Bell patteggia di pagare soltanto 156 milioni (uno sconto di 1,78 miliardi di euro sulla multa iniziale). Nella sua vertenza con il fisco la Bell venne assistita tra gli altri dall'avvocato Romagnoli (secondo Fiorani della Popolare di Lodi, liquidato da Gnutti con 25 milioni di euro) che aveva come socio, fino al giorno della sua nomina ministeriale, il ministro Tremonti. E chi era Romagnoli? Un ex ufficiale della guardia di finanza e compagno di corso di Marco Milanese, l'ex consigliere politico di Tremonti. Quando si dicono le coincidenze! 2