il bugiardino degli esploratòri lato b

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il bugiardino degli esploratòri lato b
Via Adamello 1 Temù (BS) tel. 3346487127 - 036494617 e-mail: [email protected] MUSILMUSEO DELL’ENERGIA IDROELETTRICA DI VALCAMONICA Via Roma 48 Cedegolo (BS) tel. 0303750663 fax 0302404554 e-mail: [email protected] CAMUS MUSEO CAMUNO Via Garibaldi Breno (BS) tel. 0364324099 fax 0364324098 e-mail: [email protected]
Le ombre ci seguono sempre, questo è un fatto. Solo Peter Pan, che ci risulti, era riuscito a perdere la sua. Ma è poi vero che ci seguano
così fedelmente e che facciano proprio tutto quello che facciamo noi?
Per esempio, cosa fa di notte l’ombra di un uomo in piedi, fermo vicino a un muro, sotto la luce di un lampione? Dunque: parte dai piedi,
va fino al muro, gira e poi continua salendo in verticale. Non vi ricorda un messicano che appoggiato al muro schiaccia la siesta? Gli
manca solo il sombrero!
Sembra quasi che le ombre, sempre costrette a seguirci, si annoino e allora, appena possibile, disobbediscono e corrono a vivere le loro
vite.
In queste immagini ne avete le prove. Ombre colte in flagrante, catturate attraverso alcuni oggetti che vedrete al museo di Ossimo Ieri,
posto ricchissimo di cose mai viste. Cosa diventano le ombre di una pala, di un setaccio, di un torci-sega e di un misuratore di porte
quando sono libere?
Chissà se riuscirete a riconoscerli !
Questa è un’esplorazione che si può fare ovunque e quasi con qualsiasi cosa.
Cosa vi occorre?
Se c’è, un bel sole, ma ve la caverete benissimo anche con il fascio luminoso di un proiettore o con una potente lampada. Oggetti di vario
tipo che solletichino la vostra curiosità. Una macchina fotografica digitale, o una analogica ma caricata con un rullino di diapositive.
Altrimenti dei gran fogli bianchi su cui punterete la luce e disegnerete l’ombra delle cose.
Come si fa? Immergete nella luce l’oggetto e muovetelo lentamente come se doveste lavarlo con il raggio luminoso. Intanto non perdete
mai di vista l’ombra proiettata e appena si trasforma in qualcosa che riconoscete fotografatela oppure disegnatela. Se non volete
fotografare anche le vostre mani, ingegnatevi per trovare un modo di mantenere comunque in posizione gli oggetti.
RAFICO DEL FERRO, DELLE ARTI E TRADIZIONI POPOLARI Via Artigiani 15 Bienno (BS) tel/fax 0364300307 e-mail : [email protected]
MIMANDO S’IMPARA
MUSEO ETNOGRAFICO “ ’L ZUF- ALTA VALLE CAMONICA”
Via Dr. Italo Tognali 1 Vione (BS) tel. 036494131 fax 0364948528 e-mail : [email protected] LA ZECCA CASA MUSEO
«Dopo aver assimilato fin nell’inconscio le caratteristiche del tema
[…] cerco di dimenticare per un momento la gran quantità di
problemi e comincio a disegnare in un modo che ricorda molto
l’arte astratta. Disegno, guidato unicamente dall’istinto,
tralasciando qualsiasi sintesi architettonica, […]e per questa via
nasce gradualmente, proprio da base astratta, l’idea principale,
una specie di punto di partenza, grazie al quale, poi, si riesce ad
armonizzare fra loro gli innumerevoli problemi particolari e
contraddittori».
Alvar Aalto, architetto, Idee di Architettura, scritti scelti 1921-1968
Quando sarete al museo di Lozio chiedete alla vostra guida di raccontarvi la storia dell’antico passaggio che
collegava la casa di Lozio al castello.
Da dove partiva esattamente? Dalla stalla? Dalla porta murata? Da qualche botola nascosta sotto la paglia
del fienile? Dalla cucina dove ora c’è il camino finto? Per dove passava? Dove sbucava?
Ma soprattutto, è realmente esistito ?
Non si sa, ma se così fosse è molto probabile che ne sia rimasta qualche traccia in giro.
Datevi da fare esploratori, questo è un lavoro per voi!
Siete degli studiosi in cerca di indizi, degli investigatori, degli archeologi di leggende. Passate in rassegna
questa strana casa che sembra cresciuta su sé stessa come una conchiglia, frugatele nella tasche e nelle
pieghe nascoste.
Non sarà facile scovare le tracce che dimostrino l’esistenza di un passaggio segreto. Potreste anche non
trovarne nessuna, ma annotate su di un taccuino ugualmente tutte le vostre osservazioni e le supposizioni
che man mano vi vengono in mente.
Quando ognuno di voi avrà raccolto prove a sufficienza per sostenere la propria tesi, raccontatevele uno
alla volta per vedere se fanno acqua da tutte le parti o se invece sono a prova di bomba.
A questo punto siete pronti per compilare il grande registro custodito nel museo, dove tutti gli investigatori
che mettono piede nella casa sono invitati ad annotare gli indizi eclatanti delle teorie più avvincenti.
Poi chissà, nel corso del tempo, quale delle tante storie avrà la meglio, quale sarà la più discussa e quale
infine sarà accettata dagli studiosi concordi. Ricordatevi comunque di dare un nome alle vostre teorie
quando le scrivete, è fondamentale per riconoscerle e per ricordarle nel tempo.
S
IAMO RIMASTI I
A IA IA IA IA IAI ( S Í M A S O L O T R E ! )
DI CERVENO Vicolo Sonvico Cerveno (BS)
MUSEO DEL
Quando sarai al CAMUS di Breno
ricordati che un esploratore ha sempre
un suo modo per guardare le cose. Lo
ricerca a proprio gusto e lo affina, lo
perfeziona costantemente come uno
strumento e lo modifica ogni volta che
impara qualcosa. Nel museo trovi una
collezione, con molti quadri da
guardare e alcuni oggetti. Entra
pensando che vuoi vedere solo quadri
bellissimi e oggetti incredibili, e li
vedrai! Come è possibile? Un quadro è
interessante anche in base a come lo
guardi, perciò sta a te trovare il modo
più adatto per vederlo bellissimo.
Preferisci forse che faccia paura?
Tiragli fuori ciò che spaventa. Rimani
folgorato dal colore verde? Prova a
trovarlo anche dentro al rosso. Hai già
una fame pazzesca ed è ancora presto
ma non riesci a pensare ad altro?
Scova come un segugio tutto ciò che ti
dà il voltastomaco. Puoi anche aiutarti
a cercare ciò che ti interessa
portandoti dietro qualche strumento
che hai preparato. Forse hai già
imparato a costruire dei puntatori per
osservare ogni cosa nel dettaglio. A
volte basta solo scegliere la posizione
giusta: lontano, vicino, a un palmo di
naso, in equilibrio precario su un
sasso, più in alto di 20 centimetri sopra
una pigna di libri, a testa in giù. Adesso
sei nelle tue mani e, credici, sono le
migliori in cui potresti essere!
MUSEO DELLA GUERRA BIANC
storia? Conosci la geografia? E il
che ti trovi proprio lì, coi tuoi piedi
soldati, vivendo a lungo sull’Adam
in ogni punto d’ombra o sole? Per
terreno era spesso questione di vi
importante per i popoli guerrieri. P
A volte occorre inventarli subito su
non si può mica rischiare di perde
comunicare in codice coi compagn
informazioni di qualche importanz
tracce, depistare gli inseguitori, na
segreti. Ora l’Adamello è un mont
Perciò fidati, è il luogo migliore pe
palestra degli esploratori con la P
tel. 0364434012 fax 0364434644 e-mail: [email protected] DISEGNI LIBERI E SPONTANEI MUSEO
Il MUSIL di Cedegolo è ciò che resta di una
centrale idroelettrica. È una centrale idroelettrica
in pensione, una vecchia nonna. Voi andate a
visitarla e, invece di dolciumi, lei vi offre turbine
da osservare da vicino, un pezzo di condotta,
diversi strumenti e dell’intrattenimento per parlarvi
di acqua e di energia. Certo, gli strumenti e le
macchine erano grandi e occupavano molto
CAMUS
MUSIL
La preparazione
razione dei vetrini con il materiale da osservare richiede un po’ di manualità che acquisirai presto
presto, la tua insegnante è lì per aiutarti
aiutarti.
Procurati una pinzetta.
Queste istruzioni ti permettono di preparare VETRINI A MARGINI SIGILLATI, durano di più e consentono la visione da tutte le angolazioni della materia che vuoi osservare.
Cominciamo:
1) un vetrino è composto di due piccoli vetri rettangolari. Disegna sul primo un bordo rettangolare di 2–3 mm con dello smalto sintetico nero e lascia asciugare per un giorno. Questo bordo serve per osservare qualcosa di liquido perché gli impedisce di
uscire. Se ciò che osservi è solido salta il punto 1.
2) dentro al bordo nero deponi il campione da studiare, avendo cura di eliminare le parti più spesse rispetto al bordo, altrimenti non si chiuderà mai.
3) si copre il tutto con il secondo vetrino, “il copri – oggetto”, che è di dimensioni un po’ più piccole. Fai molta attenzione a non lasciare bolle d’aria tra i due vetrini mentre li sovrapponi, perciò appoggia il vetro prima su un lato e poi abbassalo piano. Il copri
- oggetto deve essere ben centrato.
4) sigilla i margini del copri - oggetto con dello smalto nero e lascia asciugare per un giorno.
5) fai una sigla sul vetrino asciutto per distinguerlo dagli altri. È pronto!
Vi pare forse che potesse andarvi tutto liscio? Giammai !
Dovete sapere che fino a questo momento avete perlustrato territori già in parte
musei. Tracce dei loro passaggi si ritrovano disciolte dentro alle istruzioni degli E
foglio sono state infatti raccolte dalle esperienze di questi precursori. Ma adesso
spremuto come un limone e non vi può più guidare. Perché? Che succede?
Quelli che seguono sono ben tre musei per i quali non risulta che alcun esplorato
quella gente addestrata a vedere quello che gli altri non vedono, nessuno.
Forse vi suonerà incredibile, ma i primi siete proprio voi. Tremori alle gambe? Ni
utili per partire alla volta dei territori vergini. Ci siete? È giunta l’ora che assumiat
Tutte le cose che hai intorno contengono l’invisibile, possiamo ben dire che l’invisibile è
ovunque.
Per esempio, guardi proprio ora la tua mano, ci spiace dirti che forse, proprio lì sul tuo pollice,
sta deambulando adesso adesso un microbo dall’aria orrenda. Ma tu sei tranquillo, per lo meno
lo eri fino ad un istante fa, e forse anche lui è sereno, perché tu non vedi lui e lui non vede te. Il
microbo ti è invisibile, anche se alloggia sul tuo pollice.
La dimensione dell’invisibile tuttavia non è costituita di sole minuscole mostruosità, anzi è un
mondo vario e ricco come quello visibile e conta di molte meraviglie inimmaginabili.
Per poterne vedere non proprio tutte, ma almeno un bel po’, ti serve un microscopio.
C’è un luogo in cui potrai adoperarne uno per esplorare questo tipo di territori. Si tratta del
museo dedicato ad un grande scienziato di nome Camillo Golgi, uno che, lo scoprirai là, con
un’invenzione eccezionale, non solo è entrato nell’invisibile, ma ha anche fatto in modo che lo
potessero vedere tutti.
Ma tu, che cos’è che vorresti vedere lo sai?
Seguendo le indicazioni sarai in breve in grado di preparare dei vetrini che contengano piccole
porzioni di mondi minuscoli. Li porterai con te quando andrete a scoprire Camillo Golgi e lì
potrai finalmente usarli.
Si prevedono visioni straordinarie e scoperte disumane.
!
Cosa si fa dentro a un mulino? Se ci pensi, non si fa altro che
dividere una pianta. La pannocchia o la spiga si separano in parti
sempre più piccole che poi, giunte al chicco, si macinano.
Vuoi provare anche tu?
S M O N T A
L A P I A N T A
MA QUALE PIANTA? Una di quelle che avrete raccolto tutti
insieme sulle sponde del Grigna, il fiume di Bienno che alimenta il
Vaso Rè, il quale dà l’acqua alla ruota del mulino.
E COME? Fai conto questa mattina di esserti risvegliato insetto.
Sei un’ape, una formica, un coleottero, un grillo? Vedi tu. Adopera
le tue mani come se fossero piccole zampe o, meglio ancora,
come fossero antenne. Affila gli occhi, dovrai allenarti
enarti a vedere nel
piccolo e nel piccolissimo.
Ora, così camuffato, perlustra la pianta, ti sembrerà
rerà molto più
grande di quello che è e ti accorgerai che una pianta
ianta si può
smontare facilmente in molte parti prima di rompersi
persi e strapparsi in
mille pezzi.
Troverai cose che non hai ancora mai immaginato.
ato. Quando credi
di avere fatto una scoperta imperdibile disegnala
a molto grande, fai
una gigantografia, così potrai vederla con i tuoi compagni
comodamente anche quando i vostri occhi saranno
nno ritornati umani.
DOVE? Ma come! Ancora non hai capito? Al mulino di Bienno, al
piano sopra la mugnaia.
09
C A C C I A
A L L’ I N V I S I B I L E
*
Filigrana. È una marca, un disegno quasi sempre astratto, ottenuto con intrecci di fili
metallici più sottili dei tuoi capelli, infilati tra i fogli. Si mette sulle carte di valore per
impedirne la falsificazione. Tu puoi ottenere un disegno altrettanto irriproducibile con il
frottage. Sai di cosa si tratta? Chiedilo alla tua insegnante. Vai a cercare delle superfici
interessanti, la casa del museo ne è piena. Cercale bene, devono essere solo le tue,
uniche della tua banconota, la filigrana è importante!
C’è sempre qualcosa di scritto non in piccolo, in
piccolissimissimo! Forse per mettere alla prova il lavoro dei
falsari. Scrivi anche tu qualcosa sotto la lente di ingrandimento,
raggiungerai risultati microscopici.
*
La fucina ludoteca di Bienno non sorge vicino al fiume e non avrebbe a disposizione un goccio d’acqua per funzionare se a portargliela non
ci pensasse il vaso Rè, un canale che raccoglie l’acqua dal fiume Grigna e raggiunge fucine, mulini, segherie zigzagando come una saetta
per parecchia strada.
Dentro la fucina, anche senza fare troppo silenzio, sentirete l’acqua scorrere al di là del muro e cadere facendo un gran rumore.
Proprio qui si riunisce l’Orchestra dell’Acqua, di cui tu sarai presto un musicista, un’orchestra speciale, che sceglie i rumori per tramutarli in
suoni.
COME? COME? COME?
Hai notato che l’acqua non sta mai zitta a meno che non sia immobile? Con dei contenitori prendi dal Vaso Rè la quantità di acqua che ti
serve, o se vuoi vai a suonarla sul posto, mentre è in corsa.
Nella sala prove della fucina trovi strumenti che possono servirti per tirare fuori dall’acqua la voce nascosta. Muovi quell’acqua con
l’entusiasmo di un cammello che beve dopo aver attraversato il deserto, con la precisione risoluta di una sonda che si cala negli abissi, con
la grazia spericolata della foglia che capita su uno specchio d’acqua, con la tua forza insomma e il tuo desiderio, calibrando le azioni con
l’orecchio sempre teso. Ascoltala bene e cerca tra i suoi rumori quello che per te è un suono. Quando lo senti raffinalo. Prova e riprova
finché non esce nitido al punto giusto, quindi registralo.
Per non perderlo più, corri su in sala scrittura e disegna sul grande foglio il nuovo suono. Non esiste un modo unico per disegnare un
suono, ognuno troverà il suo. Un segno semplice, che rappresenta l’effetto sonoro e te lo ricorda se lo riguardi, una specie di ritratto.
Vicino al segno descrivi o rappresenta lo strumento con cui hai suonato e il modo in cui si adopera.
Quando tutti gli orchestrali avranno accordato gli strumenti, registrato e disegnato i suoni, sarete pronti per concertare tutti insieme. Chi fa il
direttore d’orchestra?
Alla fine del pezzo potrete riascoltarvi amplificati nella saletta di registrazione, quella più buia di tutte. Perché le orecchie, si sa, sentono
meglio quando gli occhi vedono meno.
Siete a Vione. Avete ascoltato bene cosa vi ha raccontato il maestro Marino? E proprio mentre parlava, vi
siete distratti ogni tanto a guardare meglio qualcuno degli oggetti che vi è piaciuto più degli altri? Ma quanti
ce n’è?!
No, perché adesso tocca a voi.
Mettetevi a coppie, a terzetti, a quartetti, a seconda della complessità di ciò che dovrete mimare.
Scegliete un oggetto da rappresentare. Uno di voi farà l’utensile, l’altro la persona che l’adopera.
Vi sembra facile mimare una pialla, una trappola per topi o ‘l zuf? Forse.
Ma che pialla sei, che gerla, che casseruola?
Sii l’oggetto per come lo vedi e interpretalo secondo il tuo temperamento. Come ci si se
sente nei panni di una
sgorbia? Una volta che lo avrai provato non lo scorderai più, quando uscirai dal museo, sarà come portarti
via lo strumento nel taschino.
Non siate timidi, tra voi potrebbe anche nascondersi qualche futura
utura star di Hollywood, ci avete
av
pensato?
È giunta l’ora di uscire allo scoperto!
LA Z E C CA
Firma di qualche responsabile, la tua? Quella della maestra?
Della responsabile del museo? Della vostra guida? Del boss
della classe o del 1° della classe?
*
*
Disegno di qualcosa di importante o tipico del luogo di origine.
Pensaci: cos’è che ti ha stregato di questo museo? Lo hai
perlustrato bene? Hai cercato anche nell’invisibile? A cosa
dedicheresti una banconota nuova di zecca? Concentrati, trovalo e
disegnalo. Quello che vedi qui è un cedro del Libano, ci pare giusto
C’è anche qualche altra notizia sul luogo di origine. Qui vedi
l’alfabeto libanese
Gli indiani Seminole della Florida e tutti i grandi popoli guerrieri del
West furono cacciatori formidabili, implacabili e leali. Sai perché?
tici usando le
Avevano imparato a camuffarsi da animali selvatici
pellicce e, siccome vivevano in armonia con la natura, avevano
pararono a
osservato questi animali a lungo. È così che impararono
muoversi iin modo accorto come le loro prede.
L’ O R C H E S T R A
D E L L’ A C Q U A
L‘ E N I G M A DEL
PAS SAG G I O
SEGRETO
Se mettete le foto in sequenza è facile inventare delle storie animate, gli antenati dei cartoni che guardate oggi alla tv. E a questo punto,
chi vi ferma più? Nessuno vi impedisce di aggiungere alle immagini suoni, che rumori faranno mai ombre abituate da sempre ad essere
silenziose?
La banconota è un pezzo di carta speciale, fatta per resistere nel tempo.
Non vale molto di per sé, vale qualcosa solo quando noi, tutti d’accordo, le attribuiamo il valore.
Assomiglia a una minuscola bandiera del paese o della comunità che la produce.
Assomiglia a un volantino, più piccolo del solito, più morbido o liscio a causa della carta speciale.
Infatti, contiene un certo numero di informazioni. Dice quanto vale in lingue diverse perché tutti lo
capiscano. Ha un suo numero di serie per farsi riconoscere, che è la sua carta d’identità. Dice a che
comunità appartiene, spesso attraverso un simbolo o una carta geografica. Porta disegni e scritte pieni di
dettagli, stampati con vari colori, perché non vuole essere riprodotta facilmente da chiunque. Ognuna
inoltre ha un disegno speciale di qualcosa di illustre, così fa conoscere al resto del mondo le meraviglie dei
paesi in cui è usata.
Voi che visitate il museo di Cerveno sarete la comunità di quel posto per un giorno . Dentro il museo e
anche fuori ci sono alcune meraviglie da trovare e ovunque dettagli da svelare. È tempo, allora, che
produciate la vostra banconota.
Ricordate che una banconota è fatta a strati proprio per contenere tra uno e l’altro elementi di natura
diversa.
Osservate le istruzioni e partite in esplorazione. Per trasformarvi in esperti zecchieri dovrete prima
diventare dei fini esploratori.
unisci
*
sovrapponi
strati
Valore in numeri e lettere. Risponde alla domanda QUANTO? Fai tu. Mezza dozzina di
pepite d’oro; un ghiacciolo e mezzo o tutti i ghiacci del Polo Nord; il fuoco della stufa in
inverno (e in estate? Nooo!); la vista di una stella cadente; un pollo ben cotto quando
hai fame; il bacio di chi sai tu
*
parare, ma anche molto da scoprire. Soprattutto per chi non conosce la
a volta, per chi semplicemente si trova ad essere contemporaneo alle cose
va senza averne saputo nulla prima.
d’ombra”.
ori ideali, in virtù della loro esperienza ancora in buona parte da costruirsi,
ienza stessa gli dona.
ampo d’azione che interessa poiché è senz’altro quello in cui
ANARCHIA DELLE OMBRE
M I M A N D O
S’ I M P A R A
*
Esploratòri
delle parti in ombra, delle parti che si sanno e altre che non si sanno, o
uce sono le spiegazioni, le nozioni istruttive, le osservazioni oggettive
certi pezzi selezionati e non altri, la manifestazione di certe attività
he, comprensibili, gli effetti tangibili delle azioni.
perché è già stato scoperto. Utile perché qualcuno lo ha già sperimentato
va.
ello che non ha ancora una spiegazione ufficiale, che non vale per tutti, che
che ha natura compromessa o che non si è ancora visto.
e per quanto ancora resterà sconosciuto, potrebbe essere svelato da un
almente, qualcosa di visibile e molto chiaro, potrebbe diventare oscuro se
superasse una certa misura, se solo una piccola porzione del sapere che
MUSEO DELLA GUERRA BIANCA
Ci sono simboli multicolori dal significato misterioso
Mentre nessun esperimento positivo può
darmi definitivamente ragione, un solo
esperimento negativo potrà sempre darmi
torto.
Albert Einstein
Gentili inseg
insegnanti cari ragazzi,
questi
q
que
sti la
laboratori
abora
sono da intendersi come un invito all’osservazione e alla scoperta, il più possibile libere
da preconce
preconcetti e schemi. In una parola, sono un richiamo all’esplorazione sfrenata, da cui il nome di
Esploratòri.
Vi invitiamo a percorrere i musei della Valle Camonica con occhi attenti, ad osservare ciò che vi verrà
raccontato, m
ma anche e soprattutto ciò che nessuno vi indicherà, gli spazi in cui vi troverete oltre che le
cose in essi ospitate. Ci interessano le scoperte che farete tutti insieme e quelle uniche di ciascuno.
Questo piegh
pieghevole contiene le informazioni operative per intraprendere alcune esplorazioni. Esse
potranno ave
avere luogo nei musei e sono facilmente adattabili anche alle vostre aule.
Le attività so
sono nuove e vengono proposte quest’anno per la prima volta. La vostra partecipazione attiva
sarà fondam
fondamentale per metterle a punto. Il vostro contributo di esploratori servirà a rendere i laboratori
precisi negli obiettivi.
sempre più p
Si tratta di un processo aperto: valutate le proposte dopo averle messe alla prova e, cogliendone lo
proponete modifiche e migliorie a vostra volta. Vorremmo che consideraste i musei del Sistema
spirito, propo
della sperimentazione, da cui attingere per sostenere i nuovi ambiti di ricerca
un territorio d
cerca nati dalle
SAPERE
tòri
DISEGNI LIBERI
E S PO NTAN E I
Disegni XS – S – M – L – XL nella fucina di Malegno.
Disegna a volontà, disegna come un pazzo, disegna più che puoi.
PERCHÉ? Perché la fucina è vuota, profonda e grande come la pancia di una balena. Restano solo le
superfici: sotto i piedi terra battuta indistruttibile, muri alti di pietra che hanno resistito al freddo e al fuoco
tutto intorno e molta aria sopra la tua testa, è una fucina altissima. Non c’è niente che si può rompere,
niente che noi puoi toccare.
DISEGNO DOVE? Per terra e in aria. Occupa tutto lo spazio che puoi o conquistane uno piccolo così.
CON CHE COSA? Polvere di gesso, troverai tutto quello che serve già in fucina.
E COSA? Te lo dice il titolo: tutto e solo ciò che vuoi e ciò che il gesso in quel luogo ti consentirà di fare.
SE PUOI CANTARE? Certamente!
Non abbandonate il campo senza prima aver fotografato in lungo e in largo la vostra opera.
Ma poi, proprio prima di uscire, caricatevi a molla, imbracciate i rastrelli, gli scoponi, le spazzole (ma son
perfetti anche i piedi) e mescolate con la terra battuta tutta la polvere di gesso rimasta sparsa qui e là. Un
lavoro accurato, mi raccomando, come per mescolare gli ingredienti per una torta di alta pasticceria.
Cancellerete così la vostra opera, che in questo modo diventerà parte
rte per
pe sempre della fucina: è la firma
indelebile
ebile del vostro pass
passaggio.
gg
tòri
“LE FUDINE” Via S. Antonio M