il bugiardino degli esploratòri lato b
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il bugiardino degli esploratòri lato b
Via Adamello 1 Temù (BS) tel. 3346487127 - 036494617 e-mail: [email protected] MUSILMUSEO DELL’ENERGIA IDROELETTRICA DI VALCAMONICA Via Roma 48 Cedegolo (BS) tel. 0303750663 fax 0302404554 e-mail: [email protected] CAMUS MUSEO CAMUNO Via Garibaldi Breno (BS) tel. 0364324099 fax 0364324098 e-mail: [email protected] Le ombre ci seguono sempre, questo è un fatto. Solo Peter Pan, che ci risulti, era riuscito a perdere la sua. Ma è poi vero che ci seguano così fedelmente e che facciano proprio tutto quello che facciamo noi? Per esempio, cosa fa di notte l’ombra di un uomo in piedi, fermo vicino a un muro, sotto la luce di un lampione? Dunque: parte dai piedi, va fino al muro, gira e poi continua salendo in verticale. Non vi ricorda un messicano che appoggiato al muro schiaccia la siesta? Gli manca solo il sombrero! Sembra quasi che le ombre, sempre costrette a seguirci, si annoino e allora, appena possibile, disobbediscono e corrono a vivere le loro vite. In queste immagini ne avete le prove. Ombre colte in flagrante, catturate attraverso alcuni oggetti che vedrete al museo di Ossimo Ieri, posto ricchissimo di cose mai viste. Cosa diventano le ombre di una pala, di un setaccio, di un torci-sega e di un misuratore di porte quando sono libere? Chissà se riuscirete a riconoscerli ! Questa è un’esplorazione che si può fare ovunque e quasi con qualsiasi cosa. Cosa vi occorre? Se c’è, un bel sole, ma ve la caverete benissimo anche con il fascio luminoso di un proiettore o con una potente lampada. Oggetti di vario tipo che solletichino la vostra curiosità. Una macchina fotografica digitale, o una analogica ma caricata con un rullino di diapositive. Altrimenti dei gran fogli bianchi su cui punterete la luce e disegnerete l’ombra delle cose. Come si fa? Immergete nella luce l’oggetto e muovetelo lentamente come se doveste lavarlo con il raggio luminoso. Intanto non perdete mai di vista l’ombra proiettata e appena si trasforma in qualcosa che riconoscete fotografatela oppure disegnatela. Se non volete fotografare anche le vostre mani, ingegnatevi per trovare un modo di mantenere comunque in posizione gli oggetti. RAFICO DEL FERRO, DELLE ARTI E TRADIZIONI POPOLARI Via Artigiani 15 Bienno (BS) tel/fax 0364300307 e-mail : [email protected] MIMANDO S’IMPARA MUSEO ETNOGRAFICO “ ’L ZUF- ALTA VALLE CAMONICA” Via Dr. Italo Tognali 1 Vione (BS) tel. 036494131 fax 0364948528 e-mail : [email protected] LA ZECCA CASA MUSEO «Dopo aver assimilato fin nell’inconscio le caratteristiche del tema […] cerco di dimenticare per un momento la gran quantità di problemi e comincio a disegnare in un modo che ricorda molto l’arte astratta. Disegno, guidato unicamente dall’istinto, tralasciando qualsiasi sintesi architettonica, […]e per questa via nasce gradualmente, proprio da base astratta, l’idea principale, una specie di punto di partenza, grazie al quale, poi, si riesce ad armonizzare fra loro gli innumerevoli problemi particolari e contraddittori». Alvar Aalto, architetto, Idee di Architettura, scritti scelti 1921-1968 Quando sarete al museo di Lozio chiedete alla vostra guida di raccontarvi la storia dell’antico passaggio che collegava la casa di Lozio al castello. Da dove partiva esattamente? Dalla stalla? Dalla porta murata? Da qualche botola nascosta sotto la paglia del fienile? Dalla cucina dove ora c’è il camino finto? Per dove passava? Dove sbucava? Ma soprattutto, è realmente esistito ? Non si sa, ma se così fosse è molto probabile che ne sia rimasta qualche traccia in giro. Datevi da fare esploratori, questo è un lavoro per voi! Siete degli studiosi in cerca di indizi, degli investigatori, degli archeologi di leggende. Passate in rassegna questa strana casa che sembra cresciuta su sé stessa come una conchiglia, frugatele nella tasche e nelle pieghe nascoste. Non sarà facile scovare le tracce che dimostrino l’esistenza di un passaggio segreto. Potreste anche non trovarne nessuna, ma annotate su di un taccuino ugualmente tutte le vostre osservazioni e le supposizioni che man mano vi vengono in mente. Quando ognuno di voi avrà raccolto prove a sufficienza per sostenere la propria tesi, raccontatevele uno alla volta per vedere se fanno acqua da tutte le parti o se invece sono a prova di bomba. A questo punto siete pronti per compilare il grande registro custodito nel museo, dove tutti gli investigatori che mettono piede nella casa sono invitati ad annotare gli indizi eclatanti delle teorie più avvincenti. Poi chissà, nel corso del tempo, quale delle tante storie avrà la meglio, quale sarà la più discussa e quale infine sarà accettata dagli studiosi concordi. Ricordatevi comunque di dare un nome alle vostre teorie quando le scrivete, è fondamentale per riconoscerle e per ricordarle nel tempo. S IAMO RIMASTI I A IA IA IA IA IAI ( S Í M A S O L O T R E ! ) DI CERVENO Vicolo Sonvico Cerveno (BS) MUSEO DEL Quando sarai al CAMUS di Breno ricordati che un esploratore ha sempre un suo modo per guardare le cose. Lo ricerca a proprio gusto e lo affina, lo perfeziona costantemente come uno strumento e lo modifica ogni volta che impara qualcosa. Nel museo trovi una collezione, con molti quadri da guardare e alcuni oggetti. Entra pensando che vuoi vedere solo quadri bellissimi e oggetti incredibili, e li vedrai! Come è possibile? Un quadro è interessante anche in base a come lo guardi, perciò sta a te trovare il modo più adatto per vederlo bellissimo. Preferisci forse che faccia paura? Tiragli fuori ciò che spaventa. Rimani folgorato dal colore verde? Prova a trovarlo anche dentro al rosso. Hai già una fame pazzesca ed è ancora presto ma non riesci a pensare ad altro? Scova come un segugio tutto ciò che ti dà il voltastomaco. Puoi anche aiutarti a cercare ciò che ti interessa portandoti dietro qualche strumento che hai preparato. Forse hai già imparato a costruire dei puntatori per osservare ogni cosa nel dettaglio. A volte basta solo scegliere la posizione giusta: lontano, vicino, a un palmo di naso, in equilibrio precario su un sasso, più in alto di 20 centimetri sopra una pigna di libri, a testa in giù. Adesso sei nelle tue mani e, credici, sono le migliori in cui potresti essere! MUSEO DELLA GUERRA BIANC storia? Conosci la geografia? E il che ti trovi proprio lì, coi tuoi piedi soldati, vivendo a lungo sull’Adam in ogni punto d’ombra o sole? Per terreno era spesso questione di vi importante per i popoli guerrieri. P A volte occorre inventarli subito su non si può mica rischiare di perde comunicare in codice coi compagn informazioni di qualche importanz tracce, depistare gli inseguitori, na segreti. Ora l’Adamello è un mont Perciò fidati, è il luogo migliore pe palestra degli esploratori con la P tel. 0364434012 fax 0364434644 e-mail: [email protected] DISEGNI LIBERI E SPONTANEI MUSEO Il MUSIL di Cedegolo è ciò che resta di una centrale idroelettrica. È una centrale idroelettrica in pensione, una vecchia nonna. Voi andate a visitarla e, invece di dolciumi, lei vi offre turbine da osservare da vicino, un pezzo di condotta, diversi strumenti e dell’intrattenimento per parlarvi di acqua e di energia. Certo, gli strumenti e le macchine erano grandi e occupavano molto CAMUS MUSIL La preparazione razione dei vetrini con il materiale da osservare richiede un po’ di manualità che acquisirai presto presto, la tua insegnante è lì per aiutarti aiutarti. Procurati una pinzetta. Queste istruzioni ti permettono di preparare VETRINI A MARGINI SIGILLATI, durano di più e consentono la visione da tutte le angolazioni della materia che vuoi osservare. Cominciamo: 1) un vetrino è composto di due piccoli vetri rettangolari. Disegna sul primo un bordo rettangolare di 2–3 mm con dello smalto sintetico nero e lascia asciugare per un giorno. Questo bordo serve per osservare qualcosa di liquido perché gli impedisce di uscire. Se ciò che osservi è solido salta il punto 1. 2) dentro al bordo nero deponi il campione da studiare, avendo cura di eliminare le parti più spesse rispetto al bordo, altrimenti non si chiuderà mai. 3) si copre il tutto con il secondo vetrino, “il copri – oggetto”, che è di dimensioni un po’ più piccole. Fai molta attenzione a non lasciare bolle d’aria tra i due vetrini mentre li sovrapponi, perciò appoggia il vetro prima su un lato e poi abbassalo piano. Il copri - oggetto deve essere ben centrato. 4) sigilla i margini del copri - oggetto con dello smalto nero e lascia asciugare per un giorno. 5) fai una sigla sul vetrino asciutto per distinguerlo dagli altri. È pronto! Vi pare forse che potesse andarvi tutto liscio? Giammai ! Dovete sapere che fino a questo momento avete perlustrato territori già in parte musei. Tracce dei loro passaggi si ritrovano disciolte dentro alle istruzioni degli E foglio sono state infatti raccolte dalle esperienze di questi precursori. Ma adesso spremuto come un limone e non vi può più guidare. Perché? Che succede? Quelli che seguono sono ben tre musei per i quali non risulta che alcun esplorato quella gente addestrata a vedere quello che gli altri non vedono, nessuno. Forse vi suonerà incredibile, ma i primi siete proprio voi. Tremori alle gambe? Ni utili per partire alla volta dei territori vergini. Ci siete? È giunta l’ora che assumiat Tutte le cose che hai intorno contengono l’invisibile, possiamo ben dire che l’invisibile è ovunque. Per esempio, guardi proprio ora la tua mano, ci spiace dirti che forse, proprio lì sul tuo pollice, sta deambulando adesso adesso un microbo dall’aria orrenda. Ma tu sei tranquillo, per lo meno lo eri fino ad un istante fa, e forse anche lui è sereno, perché tu non vedi lui e lui non vede te. Il microbo ti è invisibile, anche se alloggia sul tuo pollice. La dimensione dell’invisibile tuttavia non è costituita di sole minuscole mostruosità, anzi è un mondo vario e ricco come quello visibile e conta di molte meraviglie inimmaginabili. Per poterne vedere non proprio tutte, ma almeno un bel po’, ti serve un microscopio. C’è un luogo in cui potrai adoperarne uno per esplorare questo tipo di territori. Si tratta del museo dedicato ad un grande scienziato di nome Camillo Golgi, uno che, lo scoprirai là, con un’invenzione eccezionale, non solo è entrato nell’invisibile, ma ha anche fatto in modo che lo potessero vedere tutti. Ma tu, che cos’è che vorresti vedere lo sai? Seguendo le indicazioni sarai in breve in grado di preparare dei vetrini che contengano piccole porzioni di mondi minuscoli. Li porterai con te quando andrete a scoprire Camillo Golgi e lì potrai finalmente usarli. Si prevedono visioni straordinarie e scoperte disumane. ! Cosa si fa dentro a un mulino? Se ci pensi, non si fa altro che dividere una pianta. La pannocchia o la spiga si separano in parti sempre più piccole che poi, giunte al chicco, si macinano. Vuoi provare anche tu? S M O N T A L A P I A N T A MA QUALE PIANTA? Una di quelle che avrete raccolto tutti insieme sulle sponde del Grigna, il fiume di Bienno che alimenta il Vaso Rè, il quale dà l’acqua alla ruota del mulino. E COME? Fai conto questa mattina di esserti risvegliato insetto. Sei un’ape, una formica, un coleottero, un grillo? Vedi tu. Adopera le tue mani come se fossero piccole zampe o, meglio ancora, come fossero antenne. Affila gli occhi, dovrai allenarti enarti a vedere nel piccolo e nel piccolissimo. Ora, così camuffato, perlustra la pianta, ti sembrerà rerà molto più grande di quello che è e ti accorgerai che una pianta ianta si può smontare facilmente in molte parti prima di rompersi persi e strapparsi in mille pezzi. Troverai cose che non hai ancora mai immaginato. ato. Quando credi di avere fatto una scoperta imperdibile disegnala a molto grande, fai una gigantografia, così potrai vederla con i tuoi compagni comodamente anche quando i vostri occhi saranno nno ritornati umani. DOVE? Ma come! Ancora non hai capito? Al mulino di Bienno, al piano sopra la mugnaia. 09 C A C C I A A L L’ I N V I S I B I L E * Filigrana. È una marca, un disegno quasi sempre astratto, ottenuto con intrecci di fili metallici più sottili dei tuoi capelli, infilati tra i fogli. Si mette sulle carte di valore per impedirne la falsificazione. Tu puoi ottenere un disegno altrettanto irriproducibile con il frottage. Sai di cosa si tratta? Chiedilo alla tua insegnante. Vai a cercare delle superfici interessanti, la casa del museo ne è piena. Cercale bene, devono essere solo le tue, uniche della tua banconota, la filigrana è importante! C’è sempre qualcosa di scritto non in piccolo, in piccolissimissimo! Forse per mettere alla prova il lavoro dei falsari. Scrivi anche tu qualcosa sotto la lente di ingrandimento, raggiungerai risultati microscopici. * La fucina ludoteca di Bienno non sorge vicino al fiume e non avrebbe a disposizione un goccio d’acqua per funzionare se a portargliela non ci pensasse il vaso Rè, un canale che raccoglie l’acqua dal fiume Grigna e raggiunge fucine, mulini, segherie zigzagando come una saetta per parecchia strada. Dentro la fucina, anche senza fare troppo silenzio, sentirete l’acqua scorrere al di là del muro e cadere facendo un gran rumore. Proprio qui si riunisce l’Orchestra dell’Acqua, di cui tu sarai presto un musicista, un’orchestra speciale, che sceglie i rumori per tramutarli in suoni. COME? COME? COME? Hai notato che l’acqua non sta mai zitta a meno che non sia immobile? Con dei contenitori prendi dal Vaso Rè la quantità di acqua che ti serve, o se vuoi vai a suonarla sul posto, mentre è in corsa. Nella sala prove della fucina trovi strumenti che possono servirti per tirare fuori dall’acqua la voce nascosta. Muovi quell’acqua con l’entusiasmo di un cammello che beve dopo aver attraversato il deserto, con la precisione risoluta di una sonda che si cala negli abissi, con la grazia spericolata della foglia che capita su uno specchio d’acqua, con la tua forza insomma e il tuo desiderio, calibrando le azioni con l’orecchio sempre teso. Ascoltala bene e cerca tra i suoi rumori quello che per te è un suono. Quando lo senti raffinalo. Prova e riprova finché non esce nitido al punto giusto, quindi registralo. Per non perderlo più, corri su in sala scrittura e disegna sul grande foglio il nuovo suono. Non esiste un modo unico per disegnare un suono, ognuno troverà il suo. Un segno semplice, che rappresenta l’effetto sonoro e te lo ricorda se lo riguardi, una specie di ritratto. Vicino al segno descrivi o rappresenta lo strumento con cui hai suonato e il modo in cui si adopera. Quando tutti gli orchestrali avranno accordato gli strumenti, registrato e disegnato i suoni, sarete pronti per concertare tutti insieme. Chi fa il direttore d’orchestra? Alla fine del pezzo potrete riascoltarvi amplificati nella saletta di registrazione, quella più buia di tutte. Perché le orecchie, si sa, sentono meglio quando gli occhi vedono meno. Siete a Vione. Avete ascoltato bene cosa vi ha raccontato il maestro Marino? E proprio mentre parlava, vi siete distratti ogni tanto a guardare meglio qualcuno degli oggetti che vi è piaciuto più degli altri? Ma quanti ce n’è?! No, perché adesso tocca a voi. Mettetevi a coppie, a terzetti, a quartetti, a seconda della complessità di ciò che dovrete mimare. Scegliete un oggetto da rappresentare. Uno di voi farà l’utensile, l’altro la persona che l’adopera. Vi sembra facile mimare una pialla, una trappola per topi o ‘l zuf? Forse. Ma che pialla sei, che gerla, che casseruola? Sii l’oggetto per come lo vedi e interpretalo secondo il tuo temperamento. Come ci si se sente nei panni di una sgorbia? Una volta che lo avrai provato non lo scorderai più, quando uscirai dal museo, sarà come portarti via lo strumento nel taschino. Non siate timidi, tra voi potrebbe anche nascondersi qualche futura utura star di Hollywood, ci avete av pensato? È giunta l’ora di uscire allo scoperto! LA Z E C CA Firma di qualche responsabile, la tua? Quella della maestra? Della responsabile del museo? Della vostra guida? Del boss della classe o del 1° della classe? * * Disegno di qualcosa di importante o tipico del luogo di origine. Pensaci: cos’è che ti ha stregato di questo museo? Lo hai perlustrato bene? Hai cercato anche nell’invisibile? A cosa dedicheresti una banconota nuova di zecca? Concentrati, trovalo e disegnalo. Quello che vedi qui è un cedro del Libano, ci pare giusto C’è anche qualche altra notizia sul luogo di origine. Qui vedi l’alfabeto libanese Gli indiani Seminole della Florida e tutti i grandi popoli guerrieri del West furono cacciatori formidabili, implacabili e leali. Sai perché? tici usando le Avevano imparato a camuffarsi da animali selvatici pellicce e, siccome vivevano in armonia con la natura, avevano pararono a osservato questi animali a lungo. È così che impararono muoversi iin modo accorto come le loro prede. L’ O R C H E S T R A D E L L’ A C Q U A L‘ E N I G M A DEL PAS SAG G I O SEGRETO Se mettete le foto in sequenza è facile inventare delle storie animate, gli antenati dei cartoni che guardate oggi alla tv. E a questo punto, chi vi ferma più? Nessuno vi impedisce di aggiungere alle immagini suoni, che rumori faranno mai ombre abituate da sempre ad essere silenziose? La banconota è un pezzo di carta speciale, fatta per resistere nel tempo. Non vale molto di per sé, vale qualcosa solo quando noi, tutti d’accordo, le attribuiamo il valore. Assomiglia a una minuscola bandiera del paese o della comunità che la produce. Assomiglia a un volantino, più piccolo del solito, più morbido o liscio a causa della carta speciale. Infatti, contiene un certo numero di informazioni. Dice quanto vale in lingue diverse perché tutti lo capiscano. Ha un suo numero di serie per farsi riconoscere, che è la sua carta d’identità. Dice a che comunità appartiene, spesso attraverso un simbolo o una carta geografica. Porta disegni e scritte pieni di dettagli, stampati con vari colori, perché non vuole essere riprodotta facilmente da chiunque. Ognuna inoltre ha un disegno speciale di qualcosa di illustre, così fa conoscere al resto del mondo le meraviglie dei paesi in cui è usata. Voi che visitate il museo di Cerveno sarete la comunità di quel posto per un giorno . Dentro il museo e anche fuori ci sono alcune meraviglie da trovare e ovunque dettagli da svelare. È tempo, allora, che produciate la vostra banconota. Ricordate che una banconota è fatta a strati proprio per contenere tra uno e l’altro elementi di natura diversa. Osservate le istruzioni e partite in esplorazione. Per trasformarvi in esperti zecchieri dovrete prima diventare dei fini esploratori. unisci * sovrapponi strati Valore in numeri e lettere. Risponde alla domanda QUANTO? Fai tu. Mezza dozzina di pepite d’oro; un ghiacciolo e mezzo o tutti i ghiacci del Polo Nord; il fuoco della stufa in inverno (e in estate? Nooo!); la vista di una stella cadente; un pollo ben cotto quando hai fame; il bacio di chi sai tu * parare, ma anche molto da scoprire. Soprattutto per chi non conosce la a volta, per chi semplicemente si trova ad essere contemporaneo alle cose va senza averne saputo nulla prima. d’ombra”. ori ideali, in virtù della loro esperienza ancora in buona parte da costruirsi, ienza stessa gli dona. ampo d’azione che interessa poiché è senz’altro quello in cui ANARCHIA DELLE OMBRE M I M A N D O S’ I M P A R A * Esploratòri delle parti in ombra, delle parti che si sanno e altre che non si sanno, o uce sono le spiegazioni, le nozioni istruttive, le osservazioni oggettive certi pezzi selezionati e non altri, la manifestazione di certe attività he, comprensibili, gli effetti tangibili delle azioni. perché è già stato scoperto. Utile perché qualcuno lo ha già sperimentato va. ello che non ha ancora una spiegazione ufficiale, che non vale per tutti, che che ha natura compromessa o che non si è ancora visto. e per quanto ancora resterà sconosciuto, potrebbe essere svelato da un almente, qualcosa di visibile e molto chiaro, potrebbe diventare oscuro se superasse una certa misura, se solo una piccola porzione del sapere che MUSEO DELLA GUERRA BIANCA Ci sono simboli multicolori dal significato misterioso Mentre nessun esperimento positivo può darmi definitivamente ragione, un solo esperimento negativo potrà sempre darmi torto. Albert Einstein Gentili inseg insegnanti cari ragazzi, questi q que sti la laboratori abora sono da intendersi come un invito all’osservazione e alla scoperta, il più possibile libere da preconce preconcetti e schemi. In una parola, sono un richiamo all’esplorazione sfrenata, da cui il nome di Esploratòri. Vi invitiamo a percorrere i musei della Valle Camonica con occhi attenti, ad osservare ciò che vi verrà raccontato, m ma anche e soprattutto ciò che nessuno vi indicherà, gli spazi in cui vi troverete oltre che le cose in essi ospitate. Ci interessano le scoperte che farete tutti insieme e quelle uniche di ciascuno. Questo piegh pieghevole contiene le informazioni operative per intraprendere alcune esplorazioni. Esse potranno ave avere luogo nei musei e sono facilmente adattabili anche alle vostre aule. Le attività so sono nuove e vengono proposte quest’anno per la prima volta. La vostra partecipazione attiva sarà fondam fondamentale per metterle a punto. Il vostro contributo di esploratori servirà a rendere i laboratori precisi negli obiettivi. sempre più p Si tratta di un processo aperto: valutate le proposte dopo averle messe alla prova e, cogliendone lo proponete modifiche e migliorie a vostra volta. Vorremmo che consideraste i musei del Sistema spirito, propo della sperimentazione, da cui attingere per sostenere i nuovi ambiti di ricerca un territorio d cerca nati dalle SAPERE tòri DISEGNI LIBERI E S PO NTAN E I Disegni XS – S – M – L – XL nella fucina di Malegno. Disegna a volontà, disegna come un pazzo, disegna più che puoi. PERCHÉ? Perché la fucina è vuota, profonda e grande come la pancia di una balena. Restano solo le superfici: sotto i piedi terra battuta indistruttibile, muri alti di pietra che hanno resistito al freddo e al fuoco tutto intorno e molta aria sopra la tua testa, è una fucina altissima. Non c’è niente che si può rompere, niente che noi puoi toccare. DISEGNO DOVE? Per terra e in aria. Occupa tutto lo spazio che puoi o conquistane uno piccolo così. CON CHE COSA? Polvere di gesso, troverai tutto quello che serve già in fucina. E COSA? Te lo dice il titolo: tutto e solo ciò che vuoi e ciò che il gesso in quel luogo ti consentirà di fare. SE PUOI CANTARE? Certamente! Non abbandonate il campo senza prima aver fotografato in lungo e in largo la vostra opera. Ma poi, proprio prima di uscire, caricatevi a molla, imbracciate i rastrelli, gli scoponi, le spazzole (ma son perfetti anche i piedi) e mescolate con la terra battuta tutta la polvere di gesso rimasta sparsa qui e là. Un lavoro accurato, mi raccomando, come per mescolare gli ingredienti per una torta di alta pasticceria. Cancellerete così la vostra opera, che in questo modo diventerà parte rte per pe sempre della fucina: è la firma indelebile ebile del vostro pass passaggio. gg tòri “LE FUDINE” Via S. Antonio M