Bottega di Lorenzo di Credi (“Tommaso?”)
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Bottega di Lorenzo di Credi (“Tommaso?”)
Bottega di Lorenzo di Credi (“Tommaso?”) (Attivo a Firenze ultimi decenni XV secolo –primi decenni XVI secolo) Martirio di san Sebastiano Tavola, 23, 7 x 61,7 cm Inv. 1576 Il dipinto, raffigura il Martirio di san Sebastiano: il santo coperto solo da un perizoma e legato alla colonna è posto al centro di un ampio paesaggio; tutt’intorno sono disposti quattro carnefici che puntano i loro archi verso il martire. L’opera è eseguita su di un’unica tavola che sul fronte presenta forti abrasioni in corrispondenza dei quattro bordi per circa due centimetri di ampiezza sui quattro lati. Le dimensioni allungate del pezzo fanno pensare che si tratti della predella o di un frammento di predella di tavola d’altare, anche se in passato è stato proposto da Gigetta Dalli Regoli (1966, p.111) che potesse essere un ex-voto. Nel 2007 il dipinto è stato sottoposto ad un restauro a cura di Paola Zanolini che ha eliminato la vernice ingiallita e i numerosi antichi ritocchi ad olio che coprivano in maniera dilagante piccole lacune: sono così emersi particolari nascosti quali la faretra in primo piano a destra e le ombre colorate sulla vegetazione di un verde squillante. Gian Giacomo Poldi Pezzoli acquistò il dipinto come Antonio Pollaiolo. Il riferimento al maestro fiorentino è giustificato dalla dipendenza iconografica dalla pala di analogo soggetto posta sull’altare dell’oratorio Pucci presso la SS. Annunziata di Firenze nel 1475 (oggi Londra, National Gallery), anche se a causa del formato diverso il pittore semplifica il numero dei personaggi (da sei a quattro arceri) e dispone san Sebastiano allo stesso livello dei suoi carnefici, legato incongruamente ad una colonna invece che al ben più realistico albero ideato dal Pollaiolo. In più Bernard Berenson (1932) segnala un disegno al Kupferstick kabinett di Berlino, riferibile alla bottega di Pollaiolo, da cui dipende in maniera letterale la posa dell’arciere di sinistra. La riflessione sulla Pala Pucci deve essere avvenuta comunque mentre il dipinto era già in fase avanzata poiché la radiografia eseguita in occasione del restauro del 2007 ha evidenziato che i due arcieri in secondo piano sono stati aggiunti sopra il paesaggio, dunque a dipinto quasi ultimato. Questo espediente, conferisce uno sfondamento in profondità e un senso di circolarità dello spazio rispetto alla primitiva versione, basata sull’allineamento di tutti i personaggi su uno stesso piano. La cifra stilistica del disegno e dei volti riconduce però più che alla bottega di Pollaiolo a quella di Lorenzo di Credi, ed è a questo ambito che dal 1911 l’opera è stata accostata (Catalogo Poldi Pezzoli, 1911, p.77; Morassi 1932, p.22, B. Deghenhart 1932). Nel 1932 Bernard Berenson isolava all’interno del corpus dei dipinti di Lorenzo di Credi e della sua bottega un cospicuo gruppo di opere attribuibili ad un medesimo artista, un collaboratore di Lorenzo di Credi battezzato con il nome convenzionale di “Tommaso”, sulla base di una precedente scorretta identificazione proposta da Giovanni Morelli (lo studioso proponeva in alternativa il riferimento anagrafico al pittore Giovanni Cianfanini (1462-1542), ipotesi che però finora non è stato possibile di verificare). Questo maestro, specializzatosi all’interno della bottega del Credi nell’esecuzione di tondi con Madonne con il Bambino o Sacre Famiglie destinate alla devozione privata, avrebbe occasionalmente eseguito anche predelle o pale d’altare, irrigidendo e semplificando gli stilemi del maestro. L’attribuzione a Tommaso viene accettata anche dagli studiosi successivi (Russoli, 1955, pp.222-223, F.Zeri 1980 in una comunicazione orale, Natale 1982, Fahy 2007 comunicazione orale) mentre Gigetta Dalli Regoli (1966), autrice dell’unica monografia sinora dedicata a Lorenzo di Credi, espunge il dipinto dal gruppo per restituirlo al capo bottega: la predella sarebbe una delle prime prove del maestro appena uscito dalla bottega del Verrocchio, di poco posteriore al 1485. Effettivamente non si può che concordare con la studiosa sulla datazione proposta: il dipinto è ancora fortemente quattrocentesco nelle sue componenti culturali, prende ad esempio un modello come quello di Pollaiolo che risale comunque al 1475 e si avvicina molto allo stile delle predelle della pala d’altare di Pistoia (Annunciazione, Louvre Parigi e San Donato e il gabelliere Worcester), consegnata nel 1485 e prima prova autonoma di Lorenzo per una committenza pubblica. Nonostante l’alta qualità del disegno emersa dopo la pulitura renda più stringente la vicinanza alle prove autografe del maestro, è per ora più prudente mantenere il legame con il gruppo creato dal Berenson. All’interno del vasto repertorio di “Tommaso”, che comprende opere databili dalla fine del quattrocento al secondo decennio del Cinquecento, mi sembra che le opere più vicine (per qualità e cronologia alla predella Poldi Pezzoli siano l’Adorazione del Bambino (Bergamo, Accademia Carrara, Raccolta Morelli) e il frammento di cassone con Venere, Cupido e Amore Beit (ex collezione Getty Museum). Vanno inoltre segnalate un piccolo Martirio di san Sebastiano alla Galleria Estense di Modena, più fedele al prototipo pollaiolesco, e una pala d’altare di medesimo soggetto (oggi Fizwilliam Museum, Cambridge, UK), inseriti nel gruppo Tommaso che a mio avviso denunciano però una mano più debole rispetto al nostro autore. Lavinia Maddalena Galli Bibliografia G. Bertini, Fondazione Artistica Poldi Pezzoli. Catalogo generale, Milano 1881, p. 32. Museo Artistico Poldi Pezzoli. Catalogo, Milano 1902, p. 68. Museo Artistico Poldi Pezzoli. Catalogo, Milano 1911, p. 77. V. Costantini, La pittura in Milano, Milano 1921, p. 107. B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance, Oxford 1932, p. 577. B. Degenhart, Di alcuni problemi di sviluppo della pittura nella bottega del Verrocchio, di Leonardo e di Lorenzo di Credi, in “Rivista d’Arte”, XIV, 1932, pp. 263-300, 403-444. A. Morassi, Il Museo Poldi-Pezzoli in Milano, Roma 1932, p. 22. B. Berenson, The Drawings of the Florentine Painters, 3 voll., Chicago 1938; II, p. 267, n. 1911. F. Russoli, La Pinacoteca Poldi Pezzoli, Milano 1955, pp. 222-223. B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance. Florentine School, London 1963, p. 208, fig. 1184. G. Dalli Regoli, Lorenzo di Credi, Milano 1966, pp. 23-24, n. 29, p. 111, figg. 43-46. F. Russoli, Il Museo Poldi Pezzoli in Milano. Guida per il visitatore, Firenze 1978, p. 54. M. Natale, Museo Poldi Pezzoli. Dipinti, Milano 1982, cat. 196, p. 157.