“Immagino la Federlegno-Arredo come un potente motore di

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“Immagino la Federlegno-Arredo come un potente motore di
“Immagino la Federlegno-Arredo come
un potente motore di business, un esempio
organizzativo per gli altri settori dell’industria
italiana, un centro di analisi e di proposta sui
grandi temi dell’ambiente, del lavoro, dell’uso
ottimale delle risorse; temi che ci coinvolgono
come imprenditori e come cittadini di questo
mondo”
Meda, Febbraio 2008
Caro Collega,
a luglio scadrà il secondo mandato triennale di Roberto Snaidero come presidente di FederlegnoArredo. Anche grazie al suo particolare impegno per la nostra Federazione si è trattato di un periodo
molto interessante e propositivo, segnato tra l’altro da una importante presenza a Roma, presso le
istituzioni pubbliche e private.
E’ aperta quindi la ricerca di un nuovo presidente per questa Federazione che è fra le federazioni
industriali più importanti del Paese: per il numero e la qualità delle persone coinvolte, per il giro di
affari, per la capacità di portare il nome e i prodotti dell’Italia ovunque nel mondo, per la
delicatezza dei temi-chiave (ambiente, energia, uso accorto delle risorse …) che sono oggi sul
tavolo della politica industriale italiana.
In questo contesto ho ritenuto di proporre la mia candidatura alla presidenza di Federlegno-Arredo.
Mi è chiaro che ciò richiederà un grande impegno però cinquant’anni di lavoro come imprenditore
mi hanno abituato alle grandi sfide e la mia lunga militanza in Federazione mi ha fornito
l’esperienza che occorre per guidare una organizzazione così articolata e composita.
Ho quindi cercato di sintetizzare il mio pensiero raggruppando i vari temi in punti coerenti,
ciascuno dei quali diventa un vero e proprio “progetto-obiettivo”, che intendo illustrarVi con questo
documento.
Prima di tutto c’è una strategia complessiva, alla luce della quale i vari punti sono stati pensati e
proposti. E sotto questo aspetto non ci sono rivoluzioni da fare perché le grandi linee strategiche
della Federlegno-Arredo restano quelle approvate nell’autunno 2006 e non a caso già proiettate al
2010 (Road Map 2010).
Le criticità da superare sono tre:
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L’aumento della concorrenzialità internazionale –Vi si risponde con lo sviluppo del
nostro vantaggio competitivo, il quale a sua volta deriva da una costante attività di ricerca e
sviluppo dell’innovazione. Bisogna quindi continuare a incrementare i collegamenti
operativi fra i centri di ricerca, che oggi sono aperti su più fronti.
I temi dell’ambiente – Attualmente il settore subisce un soffocamento normativo che
provoca inefficienza organizzativa e aumento dei costi. Dobbiamo sviluppare una grande
azione di lobby a livello europeo. Le parole d’ordine che le istituzioni dovranno fare proprie:
la nostra industria non inquina, non spreca energia ed è amica dell’ambiente.
Dobbiamo mirare a ottenere non solo un sistema normativo “tollerante” ma un grande
riconoscimento pubblico ed esplicito. Opereremo per raggiungere una legislazione
amichevole e più favorevole.
I mercati emergenti – Sono parecchi e sono terreno di coltura per tanti imprenditori del
nostro settore. Tuttavia, le dimensioni delle nostre aziende sono un obiettivo ostacolo a
penetrare i nuovi mercati. Dobbiamo fare rete, trovare strumenti operativi di intervento
comune e di coordinamento, pur rispettando l’indiscutibile singolarità di ciascuno, che è
un bene che va protetto e tutelato perché fa parte di quella ricchezza di proposte e soluzioni
che il mondo intero ci invidia. La parola d’ordine è quindi: fare massa critica.
Infine, due parole su di me.
Molti mi conoscono ma non tutti; così; in coda a questo documento ho inserito alcune note
biografiche. Qui mi piace ricordare le cariche che ho ricoperto negli anni per conto di FederlegnoArredo (presidente del Gruppo Mobili dal 1994 al 1998 e poi di Assarredo dal 1998 al 2002; dal
1998 al 2002 vice-presidente Federlegno-Arredo) e la presidenza del Cosmit, incarichi anche
prestigiosi che credo di avere svolto con determinazione, trasparenza ed entusiasmo, con i risultati
evidenti e tangibili.
Sono consapevole, infine, che l’impegno che mi attende, se i colleghi imprenditori decideranno di
delegarmi alla presidenza di Federlegno-Arredo per il prossimo triennio, sarà gravoso. E vi
comunico quindi che intendo impegnarmi con la stessa determinazione e responsabilità con la quale
ho svolto gli altri incarichi appena ricordati. Per questo, se dovessi essere eletto presidente di
Federlegno-Arredo, lascerò la presidenza del Cosmit.
Nel ringraziarVi ancora tutti per il tempo che mi dedicate, Vi segnalo che potete trasmettermi
suggerimenti, idee e considerazioni via fax 0362.73731 o via e-mail:[email protected]. E Vi
segnalo anche che il mio programma di lavoro per la presidenza comparirà anche nel sito Internet :
www.messinaFla.it
Con viva cordialità
Rosario Messina
Programma di sviluppo delle attività organizzative, interne ed esterne della Fedelegno Arredo
proposto dal candidato presidente Rosario Messina.
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1) Governare la complessità – La Federlegno-Arredo è composta da ben dieci associazioni. Alcuni
di questi segmenti sono organizzati in “filiere di interessi coerenti”, altri no.
Io desidero che le opportunità derivanti da questa realtà composita – che rappresenta a mio giudizio
una grande ricchezza – emergano compiutamente . Oggi la Federlegno-Arredo ha i propri
vicepresidente senza deleghe. Io proporrò l’istituzione di tre vicepresidenze dando loro il senso
di una rappresentanza diretta. Un vicepresidente sarà delegato ai rapporti con gli associati, uno
alla rappresentanza delle associazioni delle prime lavorazioni, uno in rappresentanza delle
associazioni del prodotto finito. I vicepresidenti li nomina il presidente, scegliendoli all’interno
di una rosa suggerita dalle associazioni stesse. Un esempio di delega dal basso.
2) La sfida dell’efficienza – Un secondo livello della complessità associativa di Federlegno-Arredo
è strettamente organizzativo: la Federlegno-Arredo eroga servizi agli associati. Su questa strada
siamo già ben avviati. Io intendo rivoluzionare la nostra capacità di produrre servizi per le
aziende associate, organizzando una struttura capace di erogare servizi di altissima qualità.
Questo tema sarà oggetto di un progetto dedicato, che partirà da un’approfondita azione di ascolto
e sfocerà in un vero e proprio “catalogo” di servizi – alcuni standard, altri personalizzati –
assolutamente concorrenziali con i migliori servizi acquistabili sul mercato. Penso all’intera gamma
dei servizi amministrativi e consulenziali, per finire al marketing, alla formazione, alla ricerca di
personale, alla comunicazione.
3) Spazio alla tecnologia – Il sito Internet della Federazione – che già è ricchissimo di informazioni
e di notizie ed è un esempio per molte altre organizzazioni – dovrà diventare un vero motore di
sviluppo, di business e di promozione per l’intero comparto. Penso che dovrebbe diventare un
portale settoriale a disposizione degli associati, a grande visibilità internazionale. Penso al grande
portale unico dell’intera filiera, un portale d’affari. Che sia al tempo stesso informazione verso le
aziende associate (quindi con le caratteristiche di un sistema intra-net) e promozione delle aziende
associate verso l’esterno, cioè verso i clienti e le istituzioni.
Lavoreremo sui due versanti
a) il servizio più avanzato possibile alle aziende associate (vedi punto precedente)
b) una “finestra sul mondo” attraverso la quale un visitatore potrà e dovrà trovare
assolutamente tutto della nostra eccellenza come settore e come singoli che lo compongono,
compresi magari i listini, i prodotti, la pubblicità delle aziende.
Studieremo una piattaforma b2b nella quale possano riconoscersi tutti. Penso un centro di
aggregazione online all’interno del quale ci sia il 100% dell’esperienza del nostro Made in
Italy.
4) Valorizzare i giovani – Sembrava una scommessa, qualcuno l’aveva vista come una
provocazione quando mosse i primi passi. Oggi il Gruppo Giovani della Federlegno-Arredo ha 200
associati e può solo crescere. Desidero inserire sempre di più il Gruppo Giovani nella
organizzazione della Federazione. Per loro sarà preziosa l’esperienza dei “pionieri”, a noi farà
molto bene osservare il mondo da punti di vista nuovi e inattesi. Non dimentichiamo che molte
aziende, anche nel nostro settore, hanno “passato la mano” per mancanza di un ricambio
generazionale adeguato. Dobbiamo dare valore all’esperienza dei giovani, incoraggiarli a tentare
nuove strade. Sono il futuro nostro e della nostra grande industria.
5) Sapere ascoltare tutti, per crescere tutti – Si impara facendo, gli uni dagli altri. Il gruppo dei
“saggi”, nato con una funzione di ascolto per selezionare i candidati alla presidenza, non si
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scioglierà a obiettivo raggiunto. Al contrario: da questa esperienza abbiamo tutti imparato lo
straordinario valore dell’ascolto. I rapporti con gli associati diventeranno una costante della
struttura. Due gli obiettivi di questo processo che sarà uno dei principali elementi della forza
organizzativa della Federlegno-Arredo:
a) trasmettere i desideri e le aspettative della base imprenditoriale per realizzare prodotti e
servizi davvero utili agli associati;
b) finalizzare progetti comuni tra gli imprenditori dopo aver “estratto” le attese, le
capacità e le disponibilità di tutti.
Sarà un altro modo, nuovo e più dinamico, per fare sempre meglio sistema. E per rendere questo
sistema direttamente finalizzato al business.
6) Per mercato il mondo – Il valore del Made in Italy è la dote più cospicua che abbiamo costruito,
tutti insieme. Il mobile italiano esporta in 149 Paesi (vorrei ricordare che all’Onu siedono i
rappresentanti di 138 Stati) per dire quanto abbiamo saputo conquistare del mercato mondiale.
Abbiamo raggiunto moltissimi mercati, quindi; ma il mondo è grande e il lavoro non manca, per
nostra fortuna.
Io non penso che il tempo del Made in Italy sia tramontato. Bisogna esserci stati, nei distretti delle
nostre abilità, bisogna aver visto le aziende che fanno rete, le innovazioni che passano letteralmente
di casa in casa, per capire che “made” senza “Italy” non ha senso. Semplicemente, non funziona.
Ci può assomigliare ma non è la stessa cosa.
Quindi: restiamo a produrre in Europa e diamo il più qualificato supporto possibile all’attività
commerciale e alla distribuzione. Sappiamo fare, questo è certo. E non ci resta che cercare sempre
nuovi mercati e le forme più idonee per vendere ovunque. Dobbiamo incrementare e allargare sul
piano organizzativo le iniziative di promozione e quelle di ricerca di nuovi mercati.
7) Fieri delle nostre fiere – Dico Salone Internazionale del Mobile, e ho detto tutto. Dico I Saloni
Worldwide, e ho detto ancora di più. Adesso si tratta di “linkare” la Federlegno-Arredo con queste
straordinarie realtà, travasare in tutto il nostro mondo la grande esperienza e la grande ricchezza del
Salone. Con MADE Expo la Federlegno-Arredo ha fatto il primo passo. E per dare a questo grande
nuovo evento la spinta che merita, e al tempo stesso un segnale forte di indirizzo, abbiamo deciso:
tutti in fiera, accanto agli associati. Il nostro posto nel mondo fieristico è là e lo presidieremo
sempre di più e sempre meglio.
Il futuro è già tracciato: ulteriore potenziamento delle fiere Cosmit all’estero, assicurare lo
sviluppo di Made Expo, guardarsi intorno per vedere come potenziare e presidiare tutta la
filiera delle fiere cui le nostre dieci associazioni fanno riferimento. Per quanto concerne i Saloni
Worldwide mi piace citare come modello quanto andremo a fare in ottobre a Mosca, nei famosi
Grandi Magazzini GUM: 10 giorni di eventi funzionali al lancio della mostra, momenti soprattutto
di promozione in sinergia con gli altri grandi settori del Made in Italy (moda, alimentare…..).
Insomma, l’obiettivo è sempre lo stesso: fare sistema.
8) Comunicare, un asset strategico – Fare e non farlo sapere è come non fare. Se il nostro è un
mondo vincente bisogna dirlo, nei tempi e nei modi giusti. Perché la comunicazione delle nostre
abilità è un valore in più per le imprese (brandizzazione, finanziamenti, introduzione ai nuovi
mercati…) e perché abbiamo un obbligo morale verso gli altri settori dell’industria
italiana:trasmettendo loro i meccanismi e i “case history” del nostro successo aiutiamo l’intero
Paese a trovare un proprio adeguato e vincente modello di sviluppo.
Utilizzeremo il sito Internet della Federlegno-Arredo, la cui parte informativa verrà fortemente
sviluppata. Costruiremo eventi esterni di notorietà (penso a un Premio dedicato alla migliore
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pubblicità per il settore, con elevata visibilità pubblica, a pubblicazioni che riportino i “casi di
successo” di questa nostra industria). La ricchezza delle nostre abilità vincenti dovrà essere
continuamente diffusa presso le istituzioni, il mondo della finanza, all’estero.
L’obiettivo di tutto questo lavoro è un consistente rilancio di immagine per i nostri settori.
9) Il valore della formazione – E’ ormai noto – ne abbiamo fatto una campagna di comunicazione
– che il mondo dell’industria italiana del mobile e dell’arredamento, leader assoluto a livello
internazionale, ha oggi penuria di alcune figure professionali chiave, come i falegnami. Nelle 70
interviste di Formagenda sono emersi bisogni come questi e altri, tutti inerenti il tema della
formazione. Di questo aspetto intendo farne una campagna esplicita. Penso a volumetti da
distribuire, d’intesa con i Provveditorati agli studi, nelle scuole medie. Penso a un sistema di visite
guidate nelle aziende. Ciò che ho chiaro è che deve esserci un travaso diretto e continuo fra i
bisogni delle aziende e la società. La cosa vale per i falegnami e anche per tutte le figure
professionali della filiera, designer compresi. All’ultimo Salone del Mobile abbiamo collegato i
giovani del SaloneSatellite con le esigenze delle aziende espositrici. La formazione non può
essere una emergenza. Le imprese devono trovare sul mercato tutte le professionalità di cui hanno
bisogno e la Federlegno-Arredo sarà organizzata in maniera proattiva nei confronti delle imprese
associate, così da far emergere i bisogni e pianificarne l’ottimale soluzione.
10)Perseguire l’efficacia e l’efficienza – Nel corso degli ultimi mesi Federlegno-Arredo ha avviato
importantissimi progetti legati ai temi della ricerca avanzata e dello sviluppo. Penso al Fondo
Competitività di Industria 2015, all’Innovation Board. Con simili iniziative, che ci vengono
riconosciute ai più elevati livelli come esempi di progetti di Qualità elevata, abbiamo intrapreso la
strada della massima efficacia ed efficienza, una strada che intendo perseguire e sviluppare.
Con il rafforzamento patrimoniale seguito alla operazione di acquisto del 100% di Cosmit, abbiamo
oggi anche la tranquillità per guardare a progetti ambiziosi su un piano organizzativo evidentemente
semplificato e semplificabile. Mi piace immaginare, al riguardo, che la nostra sede di Foro
Buonaparte, la nostra casa comune, possa diventare luogo d’incontro non occasionale dell’intera
filiera, dai consorzi di promozione, dalle territoriali, agli organismi regionali di promozione e
le associazioni artigiane nella loro nuova veste. Un luogo anche “politico”, nel senso del
coordinamento delle grandi iniziative a favore del settore indirizzate verso fini comuni e condivisi.
Breve biografia del candidato presidente Rosario Messina
“Per la più creativa e innovativa vision che abbia segnato
una svolta determinante nella vita d’impresa, per la
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rivoluzionaria concezione dell’ambiente domestico e la
trasformazione della camera da letto in uno spazio da
vivere in ogni suo particolare, con idee moderne ed
originali, dando vita ad una nuova cultura dell’abitare e
del dormire. Il letto completamente sfoderabile e
rinnovabile e la gamma completa di accessori per la
camera sono novità che contraddistinguono il marchio
Flou a livello mondiale e che hanno dato un forte stimolo
all’innovazione del sistema distributivo del settore,
incidendo sulla frequenza di visita del punto vendita e
sulle modalità di relazione con il cliente”.
(motivazione del premio “imprenditore dell’anno-Categoria
innovazione” assegnato a Rosario Messina dalla Ernst &
Young nel 2002)
Sono nato ad Aci Castello, in provincia di Catania, sessant’anni fa; primogenito di cinque figli.
Costretto dalla prematura scomparsa del padre alla grande responsabilità di occuparmi di una
famiglia numerosa sono entrato a sedici anni alla Rinascente di Catania. Ma non volevo soccombere
alla sorte avversa e così, pur lavorando, mi sono rapidamente diplomato.
Ricordo quei tempi con affetto ma anche con orgoglio. Ho lasciato infatti La Rinascente a vent’anni,
per andare ad assumere la direzione della Zanussi-Rex di Catania, a quel tempo la più importante
azienda italiana di elettrodomestici.
E poi, come è accaduto per tanti giovani meridionali, sulla voglia di casa ha prevalso il richiamo del
nord laborioso e operoso. Direttore commerciale di una prestigiosa azienda brianzola di design, poi
direttore di un’altra primaria azienda del mobile, sempre in Brianza. Due esperienze che si
riveleranno assai utili qualche anno dopo quando, nell’ambito della Bassetti, ho collaborato allo
sviluppo di un importante progetto di applicazioni tessili nell’arredamento.
A trent’anni, nel 1978, la svolta sulla base di una intuizione innovativa: insieme con Achille
Locatelli ho fondato la Flou.
Ha scritto un giornale: “L’intraprendenza, la lungimiranza imprenditoriale e una straordinaria carica
umana permettono al siciliano Messina di conseguire il lusinghiero risultato di affermarsi in Brianza,
famoso distretto di aziende locali che hanno contribuito al successo dell’Italian design nel mondo”.
Non è questo il luogo adatto – né la circostanza lo consiglia – di elencare premi e riconoscimenti.
Posso però dire che sono davvero orgoglioso di alcuni fatti che giudico davvero straordinari per un
imprenditore giunto al successo partendo praticamente dal nulla. Fra questi mi piace ricordare gli
interventi che ho tenuto alla Bocconi e alla Statale di Milano per illustrare il “caso” della Flou,
giudicato da molti emblematico nel campo dell’innovazione, pur in un settore – quello
dell’arredamento di design – ricchissimo di casi di successo internazionale.
Mi piace ancora ricordare il premio Compasso d’Oro alla carriera, conferitomi dall’Adi presso la
Triennale di Milano nel 2004 e, naturalmente, la prestigiosa carica di presidente del Cosmit, che
occupo dal 1999 e che mi ha portato a ricevere nel 2006 il prestigioso Ambrogino d’Oro, la
massima onorificenza che il comune di Milano assegna annualmente alle persone e alle
organizzazioni - in questo caso a Cosmit - che si distinguono nel dare lustro alla città.
Segnalo infine agli amici e ai colleghi che, nonostante i tanti riconoscimenti nazionali e
internazionali di cui vado fiero, non c’è nulla che raggiunga il piacere della famiglia che ho voluto e
saputo costruire; con mia moglie Cettina – oggi vicepresidente di Flou – e con i figli Cristiana,
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Massimiliano e Manuela, laureati rispettivamente in Giurisprudenza, Marketing internazionale e
Lingue. Dedico a loro, oltre che allo sguardo benevolo che il Signore ha voluto rivolgermi, il più
grato dei miei pensieri.
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