Scandalo Sanità: 7 arresti, salta l`assessore

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Scandalo Sanità: 7 arresti, salta l`assessore
Società Meteorologica Italiana - www.nimbus.it diretta da Luca Mercalli - Elaborazione grafica: Centimetri.it
OGGI
DOMANI
Previsioni
Il fronte di aria fresca che ha valicato ieri
l’arco alpino è seguito da una rimonta della
pressione. Giornata ben soleggiata con poche
nubi diurne lungo le zone alpine e la Valle
d’Aosta. Venti settentrionali con rinforzi fino al
primo mattino su nord Piemonte e in
montagna, brezze in seguito. Temperatura in
calo nei valori minimi, tra 8 e 13 gradi,
massime stazionarie tra 24 e 27 gradi.
AO
TO
AO
TO
Previsioni
Temperature (C˚)
Umidità relativa
L’alta pressione si ristabilisce sulle regioni
alpine. Giornata soleggiata o poco nuvolosa
nel pomeriggio sulle zone alpine con qualche
velo nuvoloso e modesti addensamenti sui
pendii montani. Venti deboli variabili con
brezze moderate nelle valli. Temperature in
lieve aumento, massime tra 25 e 28 gradi.
Lunedì abbastanza soleggiato con nubi in
pianura e al pomeriggio sui rilievi.
Torino
Torino
Ieri
Ieri
18,6
27
Un anno fa 15,4 24,2
Alle 8
Alle14
90%
50%
Estremi del mese
dal 1753 al 2007
Limite pioggia/
neve oggi
01/05/1803 Min. +2,5
29/05/2001 Max.+36,2
Nord
Sud
Min.
Max.
-
Qualità dell’aria
N.D.
1 Ottima
2 Buona
3 Discreta
4 Mediocre
5 Poco salubre
6 Insalubre
7 Molto insalubre
Precipitazioni
Ieri fino alle 19
0,8 mm
Totale del mese
12,8 mm
Media del mese
dal 1971 al 2007
132 mm
Maggio più piovoso
a cura di Provincia
1810 - 564,7 mm
di Torino e Arpa Piemonte
TORINO
SABATO 28 MAGGIO 2011
torino.repubblica.it
REDAZIONE DI TORINO Via Bruno Buozzi, 10 | 10123 | tel. 011/5169611 | fax 011/533327 | CAPO DELLA REDAZIONE PIER PAOLO LUCIANO | VICARIO ROBERTO ORLANDO | INTERNET torino.repubblica.it | e-mail: [email protected]
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Fassino: “Chiederò a Marchionne garanzie per Mirafiori” La Procura in aula
Il caso
Istituzioni e imprese scrivono
al ministro dell’interno Maroni
Banda di romeni sgominati
dai video di vigili e istituti
“Tav, il cantiere
si deve aprire
purtroppo anche
usando la forza”
Colla topicida
per bloccare
i bancomat
settanta truffati
MARIACHIARA GIACOSA
A PAGINA IX
ERICA DI BLASI
A PAGINA XV
«L’
INTEGRAZIONE
è una scelta necessaria, ma sarà il
Lingotto, e in senso più ampio
Torino, a guidare il processo.
Questo è un punto di forza». Il
neo sindaco, Piero Fassino, nel
giorno in cui la Fiat ha comunicato la salita al 52 per cento in
Chrysler, annuncia che incontrerà l’ad Marchionne non appena rientrerà dagli Stati Uniti:
«La città dovrà ospitare in tutti i
settori nevralgici dell’auto attività di pregio».
LONGHIN A PAGINA XVII
La Fiat a Mirafiori
Inchiesta della Procura su cinque episodi di corruzione. Coinvolti anche due sindaci e il figlio di un proprietario di cliniche
Scandalo Sanità: 7 arresti, salta l’assessore
La Ferrero indagata si dimette. Ai domiciliari il “re” dei farmacisti
IL COMMENTO
LE FATICHE
DI PIERO A CACCIA
DI ALL STAR
Le reazioni
I protagonisti
Il governatore
e le mele marce
La coppia anomala
della Regione
MARCO TRABUCCO
SARA STRIPPOLI
«I
N RAPPORTO di fiducia cresciuto negli anni. Piero Gambarino e Caterina Ferrero,
una coppia anomala, almeno nello stile. Lei riservata e
determinata, lui definito da
molti «arrogante», «sgradevole» e «superficiale». Di sicuro esuberante e tuttofare.
SEGUE A PAGINA V
SALVATORE TROPEA
I
L PASSAGGIO
è inevitabile e
non privo di
rischi e incognite. La formazione
della squadra
che, tanto per fare un esempio molto torinese,
è stata un'impresa relativamente facile per Sergio Marchionne quando ha affrontato la crisi Fiat, non lo è altrettanto per Piero Fassino nel
mettere assieme la giunta. E
non per sua incapacità di selezionare i collaboratori migliori, più competenti, più idonei
ai ruoli che saranno chiamati
a ricoprire.
La guida di un gruppo industriale è cosa assai diversa
dal governo di una grande
città, ma questo non basta a
spiegare le difficoltà che rallentano la costituzione di una
giunta. C'è altro ed è un qualcosa che, pur con tutta la buona volontà e le più oneste intenzioni del “regista”, rimanda alla prima repubblica. Vizi
antichi che gli ultimi vent'anni non hanno cancellato. Il
nuovo sindaco deve fare i conti con questa situazione. Non
può far finta che non esista o
illudersi che il suo indiscusso
successo abbia creato le premesse perché tutto vada automaticamente per il meglio.
SEGUE A PAGINA XI
La Finanza all’assessorato regionale della Sanità
DA PAGINA II A PAGINA VII
LE INCHIESTE
S
DEL
ABATO
Un matrimonio su tre
va in crisi per colpa
dell’effetto internet
U
L
a presidenza del consiglio
fa resistenza. Non ha versato e non vuole versare a
una studentessa universitaria,
nel 2005 sequestrata e stuprata
per una notte intera da due stranieri, il risarcimento da 90 mila
euro stabilito giusto un anno fa
dal tribunale civile di Torino in
base a una direttiva Ue del 2004,
con una sentenza che sembrava
destinata ad aprire una strada
maestra. «Se i colpevoli non hanno risorse economiche — è il
principio comunitario applicato
in primo grado dal giudice Roberta Dotta e disatteso — tocca
allo Stato provvedere a un indennizzo equo e adeguato delle
vittime». Il Governo, invece, attraverso l’avvocatura ha impugnato la condanna. La giovane
donna violentata ha trovato al
suo fianco, oltre agli agguerriti
avvocati dello studio Ambrosio e
Commodo, il sostituto procuratore generale Fulvio Rossi. Il magistrato, all’udienza di ieri, ha
speso parole dure per sostenere
le ragioni della ragazza e di chi
dovesse trovarsi nella sua stessa
situazione, opporsi alle richieste
della controparte e ipotizzare il
ricorso alla Corte europea di giustizia. Alla luce della direttiva Ue,
è una delle argomentazioni spese, «ogni Stato ha funzioni di garanzia non diverse da quelle di
un datore di lavoro per l’osservanza del dovere di sicurezza in
una azienda». E i singoli governi
nazionali, altro inciso, sono tenuti ad «onorare la promessa di
legalità, fondamentale ragione
d’essere del vivere associato».
Sulla stessa lunghezza d’onda
sono i legali della studentessa,
che rilanciano: «L’indennizzo da
parte della presidenza del consiglio — ripete l’avvocato Stefano
Commodo — è un gesto di attenzione dovuto: la parte lesa deve
essere sempre tutelata, deve sapere che lo Stato è dalla sua parte. In Italia non va così. Il nostro
governo, unico in Europa, è inadempiente. E adesso contesta
un principio che dovrebbe invece sacrosanto, per questa ragazza e per tutti i cittadini comunitari al centro di casi simili».
(l.pl.)
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A
MORI e disamori
ai tempi di Facebook. Nel 30 per
cento delle cause di separazione e di divorzio — a
Torino e dintorni — hanno un peso le «nuove dipendenze» da Internet.
LORENZA PLEUTERI
ALLE PAGINE XVIII E XIX
N ATTESA che la vicenda che la riguarda
si chiarisca, l’assessore Caterina Ferrero mi ha
rimesso le deleghe, con un gesto di responsabilità». Sono
da poco passate le 18 quando,
con uno stringato comunicato, il presidente della Regione
Roberto Cota annuncia le dimissioni del suo assessore.
SEGUE A PAGINA III
contro lo Stato
che non risarcisce
la donna violentata
La corsa rosa ritorna a Torino
poi la scalata al colle delle Finestre
Chat, motivo di divorzio
Grande attesa
a Sestriere
per il Giro
TIMOTHY ORMEZZANO
A PAGINA XXVII
la Repubblica
REGIONE
CRONACANELLA BUFERA
SABATO 28 MAGGIO 2011
TORINO
■ II
Sanità, nuovo scandalo
Dai concorsi truccati alle fatture false
indagato l’assessore pdl, sette arresti
Caselli: “Intervento chirurgico, funzionari onesti hanno impedito altri reati”
C
INQUE episodi eclatanti in
poco meno di un anno. Tangenti mascherate con il nome
di brochure, o di fotocopie, bandi di
gara prima pubblicati e poi ritirati
per affidare direttamente le forniture. Intrecci di rapporti tra la politica
del territorio e gli investimenti in Sanità. Il quadro a tinte fosche che
emerge dall’indagine coordinata
dai pm Paolo Toso e Stefano Demontis lascia intendere che ancora
molti fatti potranno venire alla luce.
Nonostante da molti mesi ormai si
parlasse di una possibile inchiesta
per tangenti in assessorato alla Sanità, Piero Gambarino, factotum
dell’assessore Caterina Ferrero —
indagata per turbativa d’asta e per
aver pilotato il concorso di un dirigente — e chiamato dai maligni
parente di Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano - per il quale,
secondo l’accusa, si sarebbe disegnato un concorso ad hoc in assessorato; corruzione per Plastino,
Marco Mozzati, professionista
odontoiatra e Pierfrancesco Camerlengo; concussione, infine, per
Piero Gambarino.
Ieri mattina circa 60 uomini del
comando provinciale della Gdf,
coordinati dal colonnello Carmelo
Cesario, hanno consegnato gli avvisi di garanzia e condotto in carcere
gli arrestati, perquisito le abitazioni
e gli uffici, anche dell’assessore Caterina Ferrero, che poche ore dopo
ha rimesso le sue deleghe al presidente Roberto Cota. Su di lei il quadro probatorio non era sufficiente
SUL SITO
Su http://torino.
repubblica.it
gli articoli
sullo scandalo
e le precedenti
polemiche
Coinvolti lo storico
presidente dei
farmacisti, il figlio
del re delle cliniche
due sindaci. Con la
regia del braccio
destro della Ferrero
per chiedere l’arresto. Piuttosto imbarazzante invece la colpa politica
di aver assistito, senza mai porre un
freno, al delirio di onnipotenza del
suo braccio destro Gambarino.
Il primo episodio al centro delle
contestazioni riguarda una gara
bandita dalla società di committenza regionale S.c.r., di cui è consigliere Piero Gambarino, per la fornitura
di pannoloni. Gara pubblicata e poi
ritirata con una scusa, per procedere all’affidamento di uno dei tre lotti in maniera diretta alle farmacie.
Fissando un prezzo esorbitante e di
molto superiore a quello stabilito
inizialmente come base di gara.
L’insediamento del nuovo direttore
generale della Sanità, Paolo Monferino, avrebbe in realtà reso impossi-
bile l’accordo tra Gambarino e segretario e presidente di Federfarma.
E l’affare sarebbe saltato all’ultimo.
Caterina Ferrero è indagata in questo caso in quanto relatrice della delibera ma non è provato che fosse
consapevole dell’imbroglio. Pesantissime le accuse di corruzione invece per Vito Plastino, Pierfrancesco
Camerlengo e Piero Gambarino,
che tramava affari per le sue cliniche
senza sosta utilizzando i due dipendenti pubblici come complici. Plastino, è provato, almeno in quattro
episodi ha ricevuto «mazzette» da
Camerlengo che lo pagava abitualmente per i suoi servigi attraverso
fatture false alla società di Mozzati.
(o.giu. e s.mart.)
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I personaggi
ANDREA BECONI
CATERINA FERRERO
PIERO GAMBARINO
VITO PLASTINO
LUCIANO PLATTER
MARCO COSSOLO
Il procuratore aggiunto, capo
del pool di magistrati
che ha condotto l’inchiesta
I pm sono Stefano Demontis
e Paolo Toso
L’assessore regionale alla
Sanità è indagata per turbativa
d’asta. A suo carico non ci
sono motivi per l’arresto
Braccio destro
dell’assessore è stato
arrestato per corruzione,
concussione, figura
centrale di tutte le inchieste
Accusato di corruzione, e
regolarmente retribuito da
Camerlengo attraverso
un giro di fatture per
operazioni fittizie
Il presidente di Federfarma ha
cercato di ottenere dalla
Regione un appalto per la
fornitura di pannoloni per 50
milioni di euro
Il segretario del sindacato dei
farmacisti
è anche sindaco
appena riconfermato
di Carignano
«mister 15 per cento» (ma lui ribatte
di aver anzi fatto risparmiare alla
Regione dai 12 ai 15 milioni), non
avrebbe esitato a favorire gli amici
imprenditori affidando loro forniture a prezzi stratosferici (pannoloni che in altre regioni si pagano 5 euro, qui avrebbero dovuto essere acquistati dalla pubblica amministrazione per 11 euro) e agevolando gli
affari dei gestori delle cliniche private. Il procuratore Giancarlo Caselli tuttavia non vuole fare di tutta
l’erba un fascio: «Un'operazione
chirurgica che riguarda fatti specifici e non la sanità piemontese nel suo
complesso, dove operano funzionari onesti e leali che, in queste vicende, hanno impedito la commissione di altri reati». Il riferimento è a
Paolo Monferino, direttore generale della sanità che si è adoperato per
impedire che venissero compiuti
altri reati.
Cinque sono dunque i singoli filoni sui quali si è concentrata l’indagine degli uomini della Finanza.
Quattro ipotesi di reato: turbativa
d’asta per Piero Gambarino, Luciano Platter (presidente di Federfarma), Marco Cossolo (segretario di
Federfarma) e Caterina Ferrero, assessore alla Sanità, Franco Sampò,
sindaco di Cavagnolo, Vito Platino,
commissario straordinario della
Azienda sanitaria To5, Pierfrancesco Camerlengo, figlio del «re delle
cliniche private», già coinvolto anni
fa in una inchiesta per truffa alla Regione, e Maurizio Pasqualino Fico,
collaboratore di Camerlengo e dipendente dell’ufficio tecnico del
Comune di Cavagnolo; turbata libertà del procedimento di scelta del
contraente per Gambarino, Ferrero
e Sergio Bertone, ex direttore amministrativo di Novara - e sedicente
Le intercettazioni
OTTAVIA GIUSTETTI
SARAH MARTINENGHI
L’
APPALTO dei farmaci e
dei pannoloni che Gambarino e l’assessore Ferrero stanno per affidare a Federfarma senza gara viene bloccato
dall’arrivo di Paolo Monferino,
che in una telefonata del 24 dicembre 2010 tra Gambarino e
Marco Cossolo di Federfarma viene definito «picio» e «scemo»,
«perché fa risparmiare soldi allo
Stato». Epiteto usato peraltro da
Ferrero anche nei confronti di
Cota: «Un picio caricato da quel
picio di Zanon». L’obiettivo è
quello di far pagare i pannoloni da
parte delle farmacie al prezzo di
30 euro mensili forfettari per assistito, anziché 24 come era nella
prima base d’asta poi revocata.
Perché «quello che importa — come dice Gambarino all’assessore
— è che non si incazzino le farmacie». Emblematiche le telefonate
che, scrive il gip «evidenziano come con le sue trattative Gambarino appoggi in modo incondizionato i rappresentanti dei farmacisti, dimostrando che sia lui che
l’assessore intendono tutelare e
perseguire gli interessi di Feder-
E chi vuole risparmiare
per la banda dei pannoloni
è un “picio” e uno scemo
“L’importante è che non si arrabbino le farmacie”
farma anteponendoli all’interesse pubblico». Ma c’è Monferino di
mezzo. Il 9 marzo Cossolo chiama
Gambarino che gli chiede se sa
quando si incontreranno, perché
Platter è in ansia. Lui risponde che
non lo sa e che il direttore è andato dal segretario della presidenza
sbattendo la testa perché non sa
come uscirne fuori. Il 22 marzo
Cossolo gli dice che lui al direttore ha offerto uno sconto, ma che
lui non lo vuole ed è una cosa grave, e di prenderlo a calci nel culo.
Piero risponde «per ora non sono
all’altezza» e gli consiglia di scrivere una lettera a Cota.
Per la Ferrero, scrive il gip «pur
emergendo a suo carico gravissime responsabilità di tipo ammi-
Le mazzette
venivano chiamate
fotocopie o
brochure
E venivano pagate
comodamente
tramite bonifico
nistrativo, in ragione della patente illegittimità dei provvedimenti
adottati o proposti, non emergono allo stato gravi indizi di colpevolezza». Che «sussistono» invece
nel capo B, quando insieme a
Gambarino disegnano per Bertone un concorso ad hoc.
Quando nell’ordinanza spun-
tano le accuse di corruzione si assiste a uno scenario piuttosto
grottesco sulle modalità di pagamento della mazzetta. Plastino,
che cerca con ogni mezzo di favorire Camerlengo nei suoi affari, si
fa «retribuire» regolarmente attraverso fatture false a una società
connivente, quella di Marco Mozzati. Il gergo è degno di un poliziesco malriuscito: «Sono andato lì,
in Comune — dice Plastino al telefono con Gambarino — ho fatto
la carta... d’identità, tutto a posto». Chiama la tangente «fotocopia» o «brochure», assolutamente
fuori contesto. Quando si arriva al
dunque, cioè al compenso, dialoga con la segretaria di Mozzati che
vuole sapere se deve pagare con
la Repubblica
SABATO 28 MAGGIO 2011
TORINO
■ III
Il Pdl parla di giustizia a orologeria, poi corregge il tiro: “Fiducia nella magistratura”
Il caso
La Ferrero si dimette
Cota si tiene la delega
“Se ci sono mele marce, nessuna pietà”
(segue dalla prima di cronaca)
SARA STRIPPOLI
MARCO TRABUCCO
«P
ER ora mi terrò le deleghe — annuncia —
ovviamente affiancato dal direttore regionale
Paolo Monferino». Cota non
nasconde il suo disappunto, ma
non ha una parola di critica ver-
so i magistrati, anzi: «Mi auguro
che si provveda in tempi brevi
ad accertare i fatti. Come governatore impegnato in una
profonda riforma dell’intero sistema sanitario regionale è mio
primario interesse che le mele
merce siano individuate e neutralizzate: su questo, nessuna
pietà. Non possiamo permettere infatti che vi siano ostacoli al
nostro lavoro per l’affermazio-
ne di una buona sanità in Piemonte».
Nessuna pietà dunque. Per
nessuno. D’altronde chi ieri
mattina fosse stato nei pressi
dell’ufficio di Cota, al secondo
piano del Palazzo della Giunta
in piazza Castello, avrebbe sentito le urla, furibonde, del governatore per uno scandalo
troppo volte annunciato. Cota,
racconta chi gli è vicino, non ha
si anche gli equilibri della maggioranza: non
si può dimenticare infatti (e Cota ogni tanto
sembra farlo) che a Palazzo Lascaris la Lega
ha 12 consiglieri, ma il Pdl ne ha 22: già nelle
scorse settimane la giunta ha rischiato due
volte di finire in minoranza. Accadesse su un
provvedimento importante il rischio di tornare la voto sarebbe reale.
(m.trab.)
avuto un attimo di dubbio: «Caterina sarà anche innocente ma
deve dimettersi», ha subito detto. E sono iniziate le telefonate
tra lui e l’assessore sotto inchiesta, tra lei e il coordinatore regionale del Pdl Enzo Ghigo, tra
Ghigo e Cota. «Ghigo si è comportato benissimo», dirà poi in
serata il governatore.
Perché in realtà Caterina Ferrero ieri si è trovata più sola che
mai. Tante, ma ovvie, le parole
di solidarietà dei colleghi del
Popolo delle Libertà, ma nessuno davvero le ha chiesto di rimanere. Nemmeno Ghigo e
Ghiglia che, nel primo pomeriggio avevano convocato una
conferenza stampa nella sede
del partito in corso Vittorio
Emanuele 94. Loro sì hanno
parlato di giustizia a orologeria:
«Abbiamo piena fiducia nella
magistratura torinese — hanno
spiegato — però è strano che a
due giorni da delicati ballottaggi questa inchiesta sfoci negli
arresti. Ci pare di capire che si
tratti di filoni di indagine separati con una sola persona a fare
da trait d’union. E il coinvolgimento dell’assessore è tutto da
provare e comunque marginale. In ogni caso lo stesso Caselli
ha sottolineato che non si tratta
di un vizio di sistema della sanità piemontese». Anche dal
gruppo regionale Pdl arriva il
comunicato di prammatica firmato da Luca Pedrale e dai suoi
vice Angelo Mastrullo e Augusta
Montaruli. Parlano di «sciaccallaggio politico», ma aggiungono che la scelta di dimettersi
«rimane alla sensibilità politica
dell’assessore». Una sensibilità
«sollecitata» da tutti e che in serata porta all’addio. «Sono serena — dirà poi Ferrero a Ghigo —
ritengo però che sia utile a questo punto fare un passo indietro». Perché anche nel Pdl una
cosa alla Ferrero non la perdonano: non aver allontanato, come le avevano chiesto in molti
nel partito, un collaboratore come Gambarino, da mesi chiacchierato, definito nelle intercettazioni «mister 15 per cento». Ghigo, poi per informare la
direzione del partito, ha poi
convocato una riunione all’hotel Golden Palace.
Dall’opposizione arrivano
reazioni preoccupate: «Dopo
cinque anni di amministrazione di centrosinistra senza scandali nella sanità, questa inchiesta sembra riportarci ai tempi
più cupi della giunta Ghigo —
dice il segretario regionale del
Pd Gianfranco Morgando —
Cota, riferisca in Consiglio dando tutti i chiarimenti necessari
sulle vicende in questione. È
inaccettabile che da una parte si
persegua una politica sanitaria
fatta di tagli e sacrifici imposti ai
cittadini più deboli e dall’altra ci
sia chi tratta disinvoltamente
affari a vantaggio di pochi». Parole riprese anche dall’ex assessore alla Sanità Eleonora Artesio (Fds), mentre Andrea Buquicchio (Idv) lancia l’allarme:
«Attenzione, come ho denunciato nelle scorse settimane,
anche sul bonus bebè e sui buoni pasto dei dipendenti regionali ci sono stati fatti poco chiari. Mi auguro che l’inchiesta
della Procura faccia chiarezza
anche su questi».
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Il piano procede
Lavorerò con
Monferrino, non posso
permettere che vi siano
ostacoli al nostro lavoro
per dare ai piemontesi
una buona assistenza
Il Pd attacca
FRANCO SAMPÒ
MARCO MOZZATI
Sindaco di Cavagnolo
arrestato per turbativa
per aver ceduto un terreno
pubblico per costruire una
clinica privata
Noto odontostomatologo
torinese. la sua società
privata veniva utilizzata
per far girare le tangenti
all’interno del gruppo
Dopo cinque anni di
amministrazione senza
scandali questa
inchiesta ci porta ai
tempi più cupi della
giunta Ghigo
IL GOVERNATORE
Roberto Cota:
“Nessuna pietà”
Il retroscena
Otto anni fa il caso Brigandì. La Lega sospettò di Ghigo
La storia torna a ruoli invertiti
ma la maggioranza ora trema
INQUIRENTI
Giancarlo
Caselli
col colonnello
della finanza
Carmelo
Cesario
bonifico, o trattenere l’iva. «Indicava alla donna — scrive il gip —
la causale della prestazione da indicare nella fattura» che era falsa.
Poi c’è la vicenda della punizione nei confronti della dirigente
dello Spresal Annalisa Lantermo,
dopo l’ispezione alla ditta Ltf di
Alberto Vacca. Giacomo Manuguerra della Asl To2 spiega a Gambarino che non si può manovrare
«perché è comandata dalla Procura. Quindi non posso intervenire se no rischio di fare un passo falso» ed «è la consulente di Guariniello». Gambarino decide quindi per un’altra strategia, colpire —
annullando le promozioni — i
collaboratori di Lanterno. Al telefono con la dirigente regionale
Audenino: «Allora l’ho trovata (la
pratica di promozione, ndr), ce
l’ho qui sul tavolo, l’avevamo lasciata in sospeso perché aveva un
titolo di studio che non era...».
Gambarino: «Non ha i requisiti?».
Audenino: «Non era equipollente, esatto, però con uno sforzo forse avremmo potuto, però mi dica
lei cosa devo fare?». Gambarino:
«No, non faccia lo sforzo che le
viene l’ernia». Audenino: «Mi viene l’ernia?, non lo faccio (ride)».
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L’EX
Enzo Ghigo:
anche lui subì
gli effetti di
uno scandalo
sanità
SONO passati quasi otto anni da quel 30 luglio del 2003 quando Matteo Brigandì, assessore leghista della giunta Ghigo, finì agli
arresti domiciliari per vicende legate all’alluvione del 1994. Sono giorni difficili per il
procuratore della Padania, l’avvocato di
Bossi che da questo scandalo uscirà nel
2008, completamente prosciolto. Sono giorni difficili, però, anche per la giunta Ghigo
perché nella Lega in molti pensano che quell’arresto sia stato «provocato» ad arte proprio dal governatore e da Forza Italia che mal
sopportavano quel turbolento assessore del
Carroccio.
La storia, come spesso capita, sembra oggi ripetersi. A ruoli invertiti però, con la Lega
che ieri, se si eccettua il presidente Cota, non
faceva mistero di vedere in questo nuovo
scandalo della sanità un benefico repulisti di
un settore fortemente inquinato. Perché nel
Carroccio, è chiaro, si riconoscono come i
protagonisti delle parole del procuratore
Caselli «dall'inchiesta è emersa anche una
sanità buona, fatta da funzionari onesti».
Pensano a Paolo Monferino, ex ad Iveco voluto da Cota alla direzione dell’assessorato,
«la cui presenza - sono ancora parole di Caselli - ha impedito che si portassero a compimento altri atti illegali». E vedono negli altri,
nel Pdl gli autori del «quadro a tinte fosche in
cui emerge un sistematico sviamento a fini
privati della funzione pubblica». I leghisti
«buoni» insomma, contro i «cattivi» del Pdl.
Una lettura che però non può reggere alla
forza della politica e dei numeri: perché se è
vero che l’inchiesta giudiziaria potrà aiutare
Cota in un’operazione cui pensava da tempo (rimuovere Caterina Ferrero per sostituirla con Monferino), adesso i rischi politici per la sua giunta diventano altissimi: per
ora il Pdl sta zitto, Ghigo anzi nega ogni possibile conseguenza. Ma anche il suo partito
è diviso (e in cambio dell’assessorato alla Sanità chiederà un prezzo molto alto) e due
sconfitte (possibili, anche se non probabili,
nei ballottaggi a Novara e Vercelli) potrebbero aprire una crisi che dilanierebbe non
solo il Pdl piemontese, ma metterebbe in cri-
Dopo l’incidente di
percorso gli equilibri
ora possono
diventare più precari
la Repubblica
SABATO 28 MAGGIO 2011
CRONACA
TORINO
■V
La politica e l’imprenditore
storia di un sodalizio anomalo
Così Gambarino divenne uomo di fiducia della Ferrero
(segue dalla prima di cronaca)
SARA STRIPPOLI
Q
UANDO l’assessore non
c’era, raccontano in assessorato, non era così insolito vederlo nell’ufficio di lei a condurre le trattative. Un diritto acquisito, o forse solo ritenuto tale.
Molti, collaboratori e colleghi di
giunta non hanno timore a confessare che quando Gambarino
era presente, preferivano uscire.
L’assessore e il suo braccio destro sono vicini di casa, una conoscenza di vecchia data. La villa dei Coral-Ferrero, a Castiglione Torinese, è vicino alla casa di
Gambarino. Un amico di famiglia dunque, un “tecnico” nel
settore immobiliare consultato
dal suocero di Ferrero Nevio Coral, potente di sindaco di Leinì, di
cui Ferrero ha sposato il figlio
Ivano, attuale sindaco della cittadina del Canavese.
Lei fredda e decisa
lui esuberante
e tuttofare. L’ascesa
di un impresario
edile entrato nei
delicati meccanismi
del potere regionale
Di Gambarino ci sono poche
tracce durante l’ascesa politica
di lei. A 27 anni Ferrero entra in
Consiglio regionale con 4 mila
voti. Nel 2000, giunta Ghigo, risulta la prima eletta. Non ottiene
l’assessorato, ma un anno dopo,
quando Scanderebech lascia,
entra in giunta con delega alla
protezione civile e in questa occasione rivela le sue capacità organizzative gestendo l’emergenza alluvioni, quelle che le hanno
poi aperto la strada per conquistare lo scranno ambito e pericoloso di assessore alla sanità.
Il rapporto di fiducia e di collaborazione professionale fra i due
si fa più intenso soprattutto negli
anni in cui Caterina Ferrero svolge l’incarico di consigliere di minoranza sotto l’amministrazione Bresso. Dal 2005, quando si insedia la giunta di centrosinistra,
Ferrero comincia ad occuparsi di
sanità in commissione sanità e
l’imprenditore edile Piero Gambarino, in passato anche commerciante di carni nel Chierese,
è spesso presente al suo fianco.
Impegnato a studiare una materia, la sanità, di cui non ha, a quel
momento, alcuna competenza.
Alla fine del 2007, con la nascita di Scr, la società di committenza regionale che si occupa di appalti e acquisti per la Regione,
Gambarino entra nel consiglio di
amministrazione su indicazione
della minoranza. Una nomina
bloccata per qualche mese da
Mercedes Bresso e dalla maggioranza, che vedono nella sua attività di imprenditore un potenziale conflitto di interessi con
l’attività svolta da Scr. I consiglieri di amministrazione, sotto la
presidenza di Luciano Ponzetti,
non hanno però grande autonomia decisionale, e la nomina di
Gambarino alla fine viene dunque sbloccata.
La collaborazione fra Ferrero e
Gambarino è anche politica. Democristiano di nascita, vicino a
Vito Bonsignore e Silvio Lega, circa dodici anni fa passa a Forza
Italia, non ha incarichi di rilievo
ma è attivo a catalizzare consen-
L’ASSESSORE
Caterina
Ferrero,
assessore
regionale
alla Sanità:
con lei è arrivato
come
consulente
anche Piero
Gambarino
si sul partito. Attualmente ha anche la carica di consigliere di amministrazione di Sviluppo Canavese, società partecipata di Finpiemonte.
Quando Caterina Ferrero riceve l’incarico di assessore alla Sanità, Gambarino la segue subito
I personaggi
in assessorato con il ruolo di consulente. In realtà, sostengono in
molti, la gestione delle trattative
importanti è in mano sua. Numerosi quelli che al suo arrivo in
assessorato hanno storto il naso.
Il personaggio non è mai piaciuto. Avvertimenti e consigli però
non hanno convinto l’assessore,
che in questi mesi di conflitti duri con il direttore regionale Paolo
Monferino e prima con il direttore dell’Aress Claudio Zanon sentiva evidentemente di avere in
Gambarino un alleato fedele.
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Manager, privati, amministratori: ecco le “vittime” dell’indagine della Procura
Gli altri “uomini d’oro” della sanità
c’è pure il figlio del re delle cliniche
N
PLASTINO
MOZZATI
SAMPÒ
Vito Plastino è l’attuale
direttore dell’Asl
To5. Anche la sua
nomina ha sollevato
molte perplessità nel
mondo della sanità
piemontese
È titolare di uno studio
di odontoiatria, legato
da un rapporto di
amicizia con Vito
Plastino e nel ruolo
di mediatore finisce
nell’inchiesta
Franco Sampò è il
sindaco di Cavagnolo,
coinvolto in uno dei
filoni più importanti
dell’inchiesta, quello
sulla costruzione di una
residenza sanitaria
EL gruppo degli “altri” di
Dark Side, anche Vito Plastino, attuale commissario dell’Asl To5, è un uomo che fa
riferimento diretto all’assessore
alla sanità. Come Gambarino,
anche lui poco amato e molto
contestato al momento della sua
nomina. Nel suo passato molti
ruoli, a cominciare dalla direzione sanitaria alle Molinette e poi
al Sant’Anna, all’epoca della direzione generale di Gian Luigi
Boveri. Quando arrivano Valpreda e il centrosinistra, Plastino esce di scena e finisce nel privato, direttore di una casa di cura, Villa Turina di San Maurizio
Canavese. Vito Plastino è anche
il trait d’union con Marco Mozzati, anche lui nel gruppo dei
cinque arrestati, titolare di uno
studio privato di odontoiatria e
medico ospedaliero alla Dental
School, ovviamente del tutto
estranea a questa vicenda. Ami-
Il retroscena
Nelle intercettazioni le manovre per un posto a favore di un preteso parente del cardinale
I volti
co di Plastino, secondo la Procura svolgeva il ruolo di intermediario per il transito di denaro.
Altro uomo chiave coinvolto
nel filone della costruzione di
una casa privata a Cavagnolo e
nome assai noto nella sanità pie-
montese è Pierfrancesco Camerlengo, figlio del re delle cliniche private Pietro Camerlengo, che alla fine degli anni 60 inizia a costruire case e gestire case
di cura specializzate in medicina generale, medicina riabilita-
E per Bertone arrivò il concorso su misura
E
RA tutto concordato, su misura per lui,
che doveva per forza «essere sistemato». È sul concorso ritagliato ad hoc per
Sergio Bertone, direttore amministrativo dell’Asl di Novara in scadenza di contratto (di lui
si vocifera che dicesse di essere parente del
cardinale Tarcisio Bertone), che per il gip
«sussistono gravi indizi di colpevolezza a carico di Caterina Ferrero Piero Gambarino». I
due «concertano tra di loro per creargli un
bando di concorso dal contenuto esattamente corrispondente al curriculum del favorito,
onde eliminare in radice ogni possibilità di
concorrenza da parte di altri aspiranti». «È
ben possibile che tra i candidati fosse quello
con il profilo migliore» scrive anche il gip, ma
emerge il profilo di un «pubblico amministratore disposto a forzare le procedure di selezione pur di permettere al protetto di lavorare in o per la Regione nel settore della sanità».
Tre anni di contratto per lui, dunque, come
collaboratore dell’assessorato, alla cifra annua lorda di 100 mila euro. Nella telefonata
del 30 dicembre, Piero Gambarino è «a letto
con il febbrone». «Mi ha chiamato Bertone, è
un po’ in crisi» gli dice Caterina Ferrero, «ha
visto l’ipotesi di contratto, ehhh, un anno.. Mi
sembra un po’ poco». Piero: «Quello che avrei
sollevato anche io, ci vanno tre anni. Devi parlarne con Roberto... in questo momento il direttore è debole». Ferrero: «Eh! Dobbiamo
parlarne, c’è la possibilità di fare il direttore
amministrativo da qualche parte?». Piero:
«Devi parlarne con Roberto... devi dirgli abbiam bisogno di fare il contratto triennale». E
pochi istanti dopo l’assessore dice a proposito di Cota: «Lì è un grandissimo casino, ma
questo lo sapevamo già... È un picio» e sottovoce aggiunge: «Cota». «Un picio?». «Sì, un picio caricato da quel picio di Zanon».
(s.mart)
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Papa Giovanni XXIII e Villa Iris a
Pianezza, attualmente gestite
dal figlio. Nominato Cavaliere
del Lavoro nel 2003, Pietro Camerlengo finisce coinvolto in
un’inchiesta sullo spostamento
di anziani da una clinica all’altra
per incassare le tariffe delle
aziende sanitarie.
Sergio Bertone, indagato come beneficiario del concorso
costruito ad personam come
evidenziano le carte dell’inchiesta, era, fino all’arrivo dello
spoils system deciso da Cota, direttore amministrativo al’Asl di
Novara. Non era molto amato da
Mario Valpreda, che lo aveva debitamente “allontanato” dalla
provincia torinese dopo il suo
incarico di direttore generale all’Asl di Ciriè. Con il nuovo corso
viene ripescato anche lui in assessorato e definito dai suoi interlocutori “un mastino”, uno
che non molla mai prima di raggiungere l’obiettivo. In direzione generale si occupava di tagli,
specialmente quelli sul personale e dei beni servizi. «Una nomina condivisa anche dal direttore regionale Paolo Monferino», ha ritenuto di precisare ieri
Enzo Ghigo.
Ultimo della lista, oltre a Platter e Marco Cossolo, è il sindaco
di Cavagnolo Franco Sampò.
Eletto con una lista civica di centrodestra, ha un ruolo fondamentale nel filone che riguarda
la costruzione della clinica privata a Cavagnolo.
(s.str.)
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la Repubblica
SABATO 28 MAGGIO 2011
CRONACA
TORINO
■ VII
Il personaggio
VERA SCHIAVAZZI
Sono sereno
D
Sono a casa mia dove
sto guardando un bel
film, cosa che non mi
accadeva da anni
E aspetto di poter
spiegare tutto ai giudici
AGLI arresti domiciliari si limita a commenti misurati e niente sul merito dell’inchiesta
che lo vede coinvolto: «Sono
assolutamente sereno, ho la
tranquillità di chi non ha nulla da temere perché sa di non
aver fatto niente di male. Sono a casa mia dove sto guardando un bel film, cosa che
peraltro non mi accadeva da
anni. Naturalmente mi sono
autosospeso da tutte le funzioni in Federfarma perché
da casa non potrei esercitarle. Attendo che il giudice mi
chiami per rispondere alle
sue domande e chiarire così
ogni cosa».
Luciano Platter per quasi
quarant’anni, è stato attivissimo nella vita associativa dei
farmacisti: presidente dell’Associazione Titolari di Farmacia dal 1996, poi, dal 1998
a oggi, alla guida della (potente) Federfarma del Piemonte, il sindacato unitario
dei farmacisti che rappresenta i 1.500 privati (con i loro
5.000 addetti) che svolgono
questa attività. E’ in questa
veste che Platter, 66 anni (il
quale insieme al fratello conduce la farmacia di Porta Susa, dove lavora anche la figlia)
è diventato l’interlocutore
PRESIDENTE
Luciano Platter
ex presidente
dei farmacisti
La farmacia di corso Francia di cui è titolare con il fratello Luciano Platter
Quel potente “re” dei farmacisti
che sponsorizza il bonus bebè di Cota
privilegiato di più di un assessore alla sanità.
Non con tutti, naturalmente, allo stesso livello di cordialità. Instancabile organizzatore di incontri associativi e
cene elettorali, studi al Valsalice e all’Università di Torino,
descrive se stesso così, con un
entusiasmo che, da ieri, suona involontariamente ironi-
co: «Gestisce una fitta rete di
rapporti con tutte le autorità
a livello cittadino, provinciale e regionale, con le quali
mette in atto iniziative comuni per valorizzare la figura del
farmacista e della farmacia».
Di sicuro il suo attivismo
(nel 2004 è tra l’altro diventato Cavaliere) piace molto anche all’attuale Giunta regio-
nale: è del febbraio scorso la
conferenza stampa di Platter
insieme a Caterina Ferrero e
Roberto Cota per annunciare
il contributo di Federfarma al
Bonus Bebé. Un euro per
ogni cliente, da 10 a 11, aggiunto a chi si fosse presentato nei negozi Federfarma col
voucher, «un’iniziativa —
commentò Cota — che ci
supporta nel nostro lavoro di
sostegno alla famiglia».
Da qualche anno però anche tra i farmacisti qualche
malumore anti-Platter aveva
cominciato a serpeggiare.
Come nel giugno del 2010,
quando la sua lettera agli
iscritti sulla manovra fiscale e
le sue ripercussioni sul settore, intitolata “Vittime del fuo-
co amico” suscitò proteste
pubbliche.
«E’ un’evidente allusione
alla simpatia di Platter verso il
governo Berlusconi — fecero
sapere alcuni farmacisti torinesi — ma non avrebbe dovuto farla nella sua veste istituzionale. Non tutti abbiamo
votato per Berlusconi, né per
Cota».
Amante dell’arte e della
buona cucina (è membro di
accademie e associazioni che
coltivano la passione per i sapori) ha simpatizzato fin dagli esordi col partito di Berlusconi, quando ancora, nel
1993, si chiamava “Forza Italia”. Ma all’impegno politico
diretto ha sempre preferito le
amicizie personali.
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AVVISO A PAGAMENTO
PsicoDizione - Parola e Comunicazione
’è chi ha provato a risolvere la balbuzie parlando
con dei sassolini in bocca,
altri suggerivano di fare quattro
chiacchiere masticando un
chewing-gum. «Il nostro metodo è “un po” diverso», commenta con ironia Chiara
Comastri, psicologa da 16 anni
impegnata nell’educazione al
linguaggio e nella correzione
della balbuzie, che lei conosce
fin troppo bene. «Ho iniziato a
balbettare all'età di 3 anni –
C
racconta –. Da allora i cosiddetti “blocchi” hanno cominciato a tormentarmi. Per anni
ho continuato a cercare qualche sistema efficace che mi aiutasse a superare quello che
ormai era diventato “il problema”». La storia di Chiara ha
un lieto fine, perché oggi di
quei blocchi non c’è traccia, ma
il suo percorso è passato anche
attraverso momenti non proprio fiabeschi: «Ho provato
qualunque strada fosse percor-
ribile – prosegue Comastri –
ero disposta a tutto pur di non
avere più nessun blocco». Ma i
risultati non sono stati quelli
sperati e gli insuccessi non
erano molto facili da digerire:
«A scuola, malgrado studiassi
molto, il risultato non era all’altezza della preparazione. Nella
vita di tutti i giorni ricorrevo a
piccoli stratagemmi, come cercare un sinonimo per le parole
su cui sapevo che mi sarei inceppata». Poi, dopo una lunga
serie di tentativi, è arrivata la
svolta: «Nel corso degli anni ho
verificato su me stessa quali
erano i meriti e i demeriti dei
vari corsi che ho fatto e sono finalmente riuscita a elaborare
“Psicodizione”, un approccio totalmente nuovo per risolvere il
problema della balbuzie, che
affianca l’applicazione di un
metodo, utilizzando anche
esercizi mutuati dal mondo del
teatro, al sostegno psicologico». Un punto di arrivo e di
partenza nel percorso di Chiara:
«Da allora mi sono riappropriata del mio modo di parlare
e da anni ormai condivido questa conquista con persone di
tutte le età che come me
hanno sofferto di balbuzie e
che vogliono riprendersi il loro
posto e la loro libertà nella comunicazione».
Per maggiori informazioni
www.psicodizione.it.
Tel: 011 9322758
BALBUZIE?
Preferisco smettere
Conferenza gratuita aperta al pubblico
Martedì 14 Giugno 2011, ore 18,30
Studio Psicodizione - Via Cesana, 11 - Torino
Dott.ssa Chiara Comastri, psicologa ed ex balbuziente,
conduce la conferenza informativa sul metodo “PsicoDizione”,
da lei stessa ideato, per risolvere il problema della balbuzie.
Tel. 011. 0466223 - Cell. 393.9549631 - www.psicodizione.it