Amore, ho chiuso la comunicazione in questo

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Amore, ho chiuso la comunicazione in questo
Amore, ho chiuso la comunicazione in questo momento, ho posato il cellulare nella borsa ed
ora sto pensando a te, sono ancora turbata dai nostri discorsi erotici e nonostante il mio
corpo reclami le sue soddisfazioni, io sono ostinatamente intenzionata a non cedere alla
tentazione. Ancora pensando a te, chiudo gli occhi e cerco di assopirmi.
Mentre il dondolio del treno mi culla dolcemente, mi tornano ancora in mente, martellanti, le
nostre parole, le tue e le mie particolari confidenze, esse mi appaiono e prendono vita
proiettandosi quasi reali, davanti agli occhi miei; la tua figura è qui di fronte a me, pressoché
concreta e tangibile. Come sai eccitarmi, mi conosci profondamente e soprattutto
intimamente, la tua porcellina ti ama e tu sai toccare le giuste corde per portarla al piacere
massimo. Accanto a me altre persone, io accavallo istintivamente le gambe e stringo forte le
cosce, all’improvviso mi arrendo alla tempesta ormonale che mi travolge e mi lascio rapire
dai sensi. La mia fervida immaginazione, spesso riesce a farmi provare piacere intenso anche
senza ch’io mi sfiori. Con la testa so di possederne la capacità, mi capita spesso; non devo
far altro che abbandonarmi ai pensieri che tu sai… con le gambe accavallate e gli occhi
chiusi…
Quei pensieri pulsano nella mia mente e si trasformano in immagini, esse alimentano la mia
esaltante eccitazione e mi donano un forte turbamento sessuale. Le mie più recondite
intimità si contraggono, fra le mie gambe accavallate sento il solito torrente impetuoso che
mi sta allagando i bollenti e scivolosi anfratti nascosti
Mio invasore, ti vorrei qui, fisicamente presente, prepotente e duro dentro di me.
Ora è nitida l’immagine, ti vedo tra sospiri lenti e voluttuosi, lo sguardo ed il sorriso
compiaciuto, mentre la mia lingua e le morbide ed assetate labbra percorrono il tuo turgido
scettro fremente di desiderio. Hai il volto serio, i tuoi occhi implacabili fissano sfrontatamente i
miei, senza parlare essi mi ordinano di omaggiarti come meriti; allora le mie labbra morbide
avvolgono il tuo fiero fusto e lo ingoiano fino alla radice, mi muovo lungo tutta l’asta e poi
sento le tue mani tenermi il capo premuto, con il tuo pene che mi batte contro la gola, poi
mi inondi la cavità orale esplodendo bollenti e copiosi zampilli di nettare vitale.
Mi sollevi il viso mentre continui a fissarmi… è un imperativo: il tuo piacere non andrà disperso,
neanche una goccia del tuo prezioso seme deve essere sprecata. Tieni stretto il mio viso fra
le tue mani mentre soddisfo il tuo ego ingurgitando golosamente fino all’ultima goccia del
tuo delizioso succo. Sei entrato tutto nella mia bocca avida del tuo fallo, ed hai lasciato un
umida e densa traccia dell’incontenibile maschio che sai essere.
Il treno mi dondola ancora ed io sono eccitata al massimo, sono certa di riuscire ad arrivare
all’agognato orgasmo. Soffro intensamente, arrivo alle porte del mio piacere ma non riesco
a venire, per un soffio non ce la faccio. Mi decido, ho bisogno delle mie mani e delle mie
abili dita. In questo scompartimento affollato non riesco a concentrarmi come vorrei. Non
voglio impazzire e così, ancora pensando a te, mi alzo di scatto e raggiungo il bagno, è
libero e vi entro. Finalmente sola, chiusa dentro, mi appoggio alla parete, poso gli occhiali sul
bordo del lavandino e velocemente abbasso le mutandine fino a mezza coscia.
Finalmente le mie dita raggiungono il centro umido, caldo e scivoloso della mia vagina
vogliosa. Lei, la mia intimità, le cui mucose trasudano piacere, mentre rivoli vischiosi scorrono
lungo le cosce, non aspetta altro. Cerco febbrilmente l’orgasmo e sono certa che giungerà.
Il dito medio e l’anulare a sfarfallare sul mio bottoncino teso, a me cosi familiare, lo sento
crescere di volume ed ergersi fra le mie dita, ogni goccia di piacere mi avvicina
all’esplosione che finalmente arriva, io l’accolgo a bocca aperta, con il bacino sobbalzante,
e con un lungo gemito soffocato.
Poco alla volta il respiro si normalizza. Guardo spossata e indifferente la bianca parete di
fronte. Mi sento vuota, stanca, esausta e comunque soddisfatta ed appagata. Lo specchio
mi rimanda la mia immagine un po’ scapigliata, mi sento fisicamente svuotata, i miei occhi
non trasmettono ne gioia, ne tristezza.
Pensando a te, mi ricompongo e ritorno a sedermi al mio posto, poi, fisicamente e
mentalmente scarica, riesco ad assopirmi davvero.
Mi sveglio di soprassalto, il treno è fermo, guardo fuori, è la stazione dove dovrei scendere, mi
alzo velocemente e mi precipito giù. Il treno riparte e io, sempre pensando a te, mi ricordo di
aver lasciato sul treno gli occhiali che avevo appoggiato sul bordo del lavandino. Il mio
corpo e in special modo la mia mente ti appartengono totalmente e come una giovane
inguaribile ninfomane sempre in calore, penso ancora una volta a te. Amore mio, le mie dita
non mi sono bastate e mentre fuori dalla stazione cammino per raggiungere un taxi, mi
accorgo che mi sta riprendendo la voglia di te. Fra qualche giorno tornerò e sarò ancora
tua, per ora non mi rimane che dirti di salutarmi papà e mamma e di mandare un virtuale
caldo e focoso bacio a te, caro fratello mio!!.