Cento poesie d`amore a Ladyhawke
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Cento poesie d`amore a Ladyhawke
Cento poesie d'amore a Ladyhawke by Michele Mari Tertium dabatur e sarebbe stato il nostro capolavoro ma tu di questo hai avuto paura che la buia cantina o la polverosa soffitta diventassero la parte più importante della tua grande luminosa casa Piccolo canzoniere d'amore, un amore non corrisposto, poi ritrovato, poi di nuovo smarrito e stavolta per sempre, quindi ricordato, rimpianto e proiettato in prospettiva fino al termine della vita. C'è tutto Mari in queste pagine: giocoliere delle parole- colto citazionista dal latino classico fino al più ordinario pop odierno- tenero e lirico, ma anche ferocemente ironico, fino allo sberleffo- gotico cultore di mostri e fantasmi e, soprattutto, ardito sperimentatore di tecniche narrative. Questo, infatti, è anche un romanzo condensato, la storia di due amanti destinati a "non ritrovarsi mai insieme nell'umano" e a restare per sempre lupo e falco: Knightwolf e Ladyhawke. Una scelta non casuale, quella di un romanzo in versi: una sorta di rivisitazione in chiave moderna (e dissacratoria) della tradizione cortese- inoltre, l'essenzialità e la pregnanza del linguaggio poetico costituiscono lo strumento più idoneo a parlare di un amore come questo, nel quale i silenzi sono più eloquenti delle parole. Piuttosto che allo Stil Novo o a Petrarca, per i toni si deve pansare ad un Cecco Angiolieri dei nostri giorni, con contaminazioni dai Fratelli Grimm, Boccaccio, Hitchcock, Poe, Stanley Kubrik, Pavese e una punta di Nico Fidenco. Splendido, dolente Knightwolf. (Come se un lupo (Come se un lupo fosse mai uscito indenne da una fiaba come se in ogni falco non si ripetesse degli Alberighi l'antico scelo)|Anche prese in dosi omeopatiche, le cento poesie risultano ridondanti. Seppur raffinate e perfette, è come farsi una scorpacciata di macarons, tanti colori accattivanti, tutti il medesimo gusto. Il tuo silenzio dici è pieno di me. Così so come si sentono i morti pensati da vivi. |Le mie poesie preferite del libro. Alcune sono molto intense, altre sono smaccatamente ironiche e impertinenti. Da leggere. Le ho numerate per staccarle, in realtà non hanno titolo. UNO Nella mia testa c’è sempre stata una stanza vuota per te quante volte ci ho portato dei fiori quante volte l’ho difesa dai mostri. Adesso ci abito io e i mostri sono entrati con me. DUE Come un serial killer faccio pagare ad altre donne la colpa di non essere te. TRE Ero fatto per esserti fedele ma tu mi sei passata davanti come un treno che non ferma così lo scambio mi ha deviato sul binario dei traditori e dei puttanieri (questa non è che sia profondissima, però è la scusa che usano tutti gli stronzi…. furbi!) QUATTRO un posto nel tuo cuore non lo voglio perché quando farai l’amore laggiù io sarei il clandestino sballottato dalla tempesta nella stiva CINQUE Come Kokoschka mi farò una bambola identica a te mi farò una bambola identica a te ma diversamente da lui non me la scoperò perché il sortilegio che ci strema ti fa intoccabile persino nel delirio SEI Tertium dabatur e sarebbe stato vivere sfiorandoci SETTE Fedeli al duro accordo non ci cerchiamo più Così i bambini giocano a non ridere per primi guardandosi negli occhi e alcuni sono così bravi che diventano tristi per la vita intera E COME FINALE… ….il fiore che non sfiorisce è il fiore che non sfioro Che direi sia la sintesi di tutta la raccolta. |Mari, adorato Mari. Mi trovo un attimino in difficoltà a scrivere questo commento, dato che il Mari al momento è uno dei miei docenti in Università. Comunque, queste cento poesie (o poco più) costituiscono un canzoniere d'amore che racconta una storia vera e propria e che progredisce e si sviluppa nel tempo, ricongiungendosi quindi alle più alte tradizioni, da Catullo, agli Stilnovisti, a Shakespeare e toccando quindi anche i loro temi canonici: l'amore non corrisposto, la lontananza della donna amata, il binomio amore/morte, etc. Mari però rinnova questi temi, esponendoli in modo personale e con una lingua semplice (per quanto fittissima di rimandi), combinando tra loro sacro e profano, struggimenti sentimentali e sagace ironia, patti d'amore e asparagi, tradizione classica e cultura pop, mitologia e film hollywoodiani. Si tratta di un librettino che mi è piaciuto molto, mi ha divertito e ha fatto anche lavorare il cervello, l'unica nota negativa è che spesso l'umorismo del Mari mi è sembrato più ironia amara di chi si piange addosso, ma forse è solo una mia impressione. |"Verrà la morte ed avrà i miei occhi. Ma dentro ci troverà i tuoi" Potenza e non atto. Peccato Poesie, talvolta epigrammi, colti, raffinati, pieni di echi e rimandi letterari, rielaborati con sottile arguzia o estrema sapienza. Ma il libro non convince completamente. Questa donna amata per decenni e cercata invano in altre, ridotte a meri simulacri o contenitori di ansie e paure, nel breve termine stanca, lasciando nel lettore un senso di frustrazione per la mancata trasformazione di rimpianto, dolore e rabbia. Chi non ha sofferto per amore? Che qulcuno sappia dirlo meglio di altri in fondo è differenza spicciola. Mari non oltrepassa la soglia dell'oltre nonostante la sua sensibilità e la sua straordinaria bravura. Chi non ha sofferto per amore? Che qulcuno sappia dirlo meglio di altri in fondo è differenza spicciola. Mari non oltrepassa la soglia dell'oltre nonostante la sua sensibilità e la sua straordinaria bravura.