Mirò di Mirò_corriere
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Mirò di Mirò_corriere
GRANDI MOSTRE . AL VITTORIANO ESPOSTI FINO AL 21 FEBBRAIO 50 OLII E 40 OPERE GRAFICHE DEL PITTORE CATALANO I quadri violenti di Miro' dipinti con gli spazzolini da denti Al Vittoriano esposti fino al 21 febbraio 50 olii e 40 opere grafiche del pittore catalano. Andavamo a trovare il nonno il sabato e la domenica e in quelle occasioni passavo qualche ora da solo con lui. Il suo sguardo, unito al silenzio dello studio, sono l' eredita' piu' potente che mi ha lasciato. Cosi' Joan Punyet, critico d' arte e nipote di Miro' ricorda il pittore catalano, le cui opere sono esposte al Museo del Vittoriano fino al 21 febbraio. Joan era presente ieri all' inaugurazione della mostra Miro' e la trasgressione, insieme alla madre Maria Dolores e al fratello Teodoro. Un terzo fratello, Emilio Fernandez, e' rimasto a Palma di Maiorca dove si occupa della Fondazione Miro' , la stessa che ha prestato al Comune di Roma i 50 grandi olii e le 40 opere grafiche inedite presenti all' esposizione. Ognuno dei familiari ha un ricordo particolare del grande artista catalano. Emilio racconta (nel catalogo stampato da Viviani) come Miro' nei primi anni Settanta comincio' a dipingere su tele precedentemente dipinte da autori del secolo scorso, che acquistava da antiquari di Barcellona: Bruciava le tele con la benzina e una volta che erano state perforate dal fuoco le spegneva con una scopa. Gli spazzolini da denti sparivano da casa perche' Miro' li usava per spruzzare di pittura le sue opere. Giocattoli, mascherine e cappelli dei suoi nipotini diventavano parte delle sue sculture in bronzo. Piu' mio nonno invecchiava e piu' diventava nel suo lavoro libero e violento. Una violenza che emerge da queste tele in mostra al Vittoriano, molte delle quali sono esposte per la prima volta. Vanno dal 1959 al 1983, gli ultimi anni della vita di Miro' , quelli in cui decise di abbandonare le visioni oniriche del Surrealismo e di assassinare la pittura. Intraprese un' opera monumentale, rapida, violenta e aggressiva ricorda il nipote Joan per attaccare il suo stesso mito, il mito del Miro' poetico e fiabesco, per dire al mondo che un uomo a 80 anni non ha ancora finito di inventare. E ricorda come il pittore comincio' a riempire il suo studio di oggetti raccolti durante le passeggiate per le spiagge e i boschi di Maiorca: Comincio' con un gatto morto che appese a un palo secco conficcato nel muro. Piu' tardi, altri piccoli animali come ratti, pipistrelli, serpenti e passeri andarono a far compagnia al gatto, insieme a maschere africane. Questi oggetti creavano un' atmosfera fantastica, sorprendente e terrificante. A quel tempo i suoi quadri mi facevano paura confessa la figlia Maria Dolores li trovavo troppo audaci, ma al tempo stesso pensavo a quanto fosse coraggioso mio padre a dipingere queste grandi tele con drammatiche colate di nero. Cominciava ad essere malato, aveva seri problemi agli occhi, era depresso. Ma ogni mattina si chiudeva nello studio e lavorava tutto il giorno, tranne una pausa per la siesta. Colonnelli Lauretta Pagina 47 (6 novembre 1998) - Corriere della Sera