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Colori e profumi,
dappertutto.
Palme, verde e
spazi tra un grattacielo e l’altro.
Atmosfere rarefatte dentro e
fuori gli edifici,
voci dimesse,
ordine e pulizia
anche negli
angoli nascosti.
In pieno sviluppo
la finanza e il
turismo di qualità.
Si, il Principato
di Monaco è proprio come tutti se
lo immaginano...
MONTECARLO
di
L AURA G UGLIELMI
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Da lassù, dal Vista Palace, appena usciti dall’auto-
strada, si può vedere tutto il piccolo principato.
Eccolo lì, così famoso, con i suoi grattacieli, il
porto, il Casino, la Rocca, il Tennis Country Club,
sede di gare importanti, e il Beach Hotel, con la
piscina dove fanno il bagno le principesse. Stretto
tra Cap San Martin e Cap d’Ail, il Principato di
Monaco è circondato dalla vegetazione mediterranea: i pini marittimi sono aggrappati alla collina
rocciosa, mentre alcuni deltaplani multicolori volteggiano nell’aria. Scendendo verso la città subito
si intuisce quanto siano importanti gli affari: a ricordarlo sono i tanti cartelloni pubblicitari delle
banche e delle agenzie immobiliari. Già dalla fine
del secolo scorso meta del turismo internazionale,
il principato è diviso in quattro nuclei distinti: La
Condamine, che si affaccia sul porto con il club
nautico, la sala spettacoli e gli uffici amministrativi; Montecarlo, sede del Casino e degli alberghi
più prestigiosi; Monaco, adagiato su un promontorio e delimitato da antiche mura alte sessanta metri, dove sono situati il centro storico e il Palazzo
dei Principi, costruito tra il XIII° e il XV° secolo
e, infine, Fontvieille, il quartiere tutto nuovo, nato
dal mare. I posti macchina all’aperto sono pochi e
le auto devono essere lasciate nei numerosi parcheggi a pagamento. D’altronde è facile passeggiare, sono tanti gli ascensori e le scale mobili che
permettono ai pedoni di risparmiar fatica. Dalla
strada principale di Monte Carlo, dietro i giochi
d’acqua delle eleganti fontane, appare il Casino
(1865), polo d’attrazione del Principato. La sua
facciata è opera di Garnier, l’architetto che progettò l’Opera di Parigi. Non è difficile vedere personalità del mondo dello spettacolo, della politica,
del giornalismo scendere o salire le scale di quel
luogo, simbolo del successo. Questo è il Casino
che abbiamo visto in tanti film, osservato nelle
cartoline, il Casino protagonista dei romanzi di
tanti scrittori, primo fra tutti Dostojevski. Due
curiosità: nell’atrio del Casino le toilette per signori sono più eleganti e numerose di quelle per le signore: forse le donne sono meno tentate dallo sfidare la fortuna e accorrono meno numerose? Si racconta che un tempo un gobbo vendesse cartoline e
souvenir all’uscita del Casino. Centinaia di giocatori acquistavano la sua merce come segno d’augurio,
perchè, si sa, la gobba porta fortuna. Così l’uomo
diventò ricco. Sul suo letto di morte, però, qualcuno scoprì una finta gobba attaccata a due bretelle!
Il Café de Paris, situato davanti al Casino, una volta era solo un bar di lusso, dove si poteva bere una
Pagine precedenti:
veduta panoramica; il castello dei
principi Grimaldi.
Sopra, dall’alto:
il Teatro; la chiesa
patrona di
Montecarlo.
A destra: vedute
del porto.
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bottiglia di champagne e gustare
cucina internazionale. Ora non è più così, nelle
sale retrostanti decine di slot machines e giochi
d’azzardo tra i tavolini e i banconi del bar. Di
giorno e di notte un’unica musica in quelle sale:
tirar di manovelle e squillar di monete. Questo è
lo sport principale di Montecarlo, più del tennis,
più del nuoto. In tutto il mondo hanno inventato
modi diversi per indicare con i numeri il conto
alla rovescia per il Capodanno del 2000: qui niente cifre digitali per il count down, niente trappole
elettroniche, solo un’aiuola davanti al Casino. E
ogni sera, solerti giardinieri cambiavano quel numero, creando semplicemente una diversa combinazione di fiori nell’aiuola. Montecarlo, infatti, è
piena di giardini, piante di ogni specie provenienti
da tutto il mondo. La speculazione edilizia ha
colpito duro anche qui, come nella vicina Riviera
dei Fiori, eppure quando si cammina per le strade
del principato si vedono quasi solo giardini, orti
botanici, piante tropicali con appositi cartellini che
ne indicano nome e provenienza. Colori e profumi,
dappertutto. Palme ovunque. Verde e spazi per il
relax tra un grattacielo e l’altro. Buganvillea e lacaranda. Fiori dall’Australia e dal Brasile. Piante
anche al buio, nei tanti parcheggi, ma finte. A pochi passi dal Casino, costruito proprio sul mare, si
trova il Centro Congressi. Se ci si siede ai tavolini
del bar, dalle grandi finestre si
può ammirare il profilo di Cap San Martin, con le
sue ville immerse nel verde. All’entrata
dell’Auditorium, vetrate ancora più ampie:
un’aiuola interna ricca di fichi d’india e piante tropicali con il mare sullo sfondo. Una targa informa
il visitatore che l’Auditorium del Centro
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Congressi, è stato inaugurato nel 1979 dal
Principe Ranieri III per accogliere “l’arte e la cultura”. Può capitare di vedere anziani monegaschi
con la canna da pesca, seduti sulle fondamenta del
Centro Congressi, vicino al sottopassaggio che, una
volta all’anno, vede i piloti di Formula Uno sfrecciare tra le case. Le più grandi firme del mondo
fanno a gara per mostrare la loro merce in
vetrine molto curate e ricche di oggetti, tanti sono
i porticati zeppi di negozi eleganti, molti gli
shopping center: se si vuole spendere soldi, questo
è il posto ideale. Con facilità si può affittare una
Cadillac con autista (450 franchi all’ora) o un elicottero per andare ovunque si voglia. Gli Hotel
della Société Des Bains De Mer sono così sontuosi
che non sembrano neanche veri: dall’Hotel
Mirabeau al Monte Carlo Beach Hotel e all’Hotel
Hermitage. Proprio nel ristorante dell’Hotel de
Paris, il Louis XV, lavora uno degli chef più famosi del mondo, Monsieur Alain Ducasse. La famiglia
regnante fa molto parlare di sé. Strano ma vero: un
piccolo principato con una dinastia famosa quanto
quella del Regno Unito. I rotocalchi raccontano
tutto ciò che riescono a sapere su Carolina e
Stefanie, per non dire di Alberto, uno degli scapoli
più ambiti del mondo. I Grimaldi di Monaco discendono da una famiglia genovese:
nel 1297 Francesco Grimaldi, soprannominato
Malizia, si impadronì della Rocca e del castello.
Se nel 1997 la famiglia Grimaldi ha festeggiato i
700 anni del principato, il 19 novembre 1999 il
Principe Ranieri III ha celebrato i suoi “primi cinquant’anni” di governo. Il Castello dei Principi è
situato sulla Rocca: per raggiungerlo dal Museo
Oceanografico si percorrono vicoli stretti e bui, ma
puliti e profumati. Sulle targhe si possono
vedere i nomi in francese con la traduzione nel dialetto locale.
Leggendo i nomi dei vicoli
in quel dialetto, Carrugiu
D’A Badia e Carrugìtu
Santa Devota, si capisce che, un tempo,
la Liguria occidentale e la Costa
Azzurra erano legate
da una
lingua simile: per gli
abitanti capirsi tra loro
era più facile di oggi.
“Monaco stessa, con la
fabbrica di birra e il ca-
A sinistra: esterni
ed interni della
nuova stazione
ferroviaria.
Sotto: la tavola
di orientamento
del giardino
esotico.
stello, con il museo e le antichità, è molto accogliente e graziosa”, scrissero Erika e Klaus Mann
nel 1931, “soprattutto il castello: decorazione da
film sonoro di primo rango. Il Museo è assolutamente da vedere per il suo reparto di acquari: nelle vasche illuminate gli animali degli abissi marini
con colori, forme e modi di vita fantastici”. Anche
i musei non mancano: da quello navale a quello
napoleonico. E poi: il Museo Nazionale e la collezione di auto antiche; il Museo delle monete e
quello de la Chapelle che contiene opere di Ribera,
Rubens e Zurbaran. Non è finita, ci sono ancora il
Museo della Vecchia Monaco, il Museo dei
Grimaldi e quello preistorico. Vicino al Castello, si
trova la chiesa dove sono sepolti i Grimaldi. Una
tomba sola è coperta di fiori, la tomba di “Gratia
Patricia, Principis Ranieri III uxor”. Una targa avverte: “Silence et Respect”. È il sepolcro di Grace
Kelly, la leggendaria attrice americana che abbandonò la sua fortunata carriera per diventare
Principessa di Monaco. Per lei è stato costruito il
roseto di Fontvieille, inaugurato nel 1984. Le rose
sono dedicate a personaggi della cultura e dello
spettacolo: da Louis De Funès a Henry Matisse, da
Ingrid Bergman a Victor Hugo. Una targa ricorda
un pensiero della Principessa Grace: “Che cosa ha
di speciale una rosa che la fa sembrare molto più
di un fiore? Forse è il mistero che ha accumulato
nei secoli. Forse è la gioia che continua a procurare”. Al di là della Rocca, verso Nizza, è situato il
nuovo quartiere di Fontvieille, costruito rubando
terra al mare. Ci sono voluti sette anni per compiere quest’impresa e, con questo escamotage, il
piccolo principato si è conquistato un sedicesimo
di territorio in più. Gli edifici sono
sede di industrie, hòtel e
shopping center.
Ci sono an-
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Vedute panoramiche della Rocca e
del porto.
che aree residenziali, lo stadio e l’eliporto che funziona tutto il giorno. “Niente paura”, ci informa il
portiere dell’elegante palazzo vicino all’eliporto,
“dagli appartamenti il rumore non si sente, tutte
le finestre hanno i doppi vetri”. In diversi luoghi
della città si incontrano statue di Botero, tra tutte
spicca “Adamo ed Eva”, posta su una terrazza di
fronte al mare, dove i due antenati dell’umanità con le loro carni abbondanti in bella mostra - sono
spesso circondati dai turisti che aspettano il loro
turno per farsi fotografare proprio lì. Se si scende
dal Casino verso il porto, per la strada sul mare, si
può avere una vista generale sulla città con
case e grattacieli, terrazze con tende gialle, blu,
a righe. In cima a alcuni edifici si intravedono veri
e propri giardini. I palazzi sono proprio
tanti, però una volta costruiti non vengono abbandonati per anni, ma sono sottoposti a un’attenta
manutenzione. In fondo alla discesa la chiesa di
Santa Devota, situata in un angolo del porto, incorniciata da un ponte stradale. Da qui si può
prendere l’ascensore per la nuova stazione o per
i giardini botanici. Non si può lasciare il principato senza visitarli, non solo per le numerose specie
di piante, ma anche per la vista mozzafiato su
tutta la città. Montecarlo si è fatta bella in attesa
del 2000, un grande Forum per i congressi sarà
pronto fra breve, così come la nuova stazione
“invisibile” che è stata inaugurata il 27 novembre
1999: è sotterranea - un grande buco nella montagna: un’opera imponente per una città di 30.000
abitanti. Ora lo spazio occupato dalla vecchia stazione e dai binari potrà essere sfruttato per altre
attività. Un progetto di ampia portata, inoltre,
prevede l’ampliamento del porto e la costruzione
di una diga di 350 metri che sarà così in grado di
ricevere navi da crociera e gli yacht più grandi. Le
spiagge non sono molte: le più belle si possono
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Dall’alto: il nuovo
quartiere di
Fontvieille;
l’Hotel Hermitage;
il cannone della
Rocca.
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trovare verso Cap San Martin, tra il nuovo Forum
Grimaldi e lo Sporting, in zona Larvotto. Poco più
avanti una colonna avverte che si è a Roquebrune
e che, tutt’a un tratto, si è usciti
dal principato e si è di nuovo in Francia.
Ma basta percorrere una curva e riecco Montecarlo,
che accoglie i visitatori con le sue vie eleganti. Il
boulevard d’ingresso al principato si chiama
Boulevard d’Italie, quasi a ricordare che i turisti
più numerosi sono proprio gli italiani.
Non è facile ottenere la nazionalità monegasca:
sono solo in 6200 a averla, anche se gli abitanti
sono circa 30.000 appartenenti a 110 nazionalità
diverse. Il Principato di Monaco deve la sua ricchezza al turismo con una media annua di ben
625.000 visitatori, ma anche al settore edilizio e ai
servizi. Non è da meno il settore finanziario: negli
ultimi dieci anni il giro d’affari si è triplicato. Le
cifre: 43 le banche, 22 le società di gestione del
portafoglio, 300 i miliardi di franchi depositati,
1800 gli impiegati: una fonte di ricchezza pari a
quella della Svizzera o del Lussemburgo. Le imprese in totale sono 38.000, una cifra da
capogiro se si pensa all’estensione del principato.
Nel 1998, malgrado la crisi, il tasso di crescita è
stato del +9%. Un’altra ricchezza? Il clima mite
che ha reso celebre la Costa Azzurra. Anche in pieno inverno la temperatura è alta e il sole fa
la parte del leone. Ciò nonostante molte signore
girano impellicciate, bionde e fatali, aprono le portiere delle Ferrari o delle Rolls Royce.
Le atmosfere dentro e fuori gli edifici sono rarefatte, le voci dimesse, ordine e pulizia anche
negli angoli nascosti. Sì, il Principato di Monaco
è proprio come tutti se lo immaginano.
A sinistra: la cattedrale Bianca.
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IL PRINCIPATO DI MONACO,
PUNTO DI RIFERIMENTO
INTERNAZIONALE PER
IL PRIVATE BANKING
La Banca Regionale Europea al 5%
nella Compagnie Monégasque de Banque
Negli ultimi dieci anni il Principato di Monaco
ha conosciuto un forte sviluppo come piazza finanziaria, come è dimostrato dal numero sempre
maggiore di istituti bancari e finanziari che vi si
stabiliscono; attualmente è tra i punti di riferimento internazionali per il private banking.
La Banca Regionale Europea è presente con una
partecipazione del 5% nella Compagnie
Monégasque de Banque, banca di riferimento del
Principato. Prima per solidità, in costante espansione ed alta redditività, comprende tra i propri
azionisti Comit, Mediobanca e Commerzbank.
L’attività principale della CMB è nel campo della
gestione di patrimoni, cui si affiancano l’assistenza per finanziamenti e investimenti immobiliari e
la consulenza su argomenti giuridici ed amministrativi. La Banca propone inoltre alle imprese i
propri servizi nel campo della pianificazione finanziaria, delle fusioni ed acquisizioni, del classamento in Borsa, della gestione delle partecipazioni, delle operazioni di finanza internazionale.
La CMB ama sottolineare che i suoi tratti distintivi sono la stabilità, il rigore e il dinamismo, riconducibili, nell’ordine, al carattere, alla tradizione ed alla cultura del Principato di Monaco, della
Francia e dell’Italia.
Sopra: particolare
della Rocca.
A fianco: i giardini
di fronte al
Casino.
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