leggi la scheda del film - Lo Spettacolo del Veneto

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leggi la scheda del film - Lo Spettacolo del Veneto
Federazione
[email protected]
Italiana
Cinema
d’Essai
ATTORI: Will Smith,
Edward Norton, Keira
Knightley, Kate Winslet,
Helen Mirren, Naomie
Harris, Michael Peña,
Enrique Murciano, Kylie
Rogers
SCENEGGIATURA:
Allan Loeb
FOTOGRAFIA: Maryse
Alberti
MUSICHE: Mychael
Danna, Theodore
Shapiro
PRODUZIONE:
PalmStar Media, Likely
Story, Anonymous
DISTRIBUZIONE:
Warner Bros. Italia
PAESE: USA
DURATA: 97 Min
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wwww.spettacoloveneto.it
Associazione
Generale
Italiana
dello Spettacolo
di David Frankel
PRESENTAZIONE E CRITICA
(…) Il periodo delle feste di Natale è uno dei momenti magici
dell'anno, tutti dovrebbero essere felici e godere dell'affetto delle persone che
amano. E chi invece proprio in quei giorni soffre per una perdita che gli ha
spezzato il cuore? Non dovrebbe perdere la speranza, dovrebbe aprire i suoi
sensi e il suo cuore alla bellezza collaterale, perché a Natale la magia di un
cambiamento e di un risveglio dei sentimenti più dolci è possibile.
COLLATERAL BEAUTY, il nuovo film con Will Smith, ci racconta una storia
che tornerà a farci credere nel potere delle feste e nel fatto che tutti siamo
connessi e che questa connessione che esiste fra di noi è la chiave per
andare avanti, sempre.
(www.pianetadonna.it)
La bellezza "collaterale" è il timido splendore delle cose, il fascino
inatteso di un gesto gentile, la luce che irradia da un incontro o da un luogo e
che diventa accecante non appena nasce, si sviluppa ed esplode in chi si
riapre alla vita un fortissimo senso di appartenenza. Ecco spiegato il titolo del
nuovo film di David Frankel, già regista di alcuni episodi di Sex & The City e
soprattutto (fra gli altri) de Il diavolo veste Prada, con cui questo Xmas movie
(e poi spiegheremo perché lo è, al di là della data di uscita, che da noi però è leggermente slittata) condivide
l’ambientazione newyorchese, anche se la città dell’Empire State Building è meno scintillante e romantica,
meno frenetica e soprattutto dotata di una personalità meno ingombrante. Il che è anche giusto, perché in
COLLATERAL BEAUTY molto si gioca nella mente e nel cuore (o comunque nel ristretto entourage) di un
uomo che si è ammalato di una depressione "eccentrica", un pubblicitario non più di grido che ha perso la
sua adorata figlia di sei anni e trascorre le giornate in stato quasi catatonico. Il lutto, eccolo qui! E per di più
legato alla scomparsa di una bambina… che argomento difficile da affrontare, e che situazione "ostile" da
raccontare, a meno che non si voglia annegare nel melmoso stagno del trito melò o non si desideri essere
ricattatori come un qualsiasi cancer-movie o come il campione di pessimismo cosmico 21 grammi.
COLLATERAL BEAUTY, invece, per merito dell’originale sceneggiatura di Allan Loeb, il melò in
parte lo evita, inventandosi i personaggi di tre attori di teatro a cui i migliori amici e colleghi del protagonista
chiedono di fingersi "il tempo", "l’amore" e "la morte", tre concetti astratti ai quali lo sventurato ha scritto
lettere di protesta. Muovendosi così fra realtà e finzione, fra maschere più o meno pirandelliane e individui
concreti che provano testi sconosciuti in polverosi teatrini Off-Broadway, il film riesce anche a trasformare il
dolore in commedia, affidando fra l’altro a una regina come Helen Mirren una meravigliosa (e ironica) tirata e
intrecciando sempre due modi di recitare diversi: uno più naturale, l’altro più caricato. Ma non basta.
Nonostante l’interprete principale del film sia un Will Smith dolente e intenso proprio come lo abbiamo visto
nei mucciniani La ricerca della felicità e Sette anime, Frankel e Loeb non si fanno problemi a metterlo in
secondo piano, alternando alle sue "biciclettate" e alle sue inutili visite a gruppi di supporto una serie di
scene a due nelle quali i compagni di lavoro di Howard e le tre "personificazioni" dialogano su argomenti
importanti. E’ qui che COLLATERAL BEAUTY è diverso da tante storie che abbiamo visto sul grande
schermo, in particolare durante le festività. Certo, amore, morte e tempo hanno un po’ l’aria dei dickensiani
Spiriti dei Natali passati (perché arrivano in momenti topici), ma invece di insegnare la bontà allo Scrooge di
turno o di spaventarlo, dicono cose vere e schiette: a una donna sola troppo vecchia per avere figli, per
esempio, o a un uomo che soffre di un brutto male. (…) Di questo film che ci ha emozionato, facendoci
ripensare ai nostri cari che non ci sono più o ai bivi che abbiamo ormai irrimediabilmente superato, ci
teniamo con piacere un Edward Norton in pieno possesso di un talento da commedia, la scoperta Jacob
Lattimore e il messaggio - anch’esso natalizio e molto poco legato all’individualismo e alla smodata
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di David Frankel
ambizione del Nord America - che non è sempre necessario farcela da soli. Esistono gli altri, e nei periodi
terribili possono davvero aiutarci.
(www.comingsoon.it)
(…) In COLLATERAL BEAUTY, diretto dal regista premio Oscar David Frankel (…) Smith interpreta
una parte a noi familiare, il genitore afflitto. Stavolta però non è un mercenario con migliaia di vittime alle
spalle e un rapporto difficile con la figlia. È un padre che la figlia di soli sei anni l’ha persa. Creativo del
marketing divorziato di nome Howard, ha fondato un’agenzia pubblicitaria a New York e ne gestisce le
relazioni con importanti clienti. Prima della tragedia era un tipo dinamico, carismatico. Adesso ha voltato le
spalle al mondo(!). Tre suoi colleghi, che sono anche i migliori amici, sono preoccupati. Howard non vuole
saperne di firmare certe carte per un affare. Allora ideano un piano inutilmente complesso. Che vuoi farci,
sono pubblicitari. Sono fatti così. Howard ha scritto e imbucato tre lettere. A Morte, Tempo e Amore. Loro lo
scoprono e pensano: “Perfetto, è pazzo”. Ora devono solo provarlo. Ingaggiano Helen Mirren e la sua trina
compagnia teatrale per interpretare le suddette astrazioni. La Mirren, anziana signora dai capelli argentati,
sarà la Vecchia Signora. La Knightley, mento sporgente e visino slavato, l’Amore. Un adoncino nero (Jacob
Latimore) sarà invece il Tempo. Gli attori raggiungono Howard mentre se ne sta per i fatti suoi, per strada o
mentre mangia, e vomitano luoghi comuni sull’importanza di ogni minuto, della naturalità della morte e così
via. Lui non può che reagire esasperato. Il guaio è che viene ripreso col telefonino. Nei video, poi, gli attori
spariranno (non viene detto come), in modo da far sembrare che il poveraccio abbia le visioni e ci parli pure.
Insomma, una cosa crudele e sterile come solo la pubblicità sa essere. Intanto il film si concentra sulle
disastrate vite degli amici, giusto per farceli apparire un po’ meno cattivi. Invano. In un suo maldestro modo
la strategia andrà a buon fine, ma solo perché Howard, isolato dal mondo, si rivolge al più classico dei gruppi
di sostegno. La morte di un figlio arriva inaspettata, in un momento della vita in cui si comincia a tirare le
somme. I pilastri sono famiglia e lavoro e, se uno di questi crolla, il resto si sgretola. Ci accorgiamo che,
sebbene devastati, continuiamo a sopravvivere, resilienti. Morale: bisogna scoprire che “tutto è connesso”,
tirar fuori la “bellezza collaterale” presente in ogni cosa e distogliere lo sguardo dal proprio dolore smettendo
di rifiutarlo. And so on (…).
(www.gamesvillage.it)
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