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Periodico del Coppem, anno 6 n.20/21, apr/mag 2006 COPPEMNEWS 20.21 6 MAGGIO 2006 PALERMO VILLA MALFITANO IX ASSEMBLEA GENERALE COPPEM - COMITATO PERMANENTE PARTENARIATO EUROMEDITERRANEO DEI POTERI LOCALI E REGIONALI L’EDITORIALE di Piero Fagone COPPEMNEWS periodico edito dal Coppem. Registrazione Tribunale di Palermo n. 22 del 23/12/1986. direttore Fabio Pellegrini vice direttore Lino Motta direttore responsabile Piero Fagone redazione Roberta Puglisi Giovanna Cirino Nino Randisi [email protected] traduzioni (francese) Maria Flavia Marzialetti Stefania Di Caro (inglese) Roberta Italia Stefania Di Caro (arabo) Roberta Italia foto assemblee Giuseppe Gerbasi grafica Luigi Mennella stampa Officine Grafiche Riunite Palermo COPPEM VIA E. AMARI, 162 90139 PALERMO TEL. +39 091.662.22.38 www.coppem.org [email protected] L’esperienza maturata negli ultimi dieci anni sul versante della politica mediterranea dell’UE e, segnatamente, lungo la linea tracciata dalla Conferenza di Barcellona del 1995, è ancora oggi sottoposta ad una serrata critica con l’obiettivo di recuperare il valore originario del Partenariato e di superare lacune e carenze da tutti riconosciute sia pure con accenti diversi. Dagli organi dell’Unione, a cominciare dal Paramento, ai governi nazionali sino alle Istituzioni locali e alle loro associazioni di rappresentanza e coordinamento sono state formulate attente e documentate valutazioni con l’obiettivo di imprimere un’accelerazione al Processo a suo tempo avviato nella prospettiva di creare la grande zona di libero scambio euromediterranea. Un primo risultato è stato raggiunto con l’accordo su un Programma di lavoro da sviluppare nell’arco di tempo di cinque anni al fine di sviluppare in modo più marcato le prospettive concrete dello stesso Partenariato, mentre in una prospettiva più ampia incomincia a profilarsi una nuova condizione politica e civile qual è quella della cittadinanza euromediterranea. Il Coppem, che ha partecipato alle diverse assisi tenute a Barcellona per celebrare il decennale della Conferenza, ha compiuto – al Cairo in occasione dell’VIII Assemblea generale – un’analisi attenta ed ha formulato, con il documento approvato, un ventaglio di proposte che mirano a dare efficacia all’intervento europeo con il coinvolgimento delle Autonomie territoriali, interpreti dirette e autentiche dei bisogni e delle aspirazioni delle diverse comunità e soggetti capaci di realizzare in concreto nuove e originali forme di cooperazione. È il caso, ad esempio, del protocollo d’intesa siglato a Palermo, sotto l’egida del Coppem, dalla Regione Sicilia e dal governatorato egiziano di Qalyubya; oppure, del progetto di collaborazione fra comunità di Egitto, Israele, Giordania e Autorità palestinese, con il Coppem, l’Unesco e UNHabitat, per l’incremento delle attività turistiche, la valorizzazione dei beni culturali, il potenziamento delle infrastrutture e l’allargamento del dialogo interculturale. Sono tutti segnali di una decisa volontà di seguire un percorso comune nell’interesse delle popolazioni amministrate, volontà che dovrebbe trovare un’ulteriore conferma nella III Conferenza delle Città euro-arabe, in programma nel mese di Febbraio del prossimo anno a Dubai. È questo un appuntamento di particolare rilevanza politica con prevedibili importanti ricadute in ambito culturale, sociale ed economico. Su questa iniziativa, che vede coinvolti numerosi organismi, il Coppem è fortemente impegnato per il conseguimento dei migliori risultati anche sul terreno organizzativo, come è testimoniato dalla riunione preparatoria tenuta a Palermo durante la quale è stato approvato il documento di base che costituisce una prima carta di navigazione per articolare i lavori nelle diverse commissioni tematiche. Così come assume un significato particolare la riunione delle Autonomie locali dei Paesi dell’Est europeo, che il Coppem ha promosso a Varsavia in collaborazione con l’Associazione delle Città polacche. E anche in questo caso è stato lasciato un segno tangibile di quella straordinaria volontà di collaborazione che anima Città e Regioni mediante l’apertura di un Ufficio di rappresentanza a Poznan con il compito precipuo di gestire una rete di collegamento per tutta la regione orientale dell’Europa. Questo numero di Coppem News non si limita però a documentare l’intensa attività svolta negli ultimi mesi ma propone all’attenzione dei suoi lettori, attraverso alcune interviste, le analisi sull’evoluzione dei processi di democratizzazione e modernizzazione dell’Algeria e sul processo di allargamento del consenso attorno al grande esaltante progetto legato alla politica euromediterranea, nella consapevolezza che a Barcellona, poco più di dieci anni fa, è stata lanciata una delle più grandi sfide della storia contemporanea immaginando la creazione di una grande regione in cui vivono 600 milioni di cittadini. PARTENARIATO PUNTO E A CAPO Al Cairo l’VIII Assemblea Generale del Coppem. Chiesta all’UE una più decisa e concreta iniziativa politica Alessandra Prudente APRILE 2006 Oggi si avverte che le città e le regioni possono affrontare e risolvere i problemi delle rispettive comunità grazie a una più efficace collaborazione e a un confronto serrato nel quale le esperienze maturate vengono valutate criticamente per una proiezione sul terreno del partenariato euro-mediterraneo e delle iniziative di sostegno per lo sviluppo. Sempre in quest’ottica emerge la possibilità di rafforzare le consultazioni e le collaborazioni con istituzioni e organizzazioni internazionali e con altri network di città e regioni, oltre che consolidare la rete dei membri e promuovere un’armonica coesione fra di essi, interpretandone le esigenze, e assistendoli a cooperare per lo sviluppo socio-economico locale in un quadro di solidarietà e pace. Questi indirizzi hanno trovato autorevole conferma nella VIII Assemblea Generale del Coppem che si è celebrata in Egitto (Il Cairo 3 – 4 dicembre 2005) grazie all’apporto organizzativo del vice presidente Adly Hussein, Governatore di Qalyubiya. Gli stessi temi hanno avuto una più dettagliata articolazione e un ulteriore approfondimen- to nell’ambito delle quattro commissioni, attraverso le quali si sviluppa l’attività dello stesso Coppem. L’Assemblea generale, che ha visto la partecipazione delle delegazioni e dei rappresentanti delle più autorevoli istituzioni provenienti da 32 paesi firmatari della dichiarazione di Barcellona ha aperto i lavori con un approfondito e ricco dibattito sui dieci anni del Processo di partenariato. Innanzitutto Adly Hussein, ha sottolineato che gli esiti della Dichiarazione di Barcellona, non sono stati del tutto positivi, sia in relazione allo sviluppo economico dei paesi della sponda Sud del Mediterraneo sia in relazione alla mancanza di un impegno chiaro e forte nella lotta contro il terrorismo. L’UE ha preferito concentrare i suoi sforzi – ha affermato Hussein – sulle politiche volte all’innovazione tecnologica impegnandosi con minore sforzo verso politiche più importanti e urgenti quali quella relativa al fenomeno migratorio. Per il Segretario Generale del Coppem Carmelo Motta è opportuno insistere 1 ANNIVERSARIO CONFERENZA DI BARCELLONA negli obiettivi diretti a creare nuove forme di partenariato destinati alla crescita economica, culturale e sociale dei diversi paesi. “Per creare sviluppo sostenibile occorre creare sviluppo locale – ha detto Motta - e per creare sviluppo locale è necessario fare leva su quello che gli economisti e i sociologi chiamano capitale sociale”. La riflessione è stata arricchita dall’attiva e attenta partecipazione di autorità della Repubblica d’Egitto, quali i Governatori del Cairo e di Giza Abdel Azim Morsi Wazir e Fathy Saad che hanno rilevato come l’individuazione di punti comuni di una politica volta alla salvaguardia dei diritti umani rappresenti uno dei risultati più importanti del processo di Barcellona. Sulla stessa linea si è pronunciato il Ministro per la pianificazione Osman-MOsman che ha invitato i rappresentanti istituzionali a unirsi in una politica concreta ed efficace contro il terrorismo che, oltre a creare instabilità nella regione, danneggia le economie turistiche dei paesi partner mediterranei. Inoltre, facendo riferimento alla riforma legislativa egiziana, Osman ha ricordato che la competizione in corso per eleggere il presidente della Repubblica d’Egitto, per la prima volta, ha visto la presentazione di liste di opposizione e anche di candidate al Parlamento. Il Ministro per lo Sviluppo Locale Abdel Rahim Hashem Shahata ha presentato le riforme legislative che la Repubblica d’Egitto ha posto in essere nel settore del decentramento amministrativo, evidenziando che ormai i Governatori e i Sindaci hanno una notevole autonomia amministrativa oltre alla gestione della cosa pubblica. Il Direttore esecutivo della Fondazione Euro-mediterranea Anna Lindh per il Dialogo tra le Culture, Traugott Shoefthaler ha presentato l’iniziativa della 2 Delegati del Coppem all’VIII Assemblea Generale Fondazione di riunire le reti regionali euromediterranee. In relazione a tale iniziativa, l’Assemblea generale ha proposto, nella dichiarazione finale, la creazione di un forum permanente nel quale le associazioni di città e regioni, quali il Coppem, il gruppo Euromed di Eurocities, Arco Latino e Medcities, possano discutere di argomenti di comune interesse relativi a problematiche di città e regioni dell’area, al fine di mettere a punto azioni e di conferire maggiore autorevolezza alla voce delle amministrazioni locali e regionali nel contesto del processo della politica euromediterranea. Inoltre Shoefthaler ha lanciato la proposta di istituire una biennale dei giovani artisti euromediterranei. L’attenzione è poi stata puntata, grazie all’intervento di Francesco Saverio Nisio, Ministro Consigliere dell’Ambasciata d’Italia al Cairo, sulla necessità di realizzare una solida ristrutturazione delle infrastrutture anche in virtù dell’area di libero scambio e soprattutto per questo saranno necessari aiuti più incisivi e consistenti da parte dell’Unione europea. E proprio Gilles Pipien della Banca Mondiale ha assicurato che saranno incrementati gli aiuti finanziari ai poteri istituzionali decentrati, oltre a una migliore distribuzione dei contributi nell’area euromediterranea. Nicola Bellomo, funzionario degli uffici di rappresentanza dell’UE in Egitto, ha specificato che forse uno dei limiti del Trattato di Barcellona è dovuto alla scarsa collaborazione tra le varie organizzazioni internazionali. Egli ha quindi invitato il Coppem a farsi promotore di incontri con le altre organizzazioni internazionali e non che operano nel settore, al fine di discutere e collaborare insieme. Il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa era rappresentato da Heinrich Hoffschulte il cui intervento si è incentrato sulla necessità di favorire modifiche istituzionali che comportino delle riforme legislative di decentramento. Egli ha voluto evidenziare che il partenariato deve essere soprattutto realizzato tra cittadini e non solo tra entità governative. COPPEMNEWS Adly Hussein, Lino Motta Abdalla Abbas, in rappresentanza di ONU-Habitat, riferendosi agli interventi realizzati a favore delle aree rurali e considerando questi poco incisivi, ha affermato che lo scambio di informazioni tra esperti potrebbe costituire una via allo scopo di attuare una migliore politica di intervento. Il Congresso dei Poteri Locali e Regionali del Consiglio d’Europa era rappresentato dal suo vice-presidente, Gunter Krug, che ha incentrato la sua relazione sulla mancanza di un’efficace e concreta politica di decentramento dei poteri legislativi. Krug ha invitato il Coppem a concentrare i suoi sforzi su queste problematiche che sono ritenute dai maggiori esperti determinanti per la realizzazione dei tre pilastri del processo di Barcellona. Dopo il dibattito sul decennale del processo di Barcellona, i lavori sono continuati con la nomina di Nourredine Sbia, Presidente del Forum Algerino per la Cittadinanza e la Modernità, a vicepresidente del Coppem, nomina approvata dall’Assemblea generale, all’unanimità. APRILE 2006 I LAVORI DELLE QUATTRO COMMISSIONI DEL COPPEM Prima Commissione – Politica e istituzionale Francesco Sammaritano, referente del Segretariato per la I Commissione, ha presentato l’attività prevista per il 2006 che si incentra principalmente su tre punti: il Centro di Coordinamento sociosanitario euromediterraneo; la cooperazione tra poteri istituzionali decentrati e le Università e i protocolli di Intesa tra Regioni. Il relatore, il prof. Said El Dakkak (Egitto), ha posto l’attenzione sul processo di riforme legislative in corso in alcuni paesi mediorientali e sulla tematica dei diritti umani. “Si profilano all’orizzonte in molti paesi arabi nuovi assetti legislativi con aperture in senso democratico e partecipato: in Marocco con le aperture riformiste, in Egitto con le elezioni che sono state caratterizzate dallo scrutinio segreto e dall’apertura a candidati dell’opposizione”. Riguardo ai diritti umani e le pari opportunità, Dakkak ha invitato il Coppem, e in particolare la I Commissione a occuparsene più attivamente, poiché queste problematiche condizionano la cresita civile dell’intera area con inevitabili riflessi sul terreno economico. Il Governatore di Aleppo Tamer Alhaja (Siria), riferendosi all’accordo bilaterale che il governo siriano ha firmato con l’UE, ha rilevato che la situazione politica in Medio Oriente potrebbe condizionare la realizzazione delle riforme sociali, economiche e commerciali previste dallo stesso accordo. L’intervento del delegato algerino Mohamed Taibi ha tradotto la volontà politica dell’attuale governo di attribuire alle città un ruolo centrale nella vita politica del paese. Difatti le competenze legislative concesse ai Governatori, ai Sindaci, e ai Consigli popolari rispecchiano tale indirizzo politico. Il Rettore dell’Università KORE di Enna (Italia), Salvo Andò , con cui il Segretario generale del Coppem ha firmato un accordo di collaborazione, ha sottolineato l’importanza delle intese realizzate. In particolare, si prevede di contribuire a un confronto reale, efficace e concreto tra strutture istituzionali, docenti e studenti dell’area. Tali accordi, basati sullo scambio di conoscenze e esperienze oltre che sulla realizzazione di azioni comuni, favoriscono la pace, grazie alla conoscenza della realtà culturale, economica e politica dei rispettivi paesi. Catalina Schezzini (Italia) Sindaco di Rio nell’Elba sostenendo che le pari opportunità costituiscono uno dei veicoli primari dei diritti umani, ha proposto al Coppem l’istituzione di una quinta Commissione di lavoro che si occupi prevalentemente di quelle tematiche. Per Maria Teresa Coppo Gavazzi, (Italia) Presidente Regionale AICCRE 3 ANNIVERSARIO CONFERENZA DI BARCELLONA Lombardia componente della commissione pari opportunità del CCRE, che ha appoggiato la proposta della Schezzini, è necessario intendere le politiche di pari opportunità in senso più ampio, considerando non solo un maggiore coinvolgimento delle donne nella vita pubblica, ma anche un processo di carattere sociologico che comprenda tutti gli individui. Pari opportunità deve essere sinonimo di pari dignità a tutti i livelli. Piero Fagone (Italia), responsabile dell’ufficio stampa del Coppem, ha illustrato le conclusioni del Summit mondiale di Bilbao sulla società dell’informazione. Le indicazioni emerse dalle assise basche prevedono che le tecnologie comunicative devono: 1. Rappresentare un servizio per i cittadini; 2. Essere uno dei maggiori strumenti per lo sviluppo sostenibile in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue dimensioni; 3. Essere patrimonio dell’intera collettività e non un privilegio riservato a pochi. 4 Seconda Commissione – Per la cooperazione tra città e regioni Il presidente, Jan Mans (Paesi Bassi), ha introdotto il tema della migrazione sottolineando come le caratteristiche dei flussi esistenti nello spazio euro-mediterraneo abbiano spesso caratteri comuni: migrazione di lavoratori altamente o poco qualificati, nuovi movimenti transnazionali, traffico illegale di persone, sovrapposizione di flussi di rifugiati e di persone in cerca di asilo e l’immigrazione clandestina. Muzaffer Baca (Turchia), primo vice-presidente della Commissione, ha annunciato che l’UE ha proposto di dichiarare anno dell’interculturalità il 2008, durante il quale si prevede un ampio ventaglio di azioni e iniziative. In questa occasione il Coppem potrebbe avere un ruolo attivo quale network di città e regioni e, in tale veste, dovrebbe presentare una serie di proposte e, in vista dell’adozione di particolari iniziative in materia. Jalal Abs, consigliere del Comune di Tripoli (Libano), ha invitato ad analizzare il fenomeno dello status di rifugia- to di guerra. Il delegato libanese ha sollecitato il Coppem a promuovere un’azione di pressione nei confronti degli organismi internazionali per la questione medio-orientale. La Prof.ssa Concetta Fallanca De Blasio (Italia), Direttrice del Dipartimento di Architettura e Analisi della Città Mediterranea dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, ha presentato il progetto “City to City - Identità plurali e contesti urbani: nuovi approcci per le politiche migratorie”, finanziato nel quadro del Programma Interreg III C, in cui il Coppem partecipa in ruolo sinergico con la Regione Siciliana. La prof.ssa De Blasio ha proposto di organizzare degli atelier di cooperazione per far lavorare insieme progettisti dei paesi di origine e progettisti dei paesi di destinazione affinché si possa mettere in pratica una progettazione più consapevole che tenga conto della multiculturalità. Abdelfattah Skir (Regno del Marocco), Segretario generale dell’Unione delle città marocchine, ha evidenziato che i movimenti migratori non seguono solo un’unica direzione Sud-Nord. Da qui la proposta che il Coppem assuma un ruolo strategico e all’avanguardia ai fini dell’impostazione di nuove iniziative attente ai cambiamenti e alle evoluzioni del fenomeno migratorio nel Mediterraneo. Ghassan Samman (Kuwait), responsabile delle Relazioni internazionali e della comunicazione dell’OCA, ha annunciato che la 3a Conferenza delle città euro-arabe avrà luogo a Dubai e sarà organizzata dal Coppem, OCA, Lega Araba, CCRE la Municipalità di Dubai e il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa. Ha aggiunto che l’Organizzazione delle Città Arabe rappresenta più di 450 città e che nella sua rete possono cooperare altre organizzazioni per rag- COPPEMNEWS giungere obiettivi comuni. Infine, Abdellah Cahouad, Segretario generale della Municipalità di Salé (Regno del Marocco), in relazione al fenomeno migratorio, ha giudicato necessario trovare una soluzione radicale che coinvolga in azioni concrete le ONG le quali hanno un ruolo strategico perché operano sul terreno e hanno stretti contatti con i cittadini, attori principali e destinatari di ogni progetto e di ogni azione che riguardi la cooperazione tra città e regioni. Terza Commissione – Per la cooperazione economica e finanziaria Il presidente della Commissione, Abdelkarim Misbah (Tunisia), ha ricordato che i lavori svolti nel 2005 hanno fatto emergere il ruolo strategico dello sviluppo locale per città e regioni dell’area, nonché il consolidamento del partenariato locale che potrà crescere anche grazie alla creazione dell’Agenzia di Sviluppo Euromediterraneo dei Poteri Locali e Regionali (ASEM). Per Luca Meldolesi, docente di economia presso l’Università di Napoli (Italia), lo sviluppo locale va considerato come motore di crescita economica. Per questa ragione le scuole di formazione e di business management svolgono un ruolo determinante poiché contribuiscono a valorizzare, attraverso un’adeguata formazione, un ingente patrimonio di risorse umane. Strategica è l’espansione delle piccole e medie imprese nel tessuto socio/economico per lo sviluppo locale in quanto crea circolazione di persone, idee e merci. Meldolesi ha citato in proposito “le multinazionali tascabili”, piccole imprese capaci di inserirsi in un tessuto socio/economico e divenire promotrici di sviluppo locale. I settori della moda, delle “nanotecnologie”, dell’agroalimentare ne sono un esem- APRILE 2006 Ahmed Fathi Sorour, Lino Motta, Mohammed El Fayoumi pio. Giuseppe Frisella, docente di politica economica all’Università di Palermo (Italia), ha tratteggiato il profilo dell’ASEM, promossa dal Coppem. L’obiettivo di questo nuovo organismo è di progettare iniziative di sviluppo aventi quale soggetto città e regioni. Il bisogno primario di un territorio è lo sviluppo che genera occupazione, e lo sviluppo che il Coppem persegue si può ottenere attivando una serie di iniziative a livello economico, rispettose delle tradizioni del territorio e della comunità locale. La missione dell’ASEM è quella di assistere le autonomie locali nel disegnare dei progetti utili allo sviluppo economico, sociale e culturale delle collettività locali, rappresentate dai membri dell’ASEM. Progetti che prevedono sviluppo sostenibile nell’agricoltura, l’industria, l’artigianato, il turismo, i servizi pubblici e privati e che puntano alla ricerca, alla tutela dell’originalità territoriale dei prodotti, alla valorizzazione della risorsa uomo. “L’iniziativa dell’ASEM non ha pretesa di grandezza ma di operatività, non è in competizione con altre agenzie sovranazionali o nazionali di sviluppo ma intende coesistere con esse”. Giovanna Livreri, Commissario Straordinario Ente Autonomo Fiera del Mediterraneo di Palermo (Italia), ha proposto l’organizzazione di Fiere itineranti per la promozione dei prodotti e delle attività delle realtà locali e la creazione di reti con associazioni pubbliche e private di sviluppo economico. Si tratta, in poche parole, di sviluppare una politica di concertazione Coppem, ASEM, Fiera del Mediterraneo ed altri enti fieristici per promuovere uno sviluppo locale decentrato. Philippe Sanmarco, Consigliere della Municipalità di Marsiglia (Francia), ha insistito sul ruolo della cooperazione e collaborazione NordSud e sull’insoddisfazione giovanile nei confronti delle dinamiche sociali ed economiche, a cominciare dall’ingresso nel mondo del lavoro. I giovani devono diventare una risorsa per l’economia, e questa risorsa deve essere valorizzata attraverso la formazione alla realtà del lavoro, si tratta allora creare le opportu- 5 ANNIVERSARIO CONFERENZA DI BARCELLONA nità che il mercato offre e soprattutto condurre una seria politica di sviluppo locale da cui scaturisca una crescita dell’occupazione giovanile. Mohammed Taibi, sociologo e antropologo all’Università di Oran (Algeria), ha posto in rilievo che oggi la politica economica del suo paese spinge verso un’economia decentrata piuttosto che statalizzata. “Le aziende petrolifere sono “cattedrali nel deserto”, in quanto non promuovono lo sviluppo locale dell’area, non offrono lavoro alla mano d’opera locale e non conoscono nemmeno il territorio dove operano. 52 Università algerine stanno invece promuovendo una politica di integrazione tra medie imprese che vogliono operare nel territorio e le realtà locali, al fine di promuovere lo sviluppo locale come portatore di prosperità nelle aree interessate”. Questa è la direttrice lungo la quale il Coppem dovrebbe muoversi, attivando tutte le sinergie necessarie per avviare anche in Algeria una promozione dello sviluppo dal basso. Infine Erkan Ayan, Consigliere del Sindaco di Izmit (Turchia), 6 ha illustrato le esperienze maturate in quell’area. Nel territorio operano imprese medio-piccole che hanno creato distretti industriali e agricoli e istituito rapporti commerciali soprattutto con la Grecia e l’Ucraina. Tali rapporti e scambi di best practice e prodotti dovrebbero essere maggiormente incentivati tramite serie politiche per lo sviluppo decentrato. Il ruolo dell’ASEM potrebbe costituire un elemento di cosviluppo, fautore di politiche tese a valorizzare le risorse locali mediante la promozione di scambi commerciali e l’apertura verso i paesi interessati ad alimentare nuovi flussi di scambi commerciali. Paolo Carrara, referente della III Commissione, ha sottolineato che tutti gli sforzi, sia del Segretariato sia dei Membri, si sono incentrati soprattutto sulla problematica del rafforzamento e la partecipazione dei Poteri locali e regionali al processo di Barcellona, con riguardo ai temi della cooperazione economica e finanziaria. Il Segretariato del Coppem e i membri della III Commissione giudicano che il mezzo per perseguire lo sviluppo locale è quello di approfondire la conoscenza delle diverse realtà socio-economiche e di avviare poi progetti di scambi di conoscenza e di best practice, nonché di sviluppo tra amministrazioni locali di paesi diversi. Quarta Commissione – Per la cultura, la tecnologia, il turismo e l’ambiente Il presidente Falah Al Omoush (Giordania) ha riconosciuto che il Processo di Barcellona, almeno riguardo alla cooperazione culturale, al dialogo e al multiculturalismo ha ottenuto dei buoni risultati. Il relatore, Petros Filippou (Grecia) ha introdotto il tema delle politiche di cooperazione culturale euromediterranea dell’UE, osservando che la Nuova Politica di Vicinato ha un punto debole nell’esclusione del settore culturale dalle priorità. Ne consegue che le azioni di promozione del dialogo e del multiculturalismo saranno escluse dai finanziamenti previsti dallo strumento ENPI. Natale Giordano, referente per il Segretariato, ha illustrato le COPPEMNEWS Incontro della delegazione del Coppem con il presidente dell’Assemblea del Popolo Ahmed Fathi Sorour attività svolte in tema di cooperazione culturale e, in particolare il completamento del Progetto Unimed Cultural Heritage II, la creazione dell’Associazione Herimed, la messa a punto del progetto “Beni Culturali e Sviluppo Locale” per l’institutional capacity building di funzionari di 60 Autorità Locali siciliane. Nel quadro delle attività dello scorso anno, sono stati presentati 2 Progetti “Il Dialogo culturale e lo sviluppo locale” in Egitto e in Algeria; 3 Progetti nell’ambito del programma Interreg Archimed e una proposta progettuale nel quadro del programma Interreg Medocc. Roberto Albergoni, vice direttore di Unimed (Italia), ha descritto gli scopi di Herimed e ha delineato gli obiettivi che intende perseguire, descrivendone le strategie e le attività. Claudio Basso, consigliere del Comune di Genova (Italia), ha illustrato il progetto di un network di Città della Cultura e del Turismo, fondato sulle comuni matrici storiche e culturali: Genova, Rijeka, Kios, Galata, Costanza, Kiev, Latakya e APRILE 2006 Byblos. Infine ha posto in rilievo il lancio di Med-Child, un progetto realizzato dal Comune di Genova e dall’ospedale Gaslini. Tale progetto prevede la realizzazione di un Ospedale pediatrico itinerante su una nave, dotato delle più moderne tecnologie per la medicina, il pronto intervento pediatrico, la formazione e la telemedicina. Opererà nel Mediterraneo e sarà capace di intervenire in aree di crisi, in caso di disastri naturali, momenti di conflitto o emergenza. Vito Giacalone, Assessore alle Politiche Comunitarie del Comune di Mazara del Vallo (Italia), riferendosi al progetto Beni Culturali e Sviluppo Locale, ha offerto la disponibilità di quella amministrazione a realizzare un workshop di lancio del progetto.Sarà quella l’occasione anche per l’ulteriore promozione del stairo danzante, il prezioso reperto recuperato dal mare. Mustafà Aydyn, Presidente dell’Anadolu BIL of Higher Education (Turchia), ha posto l’accento sul rispetto, la conservazione e la valorizzazione della diversità come valore condiviso e fondante dello svi- luppo sociale. A tale obiettivo è legata la necessità di promuovere un più forte ruolo dell’educazione e della formazione nelle politiche di cooperazione e a questo proposito plaude all’intenso legame tra il Coppem e Unimed. Al termine dei lavori dell’Assemblea una folta delegazione del Comitato è stata ricevuta dal presidente dell’Assemblea del Popolo (il Parlamento egiziano), Ahmed Fathi Sorour. Molti sono stati gli argomenti trattati tra i quali le prospettive di sviluppo economico, la crescita civile e culturale. In particolare, il presidente Sorour ha indicato una più avanzata frontiera di convivenza nel dialogo fra le culture e le religioni nel rispetto del pluralismo, della diversità e delle specificità culturali proprie di ogni Paese. “Il dialogo – ha detto – deve servire non soltanto a una migliore comprensione dell’altro, ma anche alla soluzione dei problemi più urgenti. L’obiettivo deve essere quello non di cambiare l’altro ma quello della coesistenza pacifica”. 7 ANNIVERSARIO CONFERENZA DI BARCELLONA La Dichiarazione conclusiva 1. Noi, membri del Coppem – Comitato Permanente per il Partenariato Euromediterraneo dei Poteri Locali e delle Regioni, riuniti il 3 – 4 dicembre 2005 al Cairo per la VIII Assemblea Generale, dieci anni dopo la Dichiarazione di Barcellona e cinque anni dopo la costituzione del Coppem, riaffermiamo il nostro impegno nel perseguire lo sviluppo socio – economico delle comunità a livello locale, anche attraverso il rafforzamento della cooperazione fra Amministrazioni Locali e Regioni dell’area euromediterranea nel quadro del processo del partenariato euromediterraneo. 2. Noi riaffermiamo il nostro forte impegno nel perseguire gli obiettivi definiti nella Dichiarazione di Barcellona del 1995, ritenendola, anche alla luce delle odierne prospettive, il migliore strumento per fare della regione euromediterranea un’area di pace, dialogo e prosperità condivisa. 3. Noi siamo convinti che, alla luce dei deludenti risultati emersi dal recente vertice di Barcellona, i poteri locali e le regioni sono sempre più soggetti che a pieno titolo possono ispirare, elaborare e indirizzare con successo politiche di partenariato nell’area euromediterranea che tengano conto delle aspirazioni e dei bisogni dei cittadini, fornendo un contributo che, oltre le politiche decise a livello governativo, è indispensabile a conferire al processo di Barcellona i benefici attesi e fino ad ora non raggiunti. 4. Noi siamo pienamente consapevoli e fermamente convinti che alle istituzioni locali è affidata la responsabilità di svolgere un ruolo determinante per una pace e una prosperità stabile e duratura nell’ area euromediterranea, che sono traguardi di somma importanza che è possibile raggiungere attraverso un dialogo aperto e iniziative congiunte, e 8 Parte della delegazione turca intervenuta ai lavori dell’VIII Assemblea Generale del Coppem che rappresentano un percorso cruciale da seguire avvalendosi del reciproco sostegno e di una stretta cooperazione. Il rifiuto di qualsiasi cultura, forma e atto di terrorismo, razzismo, e xenofobia, ispira la nostra politica nella direzione di una consapevole partecipazione volta a stabilire armoniche relazioni fra i nostri cittadini ed una buona qualità della loro vita. 5. Noi consideriamo il decentramento dei poteri mezzo essenziale per rendere le istituzioni locali e regionali dell’area euromediterranea attrici e promotrici di un processo congiunto indirizzato a salvaguardare i diritti umani e i principi di democrazia, di giustizia, di trasparenza e di eguaglianza, e a alleviare le sofferenze e la povertà delle popolazioni, nel rispetto delle leggi nazionali e internazionali. Le istituzioni locali devono essere i garanti della coesione ed inclusione socio-economica fra le società europee e mediterranee. 6. Noi riteniamo di somma importanza che le esperienze e le esigenze delle isti- tuzioni locali euromediterranee siano tenute doverosamente in considerazione nel riorientamento del processo di Barcellona per un partenariato euromediterraneo sempre più efficace, che richiediamo possa ampliare le attività e le ricadute a beneficio diretto delle comunità locali dell’area. Per questo noi, rappresentanti di città e regioni euromediterranee, ci impegnamo a cooperare per rafforzare i legami con la Commissione Europea, e a tale scopo diamo mandato al Coppem di esercitare ogni sforzo per essere riconosciuto organismo consultivo e consulenziale. Analoga richiesta facciamo per quanto riguarda la politica di vicinato, del cui ruolo fondamentale nella stabilità e sviluppo dei nostri Paesi siamo consci, e che auspichiamo proceda come armonico complemento della politica di partenariato euromediterraneo. 7. Noi crediamo che la coesione, la coesistenza e la collaborazione fra le comunità euromediterranee debbano essere sviluppate attraverso un aperto COPPEMNEWS dialogo e cooperazione fra organizzazioni internazionali, associazioni di città e regioni, organizzazioni non governative, il mondo accademico, e organismi pubblici e privati, che operano su temi di interesse nell’area. 8. Noi osserviamo con soddisfazione i progressi fatti dal Coppem nel 2005, per quanto riguarda contatti sviluppati con le Istituzioni Europee, con la Fondazione Euromediterranea Anna Lindh per il Dialogo fra le Culture, con la Assemblea Parlamentare Euromediterranea, con il Gruppo Euromed di Eurocities, con il Consiglio d’Europa – Congresso delle Autorità Locali e Regionali, con UNOPS, UNDP, UNESCO, UN – Habitat, UNIMED, con la Associazione delle Municipalità Turche nel Mondo, e con molte altre autorevoli organizzazioni. Noi concordiamo che il Coppem proceda con ulteriore slancio nel rafforzamento delle relazioni con organizzazioni di primaria importanza per consultazioni, scambi, progetti di comuni iniziative a vantaggio delle Amministrazioni locali e regionali euromediterranee. 9. Noi confermiamo che è di enorme interesse la creazione di un forum permanente nel quale associazioni storiche internazionali di città e regioni, quali il Coppem, il gruppo Euromed di Eurocities, Arco Latino e Medcities, possano discutere di argomenti di comune interesse relativi a problematiche di città e regioni dell’area euromediterranea, al fine di mettere a punto azioni e di conferire maggiore autorevolezza alla voce delle amministrazioni locali e regionali nel contesto del processo della politica euromediterranea. 10. Noi plaudiamo l’iniziativa della Fondazione Euromediterranea Anna Lindh per il Dialogo fra le Culture, di invitare i network regionali euromedi- APRILE 2006 Heinrich Hoffschulte, I vice presidente onorario CCRE terranei per favorire lo scambio delle esperienze e rafforzare il dialogo tra i popoli e le culture e auspichiamo l’istituzione di un Comitato permanente, formato dai network regionali e indipendente dai network nazionali, con funzioni consultive e propulsive. 11. Noi, consapevoli dell’importanza dell’incremento delle relazioni Sud-Sud per il successo del Partenariato Euromediterraneo e dell’impatto dei Gemellaggi tra Città nella crescita sociale e culturale dei cittadini, auspichiamo che la Commissione Europea, nell’ambito dei propri poteri, possa lanciare un programma volto a favorire i Gemellaggi tra Città Sud -Sud. 12. Noi, consci dell’importanza che il Patrimonio Culturale ha nella crescita socio-culturale dei cittadini e dell’impatto che la sua gestione, sostenibile e partecipata, ha sulle economie locali, lamentiamo l’assenza della Gestione del Patrimonio Culturale dagli obiettivi prioritari della politica di vicinato e invitiamo la Commissione Europea a inserirvi il Patrimonio Culturale tra le priorità. 13. Noi riteniamo molto utile lo scambio reciproco di esperienze e risultati raggiunti nel campo legislativo, sociale ed economico. Per questo noi accoglieremo con favore proposte di incontri bilaterali e multilaterali che il Segretariato vorrà indicarci, comprendenti anche richieste alla Commissione Europea e ad altri soggetti finanziatori. 14. Noi siamo assolutamente aperti a partecipare come partner in progetti condivisi, ed apprezziamo gli sforzi già fatti dal Segretariato in questa direzione, incoraggiandolo a promuovere nuovi partenariati di progetto nel corso del prossimo anno. 15. Noi diamo il benvenuto agli Uffici di rappresentanza del Coppem al Cairo, a Rabat e ad Istanbul, e auspichiamo che il loro impegno potrà contribuire decisamente all’ampliamento e rafforzamento della missione del Coppem. Le Commissioni, di cui siamo membri, sono chiamate a proporre e suggerire iniziative che da tali Uffici potranno essere intraprese. 16. Noi guardiamo con interesse la re- 9 ANNIVERSARIO CONFERENZA DI BARCELLONA Franco Sammaritano, Vito Giacalone, Adly Hussein, Vito Ballatore, Natale Giordano cente creazione del Centro di Coordinamento Socio-Sanitario promosso dal Coppem, e incoraggiamo in particolare la I Commissione a fornire tutti i suggerimenti e gli apporti che possano contribuire alla sua migliore strutturazione e affermazione. 17. Noi auspichiamo che il Coppem possa attivare ulteriori concrete cooperazioni con Università dell’area euromediterranea per la istituzione di programmi di scambi formativi, facendo anche riferimento agli accordi già sottoscritti con le Università di Enna e Palermo in Italia, e confidiamo che la I Commissione studierà e proporrà i migliori sviluppi di tali accordi. 18. Noi attribuiamo grande interesse a stabilire rapporti di collaborazione fra le nostre città e accordi bilaterali fra le nostre regioni, riferendoci agli esempi di quelli concordati fra la Regione Siciliana con la Regione di Rabat in Marocco e il Governatorato di Qalyubiya in Egitto, che il Segretariato ha promosso, ed auspichiamo che la I Commissione e la II Commissione potran- 10 no individuare ulteriori partenariati possibili fra città e regioni, studiandone le migliori forme di cooperazione ed accordo. 19. Noi riteniamo che le problematiche legate ai fenomeni della migrazione debbano essere prioritariamente analizzate ed affrontate per una armonica convivenza tra i cittadini, ed a tal fine auspichiamo che la II Commissione contribuirà alla definizione di una chiara posizione del Coppem sul tema, indicando adeguate iniziative politico-strategiche. 20. Noi confidiamo che l’ASEM, Agenzia per lo Sviluppo Euromediterraneo promossa dal Coppem, avvii la sua fase operativa per imprimere sviluppo socio-economico alle comunità locali, ed esprimiamo il nostro interesse e impegno a parteciparvi attivamente, e in particolare auspichiamo che i lavori della III Commissione, nel quadro del suo impegno indirizzato allo sviluppo locale, contribuiranno concretamente al suo consolidamento strategico-operativo. 21. Noi auspichiamo che la III Commissione dia pieno sostegno a iniziative volte alla realizzazione di protocolli d’intesa tra le Camere di Commercio, a strategie comuni di Fiere commerciali, particolarmente della sponda sud del Mediterraneo, alla formazione di imprenditori e di tecnici dei servizi per lo sviluppo dei territori. 22. Noi accogliamo con favore la concreta prospettiva della costituzione di Herimed, Agenzia Euromediterranea per la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale, concordiamo che il Coppem ne divenga membro fondatore e auspichiamo che le amministrazioni locali e le regioni ne partecipino come associati, confidando in proposte, suggerimenti e strategie che in particolare la IV Commissione vorrà studiare e proporre. 23. Noi concordiamo che la IV Commissione proceda verso la ricerca delle modalità più idonee per attivare più strette collaborazioni che il Coppem è interessato a realizzare con organizzazioni che operano nell’area Euromediterranea nel settore del turismo dei beni culturali, dell’ambiente e delle tecnologie, sviluppando i contatti e gli accordi già discussi o stabiliti con la Fondazione euromediterranea Anna Lindh, con la Fondazione Field, e con numerose altre organizzazioni. 24. Noi riteniamo che possa essere costituita una quinta Commissione del Coppem per le pari opportunità, che potrà essere presentata per la approvazione della prossima Assemblea Generale. 25. Noi riconosciamo fermamente che la missione del Coppem è basata su principi da noi condivisi, ed auspichiamo che, anche attraverso la messa in atto delle iniziative prima auspicate e raccomandate, venga proiettata verso ulteriori traguardi di successo. COPPEMNEWS CITTADINI EUROMEDITERRANEI CRESCONO Lino Motta Lino Motta segretario generale Coppem I rapporti del Coppem con l’Egitto sono diventati sempre più stretti: Nel 2003 abbiamo tenuto al Cairo il Convegno internazionale sui beni culturali alla presenza del Primo Ministro Atef Ebeid; abbiamo incontrato in quell’occasione il Presidente dell’Assemblea del Popolo Ahmed Fathi Sorour. Nel 2005 una delegazione della Regione di Qualubya si è recata in visita ufficiale in Sicilia per una settimana. Nel 2005 abbiamo partecipato all’inaugurazione della Fondazione Anna Lindh ad Alessandria d’Egitto e abbiamo incontrato ancora una volta il Presidente dell’Assemblea del Popolo; abbiamo preso parte ai lavori del gruppo ristretto della fondazione Anna Lindh ad Alessandria e successivamente a Torino e a Barcellona. Durante i lavori dell’Assemblea Generale di Taormina è stato firmato un protocollo d’intesa per l’apertura APRILE 2006 dell’Ufficio di Rappresentanza del Coppem al Cairo ed abbiamo già i locali vicino alla sede del Parlamento. Ieri si è concordato con ONU Habitat e Unesco un piano d’azione che interessa le città costiere dell’Egitto, della Giordania, della Palestina e Israele. Ho il piacere di annunziare che il governo della Regione Siciliana ha approvato il protocollo d’intesa con la Regione di Qualubya e non appena il Ministero degli Affari Regionali del governo italiano darà il nullaosta concorderemo la data della firma. Non è questa la sede per parlare delle numerose iniziative che il Coppem intende intraprendere con le autorità locali egiziane. C’è un proficuo lavoro da portare avanti. Per noi infatti il partenariato euromediterraneo deve perseguire con coerenza gli obiettivi di Barcellona. I pilastri della dichiarazione di Barcellona: pace e sicurezza, partenariato economico e finanziario, partenariato sociale e culturale restano validi. Ma i risultati sinora raggiunti sono molto modesti. Il divario tra gli stati Europei e quelli della Sponda Sud del Mediterraneo non è diminuito, anzi si è aggravato. Le politiche euromediterranee sin qui perseguite non puntano al cuore della questione: creare sviluppo sostenibile nei paesi partner. Ma per creare sviluppo sostenibile occorre, secondo il Coppem, creare sviluppo locale, e per creare sviluppo locale occorre creare, quello che gli economisti e i sociologi chiamano il capitale sociale. Se non si persegue questa linea, il partenariato euromediterraneo da risultati non adeguati ed entra in crisi tutto il disegno politico. Di ciò ne dobbiamo avere piena consapevolezza. Il Coppem ha creato sin dalla sua costituzione la strategia delle nuove forme di partenariato che facciano decollare economicamente, socialmente e culturalmente i territori. Per questo non ci siamo limitati agli incontri istituzionali, che pure sono stati molto positivi perché ci hanno fatto conoscere, ci hanno fatto anche diventare amici. Il Coppem ha promosso strutture che saranno operative al più presto e che consentiranno di dare un contributo concreto alla formazione del capitale sociale. Il Prof. Frisella dell’Università di Palermo, il dr. Furnari direttore generale dell’Azienda sanitaria di Messina, e il dr. Roberto Albergoni direttore generale di UNIMED, che rappresenta le 71 Università del Mediterraneo, con sede alla Sapienza a Roma, hanno evidenziato gli obiettivi di queste strutture che sono: L’ASEM (agenzia di sviluppo euromediterraneo che fa progetti), Il Coordinamento socio-sanitario dei 35 stati al quale ha aderito l’ONU, Herimed (L’Associazione per la valorizzazione dei beni culturali dei 35 Stati). Come si può notare il Coppem non fa propaganda ma politica concreta. Il signor Pipien rappresentantante della Banca 11 ANNIVERSARIO CONFERENZA DI BARCELLONA Un momento dei lavori del Coppem a Il Cairo Mondiale, può dare un notevole apporto alle nostre strategie socio-culturali e di sviluppo. Questo anno il Coppem ha compiuto un grande salto di qualità nei rapporti con le Organizzazioni Internazionali ed è diventato un interlocutore fondamentale non solo per le Associazioni euromediterranee. Con L’ONU siamo impegnati nel piano d’azione che riguarda le citta costiere dei quattro stati di cui parlavo prima; nel coordinamento sociosanitario; nel progetto Art Gold già presentato dall’ONU a Messina, a Caserta durante Convegni del Coppem che riguarda gli stati del Magreb ed altre iniziative di collaborazione sono in studio. Con la Fondazione Anna Lindh c’è un ampia collaborazione sulla quale ho già dato informazione. Con l’OCA, l’Organizzazione delle Citta Arabe, c’è un rapporto molto stretto – l’OCA partecipa di diritto nel Coppem, e siamo lieti di comunicare che il Coppem, il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa, il Congresso delle Autorità Locali del Consiglio d’Europa assieme all’ATO, al- 12 la Lega Araba, e alla Municipalità di Dubai sono già in fase di organizzazione della 3 Conferenza Euro Araba. Abbiamo già svolto la prima riunione a Dubai il 21 novembre, continueremo a Palermo il 21 gennaio 2006. La sede della Conferenza sarà Dubai; la data è nell’ultima settimana del novembre 2006. Dobbiamo far si che questa conferenza sia un grande evento internazionale e dobbiamo sin da ora mobilitarci. Abbiamo ripreso i rapporti con il Consiglio dei Comuni e delle regioni d’Europa, concorderemo una serie di iniziative , e salutiamo la presenza ai nostri lavori del Vice Presidente Onorario Sig. Hoffschulte. Intense sono diventate pure le relazioni con le associazioni euromediterranee: Euromed Eurocities, Med Cities, Arco Latino, con loro ci vedremo presto a Torino per definire i rapporti con la Commissione Euromediterranea dell’organizzazione mondiale degli enti locali e per stabilire come portare avanti la richiesta di un Forum Euromediterraneo dei poteri locali e regionali, che deve essere istituito dall’U- nione Europea, così come è avvenuto per i Parlamenti euromediterranei. All’associazione dei Parlamenti euromediterranei, presieduta dal Presidente del Parlamento Europeo, Borrell, abbiamo proposto iniziative di collaborazione. Per finire il 16 dicembre sono stato invitato nella mia qualità di Segretario Generale a Strasburgo, per svolgere una relazione sul Coppem in seguito alla nostra richiesta di diventare membro osservatore del Congresso delle Autorità locali del Consiglio d’Europa. Abbiamo svolto, credo, un buon lavoro; grazie a voi tutti e alle nostre collaboratrici e collaboratori, aumentano le nostre responsabilità, perché la nostra crescita politico-istituzionale è stata molto forte. Oggi ci sarà una relazione dettagliata su tutte le iniziative del Coppem svolte nel 2005. Per concludere sulla celebrazione del decennio mi sento di affermare che il processo di Barcellona ha bisogno di innovazioni profonde nella linea politica e nella programmazione delle risorse.Investire di più e meglio in una politica di pace e di sicurezza, di partenariato economico e finanziario e di partenariato sociale e culturale è per l’Europa non solo un dovere, ma una decisiva scelta, direi una necessità. Per concludere sulla celebrazione del decennio sono profondamente convinto che dobbiamo mantenere salda la nostra identità. Non è solo una esigenza culturale ma anche politica. Dobbiamo far capire in modo netto chi siamo e cosa vogliamo. A seguito delle nostre numerose iniziative nella sponda sud del Mediterraneo e nel mondo arabo qualcuno mi dice scherzosamente:”Ma tu sei europeo, o palestinese, o israeliano, o turco o arabo?” Io rispondo, non scherzosamente: “Io mi sento di essere un cittadino euromediterraneo”. COPPEMNEWS QUATTRO SFIDE PER RILANCIARE IL MEDITERRANEO Adly Hussein, Falah Al Omoush Adly Hussein Governatore di Qalyubya, vice presidente Coppem Egitto, terra di civiltà, sicurezza e pace. Sulle sponde del suo lungo Nilo, le cui acque scorrono da sud a nord dandoci benessere, sviluppo e continua ispirazione oltre a connotare fortemente la nostra cultura, sono sorte diverse civiltà da quella dell’Antico Egitto a quella Copta fino ad arrivare a quella Islamica. Chi viene in Egitto, quando ritornerà nel proprio paese porterà con sé sentimenti di amicizia e di affetto; sentimenti che ben rappresentano la natura stessa della nostra gente. L’egiziano, per sua natura, accoglie con cordialità e amicizia tutti coloro che arrivano nel suo paese, fin da quando il profeta Isaia disse “Benedetto sia il mio popolo d’Egitto”, e come recita il Sacro Corano “Entrate in Egitto senza pericolo a Dio piacendo”. Tale massa d’acqua creata da Dio per riunire sulle sue sponde tutte queste straordinarie APRILE 2006 civiltà, ci ispira ad incontrarci per il bene comune nell’applicazione della Dichiarazione di Barcellona. Pertanto nel celebrare il decimo anniversario della Dichiarazione di Barcellona, mi sembra necessario fare delle ampie valutazioni su tale processo e questa celebrazione deve essere un’opportunità per ribadire i nostri obiettivi di pace e stabilità, per accrescere la cooperazione e l’integrazione economica tra Nord e Sud, rafforzare il dialogo tra le culture e le civiltà in modo da permettere a tutti i paesi del Mediterraneo di avere condizioni di stabilità e benessere, dando così alle giovani generazioni valori attraverso i quali esse possano esprimere la propria identità in una atmosfera di libertà e di rispetto dei diritti umani. Queste sono le nostre speranze, ma la questione presenta differenti opinioni. L’ambasciatore Klaus Eberman – Rappresentante della delegazione della Commissione Europea in Egitto- ha affermato che la celebrazione del 10° anniversario della Dichiarazione di Barcellona non necessita manifestazioni di esultanza. La Pace in Medio Oriente non è stata raggiunta e il benessere economico non si è realizzato. Pertanto Eberman ravvisa quanto sia necessario supportare la democrazia, il rispetto dei diritti umani, la lotta al terrorismo e liberare il Medio Oriente dalle armi di distruzione di massa nonché sostenere tematiche riguardanti giustizia e sicurezza e risolvere i problemi connessi a immigrazione e integrazione sociale, afferma inoltre che l’alternativa alla visione di Barcellona è lo scontro di civiltà. L’ambasciatore Bembly – Ambasciatore inglese in Egitto- dichiara che nonostante alcuni obiettivi del Processo di Barcellona siano stati raggiunti, non ci sono stati progressi in ciò che speriamo di fare. I conflitti regionali rimangono irrisolti. La crescita economica non è andata avanti e non si registrano progressi nella lotta all’analfabestismo. Vi sono quindi critiche reciproche tra le due sponde (Nord e Sud) a causa della mancata attuazione, fino ad ora, della Dichiarazione di Barcellona del 1995. Alcuni si chiedono come gli Europei possano ignorare i punti di tale accordo dopo l’11 Settembre e intendano trascurare sviluppo, modernizzazione e democrazia, cominciando a considerare concetti che ruotano soltanto su sicurezza e immigrazione. Coloro che hanno un atteggiamento critico, indicano come non sia accettabile che tutti i paesi del sud ottengano soltanto l’1% del totale degli investimenti UE, che è circa il 9%- mentre soltanto un paese (Israele) abbia ottenuto il 45% degli investimenti Europei durante il 2004 – e il totale di ciò che i paesi del Sud ottengono da tali investimenti equivale a quello che ottiene un paese dell’Europa dell’Est come la Polonia. 13 ANNIVERSARIO CONFERENZA DI BARCELLONA Adly Hussein Quelli che hanno un’attegiamento critico stanno ancora discutendo sul fatto che tale ingiustizia nel percorso di Barcellona crei altri percorsi paralleli e competitivi come il percorso 5+5 tra Francia, Italia, Spagna, Potogallo e Malta a nord, e quello Tunisia, Algeria, Marocco, Libia e Mauritania a sud oltre agli accordi di libero scambio tra Giordania e Stati Uniti e tra Marocco e Stati Uniti. Non può esserci stabilità nel Mediterraneo se si fanno passi falsi nel processo di pace in Medio Oriente, e se tutti i paesi di quest’area non si riuniscono con un trattato che proibisca le armi di distruzione di massa. Non possiamo favorire la stabilità nel Mediterraneo senza una stretta cooperazione che affronti aspetti quali violenza, terrorismo e aggressione. In questa occasione, accenno al fatto che il Presidente Hosni Mubarak presentò la sua famosa iniziativa – al Parlamento Europeo nel 1986- circa la necessità di tenere una conferenza per fronteggiare il terrorismo, e tale iniziativa esiste tuttora. La Dichiarazione di Barcellona ha confermato la necessità di riunirsi per 14 discutere di argomenti di carattere politico e di sicurezza da un lato, e di argomenti di carattere economico, sociale, culturale dall’altro. Attraverso tale concetto di ampio sviluppo, una reale e pacifica coesistenza tra le nazioni può essere raggiunta. Il Vertice di Barcellona ha concluso le celebrazioni del 10° Anniversario del Processo di Barcellona e ha terminato i suoi lavori concentrandosi su due punti: Terrorismo e Immigrazione. Per quanto riguarda il Terrorismo, lo slogan della nostra assemblea è “no al terrorismo” tutti noi ne soffriamo, dal momento che danneggia indiscriminatamente tutti i nostri paesi. Conosciamo le sue cause e i suoi effetti sono tangibili, il terrorismo non si arresterà se non andando alla radice delle sue cause, ossia povertà, ignoranza, ingiustizia, disuguaglianza, assenza di giustizia, di democrazia e di diritti umani, livelli di istruzione arretrati, disinteresse per la partecipazione dei giovani. Ancora una volta “ il Nord non ottiene sicurezza, e il Sud non ottiene gli aiuti che possano prevenire l’ immigrazione clandestina, che procura cospicui profitti a coloro che vi sono coinvolti. Uno dei rapporti delle Nazioni Unite presentato alla nona conferenza contro il crimine tenutasi al Cairo nel 1995mostra che le organizzazioni criminali tentano annualmente di far fuggire circa un milione di persone dai paesi poveri verso i paesi ricchi, un commercio che frutta annualmente circa 3-5 miliardi di dollari. I nostri giovani del Sud fanno affidamento sulla giustizia dei paesi del nord, sui comitati che si occupano di diritti umani, di giustizia e di disparità. I nostri giovani del sud assistono dubbiosi a ciò che viene pubblicato riguardo a torture, demolizioni di abitazioni, uccisioni di donne e bambini e a ciò che succede alle persone conosciute e sconosciute nei paesi europei ed in altri paesi, alla discriminazione, all’uso di armi chimiche (come vediamo nei programmi della TV italiana). E tutte queste azioni appartengono a grandi paesi che vanno totalmente contro i nobili valori delle loro Costituzioni. Per quanto riguarda l’immigrazione, è uno dei problemi più rilevanti che le popolazioni del Nord del Mediterraneo si trovano ad affrontare.Credo sia possibile sintetizzare questo problema in una frase: “ il Nord non ottiene sicurezza e il Sud non ottiene aiuti” Tutti noi abbiamo assistito agli atti di violenza che si sono verificati a Parigi da parte di un gruppo di immigrati e dei loro figli, ed alcuni di coloro che hanno seguito tali eventi hanno accusato i Musulmani di queste regioni di essere coinvolti in tali atti di violenza. Recentemente a Parigi è stato pubblicato un libro che s’intitola “Libertà- uguaglianza-Islam” e ci mette in guardia sul fatto che l’Islam in Francia sta andando COPPEMNEWS verso il razzismo, inoltre l’autore del libro ci informa che in Francia l’Islam include coloro a cui la Francia ha dimenticato di riservare un posto sul treno dello sviluppo, per questa ragione queste fette di popolazione sono dominate da sentimenti di rifiuto e di odio per la società in cui hanno difficoltà ad integrarsi. Spero che voi siate d’accordo con me nel ritenere che questo annoso problema non si possa risolvere in maniera semplicistica, ossia descrivendo coloro che hanno partecipato agli di violenza con crudeli stigmatizzazioni. Siamo stati lieti quando il Presidente Jacques Chirac, nel suo discorso sui fatti di Parigi, ha annunciato che la soluzione a questo fenomeno non è soltanto materia di sicurezza ma ha anche implicazioni sociali ed umane, e per questo motivo ha dato disposizioni al suo governo, a tutti i gruppi della società civile e alle organizzazioni, di attivare la legge di solidarietà e di rinnovamento della società per dare lavoro ai giovani dai 15 ai 35 anni che non hanno alcun titolo di studio oltre a trasferire princìpi di pari opportunità a favore della diversità e contro ogni forma di discriminazione. La storia della civiltà Islamica e delle civiltà Europee ci impone la necessità di andare verso un mix culturale tra le due sponde del Mediterraneo. Nord e Sud si sono accordati sulla Dichiarazione di Barcellona del 1995 per una cooperazione tra loro ma io credo che il successo di tale Dichiarazione dipenda da quattro condizioni: il Nord dovrebbe contribuire più seriamente al raggiungimento dello sviluppo dei paesi del Sud; Il Sud dovrebbe – dal canto suo – fare passi seri e urgenti nel campo della liberalizzazione politica ed economica; il Nord dà ancora priorità a tematiche politiche e di sicurezza mentre il Sud dà priorità alle que- APRILE 2006 Ahmed Fathi Sorour, Adly Hussein, Michele Raimondi stioni economiche. Quest’ ultima richiesta è molto importante per capire quali siano le tematiche prioritarie per le due parti. Inoltre vi è la necessità di affrontare le principali sfide in cui entrambe le parti sono coinvolte, e le più importanti a mio avviso, sono le seguenti: 1. la sfida umana (problema migratorio) 2. la sfida produttiva (sistema di produzione) 3. la sfida commerciale (disordine nell’equilibrio commerciale) 4. la sfida culturale dialogo tra le civiltà) 5. la sfida ambientale (inquinamento nel Mediterraneo) Il Mar Mediterraneo può rappresentare il centro dei pericoli del mondo moderno: povertà, mal governo, terrorismo, traffico di esseri umani, estremismo politico. Ma nello stesso tempo, questo mare instabile rappresenta ancora la nostra cultura comune e la nostra via di cooperazione, non c’è spazio per errori. Diffondere la democrazia, la multiculturalità e i diritti umani fa parte del progetto originario di Barcellona. Per supportare la realizzazione del buon governo, il Partenariato Euromediterraneo non dovrebbe limitarsi soltanto al livello ufficiale e di governo ma anche le autorità locali dovrebbero prendervi parte, dal momento che rappresentano una reale garanzia di continuità per diffondere la cultura del dialogo, della mutua comprensione, per fronteggiare il rischio del terrorismo, e per supportare la democrazia e il buon governo. Non vi è dubbio che il Coppem è adatto poiché sono le autorità locali da cui è costituito a portare avanti questa responsabilità nel prossimo futuro. A conclusione del mio discorso rinnovo il mio benvenuto a tutti voi, vi auguro di trascorrere un piacevole soggiorno nel nostro paese, e colgo l’occasione per porgere i miei saluti e i sensi della mia più alta stima alla Regione Siciliana e al suo Presidente Salvatore Cuffaro, per il grande supporto che ha dato al Coppem perchè porti a termine la sua grande responsabilità di implementare il processo di Barcellona in modo giusto. 15 ANNIVERSARIO CONFERENZA DI BARCELLONA L’ECONOMIA FATTORE GEOSTRATEGICO PER LA PACE E LA STABILITÀ Omar El Baharoui Rabat, Bab As Soufara Omar El Bahraoui La celebrazione del 10° anniversario della Dichiarazione di Barcellona si basa su una politica ambiziosa di lungo termine che mira a fare del bacino del Mediterraneo una zona di dialogo, di scambio, di cooperazione che garantiscano la pace e la mutua comprensione fra i popoli in vista del 2010. La storica Dichiarazione di Barcellona esprime la volontà, da parte delle popolazioni del Mediterraneo in linea con i loro rappresentanti governativi e locali, di costruire una zona di prosperità condivisa, di rafforzare e sviluppare la cooperazione su progetti bilaterali regionali e la realizzazione di un programma globale di sviluppo fondato su tre assi: asse politico il cui fine è quello di creare uno spazio comune di pace e di prosperità nel bacino Mediterraneo rafforzando l’importanza del dialogo politico e della sicurezza, al fine di promuovere valori quali democrazia, libertà, rispetto dei diritti umani e la creazione di uno stato di diritto; asse economico e finanziario: lanciare la costruzione di una zona di prosperità condivisa attraverso un partenariato eco- presidente della città di Rabat e I° vice-presidente del Coppem Omar El Baharoui ha indirizzato all’VIII Assemblea Generale del Coppem un messaggio che è stato letto da Abdel Fattah Skir, segretario generale della municpalità di Rabat: 16 nomico e finanziario così da creare progressivamente una zona di libero scambio basata sul principio dell’economia di mercato; asse socio-culturale: promuovere il riavvicinamento dei popoli attraverso un partenariato socio-culturale e umano che miri a favorire la comprensione e lo scambio tra le culture. Tale partenariato può giocare un ruolo importante nel rafforzamento dei legami tra le diverse componenti della società civile, e nella promozione della cooperazione decentrata e della gestione delle questioni sociali ed economiche come quella dell’immigrazione. Questa celebrazione è senza dubbio un’occasione che imprimerà nuovo slancio a un partenariato strategico tra l’Unione Europea e i Paesi e le città del sud del bacino del Mediterraneo, un partenariato che permetterebbe ai paesi del Sud di lanciarsi in importanti riforme economiche e sociali. Tale partenariato può essere considerato come un contratto sociale volto a legare le popolazioni delle due sponde del Mediterraneo. Tuttavia bisogna prendere at- COPPEMNEWS Le mura di Rabat to che dieci anni dopo il lancio del Processo di Barcellona non si sono avuti tutti gli effetti previsti. In effetti, sebbene questo processo costituisca in sé un’esperienza di sviluppo per tutta l’area del Mediterraneo, si possono riscontrare parecchie lacune e contraddizioni: gli investimenti si fanno sempre attendere per i partner del Sud, la crisi in Medio Oriente e l’incapacità dell’Europa di imporsi come mediatore nella regione riguardo alla risoluzione dei conflitti, riguardo ai problemi dell’immigrazione e del terrorismo che si sono posti come prioritari per l’Unione Europea e vengono percepiti come degli ostacoli tanto da impedire la concretizzazione degli obiettivi di Barcellona. Dieci anni dopo questa Dichiarazione, bisogna constatare che la regione Mediterranea è sempre caratterizzata da rapporti economici asimmetrici e dal divario dei livelli di sviluppo tra le due sponde. La situazione di alcuni paesi del Sud ha registrato un evidente regresso a livello politico, sociale ed economico, nonostante l’apporto finanziario dell’Europa nel qua- APRILE 2006 dro del programma MEDA. Oggi viviamo un periodo difficile, tutti noi siamo preoccupati per la minaccia che grava sulla pace e la stabilità della regione del bacino del Mediterraneo. A questo proposito, necessita un approccio comune che ci permetta di progredire in una regione le cui decisioni sono state legate per molto tempo a decisioni prese in altri paesi. Il processo di Barcellona non è un fine in sé, esso presenta solamente il quadro istituzionale che ci permetterà di assicurare al meglio le nostre responsabilità nel portare avanti delle azioni che non possono che favorire l’avvicinamento tra le due rive. Siamo tutti d’accordo sull’impatto positivo che potrà avere la cooperazione tra i paesi del Nord e i paesi del Sud. L’Unione Europea potrà approfondire sostanzialmente la cooperazione con ogni paese e promuovere la cooperazione decentrata tra le città e le collettività territoriali del bacino per le linee d’investimento e l’implementazione di progetti di partenariato. L’implemenatzione di un tale partenariato non può che aiutare i paesi e le città del Sud a superare i problemi economici e sociali (immigrazione, estremismo, crimine organizzato e terrorismo) che sono causa della gran parte delle condizioni di disperazione in cui versano i suoi abitanti. A tal fine, il terrorismo e l’estremismo non devono scoraggiare i nostri sforzi volti a rendere il bacino del Mediterraneo una zona di prosperità e di sicurezza. Rafforzare il dialogo fra i paesi in ogni parte del Mediterraneo e le linee di riforma politica ed economica è basilare. Senza questo dialogo, sarebbe difficile combattere il terrorismo, rispettare i diritti umani, ed instaurare uno stato di diritto. Lo sviluppo economico costituisce non solo la principale posta in gioco per l’avvenire della regione, ma è visto anche come un elemento geostrategico in considerazione della pace e della stabilità. Le popolazioni che aderiscono ai valori di democrazia, di dialogo culturale, e di rispetto dei diritti umani, confermano il loro forte attaccamento al partenariato che non può che garantire agli abitanti di entrambe le rive del Mediterraneo migliori condizioni di vita in un zona di pace, stabilità e di prosperità condivisa. 17 ANNIVERSARIO CONFERENZA DI BARCELLONA UN CONSORZIO PER LE RASSEGNE MERCANTILI Giovanna Livreri (Commissario straordinario Ente Fiera di Palermo), dr. Giuseppe Frisella Giovanna Livreri commissario Fiera del Mediterraneo La Fiera del Mediterraneo, è un soggetto economico pubblico, essa è braccio operativo e strumentale della Regione Siciliana per la promozione e diffusione e lo scambio delle produttività locali e internazionali. Tale forma giuridica lo rende idoneo a progetti di interesse internazionale a servizio dei Poteri Locali rappresentanti nel Coppem. La Fiera del Mediterraneo organizza da sempre una Fiera Campionaria Internazionale che è stata ed è luogo di presentazione delle produzioni e dei servizi dei Paesi del bacino Mediterraneo. La Fiera, registra una media di presenza costante negli ultimi 10 anni di oltre 450.000 visitatori annui, essa si sviluppa su una superficie di 84.000 metri quadrati di cui 50.000 circa di padiglioni coperti, l’area espositiva, in occasione del tradizionale appuntamento primaverile con la Campionaria Internazionale, risulta completamente occupata. 18 Questa struttura può essere immediatamente orientata a costituire un centro di aggregazione, di lancio e promozione di idee, di iniziative, proposte e scambi commerciali, in un mercato di riferimento , quello dell’area mediterranea, che ha contribuito ad esaltare la posizione strategica della città di Palermo ed oggi può esaltare la cooperazione fra Città del Mediterraneo. L’ascolto del territorio e della comunità mediterranea, insieme con l’attenzione agli aspetti socio- ambientali dei progetti, fanno parte di un concetto più ampio di “responsabilità sociale”, che Fiera del Mediterraneo intende applicare e mettere a punto in questi prossimi anni. La Fiera del Mediterraneo, sin dalla sua origine e per scelta della sua leadership è stata per sessant’anni “macchina dello scambio”, ora deve trasformarsi in una vera e propria “macchina dello sviluppo”, un vero propulsore dell’economia del territorio, al servizio della comunità che vi risiede e delle imprese che vi operano. Questo è il progetto per arrivare preparati all’appuntamento per il 2010. Fiera del Mediterraneo dovrà avere il compito di promuovere la “cultura dello scambio” con l’impegno , attraverso la promozione e diffusione dei prodotti mediterranei , di diffondere la connessa “cultura sociale”, facendo incontrare, a latere delle manifestazioni fieristiche, soggetti che normalmente non dialogano tra loro come gli studenti, i cittadini, le imprese, le università, gli artisti , etc. Innovazione, managerialità, trasparenza e tradizione dovranno essere i principi guida alla base di tutti i progetti per eventi, manifestazioni , mostre mercato, workshop , vetrine promozionali e meeting imprenditoriali di Fiera del Mediterraneo.Il progetto prevede, inoltre, attraverso studi, ricerche, convegni e pubblicazioni, la diffusione nel Mediterraneo, attraverso l’Antenna Fiera, della cultura e dei valori dello scambio. È stato modificato lo statuto dell’Ente Fiera, che oggi prevede l’accesso di una nuova compagine sociale quella dei soci identificata come “Socio di progetto”. Questa modificazione è stata illustrata da recente dal Segretario del Coppem, On.le Carmelo Motta, spiegando che con tale modificazione si potrà ampliare la missione dell’ENTE Fiera, lavorando per le imprese mediterranee per realizzare progetti di: a) fiere itineranti, b) congressualistica, c) servizi alle imprese , d) scambi culturali ed artistici , e) concorrere alla diffusione scientifica e tecnologica e comunicazione sociale, f) rafforzare il concetto dello sviluppo delle reti, e dei grandi sistemi territoriali a fianco delle Istituzioni Locali e Regionali e con associazioni ed enti pubblici e privati. COPPEMNEWS Giovanna Livreri, Lino Motta, Michele Raimondi, Ghassan Samman, Obaid Salem Al Shamsi La Fiera del Mediterraneo, secondo il progetto di rilancio, verrà portata nei prossimi anni alla realizzazione di un sistema fieristico che percorre la strada della integrazione della Sicilia con altre Regioni dell’area del Mediterraneo, diretto alla modificazione dell’area di attrattività commerciale e dei servizi al bacino Mediterraneo. L’impegno previsto nel progetto di rilancio della Fiera del Mediterraneo è quindi importante per le sue ricadute sulla comunità mediterranea e sul territorio siciliano. Il progetto di rilancio prevede l’adozione di un codice etico, che verrà presentato da Fiera del Mediterraneo insieme al bilancio sociale scaturente dall’adozione del nuovo statuto. Alla definizione di questo codice etico invito al lavoro il Coppem e le Autonomie Locali e Regionali euro mediterranee che in esso sono presenti. In un quadro normativo comunitario ancora acerbo, esistono ampi spazi di intervento e assume grande importanza la capacità degli operatori fieristici di APRILE 2006 raccogliere e rappresentare le proprie istanze in modo coordinato presso gli organi legislativi. La competizione non può essere vissuta come una minaccia, una guerra tra bande, ma come opportunità di miglioramento e di sviluppo La competizione non va combattuta postergando le aree di libero scambio, questo sarebbe un grave errore; ma programmando le conversioni delle strutture produttive locali in modo che esse siano vitalizzante dalle opportunità di libero scambio. Questo determina, talvolta, la difficoltà per le aziende espositrici nel darsi un progetto unitario, poiché esse vivono la competizione come momento di singolarità. L’intervento coordinato dei Poteri Locali nelle progettualità delle Fiere Mediterranee consente di fare sistema e di attenuare i conflitti con stimoli ed aiuti concertati con le Imprese. L’Ente pubblico economico Fiera del Mediterraneo costituirà una serie di uffici di rappresentanza presso le sedi degli Uffici della Regione Sicilia in Italia e nel mondo, e attraverso un partneria- to con il sistema di sportello fieristico internazionale realizzato da Fiera Milano posizionerà sportelli di rappresentanza nei 42 uffici in atto esistenti nel mondo e facenti capo a Fiera Milano spa. Tali operazioni verranno effettuate con finalità non strettamente commerciali. Inoltre Fiera del Mediterraneo si dovrà impegnare nell’organizzazione di incontri dedicati alla promozione dei sistemi fieristici a livello mediterraneo e europeo. Il sistema fieristico del Mediterraneo deve, quindi, diventare non soltanto un importante volano per lo sviluppo degli scambi commerciali e culturali tra le imprese residenti; ma soprattutto uno strumento di agevolazione all’interscambio fra imprese europee e mediterranee ed anche un luogo di incontro e di scambio tra culture nazionali molto diverse. Per tali obiettivi potrà essere grandemente utile una politica di stretta collaborazione con il Coppem. Propongo, quindi, che il Coppem, anche avvalendosi dell’ASEM, Agenzia di Sviluppo euromediterranea, valuti una concertazione con le Città e le autonomie locali regionali, in esso presenti, per organizzare una struttura di “Consorzio Mediterraneo” fra i vari Enti Fieristici Pubblici e Misti che opereranno nell’area di scambio, al fine di organizzare un circuito integrato e con obiettivi condivisibili. Come Commissario Straordinario, rappresentando i poteri del Presidente , del consiglio di amministrazione e del comitato esecutivo dell’Ente Fiera del Mediterraneo, ho il potere di rendermi partecipe di tale dialogo e organizzazione, e mi dichiaro pronta a dare il concreto ed immediato apporto alla progettazione che il Coppem, con la collaborazione dei Poteri Locali e Regionali che ne fanno parte, vorrà indicare. 19 ANNIVERSARIO CONFERENZA DI BARCELLONA PER UNA CITTADINANZA EUROMEDITERRANEA Marta Vincenzi Marta Vincenzi Europarlamentare 20 In previsione dell’incontro di Barcellona e a dieci anni dalla prima conferenza EUROMED, il Gruppo Socialista al Parlamento Europeo si è incontrato nella città catalana; l’11 e il 12 novembre scorsi. Nel corso di tale incontro è stato diffuso un “Manifesto per il Mediterraneo – Verso un’alleanza di Civiltà. Costruire una cittadinanza euromediterranea”. Particolarmente significativa questa proposta di “cittadinanza” che unifica le due sponde del mare, formalizzata dal documento in questione: “così facendo potremo costruire una vera e propria entità regionale che abbia voce in capitolo nel dialogo mondiale e faccia leva sulla progressiva costruzione di una cittadinanza euromediterraea. Le rive del nostro mare comune hanno visto manifestarsi alcuni dei più grandi confronti della storia ma è proprio per questo motivo che il Mediterraneo costituisce il migliore laboratorio per addivenire alla concordia. Una vasta zona euromediterranea giovane, dinamica ed unita costituisce la nostra migliore garanzia per un mondo migliore”. Un’azione che richiede adeguate strumentazioni, cui il documento, grazie anche al contributo dell’eurodeputato Pasqualina Napoletano vicepresidente del PSE, fa preciso riferimento: “a questo fine dobbiamo promuovere strumenti adeguati: l’Assemblea parlamentare euromediterranea deve potenziare il suo ruolo di controllo politico ponendo in atto la partnership e definendo i suoi indirizzi; occorre concretare la proposta di una Banca di sviluppo euromediterranea per finanziare le strategie di sviluppo sostenibile e le infrastrutture necessarie; infine, occorre dar vita alla Carta di pace e stabilità del Mediterraneo per strutturare le relazioni di vicinato nella regione”. Strutturare la relazione. Un “progetto globale” dunque, in una ancora più generale politica per la Pace; al servizio di un’area, quale quella tra le due sponde del Mediterraneo, in cui i processi di reciproco riconoscimento stanno attualmente segnando il passo. A tal proposito, il 28 novembre, una dichiarazione congiunta di Tony Blair e Josè Zapatero sottolineava ancora una volta il ruolo per la Pace che lo spazio euromediterraneo è chiamato a svolgere: “l’allargamento della Ue, la New Neighbourhood Policy (iniziativa politica di buon vicinato) e il Barcellona Process hanno consentito di instaurare più solide relazioni politico – commerciali tra le due sponde del Mediterraneo. Tuttavia dobbiamo fare di più, dobbiamo farlo meglio e più velocemente. Attraverso gli alti e i bassi del processo di pace, abbiamo altresì offerto a Israele, alla Palestina e ai Paesi loro confinanti l’opportunità di incontrarsi e di lavorare insieme a una pace giusta e duratura in quella regione. L’U.e., nonostante tutti gli ostacoli frapposti, rimane fortemente impegnata a supportare la loro ambizione di pace”. COPPEMNEWS TURISMO E SVILUPPO SOSTENIBILE Progetto di cooperazione Egitto, Giordania, Israele e Palestina con Unesco, Un-Habitat e Coppem Cairo, Khan El Khalili di Michele Raimondi Coordinatore programmi e progetti del Segretariato Tra le conclusioni del Vertice di Barcellona per il 10° anniversario del Partenariato Euro-Mediterraneo (27-28 novembre 2005), è incluso il Codice di Condotta, che mette in evidenza l’impegno comune dei 35 Paesi nel combattere il terrorismo in tutte le sue dimensioni, riunendo gli Europei, gli Arabi e gli Israeliani attorno ad un’unica agenda, e perseguendo l’obiettivo di arrivare ad una comune area di pace, stabilità e prosperità nella regione Mediterranea attraverso un dialogo crescente, scambi e cooperazione, promozione di una maggiore intesa tra i popoli e le culture, pervenendo così ad un’area di sviluppo economico condiviso. Uno dei maggiori obiettivi messi in evidenza è stato quello del miglioramento del dialogo interculturale che mira a promuovere la comprensione, a far tesoro dei beni culturali e a coope- APRILE 2006 rare per la valorizzazione dell’impatto del turismo sulla creazione di posti di lavoro, sullo sviluppo delle infrastrutture e sull’intesa interculturale, assicurando al tempo stesso sostenibilità ambientale. Con lo stesso proposito, e con l’accordo dei membri del Coppem, rappresentanti delle Autorità Locali d’Egitto, d’Israele, della Giordania e dell’Autorità Palestinese, il 2 dicembre 2005 al Cairo si è tenuto un primo incontro preparatorio per una cooperazione congiunta, dietro richiesta del Coppem e con la partecipazione dell’UNESCO e di UN-Habitat. L’incontro ha avuto luogo in un’atmosfera di grande cooperazione da parte di tutti i partecipanti ed i risultati ottenuti hanno dimostrato la disponibilità di tutti nel creare un quadro concreto per la costruzione del dialogo su un tema d’interesse comune. In particolare, è stato raggiunto un consenso generale sull’essenza dell’iniziativa e sugli obiettivi immediati: favorire il dialogo tra i partecipanti, creare fiducia, identificare priorità d’azioni, essere consapevoli del valore aggiunto dato dalla cooperazione, costruire meccanismi di comunicazione. Un dibattito attivo ha condotto ad una decisione condivisa nel concentrarsi sul turismo come motore per il miglioramento della protezione ambientale, della tutela e valorizzazione dei beni culturali, della creazione di posti di lavoro. Si è resa necessaria la costituzione di una rete di città dei quattro Paesi, i cui rappresentanti si scambierebbero le proprie opinioni sul migliore approccio cooperativo da dare ai colloqui sui temi scelti, deciderebbero una strategia comune, e alla fine programmerebbero un piano concreto di iniziative congiunte da avviare a partire dal 2007. A questo proposito, un secondo incontro preparatorio dovrebbe tenersi a febbraio 2006 per descrivere dettagliatamente le questioni principali riguardo ad una sana implementazione del turismo nelle aree limitrofe coinvolte e per scambiarsi punti di vista tra città sul migliore approccio cooperativo, al fine di preparare un rapporto conclusivo da presentare alla conferenza successiva, allargata alle città e regioni Euro-Mediterranee e alle organizzazioni internazionali, da organizzare entro il 2006. Nella stessa occasione, verrebbero introdotte azioni essenziali da realizzare a partire dal 2007 ed il relativo piano di sviluppo. Tutti i partecipanti hanno espresso il loro convinto consenso sulle decisioni prese durante la riunione. Il Coppem, l’UNESCO e l’UN-Habitat hanno dichiarato il loro pieno interesse nel supportare ulteriormente l’iniziativa. Sarebbe auspicabile e sarà richiesto il coinvolgimento di altre organizzazioni come la Banca Mondiale, la Fondazione Euro-Mediterranea Anna Lindh e la Commissione Europea. 21 UN NUOVO SCENARIO DI PROSPERITÀ Sarà disegnato dalle Comunità delle due grandi Regioni a Dubai il 5 e 6 febbraio 2007 nella III Conferenza delle Città euro-arabe Adly Hussein, Ghassan Samman, Obaid Salem Al Shamsi La III Conferenza delle Città Euro Arabe, che ha per tema principale “Un nuovo dialogo per lo sviluppo”, incomincia ad assumere un profilo sempre più dettagliato. Dopo le riunioni tenute a Dubai e a Palermo, un nuovo incontro, svoltosi a Parigi nella sede dell’Assemblea dell’Unione Europea Occidentale, ha permesso di definire meglio il programma di queste importante assise che saranno celebrate il 5 e 6 febbraio. La sede della Conferenza sarà Dubai. Vi prenderanno parte i sindaci di 60 città europee e di 60 città arabe ed inoltre i rappresentanti di 10 associazioni ed organizzazioni internazionali per parte europea e 10 per parte araba. L’elenco è stato già concordato nel corso della riunione di Parigi dalla quale è emerso l’orientamento di favorire la partecipazione di altre organizzazioni ed autorità locali. Vediamo, più nel dettaglio, l’articolazione della Conferenza il cui obiettivo è quello di elaborare i termini di una concreata cooperazione tra città arabe ed 22 europee su un terreno non solo politico ma anche di estrema concretezza, con riferimento ad una rete integrata di servizi per le regioni e le autonomie locali, ai trasporti, turismo, logistica, al trasferimento tecnico e tecnologico, ambiente ed acqua, strumenti finanziari per i progetti di partenariato euromediterraneo utili alla istituzione di una zona franca e alla stipula e accordi bilaterali sulla fiscalità. Gli enti organizzatori sono il Ccre (Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa), il Coppem, il Congresso dei Poteri Locali e delle Regioni d’Europa, la Municipalità di Dubai, l’ Organizzazione delle Città Arabe (Ato) e l’Istituto Arabo per lo Sviluppo Urbano/Audi. In particolare 6 sessioni parallele saranno dedicate ad analizzare lo stato dell’arte riguardo ai temi scelti e a progettare possibili programmi di comune interesse da portare avanti congiuntamente. Inoltre, una commissione scientifica, composta da due membri per ogni organizzatore, fornirà assistenza e selezionerà i discorsi chiave in conformità all’ambito delle singole sessioni. Il Coppem si occupa della sessione “Ambiente e acqua”, per la quale è già stata preparata una guida al fine di aiutare relatori e partecipanti a focalizzare l’argomento nell’auspicio di giungere a risultati appropriati e condivisi. Più in generale, la Conferenza intende consolidare le prospettive delle città sia europee che del mondo arabo per un più stretto dialogo verso un futuro di pace e prosperità. Una mostra su attività e risultati delle città nei settori indirizzati alla promozione dello sviluppo locale, permetterà ai partecipanti di condividere esperienze e di soddisfare le esigenze di una efficace gestione delle Amministrazioni e di cooperazione fra queste. Le motivazioni e gli obiettivi della Conferenza sono contenuti nel documento preparatorio che è stato già definito ed approvato nelle riunioni che gli organizzatori hanno tenuto in sedi diverse. Lo riportiamo di seguito, nel testo integrale, per dare la possibilità a tutti di valutare complessivamente gli elementi ispiratori e i dati progettuali che connotano la conferenza. UN NUOVO DIALOGO PER LO SVILUPPO Ecco il testo del documento programmatico al quale saranno improntati i lavori della Conferenza PREMESSA Nel contesto delle attuali e previste evoluzioni dei processi socio-economici che rivelano e richiedono con crescente evidenza che lo sviluppo venga regolato da complessi e delicati equilibri a livel- COPPEMNEWS Abdelfattah Toukan, Obaid Salem Al Shamsi, Salvatore Cuffaro, Lino Motta peo ed arabo, ma nel mondo intero. Sul Mediterraneo è incentrata l’attenzione delle nazioni e delle istituzioni internazionali, poiché si ritiene possibile far sorgere e maturare da esso un vigoroso processo di cooperazione, nel quale città e regioni europee ed arabe di sponde e continenti opposti devono recitare un ruolo consapevole e determinante. È inutile nascondere che gli attuali modelli di sviluppo presentano ancora disequilibri e contraddizioni che rendono difficoltoso e rallentano questo processo di cooperazione. Allora, è necessario dare un vigoroso impulso al dialogo ed alla reciproca conoscenza e comprensione in nome di obiettivi di comune interesse ASSOCIAZIONI E PARTENARIATI lo sovranazionale e globale, le città e le regioni vogliono e devono recuperare un ruolo determinante nel rendere e trasmettere con rinnovato vigore alle comunità dei cittadini condizioni e prospettive di prosperità e benessere. Non vi può essere sviluppo senza sviluppo locale, che conferisca ai singoli una migliore qualità di vita, nello stesso modo in cui non può esservi democrazia senza democrazia locale che coinvolga tutti i cittadini. La sostenibilità dello sviluppo è certamente determinata dal consenso dei singoli a politiche decisionali e pianificatorie condivise e partecipate, delle quali le autorità locali devono essere ponte di collegamento con i poteri governativi nazionali e con le istituzioni internazionali. Per approfondire tali temi è stata organizzata la III Conferenza delle città euro-arabe, in programma a Dubai che tiene conto: dell’accordo di amicizia e cooperazione firmato a Valencia nel 1984 della Prima Conferenza euro-araba delle APRILE 2006 città svolta a Marrakech nell’ottobre del 1988 della seconda Conferenza euro-araba delle città che ha avuto luogo a Valencia nel settembre 1994 AUTORITÀ LOCALI DELL’EUROPA E DEL MONDO ARABO Le città e le regioni dell’area europea ed araba caratterizzano un’area geo-politica con differenti tradizioni, culture, religioni, assetti politici, economici e sociali, che nel passato ed ancor più oggi danno origine a dialoghi e dibattiti fra i loro rappresentanti, nella comune ricerca di modelli convergenti di sviluppo armonico. La zona ideale di incontro che storicamente rappresenta lo snodo di tali problematiche e pone di fronte tali argomenti di confronto è il Mediterraneo, comune culla di civiltà che oggi è avviata a recuperare il suo ruolo cruciale per il raggiungimento della pace e della prosperità, non solo nel contesto euro- Le città e le regioni del contesto europeo ed arabo trovano espressione in numerose associazioni di respiro mondiale, europeo, arabo, ed euromediterraneo. Un produttivo dialogo fra questi soggetti è già avviato, e già si rivela molto attivo e certamente promettente. Interazioni con associazioni di Organizzazioni Non Governative e con altre istituzioni internazionali quali ad esempio la Lega Araba, la Fondazione Anna Lindh, L’Assemblea di Parlamentari Euromediterranei, l’Unione delle Università del Mediterraneo e così via, si profilano come estremamente interessanti e di fondamentale importanza per il sostegno e la cooperazione con essi che ne può derivare alle città e regioni euro-arabe. Il Partenariato Euromediterraneo, avviato dalla dichiarazione di Barcellona del 1995 si propone come un processo di cooperazione fra Europa e Paesi della sponda sud del Mediterraneo. La politica di vicinato dell’Unione Europea rinvigorisce le attenzioni verso i Paesi limitrofi nella ricerca di nuove e 23 RIUNIONE DEI MEMBRI DEL COPPEM DEI PAESI DELL’EST EUROPEO. RUOLO, IMPEGNI ED ASPETTATIVE DEI POTERI LOCALI E REGIONALI NELL’AMBITO DEL PARTENARIATO EURO-MEDITERRANEO. VARSAVIA, POLONIA – 1 APRILE 2006. Un importante risultato del Vertice Euro-Mediterraneo, tenutosi a Barcellona in 27-28 Novembre 2005 in occasione del 10° anniversario del Partenariato Euro-Mediterraneo, è stato l’accordo raggiunto su un Programma di Lavoro di 5 anni volto a sviluppare ulteriormente i principi e le azioni decise e avviate dalla Dichiarazione di Barcellona del 1995. Questo piano di lavoro mira a lanciare risultati che avranno un impatto positivo per tutti i cittadini della regione, incrementando così la visibilità stessa del Partenariato. In questo contesto, il meeting di Varsavia, organizzato dal Coppem in collaborazione con l’Associazione delle Città Polacche, mirava ad un dibattito aperto fra i rappresentanti degli Enti Locali dei Paesi dell’Est Europeo, atto a rafforzare concretamente un loro fattivo ed efficiente impegno nonché ruolo nell’ambito della pianificazione e promozione dello sviluppo locale a vantaggio delle comunità locali. Inoltre, la presenza di rappresentanti del Congresso dei Poteri Locali e Regionali del Consiglio d’Europa, della Municipalità di Amman (Giordania) e dell’ Associazione delle Città e dei Comuni della Regione di Bruxelles Capitale, ha permesso di evidenziare punti di vista da differenti prospettive riguardo alla necessità di un maggiore coinvolgimento degli Enti Locali Euro-Mediterranei del Processo di Barcellona e di indicare le esigenze principali per la cooperazione tra Città e Regioni dell’Est Europeo e del Mediterraneo che il Coppem potrebbe aiutare a soddisfare. In questa occasione, è stato annunciato che oltre agli uffici di rappresentanza del Coppem di Rabat, del Cairo e di Istanbul, un nuovo ufficio di rappresentanza sarà presto istituito anche a Poznan (Polonia). A quest’ultimo sarà affidata la funzione di ufficio di collegamento per l’intera area dei Paesi dell’Est Europeo. sostanziali forme di sostegno e cooperazione allo sviluppo. Infine, organismi a scala globale come la Banca Mondiale, e agenzie delle Nazioni Unite quali UNESCO, UN-Habitat, UNDP sono ormai decisamente indirizzati anche a stimolare e promuovere cooperazioni fra autorità locali nelle aree qui considerate. Questa vasta platea di apporti e di contributi deve essere opportunamente valorizzata e finalizzata ad un’azione da concertare a livello di città e regioni. In tale scenario, le Associazioni devono assumersi il compito di essere propulsive di uno sviluppo locale mirato e rispondente agli effettivi bisogni. LO SVILUPPO SOSTENIBILE Le profonde trasformazioni socio-economiche, degli stili di vita e dei comportamenti delle popolazioni, indotti prevalentemente da inarrestabili concentrazioni degli insediamenti e dall’accelerata introduzione di nuove tecnologie e di nuovi processi produttivi e in- 24 dustriali, ha progressivamente posto in crescente evidenza il concetto che lo sviluppo non può evolvere illimitatamente, se le sue fonti vengono imprevidentemente depauperate o eliminate. Proseguendo nella applicazione degli attuali modelli, le ricadute sulla collettività altereranno profondamente gli equilibri esistenti fino ad eliminare nel tempo i vantaggi dello sviluppo stesso e ad inficiarne dunque la validità dei presupposti ispiratori. Il concetto di sviluppo sostenibile, definito come “lo sviluppo che può aiutare a soddisfare i bisogni della presente generazione senza tuttavia compromettere i bisogni di quelle future”, è stato portato alla attenzione della comunità internazionale in occasione della conferenza di Rio de Janeiro nel 1992 e riesaminato in occasione della conferenza di Johannesburg nel 2002. È dunque iniziato un processo di riflessioni e di ricerche dal quale scaturisce la necessità che venga perseguito l’obiettivo del rafforzamento di tutti gli strumenti per una concertazione multilate- rale e multidimensionale per un nuovo ordine culturale e sociale. Risalta con evidenza che lo sviluppo sostenibile passa attraverso una complessa concertazione fra Governi, Istituzioni, Organismi e Poteri Locali. Soltanto un più stretto dialogo fra le popolazioni oltre che fra i Paesi, può costituire le premesse per disegnare percorsi che conducano verso obiettivi di sviluppo nella salvaguardia delle risorse, delimitati da vincoli cui tutti sono chiamati ad attenersi in nome dell’interesse comune. Da questa visione, emerge il fondamentale ruolo che città e regioni sono chiamate a svolgere. LA COOPERAZIONE FRA CITTÀ E REGIONI EUROPEE ED ARABE Il rispetto delle peculiarità e delle differenze politico-istituzionali delle città europee ed arabe deve essere il presupposto e lo stimolo per piani strategicooperativi da attuare in cooperazione. Questi ultimi devono tener conto dei differenti sistemi di decentramento, del- COPPEMNEWS Palermo, III Conferenza delle città euro-arabe, momento della riunione preparatoria le differenti normative a livello nazionale e locale, delle caratteristiche socioeconomiche dei territori, delle condizioni e dei bisogni delle popolazioni. La stabilità politica e il clima di pace sono presupposti da considerare e perseguire con determinazione. Le possibili direttrici di cooperazione sono quelle nord-sud, sud nord, sud-sud e nord-nord, in cui il contributo e la partecipazione di città della sfera europea ed araba possano comunque integrarsi e sostenersi reciprocamente. I temi di cooperazione possono riguardare numerosi settori, quali l’ambiente, i fenomeni migratori, gli strumenti finanziari, la pianificazione territoriale, le infrastrutture, i trasporti e la mobilità, la formazione, la comunicazione, la ricerca scientifica e tecnologica, le risorse idriche e la distribuzione, la sanità, il turismo, il patrimonio culturale, l’impiego, e così via. Adeguate modalità di cooperazione possono essere individuate nella costituzione di reti di città che svolgano il ruolo di nodi di reciproco interscambio, su APRILE 2006 problematiche da trattare assimilabili fra loro, e inizialmente nella organizzazione di incontri attraverso i quali avviare rapporti di consultazione prima e poi di collaborazioni vere e proprie, sia in campo politico e normativo, sia in campo di sostegno operativo allo sviluppo sostenibile. Per giungere a tali obiettivi è indispensabile creare un clima di reciproca fiducia e condividere criteri e modelli di sviluppo. In un contesto in cui emerge una ineludibile competitività, è interesse e compito delle singole città e regioni intraprendere ogni iniziativa utile a rendere attuabili tali obiettivi. LA CONFERENZA La terza conferenza euro-araba delle città, in programma a Dubai, appare certamente come una difficile sfida, in cui però sono in gioco possibili reali progressi nel rafforzamento della convinzione che solo da un dialogo leale e costruttivo possano derivare benefici per le città sia europee che arabe. Gli autorevoli partecipanti sono chiamati a confrontarsi con i complessi temi sopra accennati, ma sui quali valutazioni e chiarimenti potranno dare slancio a sinergie e intese verso programmi mirati a perseguire, in un clima di fiducia e cooperazione, quello sviluppo sostenibile che oggi appare come l’unico indirizzo attuabile per salvaguardare le attuali e future comunità di cittadini. La qualificata presenza di organizzazioni internazionali, di associazioni di città e regioni, della Commissione Europea, del Consiglio d’Europa, della Lega Araba, di esponenti di massimo livello del mondo universitario e imprenditoriale, potrà offrire a Sindaci e Governatori delle più importanti città dell’area europea ed araba spunti di riflessione, e stimoli per nuovi e più approfonditi dialoghi. In definitiva, la conferenza euro-araba delle città vuole rinvigorire lo slancio verso una pacifica costruzione di un processo di prosperità che parta dal basso e fornisca autorevoli e chiare potenzialità e prospettive di cooperazione, che influiscano sui processi decisionali governativi, intergovernativi e globali, nel rispetto della pacifica convivenza e nella ricerca di nuove forme di partenariato per promuovere un efficace sviluppo sostenibile. Per qualsiasi informazione e assistenza sulla conferenza, è stato già predisposto un ufficio a Dubai (Mr Abdelfattah Toukan, [email protected]), mentre il referente dell’ organizzazione per il Coppem è Stefania Di Caro [email protected]. Le richieste di partecipazione possono essere inoltrate a loro. 25 FOUAD MEBAZAA ASSUME LA PRESIDENZA DELL’APEM Succede a Joseph Borrel che ha guidato finora l’Assemblea Si è tenuta a Bruxelles la sessione plenaria dell’Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM). I deputati provenienti da 35 paesi hanno discusso temi d’interesse comune per le popolazioni delle due sponde del Mediterraneo: il processo di pace israelo-palestinese, la libertà di parola, il rispetto del credo religioso e lo sviluppo. La sessione ha segnato la fine della presidenza dell’Assemblea da parte del Parlamento europeo. Durante la riunione, il Presidente del PE Josep Borrell ha dichiarato di “non capire ancora appieno tutte le complessità del Mediterraneo, che è un concentrato di tutti i problemi che affronta l’umanità”. Tuttavia, egli si è detto “più che mai Joseph Borrel, già presidente dell’Apem convinto del fatto che le relazioni dell’Europa con il mondo islamico saranno la sfida principale che paesi partner dell’UE della regione meattende l’Europa per gli anni a venire”, diterranea (Algeria, Egitto, Israele, Lispiegando che la regione mediterranea è bano, Giordania, Marocco, Autorità pada un lato “estremamente dinamica” e lestinese, Siria, Tunisia e Turchia). Il dall’altro “diventa sempre più fragile”. Presidente Borrell ha spiegato che “il Un importante forum di discussione. nostro scopo è quello di stabilire un’”alL’APEM fa parte del processo di Barcelleanza fra civiltà” proprio in un momenlona, avviato nel 1995, e intende svolto in cui alcune persone stanno cercangere un ruolo decisivo nel processo di do di promuovere uno “scontro di civilravvicinamento dei cittadini delle due tà”. La creazione della “Fondazione eusponde del Mediterraneo. Il suo approcromediterranea Anna Lindh” per il diacio è quello di passare da un clima di logo fra le culture, è un esempio di un’aconfronto a quello del dialogo. Essa rapzione importante in tale direzione. La presenta un forum importante per le disfondazione promuove il dialogo fra le cussioni approfondite, oltre che l’unica culture e contribuisce alla visibilità del opportunità, o quasi, per i rappresentanpartenariato euromediterraneo attraverti palestinesi ed israeliani di incontrarsi so scambi intellettuali, culturali e della su un piede di parità. L’APEM, forte dei società civile. suoi 240 membri, accomuna deputati La crisi sulla vignetta satirica. Allo del Parlamento europeo, di parlamenti scoppio della crisi sulla vignetta danese nazionali dell’UE e di parlamenti dei 10 sul profeta Maometto, l’Ufficio di presi- 26 denza dell’APEM è stato il primo organo comune europeo ed arabo a parlare dell’argomento con una sola voce. L’APEM questa settimana ha condannato duramente “qualsiasi offesa ai valori religiosi” ed ha chiesto ai governi “di garantire il rispetto del credo religioso (...) e di promuovere i valori della tolleranza, della libertà e del multiculturalismo”. Al contempo, essi hanno sottolineato che la libertà d’espressione è una parte essenziale di ogni società che sia democratica, pluralistica e tollerante. Il processo di pace israelo-palestinese. Il conflitto israelopalestinese è un altro argomento chiave della cooperazione euromediterranea. La dichiarazione finale dell’APEM chiede con forza alla futura Autorità palestinese di rispettare la dichiarazione di Beirut del 2002 formulata dalla Lega araba che chiede la pace con Israele. I parlamentari euromediterranei hanno chiesto sia ai palestinesi sia agli israeliani di tener fede agli impegni assunti finora e di proseguire nel processo di pace. L’APEM ha affermato di voler lottare ancora, nel frattempo, per “proseguire e rafforzare il dialogo israelo-palestinese”. Alla Presidenza dell’APEM dal marzo 2005, Josep Borrell passa ora il testimone a Fouad Mebazaa, presidente della camera dei deputati tunisina. La prossima riunione si svolgerà a Tunisi. Josep Borrell ha dichiarato: “Auspico che questa possa essere un’opportunità per continuare a sviluppare le nostre idee sui principi di base che sottendono al futuro delle relazioni euromediterranee.” COPPEMNEWS UN ACCORDO PER CRESCERE INSIEME Protocollo d’intesa tra Sicilia e Qualoubiya. Realizzato nell’ottica del partenariato sotto gli auspici del Coppem Roberta Puglisi Il presidente della Regione Siciliana, Salvatore Cuffaro e il governatore di Qalyubya (Egitto), Adly Hussein, con una stretta di mano e con una firma apposta nero su bianco, hanno suggellato un bilaterale accordo di collaborazione. Il 30 Gennaio scorso, nella splendida cornice della Sala Rossa di Palazzo dei Normanni, auspice il Coppem, è stato firmato un Protocollo d’Intesa, la cui validità è triennale, ma tacitamente rinnovabile per i periodi successivi. Il documento ha dato così il via ad una serie di iniziative, collaborazioni e interazioni in diversi settori culturali, sociali ed economici tra la Sicilia e l’Egitto, insieme nella costruzione e nello sviluppo dei rapporti nel Mediterraneo. “Ci troviamo nel posto giusto, – ha commentato il Governatore di Quylybia – perché la storia è ricca di scambi tra noi e questa meravigliosa Isola, e oggi – ha proseguito Hussein - grazie al Coppem, che riveste un ruolo certamente più incisivo e veloce nelle realtà locali rispetto ai Governi centrali che, al contrario, devono seguire un iter burocratico più lento, noi abbiamo la grande opportunità di aprirci al dialogo e alla collaborazione”. Sulla stessa onda anche il Presidente della Regione Siciliana che dopo avere rivolto il benvenuto agli illustri ospiti, ha ricordato come i rapporti con il mondo arabo siano ormai consolidati da tempo, attraverso progetti portati a termine ed altri in itinere “La Sicilia è fra tutte le Regioni italiane – ha detto Cuffaro – quella in cui si respira di più l’influenza del mondo islamico. Di questa cultura, infatti, si trovano importanti tracce a Palermo (l’araba Balarm), definita nel 973 da Ibn Hawqal, viaggiatore arabo dell’epoca normanna, la “città dalle trecento moschee”. APRILE 2006 Un momento della firma dell’accordo La Sicilia, dunque, diventa ponte del mondo arabo attraverso iniziative e progetti, collaborazione e interazione, quello che sostanzialmente sigla la firma dell’accordo. In dettaglio, il Protocollo d’Intesa, prevede la gestione, il restauro e la valorizzazione del patrimonio culturale delle due Regioni, la promozione delle relazioni fra Università, istituzioni scientifiche, organizzazioni giovanili, Teatri e Musei; in questo contesto i progetti di collaborazione, che saranno direttamente concordati fra le Università delle due Parti, acquistano un rilievo anche strategico; l’interscambio di conoscenze e di collaborazioni scientifico-didattiche nel settore socio-sanitario; la formazione professionale nei settori educativo, sanitario, culturale ed artigianale tendente allo sviluppo delle rispettive risorse umane; la promozione delle iniziative volte a favorire la costituzione di società miste fra piccole e medie imprese ed i trasferimenti di tecnologia fra imprese delle due Regioni cui verrà altresì fornita ogni possibile informazione riguardante le condizioni di mercato. Ciascuna Parte promuoverà la partecipazione di proprie imprese a fiere-mostre organizzate nel territorio dell’altra Parte; le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione; la collaborazione del settore turistico, della tutela del paesaggio e della gestione dei rifiuti; il trasferimento di tecnologia nel settore della coltivazione vitico- la, dell’irrigazione e del controllo della sicurezza della filiera alimentare. Si tratta sicuramente di un ruolo importante per ambedue le Regioni, di grande responsabilità, impegno e progettualità comune per questo, il testo del Protocollo prevede, tra l’altro, anche la costituzione di un gruppo di lavoro per dare attuazione ai programmi operativi. Nel gruppo di lavoro, sarà fondamentale l’interazione con una certa regolarità, nella consapevolezza di condividere gli stessi obiettivi e gli stessi compiti. Ognuno svolgerà un ruolo specifico e riconosciuto. Il gruppo di lavoro si riunirà una volta l’anno, alternativamente in Sicilia e in Egitto. “Sono convinto che questo accordo istituzionale ci farà crescere, perché rappresenta un progetto finalizzato al dialogo – ha commentato il presidente della Regione Siciliana, nonché Presidente del Coppem – la Sicilia è da sempre crocevia di culture, religioni, idee e valori, quindi, tale forma di cooperazione si inserisce nella più ampia strategia di cooperazione culturale, tecnica e scientifica che l’Unione Europea ha da tempo avviato con i paesi dell’area del Mediterraneo, allargando a questa regione lo “spazio europeo” dell’educazione, della formazione e della ricerca che si sta progressivamente realizzando. Un progetto che coglierebbe a pieno il senso degli impegni presi solennemente dall’Europa con la dichiarazione di Barcellona del 1995, dichiarazione che testualmente diceva: “È nostro compito sviluppare le risorse umane, promuovere la comprensione tra le culture e il riavvicinamento dei popoli nella regione euromediterranea nonché sviluppare società civili libere e prospere mediante partenariati sociali, culturali e umani”. Grande soddisfazione e spirito di collaborazione, dunque, tra i due “protagonisti” istituzionali che hanno dato così il libero accesso alla comune crescita economica, sociale e culturale. 27 EUROMED TRA UTOPIA E REALTÀ Intervista a Philippe Sanmarco. Il ruolo delle Autonomie Locali in un processo di autentica cooperazione Marsiglia Giovanna Cirino Quale idea dell’Europa e del Mediterraneo si va affermando nelle popolazioni interessate? Quali le future politiche euromediterranee? Quali possibili garanzie di sicurezza e quali strumenti utili alla lotta al terrorismo? Ecco alcuni dei temi che animano il dibattito politico e culturale nell’ambito comunitario e, in particolare, mediterraneo. Ne parliamo con Philippe Sanmarco, consigliere comunale di Marsiglia dal 1983, Segretario generale del Centro di geo-strategia dell’Ecole normale supérieure di Parigi, autore di varie pubblicazioni, di cui la più recente è Marseille, ville capitale?. Sanmarco di recente è entrato a far parte del Coppem e si è insediato quale rappresentante della Commissione. Nel novembre scorso si è celebrato il decennale della Dichiarazione di Barcellona che ha istituito il partenariato euromediterraneo. Ma il processo lan- 28 ciato nel 1995 con grande entusiasmo e ambizione non ha centrato gli obiettivi previsti. Le aspettative di cooperazione, stabilità e pace, nella regione sono state deluse, così come ancora lungo è il cammino verso la democratizzazione di molti paesi mediterranei. Quali prospettive e quali obiettivi dovrebbe avere la nuova politica euromediterranea? Il dato prioritario é capire cosa succede, in modo da reagire al disincanto testimoniato dall’assenza quasi totale dei capi di Stato della sponda Sud, in occasione dell’ultima conferenza di Barcellona. Dieci anni fa regnava l’euforia: il processo di pace in Palestina sembrava solido e il crollo del blocco sovietico faceva sì che l’economia di mercato e la democrazia assumessero una dimensione universale. Pace e prosperità erano lì, a portata di mano. Il partenariato euromediterraneo ne rappresentava le istruzioni per l’uso. Eppure nei Balcani, l’Europa aveva già mostrato i propri limiti politici e militari. Altrove, nel Mediterraneo, essa si era dato il ruolo di spettatore: la Palestina vive un incubo quotidiano e l’Irak è un campo di battaglia incerto. Gli Stati Uniti hanno così rafforzato il proprio ruolo politico nell’area, di gran lunga superiore a quello dell’Ue. A Sud ogni governo ha capito che l’alleanza americana era fondamentale. D’altronde la situazione economica e sociale, nonostante sforzi enormi, non è sempre all’altezza di una domanda generalizzata. Il divario Nord-Sud non cessa di allargarsi. Il vero fatto è che la transizione verso un’economia aperta è un processo complesso, che destabilizza inevitabilmente i governi in carica. Ora l’Ue, che sa benissimo guidare processi d’adesione molto rigidi per i candidati, è là senza strumenti operativi tranne quelli di un banchiere come tanti altri. Infine, l’intensificarsi del terrorismo e l’esplosione dei fenomeni migratori, si sono affermati quali questioni prioritarie. La nuova politica euromediterranea deve adattarsi lucidamente a queste realtà. Credo che occorra mettere da parte, per un certo tempo, le grandi ambizioni politiche e accettare che l’Ue, indebolita all’interno, non sia ancora un attore internazionale capace di orientare il corso delle cose. Per questo, la geografia s’impone. Noi siamo vicini e tutti abbiamo bisogno di stabilità. Aldilà dei sogni, il quotidiano ci chiama. La creazione di una pace stabile e la costruzione di un reale dialogo tra culture appaiono come una strada sempre più in salita. Si rischia una sorta d’ irrigidimento delle posizioni tra Nord e Sud, tra Occidente e Oriente. Come si può trovare un canale di comunicazione per favorire la nascita e l’affermazione di una politica e di una cultura lontane da stereotipi e da sterili polemiche? Se il partenariato euromediterraneo trova difficoltà a collocarsi quale spazio di COPPEMNEWS Ex alunno dell’École Nationale d’Administration, pubblico amministratore, Philippe Sanmarco, 59 anni, è stato Segretario generale della città di Marsiglia, e ha ricoperto incarichi elettivi a livello locale, regionale e nazionale. Ha fatto parte di delegazioni parlamentari e di organismi internazionali. È particolarmente impegnato sul versante della cooperazione euromediterranea ed è vice presidente dell’ACIM (Agenzia di dicooperazioner nel Mediterraneo) e di Finances Meéditerranée, rete di banchieri ed esperti del Nord e del Sud del Mediterraneo. Esperto di relazioni internazionali e di economia, è segretario generale del Centro di geostrategia dell’Ecole normale supérieure a Parigi e responsabile dei seminari di geopolitica del Master Ens alla Sorbona. È autore di interessanti saggi e di studi sui temi propri del partenariato euromediterraneo, delle politiche sociali e di quelle specifiche riguardanti le città. costruzione politica, più facilmente può essere terreno di progetti concreti e capaci di catalizzare nuove energie attorno a scommesse comuni. Lungi dal costituire una sorta di traduzione necessariamente squilibrata e talvolta condiscendente dell’aiuto del Nord al Sud, del trasferimento di conoscenza senza trasporre un autentico modello, il partenariato rinnovato potrebbe tradursi nella manifestazione della volontà di affrontare insieme le comuni difficoltà e di lanciare grandi programmi che rispondano ai bisogni concreti delle popolazioni. Gli esempi sono numerosi ed esaltanti. Grandi infrastrutture di trasporti e di comunicazione, gestione delle acque per gli agricoltori così come per i cittadini, lotta contro l’inquinamento del Mediterraneo, gestione dei rischi naturali, controllo urbano, mobilitazione del risparmio degli emigrati, coinvolgimento delle diaspore, reti universitarie e culturali, ed altro ancora. Lunga è la lista dei soggetti in condizione di contribuire alla crescita del processo euromediterraneo con proposte e strumenti comuni e la mobilitazione di competenze e finanziamenti sia del Nord che dell’area meridionale. Oltretutto il Sud APRILE 2006 vanta un grande potenziale umano e risorse naturali proprie. Nella sua diversità al Sud appartiene di decidere la forma della utilizzazione di quelle risorse umane e naturali assumendo il ruolo di protagonista pienamente responsabile, e non certo quello di un allievo, più o meno bravo, di insegnanti stranieri. In tale contesto quale il ruolo delle associazioni di poteri locali e regionali e segnatamente del Coppem? È fondamentale, ed è la ragione per cui ho voluto partecipare alle attività del Coppem. Poiché in concreto in ambito territoriale i poteri locali sono determinanti. Essi sono in contatto diretto con le popolazioni e possono individuare i bisogni prioritari, la cui soddisfazione in un tempo ragionevole assicurerebbe ad un partenariato, fin qui troppo astratto, un credito immediato. È appunto la mobilitazione dei poteri locali che permetterà di passare alla tappa successiva del partenariato. Finora lo sforzo principale si è concentrato sulla stabilizzazione macroeconomica. Era e rimane indispensabile. Ma se si vogliono superare le esitazioni attuali e ridare fiducia agli attori, occorre cambiare marcia, passare a una marcia superiore e rispondere ai problemi quoti- diani dei singoli cittadini chiamati a fare i conti, in un contesto di pressione demografica, ad una crescente urbanizzazione e ad una agricoltura indebolita. Le associazioni di poteri locali e regionali non si sovraccaricano direttamente di ideologia e sono meno dipendenti dalle grandi prospettive politiche. Esse vivono la realtà degli uomini e delle donne, qui e adesso, e ricercano soluzioni pragmatiche ai problemi di tutti i giorni. Il loro orizzonte è a breve termine. Ora, lo spazio euromediterraneo è oggetto di grandi slanci e visioni a lungo termine. Gli occorre al più presto qualcosa di concreto. In assenza di ciò il fuoco del fanatismo e della regressione identitaria spazzerà via tutto. I responsabili locali sanno che ciò non risolverà nessuno dei loro problemi, anzi. È per questo che, aldilà dei modi, rimarranno portatori di una volontà di agire in comune. Infine, tra i membri di queste associazioni c’è una solidarietà spontanea. Tra loro nessuna gerarchia, i problemi sono spesso gli stessi, ed ognuno aspira a sapere come il proprio vicino li affronta. Contro il disincanto e le illusioni perdute, il Coppem può essere la molla di una nuova mobilitazione ottimistica e umana. 29 L’ALGERIA CERCA PARTNER PER LO SVILUPPO Riforma dello Stato e decentramento punti di forza della nuova architettura amministrativa Algeria, Ville D’Oran Giovanna Cirino 30 L’Algeria è oggi un Paese in transizione che dopo il decennio di violenza terrorista è diventato un partner credibile, aperto alle trasformazioni e alle relazioni diplomatiche richieste dal nuovo contesto geopolitico mediterraneo. Il 1° marzo è entrata in vigore la Carta per la pace e la riconciliazione nazionale, adottata con un referendum il 29 settembre scorso. La nuova sfida che aspetta l’Algeria è quella delle riforme e dei cambiamenti strutturali: mercato del lavoro, settore petrolifero e agroalimentare, sostegno alla piccola e media impresa, sicurezza e politiche sociali. Incontriamo Nourredine Sbia, Ispettore Generale presso il Ministero delCommercio, Presidente del Forum algerino per la Cittadinanza e la Modernizzazione, vice Presidente del Coppem che nell’intervista rilasciataci, tra l’altro, fa il punto sul processo di modernizzazione e democratizzazione in un Paese dove la burocrazia è ancora una struttura mastodontica e la popolazione si è triplicata negli ultimi quarant’anni. L’Algeria è divisa in 48 wilaya (province) dirette dai wali (governatori) che riportano al Ministro degli Interni. Ogni wilaya è suddivisa in comuni. Le wilaya ed i comuni sono retti da una assemblea eletta. Quali possono essere i passi successivi, di questa prima articolazione democratica, per raggiungere una maggiore autonomia rispetto al governo centrale? Centralizzazione in Algeria non significa burocratizzazione a oltranza. Essa è legata, tanto nelle sue strutture che nel suo funzionamento, al processo di rifondazione dello stato post-coloniale. Certamente la maturità politica dello Stato ha incoraggiato il potere centrale conferendogli un’autorità spesso burocratica, ma il pluralismo attuale e il decentramento in corso, permettono con la revisione dei codici comunali e dipartimentali, un decentramento reale del potere. D’altra parte, l’organizzazione amministrativa del territorio è stata punto di riferimento nel processo di indipendenza. I problemi demografici, economici e anche ecologici, hanno rivelato il bisogno impellente del recupero del territorio per rispondere ai bisogni dello sviluppo e garantire gli equilibri strutturali. I poteri pubblici hanno sviluppato, sin dalla prima elezione del Presidente Bouteflika, una riforma dello stato realizzata sulla base di un rapporto di expertise, chiamato Rapporto Sbih che rivede da cima a fondo le strutture e il funzionamento dei poteri. Il decentramento e la regionalizzazione sono la parte principale della nuova struttura amministrativa del territorio. Ciò permetterà più poteri e capacità di iniziativa alle amministrazioni locali e regionali. Gli Organi Centrali e lo Stato manterranno invece il potere d’iniziativa nel settore delle grandi opere e vigileranno per evitare il perdurare degli squilibri economici. COPPEMNEWS Queste le principali iniziative contenute nel programma d’azione del Forum per l’anno 2006 si articola molto succintamente attorno alle attività qui di seguito: • Giugno 2006: Il Forum organizza, con il prezioso concorso del Comitato Permanente per il Partenariato Euro-Mediterraneo (COPPEM) à ALGERI, un incontro dei rappresentanti dei poteri istituzionali decentrati, con il tema : “Prospettive di sviluppo della cooperazione tra città e regioni Euro-Mediterranee”. • Settembre 2006: Il Forum se propone di organizzare nell’ambito del suo contributo al dibattito nazionale sulle grandi questioni che interessano la vita dei cittadini, un Colloquio nazionale sull’ “ l’uso efficiente delle competenze nazionali “, ad ALGERI. • Novembre 2006: Il FACM prevede di organizzare, ad Algeri un forum su “l’Islam, religione di pace, tolleranza e modernità “. • Dicembre 2006: Il Forum si propone di organizzare, ad ALGERI, il 3° colloquio sulla Governance, con il tema “ l’economia Nazionale a prova di buona Governance”. L’Algeria ha più di 30 quotidiani pubblicati - in arabo e francese - con una tiratura di circa 1,5 milione copie. Questo è sufficiente a garantire una piena libertà di stampa? L’Algeria ha conosciuto e continua a conoscere un costante sviluppo dell’editoria d’informazione che ruota intorno ai due milioni di pubblicazioni al giorno. La libertà di stampa è in aumento. Possiamo constatare come la stampa intervenga con il suo importante contributo alle indagini sulla corruzione. I cittadini trovano nei giornali il luogo ideale per esporre le loro rimostranze e gridare spesso il loro sgomento di fronte l’impunità. Si tratta di una legittimità e credibilità mediatica che cresce di giorno in giorno. La società civile chiede un profondo rinnovamento ma la riforma del codice della famiglia non ha stabilito l’uguaglianza dei diritti tra uomo e donna, e il “tutore” per la donna rimane obbligatorio. Qual é la condizione femminile nel suo Paese? In alcuni settori la presenza femminile è fortemente espressa: educazione, salute e giustizia, così come agricoltura e management. Non esiste in Algeria nes- APRILE 2006 suna discriminazione nel campo dei salari. Il “tutore” obbligatorio è, sostanzialmente, una questione culturale. Ma le donne, grazie anche alla loro nuova condizione, danno sempre più voce alle loro rivendicazioni. L’evoluzione della condizione femminile porrà fine sicuramente a tutti gli arcaismi ancora esistenti. Dopo 15 anni di riforme l’economia algerina continua ad essere dominata da due settori fondamentali: l’agricoltura e gli idrocarburi. Quest’ultimo settore realizza da solo il 60% del P.I.L e il 78% delle esportazioni del Paese. Come pensate di diversificare il tessuto produttivo? Intendete puntare sullo sviluppo locale? Nel nostro paese, accanto al settore petrolifero, era in aumento il settore privato, agroalimentare e dei servizi, grazie anche agli investimenti stranieri. Questo processo di trasformazione economica è stato bloccato dall’incrementarsi del terrorismo internazionale. La diversificazione del tessuto produttivo è uno dei punti economici e strategici del piano di rilancio economico. Il settore del turismo sembra ben avviato e puntiamo molto su quello agro-alimentare. Lo svi- luppo locale è un segmento che s’iscrive nello sviluppo sostenibile. Costituisce dal nostro punto di vista una scelta che regola gli squilibri, rappresentando un’opportunità di partenariato con i nostri vicini europei. Lei è Presidente del Forum algerino per la Cittadinanza e la Modernizzazione. Quali sono le vostre prossime attività? Il FACM è uno spazio di riflessione, di proposte e di mediazione. Accompagna, facendo appello alle competenze e alla società civile, i mutamenti della società algerina nel suo ammodernamento e nelle sue riforme. La sfida per noi è vedere il nostro paese uscire definitivamente dal periodo del terrorismo e del sotto-sviluppo. La nostra soddisfazione sarebbe quella di creare relazioni di partenariato euro-mediterraneo che avvantaggerebbero le comunità della regione e sopratutto le nuove generazioni. Il contributo della società civile, di cui facciamo parte, non deve fermarsi alla partecipazione cittadina, ma deve riuscire a fare emergere una coscienza umanista che fa dell’uomo e dell’ambiente, seriamente minacciato, l’obiettivo principale della sua azione permanente. 31 LA FONDAZIONE ANNA LINDH PER IL DIALOGO TRA LE CULTURE Largo ventaglio di iniziative nel rispetto delle diversità Festeggiato il decimo anniversario del istituzioni pubbliche e private che opeprocesso di Barcellona il dialogo tra i rano nei Paesi del bacino del Mediterrapopoli e le culture nello spazio euromeneo. La Fondazione, con le sue recenti diterraneo ha bisogno ancor oggi di esiniziative si propone di valorizzare le disere costantemente alimentato. La Fonverse identità mediterranee, in coerenza dazione euromediterranea per il dialogo con i programmi comunitari, per favoritra le culture “Anna Lindh”, che ha sede ad Alessandria d’Egitto, svolge questo delicato compito. Numerose e qualificate sono state le ultime iniziative della Fondazione come quella che promuove un nuovo concetto di dialogo fra le culture e fra le persone per contribuire a dare visibilità al Fondazione Anna Lindh, Biblioteca processo di Barcellona. Per la Fondazione è fondamentale potenziare lo scambio inre in tutti i campi e nell’ambito della reterculturale e l’interrelazione fra le diciproca convenienza, processi di demoverse culture. I temi del partenariato socrazia, di pace e di crescita civile fino e no dunque al centro delle iniziative deloltre il 2010 allorchè, come è noto, si la Fondazione “Anna Lindh” che ha inrealizzerà l’area euromediterranea di liteso dare un apporto significativo allo bero scambio. L’ “Anna Lindh” così cosviluppo delle relazioni e della cooperame sostenuto in alcuni documenti uffizione euromediterranea iniziando così ciali, vuole assume un ruolo centrale un percorso di reciproca conoscenza che lungo tutto il processo di instaurazione porti alla pace e allo sviluppo dell’intedel dialogo tra le culture nello spazio euro bacino del Mediterraneo. romediterraneo. Tuttavia questo ruolo Per superare i conflitti e realizzare un di perno, questa capacità di unire le forcontesto di coesistenza pacifica, è neze del dialogo, di stimolare e raccogliere cessario rafforzare la cooperazione dele energie disperse, dipende dalle funcentrata, intensificare le relazioni e gli zioni, dai mezzi e dai poteri di cui potrà scambi sul piano della cultura, della disporre anche in futuro. Questi infine, scienza, dell’economia, tra soggetti ed i progetti proposti nell’anno in corso in 32 tema di dialogo fra le culture: Musica Euro-mediterranea e altre creazioni artistiche/culturali con l’obiettivo di sostenere iniziative che incoraggino una maggior comunicazione, scambi di esperienze e creazione congiunta fra artisti, musicisti e scrittori euromediterranei; Programma Euro-Mediterraneo per le scuole avente come obiettivo di sostenere progetti scolastici attraverso gli scambi e la cooperazione fra insegnanti, educatori e studenti (12-18 anni) al fine di consentire una partecipazione attiva al dialogo fra culture; Programmi di scambi al fine promuovere la crescita della mobilità dei giovani e incoraggiare gli scambi, la creazione congiunta e il contributo della comunità locale allo sviluppo; Biblioteche, promozione dei libri e della lettura e traduzioni per aumentare la partecipazione cittadina alla società dell’informazione e della conoscenza attraverso la creazione di reti e il risalto attribuito al ruolo del pluralismo linguistico, delle biblioteche, dei libri, della lettura, della traduzione e della società dell’informazione; Scambi interculturali per le donne nelle organizzazioni della società civile per aumentare la partecipazione delle donne al processo decisionale a tutti i livelli della società. COPPEMNEWS IX ASSEMBLEA GENERALE RIUNIONE DELLE 4 COMMISSIONI 6 MAGGIO 2006 VILLA MALFITANO. VIA DANTE 167 PALERMO (ITALIA) 5 MAGGIO 2006 11,30. Coffee break 18,30. Consiglio di Presidenza (Segretariato Coppem, via Emerico Amari, 162) 21,00. Cena 11,45. II Commissione: “Immigrazione ed Emigrazione, azioni e strumenti della cooperazione fra Città e regioni euromediterranee” Presidente: Jan Mans Presentazione delle attività della Commissione: Alessandra Prudente Interventi dei membri della Commissione Interventi esterni: Anna Maria Frosina, Project Manager CRESM (Centro Ricerche Economiche e Sociali per il Meridione) Disegno di un piano di azione per successive attività 15,00. III Commissione: “Lo sviluppo locale: il decentramento dei poteri e gli strumenti operativi”; “Integrazione Euromediterranea delle reti strategiche infrastrutturali: l’esempio dei trasporti” Presidente: Abdelkarim Misbah Presentazione delle attività della Commissione: Paolo Carrara Interventi dei membri della Commissione Interventi esterni: Giovanna Livreri, Commissario Straordinario Fiera del Mediterraneo Disegno di un piano di azione per successive attività 6 MAGGIO 2006 8,30. Registrazione dei partecipanti 9,00. Assemblea Generale • Saluti: Salvatore Cilento, Ministro Plenipotenziario – Regione Siciliana Giuseppe Silvestri, Rettore Università di Palermo Maurizio Gambino, Presidente Consiglio Provinciale Palermo Salvatore Cordaro, Presidente Consiglio Comunale Palermo Rinaldo Bontempi, Presidente Istituto per il Nord Ovest “Paralleli” • Verifica della conformità delle designazioni dei membri • Elezione di un Vice-Presidente • Presa d’atto Variazioni Bilancio 2006 • Approvazione bilancio consuntivo 2005. LAVORI DELLE COMMISSIONI Intervento del Segretario Generale del Coppem, Carmelo Motta Presentazione lavori delle Commissioni – Michele Raimondi, Coordinatore Programmi e Progetti I Commissione: “Esperienze di partecipazione dei poteri locali e regionali Euromediterranei” Presidente : Jan Micallef Presentazione delle attività della Commissione: Franco Sammaritano Interventi dei membri della Commissione Interventi esterni: Bruno Gridelli, Direttore Generale ISMETT Disegno di un piano di azione per successive attività 16,30. Coffee break 16,45. IV Commissione: “Cultura e Turismo: promozione e gestione di aree culturali” Presidente: Falah Al Omoush Presentazione delle attività della Commissione: Natale Giordano Interventi dei membri della Commissione Interventi esterni: Roberto Albergoni, Segretario Generale HERIMED Disegno di un piano di azione per successive attività Varie ed eventuali 18,30. Chiusura dei lavori