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Periodico del Coppem, anno 6 n.20/21, apr/mag 2006
COPPEMNEWS 20.21
6 MAGGIO 2006
PALERMO
VILLA MALFITANO
IX
ASSEMBLEA
GENERALE
COPPEM - COMITATO PERMANENTE
PARTENARIATO EUROMEDITERRANEO
DEI POTERI LOCALI E REGIONALI
L’EDITORIALE
di Piero Fagone
COPPEMNEWS
periodico edito dal Coppem.
Registrazione Tribunale di Palermo
n. 22 del 23/12/1986.
direttore
Fabio Pellegrini
vice direttore
Lino Motta
direttore responsabile
Piero Fagone
redazione
Roberta Puglisi
Giovanna Cirino
Nino Randisi
[email protected]
traduzioni
(francese)
Maria Flavia Marzialetti
Stefania Di Caro
(inglese)
Roberta Italia
Stefania Di Caro
(arabo)
Roberta Italia
foto assemblee
Giuseppe Gerbasi
grafica
Luigi Mennella
stampa
Officine Grafiche Riunite
Palermo
COPPEM
VIA E. AMARI, 162
90139 PALERMO
TEL. +39 091.662.22.38
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L’esperienza maturata negli ultimi dieci anni sul versante della politica mediterranea dell’UE
e, segnatamente, lungo la linea tracciata dalla Conferenza di Barcellona del 1995, è ancora
oggi sottoposta ad una serrata critica con l’obiettivo di recuperare il valore originario del
Partenariato e di superare lacune e carenze da tutti riconosciute sia pure con accenti diversi. Dagli organi dell’Unione, a cominciare dal Paramento, ai governi nazionali sino alle Istituzioni locali e alle loro associazioni di rappresentanza e coordinamento sono state formulate attente e documentate valutazioni con l’obiettivo di imprimere un’accelerazione al Processo a suo tempo avviato nella prospettiva di creare la grande zona di libero scambio euromediterranea. Un primo risultato è stato raggiunto con l’accordo su un Programma di lavoro da sviluppare nell’arco di tempo di cinque anni al fine di sviluppare in modo più marcato le prospettive concrete dello stesso Partenariato, mentre in una prospettiva più ampia incomincia a profilarsi una nuova condizione politica e civile qual è quella della cittadinanza
euromediterranea.
Il Coppem, che ha partecipato alle diverse assisi tenute a Barcellona per celebrare il decennale della Conferenza, ha compiuto – al Cairo in occasione dell’VIII Assemblea generale –
un’analisi attenta ed ha formulato, con il documento approvato, un ventaglio di proposte che
mirano a dare efficacia all’intervento europeo con il coinvolgimento delle Autonomie territoriali, interpreti dirette e autentiche dei bisogni e delle aspirazioni delle diverse comunità e
soggetti capaci di realizzare in concreto nuove e originali forme di cooperazione. È il caso, ad
esempio, del protocollo d’intesa siglato a Palermo, sotto l’egida del Coppem, dalla Regione
Sicilia e dal governatorato egiziano di Qalyubya; oppure, del progetto di collaborazione fra
comunità di Egitto, Israele, Giordania e Autorità palestinese, con il Coppem, l’Unesco e UNHabitat, per l’incremento delle attività turistiche, la valorizzazione dei beni culturali, il potenziamento delle infrastrutture e l’allargamento del dialogo interculturale. Sono tutti segnali di una decisa volontà di seguire un percorso comune nell’interesse delle popolazioni amministrate, volontà che dovrebbe trovare un’ulteriore conferma nella III Conferenza delle Città euro-arabe, in programma nel mese di Febbraio del prossimo anno a Dubai. È questo un appuntamento di particolare rilevanza politica con prevedibili importanti ricadute in ambito
culturale, sociale ed economico. Su questa iniziativa, che vede coinvolti numerosi organismi,
il Coppem è fortemente impegnato per il conseguimento dei migliori risultati anche sul terreno organizzativo, come è testimoniato dalla riunione preparatoria tenuta a Palermo durante la quale è stato approvato il documento di base che costituisce una prima carta di navigazione per articolare i lavori nelle diverse commissioni tematiche. Così come assume un significato particolare la riunione delle Autonomie locali dei Paesi dell’Est europeo, che il
Coppem ha promosso a Varsavia in collaborazione con l’Associazione delle Città polacche. E
anche in questo caso è stato lasciato un segno tangibile di quella straordinaria volontà di collaborazione che anima Città e Regioni mediante l’apertura di un Ufficio di rappresentanza a
Poznan con il compito precipuo di gestire una rete di collegamento per tutta la regione orientale dell’Europa.
Questo numero di Coppem News non si limita però a documentare l’intensa attività svolta
negli ultimi mesi ma propone all’attenzione dei suoi lettori, attraverso alcune interviste, le
analisi sull’evoluzione dei processi di democratizzazione e modernizzazione dell’Algeria e sul
processo di allargamento del consenso attorno al grande esaltante progetto legato alla politica euromediterranea, nella consapevolezza che a Barcellona, poco più di dieci anni fa, è stata lanciata una delle più grandi sfide della storia contemporanea immaginando la creazione
di una grande regione in cui vivono 600 milioni di cittadini.
PARTENARIATO PUNTO E A CAPO
Al Cairo l’VIII Assemblea Generale del Coppem. Chiesta all’UE una più decisa e concreta iniziativa politica
Alessandra Prudente
APRILE 2006
Oggi si avverte che le città e le regioni
possono affrontare e risolvere i problemi
delle rispettive comunità grazie a una più
efficace collaborazione e a un confronto
serrato nel quale le esperienze maturate
vengono valutate criticamente per una
proiezione sul terreno del partenariato
euro-mediterraneo e delle iniziative di
sostegno per lo sviluppo. Sempre in quest’ottica emerge la possibilità di rafforzare le consultazioni e le collaborazioni con
istituzioni e organizzazioni internazionali
e con altri network di città e regioni, oltre che consolidare la rete dei membri e
promuovere un’armonica coesione fra di
essi, interpretandone le esigenze, e assistendoli a cooperare per lo sviluppo socio-economico locale in un quadro di solidarietà e pace. Questi indirizzi hanno
trovato autorevole conferma nella VIII
Assemblea Generale del Coppem che si
è celebrata in Egitto (Il Cairo 3 – 4 dicembre 2005) grazie all’apporto organizzativo del vice presidente Adly Hussein,
Governatore di Qalyubiya. Gli stessi temi hanno avuto una più dettagliata articolazione e un ulteriore approfondimen-
to nell’ambito delle quattro commissioni, attraverso le quali si sviluppa l’attività dello stesso Coppem.
L’Assemblea generale, che ha visto la
partecipazione delle delegazioni e dei
rappresentanti delle più autorevoli istituzioni provenienti da 32 paesi firmatari della dichiarazione di Barcellona ha
aperto i lavori con un approfondito e
ricco dibattito sui dieci anni del Processo di partenariato. Innanzitutto Adly
Hussein, ha sottolineato che gli esiti
della Dichiarazione di Barcellona, non
sono stati del tutto positivi, sia in relazione allo sviluppo economico dei paesi
della sponda Sud del Mediterraneo sia
in relazione alla mancanza di un impegno chiaro e forte nella lotta contro il
terrorismo. L’UE ha preferito concentrare i suoi sforzi – ha affermato Hussein
– sulle politiche volte all’innovazione
tecnologica impegnandosi con minore
sforzo verso politiche più importanti e
urgenti quali quella relativa al fenomeno migratorio.
Per il Segretario Generale del Coppem
Carmelo Motta è opportuno insistere
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ANNIVERSARIO
CONFERENZA
DI BARCELLONA
negli obiettivi diretti a creare nuove forme di partenariato destinati alla crescita
economica, culturale e sociale dei diversi paesi. “Per creare sviluppo sostenibile
occorre creare sviluppo locale – ha detto
Motta - e per creare sviluppo locale è necessario fare leva su quello che gli economisti e i sociologi chiamano capitale
sociale”. La riflessione è stata arricchita
dall’attiva e attenta partecipazione di
autorità della Repubblica d’Egitto, quali
i Governatori del Cairo e di Giza Abdel
Azim Morsi Wazir e Fathy Saad che
hanno rilevato come l’individuazione di
punti comuni di una politica volta alla
salvaguardia dei diritti umani rappresenti uno dei risultati più importanti del
processo di Barcellona.
Sulla stessa linea si è pronunciato il Ministro per la pianificazione Osman-MOsman che ha invitato i rappresentanti
istituzionali a unirsi in una politica concreta ed efficace contro il terrorismo
che, oltre a creare instabilità nella regione, danneggia le economie turistiche
dei paesi partner mediterranei. Inoltre,
facendo riferimento alla riforma legislativa egiziana, Osman ha ricordato che la
competizione in corso per eleggere il
presidente della Repubblica d’Egitto,
per la prima volta, ha visto la presentazione di liste di opposizione e anche di
candidate al Parlamento. Il Ministro per
lo Sviluppo Locale Abdel Rahim Hashem Shahata ha presentato le riforme
legislative che la Repubblica d’Egitto ha
posto in essere nel settore del decentramento amministrativo, evidenziando
che ormai i Governatori e i Sindaci
hanno una notevole autonomia amministrativa oltre alla gestione della cosa
pubblica.
Il Direttore esecutivo della Fondazione
Euro-mediterranea Anna Lindh per il
Dialogo tra le Culture, Traugott Shoefthaler ha presentato l’iniziativa della
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Delegati del Coppem all’VIII Assemblea Generale
Fondazione di riunire le reti regionali
euromediterranee. In relazione a tale
iniziativa, l’Assemblea generale ha proposto, nella dichiarazione finale, la
creazione di un forum permanente nel
quale le associazioni di città e regioni,
quali il Coppem, il gruppo Euromed di
Eurocities, Arco Latino e Medcities,
possano discutere di argomenti di comune interesse relativi a problematiche
di città e regioni dell’area, al fine di
mettere a punto azioni e di conferire
maggiore autorevolezza alla voce delle
amministrazioni locali e regionali nel
contesto del processo della politica euromediterranea. Inoltre Shoefthaler ha
lanciato la proposta di istituire una
biennale dei giovani artisti euromediterranei.
L’attenzione è poi stata puntata, grazie
all’intervento di Francesco Saverio Nisio, Ministro Consigliere dell’Ambasciata d’Italia al Cairo, sulla necessità di
realizzare una solida ristrutturazione delle infrastrutture anche in virtù dell’area
di libero scambio e soprattutto per questo saranno necessari aiuti più incisivi e
consistenti da parte dell’Unione europea. E proprio Gilles Pipien della Banca
Mondiale ha assicurato che saranno incrementati gli aiuti finanziari ai poteri
istituzionali decentrati, oltre a una migliore distribuzione dei contributi nell’area euromediterranea. Nicola Bellomo, funzionario degli uffici di rappresentanza dell’UE in Egitto, ha specificato che forse uno dei limiti del Trattato
di Barcellona è dovuto alla scarsa collaborazione tra le varie organizzazioni internazionali. Egli ha quindi invitato il
Coppem a farsi promotore di incontri
con le altre organizzazioni internazionali e non che operano nel settore, al fine
di discutere e collaborare insieme.
Il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa era rappresentato da Heinrich Hoffschulte il cui intervento si è
incentrato sulla necessità di favorire
modifiche istituzionali che comportino
delle riforme legislative di decentramento. Egli ha voluto evidenziare che il
partenariato deve essere soprattutto
realizzato tra cittadini e non solo tra
entità governative.
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Adly Hussein, Lino Motta
Abdalla Abbas, in rappresentanza di
ONU-Habitat, riferendosi agli interventi realizzati a favore delle aree rurali
e considerando questi poco incisivi, ha
affermato che lo scambio di informazioni tra esperti potrebbe costituire una via
allo scopo di attuare una migliore politica di intervento.
Il Congresso dei Poteri Locali e Regionali del Consiglio d’Europa era rappresentato dal suo vice-presidente, Gunter
Krug, che ha incentrato la sua relazione
sulla mancanza di un’efficace e concreta
politica di decentramento dei poteri legislativi. Krug ha invitato il Coppem a
concentrare i suoi sforzi su queste problematiche che sono ritenute dai maggiori esperti determinanti per la realizzazione dei tre pilastri del processo di Barcellona.
Dopo il dibattito sul decennale del processo di Barcellona, i lavori sono continuati con la nomina di Nourredine Sbia,
Presidente del Forum Algerino per la
Cittadinanza e la Modernità, a vicepresidente del Coppem, nomina approvata
dall’Assemblea generale, all’unanimità.
APRILE 2006
I LAVORI DELLE QUATTRO
COMMISSIONI DEL COPPEM
Prima Commissione – Politica e istituzionale
Francesco Sammaritano, referente del
Segretariato per la I Commissione, ha
presentato l’attività prevista per il 2006
che si incentra principalmente su tre
punti: il Centro di Coordinamento sociosanitario euromediterraneo; la cooperazione tra poteri istituzionali decentrati e le Università e i protocolli di
Intesa tra Regioni.
Il relatore, il prof. Said El Dakkak
(Egitto), ha posto l’attenzione sul processo di riforme legislative in corso in
alcuni paesi mediorientali e sulla tematica dei diritti umani. “Si profilano all’orizzonte in molti paesi arabi nuovi assetti legislativi con aperture in senso
democratico e partecipato: in Marocco
con le aperture riformiste, in Egitto con
le elezioni che sono state caratterizzate
dallo scrutinio segreto e dall’apertura a
candidati dell’opposizione”. Riguardo
ai diritti umani e le pari opportunità,
Dakkak ha invitato il Coppem, e in
particolare la I Commissione a occuparsene più attivamente, poiché queste
problematiche condizionano la cresita
civile dell’intera area con inevitabili riflessi sul terreno economico.
Il Governatore di Aleppo Tamer Alhaja (Siria), riferendosi all’accordo bilaterale che il governo siriano ha firmato
con l’UE, ha rilevato che la situazione
politica in Medio Oriente potrebbe
condizionare la realizzazione delle riforme sociali, economiche e commerciali
previste dallo stesso accordo.
L’intervento del delegato algerino Mohamed Taibi ha tradotto la volontà politica dell’attuale governo di attribuire
alle città un ruolo centrale nella vita
politica del paese. Difatti le competenze
legislative concesse ai Governatori, ai
Sindaci, e ai Consigli popolari rispecchiano tale indirizzo politico.
Il Rettore dell’Università KORE di Enna (Italia), Salvo Andò , con cui il Segretario generale del Coppem ha firmato un accordo di collaborazione, ha sottolineato l’importanza delle intese realizzate. In particolare, si prevede di contribuire a un confronto reale, efficace e
concreto tra strutture istituzionali, docenti e studenti dell’area. Tali accordi,
basati sullo scambio di conoscenze e
esperienze oltre che sulla realizzazione
di azioni comuni, favoriscono la pace,
grazie alla conoscenza della realtà culturale, economica e politica dei rispettivi
paesi.
Catalina Schezzini (Italia) Sindaco di
Rio nell’Elba sostenendo che le pari opportunità costituiscono uno dei veicoli
primari dei diritti umani, ha proposto al
Coppem l’istituzione di una quinta
Commissione di lavoro che si occupi
prevalentemente di quelle tematiche.
Per Maria Teresa Coppo Gavazzi, (Italia) Presidente Regionale AICCRE
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CONFERENZA
DI BARCELLONA
Lombardia componente della commissione pari opportunità del CCRE, che
ha appoggiato la proposta della Schezzini, è necessario intendere le politiche di
pari opportunità in senso più ampio,
considerando non solo un maggiore coinvolgimento delle donne nella vita
pubblica, ma anche un processo di carattere sociologico che comprenda tutti
gli individui. Pari opportunità deve essere sinonimo di pari dignità a tutti i livelli.
Piero Fagone (Italia), responsabile dell’ufficio stampa del Coppem, ha illustrato le conclusioni del Summit mondiale
di Bilbao sulla società dell’informazione. Le indicazioni emerse dalle assise
basche prevedono che le tecnologie comunicative devono:
1. Rappresentare un servizio per i cittadini;
2. Essere uno dei maggiori strumenti per
lo sviluppo sostenibile in tutti i suoi
aspetti e in tutte le sue dimensioni;
3. Essere patrimonio dell’intera collettività e non un privilegio riservato a
pochi.
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Seconda Commissione – Per la cooperazione tra città e regioni
Il presidente, Jan Mans (Paesi Bassi),
ha introdotto il tema della migrazione
sottolineando come le caratteristiche
dei flussi esistenti nello spazio euro-mediterraneo abbiano spesso caratteri comuni: migrazione di lavoratori altamente o poco qualificati, nuovi movimenti transnazionali, traffico illegale di
persone, sovrapposizione di flussi di rifugiati e di persone in cerca di asilo e
l’immigrazione clandestina. Muzaffer
Baca (Turchia), primo vice-presidente
della Commissione, ha annunciato che
l’UE ha proposto di dichiarare anno
dell’interculturalità il 2008, durante il
quale si prevede un ampio ventaglio di
azioni e iniziative. In questa occasione
il Coppem potrebbe avere un ruolo attivo quale network di città e regioni e,
in tale veste, dovrebbe presentare una
serie di proposte e, in vista dell’adozione di particolari iniziative in materia.
Jalal Abs, consigliere del Comune di
Tripoli (Libano), ha invitato ad analizzare il fenomeno dello status di rifugia-
to di guerra. Il delegato libanese ha sollecitato il Coppem a promuovere un’azione di pressione nei confronti degli
organismi internazionali per la questione medio-orientale. La Prof.ssa Concetta Fallanca De Blasio (Italia), Direttrice del Dipartimento di Architettura
e Analisi della Città Mediterranea dell’Università Mediterranea di Reggio
Calabria, ha presentato il progetto
“City to City - Identità plurali e contesti urbani: nuovi approcci per le politiche migratorie”, finanziato nel quadro
del Programma Interreg III C, in cui il
Coppem partecipa in ruolo sinergico
con la Regione Siciliana. La prof.ssa De
Blasio ha proposto di organizzare degli
atelier di cooperazione per far lavorare
insieme progettisti dei paesi di origine e
progettisti dei paesi di destinazione affinché si possa mettere in pratica una
progettazione più consapevole che tenga conto della multiculturalità. Abdelfattah Skir (Regno del Marocco), Segretario generale dell’Unione delle città marocchine, ha evidenziato che i
movimenti migratori non seguono solo
un’unica direzione Sud-Nord. Da qui la
proposta che il Coppem assuma un ruolo strategico e all’avanguardia ai fini
dell’impostazione di nuove iniziative
attente ai cambiamenti e alle evoluzioni del fenomeno migratorio nel Mediterraneo. Ghassan Samman (Kuwait),
responsabile delle Relazioni internazionali e della comunicazione dell’OCA,
ha annunciato che la 3a Conferenza
delle città euro-arabe avrà luogo a Dubai e sarà organizzata dal Coppem,
OCA, Lega Araba, CCRE la Municipalità di Dubai e il Congresso dei poteri
locali e regionali del Consiglio d’Europa. Ha aggiunto che l’Organizzazione
delle Città Arabe rappresenta più di
450 città e che nella sua rete possono
cooperare altre organizzazioni per rag-
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giungere obiettivi comuni. Infine, Abdellah Cahouad, Segretario generale
della Municipalità di Salé (Regno del
Marocco), in relazione al fenomeno migratorio, ha giudicato necessario trovare una soluzione radicale che coinvolga
in azioni concrete le ONG le quali hanno un ruolo strategico perché operano
sul terreno e hanno stretti contatti con
i cittadini, attori principali e destinatari di ogni progetto e di ogni azione che
riguardi la cooperazione tra città e regioni.
Terza Commissione – Per la cooperazione economica e finanziaria
Il presidente della Commissione, Abdelkarim Misbah (Tunisia), ha ricordato che i lavori svolti nel 2005 hanno
fatto emergere il ruolo strategico dello
sviluppo locale per città e regioni dell’area, nonché il consolidamento del
partenariato locale che potrà crescere
anche grazie alla creazione dell’Agenzia
di Sviluppo Euromediterraneo dei Poteri Locali e Regionali (ASEM). Per
Luca Meldolesi, docente di economia
presso l’Università di Napoli (Italia), lo
sviluppo locale va considerato come
motore di crescita economica. Per questa ragione le scuole di formazione e di
business management svolgono un ruolo determinante poiché contribuiscono
a valorizzare, attraverso un’adeguata
formazione, un ingente patrimonio di
risorse umane. Strategica è l’espansione
delle piccole e medie imprese nel tessuto socio/economico per lo sviluppo locale in quanto crea circolazione di persone, idee e merci. Meldolesi ha citato
in proposito “le multinazionali tascabili”, piccole imprese capaci di inserirsi in
un tessuto socio/economico e divenire
promotrici di sviluppo locale. I settori
della moda, delle “nanotecnologie”,
dell’agroalimentare ne sono un esem-
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Ahmed Fathi Sorour, Lino Motta, Mohammed El Fayoumi
pio. Giuseppe Frisella, docente di politica economica all’Università di Palermo (Italia), ha tratteggiato il profilo
dell’ASEM, promossa dal Coppem. L’obiettivo di questo nuovo organismo è di
progettare iniziative di sviluppo aventi
quale soggetto città e regioni. Il bisogno
primario di un territorio è lo sviluppo
che genera occupazione, e lo sviluppo
che il Coppem persegue si può ottenere
attivando una serie di iniziative a livello economico, rispettose delle tradizioni del territorio e della comunità locale. La missione dell’ASEM è quella di
assistere le autonomie locali nel disegnare dei progetti utili allo sviluppo
economico, sociale e culturale delle
collettività locali, rappresentate dai
membri dell’ASEM. Progetti che prevedono sviluppo sostenibile nell’agricoltura, l’industria, l’artigianato, il turismo, i servizi pubblici e privati e che
puntano alla ricerca, alla tutela dell’originalità territoriale dei prodotti, alla
valorizzazione della risorsa uomo. “L’iniziativa dell’ASEM non ha pretesa di
grandezza ma di operatività, non è in
competizione con altre agenzie sovranazionali o nazionali di sviluppo ma intende coesistere con esse”. Giovanna
Livreri, Commissario Straordinario Ente Autonomo Fiera del Mediterraneo di
Palermo (Italia), ha proposto l’organizzazione di Fiere itineranti per la promozione dei prodotti e delle attività delle
realtà locali e la creazione di reti con
associazioni pubbliche e private di sviluppo economico. Si tratta, in poche
parole, di sviluppare una politica di
concertazione Coppem, ASEM, Fiera
del Mediterraneo ed altri enti fieristici
per promuovere uno sviluppo locale decentrato. Philippe Sanmarco, Consigliere della Municipalità di Marsiglia
(Francia), ha insistito sul ruolo della
cooperazione e collaborazione NordSud e sull’insoddisfazione giovanile nei
confronti delle dinamiche sociali ed
economiche, a cominciare dall’ingresso
nel mondo del lavoro. I giovani devono
diventare una risorsa per l’economia, e
questa risorsa deve essere valorizzata attraverso la formazione alla realtà del lavoro, si tratta allora creare le opportu-
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ANNIVERSARIO
CONFERENZA
DI BARCELLONA
nità che il mercato offre e soprattutto
condurre una seria politica di sviluppo
locale da cui scaturisca una crescita dell’occupazione giovanile. Mohammed
Taibi, sociologo e antropologo all’Università di Oran (Algeria), ha posto in
rilievo che oggi la politica economica
del suo paese spinge verso un’economia
decentrata piuttosto che statalizzata.
“Le aziende petrolifere sono “cattedrali
nel deserto”, in quanto non promuovono lo sviluppo locale dell’area, non offrono lavoro alla mano d’opera locale e
non conoscono nemmeno il territorio
dove operano. 52 Università algerine
stanno invece promuovendo una politica di integrazione tra medie imprese
che vogliono operare nel territorio e le
realtà locali, al fine di promuovere lo
sviluppo locale come portatore di prosperità nelle aree interessate”. Questa è
la direttrice lungo la quale il Coppem
dovrebbe muoversi, attivando tutte le
sinergie necessarie per avviare anche in
Algeria una promozione dello sviluppo
dal basso. Infine Erkan Ayan, Consigliere del Sindaco di Izmit (Turchia),
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ha illustrato le esperienze maturate in
quell’area. Nel territorio operano imprese medio-piccole che hanno creato
distretti industriali e agricoli e istituito
rapporti commerciali soprattutto con la
Grecia e l’Ucraina. Tali rapporti e
scambi di best practice e prodotti dovrebbero essere maggiormente incentivati tramite serie politiche per lo sviluppo decentrato. Il ruolo dell’ASEM
potrebbe costituire un elemento di cosviluppo, fautore di politiche tese a valorizzare le risorse locali mediante la
promozione di scambi commerciali e
l’apertura verso i paesi interessati ad
alimentare nuovi flussi di scambi commerciali. Paolo Carrara, referente della
III Commissione, ha sottolineato che
tutti gli sforzi, sia del Segretariato sia
dei Membri, si sono incentrati soprattutto sulla problematica del rafforzamento e la partecipazione dei Poteri locali e regionali al processo di Barcellona, con riguardo ai temi della cooperazione economica e finanziaria. Il Segretariato del Coppem e i membri della III
Commissione giudicano che il mezzo
per perseguire lo sviluppo locale è quello di approfondire la conoscenza delle
diverse realtà socio-economiche e di
avviare poi progetti di scambi di conoscenza e di best practice, nonché di sviluppo tra amministrazioni locali di paesi diversi.
Quarta Commissione – Per la cultura,
la tecnologia, il turismo e l’ambiente
Il presidente Falah Al Omoush (Giordania) ha riconosciuto che il Processo
di Barcellona, almeno riguardo alla cooperazione culturale, al dialogo e al
multiculturalismo ha ottenuto dei buoni risultati. Il relatore, Petros Filippou
(Grecia) ha introdotto il tema delle politiche di cooperazione culturale euromediterranea dell’UE, osservando che
la Nuova Politica di Vicinato ha un
punto debole nell’esclusione del settore
culturale dalle priorità. Ne consegue
che le azioni di promozione del dialogo
e del multiculturalismo saranno escluse
dai finanziamenti previsti dallo strumento ENPI. Natale Giordano, referente per il Segretariato, ha illustrato le
COPPEMNEWS
Incontro della delegazione del Coppem con il presidente dell’Assemblea del Popolo Ahmed Fathi Sorour
attività svolte in tema di cooperazione
culturale e, in particolare il completamento del Progetto Unimed Cultural
Heritage II, la creazione dell’Associazione Herimed, la messa a punto del
progetto “Beni Culturali e Sviluppo Locale” per l’institutional capacity building di funzionari di 60 Autorità Locali siciliane. Nel quadro delle attività
dello scorso anno, sono stati presentati
2 Progetti “Il Dialogo culturale e lo sviluppo locale” in Egitto e in Algeria; 3
Progetti nell’ambito del programma Interreg Archimed e una proposta progettuale nel quadro del programma Interreg Medocc.
Roberto Albergoni, vice direttore di
Unimed (Italia), ha descritto gli scopi
di Herimed e ha delineato gli obiettivi
che intende perseguire, descrivendone
le strategie e le attività. Claudio Basso,
consigliere del Comune di Genova (Italia), ha illustrato il progetto di un network di Città della Cultura e del Turismo, fondato sulle comuni matrici storiche e culturali: Genova, Rijeka, Kios,
Galata, Costanza, Kiev, Latakya e
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Byblos. Infine ha posto in rilievo il lancio di Med-Child, un progetto realizzato
dal Comune di Genova e dall’ospedale
Gaslini. Tale progetto prevede la realizzazione di un Ospedale pediatrico itinerante su una nave, dotato delle più moderne tecnologie per la medicina, il
pronto intervento pediatrico, la formazione e la telemedicina. Opererà nel
Mediterraneo e sarà capace di intervenire in aree di crisi, in caso di disastri
naturali, momenti di conflitto o emergenza. Vito Giacalone, Assessore alle
Politiche Comunitarie del Comune di
Mazara del Vallo (Italia), riferendosi al
progetto Beni Culturali e Sviluppo Locale, ha offerto la disponibilità di quella
amministrazione a realizzare un workshop di lancio del progetto.Sarà quella
l’occasione anche per l’ulteriore promozione del stairo danzante, il prezioso reperto recuperato dal mare. Mustafà
Aydyn, Presidente dell’Anadolu BIL of
Higher Education (Turchia), ha posto
l’accento sul rispetto, la conservazione e
la valorizzazione della diversità come
valore condiviso e fondante dello svi-
luppo sociale. A tale obiettivo è legata
la necessità di promuovere un più forte
ruolo dell’educazione e della formazione
nelle politiche di cooperazione e a questo proposito plaude all’intenso legame
tra il Coppem e Unimed.
Al termine dei lavori dell’Assemblea
una folta delegazione del Comitato è
stata ricevuta dal presidente dell’Assemblea del Popolo (il Parlamento egiziano), Ahmed Fathi Sorour. Molti sono stati gli argomenti trattati tra i quali le prospettive di sviluppo economico,
la crescita civile e culturale. In particolare, il presidente Sorour ha indicato
una più avanzata frontiera di convivenza nel dialogo fra le culture e le religioni nel rispetto del pluralismo, della diversità e delle specificità culturali proprie di ogni Paese. “Il dialogo – ha detto – deve servire non soltanto a una migliore comprensione dell’altro, ma anche alla soluzione dei problemi più urgenti. L’obiettivo deve essere quello
non di cambiare l’altro ma quello della
coesistenza pacifica”.
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ANNIVERSARIO
CONFERENZA
DI BARCELLONA
La Dichiarazione conclusiva
1. Noi, membri del Coppem – Comitato Permanente per il Partenariato Euromediterraneo dei Poteri Locali e delle Regioni, riuniti il 3 – 4 dicembre
2005 al Cairo per la VIII Assemblea
Generale, dieci anni dopo la Dichiarazione di Barcellona e cinque anni dopo la costituzione del Coppem, riaffermiamo il nostro impegno nel perseguire lo sviluppo socio – economico delle
comunità a livello locale, anche attraverso il rafforzamento della cooperazione fra Amministrazioni Locali e Regioni dell’area euromediterranea nel
quadro del processo del partenariato
euromediterraneo.
2. Noi riaffermiamo il nostro forte impegno nel perseguire gli obiettivi definiti nella Dichiarazione di Barcellona
del 1995, ritenendola, anche alla luce
delle odierne prospettive, il migliore
strumento per fare della regione euromediterranea un’area di pace, dialogo e
prosperità condivisa.
3. Noi siamo convinti che, alla luce dei
deludenti risultati emersi dal recente
vertice di Barcellona, i poteri locali e le
regioni sono sempre più soggetti che a
pieno titolo possono ispirare, elaborare
e indirizzare con successo politiche di
partenariato nell’area euromediterranea
che tengano conto delle aspirazioni e
dei bisogni dei cittadini, fornendo un
contributo che, oltre le politiche decise
a livello governativo, è indispensabile a
conferire al processo di Barcellona i benefici attesi e fino ad ora non raggiunti.
4. Noi siamo pienamente consapevoli e
fermamente convinti che alle istituzioni locali è affidata la responsabilità di
svolgere un ruolo determinante per una
pace e una prosperità stabile e duratura
nell’ area euromediterranea, che sono
traguardi di somma importanza che è
possibile raggiungere attraverso un dialogo aperto e iniziative congiunte, e
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Parte della delegazione turca intervenuta ai lavori dell’VIII Assemblea Generale del Coppem
che rappresentano un percorso cruciale
da seguire avvalendosi del reciproco sostegno e di una stretta cooperazione.
Il rifiuto di qualsiasi cultura, forma e atto di terrorismo, razzismo, e xenofobia,
ispira la nostra politica nella direzione
di una consapevole partecipazione volta a stabilire armoniche relazioni fra i
nostri cittadini ed una buona qualità
della loro vita.
5. Noi consideriamo il decentramento
dei poteri mezzo essenziale per rendere
le istituzioni locali e regionali dell’area
euromediterranea attrici e promotrici
di un processo congiunto indirizzato a
salvaguardare i diritti umani e i principi di democrazia, di giustizia, di trasparenza e di eguaglianza, e a alleviare le
sofferenze e la povertà delle popolazioni, nel rispetto delle leggi nazionali e
internazionali.
Le istituzioni locali devono essere i garanti della coesione ed inclusione socio-economica fra le società europee e
mediterranee.
6. Noi riteniamo di somma importanza
che le esperienze e le esigenze delle isti-
tuzioni locali euromediterranee siano
tenute doverosamente in considerazione nel riorientamento del processo di
Barcellona per un partenariato euromediterraneo sempre più efficace, che richiediamo possa ampliare le attività e
le ricadute a beneficio diretto delle comunità locali dell’area.
Per questo noi, rappresentanti di città
e regioni euromediterranee, ci impegnamo a cooperare per rafforzare i legami con la Commissione Europea, e a
tale scopo diamo mandato al Coppem
di esercitare ogni sforzo per essere riconosciuto organismo consultivo e consulenziale.
Analoga richiesta facciamo per quanto
riguarda la politica di vicinato, del cui
ruolo fondamentale nella stabilità e sviluppo dei nostri Paesi siamo consci, e
che auspichiamo proceda come armonico complemento della politica di partenariato euromediterraneo.
7. Noi crediamo che la coesione, la coesistenza e la collaborazione fra le comunità euromediterranee debbano essere sviluppate attraverso un aperto
COPPEMNEWS
dialogo e cooperazione fra organizzazioni internazionali, associazioni di città e
regioni, organizzazioni non governative, il mondo accademico, e organismi
pubblici e privati, che operano su temi
di interesse nell’area.
8. Noi osserviamo con soddisfazione i
progressi fatti dal Coppem nel 2005,
per quanto riguarda contatti sviluppati
con le Istituzioni Europee, con la Fondazione Euromediterranea Anna Lindh
per il Dialogo fra le Culture, con la Assemblea Parlamentare Euromediterranea, con il Gruppo Euromed di Eurocities, con il Consiglio d’Europa – Congresso delle Autorità Locali e Regionali, con UNOPS, UNDP, UNESCO,
UN – Habitat, UNIMED, con la Associazione delle Municipalità Turche nel
Mondo, e con molte altre autorevoli organizzazioni.
Noi concordiamo che il Coppem proceda con ulteriore slancio nel rafforzamento delle relazioni con organizzazioni di primaria importanza per consultazioni, scambi, progetti di comuni iniziative a vantaggio delle Amministrazioni
locali e regionali euromediterranee.
9. Noi confermiamo che è di enorme
interesse la creazione di un forum permanente nel quale associazioni storiche
internazionali di città e regioni, quali il
Coppem, il gruppo Euromed di Eurocities, Arco Latino e Medcities, possano
discutere di argomenti di comune interesse relativi a problematiche di città e
regioni dell’area euromediterranea, al
fine di mettere a punto azioni e di conferire maggiore autorevolezza alla voce
delle amministrazioni locali e regionali
nel contesto del processo della politica
euromediterranea.
10. Noi plaudiamo l’iniziativa della
Fondazione Euromediterranea Anna
Lindh per il Dialogo fra le Culture, di
invitare i network regionali euromedi-
APRILE 2006
Heinrich Hoffschulte, I vice presidente onorario CCRE
terranei per favorire lo scambio delle
esperienze e rafforzare il dialogo tra i
popoli e le culture e auspichiamo l’istituzione di un Comitato permanente,
formato dai network regionali e indipendente dai network nazionali, con
funzioni consultive e propulsive.
11. Noi, consapevoli dell’importanza
dell’incremento delle relazioni Sud-Sud
per il successo del Partenariato Euromediterraneo e dell’impatto dei Gemellaggi tra Città nella crescita sociale e
culturale dei cittadini, auspichiamo che
la Commissione Europea, nell’ambito
dei propri poteri, possa lanciare un programma volto a favorire i Gemellaggi
tra Città Sud -Sud.
12. Noi, consci dell’importanza che il Patrimonio Culturale ha nella crescita socio-culturale dei cittadini e dell’impatto
che la sua gestione, sostenibile e partecipata, ha sulle economie locali, lamentiamo l’assenza della Gestione del Patrimonio Culturale dagli obiettivi prioritari
della politica di vicinato e invitiamo la
Commissione Europea a inserirvi il Patrimonio Culturale tra le priorità.
13. Noi riteniamo molto utile lo scambio reciproco di esperienze e risultati
raggiunti nel campo legislativo, sociale
ed economico. Per questo noi accoglieremo con favore proposte di incontri
bilaterali e multilaterali che il Segretariato vorrà indicarci, comprendenti anche richieste alla Commissione Europea e ad altri soggetti finanziatori.
14. Noi siamo assolutamente aperti a
partecipare come partner in progetti
condivisi, ed apprezziamo gli sforzi già
fatti dal Segretariato in questa direzione, incoraggiandolo a promuovere nuovi partenariati di progetto nel corso del
prossimo anno.
15. Noi diamo il benvenuto agli Uffici
di rappresentanza del Coppem al Cairo, a Rabat e ad Istanbul, e auspichiamo che il loro impegno potrà contribuire decisamente all’ampliamento e
rafforzamento della missione del Coppem. Le Commissioni, di cui siamo
membri, sono chiamate a proporre e
suggerire iniziative che da tali Uffici
potranno essere intraprese.
16. Noi guardiamo con interesse la re-
9
ANNIVERSARIO
CONFERENZA
DI BARCELLONA
Franco Sammaritano, Vito Giacalone, Adly Hussein, Vito Ballatore, Natale Giordano
cente creazione del Centro di Coordinamento Socio-Sanitario promosso dal
Coppem, e incoraggiamo in particolare
la I Commissione a fornire tutti i suggerimenti e gli apporti che possano contribuire alla sua migliore strutturazione
e affermazione.
17. Noi auspichiamo che il Coppem
possa attivare ulteriori concrete cooperazioni con Università dell’area euromediterranea per la istituzione di programmi di scambi formativi, facendo
anche riferimento agli accordi già sottoscritti con le Università di Enna e Palermo in Italia, e confidiamo che la I
Commissione studierà e proporrà i migliori sviluppi di tali accordi.
18. Noi attribuiamo grande interesse a
stabilire rapporti di collaborazione fra
le nostre città e accordi bilaterali fra le
nostre regioni, riferendoci agli esempi
di quelli concordati fra la Regione Siciliana con la Regione di Rabat in Marocco e il Governatorato di Qalyubiya
in Egitto, che il Segretariato ha promosso, ed auspichiamo che la I Commissione e la II Commissione potran-
10
no individuare ulteriori partenariati
possibili fra città e regioni, studiandone le migliori forme di cooperazione ed
accordo.
19. Noi riteniamo che le problematiche legate ai fenomeni della migrazione debbano essere prioritariamente
analizzate ed affrontate per una armonica convivenza tra i cittadini, ed a
tal fine auspichiamo che la II Commissione contribuirà alla definizione
di una chiara posizione del Coppem
sul tema, indicando adeguate iniziative politico-strategiche.
20. Noi confidiamo che l’ASEM,
Agenzia per lo Sviluppo Euromediterraneo promossa dal Coppem, avvii la
sua fase operativa per imprimere sviluppo socio-economico alle comunità
locali, ed esprimiamo il nostro interesse e impegno a parteciparvi attivamente, e in particolare auspichiamo che i
lavori della III Commissione, nel quadro del suo impegno indirizzato allo
sviluppo locale, contribuiranno concretamente al suo consolidamento strategico-operativo.
21. Noi auspichiamo che la III Commissione dia pieno sostegno a iniziative
volte alla realizzazione di protocolli
d’intesa tra le Camere di Commercio, a
strategie comuni di Fiere commerciali,
particolarmente della sponda sud del
Mediterraneo, alla formazione di imprenditori e di tecnici dei servizi per lo
sviluppo dei territori.
22. Noi accogliamo con favore la concreta prospettiva della costituzione di
Herimed, Agenzia Euromediterranea
per la conservazione e valorizzazione
del patrimonio culturale, concordiamo
che il Coppem ne divenga membro fondatore e auspichiamo che le amministrazioni locali e le regioni ne partecipino come associati, confidando in proposte, suggerimenti e strategie che in
particolare la IV Commissione vorrà
studiare e proporre.
23. Noi concordiamo che la IV Commissione proceda verso la ricerca delle
modalità più idonee per attivare più
strette collaborazioni che il Coppem è
interessato a realizzare con organizzazioni che operano nell’area Euromediterranea nel settore del turismo dei beni culturali, dell’ambiente e delle tecnologie, sviluppando i contatti e gli accordi già discussi o stabiliti con la Fondazione euromediterranea Anna Lindh,
con la Fondazione Field, e con numerose altre organizzazioni.
24. Noi riteniamo che possa essere costituita una quinta Commissione del Coppem per le pari opportunità, che potrà
essere presentata per la approvazione
della prossima Assemblea Generale.
25. Noi riconosciamo fermamente che
la missione del Coppem è basata su
principi da noi condivisi, ed auspichiamo che, anche attraverso la messa in
atto delle iniziative prima auspicate e
raccomandate, venga proiettata verso
ulteriori traguardi di successo.
COPPEMNEWS
CITTADINI EUROMEDITERRANEI CRESCONO
Lino Motta
Lino Motta
segretario generale Coppem
I rapporti del Coppem con l’Egitto sono
diventati sempre più stretti: Nel 2003
abbiamo tenuto al Cairo il Convegno
internazionale sui beni culturali alla
presenza del Primo Ministro Atef
Ebeid; abbiamo incontrato in quell’occasione il Presidente dell’Assemblea
del Popolo Ahmed Fathi Sorour. Nel
2005 una delegazione della Regione di
Qualubya si è recata in visita ufficiale
in Sicilia per una settimana. Nel 2005
abbiamo partecipato all’inaugurazione
della Fondazione Anna Lindh ad Alessandria d’Egitto e abbiamo incontrato
ancora una volta il Presidente dell’Assemblea del Popolo; abbiamo preso parte ai lavori del gruppo ristretto della
fondazione Anna Lindh ad Alessandria
e successivamente a Torino e a Barcellona. Durante i lavori dell’Assemblea
Generale di Taormina è stato firmato
un protocollo d’intesa per l’apertura
APRILE 2006
dell’Ufficio di Rappresentanza del Coppem al Cairo ed abbiamo già i locali vicino alla sede del Parlamento. Ieri si è
concordato con ONU Habitat e Unesco un piano d’azione che interessa le
città costiere dell’Egitto, della Giordania, della Palestina e Israele. Ho il piacere di annunziare che il governo della
Regione Siciliana ha approvato il protocollo d’intesa con la Regione di Qualubya e non appena il Ministero degli
Affari Regionali del governo italiano
darà il nullaosta concorderemo la data
della firma.
Non è questa la sede per parlare delle
numerose iniziative che il Coppem intende intraprendere con le autorità locali egiziane. C’è un proficuo lavoro da
portare avanti. Per noi infatti il partenariato euromediterraneo deve perseguire con coerenza gli obiettivi di Barcellona. I pilastri della dichiarazione di
Barcellona: pace e sicurezza, partenariato economico e finanziario, partenariato sociale e culturale restano validi.
Ma i risultati sinora raggiunti sono
molto modesti.
Il divario tra gli stati Europei e quelli
della Sponda Sud del Mediterraneo non
è diminuito, anzi si è aggravato. Le politiche euromediterranee sin qui perseguite non puntano al cuore della questione: creare sviluppo sostenibile nei paesi
partner. Ma per creare sviluppo sostenibile occorre, secondo il Coppem, creare
sviluppo locale, e per creare sviluppo locale occorre creare, quello che gli economisti e i sociologi chiamano il capitale sociale. Se non si persegue questa linea, il partenariato euromediterraneo
da risultati non adeguati ed entra in crisi tutto il disegno politico. Di ciò ne
dobbiamo avere piena consapevolezza.
Il Coppem ha creato sin dalla sua costituzione la strategia delle nuove forme
di partenariato che facciano decollare
economicamente, socialmente e culturalmente i territori. Per questo non ci
siamo limitati agli incontri istituzionali, che pure sono stati molto positivi
perché ci hanno fatto conoscere, ci
hanno fatto anche diventare amici. Il
Coppem ha promosso strutture che saranno operative al più presto e che consentiranno di dare un contributo concreto alla formazione del capitale sociale. Il Prof. Frisella dell’Università di Palermo, il dr. Furnari direttore generale
dell’Azienda sanitaria di Messina, e il
dr. Roberto Albergoni direttore generale di UNIMED, che rappresenta le 71
Università del Mediterraneo, con sede
alla Sapienza a Roma, hanno evidenziato gli obiettivi di queste strutture che
sono: L’ASEM (agenzia di sviluppo euromediterraneo che fa progetti), Il Coordinamento socio-sanitario dei 35 stati al quale ha aderito l’ONU, Herimed
(L’Associazione per la valorizzazione
dei beni culturali dei 35 Stati). Come si
può notare il Coppem non fa propaganda ma politica concreta. Il signor Pipien rappresentantante della Banca
11
ANNIVERSARIO
CONFERENZA
DI BARCELLONA
Un momento dei lavori del Coppem a Il Cairo
Mondiale, può dare un notevole apporto alle nostre strategie socio-culturali e
di sviluppo.
Questo anno il Coppem ha compiuto
un grande salto di qualità nei rapporti
con le Organizzazioni Internazionali ed
è diventato un interlocutore fondamentale non solo per le Associazioni euromediterranee. Con L’ONU siamo impegnati nel piano d’azione che riguarda le
citta costiere dei quattro stati di cui parlavo prima; nel coordinamento sociosanitario; nel progetto Art Gold già presentato dall’ONU a Messina, a Caserta
durante Convegni del Coppem che riguarda gli stati del Magreb ed altre iniziative di collaborazione sono in studio.
Con la Fondazione Anna Lindh c’è un
ampia collaborazione sulla quale ho già
dato informazione. Con l’OCA, l’Organizzazione delle Citta Arabe, c’è un rapporto molto stretto – l’OCA partecipa
di diritto nel Coppem, e siamo lieti di
comunicare che il Coppem, il Consiglio
dei Comuni e delle Regioni d’Europa, il
Congresso delle Autorità Locali del
Consiglio d’Europa assieme all’ATO, al-
12
la Lega Araba, e alla Municipalità di
Dubai sono già in fase di organizzazione
della 3 Conferenza Euro Araba. Abbiamo già svolto la prima riunione a Dubai
il 21 novembre, continueremo a Palermo il 21 gennaio 2006. La sede della
Conferenza sarà Dubai; la data è nell’ultima settimana del novembre 2006.
Dobbiamo far si che questa conferenza
sia un grande evento internazionale e
dobbiamo sin da ora mobilitarci.
Abbiamo ripreso i rapporti con il Consiglio dei Comuni e delle regioni d’Europa, concorderemo una serie di iniziative , e salutiamo la presenza ai nostri
lavori del Vice Presidente Onorario
Sig. Hoffschulte. Intense sono diventate pure le relazioni con le associazioni
euromediterranee: Euromed Eurocities,
Med Cities, Arco Latino, con loro ci
vedremo presto a Torino per definire i
rapporti con la Commissione Euromediterranea dell’organizzazione mondiale
degli enti locali e per stabilire come
portare avanti la richiesta di un Forum
Euromediterraneo dei poteri locali e regionali, che deve essere istituito dall’U-
nione Europea, così come è avvenuto
per i Parlamenti euromediterranei. All’associazione dei Parlamenti euromediterranei, presieduta dal Presidente del
Parlamento Europeo, Borrell, abbiamo
proposto iniziative di collaborazione.
Per finire il 16 dicembre sono stato invitato nella mia qualità di Segretario
Generale a Strasburgo, per svolgere una
relazione sul Coppem in seguito alla
nostra richiesta di diventare membro
osservatore del Congresso delle Autorità locali del Consiglio d’Europa. Abbiamo svolto, credo, un buon lavoro; grazie a voi tutti e alle nostre collaboratrici e collaboratori, aumentano le nostre
responsabilità, perché la nostra crescita
politico-istituzionale è stata molto forte. Oggi ci sarà una relazione dettagliata su tutte le iniziative del Coppem
svolte nel 2005.
Per concludere sulla celebrazione del
decennio mi sento di affermare che il
processo di Barcellona ha bisogno di
innovazioni profonde nella linea politica e nella programmazione delle risorse.Investire di più e meglio in una
politica di pace e di sicurezza, di partenariato economico e finanziario e di
partenariato sociale e culturale è per
l’Europa non solo un dovere, ma una
decisiva scelta, direi una necessità. Per
concludere sulla celebrazione del decennio sono profondamente convinto
che dobbiamo mantenere salda la nostra identità. Non è solo una esigenza
culturale ma anche politica. Dobbiamo far capire in modo netto chi siamo
e cosa vogliamo. A seguito delle nostre
numerose iniziative nella sponda sud
del Mediterraneo e nel mondo arabo
qualcuno mi dice scherzosamente:”Ma
tu sei europeo, o palestinese, o israeliano, o turco o arabo?” Io rispondo,
non scherzosamente: “Io mi sento di
essere un cittadino euromediterraneo”.
COPPEMNEWS
QUATTRO SFIDE PER RILANCIARE IL MEDITERRANEO
Adly Hussein, Falah Al Omoush
Adly Hussein
Governatore di Qalyubya, vice presidente Coppem
Egitto, terra di civiltà, sicurezza e pace.
Sulle sponde del suo lungo Nilo, le cui
acque scorrono da sud a nord dandoci
benessere, sviluppo e continua ispirazione oltre a connotare fortemente la
nostra cultura, sono sorte diverse civiltà da quella dell’Antico Egitto a quella Copta fino ad arrivare a quella Islamica. Chi viene in Egitto, quando ritornerà nel proprio paese porterà con
sé sentimenti di amicizia e di affetto;
sentimenti che ben rappresentano la
natura stessa della nostra gente. L’egiziano, per sua natura, accoglie con cordialità e amicizia tutti coloro che arrivano nel suo paese, fin da quando il
profeta Isaia disse “Benedetto sia il
mio popolo d’Egitto”, e come recita il
Sacro Corano “Entrate in Egitto senza
pericolo a Dio piacendo”. Tale massa
d’acqua creata da Dio per riunire sulle
sue sponde tutte queste straordinarie
APRILE 2006
civiltà, ci ispira ad incontrarci per il
bene comune nell’applicazione della
Dichiarazione di Barcellona. Pertanto
nel celebrare il decimo anniversario
della Dichiarazione di Barcellona, mi
sembra necessario fare delle ampie valutazioni su tale processo e questa celebrazione deve essere un’opportunità
per ribadire i nostri obiettivi di pace e
stabilità, per accrescere la cooperazione e l’integrazione economica tra
Nord e Sud, rafforzare il dialogo tra le
culture e le civiltà in modo da permettere a tutti i paesi del Mediterraneo di
avere condizioni di stabilità e benessere, dando così alle giovani generazioni
valori attraverso i quali esse possano
esprimere la propria identità in una atmosfera di libertà e di rispetto dei diritti umani.
Queste sono le nostre speranze, ma la
questione presenta differenti opinioni.
L’ambasciatore Klaus Eberman – Rappresentante della delegazione della
Commissione Europea in Egitto- ha affermato che la celebrazione del 10°
anniversario della Dichiarazione di
Barcellona non necessita manifestazioni di esultanza. La Pace in Medio
Oriente non è stata raggiunta e il benessere economico non si è realizzato.
Pertanto Eberman ravvisa quanto sia
necessario supportare la democrazia, il
rispetto dei diritti umani, la lotta al
terrorismo e liberare il Medio Oriente
dalle armi di distruzione di massa nonché sostenere tematiche riguardanti
giustizia e sicurezza e risolvere i problemi connessi a immigrazione e integrazione sociale, afferma inoltre che
l’alternativa alla visione di Barcellona
è lo scontro di civiltà. L’ambasciatore
Bembly – Ambasciatore inglese in
Egitto- dichiara che nonostante alcuni
obiettivi del Processo di Barcellona
siano stati raggiunti, non ci sono stati
progressi in ciò che speriamo di fare. I
conflitti regionali rimangono irrisolti.
La crescita economica non è andata
avanti e non si registrano progressi
nella lotta all’analfabestismo. Vi sono
quindi critiche reciproche tra le due
sponde (Nord e Sud) a causa della
mancata attuazione, fino ad ora, della
Dichiarazione di Barcellona del 1995.
Alcuni si chiedono come gli Europei
possano ignorare i punti di tale accordo dopo l’11 Settembre e intendano
trascurare sviluppo, modernizzazione e
democrazia, cominciando a considerare concetti che ruotano soltanto su sicurezza e immigrazione. Coloro che
hanno un atteggiamento critico, indicano come non sia accettabile che tutti i paesi del sud ottengano soltanto
l’1% del totale degli investimenti UE, che è circa il 9%- mentre soltanto un
paese (Israele) abbia ottenuto il 45%
degli investimenti Europei durante il
2004 – e il totale di ciò che i paesi del
Sud ottengono da tali investimenti
equivale a quello che ottiene un paese
dell’Europa dell’Est come la Polonia.
13
ANNIVERSARIO
CONFERENZA
DI BARCELLONA
Adly Hussein
Quelli che hanno un’attegiamento critico stanno ancora discutendo sul fatto
che tale ingiustizia nel percorso di Barcellona crei altri percorsi paralleli e competitivi come il percorso 5+5 tra Francia,
Italia, Spagna, Potogallo e Malta a nord,
e quello Tunisia, Algeria, Marocco, Libia
e Mauritania a sud oltre agli accordi di libero scambio tra Giordania e Stati Uniti
e tra Marocco e Stati Uniti. Non può esserci stabilità nel Mediterraneo se si fanno passi falsi nel processo di pace in Medio Oriente, e se tutti i paesi di quest’area non si riuniscono con un trattato che
proibisca le armi di distruzione di massa.
Non possiamo favorire la stabilità nel
Mediterraneo senza una stretta cooperazione che affronti aspetti quali violenza,
terrorismo e aggressione. In questa occasione, accenno al fatto che il Presidente
Hosni Mubarak presentò la sua famosa
iniziativa – al Parlamento Europeo nel
1986- circa la necessità di tenere una
conferenza per fronteggiare il terrorismo,
e tale iniziativa esiste tuttora.
La Dichiarazione di Barcellona ha
confermato la necessità di riunirsi per
14
discutere di argomenti di carattere politico e di sicurezza da un lato, e di argomenti di carattere economico, sociale, culturale dall’altro. Attraverso
tale concetto di ampio sviluppo, una
reale e pacifica coesistenza tra le nazioni può essere raggiunta. Il Vertice di
Barcellona ha concluso le celebrazioni
del 10° Anniversario del Processo di
Barcellona e ha terminato i suoi lavori concentrandosi su due punti: Terrorismo e Immigrazione. Per quanto riguarda il Terrorismo, lo slogan della
nostra assemblea è “no al terrorismo”
tutti noi ne soffriamo, dal momento
che danneggia indiscriminatamente
tutti i nostri paesi. Conosciamo le sue
cause e i suoi effetti sono tangibili, il
terrorismo non si arresterà se non andando alla radice delle sue cause, ossia
povertà, ignoranza, ingiustizia, disuguaglianza, assenza di giustizia, di democrazia e di diritti umani, livelli di
istruzione arretrati, disinteresse per la
partecipazione dei giovani.
Ancora una volta “ il Nord non ottiene sicurezza, e il Sud non ottiene gli
aiuti che possano prevenire l’ immigrazione clandestina, che procura cospicui
profitti a coloro che vi sono coinvolti.
Uno dei rapporti delle Nazioni Unite presentato alla nona conferenza contro
il crimine tenutasi al Cairo nel 1995mostra che le organizzazioni criminali
tentano annualmente di far fuggire circa un milione di persone dai paesi poveri verso i paesi ricchi, un commercio
che frutta annualmente circa 3-5 miliardi di dollari. I nostri giovani del
Sud fanno affidamento sulla giustizia
dei paesi del nord, sui comitati che si
occupano di diritti umani, di giustizia e
di disparità. I nostri giovani del sud assistono dubbiosi a ciò che viene pubblicato riguardo a torture, demolizioni
di abitazioni, uccisioni di donne e
bambini e a ciò che succede alle persone conosciute e sconosciute nei paesi
europei ed in altri paesi, alla discriminazione, all’uso di armi chimiche (come vediamo nei programmi della TV
italiana). E tutte queste azioni appartengono a grandi paesi che vanno totalmente contro i nobili valori delle loro Costituzioni.
Per quanto riguarda l’immigrazione, è
uno dei problemi più rilevanti che le
popolazioni del Nord del Mediterraneo
si trovano ad affrontare.Credo sia possibile sintetizzare questo problema in una
frase: “ il Nord non ottiene sicurezza e il
Sud non ottiene aiuti”
Tutti noi abbiamo assistito agli atti di
violenza che si sono verificati a Parigi
da parte di un gruppo di immigrati e dei
loro figli, ed alcuni di coloro che hanno
seguito tali eventi hanno accusato i Musulmani di queste regioni di essere coinvolti in tali atti di violenza.
Recentemente a Parigi è stato pubblicato un libro che s’intitola “Libertà- uguaglianza-Islam” e ci mette in guardia sul
fatto che l’Islam in Francia sta andando
COPPEMNEWS
verso il razzismo, inoltre l’autore del libro ci informa che in Francia l’Islam include coloro a cui la Francia ha dimenticato di riservare un posto sul treno
dello sviluppo, per questa ragione queste fette di popolazione sono dominate
da sentimenti di rifiuto e di odio per la
società in cui hanno difficoltà ad integrarsi. Spero che voi siate d’accordo con
me nel ritenere che questo annoso problema non si possa risolvere in maniera
semplicistica, ossia descrivendo coloro
che hanno partecipato agli di violenza
con crudeli stigmatizzazioni. Siamo stati
lieti quando il Presidente Jacques Chirac, nel suo discorso sui fatti di Parigi,
ha annunciato che la soluzione a questo
fenomeno non è soltanto materia di sicurezza ma ha anche implicazioni sociali ed umane, e per questo motivo ha dato disposizioni al suo governo, a tutti i
gruppi della società civile e alle organizzazioni, di attivare la legge di solidarietà
e di rinnovamento della società per dare lavoro ai giovani dai 15 ai 35 anni
che non hanno alcun titolo di studio oltre a trasferire princìpi di pari opportunità a favore della diversità e contro
ogni forma di discriminazione.
La storia della civiltà Islamica e delle civiltà Europee ci impone la necessità di
andare verso un mix culturale tra le due
sponde del Mediterraneo.
Nord e Sud si sono accordati sulla Dichiarazione di Barcellona del 1995 per
una cooperazione tra loro ma io credo
che il successo di tale Dichiarazione
dipenda da quattro condizioni: il Nord
dovrebbe contribuire più seriamente
al raggiungimento dello sviluppo dei
paesi del Sud; Il Sud dovrebbe – dal
canto suo – fare passi seri e urgenti nel
campo della liberalizzazione politica
ed economica; il Nord dà ancora priorità a tematiche politiche e di sicurezza mentre il Sud dà priorità alle que-
APRILE 2006
Ahmed Fathi Sorour, Adly Hussein, Michele Raimondi
stioni economiche. Quest’ ultima richiesta è molto importante per capire
quali siano le tematiche prioritarie per
le due parti. Inoltre vi è la necessità di
affrontare le principali sfide in cui entrambe le parti sono coinvolte, e le
più importanti a mio avviso, sono le
seguenti:
1. la sfida umana (problema migratorio)
2. la sfida produttiva (sistema di produzione)
3. la sfida commerciale (disordine nell’equilibrio commerciale)
4. la sfida culturale dialogo tra le civiltà)
5. la sfida ambientale (inquinamento
nel Mediterraneo)
Il Mar Mediterraneo può rappresentare
il centro dei pericoli del mondo moderno: povertà, mal governo, terrorismo,
traffico di esseri umani, estremismo politico. Ma nello stesso tempo, questo
mare instabile rappresenta ancora la nostra cultura comune e la nostra via di
cooperazione, non c’è spazio per errori.
Diffondere la democrazia, la multiculturalità e i diritti umani fa parte del progetto originario di Barcellona.
Per supportare la realizzazione del
buon governo, il Partenariato Euromediterraneo non dovrebbe limitarsi soltanto al livello ufficiale e di governo
ma anche le autorità locali dovrebbero
prendervi parte, dal momento che rappresentano una reale garanzia di continuità per diffondere la cultura del dialogo, della mutua comprensione, per
fronteggiare il rischio del terrorismo, e
per supportare la democrazia e il buon
governo. Non vi è dubbio che il Coppem è adatto poiché sono le autorità
locali da cui è costituito a portare
avanti questa responsabilità nel prossimo futuro.
A conclusione del mio discorso rinnovo
il mio benvenuto a tutti voi, vi auguro
di trascorrere un piacevole soggiorno
nel nostro paese, e colgo l’occasione per
porgere i miei saluti e i sensi della mia
più alta stima alla Regione Siciliana e al
suo Presidente Salvatore Cuffaro, per il
grande supporto che ha dato al Coppem
perchè porti a termine la sua grande responsabilità di implementare il processo
di Barcellona in modo giusto.
15
ANNIVERSARIO
CONFERENZA
DI BARCELLONA
L’ECONOMIA FATTORE GEOSTRATEGICO
PER LA PACE E LA STABILITÀ
Omar El Baharoui
Rabat, Bab As Soufara
Omar El Bahraoui
La celebrazione del 10° anniversario della Dichiarazione di Barcellona si basa su
una politica ambiziosa di lungo termine
che mira a fare del bacino del Mediterraneo una zona di dialogo, di scambio, di
cooperazione che garantiscano la pace e
la mutua comprensione fra i popoli in vista del 2010. La storica Dichiarazione di
Barcellona esprime la volontà, da parte
delle popolazioni del Mediterraneo in linea con i loro rappresentanti governativi
e locali, di costruire una zona di prosperità condivisa, di rafforzare e sviluppare la
cooperazione su progetti bilaterali regionali e la realizzazione di un programma
globale di sviluppo fondato su tre assi:
asse politico il cui fine è quello di creare
uno spazio comune di pace e di prosperità nel bacino Mediterraneo rafforzando
l’importanza del dialogo politico e della
sicurezza, al fine di promuovere valori
quali democrazia, libertà, rispetto dei diritti umani e la creazione di uno stato di
diritto;
asse economico e finanziario: lanciare la
costruzione di una zona di prosperità
condivisa attraverso un partenariato eco-
presidente della città di Rabat e I° vice-presidente del
Coppem
Omar El Baharoui ha indirizzato all’VIII
Assemblea Generale del Coppem un
messaggio che è stato letto da Abdel
Fattah Skir, segretario generale della
municpalità di Rabat:
16
nomico e finanziario così da creare progressivamente una zona di libero scambio
basata sul principio dell’economia di
mercato;
asse socio-culturale: promuovere il riavvicinamento dei popoli attraverso un partenariato socio-culturale e umano che miri
a favorire la comprensione e lo scambio
tra le culture.
Tale partenariato può giocare un ruolo
importante nel rafforzamento dei legami
tra le diverse componenti della società
civile, e nella promozione della cooperazione decentrata e della gestione delle
questioni sociali ed economiche come
quella dell’immigrazione. Questa celebrazione è senza dubbio un’occasione che
imprimerà nuovo slancio a un partenariato strategico tra l’Unione Europea e i
Paesi e le città del sud del bacino del Mediterraneo, un partenariato che permetterebbe ai paesi del Sud di lanciarsi in
importanti riforme economiche e sociali.
Tale partenariato può essere considerato
come un contratto sociale volto a legare
le popolazioni delle due sponde del Mediterraneo. Tuttavia bisogna prendere at-
COPPEMNEWS
Le mura di Rabat
to che dieci anni dopo il lancio del Processo di Barcellona non si sono avuti tutti gli effetti previsti.
In effetti, sebbene questo processo costituisca in sé un’esperienza di sviluppo per
tutta l’area del Mediterraneo, si possono
riscontrare parecchie lacune e contraddizioni: gli investimenti si fanno sempre attendere per i partner del Sud, la crisi in
Medio Oriente e l’incapacità dell’Europa
di imporsi come mediatore nella regione
riguardo alla risoluzione dei conflitti, riguardo ai problemi dell’immigrazione e
del terrorismo che si sono posti come
prioritari per l’Unione Europea e vengono percepiti come degli ostacoli tanto da
impedire la concretizzazione degli obiettivi di Barcellona.
Dieci anni dopo questa Dichiarazione, bisogna constatare che la regione Mediterranea è sempre caratterizzata da rapporti
economici asimmetrici e dal divario dei
livelli di sviluppo tra le due sponde. La situazione di alcuni paesi del Sud ha registrato un evidente regresso a livello politico, sociale ed economico, nonostante
l’apporto finanziario dell’Europa nel qua-
APRILE 2006
dro del programma MEDA. Oggi viviamo
un periodo difficile, tutti noi siamo preoccupati per la minaccia che grava sulla pace e la stabilità della regione del bacino
del Mediterraneo. A questo proposito,
necessita un approccio comune che ci
permetta di progredire in una regione le
cui decisioni sono state legate per molto
tempo a decisioni prese in altri paesi.
Il processo di Barcellona non è un fine in
sé, esso presenta solamente il quadro istituzionale che ci permetterà di assicurare
al meglio le nostre responsabilità nel portare avanti delle azioni che non possono
che favorire l’avvicinamento tra le due rive. Siamo tutti d’accordo sull’impatto positivo che potrà avere la cooperazione tra
i paesi del Nord e i paesi del Sud. L’Unione Europea potrà approfondire sostanzialmente la cooperazione con ogni paese e
promuovere la cooperazione decentrata
tra le città e le collettività territoriali del
bacino per le linee d’investimento e l’implementazione di progetti di partenariato.
L’implemenatzione di un tale partenariato non può che aiutare i paesi e le città
del Sud a superare i problemi economici e
sociali (immigrazione, estremismo, crimine organizzato e terrorismo) che sono
causa della gran parte delle condizioni di
disperazione in cui versano i suoi abitanti. A tal fine, il terrorismo e l’estremismo
non devono scoraggiare i nostri sforzi volti a rendere il bacino del Mediterraneo
una zona di prosperità e di sicurezza.
Rafforzare il dialogo fra i paesi in ogni
parte del Mediterraneo e le linee di riforma politica ed economica è basilare. Senza questo dialogo, sarebbe difficile combattere il terrorismo, rispettare i diritti
umani, ed instaurare uno stato di diritto.
Lo sviluppo economico costituisce non
solo la principale posta in gioco per l’avvenire della regione, ma è visto anche come un elemento geostrategico in considerazione della pace e della stabilità. Le popolazioni che aderiscono ai valori di democrazia, di dialogo culturale, e di rispetto dei diritti umani, confermano il loro
forte attaccamento al partenariato che
non può che garantire agli abitanti di entrambe le rive del Mediterraneo migliori
condizioni di vita in un zona di pace, stabilità e di prosperità condivisa.
17
ANNIVERSARIO
CONFERENZA
DI BARCELLONA
UN CONSORZIO PER LE RASSEGNE MERCANTILI
Giovanna Livreri (Commissario straordinario Ente Fiera di Palermo), dr. Giuseppe Frisella
Giovanna Livreri
commissario Fiera del Mediterraneo
La Fiera del Mediterraneo, è un soggetto
economico pubblico, essa è braccio operativo e strumentale della Regione Siciliana per la promozione e diffusione e lo
scambio delle produttività locali e internazionali. Tale forma giuridica lo rende
idoneo a progetti di interesse internazionale a servizio dei Poteri Locali rappresentanti nel Coppem. La Fiera del Mediterraneo organizza da sempre una Fiera
Campionaria Internazionale che è stata
ed è luogo di presentazione delle produzioni e dei servizi dei Paesi del bacino
Mediterraneo. La Fiera, registra una media di presenza costante negli ultimi 10
anni di oltre 450.000 visitatori annui, essa si sviluppa su una superficie di 84.000
metri quadrati di cui 50.000 circa di padiglioni coperti, l’area espositiva, in occasione del tradizionale appuntamento
primaverile con la Campionaria Internazionale, risulta completamente occupata.
18
Questa struttura può essere immediatamente orientata a costituire un centro di aggregazione, di lancio e promozione di idee, di iniziative, proposte e
scambi commerciali, in un mercato di
riferimento , quello dell’area mediterranea, che ha contribuito ad esaltare la
posizione strategica della città di Palermo ed oggi può esaltare la cooperazione fra Città del Mediterraneo. L’ascolto del territorio e della comunità
mediterranea, insieme con l’attenzione agli aspetti socio- ambientali dei
progetti, fanno parte di un concetto
più ampio di “responsabilità sociale”,
che Fiera del Mediterraneo intende
applicare e mettere a punto in questi
prossimi anni.
La Fiera del Mediterraneo, sin dalla sua
origine e per scelta della sua leadership
è stata per sessant’anni “macchina dello scambio”, ora deve trasformarsi in
una vera e propria “macchina dello sviluppo”, un vero propulsore dell’economia del territorio, al servizio della comunità che vi risiede e delle imprese
che vi operano. Questo è il progetto
per arrivare preparati all’appuntamento per il 2010.
Fiera del Mediterraneo dovrà avere il
compito di promuovere la “cultura dello scambio” con l’impegno , attraverso
la promozione e diffusione dei prodotti mediterranei , di diffondere la connessa “cultura sociale”, facendo incontrare, a latere delle manifestazioni fieristiche, soggetti che normalmente
non dialogano tra loro come gli studenti, i cittadini, le imprese, le università, gli artisti , etc.
Innovazione, managerialità, trasparenza
e tradizione dovranno essere i principi
guida alla base di tutti i progetti per
eventi, manifestazioni , mostre mercato,
workshop , vetrine promozionali e meeting imprenditoriali di Fiera del Mediterraneo.Il progetto prevede, inoltre, attraverso studi, ricerche, convegni e pubblicazioni, la diffusione nel Mediterraneo, attraverso l’Antenna Fiera, della
cultura e dei valori dello scambio.
È stato modificato lo statuto dell’Ente
Fiera, che oggi prevede l’accesso di una
nuova compagine sociale quella dei soci
identificata come “Socio di progetto”.
Questa modificazione è stata illustrata
da recente dal Segretario del Coppem,
On.le Carmelo Motta, spiegando che
con tale modificazione si potrà ampliare
la missione dell’ENTE Fiera, lavorando
per le imprese mediterranee per realizzare progetti di:
a) fiere itineranti,
b) congressualistica,
c) servizi alle imprese ,
d) scambi culturali ed artistici ,
e) concorrere alla diffusione scientifica
e tecnologica e comunicazione sociale,
f) rafforzare il concetto dello sviluppo
delle reti, e dei grandi sistemi territoriali a fianco delle Istituzioni Locali e Regionali e con associazioni ed enti pubblici e privati.
COPPEMNEWS
Giovanna Livreri, Lino Motta, Michele Raimondi, Ghassan Samman, Obaid Salem Al Shamsi
La Fiera del Mediterraneo, secondo il
progetto di rilancio, verrà portata nei
prossimi anni alla realizzazione di un sistema fieristico che percorre la strada
della integrazione della Sicilia con altre
Regioni dell’area del Mediterraneo, diretto alla modificazione dell’area di attrattività commerciale e dei servizi al
bacino Mediterraneo.
L’impegno previsto nel progetto di rilancio della Fiera del Mediterraneo è
quindi importante per le sue ricadute
sulla comunità mediterranea e sul territorio siciliano.
Il progetto di rilancio prevede l’adozione di un codice etico, che verrà presentato da Fiera del Mediterraneo insieme
al bilancio sociale scaturente dall’adozione del nuovo statuto.
Alla definizione di questo codice etico
invito al lavoro il Coppem e le Autonomie Locali e Regionali euro mediterranee che in esso sono presenti.
In un quadro normativo comunitario
ancora acerbo, esistono ampi spazi di
intervento e assume grande importanza
la capacità degli operatori fieristici di
APRILE 2006
raccogliere e rappresentare le proprie
istanze in modo coordinato presso gli
organi legislativi. La competizione non
può essere vissuta come una minaccia,
una guerra tra bande, ma come opportunità di miglioramento e di sviluppo
La competizione non va combattuta
postergando le aree di libero scambio,
questo sarebbe un grave errore; ma programmando le conversioni delle strutture produttive locali in modo che esse
siano vitalizzante dalle opportunità di
libero scambio. Questo determina, talvolta, la difficoltà per le aziende espositrici nel darsi un progetto unitario,
poiché esse vivono la competizione come momento di singolarità. L’intervento coordinato dei Poteri Locali nelle
progettualità delle Fiere Mediterranee
consente di fare sistema e di attenuare
i conflitti con stimoli ed aiuti concertati con le Imprese.
L’Ente pubblico economico Fiera del
Mediterraneo costituirà una serie di uffici di rappresentanza presso le sedi degli Uffici della Regione Sicilia in Italia
e nel mondo, e attraverso un partneria-
to con il sistema di sportello fieristico
internazionale realizzato da Fiera Milano posizionerà sportelli di rappresentanza nei 42 uffici in atto esistenti nel
mondo e facenti capo a Fiera Milano
spa. Tali operazioni verranno effettuate
con finalità non strettamente commerciali. Inoltre Fiera del Mediterraneo si
dovrà impegnare nell’organizzazione di
incontri dedicati alla promozione dei
sistemi fieristici a livello mediterraneo
e europeo.
Il sistema fieristico del Mediterraneo
deve, quindi, diventare non soltanto
un importante volano per lo sviluppo
degli scambi commerciali e culturali
tra le imprese residenti; ma soprattutto
uno strumento di agevolazione all’interscambio fra imprese europee e mediterranee ed anche un luogo di incontro
e di scambio tra culture nazionali molto diverse. Per tali obiettivi potrà essere grandemente utile una politica di
stretta collaborazione con il Coppem.
Propongo, quindi, che il Coppem, anche avvalendosi dell’ASEM, Agenzia
di Sviluppo euromediterranea, valuti
una concertazione con le Città e le autonomie locali regionali, in esso presenti, per organizzare una struttura di
“Consorzio Mediterraneo” fra i vari
Enti Fieristici Pubblici e Misti che opereranno nell’area di scambio, al fine di
organizzare un circuito integrato e con
obiettivi condivisibili.
Come Commissario Straordinario, rappresentando i poteri del Presidente , del
consiglio di amministrazione e del comitato esecutivo dell’Ente Fiera del Mediterraneo, ho il potere di rendermi partecipe di tale dialogo e organizzazione, e
mi dichiaro pronta a dare il concreto ed
immediato apporto alla progettazione
che il Coppem, con la collaborazione
dei Poteri Locali e Regionali che ne fanno parte, vorrà indicare.
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ANNIVERSARIO
CONFERENZA
DI BARCELLONA
PER UNA CITTADINANZA EUROMEDITERRANEA
Marta Vincenzi
Marta Vincenzi
Europarlamentare
20
In previsione dell’incontro di Barcellona e a dieci anni dalla prima conferenza
EUROMED, il Gruppo Socialista al
Parlamento Europeo si è incontrato nella città catalana; l’11 e il 12 novembre
scorsi. Nel corso di tale incontro è stato
diffuso un “Manifesto per il Mediterraneo – Verso un’alleanza di Civiltà. Costruire una cittadinanza euromediterranea”. Particolarmente significativa questa proposta di “cittadinanza” che unifica le due sponde del mare, formalizzata
dal documento in questione: “così facendo potremo costruire una vera e propria entità regionale che abbia voce in
capitolo nel dialogo mondiale e faccia
leva sulla progressiva costruzione di una
cittadinanza euromediterraea. Le rive
del nostro mare comune hanno visto
manifestarsi alcuni dei più grandi confronti della storia ma è proprio per questo motivo che il Mediterraneo costituisce il migliore laboratorio per addivenire alla concordia. Una vasta zona euromediterranea giovane, dinamica ed unita costituisce la nostra migliore garanzia
per un mondo migliore”.
Un’azione che richiede adeguate strumentazioni, cui il documento, grazie anche al contributo dell’eurodeputato Pasqualina Napoletano vicepresidente del
PSE, fa preciso riferimento: “a questo fine dobbiamo promuovere strumenti
adeguati: l’Assemblea parlamentare euromediterranea deve potenziare il suo
ruolo di controllo politico ponendo in
atto la partnership e definendo i suoi indirizzi; occorre concretare la proposta di
una Banca di sviluppo euromediterranea per finanziare le strategie di sviluppo sostenibile e le infrastrutture necessarie; infine, occorre dar vita alla Carta
di pace e stabilità del Mediterraneo per
strutturare le relazioni di vicinato nella
regione”. Strutturare la relazione. Un
“progetto globale” dunque, in una ancora più generale politica per la Pace; al
servizio di un’area, quale quella tra le
due sponde del Mediterraneo, in cui i
processi di reciproco riconoscimento
stanno attualmente segnando il passo.
A tal proposito, il 28 novembre, una dichiarazione congiunta di Tony Blair e
Josè Zapatero sottolineava ancora una
volta il ruolo per la Pace che lo spazio
euromediterraneo è chiamato a svolgere: “l’allargamento della Ue, la New
Neighbourhood Policy (iniziativa politica di buon vicinato) e il Barcellona
Process hanno consentito di instaurare
più solide relazioni politico – commerciali tra le due sponde del Mediterraneo. Tuttavia dobbiamo fare di più, dobbiamo farlo meglio e più velocemente.
Attraverso gli alti e i bassi del processo
di pace, abbiamo altresì offerto a Israele,
alla Palestina e ai Paesi loro confinanti
l’opportunità di incontrarsi e di lavorare insieme a una pace giusta e duratura
in quella regione. L’U.e., nonostante
tutti gli ostacoli frapposti, rimane fortemente impegnata a supportare la loro
ambizione di pace”.
COPPEMNEWS
TURISMO E SVILUPPO SOSTENIBILE
Progetto di cooperazione Egitto, Giordania, Israele e Palestina con Unesco, Un-Habitat e Coppem
Cairo, Khan El Khalili
di Michele Raimondi
Coordinatore programmi e progetti del Segretariato
Tra le conclusioni del Vertice di Barcellona per il 10° anniversario del Partenariato Euro-Mediterraneo (27-28
novembre 2005), è incluso il Codice
di Condotta, che mette in evidenza
l’impegno comune dei 35 Paesi nel
combattere il terrorismo in tutte le sue
dimensioni, riunendo gli Europei, gli
Arabi e gli Israeliani attorno ad un’unica agenda, e perseguendo l’obiettivo
di arrivare ad una comune area di pace, stabilità e prosperità nella regione
Mediterranea attraverso un dialogo
crescente, scambi e cooperazione, promozione di una maggiore intesa tra i
popoli e le culture, pervenendo così ad
un’area di sviluppo economico condiviso. Uno dei maggiori obiettivi messi
in evidenza è stato quello del miglioramento del dialogo interculturale che
mira a promuovere la comprensione, a
far tesoro dei beni culturali e a coope-
APRILE 2006
rare per la valorizzazione dell’impatto
del turismo sulla creazione di posti di
lavoro, sullo sviluppo delle infrastrutture e sull’intesa interculturale, assicurando al tempo stesso sostenibilità ambientale.
Con lo stesso proposito, e con l’accordo dei membri del Coppem, rappresentanti delle Autorità Locali d’Egitto,
d’Israele, della Giordania e dell’Autorità Palestinese, il 2 dicembre 2005 al
Cairo si è tenuto un primo incontro
preparatorio per una cooperazione
congiunta, dietro richiesta del Coppem e con la partecipazione dell’UNESCO e di UN-Habitat. L’incontro ha
avuto luogo in un’atmosfera di grande
cooperazione da parte di tutti i partecipanti ed i risultati ottenuti hanno dimostrato la disponibilità di tutti nel
creare un quadro concreto per la costruzione del dialogo su un tema d’interesse comune. In particolare, è stato
raggiunto un consenso generale sull’essenza dell’iniziativa e sugli obiettivi
immediati: favorire il dialogo tra i partecipanti, creare fiducia, identificare
priorità d’azioni, essere consapevoli del
valore aggiunto dato dalla cooperazione, costruire meccanismi di comunicazione. Un dibattito attivo ha condotto
ad una decisione condivisa nel concentrarsi sul turismo come motore per
il miglioramento della protezione ambientale, della tutela e valorizzazione
dei beni culturali, della creazione di
posti di lavoro. Si è resa necessaria la
costituzione di una rete di città dei
quattro Paesi, i cui rappresentanti si
scambierebbero le proprie opinioni sul
migliore approccio cooperativo da dare
ai colloqui sui temi scelti, deciderebbero una strategia comune, e alla fine
programmerebbero un piano concreto
di iniziative congiunte da avviare a
partire dal 2007. A questo proposito,
un secondo incontro preparatorio dovrebbe tenersi a febbraio 2006 per descrivere dettagliatamente le questioni
principali riguardo ad una sana implementazione del turismo nelle aree limitrofe coinvolte e per scambiarsi
punti di vista tra città sul migliore approccio cooperativo, al fine di preparare un rapporto conclusivo da presentare alla conferenza successiva, allargata
alle città e regioni Euro-Mediterranee
e alle organizzazioni internazionali, da
organizzare entro il 2006. Nella stessa
occasione, verrebbero introdotte azioni essenziali da realizzare a partire dal
2007 ed il relativo piano di sviluppo.
Tutti i partecipanti hanno espresso il
loro convinto consenso sulle decisioni
prese durante la riunione. Il Coppem,
l’UNESCO e l’UN-Habitat hanno dichiarato il loro pieno interesse nel supportare ulteriormente l’iniziativa. Sarebbe auspicabile e sarà richiesto il coinvolgimento di altre organizzazioni
come la Banca Mondiale, la Fondazione Euro-Mediterranea Anna Lindh e
la Commissione Europea.
21
UN NUOVO SCENARIO DI PROSPERITÀ
Sarà disegnato dalle Comunità delle due grandi Regioni a Dubai il 5 e 6 febbraio 2007 nella
III Conferenza delle Città euro-arabe
Adly Hussein, Ghassan Samman, Obaid Salem Al Shamsi
La III Conferenza delle Città Euro
Arabe, che ha per tema principale “Un
nuovo dialogo per lo sviluppo”, incomincia ad assumere un profilo sempre
più dettagliato. Dopo le riunioni tenute a Dubai e a Palermo, un nuovo incontro, svoltosi a Parigi nella sede dell’Assemblea dell’Unione Europea Occidentale, ha permesso di definire meglio il programma di queste importante assise che saranno celebrate il 5 e 6
febbraio.
La sede della Conferenza sarà Dubai. Vi
prenderanno parte i sindaci di 60 città
europee e di 60 città arabe ed inoltre i
rappresentanti di 10 associazioni ed organizzazioni internazionali per parte europea e 10 per parte araba. L’elenco è
stato già concordato nel corso della riunione di Parigi dalla quale è emerso
l’orientamento di favorire la partecipazione di altre organizzazioni ed autorità
locali.
Vediamo, più nel dettaglio, l’articolazione della Conferenza il cui obiettivo è
quello di elaborare i termini di una concreata cooperazione tra città arabe ed
22
europee su un terreno non solo politico
ma anche di estrema concretezza, con
riferimento ad una rete integrata di servizi per le regioni e le autonomie locali,
ai trasporti, turismo, logistica, al trasferimento tecnico e tecnologico, ambiente ed acqua, strumenti finanziari per i
progetti di partenariato euromediterraneo utili alla istituzione di una zona
franca e alla stipula e accordi bilaterali
sulla fiscalità.
Gli enti organizzatori sono il Ccre
(Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa), il Coppem, il Congresso
dei Poteri Locali e delle Regioni d’Europa, la Municipalità di Dubai, l’ Organizzazione delle Città Arabe (Ato)
e l’Istituto Arabo per lo Sviluppo Urbano/Audi. In particolare 6 sessioni
parallele saranno dedicate ad analizzare lo stato dell’arte riguardo ai temi
scelti e a progettare possibili programmi di comune interesse da portare
avanti congiuntamente.
Inoltre, una commissione scientifica,
composta da due membri per ogni organizzatore, fornirà assistenza e selezionerà
i discorsi chiave in conformità all’ambito delle singole sessioni.
Il Coppem si occupa della sessione
“Ambiente e acqua”, per la quale è già
stata preparata una guida al fine di aiutare relatori e partecipanti a focalizzare
l’argomento nell’auspicio di giungere a
risultati appropriati e condivisi. Più in
generale, la Conferenza intende consolidare le prospettive delle città sia europee che del mondo arabo per un più
stretto dialogo verso un futuro di pace e
prosperità.
Una mostra su attività e risultati delle
città nei settori indirizzati alla promozione dello sviluppo locale, permetterà
ai partecipanti di condividere esperienze e di soddisfare le esigenze di una efficace gestione delle Amministrazioni e
di cooperazione fra queste.
Le motivazioni e gli obiettivi della Conferenza sono contenuti nel documento
preparatorio che è stato già definito ed
approvato nelle riunioni che gli organizzatori hanno tenuto in sedi diverse. Lo
riportiamo di seguito, nel testo integrale, per dare la possibilità a tutti di valutare complessivamente gli elementi ispiratori e i dati progettuali che connotano
la conferenza.
UN NUOVO DIALOGO
PER LO SVILUPPO
Ecco il testo del documento programmatico
al quale saranno improntati i lavori della
Conferenza
PREMESSA
Nel contesto delle attuali e previste
evoluzioni dei processi socio-economici
che rivelano e richiedono con crescente
evidenza che lo sviluppo venga regolato
da complessi e delicati equilibri a livel-
COPPEMNEWS
Abdelfattah Toukan, Obaid Salem Al Shamsi, Salvatore Cuffaro, Lino Motta
peo ed arabo, ma nel mondo intero.
Sul Mediterraneo è incentrata l’attenzione delle nazioni e delle istituzioni internazionali, poiché si ritiene possibile
far sorgere e maturare da esso un vigoroso processo di cooperazione, nel quale
città e regioni europee ed arabe di sponde e continenti opposti devono recitare
un ruolo consapevole e determinante.
È inutile nascondere che gli attuali modelli di sviluppo presentano ancora disequilibri e contraddizioni che rendono
difficoltoso e rallentano questo processo
di cooperazione. Allora, è necessario dare un vigoroso impulso al dialogo ed alla
reciproca conoscenza e comprensione in
nome di obiettivi di comune interesse
ASSOCIAZIONI E PARTENARIATI
lo sovranazionale e globale, le città e le
regioni vogliono e devono recuperare
un ruolo determinante nel rendere e
trasmettere con rinnovato vigore alle
comunità dei cittadini condizioni e prospettive di prosperità e benessere.
Non vi può essere sviluppo senza sviluppo locale, che conferisca ai singoli una
migliore qualità di vita, nello stesso modo in cui non può esservi democrazia
senza democrazia locale che coinvolga
tutti i cittadini.
La sostenibilità dello sviluppo è certamente determinata dal consenso dei
singoli a politiche decisionali e pianificatorie condivise e partecipate, delle
quali le autorità locali devono essere
ponte di collegamento con i poteri governativi nazionali e con le istituzioni
internazionali.
Per approfondire tali temi è stata organizzata la III Conferenza delle città euro-arabe, in programma a Dubai che tiene conto:
dell’accordo di amicizia e cooperazione
firmato a Valencia nel 1984
della Prima Conferenza euro-araba delle
APRILE 2006
città svolta a Marrakech nell’ottobre del
1988
della seconda Conferenza euro-araba
delle città che ha avuto luogo a Valencia nel settembre 1994
AUTORITÀ LOCALI
DELL’EUROPA
E DEL MONDO ARABO
Le città e le regioni dell’area europea ed
araba caratterizzano un’area geo-politica con differenti tradizioni, culture, religioni, assetti politici, economici e sociali, che nel passato ed ancor più oggi
danno origine a dialoghi e dibattiti fra i
loro rappresentanti, nella comune ricerca di modelli convergenti di sviluppo
armonico.
La zona ideale di incontro che storicamente rappresenta lo snodo di tali problematiche e pone di fronte tali argomenti di confronto è il Mediterraneo,
comune culla di civiltà che oggi è avviata a recuperare il suo ruolo cruciale
per il raggiungimento della pace e della
prosperità, non solo nel contesto euro-
Le città e le regioni del contesto europeo ed arabo trovano espressione in numerose associazioni di respiro mondiale,
europeo, arabo, ed euromediterraneo.
Un produttivo dialogo fra questi soggetti è già avviato, e già si rivela molto attivo e certamente promettente.
Interazioni con associazioni di Organizzazioni Non Governative e con altre istituzioni internazionali quali ad esempio la
Lega Araba, la Fondazione Anna Lindh,
L’Assemblea di Parlamentari Euromediterranei, l’Unione delle Università del
Mediterraneo e così via, si profilano come estremamente interessanti e di fondamentale importanza per il sostegno e la
cooperazione con essi che ne può derivare alle città e regioni euro-arabe.
Il Partenariato Euromediterraneo, avviato dalla dichiarazione di Barcellona
del 1995 si propone come un processo di
cooperazione fra Europa e Paesi della
sponda sud del Mediterraneo.
La politica di vicinato dell’Unione Europea rinvigorisce le attenzioni verso i
Paesi limitrofi nella ricerca di nuove e
23
RIUNIONE DEI MEMBRI DEL COPPEM DEI PAESI DELL’EST EUROPEO. RUOLO, IMPEGNI ED ASPETTATIVE DEI POTERI LOCALI E
REGIONALI NELL’AMBITO DEL PARTENARIATO EURO-MEDITERRANEO. VARSAVIA, POLONIA – 1 APRILE 2006.
Un importante risultato del Vertice Euro-Mediterraneo, tenutosi a Barcellona in 27-28 Novembre 2005 in occasione del 10° anniversario del Partenariato Euro-Mediterraneo, è stato l’accordo raggiunto su un Programma di Lavoro di 5 anni volto a sviluppare ulteriormente i principi e le azioni decise e avviate dalla Dichiarazione di Barcellona del 1995. Questo piano di lavoro mira a lanciare risultati che avranno un impatto positivo per tutti i cittadini della regione, incrementando così la visibilità stessa del Partenariato. In questo contesto, il meeting di Varsavia, organizzato
dal Coppem in collaborazione con l’Associazione delle Città Polacche, mirava ad un dibattito aperto fra i rappresentanti degli Enti Locali dei
Paesi dell’Est Europeo, atto a rafforzare concretamente un loro fattivo ed efficiente impegno nonché ruolo nell’ambito della pianificazione e promozione dello sviluppo locale a vantaggio delle comunità locali. Inoltre, la presenza di rappresentanti del Congresso dei Poteri Locali e Regionali del Consiglio d’Europa, della Municipalità di Amman (Giordania) e dell’ Associazione delle Città e dei Comuni della Regione di Bruxelles
Capitale, ha permesso di evidenziare punti di vista da differenti prospettive riguardo alla necessità di un maggiore coinvolgimento degli Enti Locali Euro-Mediterranei del Processo di Barcellona e di indicare le esigenze principali per la cooperazione tra Città e Regioni dell’Est Europeo e
del Mediterraneo che il Coppem potrebbe aiutare a soddisfare. In questa occasione, è stato annunciato che oltre agli uffici di rappresentanza
del Coppem di Rabat, del Cairo e di Istanbul, un nuovo ufficio di rappresentanza sarà presto istituito anche a Poznan (Polonia). A quest’ultimo
sarà affidata la funzione di ufficio di collegamento per l’intera area dei Paesi dell’Est Europeo.
sostanziali forme di sostegno e cooperazione allo sviluppo.
Infine, organismi a scala globale come
la Banca Mondiale, e agenzie delle Nazioni Unite quali UNESCO, UN-Habitat, UNDP sono ormai decisamente indirizzati anche a stimolare e promuovere cooperazioni fra autorità locali nelle
aree qui considerate.
Questa vasta platea di apporti e di contributi deve essere opportunamente valorizzata e finalizzata ad un’azione da
concertare a livello di città e regioni.
In tale scenario, le Associazioni devono
assumersi il compito di essere propulsive
di uno sviluppo locale mirato e rispondente agli effettivi bisogni.
LO SVILUPPO SOSTENIBILE
Le profonde trasformazioni socio-economiche, degli stili di vita e dei comportamenti delle popolazioni, indotti
prevalentemente da inarrestabili concentrazioni degli insediamenti e dall’accelerata introduzione di nuove tecnologie e di nuovi processi produttivi e in-
24
dustriali, ha progressivamente posto in
crescente evidenza il concetto che lo
sviluppo non può evolvere illimitatamente, se le sue fonti vengono imprevidentemente depauperate o eliminate.
Proseguendo nella applicazione degli attuali modelli, le ricadute sulla collettività altereranno profondamente gli equilibri esistenti fino ad eliminare nel tempo i vantaggi dello sviluppo stesso e ad
inficiarne dunque la validità dei presupposti ispiratori.
Il concetto di sviluppo sostenibile, definito come “lo sviluppo che può aiutare
a soddisfare i bisogni della presente generazione senza tuttavia compromettere
i bisogni di quelle future”, è stato portato alla attenzione della comunità internazionale in occasione della conferenza
di Rio de Janeiro nel 1992 e riesaminato in occasione della conferenza di Johannesburg nel 2002.
È dunque iniziato un processo di riflessioni e di ricerche dal quale scaturisce la
necessità che venga perseguito l’obiettivo del rafforzamento di tutti gli strumenti per una concertazione multilate-
rale e multidimensionale per un nuovo
ordine culturale e sociale.
Risalta con evidenza che lo sviluppo sostenibile passa attraverso una complessa
concertazione fra Governi, Istituzioni,
Organismi e Poteri Locali. Soltanto un
più stretto dialogo fra le popolazioni oltre che fra i Paesi, può costituire le premesse per disegnare percorsi che conducano verso obiettivi di sviluppo nella
salvaguardia delle risorse, delimitati da
vincoli cui tutti sono chiamati ad attenersi in nome dell’interesse comune.
Da questa visione, emerge il fondamentale ruolo che città e regioni sono chiamate a svolgere.
LA COOPERAZIONE FRA CITTÀ
E REGIONI EUROPEE ED ARABE
Il rispetto delle peculiarità e delle differenze politico-istituzionali delle città
europee ed arabe deve essere il presupposto e lo stimolo per piani strategicooperativi da attuare in cooperazione.
Questi ultimi devono tener conto dei
differenti sistemi di decentramento, del-
COPPEMNEWS
Palermo, III Conferenza delle città euro-arabe, momento della riunione preparatoria
le differenti normative a livello nazionale e locale, delle caratteristiche socioeconomiche dei territori, delle condizioni e dei bisogni delle popolazioni.
La stabilità politica e il clima di pace
sono presupposti da considerare e perseguire con determinazione.
Le possibili direttrici di cooperazione
sono quelle nord-sud, sud nord, sud-sud
e nord-nord, in cui il contributo e la
partecipazione di città della sfera europea ed araba possano comunque integrarsi e sostenersi reciprocamente.
I temi di cooperazione possono riguardare numerosi settori, quali l’ambiente,
i fenomeni migratori, gli strumenti finanziari, la pianificazione territoriale, le
infrastrutture, i trasporti e la mobilità, la
formazione, la comunicazione, la ricerca
scientifica e tecnologica, le risorse idriche e la distribuzione, la sanità, il turismo, il patrimonio culturale, l’impiego,
e così via.
Adeguate modalità di cooperazione possono essere individuate nella costituzione di reti di città che svolgano il ruolo
di nodi di reciproco interscambio, su
APRILE 2006
problematiche da trattare assimilabili
fra loro, e inizialmente nella organizzazione di incontri attraverso i quali avviare rapporti di consultazione prima e
poi di collaborazioni vere e proprie, sia
in campo politico e normativo, sia in
campo di sostegno operativo allo sviluppo sostenibile.
Per giungere a tali obiettivi è indispensabile creare un clima di reciproca fiducia e
condividere criteri e modelli di sviluppo.
In un contesto in cui emerge una ineludibile competitività, è interesse e compito delle singole città e regioni intraprendere ogni iniziativa utile a rendere
attuabili tali obiettivi.
LA CONFERENZA
La terza conferenza euro-araba delle città, in programma a Dubai, appare certamente come una difficile sfida, in cui
però sono in gioco possibili reali progressi nel rafforzamento della convinzione che solo da un dialogo leale e costruttivo possano derivare benefici per
le città sia europee che arabe.
Gli autorevoli partecipanti sono chiamati a confrontarsi con i complessi temi
sopra accennati, ma sui quali valutazioni e chiarimenti potranno dare slancio a
sinergie e intese verso programmi mirati a perseguire, in un clima di fiducia e
cooperazione, quello sviluppo sostenibile che oggi appare come l’unico indirizzo attuabile per salvaguardare le attuali
e future comunità di cittadini.
La qualificata presenza di organizzazioni
internazionali, di associazioni di città e
regioni, della Commissione Europea, del
Consiglio d’Europa, della Lega Araba, di
esponenti di massimo livello del mondo
universitario e imprenditoriale, potrà offrire a Sindaci e Governatori delle più
importanti città dell’area europea ed
araba spunti di riflessione, e stimoli per
nuovi e più approfonditi dialoghi.
In definitiva, la conferenza euro-araba
delle città vuole rinvigorire lo slancio
verso una pacifica costruzione di un
processo di prosperità che parta dal basso e fornisca autorevoli e chiare potenzialità e prospettive di cooperazione,
che influiscano sui processi decisionali
governativi, intergovernativi e globali,
nel rispetto della pacifica convivenza e
nella ricerca di nuove forme di partenariato per promuovere un efficace sviluppo sostenibile.
Per qualsiasi informazione e assistenza sulla conferenza, è stato già predisposto un
ufficio a Dubai (Mr Abdelfattah Toukan, [email protected]), mentre il
referente dell’ organizzazione per il Coppem è Stefania Di Caro [email protected]. Le richieste di partecipazione
possono essere inoltrate a loro.
25
FOUAD MEBAZAA ASSUME LA PRESIDENZA
DELL’APEM
Succede a Joseph Borrel che ha guidato finora l’Assemblea
Si è tenuta a Bruxelles la sessione plenaria dell’Assemblea
parlamentare euromediterranea (APEM). I deputati provenienti da 35 paesi hanno discusso temi d’interesse comune
per le popolazioni delle due
sponde del Mediterraneo: il
processo di pace israelo-palestinese, la libertà di parola, il
rispetto del credo religioso e lo
sviluppo. La sessione ha segnato la fine della presidenza dell’Assemblea da parte del Parlamento europeo.
Durante la riunione, il Presidente del PE Josep Borrell ha
dichiarato di “non capire ancora appieno tutte le complessità
del Mediterraneo, che è un
concentrato di tutti i problemi
che affronta l’umanità”. Tuttavia, egli si è detto “più che mai
Joseph Borrel, già presidente dell’Apem
convinto del fatto che le relazioni dell’Europa con il mondo
islamico saranno la sfida principale che
paesi partner dell’UE della regione meattende l’Europa per gli anni a venire”,
diterranea (Algeria, Egitto, Israele, Lispiegando che la regione mediterranea è
bano, Giordania, Marocco, Autorità pada un lato “estremamente dinamica” e
lestinese, Siria, Tunisia e Turchia). Il
dall’altro “diventa sempre più fragile”.
Presidente Borrell ha spiegato che “il
Un importante forum di discussione.
nostro scopo è quello di stabilire un’”alL’APEM fa parte del processo di Barcelleanza fra civiltà” proprio in un momenlona, avviato nel 1995, e intende svolto in cui alcune persone stanno cercangere un ruolo decisivo nel processo di
do di promuovere uno “scontro di civilravvicinamento dei cittadini delle due
tà”. La creazione della “Fondazione eusponde del Mediterraneo. Il suo approcromediterranea Anna Lindh” per il diacio è quello di passare da un clima di
logo fra le culture, è un esempio di un’aconfronto a quello del dialogo. Essa rapzione importante in tale direzione. La
presenta un forum importante per le disfondazione promuove il dialogo fra le
cussioni approfondite, oltre che l’unica
culture e contribuisce alla visibilità del
opportunità, o quasi, per i rappresentanpartenariato euromediterraneo attraverti palestinesi ed israeliani di incontrarsi
so scambi intellettuali, culturali e della
su un piede di parità. L’APEM, forte dei
società civile.
suoi 240 membri, accomuna deputati
La crisi sulla vignetta satirica. Allo
del Parlamento europeo, di parlamenti
scoppio della crisi sulla vignetta danese
nazionali dell’UE e di parlamenti dei 10
sul profeta Maometto, l’Ufficio di presi-
26
denza dell’APEM è stato il primo organo comune europeo ed
arabo a parlare dell’argomento
con una sola voce. L’APEM
questa settimana ha condannato duramente “qualsiasi offesa ai valori religiosi” ed ha
chiesto ai governi “di garantire
il rispetto del credo religioso
(...) e di promuovere i valori
della tolleranza, della libertà e
del multiculturalismo”. Al
contempo, essi hanno sottolineato che la libertà d’espressione è una parte essenziale di
ogni società che sia democratica, pluralistica e tollerante.
Il processo di pace israelo-palestinese. Il conflitto israelopalestinese è un altro argomento chiave della cooperazione
euromediterranea. La dichiarazione finale dell’APEM chiede
con forza alla futura Autorità
palestinese di rispettare la dichiarazione di Beirut del 2002 formulata dalla Lega araba che chiede la pace
con Israele. I parlamentari euromediterranei hanno chiesto sia ai palestinesi sia
agli israeliani di tener fede agli impegni
assunti finora e di proseguire nel processo di pace. L’APEM ha affermato di voler lottare ancora, nel frattempo, per
“proseguire e rafforzare il dialogo israelo-palestinese”.
Alla Presidenza dell’APEM dal marzo
2005, Josep Borrell passa ora il testimone a Fouad Mebazaa, presidente della camera dei deputati tunisina. La prossima
riunione si svolgerà a Tunisi. Josep Borrell ha dichiarato: “Auspico che questa
possa essere un’opportunità per continuare a sviluppare le nostre idee sui
principi di base che sottendono al futuro
delle relazioni euromediterranee.”
COPPEMNEWS
UN ACCORDO PER CRESCERE INSIEME
Protocollo d’intesa tra Sicilia e Qualoubiya. Realizzato nell’ottica del partenariato sotto gli auspici del Coppem
Roberta Puglisi
Il presidente della Regione Siciliana, Salvatore Cuffaro e il governatore di Qalyubya (Egitto), Adly Hussein, con una stretta
di mano e con una firma apposta nero su
bianco, hanno suggellato un bilaterale accordo di collaborazione. Il 30 Gennaio
scorso, nella splendida cornice della Sala
Rossa di Palazzo dei Normanni, auspice il
Coppem, è stato firmato un Protocollo
d’Intesa, la cui validità è triennale, ma tacitamente rinnovabile per i periodi successivi. Il documento ha dato così il via ad
una serie di iniziative, collaborazioni e interazioni in diversi settori culturali, sociali ed economici tra la Sicilia e l’Egitto, insieme nella costruzione e nello sviluppo
dei rapporti nel Mediterraneo. “Ci troviamo nel posto giusto, – ha commentato il
Governatore di Quylybia – perché la storia è ricca di scambi tra noi e questa meravigliosa Isola, e oggi – ha proseguito
Hussein - grazie al Coppem, che riveste
un ruolo certamente più incisivo e veloce
nelle realtà locali rispetto ai Governi centrali che, al contrario, devono seguire un
iter burocratico più lento, noi abbiamo la
grande opportunità di aprirci al dialogo e
alla collaborazione”. Sulla stessa onda anche il Presidente della Regione Siciliana
che dopo avere rivolto il benvenuto agli
illustri ospiti, ha ricordato come i rapporti
con il mondo arabo siano ormai consolidati da tempo, attraverso progetti portati a
termine ed altri in itinere “La Sicilia è fra
tutte le Regioni italiane – ha detto Cuffaro – quella in cui si respira di più l’influenza del mondo islamico. Di questa cultura, infatti, si trovano importanti tracce a
Palermo (l’araba Balarm), definita nel 973
da Ibn Hawqal, viaggiatore arabo dell’epoca normanna, la “città dalle trecento
moschee”.
APRILE 2006
Un momento della firma dell’accordo
La Sicilia, dunque, diventa ponte del
mondo arabo attraverso iniziative e progetti, collaborazione e interazione, quello
che sostanzialmente sigla la firma dell’accordo. In dettaglio, il Protocollo d’Intesa,
prevede la gestione, il restauro e la valorizzazione del patrimonio culturale delle
due Regioni, la promozione delle relazioni
fra Università, istituzioni scientifiche, organizzazioni giovanili, Teatri e Musei; in
questo contesto i progetti di collaborazione, che saranno direttamente concordati
fra le Università delle due Parti, acquistano un rilievo anche strategico; l’interscambio di conoscenze e di collaborazioni
scientifico-didattiche nel settore socio-sanitario; la formazione professionale nei
settori educativo, sanitario, culturale ed
artigianale tendente allo sviluppo delle rispettive risorse umane; la promozione delle iniziative volte a favorire la costituzione
di società miste fra piccole e medie imprese ed i trasferimenti di tecnologia fra imprese delle due Regioni cui verrà altresì
fornita ogni possibile informazione riguardante le condizioni di mercato. Ciascuna
Parte promuoverà la partecipazione di
proprie imprese a fiere-mostre organizzate
nel territorio dell’altra Parte; le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione; la collaborazione del settore turistico, della tutela del paesaggio e della gestione dei rifiuti; il trasferimento di tecnologia nel settore della coltivazione vitico-
la, dell’irrigazione e del controllo della sicurezza della filiera alimentare. Si tratta sicuramente di un ruolo importante per
ambedue le Regioni, di grande responsabilità, impegno e progettualità comune per
questo, il testo del Protocollo prevede, tra
l’altro, anche la costituzione di un gruppo
di lavoro per dare attuazione ai programmi operativi. Nel gruppo di lavoro, sarà
fondamentale l’interazione con una certa
regolarità, nella consapevolezza di condividere gli stessi obiettivi e gli stessi compiti. Ognuno svolgerà un ruolo specifico e
riconosciuto. Il gruppo di lavoro si riunirà
una volta l’anno, alternativamente in Sicilia e in Egitto. “Sono convinto che questo accordo istituzionale ci farà crescere,
perché rappresenta un progetto finalizzato
al dialogo – ha commentato il presidente
della Regione Siciliana, nonché Presidente del Coppem – la Sicilia è da sempre
crocevia di culture, religioni, idee e valori, quindi, tale forma di cooperazione si inserisce nella più ampia strategia di cooperazione culturale, tecnica e scientifica che
l’Unione Europea ha da tempo avviato
con i paesi dell’area del Mediterraneo, allargando a questa regione lo “spazio europeo” dell’educazione, della formazione e
della ricerca che si sta progressivamente
realizzando. Un progetto che coglierebbe
a pieno il senso degli impegni presi solennemente dall’Europa con la dichiarazione
di Barcellona del 1995, dichiarazione che
testualmente diceva: “È nostro compito
sviluppare le risorse umane, promuovere
la comprensione tra le culture e il riavvicinamento dei popoli nella regione euromediterranea nonché sviluppare società
civili libere e prospere mediante partenariati sociali, culturali e umani”. Grande
soddisfazione e spirito di collaborazione,
dunque, tra i due “protagonisti” istituzionali che hanno dato così il libero accesso
alla comune crescita economica, sociale e
culturale.
27
EUROMED TRA UTOPIA E REALTÀ
Intervista a Philippe Sanmarco. Il ruolo delle Autonomie Locali in un processo di autentica cooperazione
Marsiglia
Giovanna Cirino
Quale idea dell’Europa e del Mediterraneo si va affermando nelle popolazioni
interessate? Quali le future politiche euromediterranee? Quali possibili garanzie
di sicurezza e quali strumenti utili alla
lotta al terrorismo? Ecco alcuni dei temi
che animano il dibattito politico e culturale nell’ambito comunitario e, in
particolare, mediterraneo. Ne parliamo
con Philippe Sanmarco, consigliere comunale di Marsiglia dal 1983, Segretario generale del Centro di geo-strategia
dell’Ecole normale supérieure di Parigi,
autore di varie pubblicazioni, di cui la
più recente è Marseille, ville capitale?.
Sanmarco di recente è entrato a far parte del Coppem e si è insediato quale
rappresentante della Commissione.
Nel novembre scorso si è celebrato il
decennale della Dichiarazione di Barcellona che ha istituito il partenariato
euromediterraneo. Ma il processo lan-
28
ciato nel 1995 con grande entusiasmo
e ambizione non ha centrato gli obiettivi previsti. Le aspettative di cooperazione, stabilità e pace, nella regione sono state deluse, così come ancora lungo è il cammino verso la democratizzazione di molti paesi mediterranei. Quali prospettive e quali obiettivi dovrebbe avere la nuova politica euromediterranea?
Il dato prioritario é capire cosa succede,
in modo da reagire al disincanto testimoniato dall’assenza quasi totale dei capi di Stato della sponda Sud, in occasione dell’ultima conferenza di Barcellona.
Dieci anni fa regnava l’euforia: il processo di pace in Palestina sembrava solido e il crollo del blocco sovietico faceva
sì che l’economia di mercato e la democrazia assumessero una dimensione universale. Pace e prosperità erano lì, a portata di mano. Il partenariato euromediterraneo ne rappresentava le istruzioni
per l’uso. Eppure nei Balcani, l’Europa
aveva già mostrato i propri limiti politici e militari. Altrove, nel Mediterraneo,
essa si era dato il ruolo di spettatore: la
Palestina vive un incubo quotidiano e
l’Irak è un campo di battaglia incerto.
Gli Stati Uniti hanno così rafforzato il
proprio ruolo politico nell’area, di gran
lunga superiore a quello dell’Ue. A Sud
ogni governo ha capito che l’alleanza
americana era fondamentale. D’altronde la situazione economica e sociale,
nonostante sforzi enormi, non è sempre
all’altezza di una domanda generalizzata.
Il divario Nord-Sud non cessa di allargarsi. Il vero fatto è che la transizione
verso un’economia aperta è un processo
complesso, che destabilizza inevitabilmente i governi in carica. Ora l’Ue, che
sa benissimo guidare processi d’adesione
molto rigidi per i candidati, è là senza
strumenti operativi tranne quelli di un
banchiere come tanti altri. Infine, l’intensificarsi del terrorismo e l’esplosione
dei fenomeni migratori, si sono affermati quali questioni prioritarie. La nuova
politica euromediterranea deve adattarsi lucidamente a queste realtà. Credo
che occorra mettere da parte, per un
certo tempo, le grandi ambizioni politiche e accettare che l’Ue, indebolita all’interno, non sia ancora un attore internazionale capace di orientare il corso
delle cose. Per questo, la geografia s’impone. Noi siamo vicini e tutti abbiamo
bisogno di stabilità. Aldilà dei sogni, il
quotidiano ci chiama.
La creazione di una pace stabile e la
costruzione di un reale dialogo tra culture appaiono come una strada sempre
più in salita. Si rischia una sorta d’ irrigidimento delle posizioni tra Nord e
Sud, tra Occidente e Oriente. Come si
può trovare un canale di comunicazione per favorire la nascita e l’affermazione di una politica e di una cultura
lontane da stereotipi e da sterili polemiche?
Se il partenariato euromediterraneo trova difficoltà a collocarsi quale spazio di
COPPEMNEWS
Ex alunno dell’École Nationale d’Administration, pubblico amministratore, Philippe Sanmarco,
59 anni, è stato Segretario generale della città di Marsiglia, e ha ricoperto incarichi elettivi a
livello locale, regionale e nazionale. Ha fatto parte di delegazioni parlamentari e di organismi
internazionali. È particolarmente impegnato sul versante della cooperazione euromediterranea
ed è vice presidente dell’ACIM (Agenzia di dicooperazioner nel Mediterraneo) e di Finances
Meéditerranée, rete di banchieri ed esperti del Nord e del Sud del Mediterraneo. Esperto di
relazioni internazionali e di economia, è segretario generale del Centro di geostrategia dell’Ecole normale supérieure a Parigi e responsabile dei seminari di geopolitica del Master Ens alla Sorbona. È autore di interessanti saggi e di studi sui temi propri del partenariato euromediterraneo, delle politiche sociali e di quelle specifiche riguardanti le città.
costruzione politica, più facilmente può
essere terreno di progetti concreti e capaci di catalizzare nuove energie attorno
a scommesse comuni. Lungi dal costituire una sorta di traduzione necessariamente squilibrata e talvolta condiscendente dell’aiuto del Nord al Sud, del
trasferimento di conoscenza senza trasporre un autentico modello, il partenariato rinnovato potrebbe tradursi nella
manifestazione della volontà di affrontare insieme le comuni difficoltà e di
lanciare grandi programmi che rispondano ai bisogni concreti delle popolazioni. Gli esempi sono numerosi ed esaltanti. Grandi infrastrutture di trasporti
e di comunicazione, gestione delle acque per gli agricoltori così come per i
cittadini, lotta contro l’inquinamento
del Mediterraneo, gestione dei rischi
naturali, controllo urbano, mobilitazione del risparmio degli emigrati, coinvolgimento delle diaspore, reti universitarie e culturali, ed altro ancora. Lunga è
la lista dei soggetti in condizione di contribuire alla crescita del processo euromediterraneo con proposte e strumenti
comuni e la mobilitazione di competenze e finanziamenti sia del Nord che dell’area meridionale. Oltretutto il Sud
APRILE 2006
vanta un grande potenziale umano e risorse naturali proprie. Nella sua diversità al Sud appartiene di decidere la forma
della utilizzazione di quelle risorse umane e naturali assumendo il ruolo di protagonista pienamente responsabile, e
non certo quello di un allievo, più o meno bravo, di insegnanti stranieri.
In tale contesto quale il ruolo delle associazioni di poteri locali e regionali e
segnatamente del Coppem?
È fondamentale, ed è la ragione per cui
ho voluto partecipare alle attività del
Coppem. Poiché in concreto in ambito
territoriale i poteri locali sono determinanti. Essi sono in contatto diretto con
le popolazioni e possono individuare i bisogni prioritari, la cui soddisfazione in un
tempo ragionevole assicurerebbe ad un
partenariato, fin qui troppo astratto, un
credito immediato. È appunto la mobilitazione dei poteri locali che permetterà
di passare alla tappa successiva del partenariato. Finora lo sforzo principale si è
concentrato sulla stabilizzazione macroeconomica. Era e rimane indispensabile.
Ma se si vogliono superare le esitazioni
attuali e ridare fiducia agli attori, occorre cambiare marcia, passare a una marcia
superiore e rispondere ai problemi quoti-
diani dei singoli cittadini chiamati a fare
i conti, in un contesto di pressione demografica, ad una crescente urbanizzazione e ad una agricoltura indebolita. Le
associazioni di poteri locali e regionali
non si sovraccaricano direttamente di
ideologia e sono meno dipendenti dalle
grandi prospettive politiche. Esse vivono
la realtà degli uomini e delle donne, qui
e adesso, e ricercano soluzioni pragmatiche ai problemi di tutti i giorni. Il loro
orizzonte è a breve termine. Ora, lo spazio euromediterraneo è oggetto di grandi
slanci e visioni a lungo termine. Gli occorre al più presto qualcosa di concreto.
In assenza di ciò il fuoco del fanatismo e
della regressione identitaria spazzerà via
tutto. I responsabili locali sanno che ciò
non risolverà nessuno dei loro problemi,
anzi. È per questo che, aldilà dei modi,
rimarranno portatori di una volontà di
agire in comune. Infine, tra i membri di
queste associazioni c’è una solidarietà
spontanea. Tra loro nessuna gerarchia, i
problemi sono spesso gli stessi, ed ognuno aspira a sapere come il proprio vicino
li affronta. Contro il disincanto e le illusioni perdute, il Coppem può essere la
molla di una nuova mobilitazione ottimistica e umana.
29
L’ALGERIA CERCA PARTNER PER LO SVILUPPO
Riforma dello Stato e decentramento punti di forza della nuova architettura amministrativa
Algeria, Ville D’Oran
Giovanna Cirino
30
L’Algeria è oggi un Paese in transizione che dopo il decennio di violenza
terrorista è diventato un partner credibile, aperto alle trasformazioni e alle
relazioni diplomatiche richieste dal
nuovo contesto geopolitico mediterraneo. Il 1° marzo è entrata in vigore la
Carta per la pace e la riconciliazione
nazionale, adottata con un referendum
il 29 settembre scorso. La nuova sfida
che aspetta l’Algeria è quella delle riforme e dei cambiamenti strutturali:
mercato del lavoro, settore petrolifero
e agroalimentare, sostegno alla piccola
e media impresa, sicurezza e politiche
sociali. Incontriamo Nourredine Sbia,
Ispettore Generale presso il Ministero
delCommercio, Presidente del Forum
algerino per la Cittadinanza e la Modernizzazione, vice Presidente del
Coppem che nell’intervista rilasciataci, tra l’altro, fa il punto sul processo di
modernizzazione e democratizzazione
in un Paese dove la burocrazia è ancora una struttura mastodontica e la popolazione si è triplicata negli ultimi
quarant’anni.
L’Algeria è divisa in 48 wilaya (province) dirette dai wali (governatori)
che riportano al Ministro degli Interni.
Ogni wilaya è suddivisa in comuni. Le
wilaya ed i comuni sono retti da una
assemblea eletta. Quali possono essere
i passi successivi, di questa prima articolazione democratica, per raggiungere
una maggiore autonomia rispetto al governo centrale?
Centralizzazione in Algeria non significa burocratizzazione a oltranza. Essa è
legata, tanto nelle sue strutture che nel
suo funzionamento, al processo di rifondazione dello stato post-coloniale. Certamente la maturità politica dello Stato
ha incoraggiato il potere centrale conferendogli un’autorità spesso burocratica,
ma il pluralismo attuale e il decentramento in corso, permettono con la revisione dei codici comunali e dipartimentali, un decentramento reale del potere.
D’altra parte, l’organizzazione amministrativa del territorio è stata punto di riferimento nel processo di indipendenza.
I problemi demografici, economici e anche ecologici, hanno rivelato il bisogno
impellente del recupero del territorio
per rispondere ai bisogni dello sviluppo
e garantire gli equilibri strutturali. I poteri pubblici hanno sviluppato, sin dalla
prima elezione del Presidente Bouteflika, una riforma dello stato realizzata sulla base di un rapporto di expertise, chiamato Rapporto Sbih che rivede da cima
a fondo le strutture e il funzionamento
dei poteri. Il decentramento e la regionalizzazione sono la parte principale
della nuova struttura amministrativa del
territorio. Ciò permetterà più poteri e
capacità di iniziativa alle amministrazioni locali e regionali. Gli Organi Centrali e lo Stato manterranno invece il
potere d’iniziativa nel settore delle
grandi opere e vigileranno per evitare il
perdurare degli squilibri economici.
COPPEMNEWS
Queste le principali iniziative contenute nel programma d’azione del Forum per l’anno 2006 si articola molto succintamente attorno alle attività qui di seguito:
• Giugno 2006: Il Forum organizza, con il prezioso concorso del Comitato Permanente per il Partenariato Euro-Mediterraneo
(COPPEM) à ALGERI, un incontro dei rappresentanti dei poteri istituzionali decentrati, con il tema : “Prospettive di sviluppo della
cooperazione tra città e regioni Euro-Mediterranee”.
• Settembre 2006: Il Forum se propone di organizzare nell’ambito del suo contributo al dibattito nazionale sulle grandi questioni che interessano la vita dei cittadini, un Colloquio nazionale sull’ “ l’uso efficiente delle competenze nazionali “, ad ALGERI.
• Novembre 2006: Il FACM prevede di organizzare, ad Algeri un forum su “l’Islam, religione di pace, tolleranza e modernità “.
• Dicembre 2006: Il Forum si propone di organizzare, ad ALGERI, il 3° colloquio sulla Governance, con il tema “ l’economia
Nazionale a prova di buona Governance”.
L’Algeria ha più di 30 quotidiani pubblicati - in arabo e francese - con una
tiratura di circa 1,5 milione copie.
Questo è sufficiente a garantire una
piena libertà di stampa?
L’Algeria ha conosciuto e continua a
conoscere un costante sviluppo dell’editoria d’informazione che ruota intorno
ai due milioni di pubblicazioni al giorno. La libertà di stampa è in aumento.
Possiamo constatare come la stampa intervenga con il suo importante contributo alle indagini sulla corruzione. I cittadini trovano nei giornali il luogo ideale per esporre le loro rimostranze e gridare spesso il loro sgomento di fronte
l’impunità. Si tratta di una legittimità e
credibilità mediatica che cresce di giorno in giorno.
La società civile chiede un profondo
rinnovamento ma la riforma del codice
della famiglia non ha stabilito l’uguaglianza dei diritti tra uomo e donna, e
il “tutore” per la donna rimane obbligatorio. Qual é la condizione femminile nel suo Paese?
In alcuni settori la presenza femminile
è fortemente espressa: educazione, salute e giustizia, così come agricoltura e
management. Non esiste in Algeria nes-
APRILE 2006
suna discriminazione nel campo dei salari. Il “tutore” obbligatorio è, sostanzialmente, una questione culturale. Ma
le donne, grazie anche alla loro nuova
condizione, danno sempre più voce alle
loro rivendicazioni. L’evoluzione della
condizione femminile porrà fine sicuramente a tutti gli arcaismi ancora esistenti.
Dopo 15 anni di riforme l’economia
algerina continua ad essere dominata
da due settori fondamentali: l’agricoltura e gli idrocarburi. Quest’ultimo
settore realizza da solo il 60% del P.I.L
e il 78% delle esportazioni del Paese.
Come pensate di diversificare il tessuto produttivo? Intendete puntare sullo
sviluppo locale?
Nel nostro paese, accanto al settore petrolifero, era in aumento il settore privato, agroalimentare e dei servizi, grazie
anche agli investimenti stranieri. Questo processo di trasformazione economica è stato bloccato dall’incrementarsi
del terrorismo internazionale. La diversificazione del tessuto produttivo è uno
dei punti economici e strategici del piano di rilancio economico. Il settore del
turismo sembra ben avviato e puntiamo
molto su quello agro-alimentare. Lo svi-
luppo locale è un segmento che s’iscrive
nello sviluppo sostenibile. Costituisce
dal nostro punto di vista una scelta che
regola gli squilibri, rappresentando
un’opportunità di partenariato con i nostri vicini europei.
Lei è Presidente del Forum algerino per
la Cittadinanza e la Modernizzazione.
Quali sono le vostre prossime attività?
Il FACM è uno spazio di riflessione, di
proposte e di mediazione. Accompagna, facendo appello alle competenze e
alla società civile, i mutamenti della
società algerina nel suo ammodernamento e nelle sue riforme. La sfida per
noi è vedere il nostro paese uscire definitivamente dal periodo del terrorismo
e del sotto-sviluppo. La nostra soddisfazione sarebbe quella di creare relazioni di partenariato euro-mediterraneo che avvantaggerebbero le comunità della regione e sopratutto le nuove
generazioni. Il contributo della società
civile, di cui facciamo parte, non deve
fermarsi alla partecipazione cittadina,
ma deve riuscire a fare emergere una
coscienza umanista che fa dell’uomo e
dell’ambiente, seriamente minacciato,
l’obiettivo principale della sua azione
permanente.
31
LA FONDAZIONE ANNA LINDH PER IL DIALOGO
TRA LE CULTURE
Largo ventaglio di iniziative nel rispetto delle diversità
Festeggiato il decimo anniversario del
istituzioni pubbliche e private che opeprocesso di Barcellona il dialogo tra i
rano nei Paesi del bacino del Mediterrapopoli e le culture nello spazio euromeneo. La Fondazione, con le sue recenti
diterraneo ha bisogno ancor oggi di esiniziative si propone di valorizzare le disere costantemente alimentato. La Fonverse identità mediterranee, in coerenza
dazione euromediterranea per il dialogo
con i programmi comunitari, per favoritra le culture
“Anna Lindh”,
che ha sede ad
Alessandria
d’Egitto, svolge
questo delicato
compito. Numerose e qualificate sono state
le ultime iniziative della Fondazione come
quella che promuove un nuovo concetto di
dialogo fra le
culture e fra le
persone
per
contribuire a
dare visibilità al
Fondazione Anna Lindh, Biblioteca
processo di Barcellona. Per la
Fondazione è
fondamentale potenziare lo scambio inre in tutti i campi e nell’ambito della reterculturale e l’interrelazione fra le diciproca convenienza, processi di demoverse culture. I temi del partenariato socrazia, di pace e di crescita civile fino e
no dunque al centro delle iniziative deloltre il 2010 allorchè, come è noto, si
la Fondazione “Anna Lindh” che ha inrealizzerà l’area euromediterranea di liteso dare un apporto significativo allo
bero scambio. L’ “Anna Lindh” così cosviluppo delle relazioni e della cooperame sostenuto in alcuni documenti uffizione euromediterranea iniziando così
ciali, vuole assume un ruolo centrale
un percorso di reciproca conoscenza che
lungo tutto il processo di instaurazione
porti alla pace e allo sviluppo dell’intedel dialogo tra le culture nello spazio euro bacino del Mediterraneo.
romediterraneo. Tuttavia questo ruolo
Per superare i conflitti e realizzare un
di perno, questa capacità di unire le forcontesto di coesistenza pacifica, è neze del dialogo, di stimolare e raccogliere
cessario rafforzare la cooperazione dele energie disperse, dipende dalle funcentrata, intensificare le relazioni e gli
zioni, dai mezzi e dai poteri di cui potrà
scambi sul piano della cultura, della
disporre anche in futuro. Questi infine,
scienza, dell’economia, tra soggetti ed
i progetti proposti nell’anno in corso in
32
tema di dialogo fra le culture: Musica
Euro-mediterranea e altre creazioni artistiche/culturali con l’obiettivo di sostenere iniziative che incoraggino una
maggior comunicazione, scambi di esperienze e creazione congiunta fra artisti,
musicisti
e
scrittori euromediterranei;
Programma Euro-Mediterraneo per le scuole avente come
obiettivo di sostenere progetti
scolastici attraverso gli scambi
e la cooperazione fra insegnanti, educatori e
studenti (12-18
anni) al fine di
consentire una
partecipazione
attiva al dialogo
fra culture; Programmi
di
scambi al fine
promuovere la
crescita della mobilità dei giovani e incoraggiare gli scambi, la creazione congiunta e il contributo della comunità locale allo sviluppo; Biblioteche, promozione dei libri e della lettura e traduzioni per aumentare la partecipazione cittadina alla società dell’informazione e
della conoscenza attraverso la creazione
di reti e il risalto attribuito al ruolo del
pluralismo linguistico, delle biblioteche, dei libri, della lettura, della traduzione e della società dell’informazione;
Scambi interculturali per le donne nelle
organizzazioni della società civile per
aumentare la partecipazione delle donne al processo decisionale a tutti i livelli della società.
COPPEMNEWS
IX
ASSEMBLEA
GENERALE
RIUNIONE DELLE 4 COMMISSIONI
6 MAGGIO 2006 VILLA MALFITANO. VIA DANTE 167 PALERMO (ITALIA)
5 MAGGIO 2006
11,30. Coffee break
18,30. Consiglio di Presidenza (Segretariato Coppem, via Emerico Amari, 162)
21,00. Cena
11,45. II Commissione: “Immigrazione ed
Emigrazione, azioni e strumenti della cooperazione fra Città e regioni euromediterranee”
Presidente: Jan Mans
Presentazione delle attività della Commissione: Alessandra Prudente
Interventi dei membri della Commissione
Interventi esterni: Anna Maria Frosina, Project Manager CRESM (Centro Ricerche
Economiche e Sociali per il Meridione)
Disegno di un piano di azione per successive attività
15,00. III Commissione: “Lo sviluppo locale: il decentramento dei poteri e gli strumenti operativi”; “Integrazione Euromediterranea delle reti strategiche infrastrutturali:
l’esempio dei trasporti”
Presidente: Abdelkarim Misbah
Presentazione delle attività della Commissione: Paolo Carrara
Interventi dei membri della Commissione
Interventi esterni: Giovanna Livreri, Commissario Straordinario Fiera del Mediterraneo
Disegno di un piano di azione per successive attività
6 MAGGIO 2006
8,30. Registrazione dei partecipanti
9,00. Assemblea Generale
• Saluti: Salvatore Cilento, Ministro Plenipotenziario – Regione Siciliana
Giuseppe Silvestri, Rettore Università di
Palermo
Maurizio Gambino, Presidente Consiglio
Provinciale Palermo
Salvatore Cordaro, Presidente Consiglio
Comunale Palermo
Rinaldo Bontempi, Presidente Istituto per il
Nord Ovest “Paralleli”
• Verifica della conformità delle designazioni dei membri
• Elezione di un Vice-Presidente
• Presa d’atto Variazioni Bilancio 2006
• Approvazione bilancio consuntivo 2005.
LAVORI DELLE COMMISSIONI
Intervento del Segretario Generale del
Coppem, Carmelo Motta
Presentazione lavori delle Commissioni –
Michele Raimondi, Coordinatore Programmi e Progetti
I Commissione: “Esperienze di partecipazione dei poteri locali e regionali Euromediterranei”
Presidente : Jan Micallef
Presentazione delle attività della Commissione: Franco Sammaritano
Interventi dei membri della Commissione
Interventi esterni: Bruno Gridelli, Direttore
Generale ISMETT
Disegno di un piano di azione per successive attività
16,30. Coffee break
16,45. IV Commissione: “Cultura e Turismo:
promozione e gestione di aree culturali”
Presidente: Falah Al Omoush
Presentazione delle attività della Commissione: Natale Giordano
Interventi dei membri della Commissione
Interventi esterni: Roberto Albergoni, Segretario Generale HERIMED
Disegno di un piano di azione per successive attività
Varie ed eventuali
18,30. Chiusura dei lavori