Chi non accoglie il regno come farebbe un bambino, non vi entrerà
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Chi non accoglie il regno come farebbe un bambino, non vi entrerà
XXVII T.O. - Mc 10, 2-16 Chi non accoglie il regno come farebbe un bambino, non vi entrerà Per credere nel matrimonio come insegna Gesù bisogna “essere bambini”. Intanto non bisogna fare domande trabocchetto come fanno i farisei che pongono una questione che nella Bibbia aveva già una risposta e che essi sapevano a memoria, tanto da rispondere al Maestro in modo così corretto ed esauriente da non sollevare obbiezioni in lui. Eppure cʼè qualcosa che non quadra nella citazione di quegli studiosi: Perché la loro è una richiesta fatta con malignità e insensibilità, con il “cuore duro”di chi è interessato non a capire quale poteva essere lʼoriginario progetto di Dio sulla coppia “creata maschio e femmina a sua immagine”(Gn 1,27).ma soltanto a “mettere Gesù in difficoltà”. Lui risponde riproponendo il senso di quellʼunione tra uomo e donna finalizzata alla gioia di intraprendere un cammino insieme, ogni giorno aprendosi nellʼamore fino a “diventare una carne sola”. Sia in Marco che in Matteo(19,1-9) lʼincontro con i farisei finisce qui. Non ci sono accenni a loro eventuali contestazioni. Del resto ogni rabbi poteva dare le proprie interpretazioni ai vari passi della Bibbia, purchè venissero portasse argomentazioni valide e quelle di Gesù di Nazareth lo erano. Forse se ne saranno andati convinti che non si poteva questionare con una persona come Gesù che non era tanto preoccupato di “sapere” cosa dice la Bibbia, quanto di intuire lʼispirazione profonda che aveva spinto gli uomini del Libro a proporre fin dalle origini del mondo una visione dellʼincontro tra lʼuomo e la donna come la creazione di una realtà nuova di vita e di esperienza da stravolgere le normali categorie mentali umane:“così essi non sono più due, ma un unico essere”. I farisei non sono bambini ingenui e innocenti né sono sprovveduti come Gesù. Loro sono uomini di mondo e sanno che il matrimonio comporta tutta una serie di questioni che devono essere vagliate, elaborate, discusse e firmate in presenza di testimoni. Il matrimonio, lo sanno bene, è realtà complessa perché investe patrimoni, instaura rapporti imperituri tra clan diversi e obbliga ad affrontare spese non indifferenti. Gesù non è toccato da tali questioni, continua solo a proporre la volontà di Dio che vuole che i suoi figli non siano “cinici sullʼamore, perché anche di fronte a grettezza e delusioni, esso resta perenne come lʼerba”, come dice il manoscritto del 1692 trovato a Baltimora nellʼantica chiesa di S. Paolo..Il matrimonio rimane per lui unʼunione che deve essere, prima di tutto, coltivata dallʼuomo e dalla donna che “lasciano padre e madre per diventare una cosa sola”, deve essere salvaguardata come la cosa sacra per eccellenza della propria esistenza e difesa strenuamente da ogni ingerenza esterna di genitori e parenti, culture e mode. Solo a queste condizioni si può realizzare il progetto di Dio che egli stesso nella Bibbia ha definito come “cosa molto buona”(Gen1,30). Per questo agli apostoli che un poʼ sbigottiti lo interrogano su questo argomento così vitale Gesù risponde con una chiarezza ancora maggiore: ”Chi divorzia da sua moglie e ne sposa unʼaltra commette adulterio contro di lei”. Ho sempre pensato che il senso di queste parole può essere compreso solo confrontando questo brano con Mt5,28: ”Ma io vi dico: se uno guarda la donna di un altro perché la vuole, nel suo cuore egli ha peccato di adulterio con lei”. Per Gesù il divorzio non è essenzialmente una questione giuridica da analizzare con parametri fiscali o liturgici. Eʼ una questione ancora una volta che investe le risorse e le scelte del cuore di ogni uomo. Lui non dice che chi fa progetti insensati sulle donne o sugli uomini altrui commette peccato, come viene sempre ripetuto, ma che commette adulterio. Non fa quindi distinzione tra tradire il coniuge con gesti sessuali illeciti e costruzioni mentali atte a coltivare pensieri di desiderio che sono un vero insulto al rispetto e allʼamore dovuto allʼaltro coniuge. Questa è la proposta di Gesù sullʼamore umano. Eʼ una proposta fatta da un uomo innocente e ingenuo che crede nellʼamore e che non vuole depauperare il matrimonio proponendo le questioni esegetiche dei farisei o le controversie economico-giuridiche degli avvocati di turno. Eʼ una proposta fatta da chi crede nella libertà umana e nella sua capacità di trovare gioia piena nellʼamore e nellʼamare per sempre chi si è scelto coscientemente e senza condizionamenti di sorta come partner, sostegno e luce ai propri passi. Eʼ una proposta fatta a chi crede che si può riuscire a dire un sì generoso allʼaltro quando lo si conosce, lo si stima e si è disposti a giocarsi insieme il futuro, certi che nel reciproco e tenero accompagnarsi si riuscirà insieme a edificare qualcosa di bello. Simon Wisental nella sua vita non è andato solo alla ricerca dei nazisti, ma ha scovato anche esempi positivi di militari tedeschi che hanno donato la loro vita per gli ebrei. Tra essi cʼè Anton Schmid un feldmaresciallo punto dfella vita ci si ritrova qualcosa che non si vorrebbeo non si vorrebbe avuto avere. Lʼostrica può ritrovarsi un ovggeto non desiderato allʼcondannato a morte dalla Gestapo per aver cercato di aiutare gli ebri. Di lui rimane il contenuto di una lettera scritta alla moglie in cui, tra lʼaltro, afferma:” Tutti dobbiamo morire. Cʼè chi muore come boia e cʼè chi muore come soccorritore, Io voglio morire come soccorritore”. Sulla sua tomba cʼè una lapide dovesi legge:”Qui giace un uomo per il quale fu più importante aiutare i suoi simili che vivere”. Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso La preghiera è mia figlioccia. Ha quasi tre anni. Corre nel cortile, con brusche accelerate e repentine frenate. Si ferma allʼimprovviso, riflette su non so cosa, e poi allunga la manina per dirti che ha bisogno di te. Biascica qualche parola e tu devi acuire lʼudito per capirla sul serio. Ma chi la ama e le sta sempre a fianco sa già ciò di cui ha bisogno. Ti guarda sperduta e dopo un attimo ti sorride con gli occhioni grandi: sta imparando a fidarsi di te. Eʼ felice di mostrarti ciò che ha conosciuto, visto, imparato e non ammette la tua disattenzione. Ogni tanto parte per esplorare un mondo nuovo e la vedi dopo poco tornare tra le gambe del suo papà. Mia figlioccia è come me, che ho trentatré anni, davanti al mio Papà. Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma Caro Michael, stavo parlando dell’indissolubilità del matrimonio cristiano quando t’è uscita la battuta spontanea: “Allora è meglio non sposarsi!”. E poi, per rincarare la dose: “Tanto il Matrimonio a cosa serve?”. Sara è intervenuta con la sua verve polemica: “Che vita è se si è costretti a stare insieme?”. Che esperienza avete fatto del Matrimonio, cari ragazzi del 2005, se lo disprezzate così tanto? Come l’hanno vissuto i vostri genitori, quelli dei vostri amici, le persone che vi stanno intorno? Tu ti poni come lo sbruffone di turno, quello che ce l’ha con tutti e con tutto. Ma dietro al tuo disagio ci sta la sofferenza di esser cresciuto in un ambiente dove le cose non erano scelte, ma subite, dove non regnava l’amore ma il dovere. La Chiesa cattolica passa come la cattiva di turno. Altre religioni o confessioni cristiane permettono il divorzio; noi no! E quando una coppia si separa non può nemmeno più far la comunione! Non voglio difendere la Chiesa, ma la Verità. Gesù Cristo è stato molto tassativo: “L’uomo non separi ciò che Dio ha congiunto”. Come sempre, la Legge di Mosè era già una risposta di giustizia a tradizioni precedenti un po’ barbare. Prima l’uomo poteva tranquillamente mandar via la sua donna in qualsiasi momento. La Legge consentiva di ripudiare la donna per una buona ragione, attraverso un atto formale (onde evitare abusi) e il pagamento di un indennizzo. Nota che il marito doveva provvedere alla donna, per questo ella doveva portare una dote. Gesù suggerisce un balzo nella direzione dell’amore. Dio desiderava dall’inizio che l’amore tra uomo e donna fosse specchio del Suo amore per noi: grandissimo e incondizionato, fedele per sempre. Ma nella stesso modo Gesù parla di amore ai nemici, di perdono: ricordi il “porgi l’altra guancia”?. Eppure nessuno è messo fuori dalla Chiesa se non lo fa. Neanche gli sposi separati. Soltanto, se una persona si risposa, è perennemente in uno stato di infedeltà nei confronti del precedente compagno. Per questo non le è consentito di fare la comunione. Ma al di là delle regole, rimane per tutti il tentativo di crescere nell’amore, perché solo lì ci sarà gioia, per la coppia e per i figli. “Amare è dura e senza frutti al sole”, scriveva Antonello Venditti. Ma è una storia da provare, per apprezzare quel sogno che Dio aveva avuto desiderando coppie con una carne sola. Il Matrimonio non è gabbia nè tomba, ma coronamento di un amore. Quello che chiede impegno ma lascia il gusto della gioia. Vorremmo fosse duratura, o come certi veri Matrimoni, per sempre.