Daniela Fiorentino una “Piaff” di talento

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Daniela Fiorentino una “Piaff” di talento
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TEATRO ACACIA
SPETTACOLI
venerdì 13 gennaio 2012
IL MUSICAL DEDICATO AL “PASSEROTTO” SCRITTO DA FRANCESCO CAMPANILE E LA REGIA DI NUNZIO ZUZIO
Daniela Fiorentino una “Piaff” di talento
di Mimmo Sica
NAPOLI. “Edith Piaff, lo Spettacolo”
ha avuto un debutto che ha reso alla grande il dovuto omaggio al “passerotto”, l’indiscusso mito della
chanson. Lo spettacolo è andato in
scena all’Acacia e sarà rappresentato fino a domenica prossima. Il musical scritto da Francesco Campanile, per la regia di Nunzio Zuzio, ripercorre i momenti più importanti
della vita di Edith Giovanna Gassion
in arte Piaff, nome con cui la presentò al pubblico Louis Lepléè, il direttore di un famoso club parigino
che per primo la notò. Il difficile ruolo della cantautrice francese è interpreto dall’attrice e cantante Daniela
Fiorentino. Con lei recitano l’autore
Francesco Campanile (Louis Barrier),
Marco Battimelli (Marcel Cerdan),
Valentina D’Andrea (Momonne), Valerio Largo (Raymond Asso), Giuseppe Maria Panico (Alphonse) e
Peppe Mastrocinque (Louis Leplée).
Il cast è completato dai ballerini Roberta D’Amore, Pasquale D’Ausilio,
Giancarlo Grosso, Marika Sozio e dai
musicisti Mariella Pandolfi (pianoforte), Pietro Bentivenga (fisarmonica), Massimo Mercogliano (contrabasso) e Davide Esposito (batteria).
Il sipario si alza su una scena ambientata a New York quando, nel
1947, la stella della canzone francese era in procinto di debuttare nella
metropoli statunitense. Edith canta
“Milord” accompagnata da alcuni
ballerini e, al termine della prova, litiga con il suo impresario Louis Barrier costringendolo a modificare l’esibizione: la minuta, gracile donna dalla voce possente si presenta con il
suo carattere caparbio e tenace e
con tutto l’amore che ha per la musica semplice e di immediata comunicazione. Questo primo “quadro” fa trasparire l’essenza compositiva dei due atti costruiti dall’autore su un’alternanza di sogno e realtà, verità e fantasia. Con un salto
indietro nel tempo si ritorna al 1933
a Parigi, e da qui inizia a scorrere la
pellicola dell’esistenza sfortunata e
breve di Edith. Si rivivono i momenti in cui abitava nella squallida Rue
Belleville con la sua migliore amica
Momonne, un’adolescente irrequieta e dedita all’alcool. L’incontro del
tutto casuale con Louis Leplée che
segnò l’inizio della scalata al successo, ma anche di tragici eventi come l’uso di droghe, incidenti stradali, coma epatici, interventi chirur-
gici e un tentativo di suicidio. L’apice del successo a New York e l’appassionata e segreta storia d’amore
con il campione di pugilato Marcel
Cedan, nel quale finisce quasi con
l’annullarsi. Forte, intenso e drammatico è il momento in cui Raymond
Asso e Louis Barrier, gli impresari
che la resero grande e che sono diventati i suoi migliori amici, la informano della tragica morte di Marcel.
L’effervescente, dinamica, risoluta
Edith esce di scena e il suo posto è
preso da una donna vestita in nero,
L’EVENTO
distrutta dal dolore, consumata dalla malattia, con la schiena curva, tenuta in vita solo dalla grande passione per la sua musica. Vuole ritornare a Parigi dove all’Olympia regala al suo pubblico l’ultima indimenticabile esibizione. Cala definitivamente il sipario sulla vita del “passerotto” e si alza la standing ovation
del pubblico per uno spettacolo di
spessore.
Daniela Fiorentino ha interpretato
Milord, Mon légionnaire, L’accordéoniste, L’homme à la moto, La vie
en rose, Hymne à l’amour, Mon Dieu,
Padam padam, Les amants d’un
jour/Cri du coeur, Sous le ciel de Paris/ Mon manège à moi, Non, je ne
regrette rien, La foule, i più grandi
successi della Piaff, facendo rivivere sul palcoscenico, con la potenza
della sua voce, la cantautrice francese. Con la prosa ha saputo, poi,
esprimere perfettamente la complessa personalità della francese capace di cambiare repentinamente
umore e toni. Nota al grande pubblico per avere partecipato a “ C’era
una volta… Scugnizzi”, a “Novecento Napoletano”, a “Passione” di
John Turturro, la Fiorentino in questo
musical si è rivelata un talento naturale nel quale le qualità del canto e
quelle della recitazione si sono fuse
in una sintesi di raro valore artistico.
Tutti i suoi compagni di scena hanno recitato magistralmente concorrendo in pari misura a dare una forte emozione agli spettatori e a coinvolgerli dal primo all’ultimo minuto.
La scenografia, semplice ed essenziale, è di grande effetto. Le coreografie eseguite dai quattro ballerini
e l’orchestra sono stati l’indispensabile contorno per una rappresentazione da incorniciare.
AL CENTRO IPPICO MONTENUOVO DI POZZUOLI
“Teatro nel piatto”, gli ospiti
diventano attori per una sera
POZZUOLI. Un’idea originale per una proposta
culturale fuori dal comune: è questa la ricetta
offerta dal Centro Ippico Montenuovo di
Pozzuoli, che ha organizzato una serata dal
titolo più che significativo, “Teatro nel piatto”.
Si tratta di una cena spettacolo sui generis, nel
corso della quale sabato - tra una portata e
l’altra - gli ospiti potranno diventare attori per
una sera, coadiuvati da preparatissimi maestri
della recitazione. A svolgere il ruolo di
“suggeritori sopra le righe” saranno, infatti, gli
attori della Compagnia Vulcano Metropolitano di Pasquale della
Monaco (nella foto), già negli ultimi mesi dello scorso anno
protagonisti nella Club House del Centro con una frizzantissima
Tombolata Scostumata e con uno show in occasione della serata
finale del Torneo di Natale, combinata burraco-salto ad ostacoli.
Pasquale della Monaco è stato più volte definito da colleghi e critici
un vero artista a tuttotondo, come dimostrano le diverse “fasi” della
sua vita: prima pittore, poi attore, una vita, insomma, in nome
dell’arte in tutte le sue sfaccettature. Portavoce del concetto del
teatro in strada, un palcoscenico sul quale gli attori possano recitare
e non “animare la folla”, della Monaco ha lavorato con grandi
maestri del teatro, da Pupella Maggio a Peppe Barra. L’inizio del
“Teatro nel piatto” è previsto per le ore 20,30 e nel corso della serata
si terranno le selezioni e la prova di set per un film di prossima
uscita su Napoli.
IL NUOVO SHOW SCRITTO INSIEME AD ALESSANDRO SERENA E LUIGI MASTROPAOLO
Larible, al Bellini il clown dei clown
di Domenico Luongo
NAPOLI. Niente tendone e nien-
David Larible
te pista di segatura. Per ammirare il “clown dei clown” i napoletani dovranno andare a teatro. È al
Bellini, infatti, che David Larible,
porterà in scena il suo nuovo show
“Il clown dei clown”, scritto dallo
stesso Larible insieme ad Alessandro Serena e Luigi Mastropaolo. Con Larible farà coppia il clown
bianco catalano Gensi, suo compagno di scena anche nella recente tournée nella pista del tedesco Roncalli. I due clown saranno accompagnati al piano dal
maestro Stephan Kunz. Considerato il più grande clown del mondo, David Larible, imparentato con
i Togni, è il clown più applaudito
degli ultimi tempi, un artista che
quando si è esibito al Madison
Square Garden di New York con
le insegne del Ringling Bros and
Barnum & Bailey ha fatto registrare il tutto esaurito, con oltre
120mila spettatori. Una vera e propria star che ha raccolto ammiratori dai nomi altisonanti come
Francis Ford Coppola, Richard Gere, Danny De Vito, Tom Cruise,
Steven Spielberg, Leonardo di Caprio, Sandra Bullock. Woody Allen
lo ha preteso per un suo gala e Jerry Lewis ha voluto esibirsi con lui
in un numero televisivo.
Nello spettacolo “Il Clown dei
clown”, in scena al teatro Bellini
dal 24 al 29 gennaio, David Larible si presenta con un vestito grigio, un cappello che strizza l’occhio al “Monello” di Charlie Chaplin, un trucco leggero e l’immancabile naso rosso. Fa del classico
il suo biglietto da visita, per rinnovare e personalizzare il suo personaggio. Attinge dal cinema, co-
me dalla danza e dall’opera lirica e
dal repertorio classico della clownerie alle quali però, alla maniera
dei comici dell’arte, apporta decisive innovazioni. “Il clown dei
clown” è il frutto di anni d’esperienza, trascorsi calcando le scene di tutto il mondo. È la messa in
scena fluida e coordinata dei suoi
migliori numeri, tessuti insieme
dalla storia di un maldestro inserviente di teatro che si confronta
con l’elegante clown bianco, interpretato da Gensi, in un susseguirsi di trovate, caratterizzate
dallo stile inconfondibile di Larible. Alle gag visuali, Larible alterna brani musicali, ed è lui stesso
a suonare cinque strumenti. Lo
spettacolo è anche una confessione artistica, un ritratto sincero della sua maschera e dell’uomo che
la indossa. Un piccolo manuale di
risate e poesia. Dolce e straluna-
to, un po’ clown Augusto, come
vuole la tradizione circense, e un
po’ Charlot, diverte e commuove
allo stesso modo bambini e adulti, con quel suo fare incerto e le
gag surreali. David rapisce, seduce perché riesce a evocare il mondo del clown nel suo aspetto più
intimo e realistico, ma allo stesso
tempo poetico, perché con estrema naturalezza plasma la realtà di
tutti i giorni regalando leggerezza. Con lui il pubblico inizia a giocare e a volare in alto, dove le cose diventano piccole e perdono
quel contorno serio e quotidiano.
Così David trasforma anche noi, il
pubblico. Si dirige verso la platea,
sceglie chi lo guarda negli occhi e
lo coinvolge nel suo spettacolo creando così ogni volta una unicità e
irripetibilità che sorprende e affascina. David sa essere un uomo
qualunque. Con l’anima del clown.
DA STASERA CONDOTTO DA GIGI & ROSS E FATIMA
IL QUARTETTO DA STASERA A DOMENICA IN SCENA NELLA SALA ASSOLI DEL TEATRO NUOVO
La comicità meridionale
al Cilea con “Made in Sud”
Il Galeone Papanimico tra ironia e assurdo
NAPOLI. Da stasera al teatro Cilea Gigi & Ross (nella foto)
presentano “Made in Sud”. Uno show-comico live condotto dal noto
duo con la partecipazione di Fatima. “Made in Sud” dà possibilità di
espressione alla più verace tradizione comica del Sud e dal Sud; è la
ripresa del live di cabaret dal Tam, con inserimenti di brevi parti
filmate. Si tratta di un puro gioco, uno scherzo privo di volontà
polemica e regionalistica, una scusa divertente per giocare con gli
stereotipi nord/sud della tradizione italiana, nello stesso tempo
offrire visibilità ad alcuni giovani cabarettisti del sud. Conduttori
Gigi e Ross, che dal laboratorio del Tam, sono arrivati alla ribalta di
Zelig e di Mai dire Martedì, parodia delle Iene, degli Zero assoluto,
di Tiziano Ferro e di Gigi D’Alessio; e Fatima, una giovanissima e
carinissima scoperta del Tam, che li affiancherà in una conduzione
fresca, scherzosa e professionale. Sul palco insieme a Gigi Ross e
Fatima ci saranno Frank Carpentieri, Enzo Fischetti, Salvatore
Gisonna, Lello Musella, Nello Iorio, Due x Duo, Alessandro Bolide,
Arteteca, Ciro Giustiniani, Doppia Coppia, Enzo & Sal, Gemelli De
Falco, Ivan & Cristiano, Mariano Bruno, Pasquale Palma. Le novità
di questa terza edizione sono Gino Fastidio, I Malincomici; Mino
Abacuccio, Gianni Marino.
NAPOLI. Farà tappa alla Sala
Assoli del teatro Nuovo,
stasera alle ore 20,30,
l’originale allestimento “Il
Galeone Papanimico - I
Movimento”, messo in scena
dal Quartetto Papanimico,
composto dall’attore-cantante
Peppe Papa (voce), Alberto
Falco (chitarra e basso),
Raffaele Natale (chitarra e
basso), Dario Guidobaldi
(percussioni).
Lo spettacolo nasce dalla presa
di coscienza dei
condizionamenti di cui l’essere
umano è vittima, in cui i
quattro marinai prendono in
prestito un materiale
sedimentato nella memoria
collettiva e lo riusa per
raccontare l’oggi.
Il quartetto si propone,
ambientando lo spettacolo su
un ipotetico galeone, di
attraversare l’oscuro mare
della consapevolezza umana,
de-generando in un viaggio
metafisico ironico e onirico. I
testi dei monologhi scelti,
inediti e non, così come le
canzoni, accompagnano la
traversata “transonirica”. Il I
Movimento de Il Galeone
Papanimico, nel corso della
traversata transonirica,
s’imbatte in vari e rari
personaggi tra cui la donna
pesce, il balbuziente
innamorato, il cantastorie
inorganico e, immutabilmente,
nelle Chiavi Esoteriche degli
Alburni, le cui evanescenze si
materializzeranno nei tre
giorni in scena sul
palcoscenico partenopeo.
Lo spettacolo del Quartetto
Papanimico s’inserisce nel
solco del teatro-canzone,
mescolando musica ed
elementi teatrali. I due
linguaggi si fondono e si
abbracciano per unire vista e
udito, descrizione e
suggestione. Il repertorio
musicale spazia dagli anni ‘20
agli anni ‘70, ma più che
un’epoca precisa di
riferimento, viene alla luce un
messaggio di unione fra generi
assimilabili se non simili, in
cui l’ironia assume la funzione
prevalente di costruire
richiami, mai fini a se stessi,
ma pronti a far nascere dubbi,
collegamenti, se non anche
riflessioni. Ci s’immerge nella
musica dei fondali per
imbattersi in note e canzoni
d’altri tempi arrangiate nella
salsedine: dagli anni Venti agli
anni Settanta, da canzoni del
Il Quartetto Papanimico
Ventennio fascista a Nino
Taranto, da Villon a Gaber, da
melodie originali su testi del
passato a testi originali su
musiche del passato , in cui
s’inseriscono racconti e
monologhi scritti da Peppe
Papa. La musica del quartetto
ha il sapore di un’eleganza di
altri tempi, trasuda di quella
passata povertà che è stimolo
alla creazione, un’essenzialità
che apre le porte
all’immaginazione e alla
riflessione.
Il tutto è intervallato da un
innesto sapiente di rumori e da
piccoli sketch comici, che
collocano l’originale ensemble
in un solco a metà strada fra la
Banda Osiris e Fred
Buscaglione. In questo
“viaggio” fra parole e musica
non manca mai il sorriso,
l’ironia e l’assurdo, che domina
la scena nelle percussioni
battute a mani nude da Dario
Guidobaldi, alle melodie in
corsa e dilatate di Raffaele
Natale, alla melanconia di
Alberto Falco. Un assurdo che,
attraverso la genuinità della
musica che sa della terra e che
non puzza di digitale, coglie in
pieno la ciclicità del vivere
odierno, con tutte le sue
complessità.
Rosita Di Natale