Discorso introduttivo del presidente

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Discorso introduttivo del presidente
CONFERENZA/DIBATTITO “IMMIGRAZIONE E CRIMINALITA’”
Ortona 23 aprile 2009
Indirizzi di saluto del Presidente del Rotary Club di Ortona
Autorità, amici rotariani, gentili ospiti, signore e signori, a nome di tutti i soci del Rotary
Club di Ortona porgo un saluto sincero e cordiale a tutti voi, augurando che questo Convegno
riscuota il successo che merita per l’attualità e l’importanza del tema trattato.
Prima di entrare nel vivo dell’argomento, però, non posso fare a meno di rivolgere il
commosso pensiero alle vittime del terremoto del 6 aprile che ha così tragicamente sconvolto sia la
vita degli amici rotariani che quella di tutta la popolazione delle zone dell’Aquila ed anche
dell’intera Regione Abruzzo. Tutti stanno dimostrando grande dignità e noi rotariani faremo la
nostra parte, stando loro vicini con iniziative di ogni genere.
Un sincero ringraziamento ad Ettore Del Grosso, Presidente del Rotary Club di Chieti Ovest
ed a Giuseppe Ranalli Presidente dei Giovani di Confindustria Chieti, insieme ai quali ho lavorato
per la realizzazione del Convegno. L’unione di tre Associazioni non è cosa semplice e raramente
accade. Pertanto, aver lavorato sinergicamente dimostra lungimiranza dei Presidenti che
contribuisce ad elevare l’immagine delle Associazioni stesse.
Un cordiale saluto ai Past Governor Riccardo Marrollo, che interviene anche in qualità di
Presidente di Confindustria Abruzzo e Franco Cianci ed a tutti i soci degli altri Rotary Club
presenti. Vi porto i saluti e il ringraziamento del Governatore Giorgio Splendiani che, come sapete,
vive all’Aquila ed ha subito le conseguenze del terremoto.
Un saluto deferente rivolgo alle numerose autorità civili e militari presenti (evito di citarLe
perché sicuramente farei torto a qualcuno). La loro partecipazione, però, testimonia attenzione e
considerazione per il Rotary e per il suo servizio, a maggior ragione in questi giorni in cui sono
impegnati notevolmente per le conseguenze del terremoto.
E’ questo un periodo storico particolare per la vita democratica, in cui molte certezze non
appaiono più tali. E’ necessario riappropriarsi di un dialogo costruttivo attraverso la riscoperta delle
Associazioni che verranno sempre più coinvolte nella Governance del Territorio. In tale contesto si
innesta l’importante Convegnodi oggi su un tema di scottante attualità “Immigrazione e
Criminalità”.
In qualsiasi epoca e in tutte le regioni del Mondo l’emigrazione è sempre esistita. Gli uomini
hanno dovuto emigrare, spontaneamente o sotto costrizioni, individualmente o collettivamente per
vari motivi: politici, economici, demografici, ecc.; si sono verificati trasferimenti massicci di
popolazioni, migrazioni rurali ed urbane, esilii politici e richiami di manodopera, forme diverse di
un mondo instabile che non trova pace.
Questo peregrinare si rinnova continuamente e porta milioni di uomini da una parte all’altra
del pianeta alla ricerca di ciò che rappresenta il simbolo materializzato della speranza: l’alea di una
vita diversa, migliore, serena, laboriosa al riparo dalla miseria o dalle persecuzioni, dallo
sfruttamento e dalle ingiustizie.
Purtroppo, l’emigrante viene sentito dai membri dei paesi di accoglimento come elemento di
un mondo diverso, lontano, collegato ai lavori più deprimenti, associato al fango della
canalizzazione e delle fognature delle loro città, al rumore crudele dei martelli pneumatici, agli
ingombri delle loro vie, cosicché egli è costretto spesso a sopportare ingiustamente i molteplici
aspetti dell’oppressione xenofoba dei paesi di immigrazione.
La presenza di questo straniero che si conosce male e che vive male è sentita come una
minaccia. La paura del medesimo si unisce a tutti i motivi di insoddisfazione confusa, di rancore e
di aggressività; perciò, se la delinquenza aumenta, se le aggressioni, le rapine a mano armata, i furti,
gli stupri sono sempre più frequenti, ciò non può essere dovuto che allo straniero, all’immigrato!
Egli è “a priori” un sospettato ed un delinquente potenziale e nulla si fa per soffocare questo
razzismo endemico e diffuso.
Oggettivamente esiste una criminalità attuata dagli immigrati che possiede una tipologia
specifica in rapporto alla delinquenza nel suo insieme e tale specificità, per ciascun gruppo di
immigrati è legata al divario socio culturale tra la società di origine e quella di accoglimento.
Grande responsabilità va attribuita ai mass-media che, con articoli mistificanti, suscitano
nell’opinione pubblica notevole preoccupazione, dando un’immagine distorta dell’immigrato e dei
suoi atti antisociali.
Con la conferenza di oggi, gli illustri relatori ci forniranno una visione chiara del fenomeno,
offrendo all’opinione pubblica un quadro di informazioni veritiere, ristabilendo la giusta percezione
degli immigrati, non solo autori di reati, ma a loro volta vittime del fenomeno stesso.
Mi piace concludere questo breve intervento di apertura del convegno sul fenomeno
dell’emigrazione, riportando un discorso pronunciato al Senato della Repubblica dallo scrittore
Carlo Levi nel 1970: “………….che milioni di Italiani si trovino dalla nascita nella posizione di
classe subalterna, di servi senza diritto, di uomini senza pane e speranza, senza lavoro nella
repubblica che per costituzione è fondata sul lavoro, è uno scandalo, è una vergogna che si cerca
invano di nascondere. L’emigrazione è per noi quello che per gli Stati Uniti è il problema negro. La
sua esistenza contesta obiettivamente il valore della nostra struttura sociale.
Milioni di cittadini italiani sono strappati con la violenza che è nelle cose, …… dalla terra,
dalla casa, dalla famiglia, dalla lingua, ed espulsi dalla comunità nazionale, esiliati in un mondo
altro, privati delle radici culturali, buttati nel deserto, capri espiatori delle nostre colpe.
………..sicchè è giusto dire che finchè un solo uomo sia costretto, sia forzato all’esilio violento,
non esisterà in Italia né vera giustizia né vera libertà per nessuno”.
Come è attuale questo discorso, dopo circa quarant’anni, traslato verso coloro che sono
costretti ad immigrare, questa volta, in Italia.
Dò, quindi, il benvenuto agli illustri relatori, Prof.Everardo Minardi e Dott.David Mancini ed
a tutti coloro che interverranno, a vario titolo, augurando buon lavoro.
Ortona, 23 aprile 2009
Il Presidente
Carlo Ortolano