La quiete dopo la tempesta? - Camera di Commercio Italiana per la

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La quiete dopo la tempesta? - Camera di Commercio Italiana per la
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Rivista
Anno 102 - n. 10 - Ottobre 2011
Svizzera - Italia
La quiete dopo
la tempesta?
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Santa Lucia, questa è mozzarella.
Editoriale
di Giangi Cretti
La metafora è climatica. Ricorrente da qualche tempo, è utilizzata per qualificare lo stato
delle relazioni fra Svizzera e Italia. Dopo una fase in cui si è parlato di nubi dense nei cieli
sopra Berna e Roma, si torna a parlare di schiarite. Tant’è che, leopardianamente, si dà ormai quasi per certo che,“passata la tempesta”, sia lecito udir “augelli far festa”.
Fuor di metafora. Si sono moltiplicati nelle ultime settimane i segnali di un allentamento di
tensione, cui sono seguiti quelli di dichiarata disponibilità, presupposto per una riapertura
dei negoziati fra Svizzera e Italia. Infatti, dopo anni in cui il contenzioso non era neppure stato affrontato, stante il rifiuto ostentato in più occasioni dal ministro dell’economia
italiano, che hanno fatto il paio con le conseguenti misure di rappresaglia adottate dalla
Svizzera, le due parti sono tornate a parlarsi.
Non è azzardato presumere che, a questo mutato atteggiamento, finalmente non più di
sfida, non siano estranei gli accordi in materia fiscale parafati con Germania (nel frattempo
firmato lo scorso 21 settembre) e Gran Bretagna. Allo stesso modo in cui si può supporre
che, per quanto illegale, la ritorsione adottata dal Canton Ticino di congelare su un conto
bloccato metà dei ristorni fiscali spettanti (poco più di 23 milioni di euro) ai comuni di residenza dei lavoratori frontalieri, qualche effetto l’abbia indirettamente sortito.
D’altro canto, gli accordi parafati con Germania e Gran Bretagna (ai quali pare adocchiare con interesse anche la Francia) hanno un doppio pregio: forniscono corposa liquidità
immediata, grazie all’imposta liberatoria; non possono essere considerati alla stregua di
un condono, al contrario; continuano nel tempo ad essere fonte di entrate finanziarie, in
quanto prevedono la puntuale tassazione degli interessi maturati sui capitali depositati in
Svizzera.
Sta di fatto che negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un’accelerazione: il Parlamento italiano ha approvato all’unanimità una mozione plurima (nel senso che da una iniziale sono
diventate 4 sostanzialmente analoghe) con la quale si chiedeva la riapertura del dialogo;
nell’ultima manovra di agosto la Camera dei Deputati ha approvato un ordine del giorno
che impegna il governo a giungere entro il 31 marzo 2012 alla stesura di un accordo; a metà
settembre, organizzato della Commissione esteri del Senato presieduta da Lamberto Dini,
ha avuto luogo un incontro (vedi pag. 15 e seguenti) tra delegazioni parlamentari e rappresentanti delle associazioni bancarie e delle Camere di Commercio dei due Paesi, che ha
detta di tutti è andato molto bene: al di là delle più rosee previsioni inducendo Lamberto
Dini a dichiarare in conferenza stampa che «interverrà rapidamente, affinché il governo apra
negoziati»; infine, il 26 settembre, a margine dell›assemblea annuale del Fondo monetario
internazionale e della Banca mondiale a Washington il Consigliere federale signora Eveline
Widmer-Schlumpf ha incontrato il Ministro italiano dell’Economia Tremonti, traendone la
convinzione che dal faccia a faccia, definito dalla signora Widmer-Schlumpf «molto positivo», siano emerse le linee guida per risolvere in un unico pacchetto tutti i temi in sospeso.
L’auspicio è che venga definitivamente accantonato il tempo dei tentennamenti e delle
ripicche, perché le relazioni fra i nostri due Paesi si sono consolidate nei decenni sia dal
punto di vista umano e sociale, sia economico all’insegna di rispetto, stima e vantaggi conquistati e condivisi. Non è un caso se la Svizzera è il quinto partner economico dell’Italia e
l’Italia per la Confederazione sia il secondo.
In fondo, addomesticando ancora una volta il poeta di Recanati, passata la tempesta, retoricamente con lui possiamo chiederci: “Sì dolce, sì gradita / Quand’è, com’or, la vita? / Quando
con tanto amore / L’uomo à suoi studi intende? / O torna all’opre? / O cosa nova imprende?”
***
NB: Dopo 5 anni cambia look (e impostazione) il sito della Camera di Commercio Italiana per la
Svizzera. Grafica e IT essenziali, agili e attuali illustrano ai visitatori l’ultima frontiera del Made in Italy
sul mercato svizzero, fatta di attività promozionali, formative ed informative, notizie ed immagini
che restituiscono all’esterno l’intenso lavoro svolto dal team CCIS. Sul rinnovato sito www.ccis.ch la
Rivista si può ora sfogliare
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n. 10 Ottobre 2011
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Sommario
n. 10 Ottobre 2011
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Editoriale
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Francesco De Sanctis
e la cultura italiana
L’esule illustre
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La libertà come impegno
54
“Volevamo braccia,
sono arrivati uomini”
Nel centenario della nascita:
Max Frisch a Loco fino al 30 ottobre
55
Claude Monet, il pittore
che seppe toccare l’intangibile
Fino al 20 novembre alla Fondation
Pierre Gianadda a Martigny
PRIMO PIANO
15
19
Riaprire il dialogo
Incontro a Roma tra delegazioni d’Italia
e di Svizzera
La Svizzera è vicina
Convegno a Palazzo Turi a Genova
INCONTRI
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37
Avere lo stesso potere di un uomo
senza esserne prigioniera
Donne in carriera: Paola Poli
I Bocconiani di Ginevra s’associano
DOLCE VITA
62
Nel vino l’autenticità di un territorio
Incontro con il Marchese
Leonardo de’ Frescobaldi
64
Internazionalizzazione
come scelta prioritaria e strategica
Regione Calabria
65
A tavola con gli Dei
Promozione di prodotti reggini
per il mercato svizzero
Gli alumni Bocconi
della Svizzera tedesca
CULTURA
41
Quando l’Italia esportava
anche la sua lingua
47
L’ASPI: Associazione svizzera
dei professori d’italiano
RUBRICHE
IN BREVE
ITALICHE
EUROPEE
INTERNAZIONALI
OLTREFRONTIERA
ETICAMENTE
BUROCRATICHE
ANGOLO FISCALE
ANGOLO LEGALE
CONVENZIONI INTERNAZIONALI
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TALENTI ALTROVE
L’ELEFANTE INVISIBILE
SCAFFALE
CARNET
BENCHMARK
SEQUENZE
DIAPASON
CONVIVIO
MOTORI
STARBENE
In copertina: Passata è la tempesta / Odo augelli far festa, e la gallina, / tornata in su la via, / che ripete il suo verso. Ecco il sereno/
rompe là da ponente, alla montagna (…) (Giacomo Leopardi)
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L’Alto Piemonte si presenta a Martigny
84
Fieracavalli: Verona, 3 - 6 novembre
Quando l’Italia monta in sella
68
La cultura e il turismo denominatori
comuni delle relazioni future
Incontro con Mariano Cattrini
neo sindaco di Domodossola
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EICMA: Fiera Milano, 8 - 13 novembre
69° Salone Internazionale del Motociclo
86
SIA GUEST: Fiera Rimini
26 - 29 novembre
Innovazione, tendenze, atmosfere
e approfondimenti per l´ospitalità
70
La dieta mediterranea della Calabria
“U cucinatu”
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Giulietta Quadrifoglio Verde 235 CV
Automotonews
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Suv Kubang
In tutto e per tutto una Maserati
IL MONDO IN FIERA
82
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Smau business: Fiera Milanocity
19 - 21 ottobre
Information & Communication Technology
per manager e funzionari della PA
Viscom Italia 2011: Fiera Milano
3 - 5 novembre
Anticipazioni dal mondo
della comunicazione visiva
Editore
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per la Svizzera
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Comitato di Redazione
G.M. BONADA, A.G. LOTTI,
C. NICOLETTI, S. SGUAITAMATTI
Collaboratori
Ph. BERNASCONI, C. BIANCHI PORRO,
M. CALDERAN, G. CANTONI,
M. CARACCIOLO DI BRIENZA, V. CESARI LUSSO,
M. CIPOLLONE, P. COMUZZI, D. COSENTINO,
A. CROSTI, L. D’ALESSANDRO, F. FRANCESCHINI
T. GATANI, G. GUERRA, F. Macrì, G. MERZ,
A. ORSI, G. SORGE, N. TANZI, I. WEDEL
IL MONDO IN CAMERA
88
Giornata delle porte aperte
Zurigo 17 settembre 2011
90
L’industria italiana ed europea
del legno arredo: scenari e prospettive
di sviluppo
91
Nuova edizione di Italy at Cern
A Ginevra dal 10 al 13 ottobre 2011
94
Contatti commerciali
96
Servizi camerali
La Rivista
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In breve
Patrimoni finanziari:
Svizzeri al primo posto
Tre atenei svizzeri
fra i top 100 al mondo
Secondo lo studio Global wealth report pubblicato lo
scorso 21 settembre dall’assicuratore tedesco Allianz, gli
svizzeri mantengono il primo posto al mondo per patrimonio procapite stimato a 250’000 franchi. Rispetto
all’anno precedente è stata registrata una progressione
del 15%, imputabile in buona parte al rafforzamento del
franco. La classifica, espressa in euro, raggruppa 50 Paesi che rappresentano il 90% del Pil mondiale e il 68%
della popolazione planetaria del 2010. I beni conteggiati
comprendono depositi bancari, assicurazioni e titoli, ma
escludono gli immobili. Dopo la Svizzera, per la quale
rilevante è l’incidenza del sistema previdenziale a copertura di capitale, troviamo gli Stati Uniti e il Giappone a
quota 112’000 euro, poi la Danimarca (107’000) e l’Olanda (105’000). Più in basso nella graduatoria sia può
notare come l’Italia (61’000) preceda, seppur di poco la
Germania (60’000). Chiudono la classifica Ucraina (900),
India (800)e Indonesia (700). Gli attivi finanziari lordi del
pianeta hanno raggiunto il livello record di 95’000 miliardi, superiore a quello ante crisi del 2007.
Il Politecnico federale di Zurigo (ETH) è la migliore alta
scuola a livello europeo. Con quello di Losanna (EPFL) e
con l’Università di Ginevra si situa tra i primi 100 atenei
mondiali. È quanto emerge da un sondaggio condotto
dalla società britannica QS. Come lo scorso anno, l’ETH
si conferma al 18. posto di questa particolare classifica,
guidata dall’Università di Cambridge (GB) davanti all’Università di Harvard (USA) e all’Istituto di tecnologia del
Massachusetts (USA).
Come ormai succede da parecchio tempo, i primi ranghi
sono occupati gli atenei americani e britannici. La prima
università di un terzo Paese è quella canadese di McGill,
che si piazza al 17. rango, precedendo proprio l’ETH, che
risulta così il primo istituto di studi universitari europeo.
L’EPFL si situa invece al 35. posto (al 32. l’anno scorso),
mentre l’Università di Ginevra si piazza al 69. rango (al
71. dodici mesi fa). I restanti atenei elvetici sono molto più distanti: l’Università di Zurigo è 106. (101. l’anno
scorso), quella di Losanna 136. (152.), quella di Berna
143. (162.) e quella di Basilea 151. (137.)
La stampa guadagna lettori
Secondo le cifre rese note dall’istituto Ricerche e studi dei media pubblicitari, nell’ultimo anno, la stampa ha guadagnato lettori.
Quasi tutti i giornali a pagamento sono in progressione, ma sono
soprattutto i gratuiti a potersi rallegrare.
Nella Svizzera tedesca il giornale più sfogliato rimane 20 Minuten, che ha potuto contare in media 1.379.000 lettori. Ne guadagna
27.000, con una progressione del 2% circa. Il Blick am Abend sale
del 5% a 635.000 lettori. Tra i giornali a pagamento il Blick perde lo
0,2%, ma rimane leader con 622.000 lettori, seguito dal Tages-Anzeiger, che invece guadagna oltre il 6% raggiungendo i 508.000 lettori. Aargauer Zeitung, Berner Zeitung, Bund, Neue Zürcher Zeitung,
Neue Luzerner Zeitung, St. Galler Tagblatt, Zürcher Regionalzeitungen
e Südostschweiz sono riusciti a guadagnare fra i 1.000 e i 9.000 lettori. Eccezione negativa fra i grandi costituisce la Basler Zeitung, che ne ha persi 14.000 (-8%). Fra i domenicali
il SonntagsBlick rimane primo, ma perde il 5% (48.000 lettori) e scende a 825.000. Stabili la SonntagsZeitung con
758.000 lettori e la NZZ am Sonntag con 490.000.
In Romandia il gratuito 20 Minutes, pur perdendone 11.000 (-2,3%), resta il giornale più sfogliato con 461.000 lettori. Fra i quotidiani a pagamento Le Matin guadagna lo 0,8% e sale a 266.000, 24 Heures lo 0,5% e arriva a 223.000,
la Tribune de Genève il 3% e sale a 138.000, La Liberté il 3,1% e arriva a 98.000.
Le Temps invece perde il 3% e scende a 119.000 lettori (133.000 con la Svizzera tedesca).
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n. 10 Ottobre 2011
75 anni di OFRAG
Vertriebsgesellschaft
Stranieri producono
11% pil italiano
L’importatore svizzero dei marchi italiani Piaggio, Vespa,
Gilera e Aprilia festeggia il 75° anniversario. Tutto iniziò
il 1° ottobre 1936 con un piccolo negozio di biciclette e
di moto a Zurigo.
Otto Frey riprese l’azienda dal padre nel 1964 e oggi,
da più di 10 anni, è la numero uno nel mercato svizzero
degli scooter. Dopo l’iniziale successo con il marchio austriaco Puch, il boom dei ciclomotori lasciò il campo agli
scooter negli anni 80.
Da allora OFRAG ha intensificato la collaborazione con
il costruttore italiano Piaggio, affermandosi quale partner di fiducia della Posta Svizzera alla quale ha consegnato in 30 anni 30.000 scooter. Thomas Frey, figlio di
Otto, dirige dal 2002 il Gruppo, che comprende OFRAG
e Fuchs-Movesa. La nuova sede a Lupfig, offre le migliori condizioni infrastrutturali e per i collegamenti di
trasporto. Otto Frey, nel riassumere la storia dell’azienda
ricorda con piacere la visita, avvenuta nel 2010 a Lupfig,
di Roberto Colaninno, presidente del gruppo Piaggio.
(con lui nella foto)
Gli immigrati regolari in Italia rappresentano circa l’8%
della popolazione e concorrono per quasi l’11% alla
produzione del PIL nazionale.
Versano 40 miliardi di euro al fisco e 7,5 miliardi di uro
in contributi. È quanto emerge da un rilevamento effettuato dalla società di trasferimento internazionale di
denaro MoneyGram, che a Roma ha premiato il vincitore dell’edizione 2011 del Premio all’imprenditoria
immigrata in Italia.
Nel 2010 la società ha contato oltre 337 mila imprese
gestite da imprenditori immigrati in Italia, registrando
un aumento annuo, dal 2006 ad oggi, del 14% e rilevando una concentrazione del fenomeno, in particolare, su
Roma, Milano, Torino e Firenze.
Il reddito medio netto degli immigrati in Italia è di circa 987 euro al mese, inferiore del 23% rispetto a quello
degli italiani. Secondo MoneyGram, inoltre, nell’ultimo
biennio la presenza straniera è aumentata di oltre un
milione di unità e nel 2010 la società ha censito poco
più di 4,9 milioni di immigrati regolari.
Expo 2015: obiettivo raggiunto
“Obiettivo raggiunto! All’inizio dell’anno ci eravamo fissati l’obiettivo
di raggiungere le 50 conferme di partecipazione all’EXPO 2015 entro
fine 2011. Essere riusciti nell’impresa con largo anticipo è una grande
vittoria”. Non nasconde la propria soddisfazione il Ministro degli
Esteri Franco Frattini che commenta così la notizia delle partecipazioni confermate all’appuntamento milanese del 2015. “Expo 2015
– prosegue il Ministro – è uno dei principali obiettivi della nostra
politica estera per i prossimi anni. La soddisfazione di oggi premia
l’impegno e l’ottimismo di tutti coloro che hanno creduto e contribuito a raggiungere questo traguardo, alla promozione del nostro
Sistema Paese e ad un sempre maggiore protagonismo dell’Italia
sulla scena internazionale. Posso dire che adesso EXPO 2015 ha quel
carattere davvero «universale» che avevamo immaginato”. Sono 49 i
Paesi che hanno confermato la propria adesione all’Expo 2015 di Milano. Gli ultimi, in ordine di tempo, a confermare la presenza all’Esposizione sono stati Belgio e Dominica. Con loro, oltre all’ONU, i Paesi che hanno già aderito
ufficialmente a Expo Milano sono: Svizzera, Montenegro, Azerbaijan, Turchia, Romania, San Marino, Egitto, Perù,
Russia, Uruguay, Togo, Germania, Guatemala, Cambogia, Honduras, Mauritania, Slovenia, Principato di Monaco,
Uzbekistan, Spagna, Albania, Israele, Kuwait, Colombia, Armenia, Siria, Iran, Gabon, Senegal, Seychelles, Sierra
Leone, Mongolia, India, Georgia, Bolivia, Santa Lucia, Lettonia, Tunisia, Argentina, Lituania, Congo, Ucraina, Bielorussia, Kazakhstan, Sri Lanka, Mali e Algeria.
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Consumo combinato: 14,7 l/100 km (4.2), 15,7 l/100 km (4.7) I Emissioni di CO2: 345 g/km (4.2), 365 g/km (4.7)
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Italiche
di Corrado Bianchi Porro
Il fastidio estetico
e il problema della governance
Il presidente della Provincia di Varese, Dario Galli,
nell’aprire il recente convegno sulla cooperazione
transfrontaliera che si è svolto a Villa Toeplitz a Varese, ha cercato di minimizzare gli ultimi incidenti
tra Italia e Svizzera. Il fastidio è stato “estetico” e
non sostanziale, ha detto Dario Galli, anche perché
le nostre concrete realtà sono estremamente simili
e vicine, sia da parte ticinese che da parte dei territori della Lombardia e Piemonte. Ci auguriamo
dunque che gli ultimi intoppi a livello governativo
possano essere velocemente superati e dimenticati
e che riprenda una collaborazione profonda nel reciproco interesse. In Italia, ha commentato ancora
Dario Galli, si avverte il peso fiscale sulle imprese,
mentre da parte elvetica il carico fiscale appare più
ragionevole. Dalla vostra parte del confine, ha detto rivolgendosi agli amici elvetici, grava invece il
peso del super franco. Questo ci fa comprendere
come le nostre aziende non possano competere
nei mercati sul costo del lavoro: lo scambio reciproco sulla qualità può favorire entrambi nel vissuto quotidiano del territorio. L’Italia è certo un
grande Paese, ha aggiunto Galli; eppure l’export
dalla nostra parte è in buona parte indirizzato verso Francia, Germania e Svizzera. La Svizzera italiana a sua volta predilige i rapporti verso la Penisola,
perché non ecceda la dipendenza dalla Svizzera
francese e tedesca. Insomma, nel nostro territorio
dove si vive la quotidianità, dobbiamo mettere in
primo piano le persone normali e il nostro incontro sulla cooperazione transfrontaliera, mi auguro
possa essere un mattone alla costruzione complessiva di un edificio più coeso.
Anche il Cancelliere del Canton Ticino Giampiero
Gianella ha sottolineato come la Regio Insubrica,
a seguito degli ultimi incontri dedicati alla cultura,
abbia ripreso l’attività a pieno regime. È poi toccato
a Fabio Losa dell’Ustat del Canton Ticino, tracciare il perimetro di una ricerca comune sul territorio
italo svizzero che racchiude il succo di 150 interviste e la riflessione comune di una ventina di gruppi
di lavoro. La ricerca, che sarà pubblicata a breve,
rappresenta un momento di scambio e dibattito sul
senso stesso del confine. Rifacendosi al romanzo
Siddharta di Herman Hesse, Fabio Losa ha paragonato questo lavoro a quello del barcaiolo che ci
aiuta a superare gli ostacoli e a guadare al di là del
fiume. «Non posso dirti cosa vi sia più oltre: lo imparerai da solo. Io ti porto avanti e oggi anche per me il
fiume non è più un ostacolo, ma è sacro». La ricerca ha
messo assieme i dati del territorio insubrico dando
una fotografia degli ultimi 20 anni, in modo da leggerne l’evoluzione e preparare il terreno ad azioni
comuni. La ricerca non è in effetti solo teorica, ma
si propone «azioni esemplari» facendo risaltare e
mettendo in connubio i dati quantitativi e qualitativi dell’evoluzione per una riflessione solida e robusta. I risultati sono stati illustrati in dettaglio da
Gioacchino Garofoli, dell’Università dell’Insubria.
Questo territorio comune – ha spiegato - è abitato
da 2,5 milioni di persone e conta 200 mila imprese
che rappresentano la nervatura transfrontaliera. È
il territorio per eccellenza della meccanica strumentale e della tecnologia, anche in Ticino dove è
stata in passato marginale. I costi del lavoro non
sono bassi in Svizzera, né in Italia, per lo meno a
motivo del carico fiscale e dei contributi. Le nostre
imprese devono dunque competere con la qualità
e l’innovazione. Spesso le aziende che sono localizzate in Ticino e Grigioni poggiano su capitali e
lavoratori italiani. D’altra parte, in Svizzera c’è un
accesso ai mercati esteri e regole che compensano l’alto costo del lavoro. Il nostro è ormai un
territorio profondamente evoluto rispetto ad anni
addietro quando non esistevano centri di ricerca e
collegamenti con gli istituti superiori. Oggi questo
territorio conta 4 università, più due sedi del Politecnico di Milano. Con le risorse finanziarie di cui
dispone la Svizzera, ma anche le banche e le cooperative italiane, può offrire un capitale di prossimità alle imprese, ad esempio per emettere bond
territoriali e sostenere l’innovazione. E tuttavia, ha
rimarcato Gioacchino Garofoli, c’è spesso il rischio
della «balcanizzazione», di uno spezzettamento di
iniziative senza coordinazione, con la difficoltà di
avere un’interpretazione condivisa. Da cui deriva
l’eccesso di attenzione al breve periodo, la paura
della globalizzazione. C’è un rapporto fragile e un
ritardo, specie nel muoversi verso nuovi mercati che richiedono azioni preparate, organizzate e
meccanismi complessi. Il problema dell’Insubria e
più in generale dei rapporti tra Italia e Svizzera, è
dunque quello della Governance: della formazione
professionale, delle reti transfrontaliere tra imprese
prendendo il meglio dei due Paesi, del coordinamento delle istituzioni di interfaccia con l’industria, dei circoli di qualità e, lo si ripete, di attivare il
finanziamento dell’innovazione.
Enrico Ciciotti della Cattolica ha evidenziato la
bontà duale della formazione elvetica. In Italia invece, il numero dei laureati è basso e lo è ancor più
nelle imprese. Anche qui, bisogna avere il coraggio
di investire perché la formazione è cruciale. Lo insegna l’analisi dei“competitors”imparando le buone pratiche da chi sta facendo meglio anche nelle
politiche di settore.
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n. 10 Ottobre 2011
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Europee
di Philippe Bernasconi
Non c’è più tempo da perdere
“È una guerra”. Il premier greco, George Papandreou, non usa mezzi termini per definire il momento del suo Paese e dell’Europa intera. E una
guerra la si può anche perdere. Per vincerla ci
vorrebbero strategie chiare e decisioni inconfutabili. Invece che cosa fanno i governanti europei?
Prendono tempo, per l’ennesima volta. Come
dare torto, allora, al segretario al tesoro americano, Thimothy Geithner, che incalza i 27: il Vecchio
continente si dia una mossa. O sarà la rovina.
Ancora una volta chi pensava che l’Ecofin di metà
settembre potesse essere quello decisivo è rimasto deluso. Al limite dello sconcerto. Ma come – di
fronte a una barca ormai sull’orlo dell’abisso – ci
si può permettere di prendere tempo, di rinviare scelte che appaiono a questo punto l’unica via
d’uscita? I ministri delle finanze dell’Eurogruppo
hanno preferito attendere ancora qualche settimana prima di dare il via libera alla nuova rata
di mega aiuti alla Grecia. Prima il parlamento tedesco dovrà pronunciarsi sull’aumento del fondo
salva Stati e sul pacchetto di salvataggio destinato
ad Atene. Contemporaneamente il governo greco dovrà dare nuove garanzie sugli impegni presi
per ridurre il debito. Altrimenti il castello rischierà
davvero di crollare. Con un effetto a catena difficilmente prevedibile in questo momento.
E dire che l’Ecofin era cominciato con un inequivocabile appello del segretario al Tesoro statunitense. Se la crisi non dovesse essere affrontata
con rapidità e coesione le conseguenze potrebbero essere catastrofiche, ha ammonito Thimoty Geithner, che ha poi definito molto dannosi i
contrasti tra alcuni governi e la Banca centrale europea sulla strategia da seguire. All’aumento del
fondo salva Stati non vi sono alternative, ha concluso l’inviato di Washington, il primo ministro
statunitense a partecipare a una riunione, seppur
informale, dell’Eurogruppo. Segno che il momento è davvero drammatico e che un passo falso al di
qua dell’Atlantico potrebbe causare uno tsunami
anche dall’altra parte dell’Oceano. Ma tra i ministri europei in molti hanno storto il naso, per
non dire peggio. Il rappresentante del Paese che
ha dato origine alla crisi finanziaria ed economica
più grave degli ultimi 40 anni viene qui a farci la
morale? Da che pulpito, e che coraggio.
Rimane un fatto: quella che si sta combattendo
attorno all’euro sembra sempre più essere la battaglia finale. O si trova in fretta il modo per uscire
dall’impasse e rilanciare il processo di integrazione monetaria, oppure la moneta unica rischia
davvero di avere le settimane (se non i giorni)
contati. Cosa potrebbe succedere se Atene non
ricevesse i nuovi aiuti (sempre che questa volta
siano sufficienti per davvero per interrompere la
spirale che sta portando la Grecia verso il baratro)
e dunque finisse anche formalmente in default?
Vi potrebbe essere un pericolosissimo effetto domino. Nessuno presterebbe più denaro all’interno
dell’Eurozona per paura che altri Paesi facciano la
fine della Grecia. Il circuito del credito si interromperebbe e ad essere travolti sarebbero anche
gli istituti di credito. Una spirale che rischierebbe
di minare definitivamente la credibilità della moneta unica e che ne significherebbe la fine.
Ma quali potrebbero essere le alternative a questo scenario da incubo? Sostanzialmente due. O
un rilancio in grande stile del sistema monetario
comune. Oppure un ridimensionamento guidato
dell’euro, una sorta di“soft landing”che modificherebbe nelle fondamenta lo scenario, ma che perlomeno permetterebbe di limitare i danni. Nel primo
caso non bastano le promesse di rientro nei parametri di Maastricht e la fissazione del pareggio di
bilancio a livello costituzionale. Per rilanciare davvero l’euro bisognerebbe innanzitutto smetterla
di litigare e avere visioni contrapposte. La fiducia
di un sistema monetario la si costruisce anche (o
forse soprattutto) creando coesione e unità di intenti. All’Unione europea oggi serve una leadership forte e unita che porti avanti alcune piccole,
ma fondamentali riforme. Da implementare al più
presto. Una vera e propria governance economica europea, con il trasferimento di competenze al
potere centrale a scapito dei governi nazionali e
con una sufficiente dotazione finanziaria, così da
rendere possibile il soccorso ai Paesi membri in
difficoltà prima che le difficoltà si allarghino e diventino strutturali. E uno degli strumenti chiave di
questa strategia sarebbero i tanto temuti e contestati eurobonds, la possibilità di raccogliere (e ridistribuire) denaro sul mercato europeo da parte di
un’autorità economica centrale e non dei singoli
Stati. A condizioni uguali per tutti.
L’altra via sarebbe quella di tornare al passato.
Escludere, perlomeno transitoriamente, dall’euro chi non è in grado di rispettare determinate
condizioni minime (i parametri di Maastricht) e
vincolare un loro rientro nell’eurozona al virtuosismo di bilancio. Il club della moneta unica si ridurrebbe, e di molto. Ma, quantomeno, sarebbe
stabile e coeso. E, forse, avrebbe più prospettive
di crescita.
la
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Benvenuta felicità.
Benvenuti nei Total Beauty Natuzzi: lo stile che nasce dall’assidua
ricerca del bello e della qualità. La tradizione e l’innovazione che si incontrano.
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Internazionali
di Michele Caracciolo di Brienza
Crescita sostenibile
ed energia rinnovabile
Entro il 2050 tre quarti della popolazione mondiale abiterà in una città. L’inquinamento dell’aria
e dell’acqua, la scarsità di risorse idriche e l’aumento dei gas serra causeranno un innalzamento
generale della temperatura e del livello del mare.
Alcune città e addirittura alcuni paesi non saranno
più abitabili. L’inquinamento dell’aria e dell’acqua,
in particolare nei paesi in via di sviluppo, costituiscono una minaccia per la salute pubblica. Inoltre,
le risorse idriche saranno sempre più scarse provocando conflitti e ponendo dei limiti ai raccolti
agricoli. La scelta delle fonti di energia è il cuore
della soluzione di tali questioni. L’innovazione
tecnologica e la discussione politica a livello multilaterale sono fattori indispensabili per affrontare
il futuro del pianeta.
Le innovazioni tecnologiche che avranno di certo
le maggiori ricadute sulla sostenibilità delle città saranno l’utilizzo conveniente sia dell’energia
solare sia dei processi di desalinizzazione. Anche
l’alta penetrazione di mercato delle automobili elettriche contribuirà a questo scopo. Quando
il costo dell’energia da fonti non rinnovabili sarà
uguale o superiore al costo dell’elettricità prodotta, ad esempio, con pannelli solari, le industrie e
gli individui matureranno rapidamente una coscienza ecologica. Le cellule fotovoltaiche sono in
continuo sviluppo e sono richiesti solo due anni,
perché producano l’energia necessaria per la loro
costruzione. Nei restanti venticinque anni della
loro vita le cellule fotovoltaiche producono elettricità con un impatto ambientale nullo. Quando
l’elettricità generata dal sole avrà un costo pari a
quella disponibile oggi in rete, l’energia solare sarà
largamente adottata e le città andranno verso la
sostenibilità.
L’uso di veicoli elettrici, se abbinato alla produzione di elettricità da fonti rinnovabili, eliminerà
del tutto le emissioni di gas serra dal settore dei
trasporti, tra i maggiori produttori di anidride
carbonica del pianeta. Per avere una diffusione
capillare e conveniente dei veicoli elettrici sono
necessari dei miglioramenti nella capacità e nella durata delle batterie. Diventano indispensabili
batterie ricaricabili in meno tempo e con una vita
più lunga. Questi ostacoli tecnici potranno essere
superati solo grazie ad investimenti nella ricerca
avanzata dei materiali. Quando saranno raggiunti
dei risultati il contributo del settore dei trasporti
all’effetto serra sarà ridotto a livelli sostenibili.
Lo sviluppo di processi di desalinizzazione efficienti dal punto di vista energetico farà in modo
che la conversione dell’acqua salata in acqua po-
tabile e per l’irrigazione non abbia conseguenze
ambientali. La crescente scarsità d’acqua sarà causa di conflitti non solo in Medio Oriente e Nord
Africa. É importante notare che la crescita delle
città dipende dalla fornitura d’acqua potabile.
Oggi la desalinizzazione dell’acqua di mare è costosa e richiede molta energia.
Le innovazioni tecnologiche da sole non renderanno le città sostenibili. La volontà politica e la
convenienza economica devono essere tali da indurre all’adozione di misure di tutela ambientale. La riduzione di emissioni di gas serra grazie,
ad esempio, alla coibentazione degli edifici è un
ottimo risultato di quelle politiche mirate a influire sulla sostenibilità ambientale. Ciononostante
in tutto il mondo ci sono ostacoli per risparmiare energia. I costruttori non pagano la bolletta e
dunque hanno sovente scarsi incentivi a progettare edifici con sistemi d’illuminazione a consumo
ridotto. Allo stato attuale della tecnologia ci vorrebbe così poco per risparmiare energia e denaro
in molti ambiti della vita quotidiana.
Secondo la National Academy of Sciences, un organismo di ricerca degli Stati Uniti, i consumi di
energia potrebbero essere ridotti del 30% entro il
2030 semplicemente usando le tecnologie attualmente disponibili. Gli ostacoli maggiori sono le
abitudini delle persone e gli interessi consolidati
di interi settori produttivi. In molti paesi del mondo l’inquinamento dell’aria e dell’acqua non ha
alcun costo per chi inquina. In tal modo s’incentiva l’industria a danneggiare la salute pubblica.
Solo le politiche concertate a livello multilaterale
e adottate dai singoli Stati possono far usufruire
le generazioni future di risorse disponibili per la
crescita economica. Questa è la definizione di sviluppo sostenibile. Solo se si riuscirà a combinare
la convenienza economica con la volontà politica
d’incentivare al risparmio di energia si ridurranno
gli effetti sul pianeta delle emissioni di gas serra. Il
vero problema è che le fonti di energia fossile sono
limitate e soltanto un giusto mix con le fonti rinnovabili permetterà alle generazioni future di abitare un pianeta la cui aria sia ancora respirabile. La
politica ha il ruolo d’impostare dei comportamenti
i cui benefici si vedranno nel medio e lungo periodo, ma forse è chiedere troppo. Una risposta utile
allora potrebbe arrivare dalla società civile che con
la coscienza di voler un mondo migliore crei pressione, affinché la politica imponga comportamenti
sensati a se stessa e agli altri.
[email protected]
la
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n. 10 Ottobre 2011
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Oltrefrontiera
di Fabrizio Macrì
Strategia cercasi
Oltrefrontiera la situazione economica e politica del
nostro Paese appare sempre più preoccupante.
Eppure più si leggono le statistiche ed i bollettini
economici che monitorano l’evoluzione della posizione competitiva italiana nel mercato mondiale in
questi mesi e settimane, e più sembra proprio che il
nostro Paese abbia un problema squisitamente politico e non economico. Un dato strutturale per tutti:
tra i PIGS (Portugal, Italy, Ireland, Greece and Spain),
l’Italia è sicuramente l’unico Paese ad essere dotato
di una struttura industriale di tutto rispetto, siamo
il secondo paese manifatturiero d’Europa, una delle
dieci economie più grandi del Mondo e sediamo di
diritto nel prestigioso club dei sette grandi paesi industrializzati. L’Italia è uno dei 7 maggiori esportatori
di beni e servizi del Mondo e nel settore cruciale delle
macchine industriali, dove si concentra buona parte
della tecnologia e dell’innovazione industriale del
Pianeta, l’Italia siede costantemente al secondo posto dietro la Grande Germania, campione mondiale
delle esportazioni da ormai un decennio e dotata di
un sistema Paese, istituzionale e politico di primissima qualità. Se poi si guarda ai dati sull’internazionalizzazione, l’Italia sta avendo in queste settimane, in
cui fanno notizia il declassamento del nostro debito
pubblico da parte di Moody’s e Standard & Poor’s, un
vero e proprio boom delle esportazioni, sicuramente aiutato dalla svalutazione dell’Euro che ha perso
valore rispetto a tutte le grandi valute mondiali. C’è
però qualcosa di più che rende l’avanzamento dell’Italia superiore a quello di tutte le altre economie europee, inclusa la Germania che normalmente non ha
rivali sul fronte delle esportazioni: i distretti italiani
del Made in Italy, dei quali più di una volta si è decretata la fine, stanno avendo una ripartenza su tutti
i mercati mondiali superando la rilancio dell’export
tedesco di 4 o 5 punti percentuali. Articoli su articoli, che escono sui quotidiani economici, confermano
che quel 25% di imprese italiane classificabili come
“aperte”, che hanno cioè un forte orientamento
all’internazionalizzazione tale da considerare i mercati esteri più rilevanti di quello domestico, godono
di salute decisamente migliore rispetto alle imprese
“chiuse”, orientate solamente al mercato interno, o
“pioniere” che hanno iniziato da poco ad esportare.
L’attuale scarsissima crescita del PIL italiano (previsto per il 2011 dal Governo allo 0,7%), 1/3 rispetto
ai nostri maggiori competitor europei, è unicamente
trainato dalla domanda estera. Se si pensa che questo
fenomeno riguarda solo il 25% del nostro sistema imprenditoriale privato e che questo rappresenta solo la
metà della nostra economia“invasa”dalla Spesa Pubblica (passata tra il 2001 e il 2011 dal 43% al 56% del
prodotto Interno Lordo), se ne deduce che il 12,5%
del Paese tiene in piedi il restante 87,5%. Dalla lettura di queste cifre si dovrebbero trarre due conclusioni.
La prima è che non è l’Italia a sfondare sui mercati
esteri ma le imprese italiane, i singoli imprenditori,
che dotati del genio italico, avanzano come cavalieri solitari nella steppa dei mercati internazionali in
ordine sparso. Non c’è traccia di legioni, generali,
trombettieri e non si sa bene chi porta il vessillo di
quest’avanzata. Manca insomma (come più volte abbiamo avuto modo di sottolineare in questa rubrica)
una strategia collettiva per il Paese, un’idea di rilancio che sia in grado di coinvolgere ed appassionare
e coerentemente di facilitare l’attività d’impresa nei
settori per noi strategici. Lo testimoniano il sistema
fiscale vetusto e ostile, anziché incentivante, alle attività imprenditoriali, la burocrazia ottocentesca e
carica di inutili e i costosi privilegi. Lo testimoniano
l’assenza di una risposta seria e strutturale ai venti
di speculazione sull’Italia, al declassamento da parte delle due più importanti agenzie internazionali di
rating che danneggia ulteriormente la nostra reputazione presso gli investitori internazionali ed al rischio
di default che ne consegue. Il successo delle nostre
imprese in queste condizioni è il vero “miracolo italiano” degli anni 2000. La seconda considerazione è
che una strategia nazionale di internazionalizzazione
e una conseguente riorganizzazione degli strumenti
ad essa preposti, debba diventare da oggi una priorità
politica immediata allo scopo di “passare la bombola
d’ossigeno” dell’export a più imprese italiane possibile. Aumentare il grado d’internazionalizzazione
dovrebbe essere priorità assoluta di un Governo che
si trova a fronteggiare questa emergenza nazionale:
quando si abbassano le tasse, non è sempre detto che
il gettito cui lo Stato rinuncia vada necessariamente
in investimenti produttivi e quindi in crescita, spesso
si è verificato il contrario, ma, se quando ci apriamo
alla concorrenza internazionale invece, cresciamo e
vinciamo la partita nonostante tutto, continuando ad
essere leader nei nostri settori produttivi, tradizionali
cavalli di battaglia del Made in Italy, perché non incentivare il maggior numero di imprese possibile ad
attrezzarsi per andare all’estero? Pensiamo veramente che quel 12,5% possa da solo continuare a tirare il
carro del restante 87,5%?
In attesa di rimettere in sesto il mercato interno rivitalizzandone la domanda attraverso un lungo e
doloroso processo di riforma, perché intanto non
acceleriamo sul fronte dell’internazionalizzazione? A
parte la soppressione dell’ICE, non c’è traccia, infatti,
di una riforma tesa a riorganizzare il disordine istituzionale che ha caratterizzato la presenza italiana
all’estero fino ad oggi. Un tema così delicato meriterebbe a nostro avviso una riflessione seria. Le cifre
dimostrano che la leva dell’export è l’unica che al
momento ci permette di sopravvivere ed una riorganizzazione del sistema, che ci consenta di mettere in
campo strutture agili ed efficienti adeguatamente e
selettivamente sostenute dal Governo: anche risorse
complessive nettamente inferiori a quelle che si sono
investite fino ad oggi, potrebbero aiutare la nostra
miriade di microimprese a sfruttarla a pieno.
la
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Un’immagine dell’incontro. Sulla sinistra si riconoscono, Patrick Odier, Claudio Micheloni, Dick Marty, Filippo Lombardi e l’ambasciatore svizzero Regazzoni. Sulla destra: Lamberto Dini e l’ambasciatore italiano Giuseppe Deodato.
INCONTRO A ROMA TRA DELEGAZIONI D’ITALIA E DI SVIZZERA
Riaprire il dialogo
Lo scorso 16 settembre, nella Sala Cavour di Palazzo Madama, si è svolto un incontro, promosso
dalla Commissione Affari esteri del Senato, tra le
delegazioni del Parlamento italiano e del Consiglio degli Stati della Confederazione elvetica, dei
rispettivi ambasciatori e dei rappresentanti del
mondo bancario e delle Camere di Commercio.
I lavori si sono articolati in due fasi, attorno alle
questioni legate al negoziato sulle tematiche fiscali a tutela del lavoro transfrontaliero e contro le doppie imposizioni, alle regole necessarie
per garantire la trasparenza bancaria. L’incontro
presieduto dal presidente della Commissione Affari esteri del Senato, Lamberto Dini ha visto la
partecipazione, in rappresentanza del Parlamento
italiano, dell’On. Franco Narducci, vicepresidente della Commissione Affari esteri della Camera
dei deputati, del Sen. Claudio Micheloni, segretario della Commissione Affari esteri del Senato, e
dei Senatori Bettamio e Tonini. Per il Parlamento
svizzero erano presenti Dick Marty, presidente
della Commissione dell’Economia e Tributi, del
Consiglio degli Stati e Filippo Lombardi vicepresidente del Consiglio degli Stati. Oltre agli ambasciatori dei due Paesi, Bernardino Regazzoni e
Giuseppe Deodato, e ai rappresentanti dell’Abi e
di Banca d’Italia, sono intervenuti anche Alfred
Gisy, presidente dell’Associazione Banche Estere
in Svizzera e Patrick Odier, Presidente dell’Associazione Svizzera dei Banchieri. Sulle questioni
commerciali hanno relazionato Giorgio Berner,
presidente della Camera di Commercio Svizzera
in Italia e Andrea G. Lotti, segretario generale della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera.
Superare le “difficoltà e le tensioni” che negli ultimi
tempi hanno caratterizzato i rapporti dell’Italia con
la Svizzera, Paese cui ci lega “grande amicizia e sincera
collaborazione”.
Questo l’auspicio espresso dal Presidente della Commissione Esteri del Senato, Lamberto Dini, a nome di
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Lamberto Dini, con Dick Marty (a destra) e Filippo Lombardi, durante la conferenza stampa dopo l’incontro.
tutto il Parlamento a margine dell’incontro tra le delegazioni italiana e svizzera, promosso per discutere
in merito al negoziato sulle tematiche fiscali a tutela
del lavoro transfrontaliero e sulle regole necessarie per
garantire la trasparenza bancaria.
Organizzato dalla Commissione Esteri, all’incontro
hanno partecipato oltre a Dini, l’onorevole Franco
Narducci, vice presidente della Commissione Esteri
della Camera, e Claudio Micheloni, segretario della
Commissione Esteri del Senato, entrambi eletti all’estero nel Pd e residenti in Svizzera, e il senatore Giampaolo Bettamio (Pdl). Presenti all’incontro il senatore
Dick Marty, presidente della Commissione dell’Economia e Tributi, e Filippo Lombardi, vice Presidente
del Consiglio degli Stati e Presidente della Delegazione interparlamentare Svizzera-Italia, i rispettivi
ambasciatori e i rappresentanti del mondo bancario e
delle Camere di Commercio.
Il Governo non può più attendere
Un incontro a livello parlamentare, ha spiegato Dini
nell’incontro con la stampa, promosso con l’obiettivo
di lavorare al superamento delle “tensioni che nuociono
ai rapporti economici” tra i due Paesi, senza dimenticare che l’Italia “è il secondo partner commerciale della
Svizzera, dopo la Germania».
Rapporti tesi, ha aggiunto, «da quando l’Italia ha inserito la Confederazione nella black list” e incancreniti da
certe chiusure del nostro Governo che, ha ricordato
Dini “non si è seduto al tavolo proposto dalla Svizzera”.
La questione riguarda, come noto, la fiscalità dei fondi italiani – persone fisiche e giuridiche – depositati
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in Svizzera, dunque la trasparenza bancaria: tema su
cui la Svizzera ha appena parafato due accordi con
Germania (definitivamente firmato lo scorso 21 settembre – ndr) e Gran Bretagna. Accordo che ora propone
anche all’Italia. Con esso, ha spiegato Dini,“la Svizzera
ha fatto un grande passo avanti: garantisce la tassazione
dei fondi depositati e si propone come “sostituto fiscale” di
Germania e Gran Bretagna, cui poi versa quanto trattenuto”, secondo aliquote diverse. In questo modo “non ci
sarà più evasione fiscale, perché quei soldi vengono tassati
dalla Svizzera”.
In base all’accordo rimangono segreti i nomi delle
persone, fisiche e giuridiche, cui è intestato il conto.
Punto, questo, su cui finora il Ministro Tremonti era
stato irremovibile. Era. Sì perché durante la discussione della manovra, il Ministro, ha riferito Dini,“ha detto
che gli accordi con Germania e Gran Bretagna sono in linea con la posizione dell’Italia”.
In attesa di una conferma ufficiale, è certo che “il Governo non può più attendere” e che “deve sedersi al tavolo con la Svizzera” per sbloccare una situazione che
ha prodotto “tensioni inquietanti”. Ecco perché, ha ricordato ancora Dini, “alla Camera l’onorevole Narducci
ha presentato quattro mozioni sul tema, tutte votate all’unanimità; mentre il senatore Micheloni ha presentato un
ordine del giorno che impegna il Governo a iniziare il negoziato con la Svizzera”.
Atti da cui emerge la “chiara volontà politica espressa
dal Parlamento”, cui dovrebbe far seguito quella del
Governo; anche perché, i due accordi “dimostrano che
è partita un’iniziativa a livello europeo, non dell’Unione
Europea, – ha tenuto a precisare Dini – di risolvere i
problemi fiscali. L’Italia non può perdere questo treno”.
Stime incerte
Di quanti soldi “italiani” siano depositati in Svizzera
non si hanno numeri certi (comunque nell’ordine di
miliardi di euro. Un parametro per la valutazione, secondo i dati forniti da Dick Marty sono i 70 miliardi
emersi con l’ultimo scudo fiscale (in parte rimpatriati,
in parte no - ndr): ecco perché Dini ha auspicato una
sorta di “indagine indipendente e confidenziale” dell’associazione delle banche svizzere “per avere un’idea dei
fondi depositati e, quindi, dei proventi della tassazione”.
Il compito della Commissione Esteri sarà ora quello di
“informare il Ministro Frattini, perché è il Ministero degli Esteri che negozia i trattati internazionali, anche se la
materia è, come in questo caso, di competenza del Tesoro,
che comunque informeremo, così come faremo con la Presidenza del Consiglio”.
“Auspico una soluzione che ponga fine alle tensioni in
atto”, ha ribadito Dini, citando il caso del Ticino che
ha bloccato i ristorni dei frontalieri – ben 23 milioni di
euro relativi al 2010 sono allo stato attuale versati su
un conto bloccato – come uno dei“segnali che mostrano
l’esasperazione cui siamo giunti”.
Esasperazione lontana oggi anni luce da Palazzo Madama, dove invece il Consigliere agli Stati Dick Marty
ha dichiarato di essere rimasto “molto colpito dall’atmosfera costruttiva degli interlocutori amici italiani e dall’unanimità della posizione delle forze politiche da cui emerge
una chiara volontà politica”. I problemi ci sono “e sono
complessi, ma se ci si rifiuta di affrontarli non si risolveranno mai”.
La Svizzera “ha fatto cambiamenti importanti, ha adottato lo standard OCSE nell’assistenza amministrativa
in materia fiscale così come previsto dall’articolo 26 del
Trattato”. In pratica “assicura informazioni alle autorità
fiscali estere che invece non garantisce alle autorità fiscali
svizzere”. Segno che la Confederazione “vuole chiudere con l’immagine di rifugio per gli evasori che comunque
non ha l’importanza economica che si crede: sono soldi non
investiti e procurano un enorme danno di immagine”.
“Più che da quello che impropriamente chiamate “segreto bancario” - ha aggiunto Marty – l’attrattività della
Svizzera risiede nella qualità dei servizi bancari, nella sua
straordinaria stabilità politica e nella sua finanza pubblica
eccezionale”.
Una via pragmatica e poco costosa
Con gli accordi negoziati con Germania e Gran Bretagna – raggiunti dopo“intense trattative”-“abbiamo fatto
un’offerta per risolvere i problemi passati legati all’evasione. Questo modello viene ora offerto all’Italia” ed è già
stato proposto alla Francia.
“È una via pragmatica e poco costosa – ha aggiunto –
che colma anche le lacune dell’eurotrattenuta, che infatti
non ha avuto l’impatto sperato perché norma nata “zoppa”,
visto che volutamente è stata fatta valere solo per le persone fisiche e non per le giuridiche. La nostra è una via anche
poco burocratica, che comunque rende operativo l’articolo
26 dell’Ocse in casi particolari”.
L’accordo “è anche una sanatoria per il passato, con
un’aliquota da fissare, nell’ambito dei negoziati”. Una
volta firmato l’accordo, il cliente italiano della banca
svizzera dovrà scegliere:“accetta il sistema di tassazione,
Lamberto Dini con il Andrea G. Lotti, in un momento di relax a
margine dell’incontro italo-svizzero.
senza che venga fatto il suo nome; oppure riporta i suoi
capitali in Italia; oppure, e qui dovremmo stare molto attenti, andrà altrove e così né l’Italia né la Svizzera avranno
alcun beneficio”.
In cambio,“la Svizzera vuole essere cancellata dalla black
list, cosa inaccettabile per due Paesi amici, e vuole che le
aziende svizzere siano trattate in Italia come le italiane lo
sono in Svizzera”.
“Sono grato al Senato, e in particolare all’onorevole Narducci e al senatore Micheloni – ha detto Marty – che hanno voluto questo incontro estremamente utile. Abbiamo in
comune anche la nostra italianità che – ha concluso – ci
aiuterà a risolvere problemi che, comunque, sono pochi rispetto ai grandi rapporti che ci legano”.
Anche Filippo Lombardi è rimasto “molto colpito dalla
forte volontà politica” emersa dall’incontro. “Credo che
il vagone-Italia debba agganciarsi al treno che partirà il
1 gennaio 2013 con Germania e Gran Bretagna”, data in
cui entreranno i vigore i due accordi. Per il vice presidente del Consiglio degli Stati,“il sistema alla base degli
accordi, ideato da Alfredo Gysi, prevede un quadro, una
griglia, uguale per tutti i Paesi, facile da applicare e da
negoziare, ma con aliquote diverse, corrispondenti a quelle
dei rispettivi paesi”.
Sul blocco del ristorno dei frontalieri, anche per Lombardi, che lo ritiene un atto abusivo in quanto contravviene ad un accordo fra Stati, va interpretato come
“un appello accorato del Ticino – che è il Cantone più
toccato da questa situazione con l’Italia – a trovare una
soluzione”.
Soluzione che questo accordo dovrebbe garantire: la
parola passa al Governo in generale, e a Tremonti in
particolare. L’auspicio di tutti è la celerità dell’azione
italiana, dopo gli ultimi mesi di stallo: certo è che l’Ordine del giorno approvato alla Camera fissa come termine per il negoziato il 31 marzo 2012, così da rendere
possibile l’entrata in vigore dell’accordo nel gennaio
2013, contemporaneamente agli altri due già siglati,
cui verosimilmente si aggiungerà quello con la Francia.
la
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Il salone di Palazzo Tursi gremito durante il convegno.
CONVEGNO A PALAZZO TURSI A GENOVA
La Svizzera è vicina
Nella suggestiva cornice di Palazzo Tursi, sede del
municipio di Genova, lo scorso 22 settembre, promosso dalla Camera di Commercio Italiana per
la Svizzera (CCIS) si è svolto un convegno volto a
fare il punto sugli interessi che rendono la Svizzera
molto vicina, e non solo geograficamente alla Liguria. In una sala gremita in ogni ordine di posto,
i lavori - presieduti dal Presidente del Consiglio
Comunale di Genova avvocato Giorgio Guerello
e dal Segretario Generale della CCIS Andrea G.
Lotti - hanno potuto avvalersi della partecipazione di Marta Vincenzi, Sindaco di Genova, di Alessandro Repetto, Presidente della Provincia di Genova, dell’Assessore regionale al bilancio Rossetti,
dell’Ambasciatore d’Italia a Berna, Giuseppe Deodato, di Philippe Praz, Responsabile Affari Commerciali dell’Ambasciata di Svizzera in Italia, e
dell’avvocato Roberto Damonte, delegato della
CCIS per la Liguria. Il convegno è stato concluso
dagli interventi del Senatore Claudio Micheloni e
dell’Onorevole Franco Narducci.
Che la Svizzera sia molto vicina non lo dimostra solo la
geografia. Da secoli lo racconta la storia: a Genova, notoriamente considerato il porto marittimo elvetico, nel 1799
venne aperto il secondo consolato svizzero in Europa. In
tempi recenti ce lo conferma l’economia: quella consolidata nei decenni da centinaia di migliaia di lavoratori e
quella derivata da un cospicuo interscambio commerciale.
Dati alla mano, l’Italia, come ha ricordato Segretario Generale della CCIS Andrea G. Lotti, è il secondo partner
commerciale per la Svizzera preceduta dalla sola Germania. A livello più generale nel 2010, mentre le esportazioni
italiane verso Cina e India (popolazione complessiva di
circa 2,6 miliardi di abitanti) sommate insieme sono aumentate di 2,4 miliardi di euro, quelle verso la Svizzera (8
milioni di abitanti circa) hanno registrato un incremento
di 2,2 miliardi di euro. Trattasi di un“paragone che non lascia
spazi ad interpretazioni e che mette in risalto in modo eclatante
l’importanza e l’incredibile potenziale che questo ricco mercato conserva per gli esportatori italiani”. A questi si aggiunga
che sono in crescita gli investimenti svizzeri all’estero:15,8
miliardi a fronte dei 12 investiti dentro i confini nazionali.
Che si debba, per quanto possibile agire in modo che Genova torni ad essere un importante punto di riferimento
dell’economia elvetica, si è detto convinto l’avvocato Guerello, che ha ricordato come, a parte l’interesse turistico
o diportistico, oltre che per i traffici portuali, il capoluogo
ligure possa essere appetibile anche per investimenti nel
terziario avanzato.
Ma Genova e la Liguria sono importanti – ha sottolineato
l’avvocato Damonte – anche per il comparto alimentare e
il settore immobiliare: il recente apprezzamento del franco
non è certo estraneo al fatto che nel primo semestre di
quest’anno sia cresciuto in modo tangibile il numero dei
cittadini svizzeri che hanno scelto la Riviera come meta
delle loro vacanze o come luogo dove acquistare casa. Segnali analoghi giungono da imprese della Confederazione che sono interessate a rilevare realtà liguri attive nel
settore alimentare. D’altronde, sintomatica è la decisione
della compagnia aerea Myjet di riattivare i voli business
con Ginevra e Zurigo.
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L’ambasciatore d’Italia a Berna, Giuseppe Deodato durante il suo
intervento. Al tavolo della presidenza l’Avv. Giorgio Guerello, Presidente del Consiglio Comunale di Genova e Andrea G. Lotti, Segretario Generale della CCIS.
Philippe Praz, Responsabile Affari Commerciali dell’Ambasciata
di Svizzera in Italia, l’Avv. Roberto Damonte, delegato della CCIS
per la Liguria, l’On. Franco Narducci e il senatore Claudio Micheloni, presenti con un intervento al convegno.
Ma altri settori possono rivelarsi potenzialmente interessanti. Si pensi a quello energetico, con particolare rifermento alle energie rinnovabili. Proprio nel settore
energico Svizzera e Italia hanno recentemente raggiunto
un Memorandum of Understanding che ha ad oggetto, in
particolare, lo sviluppo congiunto delle energie rinnovabili. Non dimentichiamo che le imprese elvetiche hanno
investito nel 2010 nelle centrali elettriche italiane ben 3,5
miliardi di franchi.
Dunque, la Svizzera di colloca, in primo piano, tra i Paesi che intendono puntare sulle energie alternative, pur
preservando posizioni di assoluto rilievo nel settore delle
life sciences (chimica, farmaceutica e tecnologia medica) e
dell’alta orologeria. La Svizzera riesce ad essere attrattiva
anche a livello extraeuropeo. Si pensi alla decisione del
colosso cinese del fotovoltaico Suntech di Mr. Zhengrong
Shi di spostare una delle proprie tre sedi strategiche a
Schaffausen (le altre due sono a Wuxi e l’altra e S. Francisco). Le imprese italiane, almeno per quanto concerne
le esportazioni con la Svizzera, non stanno al palo. Esse
hanno aumentato significativamente i propri investimenti
in Svizzera (+18,4% nel primo trimestre 2010), con pun-
20
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n. 10 Ottobre 2011
Marta Vincenzi, Sindaco della Città di Genova, Alessandro Repetto, Presidente della Provincia di Genova, e l’assessore regionale al
bilancio Rossetti seguono i lavori del convegno.
te regionali particolarmente rilevanti, come per la Toscana
(+97,9% su base annua), il Piemonte (+62,5%) e la Lombardia (+19,2%). Fanno da traino i settori della gioielleria,
dell’oreficeria e della bigiotteria (+40% rispetto al 2009);
ma anche il settore alimentare non è da meno con un incremento di circa 40 milioni soltanto nel periodo compreso tra il 2008 e il 2010.
Peraltro, è stato fatto notare, la dinamicità delle imprese
svizzere è testimoniata dal World Competitiveness Scoreboard (Indice di competitività a livello mondiale) elaborato
dall’Institute for Management Development (IMD), dal quale
risulta che la Confederazione Elvetica è la 5a nazione al
mondo per competitività (l’Italia è 42a) e la 2a in Europa
A quelli che sono i fondamentali dell’economia svizzera si
aggiunge il fatto, ribadito nel suo convincente intervento
dall’Ambasciatore d’Italia in Svizzera Giuseppe Deodato,
che la Confederazione deve questa sua condizione privilegiata non solo alle sue ridotte dimensioni, ma soprattutto
al fatto di essere amministrata bene. La Confederazione è
sottovalutata dall’Italia che non le dedica la stessa attenzione che invece con maggior lungimiranza le dedicano
Germani e Francia.
Accanto a quello di stringente attualità legato ai problemi
fiscali, non ignorato dallo stesso Ambasciatore e affrontato
nel merito, con freddo realismo, dal senatore Claudio Micheloni, un altro settore è da considerarsi sensibile: quello dei trasporti. Vi hanno fatto riferimento nei loro interventi sia Philippe Praz, Responsabile Affari Commerciali
dell’Ambasciata di Svizzera in Italia, sia l’onorevole Franco
Narducci. Entrambi, sottolineando la solidità delle relazioni fra Italia e Svizzera, si sono trovati concordi nell’evidenziare la portata e la concretezza degli sforzi intrapresi
da parte elvetica, segnatamente con il doppio traforo del
Lötschberg e del Gottardo, auspicando che questi non siano vanificanti dai ritardi nella realizzazione delle necessarie infrastrutture sul versante italiano.
Che queste opere rendano ancora più vicina la Svizzera e
con esse le opportunità di interazione turistico-commerciale è deduzione fin troppo ovvia. Come tale, miope darlo
per scontato.
Quello di Genova è stato un incontro di alto profilo, un’iniziativa che, negli intenti espressi dal Segretario generale
della CCIS Andrea G. Lotti, vuol essere propedeutico ad
un riscontro operativo da metter a punto con tutti i partner
interessati.
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Il Paese degli onesti
Secondo una classifica redatta da
Transparency International, sul grado
di onestà in tutte le nazioni del mondo, emerge un dato molto particolare e
alquanto inquietante: l’Italia vi figura
al sessantasettesimo posto, ultima tra
le democrazie occidentali e dietro perfino al Rwanda. Cifre che sembrano
incredibili e che, per quanto discutibili,
in relazione ai parametri che vengono
considerati, non sono prive di qualche
fondamento. Una lettura dei dati forniti dal Ministero della Finanza consente,
infatti, di constatare che qualche deficit
di onestà noi italiani ce l’abbiamo e che
se alle casse dell’erario mancano circa
160 miliardi di euro l’anno per evasione fiscale qualche operazione fraudolenta la facciamo.
Studiando meglio i dati del Ministero qualche particolare risalta: in Italia ci sono 41
milioni e mezzo di contribuenti. L’88% di
costoro è rappresentato da lavoratori dipendenti e pensionati, che, come ben sappiamo
le tasse, volenti o nolenti, le pagano perché
trattenute direttamente dalla busta paga.
Quindi, se tutti queste persone le tasse le
pagano, è giocoforza dedurne che responsabile dell’evasione fiscale sia quel restante
12% di contribuenti che verosimilmente dichiara redditi bassi e non veritieri.
Ma da chi è rappresentato questo 12%? Tecnicamente da quella parte del popolo della
partita IVA che non emette fattura, che fa dichiarazioni di reddito fraudolente e infedeli.
Naturalmente, non si vuole qui sostenere
che tutto il popolo della partita Iva evada le
tasse, ma è inequivocabile che tutti gli evasori rientrino nel popolo delle partite Iva.
Ogni anno viene controllato, da parte dello
stato, soltanto il 10% delle dichiarazioni dei
redditi; se proviamo a leggerlo al contrario
questo dato dato possiamo benissimo affermare che l’evasore ha il 90% di possibilità di
farla franca. Chi non giocherebbe al supere-
nalotto sapendo di avere il 90% di possibilità
di vincere?
In una fase in cui il Paese necessita di liquidità, porre rimedio all’evasione, in quanto
fonte concreta di risorse finanziarie, è senza
dubbio urgente.
Individuata, dunque, la sacca degli evasori,
resta da intervenire per punire gli stessi, per
far recuperare soldi allo Stato e per dissuadere chiunque non intenda perdere il vizio di
evadere le tasse. E qui sorge immediata la domanda come si fa a punirli? Anche in questo
caso, forse, gli ostacoli non sono insormontabili. Pier Camillo Davigo ha spiegato, ad
esempio, che l’articolo 708 del codice penale
prevede la confisca dei beni per le persone
che vengono trovate in possesso di ricchezze non confacenti al loro stato patrimoniale,
solo qualora questi ultimi siano pregiudicati
per reati contro il patrimonio. Perché ciò è
previsto solo per i pregiudicati? Basterebbe
stabilire la confisca dei beni per tutti quelli
che, indipendentemente dalla loro fedina penale, dichiarando redditi da pezzenti, se ne
vanno in giro con Rolex d’oro o Ferrari.
Forse sarebbe sufficiente ripensare la legge ex Cirielli, che abbreviando i tempi di
prescrizione del reato, rende improbabile che un evasore finisca effettivamente
in carcere; oppure ripristinare il reato sul
falso in bilancio, considerato gravissimo
negli Stati Uniti e punito con 25 anni di
galera. Inoltre, un’altra strada da perseguire potrebbe rivelarsi quella di agire con
coerenza nei confronti dei paesi offshore.
Facile a dirsi, si dirà. Resta il fatto che alla
luce delle misure ciclicamente annunciate e
mai concretizzate, appare difficile l’attuazione di efficaci misure contro l’evasione fiscale.
Eppure, da destra e da manca, il coro è unanime: combattere l’evasione fiscale non è
solo un mezzo per fare legittima cassa, ma
è anche un modo, per dimostrare che, anche fastidioso sempre più spesso si insinua
il dubbio, il nostro è il Paese della maggioranza degli onesti e non quello dell’esigua
minoranza dei furbi.
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Burocratiche
di Manuela Cipollone
Produttività del lavoro pubblico
Piano straordinario contro le mafie
Banca dati per l’occupazione dei giovani genitori
Con due voti di fiducia il Parlamento il mese
scorso ha definitivamente approvato la manovra
finanziaria, entrata in vigore con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. I conti italiani, ma
anche l’efficienza delle Pubbliche Amministrazioni, le modifiche nella rete consolare italiana
all’estero, l’emergenza immigrazione e la crisi
nel Corno d’Africa hanno trovato spazio nei diversi provvedimenti pubblicati nella Gazzetta.
È entrato in vigore il 6 settembre il decreto che
mira ad ottimizzare la produttività del lavoro pubblico, agevolando la trasparenza delle
regole e l’efficienza delle stesse. Il decreto, in
particolare, interviene sul numero dei dirigenti,
sull’adeguamento dei contratti collettivi integrativi e sull’utilizzo dei contratti a tempo determinato negli enti locali.
Su questa scia anche il regolamento di attuazione della legge 241 del 1990 sui termini di
conclusione dei procedimenti amministrativi
di competenza del Ministero dell’economia e
delle finanze, della Scuola superiore dell’economia e delle finanze, dell’Amministrazione
autonoma dei monopoli di Stato, della Guardia
di finanza e dei Fondi previdenziali e assistenziali del personale della Guardia di finanza.
Posto che la legge indica in trenta giorni il termine per la conclusione di questi procedimenti
amministrativi, fatte le debite premesse sull’esigenza di avere tempi certi per le procedure e
sulle immancabili deroghe, il regolamento indica in novanta giorni il termine massimo per
la conclusione degli stessi.
Emergenza umanitaria e migratoria
Per fronteggiare l’emergenza umanitaria e migratoria che ha coinvolto il Corno d’Africa, il
Governo italiano ha stipulato una convenzione
con l’Oim in base a quanto previsto da un’ordinanza dell’agosto scorso, per favorire il rimpatrio degli stranieri, che ne facciano richiesta, nei
Paesi di origine. Per farlo, sono stati stanziati
904.792 euro.
Con un’altra ordinanza del Presidente del Consiglio pubblicata a settembre sono stati stanziati
100.000 euro per la tutela dell’ambiente marino
mediterraneo dai rifiuti di bordo, ma anche oli
e liquidi esausti provenienti dalle imbarcazioni
utilizzate dagli immigrati clandestini giunte dal
Nord Africa.
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A fine agosto è entrato in vigore un altro decreto del Premier che istituisce la Stazione Unica
Appaltante, in attuazione della legge 136 del
2010 “Piano straordinario contro le mafie”.
Il decreto promuove l’istituzione in ambito regionale di una o più Stazioni uniche appaltanti,
per “rendere più penetrante l’attività di prevenzione e contrasto ai tentativi di condizionamento della
criminalità mafiosa, favorendo al contempo la celerità delle procedure, l’ottimizzazione delle risorse e
il rispetto della normativa in materia di sicurezza
sul lavoro”.
L’articolo 2 stabilisce, in particolare, che “possono aderire alla SUA le Amministrazioni dello Stato,
le regioni, gli enti locali, gli enti pubblici territoriali,
gli altri enti pubblici non economici, gli organismi
di diritto pubblico, le associazioni, unioni, consorzi” e “le imprese pubbliche e i soggetti che operano
in virtù di diritti speciali o esclusivi concessi loro
dall’autorità competente secondo le norme vigenti”.
La SUA, avendo natura giuridica di “centrale di
committenza”, cura, per conto degli enti aderenti, “l’aggiudicazione di contratti pubblici per la
realizzazione di lavori, la prestazione di servizi e
l’acquisizione di forniture”. All’articolo 5 le disposizioni sul monitoraggio e controllo degli
appalti: “ferme restando le forme di monitoraggio
e di controllo degli appalti previste dalla normativa
vigente, - recita il decreto - le Prefetture possono
chiedere alla SUA di fornire ogni dato e informazione ritenuta utile ai fini di prevenzione delle infiltrazioni della criminalità organizzata. I dati e le
informazioni ottenute possono essere utilizzate dal
Prefetto anche ai fini dell’esercizio del potere di accesso e di accertamento nei cantieri delle imprese
interessate all’esecuzione dei lavori pubblici”.
Voto amministrativo anche agli immigrati
Anche nell’ultimo mese la Gazzetta ha registrato comunicati della Corte di Cassazione su
nuove proposte di legge di iniziativa popolare:
entrambe fanno capo alla Cgil. Con la prima si
vuole estendere il diritto di voto amministrativo
anche agli immigrati, con la seconda modificare
la legge sulla cittadinanza 92/92.
L’Autorità garante per le comunicazioni, dal
canto suo, ha rilevato che le reti televisive nazionali non stanno dando la dovuta informazione sulla raccolta firme avviata per la promozione di altri referendum sulla legge 21 dicem-
HUf]ZZUX]gc`UUbXUhUgc[[YhhUUX]gdcb]V]`]h{
hUggY gbUW_ VU[U[`]cYa][`]U]bW`igY
bre 2005, n. 270, “Modifiche alle norme per l’elezione della
Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica”. Con la
deliberazione del 14 settembre, l’Autorità, “invita le emittenti radiotelevisive a riservare nei programmi di informazione
uno spazio adeguato all’argomento, nell’osservanza dei principi
di pluralismo, obiettività, completezza e imparzialità dell’informazione radiotelevisiva”.
Sul fronte rete consolare, nell’ultimo mese il Ministero
degli esteri ha “ufficializzato” anche con la pubblicazione
in Gazzetta le ultime decisioni – per altro ben note dalla
collettività italiana all’estero - prese dal Consiglio di Amministrazione. E cioè l’istituzione di un’Ambasciata d’Italia a Ashgabat, capitale del Turkmenistan, dal 1° novembre
prossimo; la soppressione del Consolato d’Italia a Lilla,
con conseguente modifica della circoscrizione consolare di
Parigi; la soppressione del Consolato Generale d’Italia ad
Amburgo e modifica della circoscrizione di Hannover; l’istituzione di un Consolato onorario a Lucerna, posto alle
dipendenze del Consolato generale d’Italia a Zurigo, e di
un altro ad Umea, in Svezia.
Con un altro decreto del Ministero è stata modificata la
circoscrizione del Consolato generale a Buenos Aires.
Quanto ai trattati internazionali, nell’ultimo mese è entrato in vigore dell’Accordo tra Italia e Presidenza dell’Iniziativa Centro Europea (InCE) sull’Istituzione del Segretariato Esecutivo InCE a Trieste.
Nessun nuovo membro nell’Esecutivo, questo mese: dunque la Gazzetta si è limitata a registrare l’attribuzioni delle
deleghe al nuovo Ministro della giustizia, Nitto Francesco
Palma, e ai Sottosegretari Maria Elisabetta Alberti Casellati
e Giacomo Caliendo.
Buone nuove per i giovani genitori: l’Istituto nazionale
di Previdenza Sociale (Inps) ha ufficializzato l’Istituzione
della “Banca dati per l’occupazione dei giovani genitori”
prevista da un decreto del Ministro della gioventù Giorgia
Meloni del 19 novembre 2010.
Dalla data di pubblicazione in Gazzetta – dunque dal 14
settembre – è possibile iscriversi alla “Banca dati” che –
spiega l’Inps - “è finalizzata all’erogazione di un incentivo di
5.000 euro, in favore delle imprese private e delle società cooperative che provvedano all’assunzione a tempo indeterminato,
anche parziale, di giovani - di età inferiore a 35 anni - genitori
o affidatari di minori, i quali si siano preventivamente iscritti
alla banca dati stessa”.
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la
Rivista
n. 10 Ottobre 2011
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Angolo fiscale
di Tiziana Marenco
Gli Accordi sull’imposta liberatoria
e la regolarizzazione anonima di capitali
non dichiarati (1 parte)
a
Assume contorni sempre più precisi il
nuovo strumento fiscale dell’Accordo
sull’imposta liberatoria e la regolarizzazione anonima di capitali non dichiarati
che la Svizzera sta negoziando con diversi paesi europei, prima tra tutti la Germania, la quale ha firmato la versione
definitiva dell’Accordo il 21 settembre ultimo scorso a Berlino. L’Accordo dovrebbe
entrare in vigore il 1° gennaio 2013, se,
come ci si attende, riuscirà a scavalcare
gli ultimi ostacoli parlamentari in Germania, ed è destinato ad assumere un
ruolo precursore rispetto agli Accordi
gemelli successivamente negoziati (per
es. Regno Unito) o attualmente in fase di
esame (per es. Italia) con altri Stati.
L’Accordo con la Germania mira in primo luogo a garantire l’imposizione in Germania di
soggetti tedeschi riguardo a capitali depositati
presso un agente pagatore in Svizzera.
I tre elementi essenziali dell’Accordo sono:
– la regolarizzazione di capitali depositati per
conto di una persona residente in Germania presso un agente pagatore svizzero secondo il principio “pay or disclose”;
– l’introduzione di un’imposta liberatoria
identica a quella percepita in Germania su
dividendi, interessi, capital gains etc. da prelevare anonimamente dall’agente pagatore
svizzero per conto del soggetto fiscale residente in Germania;
– il diritto di reciprocità nel senso che la Svizzera può richiedere l’applicazione analoga
delle leggi nel caso di residenti svizzeri in
Germania.
Contrariamente alle dichiarazioni rilasciate
all’inizio dei negoziati, l’Accordo non fa alcun
riferimento alla garanzia di libero accesso ai
mercati finanziari tedeschi per soggetti svizzeri. Sembra quindi che in questo campo il destino della garanzia di reciprocità sia stato affidato all’implementazione delle Direttiva AIFM
(Alternative Investment Fund Managers) e MiFI
(Markets in Financial Instruments).
Quali agenti pagatori svizzeri si considerano
tra l’altro, oltre a banche e negoziatori di titoli
svizzeri, anche persone morali e società che nel
quadro della loro attività commerciale accettano regolarmente di detenere o traferire patrimoni. Potrebbero quindi in particolare ricadere sotto questa normativa i gestori che non si
attengono agli standard minimi dettati dalla
FINMA in materia di gestione patrimoniale.
Per capitali depositati in Svizzera non si intende solamente conti e depositi bancari, ma
anche mantelli assicurativi, cioè quei contratti
di assicurazione sulla vita che garantiscono una
gestione individualizzata del patrimonio ed in
particolare condizioni di rimborso non dipendenti necessariamente da un evento assicurativo quali la morte, l’invalidità, la malattia ecc. a
condizioni minime di copertura di rischio, condizioni in virtù delle quali la Germania rifiuta
di riconoscere il carattere assicurativo.
Va da se che quale soggetto fiscale tedesco
(“betroffene Person”) si intende non solo la persona fisica residente in Germania che detiene
direttamente i capitali di cui sopra, bensì anche
il beneficiario economico residente in Germania di una società di sede e quello, pure residente in Germania, di un mantello giuridico.
Poche le eccezioni ammesse dalla legge, eccezioni legate soprattutto alla dimostrazione che
tali capitali sono tassati effettivamente in un
altro luogo o che le entità morali devono essere considerate intrasparenti secondo il diritto
germanico. Lo stesso vale per i rapporti fiduciari, nel qual caso sarà il beneficiario economico, se residente in Germania, a giustificare
l’applicazione dell’Accordo. La responsabilità
di identificare il beneficiario economico ricade
ovviamente sull’agente pagatore svizzero.
L’Accordo stabilisce lapidariamente che in casi di
successione congiunta, per esempio al decesso di un titolare con conseguente passaggio dei
capitali agli eredi in comunione, i successori riprendono la posizione della persona scomparsa.
(continua)
[email protected]
la
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n. 10 Ottobre 2011
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Con la forza del leone.
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non conosce confini.
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Semplicemente
Angolo legale
di Massimo Calderan
Uguaglianza salariale in Svizzera
La Costituzione svizzera prevede l’uglianza di uomo e donna, di diritto e di
fatto, in particolare per quanto concerne
la famiglia, l’istruzione e il lavoro. Segnatamente, uomo e donna hanno diritto a un salario uguale per un lavoro
di uguale valore.
Tale principio è stato poi introdotto anche a
livello legislativo, in particolare nella Legge
federale sulla parità dei sessi del 24 marzo
1995, che contempla un divieto di discriminazione, secondo il quale nei rapporti di
lavoro non vi devono essere pregiudizi di
alcun genere, né direttamente né indirettamente, nei confronti di uomini e donne,
a causa del loro sesso, segnatamente con
riferimento allo stato civile, alla situazione
familiare o a una gravidanza. Tale divieto si
applica in particolare all’assunzione, all’attribuzione dei compiti, all’insieme delle
condizioni di lavoro, al salario, alla formazione, al promovimento e al licenziamento.
Le suddette norme costituzionali e legislative sono direttamente applicabili al rapporto di lavoro, che esso sia di tipo privato
o pubblico. Non è stato quindi necessario
introdurre le stesse norme nel Codice delle
obbligazioni, nella Legge sul lavoro o altre
normative specifiche. Qualora un contratto
di lavoro orale o scritto sia in contrasto con
tali norme che vietano qualsiasi discriminazione, ancorché con l’esplicito consenso
del lavoratore, gli articoli contrattuali contrastanti con queste norme sono da considerarsi nulli, mentre il resto del contratto di
lavoro è valido.
Non tutti i datori di lavoro pubblici o privati hanno immediatamente addotato queste
norme, per cui In questi ultimi quindici anni
ci sono state parecchie sentenze a livello
cantonale e federale, in particolare modo
in merito a rapporti di lavoro con pubbliche istituzioni, ospedali ecc.. Sentenze che
hanno ulteriormente elaborato e affinato i
principi dell’uguaglianza.
Il Tribunale Federale Svizzero nella sua ultima sentenza in merito, del 24 agosto 2011,
ha confermato la sua giurisprudenza consolidata, ovvero che il pagamento di salari
diversi per lavori uguali deve essere giustificato da criteri oggettivi. Nel caso specifico, il signor A e la signora B lavoravano in
amministrazione della stessa azienda, A a
tempo pieno e B al 90%. A pari ore lavorative, il salario di B era inferiore del 50%
rispetto a quello di A. Dopo che il Tribunale
del lavoro locale e quello cantonale avevano
respinto l’azione di B, il Tribunale Federale
l’ha accolta.
Il Tribunale Federale ha di nuovo confermato che la qualifica, l’esperienza lavorativa, l’attività lavorativa specifica, i rischi sul
posto del lavoro e la responsabilità concreta
sono criteri oggettivi che possono influenzare il valore del lavoro e quindi giustificare
differenze salariali. Inoltre, possono essere
considerati anche elementi non strettamente legati al lavoro stesso, come la situazione
economica del Paese e il mercato lavorativo
del momento o l’età o le responsabilità famigliari del lavoratore.
Per contro, tali criteri oggettivi devono avere un impatto importante sulla prestazione
lavorativa e corrispondere a una necessità
specifica dell’azienda. E comunque la differenza salariale deve essere proporzionale ai
criteri oggettivi. La presenza, come nel caso
specifico, soltanto di due dei vari criteri oggettivi che giustificherebbero un trattamento diverso del lavoratore, secondo il Tribunale Federale non giustifica una differenza
salariale del 50% come tra A e B.
È da notare che il divieto di discriminazione
non si applica a lavoratori dello stesso sesso.
Infine, vi è da presumere che la giurisprudenza dovrà ulteriormente raffinare i criteri
oggettivi che giustificano trattamenti salariali diversi
[email protected]
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n. 10 Ottobre 2011
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Convenzioni Internazionali
di Paolo Comuzzi
Una sentenza in tema di Stabile
Organizzazione
La sentenza della Corte di Cassazione
16106/2011 (cassa con rinvio CTR del
Veneto) stabilisce in modo netto che una
società di diritto italiano (ovviamente residente fiscale in Italia) può essere
considerata quale stabile organizzazione
del soggetto estero ed afferma che … gli
elementi acquisiti inducevano a considerare la… S.r.L. quale stabile organizzazione…”.
Stabilito questo punto la Corte accompagna una seconda considerazione per
cui “… la nozione di stabile organizzazione non è incompatibile con la personalità giuridica di cui la stessa sia
eventualmente fornita e non è dunque
possibile dubitare della attribuibilità ad
una società del ruolo, palese od occulto
di stabile organizzazione materiale di
soggetto non residente…”.
Stabilito questo elemento la sentenza è interessante da commentare anche nell’ambito della sezione convenzioni in quanto
giunge a operare una determinazione del
reddito della stabile organizzazione non
come soggetto autonomo dalla società che
viene configurata come tale.
Commenti
Nel corpo della sentenza è chiara l’affermazione per cui la stabile organizzazione (il cui
accertamento è sempre un problema sempre di fatto) non è stata enucleata a latere
della società italiana (come avviene quando, caso molto semplice, in una determinata società italiana vengono “nascosti” dei
dipendenti che direttamente rispondono ai
soggetti esteri e la cui azione commerciale direttamente incide sulle vendite di un
soggetto diverso rispetto a quello che eroga
loro lo stipendio) ma significa che i verificatori prima e l’ufficio poi hanno ritenuto che
30
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n. 10 Ottobre 2011
la società stessa fosse talmente connessa al
soggetto estero da diventarne parte integrante (organizzazione stabile) e questo al
di là del suo configurarsi come persona giuridica con una sua autonomia.
Chi scrive ritiene i due casi assolutamente
distinti e ritiene che il termine occulto riportato nella sentenza non deve ritenersi
riferito al caso portato nel nostro esempio
ma alla semplice considerazione che la società non sia considerata come stabile organizzazione.
Da questa considerazione (la società italiana è essa stessa stabile organizzazione) la
Corte ha tratto due conseguenze: a) l’accertamento di maggiore imposta (IRES e IRAP)
deve essere notificato alla società che è stata
qualificata come stabile organizzazione; b)
l’accertamento si risolve nella rettifica della
dichiarazione di questo soggetto.
Chi scrive ritiene che nel momento in cui
la stabile organizzazione fosse stata enucleata a latere della società italiana (come
da esempio) l’avviso di accertamento non
avrebbe potuto essere notificato alla società
stessa in quanto non questa la entità che riveste il carattere di contribuente.
In merito alla notifica dell’avviso di accertamento è corretto affermare, come fa la sentenza, che il contribuente è sempre (anche
nel caso specifico che tratta la sentenza) la
stabile organizzazione ma è proprio questa
entità che è diversa: nel nostro caso la stabile organizzazione viene identificata con
precisione nella società residente e quindi
è questa la entità alla quale deve essere notificato l’avviso di accertamento mentre nel
caso della stabile organizzazione “nascosta”
(nostro esempio) la società residente non
ha collegamenti con la entità che procede
a nascondere il suo reddito e non può qualificarsi come contribuente; solo in questo
secondo caso l’avviso di accertamento deve
essere notificato alla stabile organizzazione
della quale si deve identificare il domicilio
fiscale mentre resta estranea al problema la società
italiana.
La Cassazione identifica la società come stabile organizzazione e quindi ammette che l’avviso di accertamento sia notificato alla stessa per la “ … imputazione quale massa separata, dei rapporti fiscali riferibili
al soggetto non residente restando i due profili evidentemente autonomi e distinti seppur in capo alla medesima entità …”.
Se è stata giusta la notifica diciamo però che, in merito alla rettifica della dichiarazione, vi sono alcune
considerazioni ulteriori che debbono essere svolte.
Dice la Corte che quando la società italiana viene
identificata come una stabile organizzazione la stessa
assume una duplice veste: a) resta un contribuente
normale per quanto riguarda la sua posizione quale persona giuridica; b) aggiunge a questa posizione
quella di soggetto “gerente” di un stabile organizzazione con la conseguenza che deve tenere conto di
questi redditi.
La conseguenza è che il tema non si risolve parlando
di “transfer pricing” ovvero chiedendosi se la società
italiana debba prendere una remunerazione aggiuntiva per la sua funzione come “gerente”; secondo la
Cassazione, resta sempre impregiudicato il diritto
della Amministrazione Finanziaria di accertare in
capo alla stabile organizzazione (che è la società stessa) il reddito che questa ha prodotto e la conseguenza
è quella per cui si deve procedere con la redazione di
un apposito conto economico di questa stabile organizzazione.
Seguendo questa impostazione la società italiana
doveva redigere due conti economici: 1) il proprio
conto economico (da redigere come quello di una
normale società); 2) il conto economico della stessa
quale stabile organizzazione (considerazione questa che possiamo trarre anche dal dettato normativo
stabilito nell’articolo 152 del TUIR che parla di una
determinazione del reddito sulla base di un “ … apposito conto economico relativo alla gestione delle stabili
organizzazioni …”).
In questo solco il contribuente, inteso qui come società, avrebbe avuto ragione nell’invocare la deduzione degli oneri contestati (royalties) in quanto tali
oneri erano dedotti proprio dalla società in quanto
tale e non dalla società intesa come stabile organizzazione. Gli stessi elementi avrebbero dovuto
concorrere alla formazione del reddito della stabile
organizzazione (sempre rappresentata dalla società
ma distinta dalla stessa) secondo le regole proprie
del reddito di impresa.
In questa situazione la società avrebbe dovuto vedersi
notificare un avviso di accertamento non per contestare la deduzione del costo ma la mancata redazione
di un apposito conto economico in cui dovevano essere riportati elementi positivi di reddito (le royalties).
L’affermazione della Corte per cui “ … l’accertamento
non può che risolversi nelle rettifica della dichiarazione di
detto soggetto [la società] ancorché per la parte afferente
al reddito del soggetto non residente …”è giusta se viene
interpretata nel senso indicato (rettifica per mancata appostazione di componenti positive di reddito) e
non se viene interpretata come disconoscimento di
elementi negativi.
Questa considerazione evita anche la sostanziale
tassazione di semplici ricavi: operando il disconoscimento di costi e rinunciando alla redazione di un
apposito conto economico di fatto vengono tassati
in capo alla società (e non in capo alla società quale
stabile organizzazione) dei ricavi e non un reddito e
questo ovviamente non è lecito e non può essere accettato.
Conclusione
Il principio sostanziale è giusto (come è giusto verificare sempre la esistenza o meno di una stabile organizzazione) ma in questo senso la sentenza della
Corte appare discutibile e sarebbe opportuno che
partendo proprio dal principio di autonomia stabilito
nella sentenza stessa la stessa trovasse qualche chiarimento in sede interpretativa.
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la
Rivista
n. 10 Ottobre 2011
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Donne in carriera
di Ingeborg Wedel
Paola Poli
Avere lo stesso potere di un uomo
senza esserne prigioniera
La nostra donna in carriera è nata a Legnago in provincia di
Verona; ha 45 anni ed è laureata in psicologia. Felicemente
sposata, ha due figlie. La sua è una carriera molto particolare, certamente non facile, ma oltremodo interessante. Si
è infatti trovata a vivere una storia comune a molte donne,
nel tentativo di far convivere il desiderio di esprimersi sul
lavoro con il desiderio di una vita affettiva piena. Ha così
scoperto che molte donne si trovano nella stessa identica
situazione: ha pensato di scrivere un libro per dare loro dei
suggerimenti relativi al comportamento. Infatti, conoscere
bene la realtà ed il contesto nel quale ci si muove aiuta a
sentirsi meglio e ad affrontare le situazioni in modo costruttivo. Fare carriera è eccitante: si è gratificati da riconoscimenti e anche da premi economici. Ma il successo di
una donna non si misura solo con il lavoro: dipende dalle
attitudini e dagli obiettivi personali. Paola è stata dirigente
di grandi multinazionali e responsabile per anni di progetti
internazionali di sviluppo delle risorse umane, change management, marketing strategico e comunicazione. Ma poi
è scandito il tempo della vita, così è arrivato il momento
per Paola di rinunciare hai ritmi stressanti di questa carriera
per dedicarsi ad una attività meno impegnativa, egualmente gratificante: è diventata consulente di alcune aziende di
fama mondiale e ha quindi ora più tempo da dedicare a
se stessa, alla famiglia e ad una vita sociale. Con una laurea in psicologia, una tesi “sulle strategie di cambiamento” e
tanti anni d’impegno nel valutare lo sviluppo delle risorse
umane, Paola ha deciso di scattare una fotografia delle donne in Italia, fatta di dati e storie vere, che possono aiutare
sia chi sta facendo carriera sia chi si affaccia al mondo del
lavoro. Così è nato il libro Donne che cambiano: carriera - famiglia - qualità della vita : dati e storie vere. (editore Franco
Angeli). Le donne oggi sono il 60% dei laureati, il 70% del
“30 e lode” e dalle ultime ricerche emerge che le aziende
che hanno donne nel management nel board attengono
migliori performance finanziarie. Il 70% delle decisioni di
acquisto di beni di consumo superiori ai 100 euro è preso
da donne. “La ricerca scientifica conferma che abbiamo anche
un pezzetto di cervello in più nell’area del linguaggio” - afferma
Paola -“allora, come mai in Italia solo il 46% delle donne lavora
e guadagna il 20% in meno dei loro colleghi maschi e fa fatica
ad arrivare alle posizioni di potere?” Lasciamo alla lettura del
libro un approfondimento della tematica, riservando lo spazio che ci resta alle risposte che Paola ha dato alle domande
che siamo soliti porre alle nostre donne in carriera.
Quanto tempo serve ad un donna
per farsi apprezzare in un mondo di uomini?
Questo è uno dei problemi: la donna deve sempre dimostrare di valere di più per accedere alle stesse posizioni!
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la
Rivista
n. 10 Ottobre 2011
Quali sono le principali difficoltà
che incontra nel mondo del lavoro?
Ci sono difficoltà diverse in tre fasi della vita: all’inizio
basta essere molto brave e dedicare tempo al lavoro; il
massimo che ti può capitare è di avere un 20% in meno
di stipendio rispetto ai tuoi colleghi maschi. Poi nel procedere della carriera viene spesso sorpassata da uomini
(le donne dirigenti nelle aziende private sono il 10%). La
fase più critica è legata alla nascita dei figli che vede l’uscita di oltre il 20% delle donne dal mercato del lavoro
già al primo figlio.
Quando cessa la diffidenza verso la donna
capo di un’impresa?
Quando “sembra un uomo”!
Quali sono gli inconvenienti principali
per la donna - manager? L’ostacolo principale rimane la
conciliazione lavoro – famiglia, bypassando la cultura del
fare tardi (sino alle 21) che certamente non permette di
vedere né di cenare con i propri figli.
Quali sono gli svantaggi? Come si vede da molte testimonianze raccolte, carriera si traduce in un taglio del
tempo dedicato a se stesse ed alla famiglia: le donne che
lavorano sono visibilmente sotto stress, stanche, rinunciano al riposo, alle vacanze, allo sport al tempo speso
con la famiglia e con gli amici.
Quali i vantaggi?
Fare carriera è molto interessante: ti mette di fronte a sfide
nuove, vedi quanto vali, sei continuamente sotto attenzione
e pressione. L’adrenalina è quasi sempre alta. Hai stipendio,
auto e benefit di alto livello.
Quali sono i privilegi?
Le donne in carriera godono di privilegi legati alla capacità che le contraddistingue rispetto agli uomini: sono
flessibili, intuitive, sensibili alle relazioni. Spesso dai maschi viene ritenuto un privilegio essere belle ed esercitare
potere di seduzione, ma su questo ci sarebbe da aprire un
capitolo a parte (almeno in Italia).
L’intuito femminile
è più sviluppato di quello maschile?
Ritengo di sì, perché il cervello femminile ha una maggiore capacità di attivare connessioni a più livelli
Quanto conta per la donna in carriera
l’arte della seduzione, anche a livello inconscio?
Direi che possiamo vedere nuove generazioni di donne che usano l’arte della seduzione in modo conscio e
divertito; oggi ci sono molte donne belle e affascinanti
Paola Poli
Donne che cambiano
Carriera, famiglia, qualità della vita: dati e storie vere
Franco Angeli editore
“Per un po’ ho vissuto come il George Clooney del film tra le
nuvole in viaggio da un aeroporto all’altro con nel portafogli
le carte oro e platinum... “
“Far carriera è eccitante : si è gratificati dai successi, dai premi economici. Ma il successo di una donna non si misura
solo con il lavoro. Dipende dalle attitudini e dagli obiettivi
personali. Ed è scandito anche dai tempi della vita”.
“Mi sono trovata a vivere una storia, comune a molte donne
nel tentativo di far convivere il desiderio di esprimersi sul
lavoro con il desiderio di una vita affettiva piena. Ho scoperto
che molte donne si trovano nelle stesse identiche situazioni, e
così ho pensato di scrivere un libro. Conoscere bene la realtà
ed il contesto nel quale ci si muove aiuta a sentirsi meglio e ad
affrontare le situazioni in modo più costruttivo.” (Paola Poli)
Le donne sono cambiate, oggi hanno molte possibilità di
scelta, sono attratte dalla carriera, dai mille stimoli che il
mondo offre, sono molto più libere di prima nel perseguire la loro realizzazione personale e professionale, ma
come disegnare un percorso di vita che renda davvero
nel mondo del lavoro. Senza dubbio questo influenza gli
uomini italiani sia che la donna usi o no l’arte della seduzione. Attenzione, che questo elemento varia con Paesi e
culture diverse.
Qualè la soddisfazione maggiore
per la donna manager? Avere il potere di un uomo, ma
non esserne imprigionata.
Che atteggiamento assume la donna dirigente
verso dipendenti femminili ?
Qui devo dire c’è un a grande differenza tra due tipologie
di donna: la generosa e la iena. Per fortuna tra le nuove
generazioni ci sono sempre più donne capaci di far crescere i loro collaboratori; anzi, avere un capo donna spesso rappresenta una maggiore scuola su come conciliare al
meglio carriera/famiglia.
A che cosa deve rinunciare la donna in carriera
per sfondare nel mondo maschile?
Una donna così – come un uomo in carriera – in Italia sta
in ufficio sino a tarda sera, viaggia in Italia e all’Estero,
ha cene con clienti e colleghi. In percentuale, potremmo
dire che il suo tempo è suddiviso così: 70% lavoro – 20%
famiglia – 10% hobby. In questi termini, è evidente che
sacrificata è la vita privata.
Una donna impegnata nella carriera quale hobby
riesce a coltivare?
Dipende dal carattere. Di solito sport e natura riescono a
scaricare molto di più di attività sedentarie.
felici? Per la prima volta nella
storia, le donne hanno assunto
una presenza sul lavoro e sull’economia tale da far prevedere
una forte evoluzione, in ambito
lavorativo, politico, sociale.
Tuttavia in Italia c’è ancora una
situazione di disparità di genere nel mondo del lavoro che si
esprime in particolare nell’incontro tra maternità e sviluppo
di carriera. Questo libro vuole
offrire una veloce fotografia di come è cambiata la situazione della donna in Italia, con qualche confronto
sull’estero: una panoramica sulla realtà che aumentando la consapevolezza possa aiutare le donne ad orientare le loro scelte e a capire meglio come perseguirle.
La prima parte è dedicata a una raccolta di dati, la seconda ad una raccolta di testimonianze di donne che
hanno investito nella carriera: donne manager, avvocato, medico, imprenditrici. Storie vere, senza filtri, che
raccontano situazioni e percorsi di scelta diversi, dove
carriera, famiglia e qualità della vita si intersecano in
modo irrinunciabile.
la
Rivista
n. 10 Ottobre 2011
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Talenti altrove
di Chiara Rinaldi *
Stefano Malvolti: professionista del settore farmaceutico
100% italiano, ma difficilmente
rientrerò in Italia per lavorare...
Continuiamo con Stefano Malvolti le nostre
riflessioni sui talenti nostrani impiegati altrove
Perchè all’estero?
L’idea di partire risale al 1999. Dopo 3 anni e mezzo di lavoro in Italia ne avevo abbastanza di un
sistema che forniva poche opportunità. Ho cominciato a cercare all’estero e in poco tempo ho trovato lavoro a Bruxelles, presso un’importante casa
farmaceutica. In Italia ci sono vari problemi, di cui
il principale è che purtroppo fino quasi a 60 anni
sei troppo giovane per essere preso in considerazione. Oltre al limitato riconoscimento delle competenze, c’è anche il problema del “sistema delle
conoscenze” spesso più valutato delle capacità e
dei risultati. Inoltre, si dà troppa importanza alla
forma rispetto alla sostanza e le retribuzioni sono
spesso la metà o un terzo dei livelli europei. Visto
che in Europa le distanze sono limitate, lavorare in Italia, Francia o Inghilterra dovrebbe essere la stessa cosa.
Quindi basta parlare di fuga di cervelli: non c’è fuga ma semplicemente un
orizzonte più ampio. Detto questo, la
mia italianità sul fronte culturale non
è in discussione, sono 100% italiano e
non rinuncerò mai al mio passaporto.
Magari ne aggiungerò qualche altro
in attesa di uno europeo.
Come mai in Svizzera?
È successo in modo totalmente casuale. Stavo
passando le selezioni interne per un ruolo per la
società dove lavoravo e questa posizione è stata
assegnata alla nuova sede europea in Svizzera.
Bruxelles ci piaceva molto, sia per la lingua che
per l’internazionalità e la cultura. Ma a posteriori
sono contentissimo di essere in Svizzera dove ho
riscoperto la dimensione outdoor. E soprattutto
qui tutto funziona e il tempo da dedicare alle attività amministrative e logistiche è limitato. Questo
tempo aggiuntivo lo posso dedicare alle cose che
contano veramente.
Pensi di rientrare in Italia un giorno?
Da lavoratore dipendente sicuramente no. Anche
se fossi AD di un’azienda, i problemi di mentalità
del sistema e delle persone resterebbero. Se guardiamo alla qualità dei servizi, troppo spesso si applica la regola dell’80%: se l’80% funziona, allora
va bene... Ma spesso neanche il 99% è abbastanza,
le cose devono funzionare al 100%. Ovviamente
ci sono eccezioni, come a livello accademico l’U-
niversità Bocconi, ma il livello medio lascia a desiderare. E poi in Italia a fronte delle rimostranze
del cliente troppo spesso si cercano scuse, qualche
volta bisognerebbe avere il coraggio di ammettere che è anche colpa nostra. Potrei considerare un
ritorno per iniziare un’attività imprenditoriale. Ma
i dubbi rimarebbero: manca l’infrastruttura, la burocrazia è fonte di ostacoli invece che di certezze
e i servizi sono generalmente di bassa qualità. Il
risultato è che e ci vogliono tempi infiniti per cose
che non hanno nessun valore aggiunto.
Sei a conoscenza della recente legge
per favorire il rientro dei giovani in Italia?
Ne ho sentito parlare e penso che, al di là dell’obiettivo condivisibile, sia un approccio vecchio di
50 anni. Gli incentivi fiscali non affrontano i problemi che hanno spinto le persone a partire o ancor più le ragioni che non incentivano professionisti stranieri a venire in
Italia. Penso bisognerebbe focalizzare
gli sforzi sull’attrattività complessiva
del sistema per attirare talenti, siano
essi italiani o stranieri. C’è qualche
eccezione, ma molto resta da fare. Si
parla molto di flessibilità: certo è un
problema, ma i principali sono gli stipendi, la selezione e le responsabilità
(Milano è ai livelli delle maggiori città
europee come costo della vita, ma gli
stipendi sono la metà; la selezione non è sempre
improntata alle competenze e ai risultati; i ricercatori possono aspirare a divenire professori universitari ad età da pensione). E poi in Italia si parlano
troppo poco le lingue straniere e c’è poca esperienza internazionale. In questo modo il mercato
del lavoro in Italia non è attrattivo per troppi. Si
possono anche ridurre le tasse, ma il punto principale è: vuole il sistema Italia essere competitivo
sul mercato internazionale ed attrarre i talenti che
sono necessari al sistema per eccellere?
Hai altri suggerimenti?
Si dovrebbe guardare alle istituzioni italiane
all’estero come la CCIS e al contributo che queste potrebbero dare al miglioramento del sistema. Le CCI sono attive sul territorio, molto più
di altre istituzioni, e si confrontano direttamente
con il sistema economico locale. Possono quindi
fare paragoni diretti ed essere fonte di idee innovative, best practices o fornire un’interessante
opportunità di verifica per misure che sono allo
studio in Italia.
la
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I Bocconiani di Ginevra s’associano
di Michele Caracciolo di Brienza
Zurigo prima e Ginevra ora hanno ufficialmente una sezione
della Bocconi Alumni
Association (BAA) che
si propone di raggruppare tutti coloro che si
sono laureati presso
l’Università Bocconi o
che hanno frequentato
la Scuola di Direzione Aziendale. L’Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano è una di quelle istituzione accademiche italiane che gode di grande prestigio all’estero. Non è un caso che sia l’unica università
italiana a pubblicizzare sulle pagine di The Economist
i propri corsi di specializzazione. Tuttavia, il prestigio
dell’università di Via Sarfatti non è dovuto solo ai propri docenti, ma anche ai propri laureati che sono disseminati negli ambiti produttivi più diversi in giro per
il mondo.
“Ad oggi, la nostra banca dati conta circa centotrenta alumni e il loro numero è destinato a crescere. La nostra presenza nelle aziende e nelle organizzazioni internazionali qui a
Ginevra è importante ed è nostro preciso obiettivo creare
una rete che ci raggruppi tutti” – così ha dichiarato a La
Rivista, il dottor Fabio Scirpo, presidente del chapter di
Ginevra della BAA.
L’articolo 2 dello Statuto costitutivo dalla BAA di Ginevra recita che lo scopo dell’associazione è di “realizzare
una comunità di alumni che contribuisca attraverso progetti, attività, studi e scambi, allo sviluppo e alla valorizzazione dell’Università, degli studenti, dei laureati e della
società civile”. Forse questo spirito di gruppo di ex allievi
di un’istituzione appartiene più al mondo anglosassone, tuttavia nulla impedisce che per una volta anche
gli italiani facciano un sano networking dopo aver con-
diviso la formazione nella
stessa università. Proprio da
questo presupposto nasce
l’idea del Bocconi Ambassador. In pratica, è un membro
della BAA che all’interno
della sua realtà lavorativa
promuove la conoscenza
dell’associazione a coloro
che potrebbero farne parte.
Inoltre, incoraggia la partecipazione agli eventi proposti dal Comitato direttivo.
Il Comitato direttivo della
BAA di Ginevra è il punto
di contatto informale tra le
realtà lavorative ginevrine
dove operano dei bocconiani e l’Università Bocconi. Fabio Scirpo, presidente del
L’obiettivo è di dare inizio chapter di Ginevra della BAA.
a convenzioni di stage con
l’Ufficio Placement di Milano e non solo. La BAA non
si occupa in realtà di fornire opportunità di lavoro agli
Alumni. Tuttavia, i propri membri possono benissimo
descrivere la propria attività ad un altro bocconiano che
vi mostra interesse durante uno degli incontri mensili.
“Il nostro desiderio – conclude il dottor Scirpo – è di essere
un punto di riferimento per i Bocconiani che arrivano per
lavoro in Svizzera. Le opportunità per confrontare le proprie
esperienze tra colleghi e l’ascolto di testimonianze specifiche
di personaggi di rilievo sono alcuni dei vantaggi per chi si
associa”.
Per maggiori informazioni:
http://www.alumnibocconi.it
oppure scrivere a: [email protected]
GLI ALUMNI BOCCONI DELLA SVIZZERA TEDESCA
Con simili scopi sociali, l’associazione degli alumni Bocconi della Svizzera tedesca
è stata fondata 5 anni fa con la fusione delle pre-esistenti e distinte associazioni di
alumni dell’università Bocconi e della SDA Bocconi (scuola di direzione aziendale).
Oggi Bocconi Alumni Association, il chapter zurighese riunisce oltre 200 alumni
Zurich
presenti nella Svizzera tedesca dove molti occupano posti di rilievo nelle principali
aziende dei vari settori economici. Le attività della BAA della Svizzera tedesca includono eventi di vario genere (es. cene, conferenze, incontri con headhunters, etc.),
cooperazione con associazioni di alumni di altre business schools e relazioni con istituzioni locali, inclusa la Camera
di Commercio Italiana per la Svizzera. Chi fosse interessato ad avere maggiori informazioni può contattare la BAA
Zurich all’indirizzo e-mail: [email protected]
la
Rivista
n. 10 Ottobre 2011
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L’Elefante invisibile1
di Vittoria Cesari Lusso
“Professione genitore” (parte seconda)
Dove eravamo rimasti nel numero precedente?
Al punto cinque del decalogo, per cui … ricominciamo da sei!
Il gentile lettore che ha suggerito il tema, menziona
nella sua mail anche un aspetto della “professione genitore”assai complesso, che cela non pochi elefanti invisibili: quello della trasmissione dei valori.
Le domande a questo proposito fioccano numerose. Ad
esempio, volendone citare solo alcune: cosa si intende
per valori? quali sono i valori che vengono privilegiati
in questa o quella famiglia? In questa o quella cultura? In questa o quella “classe sociale” (come si diceva
una volta)? Come avviene la trasmissione? Attraverso
quali canali equali forme l’intenzione di trasmettere i
valori si concretizza nell’azione? Con quali effetti sui
destinatari? Qual è l’influenza delle famiglie e quale
invece quella della scuola, dei media, delle mode, ecc.
Per ora mi limito a proporre qualche frammento di risposta alle prime due domande, scegliendo anzitutto
una definizione del concetto “valori”.I valori sono i
principi morali che costituiscono il fondamento positivo della vita umana e della società civile e che servono
da guida all’azione. D’accordo? Se sì, facciamo un altro
passo: quali valori vale la pena di cercare di trasmettere
da una generazione all’altra? A ciascuno di noi l’arduo
responso. A titolo di stimolante esempio e termine di
confronto citerò nei punti che seguono quelli menzionati dall’autore della mail, il quale tiene a precisare che
“Mi sono stati trasmessi dai miei genitori, nonostante
mio padre fosse quasi analfabeta”. Condivido il tono
giustamente orgoglioso di questa frase. In effetti la nobiltà dei valori non dipende né dal censo, né dal livello
di istruzione.
1
Una vecchia
leggenda indiana
narra di un elefante
che pur muovendosi
tra le folle con
la sua imponente
mole passava
comunque
inosservato.
Come se fosse
invisibile…
6. Coltivare la fiducia. La relazione di fiducia genitore-figlio è qualcosa che trae origine da esperienze molto precoci. Gli studi di psicologia infantile mostrano
come sia proprio nei primi mesi di vita che i piccoli si
formano un’idea del mondo circostante in termini di: è
degno o non è degno di fiducia? Se possono contare su
adulti che prodigano cure “normalmente buone”, che
consolano, che offrono sorrisi e affetto, che proteggono,
i cuccioli si formeranno l’idea di un mondo amico e svilupperanno un sentimento di fiducia di base. Da questo
germoglieranno successivamente altre forme di fiducia:
la fiducia nelle parole e nei consigli del genitore, la fiducia nelle promesse, la fiducia di essere degno di fiducia,
la fiducia nell’avvenire.
Al contrario, se sperimentano sofferenza e mancanza
di cure il mondo apparirà loro come una realtà caotica,
inadeguata e ostile di cui “è meglio” diffidare.
7. Coltivare l’onestà. In che modo l’onestà si sviluppa
grazie alla relazione genitore-figlio? Attraverso la regola alla quale è stato assegnato il 1° posto: dare l’esempio piuttosto che predicare. Un genitore che imbroglia
l’assicurazione-auto denunciando entità di sinistri superiori alla realtà, e se ne vanta di fronte ai figli, non
sarà sicuramente un buon maestro di onestà. Un padre
che considera stupido colui che trova un portafoglio e
lo consegna intatto alla polizia non costituisce un mo-
dello di tale virtù. Una madre che si compiace nell’aiutarela figlia a trovare false giustificazioni per assentarsi
da scuola non può certo definirsi una campionessa di
onestà. Senza contare l’influenza delle cosiddette mentalità: in un contesto nel quale suscita più ammirazione l’individuo che sfoggia spudoratamente furbizia e
scaltrezza anche per fini poco edificanti la pianticella
dell’onestà stenterà a crescere!
8. Rispetto di se stessi. Non è difficile mettersi d’accordo su cosa significhi insegnare ai figli a comportarsi
bene a tavola, a salutare, a riordinare la camera. Più difficile è definire come si possa insegnare il rispetto di se
stessi. In una società ormai sempre più dominata dalla
dittatura dell’immagine, dall’apparire, dall’imperativo
del successo facile con ogni mezzo in cosa può mai
consistere educare al rispetto di se stessi? La domanda
rimane aperta…
9. Coltivare la ricchezza linguistica della famiglia.
Ci sono famiglie che si preoccupano di coltivare e
trasmettere la ricchezza nel senso pecuniario e patrimoniale del termine. Altre che considerano vitale preservare le tradizioni religiose. Altre infine che si interrogano se valga la pena di salvaguardare la ricchezza
linguistica. Ebbene sì, vale la pena! Tutti gli studi moderni lo confermano: il bi-tri-linguismo è un vantaggio
per il bambino. All’inizio il processo di apprendimento
è alquanto impegnativo e complesso: il piccolo deve capire che possono esistere denominazioni diverse per il
medesimo oggetto, e deve altresì identificare con quali
parlanti e in quali contesti usare uno o l’altro idioma.
Occorre lasciargli tempo. Non farsi prendere da timori
se ci sono ritardi nella produzione linguistica rispetto ai
compagni monolingui che frequentano la stessa scuola materna.Ci vorrà disciplina e pazienza da parte dei
genitori. Ma poi i risultati arriveranno e i figli diventati
grandi saranno i primi a ringraziare i genitori per aver
coltivato tale ricchezza.
10.Lasciar volare i figli con le loro ali, tenendo aperto l’accesso al nido. Questo principio rinvia a un interrogativo: quando terminano i compiti di un genitore? Con la maggiore età? Con l’indipendenza abitativa
dei figli? Con l’indipendenza economica? In fondo su
tale punto i genitori (specie quelli di cultura mediterranea??) vivono una sorta di paradosso: si educano i
figli affinché diventino autonomi e indipendenti, ma si
vorrebbe al tempo stesso continuare a sentirsi utili, se
non addirittura indispensabili nei loro confronti!
Ma forse è proprio questa la grande sfida che si pone
a tutti i buoni maestri (siano essi genitori, insegnanti o
leader): prendere atto che il grado di riuscita del ruolo
svolto è dato proprio dal suo rivelarsi ad un certo punto
non più necessario allo sviluppo delle potenzialità dei
“discepoli”.
Se avete commenti o reazioni in merito al tema trattato non esitate a contattarmi [email protected]
la
Rivista
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39
«Penso sempre che il
mio ultimo progetto sia
il migliore. Finché inizio
con il successivo.»
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i risultati raggiunti con tanto impegno.
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Quando l’Italia esportava
anche la sua lingua
di Tindaro Gatani
Il poeta siciliano Ignazio Buttitta dice che Un popolo / diventa povero e servo / quando gli rubano
la lingua / adottata dai padri: / la perdono per
sempre. / Diventa povero e servo / quando le parole non figliano parole / e si mangiano tra di loro.
Le statistiche più recenti compilate dall’apposito
autorevole ufficio dell’UNESCO ci informa che,
al momento, sono quasi 7 mila le lingue parlate
nel Mondo intero. Di queste ben 2500 sono in via
di estinzione nel corso dei prossimi decenni.
Segno di libertà e indipendenza
Secondo calcoli della stessa organizzazione delle Nazioni Unite, gli idiomi a rischio, se non ci saranno degli
adeguati sostegni internazionali sarebbero addirittura
il 90% di quelli attualmente ancora parlati. C’è chi già
pensa, per la salvaguardia di questi beni dell’umanità, al
varo di provvedimenti simili a quelli per le aree archeologiche e ambientali. Il problema principale è quello
del numero dei locutori, cioè dei parlanti lo stesso idioma. Dall’ultimo Atlante delle Lingue compilato appunto
dall’Unesco si copre che ce ne sono quasi 200 parlate
da meno di una decina di persone. Soltanto negli Stati
Uniti d’America, le lingue in estinzione sono 192. Nel
censimento del 2001, le principali lingue parlate in In-
dia risultano 122, di cui solo 22 sono state incluse nella
Costituzione e riconosciute quindi come ufficiali. Un
altro punto caldo sul fronte linguistico è l’Indonesia
dove sono in pericolo 147 parlate delle varie tribù locali. La classifica Unesco suddivide così i vari gradi di
allarme per le lingue in pericolo: 538 di prossima estinzione, 502 seriamente minacciate, 632 in pericolo e 607
a rischio. In Papua Nuova Guinea le lingue a rischio
sono solo 88 su 800 parlate. Con la globalizzazione, il
passare del tempo permetterà la sopravvivenza solo
alle grandi lingue.
E questo con grave e inestimabile danno. Perché quando una lingua muore vanno in disuso con essa tradizioni, costumi, valori umani. Da tempo, anche se è
impossibile arrestare il danno, c’è chi si batte almeno
per la creazione di archivi per preservare lessico e morfologia degli idiomi in via di estinzione. Negli USA, la
National Science Foundation ha già creato un sito web di
informazione sulle lingue a rischio. Perché «la morte di
una lingua — dice Anthony Aristar della Eastern Michigan University — è come la morte di una specie, con
essa si perde un anello della catena e tutto ciò che quella
parte significa per il tutto». «La linguistica — gli fa eco
Lyle Campbell dell’Università dello Utah — ci mostra
come funziona la nostra mente, come elabora informazioni e
stabilisce connessioni, pertanto ogni lingua che muore è una
grave perdita per l’umanità tutta».
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Marinus van Reymerswaele (1497-1541), Il cambiavalute e sua moglie.
L’Archivio delle lingue perdute
L’estinzione linguistica non è un fenomeno nuovo. La
novità del mondo globalizzato è che il processo avviene adesso in modo molto più celere e più generale. I calcoli dei linguisti sono molto preoccupanti: se
negli ultimi 500 anni è scomparso il 50% degli idiomi
parlati dall’uomo, nel secolo appena iniziato rischia
l’oblio, come detto, il 90% del restante 50%. Delle 14
mila lingue che si parlavano al momento della Scoperta dell’America (1492) ne resteranno appena 700, con
una decina che hanno la supremazia su tutte le altre.
Le lingue estinte possono tuttavia continuare a esercitare, anche se in parte, il loro compito, se ne sappiamo
conservare la memoria. Ecco allora l’importante ruolo
che potrebbe svolgere il progettato Archivio delle lingue
perdute o in via di estinzione. È quello che gli studiosi
cercano di fare interpretando le lingue scomparse da
molto tempo. «Se preserveremo anche poche informazioni
su un idioma estinto — dice ancora Campbell — avremo le basi per ricostruire relazioni e connessioni andando
indietro nel tempo di migliaia di anni, grazie anche alla
comparazione e unione di dati di carattere archeologico e
storico e un grande aiuto può arrivare dal database elettronico, che sarà lo snodo fondamentale per condividere le
informazioni e il primo passo per mettere al sicuro quel
che ci resta delle lingue a rischio» (Cristina Nadotti, Un
archivio delle lingue perdute: “Solo le grandi sopravvivranno”, in La Repubblica, 5 novembre 2009).
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Il primo clamoroso caso di lingua ricostruita è stata
l’interpretazione dei geroglifici egiziani risalente al
1822, da parte del francese Jean-François Champollion che, studiando e confrontando le iscrizioni della
celebre Stele di Rosetta, gettò le basi per conoscere la
lingua parlata dai faraoni e quindi la Storia dell’antico
Egitto. La difesa delle lingue minori si fa sostenendo le
iniziative atte a mantenerle in vita con il favorire scuole e sostegni alle pubblicazioni con il concorso di organismi internazionali come appunto l’Unesco. In Italia
e in Svizzera abbiamo l’esempio del ladino, parlato da
poche decine di migliaia di persone, che viene tuttavia
sostenuto e incoraggiato dallo Stato. In Italia abbiamo
ancora l’esempio della lingua albanese parlata in 34
centri della Calabria, che finalmente ha diritto a contributi per le pubblicazioni e per la ricerca linguistica.
Si è dimostrato invece errato chiudersi alle novità, impedendo i neologismi e lo studio di lingue che permettono di comunicare con il maggior numero possibile di
persone. Cosa ne sarebbe dell’India se non fosse stata
unificata linguisticamente dall’inglese prima ancora
che politicamente? Bisogna poi prendere coscienza
che le lingue seguono lo sviluppo socio-economico
delle Nazioni che le parlano. Così l’inglese è stato imposto non solo dall’espansione coloniale, ma anche
e soprattutto da quella commerciale dell’Inghilterra
e degli Stati Uniti d’America. Questo è anche il caso
del francese, soprattutto in Africa. Poi ci sono lingue
Marinus van Reymerswaele (1497-1541), Il collettore di tasse.
che s’impongono grazie alle grandi opere letterarie
espresse da poeti e scrittori che le parlano e che le usano per scrivere le loro opere. Le grandi lingue letterarie
restano importanti anche dopo la loro estinzione: questo, per esempio, è il caso del greco e del latino.
L’italiano, lingua della musica e del palato
La lingua è stata, attraverso i secoli, anche strumento
di dominio e non sono poche le Nazioni che, invase
dallo straniero, sono scomparse per sempre, come dice
Ignazio Buttitta, solo dopo aver perso la loro parlata.
Vale comunque sempre la regola che chi domina, chi
fa cultura, chi produce e inventa, impone anche la
propria lingua. Questo è anche il caso italiano. Già in
pieno Rinascimento, quando le Corti italiane erano il
centro di uno splendore culturale che si irradiava in
tutta Europa, la nostra lingua si imponeva, attraverso molti rivoli, sulle altre nei più disparati settori delle
attività umane. La lingua italiana era allora favorita
perché quello splendore culturale era la diretta conseguenza dello sviluppo economico. Si era verificata
allora, come sempre nella storia dell’uomo, «la legge,
che afferma», come sostiene lo storico svizzero William
Martin, «non darsi cultura senza benessere».
Ecco, il benessere è alla base della fortuna di una lingua. Perché solo con il benessere si crea e quindi si
impone anche la propria lingua. Le Signorie, la Chiesa,
le Corti e i ricchi Comuni italiani, tra il XV e il XVIII
secolo, furono centri di grandi avvenimenti culturali,
dove gli artisti potevano creare le loro opere grazie
al mecenatismo di principi amanti della cultura. Fu
in quelle Corti e in quelle Chiese che si svilupparono
l’architettura e la pittura, ma soprattutto furono gettate le basi di un nuovo modo di fare musica. Furono gli
Italiani, per primi, a inventare i nuovi termini musicali
e a imporli quindi agli altri. La lingua italiana è ancora
oggi considerata la lingua di quella musicalità che ancora affascina la gente di altre lingue. A livello internazionale essa è, e resterà sempre, la lingua della musica.
I termini “allegro”, “vivace”, “veloce”, “andante”, “piano” si
usano in tutto il Mondo. Se si aggiunge che pressoché
tutta l’opera lirica è “italiana”, è di diritto che la nostra
sia considerata «la lingua della musica». Per questo da
tutto il Mondo si va ancora in Italia a studiare l’Opera.
Un altro settore dove l’Italia ha sempre operato bene e
ha saputo imporre la sua lingua è quello gastronomico. Dalle Corti italiane, divenute centri di alta cucina,
l’arte culinaria si è diffusa negli altri Paesi. Già in pieno
Rinascimento l’arte della pasta italiana aveva conquistato la Francia, perché, come tante altre «mode» italiane, era stata introdotta a Parigi dopo il matrimonio
di re Enrico II con Caterina dei Medici (1519-1589),
che si era fatta raggiungere a corte da uno stuolo di
cuochi toscani, che introdussero alcuni termini della
cucina italiana. La Francia, a sua volta, è riuscita poi
a imporre al Mondo tante invenzioni culinarie, tra cui
basta ricordare: potage, crêpe, croquette, entrecôte, gratin,
julienne, menu, mousse, omelette, paillard.
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Marinus van Reymerswaele (1497-1541), Il banchiere.
Il primato commerciale
Ogni qualvolta ha inventato qualcosa di nuovo e di
valido in campo culinario, l’Italia è riuscita poi a imporre i rispettivi nomi al resto del Mondo. Pizza, panettone, mozzarella, cappuccino, espresso, spaghetti, maccheroni, lasagne, risotto, gnocchi, polenta, salame, mortadella
e, tra le ultime, “panna cotta” e “tirami su,” si chiamano
così in tutto il Mondo, perché sono parole accolte nelle altre lingue senza tradurle. Anche il cinema italiano,
nei momenti di grande splendore, ha saputo coniare
e imporre termini come “dolce vita” e “paparazzi”. Lo
stesso vale anche per i prodotti agricoli “brevettati” e
lanciati sul mercato dagli italiani, come “tarocco” per
varietà di arancia e “radicchio” per varietà di cicoria,
tanto per ricordarne un paio.
Spesso i cultori del nostro idioma lamentano il fatto
che la lingua italiana si stia imbastardendo per l’assorbimento di vocaboli stranieri in predominanza inglesi.
È un trend che avrà comunque i suoi limiti. Ed è inutile voler tradurre nella nostra lingua vocaboli che sono
il frutto di tipiche creazioni di altre lingue, si cadrebbe
nel ridicolo dei nostri futuristi quando, per preservare la purezza del linguaggio, vollero approntare un
glossario per la versione italiana di termini importati,
giungendo a tradurre “bar” in “quisibeve”, il “cognac”
diventò “arzente”, e addirittura “Louis Armstrong” fu ribattezzato “Luigi Braccioforte”, e così via, senza contare l’imposizione di nomi italiani nella toponomastica
dell’Alto Adige.
Prima ancora che nella musica la lingua italiana si era
imposta nei commerci e nelle transizioni bancarie di
tutta Europa. E questo perché, tra la fine del Medioevo e per tutto il Rinascimento, i commercianti e i fi-
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nanzieri italiani vantarono un indiscusso primato. Essi
non erano i soli a commerciare e a prestare denaro su
vasta scala. Anche in Inghilterra, nelle Fiandre, nei Paesi Bassi e in molte città della Francia e della Germania
c’erano negozianti all’ingrosso e banchieri importanti,
ma gli Italiani erano quelli più razionalmente organizzati e quindi più progrediti nella tecnica, nel diritto e
nella contabilità commerciale. Il loro successo era dovuto anche al fatto che, fino alla scoperta dell’America
(1492), essi avevano l’esclusiva di vendita in tutta Europa dei «prodotti orientali»: spezie, seta, allume, ecc.
A differenza degli altri Stati, in Italia, con le Repubbliche marinare prima e i Comuni e le Signorie dopo, accanto all’agricoltura si era sviluppata una nuova e più
redditizia fonte di ricchezza: il commercio, che richiedeva grossi investimenti e quindi maneggio di somme
ingenti. Accanto a quella dei commercianti nacquero
allora le figure dei banchieri che, con il tempo, cominciarono a esercitare una forte influenza sulle vicende
politiche delle città e degli Stati. Erano infatti i ricchi
banchieri veneti, lombardi, piemontesi e soprattutto
toscani che concedevano i prestiti ai Consigli cittadini,
alle Signorie, ai principi, ai Comuni, ma anche ai privati che potevano ipotecare loro possedimenti. Il tasso
di interesse variava, tra il 7 e l’8% per la propria città
e il 30 e 40% annuo per i sovrani e i prestiti marittimi,
a seconda, dunque, dell’ente o della persona e soprattutto del rischio che il prestito comportava. Tra il XIII e
il XVI secolo, i banchieri italiani con le loro filiali sparse in tutta Europa accumularono immense ricchezze,
finanziando non solo i commerci ma addirittura anche
intere campagne di guerre.
Banchieri, usurai, cambiavalute,
esattori e assicuratori
Poiché gli affari sono affari, i banchieri italiani in Europa non finanziarono solo i commerci e le grandi imprese, come appunto le guerre e le opere pubbliche,
ma si trasformarono in usurai, in assicuratori, in cambiavalute, in esattori, gestori di monti di pietà, in operatori di borsa, spesso consorziandosi. Il loro successo
era dovuto anche al fatto che avevano inventato una
nuova forma di pagamento che evitava il trasporto e
il trasferimento materiale di grosse somme di denaro
con la semplice sottoscrizione di una «lettera di credito» pagabile al portatore. Già in una missiva di un
banchiere toscano del 18 marzo 1390 a una sua filiale
di Ancona, si legge: «Pagherete a chi vi portasse questa
lettera, duecento fiorini d’oro ungheresi o in altra valuta a
sua scelta... datevi da fare per contentarlo in tutto o in parte e, se gliene date parte, scrivete su questa lettera quello
che gli date, acciocché quelli di Roma ne siano avvertiti e
quindi gli paghino la parte restante di ciò che ha avuto in
Ancona. Chiunque di voi lo pagherà, si faccia restituire la
somma a Firenze da Guido di messere Tomaso».
Sin dal XIII secolo banchieri italiani erano presenti
anche in Svizzera, a Basilea, a Berna e a Zurigo, e la
loro presenza è testimoniata anche dalla toponomastica cittadina con le Lamparterstrasse, cioè via dei
Lombardi, nome con il quale si intendevano allora
tutti gli Italiani. Lo stesso nome del luogo per la compravendita di titoli, di certificati rappresentativi di un
credito oppure di merce che era ancora in viaggio da
paesi lontani, prese nome da una facoltosa famiglia di
banchieri italiani. Fu infatti a Bruges, ricca città commerciale delle Fiandre, dove, agli inizi del Cinquecento, i mercanti e i banchieri si davano appuntamento
per concludere le loro transazioni, che fu coniato il
termine Borsa, dal nome del proprietario del palazzo
davanti al quale si riunivano, sulla cui facciata erano
scolpite tre borse, lo stemma dei Van Der Bourse, o
meglio dei Della Borsa, storica famiglia di banchieri
veneziani.
Con le scoperte geografiche, il grosso dei commerci
si spostò dal Belgio verso i grandi porti dell’Olanda
e soprattutto sulla piazza di Anversa, dove, nel 1531,
sull’esempio di Bruges fu istituita la prima vera e propria Borsa. Seguita subito dopo dalla Beurs di Amsterdam. Particolare curioso: tra le prime merci trattate
dalle borse olandesi ci furono anche i tulipani, molto
richiesti in tutta Europa, il cui prezzo avrebbe prima
raggiunto cifre rilevanti e poi sarebbe crollato fino al
massimo del 10% del valore massimo scambiato nel
pieno della cosiddetta «bolla speculativa».
I banchieri italiani, spesso associati tra loro, furono anche i primi grandi assicuratori di grosse partite di merci. Da un documento dell’Archivio di Stato di Firenze,
datato 25 luglio 1455, sappiamo che «Piero e Giovanni
di Cosimo dei Medici... e Angelo di Jacopo Tani hanno fatto
insieme una società per trafficare nella città di Bruges in
Fiandra».
I due principi di Casa Medici erano «d’accordo col
predetto Angelo che egli dovrà fare un’assicurazione nei
riguardi delle lane, dei panni e delle altre mercanzie, che
per conto della società dovranno affrontare un viaggio per
mare... Solo se le navi saranno fiorentine o veneziane, egli
potrà correre il rischio di fare un’assicurazione limitata».
L’italiano commerciale nel neerlandese
È stato soprattutto in Olanda che gli Italiani hanno
lasciato profonde tracce linguistiche in campo commerciale e finanziario. Johanna Adriana Maria (José)
de Brujin-van der Helm ha compiuto una sua approfondita ricerca sul profilo storico-linguistico dell’influsso lessicale italiano sul neerlandese, i cui risultati
sono stati pubblicati in Merce, moneta e monte. Termini
commerciali italiani attestati nei testi neerlandesi dei secoli XVI e XVII, Utrecht 1992.
Si tratta di una tesi di laurea di oltre 200 pagine che
esamina, con il rigore scientifico di opere del genere:
le interferenze linguistiche e i prestiti diretti e indiretti
dell’italiano, come lingua divulgatrice, sul neerlandese, come lingua ricevente, passando per le lingue mediatrici. La ricerca non si ferma solo al linguaggio mercantile, alla tecnica del cambio e al sistema bancario,
ma spazia oltre prendendo in considerazione anche
gli influssi dialettali, i toponimi diventati appellativi, le
parole di origine orientale.
La quantità dei testi commerciali ha imposto una delimitazione a un periodo cronologico e a un ambito
semantico ben determinati.
Di particolare importanza sono i testi delle tante lettere commerciali nelle quali il neerlandese e l’italiano,
o meglio: ora il toscano ora il veneziano, si fondono
insieme, facendo sottintendere che mittenti e destinatari conoscessero bene le due lingue, che nelle frasi si
Marinus van Reymerswaele (1497-1541), I due doganieri.
invertono e si integrano a vicenda. Spesso anche due
neerlandesi, scrivendo tra loro, usano intercalare, per
meglio intendersi, frasi commerciali in italiano.
Dopo aver delineato gli aspetti generali delle parole
mutuate dall’italiano nel neerlandese nel periodo preso in esame, e lo sfondo storico su cui queste parole si delineano, l’autrice ne espone un lungo elenco,
esaminandole sinteticamente una per una. La lista
comincia con le preposizioni “a”, “al”, che vengono
preposte al nome del creditore nel libro giornale contabile, e “per” usata in più accezioni; “addi, adi, adii,
adj, ady”, usati come giorno, precedono le date (esempio “addi, 24 Febr.”); “aggio, agio, dagio, lagio”, ma anche
dal veneziano “lazo”, a indicare maggior valore di una
moneta nei confronti di un’altra; “arrivo salvo” per indicare recapito sicuro; “in avanso, ad avanzo” per guadagno; “banco” per bottega di cambiavalute; “baratto”
per scambio di merci; “blanco” per foglio non scritto o
formulario non compilato; “brutto” per peso con tara;
“capitale” per la parte principale di un patrimonio in
denaro; “conto” per partita di dare o avere; “compagnia”
per società commerciale; “corent, corrente, correnti” per
circolazione di monete e cambi; “corso” per valore corrente delle monete; “credito” per fiducia commerciale,
solvibilità; “crudo” per greggio; “debito” per somma
che si deve pagare; “deposito” per somma custodita in
banca; “limito” per ultimo prezzo o per termine che
non si può e non si deve superare; “netto” per libero da
ulteriori detrazioni; “resto” per ciò che rimane; “ristorno” per stornare; “saldo” per pareggio tra le entrate e
le uscite; “sconto” per diminuzione sul prezzo; “tariffa”
per prezzo stabilito.
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L’ASPI: Associazione svizzera
dei professori d’italiano
di Donato Sperduto*
In questi ultimi anni i mass media svizzeri (dal Tages
Anzeiger al Bund, dalla Radio della Svizzera tedesca alla
Radio della Svizzera italiana, ecc.) si sono occupati con
una certa regolarità dell’insegnamento della lingua
italiana nelle scuole svizzere, purtroppo soprattutto
per evidenziare lo stato non molto roseo in cui versa
l’insegnamento dell’italiano in vari licei della Svizzera tedesca. È da considerare come emblematico il caso
del Canton San Gallo, che ad inizio 2011 voleva abolire l’insegnamento della lingua italiana come opzione
specifica nei suoi licei – per risparmiare annualmente
soltanto 250’000 franchi. Anche in quell’occasione l’impegno dell’ASPI si è fatto sentire. Così, il 21 febbraio, il
Consigliere di stato san gallese Kölliker mi ha scritto:
«Ihr Schreiben vom 25. Januar 2011 habe ich zur Kenntnis
genommen. Sie setzen sich darin für das Beibehalten des
Schwerpunktfachs Italienisch an unseren Gymnasien ein.
Wir können Ihnen heute mitteilen, dass der Kantonsrat am
15. Februar 2011 entschieden hat auf die Streichung des
Schwerpunktfachs Italienisch zu verzichten. Das Schwerpunktfach wird also weiterhin angeboten». Come presidente dell’ASPI, ho particolarmente apprezzato l’esito
felice della vicenda san gallese.
Ma che cosa o chi si nasconde dietro la sigla ASPI?
L’Associazione svizzera dei professori d’italiano (ASPI,
in tedesco VSI, sito internet www.professoriditaliano.ch)
è membro a titolo di associazione affiliata della Società svizzera degli insegnanti delle scuole secondarie
(SSISS, in tedesco VSG, sito internet www.vsg-sspes.ch).
Possono essere soci dell’ASPI tutti gli insegnanti di lingua italiana (L2), in attività o a riposo, che lavorano nel
secondario I o II.
L’Associazione esiste dal 1995 e persegue i seguenti
scopi: a) incrementare l’insegnamento della lingua e
della letteratura italiana in Svizzera; b) promuovere i
contatti con le autorità cantonali e federali (l’Associazione si propone di fare da portavoce agli insegnanti
presso le autorità); c) incoraggiare i contatti e gli scambi
tra insegnanti d’italiano L2 dei diversi cantoni e coordinare i loro sforzi di collaborazione.
Per il raggiungimento dei suoi scopi l’ASPI organizza
attività di formazione, corsi di aggiornamento in Italia
e in Ticino destinati ad ampliare gli orizzonti culturali
e didattici degli insegnanti, e cura la pubblicazione di
un bollettino annuale destinato ai soci (Lo Zibaldello).
Il Comitato ASPI attuale è composto da Donato Sperduto (presidente), Angela Cherubini-Mazza (segreta-
ria), Valeria Sulmoni Vaissade e Marina Fossati (responsabili per l’aggiornamento), Barbara Wangler e Ursula
Jäger (delegate), Rosanna Margonis-Pasinetti (redattrice), Walter Diana (tesoriere), Gianna Moretto (revisore
dei conti). Al Comitato spettano lo studio preliminare
dei problemi posti dall’insegnamento della L2 nella
Confederazione, la rappresentazione presso le autorità
e il mantenimento dei contatti con altre associazioni e
con enti e istituti pubblici o privati.
Se si vuole che il numero di liceali che vogliono imparare l’italiano nei licei svizzeri aumenti, urge una linea
programmatica per la salvaguardia e la diffusione della lingua italiana non solo da parte dell’Associazione
svizzera dei professori d’italiano, ma altresì della Svizzera italiana e dei rappresentanti dell’italianità in Svizzera. Stiamo per dar vita a progetti concreti e giornate
di studio miranti a rafforzare la situazione della lingua
italiana in Svizzera. Il primo passo è stato compiuto
organizzando un incontro con il Consigliere di stato
Gabriele Gendotti e il direttore della divisione scuola
del DECS Diego Erba, che ha avuto luogo il 4 marzo a
Bellinzona, nel quale l’ASPI si è assicurata la disponibilità di fondo da parte del Canton Ticino a sostenere le
misure di promozione dell’italiano in Svizzera e dello
scambio di informazioni fra la Svizzera italiana e chi
rappresenta l’italiano a nord delle Alpi. L’auspicio è che
anche le istituzioni italiane presenti nella Confederazione remino energicamente in questa direzione.
*Presidente ASPI
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L’ESULE ILLUSTRE
Francesco De Sanctis
e la cultura italiana
di Mattia Lento
Il 27 e il 28 ottobre, presso la sede principale
dell’università di Zurigo in Rämistrasse 71, si
terrà un importante convegno internazionale dal
titolo “Francesco De Sanctis. Identità e rappresentazioni dell’Italia unita”.
La Cattedra di italianistica (UZH), Il Seminar für Filmwissenschaft (UZH), la Cattedra De Sanctis (ETH), la Società
Dante Alighieri, Il Filmpodium di Zurigo, il Comune di
Morra De Sanctis e l’Associazione Morresi Emigrati hanno unito gli sforzi per organizzare questa due giorni di
studi dedicata a uno dei massimi intellettuali italiani d’epoca risorgimentale. In occasione del centocinquantesimo
anniversario dell’Italia Unita era infatti importante riportare l’attenzione su quegli uomini che contribuirono a costruire il retroterra culturale che diede impulso al processo
d’unificazione nazionale.
Del De Sanctis sono fondamentali gli studi sui grandi autori della tradizione letteraria nostrana, le sue riflessioni
estetiche e soprattutto il grande sforzo storico-critico della
Storia della letteratura italiana. Un’opera di fondamentale importanza che imporrà un nuovo modo di fare critica
letteraria. Questo saggio, inizialmente pensato come strumento pedagogico, non si presenta come una successione
di biografie di scrittori illustri, bensì come un’analisi del
contesto storico, culturale e morale che fece da sfondo alla
nascita delle maggiori opere della letteratura italiana. Lo
scrittore non è rappresentato più come un’anima eccezionale avulsa dalle coordinate spazio-temporali, quanto
piuttosto come un essere umano che vive nel proprio tempo e se ne fa, in un modo o nell’altro, specchio. Con una
prosa scevra da pedanterie, il De Sanctis alterna magistralmente l’affresco storico-culturale all’analisi minuziosa di
alcuni testi fondamentali.
Gli ideali del Risorgimento
L’italianista campano non si limita soltanto all’attività intellettuale ma, come tante altre personalità di primo piano della cultura italiana del tempo, aderisce attivamente
alle battaglie risorgimentali. Nel 1848 partecipa con alcuni allievi napoletani ai moti di protesta. Dal 1850 al 1853
trascorre un periodo di prigionia presso le prigioni borboniche di Castel dell’Ovo, prima di essere espulso definitivamente dalle autorità borboniche. Rifugiatosi a Torino,
De Sanctis non riesce comunque a ottenere una cattedra
ed è costretto a insegnare presso scuole private. Le sue
conferenze gli danno lustro, ma la Torino moderata non è
pronta per le idee di questo letterato seguace di Mazzini.
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All’estero si accorgono di lui ed è così che De Sanctis lascia
l’Italia per tentare miglior sorte oltre confine. É ingaggiato dal Politecnico federale di Zurigo, presso la cattedra di
Letteratura Italiana che ancora oggi conserva il suo nome.
Dal 1856 al 1860, anni di permanenza nella città elvetica,
De Sanctis approfondisce ulteriormente le proprie conoscenze sui grandi scrittori della nostra tradizione, perfeziona il metodo critico e tiene lezioni e conferenze d’importanza fondamentale. Gli anni zurighesi saranno vissuti
dal De Sanctis come una sorta di esilio e non pochi sono
i documenti che attestano le sue difficoltà nella città elvetica. Tuttavia, saranno anni anche pieni di stimoli culturali,
in una città che in quell’epoca è rifugio di molti intellettuali, con biblioteche molto rifornite, custodi di documenti
originali d’immenso valore.
Il programma della conferenza aprirà proprio con alcuni
interventi dedicati agli anni di soggiorno a Zurigo del critico, a cui faranno seguito contributi dedicati a Carlo Cattaneo e altri esuli italiani in Svizzera. A moderare questo
ultimo gruppo di lavori ci sarà l’ex segretario del Partito
Popolare ed ex ministro Gerardo Bianco, conterraneo e
attento studioso del De Sanctis. La prima giornata sarà
chiusa da una proiezione, presso la sala cittadina del Filmpodium (h. 18.15), delle pellicole del muto Anita Garibaldi
(1910) e Inferno (1911). La visione dei film farà da supporto
agli interventi dedicati ai rapporti tra cinema delle origini
e identità nazionale che chiuderanno la conferenza il secondo giorno, ma sarà altresì un momento fondamentale
per riscoprire due perle della grande tradizione cinematografica italiana. Gli organizzatori hanno deciso, infatti,
di dedicare uno spazio anche alla settima arte. Tutto ciò
per sostenere l’idea che il De Sancits ebbe un ruolo fondamentale non solo per le lettere ma per la cultura tutta.
Fondamentale per la cultura tutta
Il suo pensiero, infatti, grazie alle riletture di Croce e soprattutto di Antonio Gramsci rimarrà vivo anche nel Novecento, e anche la critica cinematografica progressista del
secondo dopoguerra sembrerà subirne il fascino. I lavori
della conferenza si limiteranno ai primi anni del ventesimo secolo, ovvero al cinema delle origini italiano. Un tipo
di cinema che, pur non venendo meno alla natura da attrazione da fiera destinata al popolo, cercherà comunque
di costituirsi come collante culturale e politico della nazione, rifacendosi alle idee del De Sanctis. Il cinema delle
origini sembra fungere, infatti, sostituendo o affiancando
la letteratura, da scuola patriottica e civile.
Esemplare il caso dell’Inferno della Milano Film, uno dei
primi lungometraggi della storia del cinema, un’opera
il cui sforzo produttivo non ha niente da invidiare agli
odierni blockbuster. Il capolavoro dantesco, tanto amato
dal critico, diviene strumento per propagandare l’idea di
un sentimento italiano che esisteva ben prima dell’Unità,
le cui origini linguistiche e culturali risalgono almeno al
Basso Medioevo, se non oltre. La pellicola riprende i punti salienti dell’itinerario infernale e, pur configurandosi
come essenzialmente pedagogica, non rinuncia agli effetti
spettacolari e visionari del cinema coevo. Il poema dantesco, l’espressionismo e l’eccesso dell’Inferno, mediati dalle
celebri illustrazioni di Gustave Doré, sembrano aderire
naturalmente all’estetica della cosiddetta“cinematografiaattrazione”.
Anche Anita Garibaldi, film meno ambizioso girato da
Mario Caserini, può essere considerato uno dei capolavori
del nostro muto. Si tratta di uno dei molti film dedicati
a protagonisti del Risorgimento, comunque originale nel
dare risalto a una donna. Il regista era consapevole che
ad affollare le sale era soprattutto il pubblico femminile
e per rendere più efficace il messaggio pedagogico scelse
di puntare proprio sulla compagna del rivoluzionario. La
narrazione è semplice e organizzata per quadri che mostrano momenti della vita della donna, dall’incontro con
Giuseppe Garibaldi in Sud America fino alla morte avvenuta nel ravennate. La due giorni di lavori e la serata al
Filmpodium permetteranno, ne siamo sicuri, di restituire
l’immagine di un grande uomo di cultura dell’Ottocento
e di approfondire ulteriormente il nostro passato risorgimentale. L’anniversario dell’Italia Unita, al di là della retorica patriottarda, si riconferma un’occasione di riflessione
importante sulla nostra Storia, sulla nostra cultura e sulla
nostra identità di popolo.
Convegno internazionale
Francesco De Sanctis
Identità e rappresentazioni
dell’Italia unita
27 e 28 ottobre 2011
Università di Zurigo
Rämistrasse 71
aula KO2-F-152
GIOVEDÌ 27 OTTOBRE 2011
VENERDÌ 28 OTTOBRE 2011
9.00: Apertura del convegno e indirizzi di saluto
LETTERATURA E IDENTITÀ NAZIONALE
9.15: Prof. Dr. Claudio POGLIANO (Visiting Prof. Cattedra Francesco
De Sanctis, ETHZ)
©7DOHODVFLHQ]DWDOHODYLWDª6XOUHDOLVPRVFLHQWLÀFRGL'H6DQFWLV
FRANCESCO DE SANCTIS A ZURIGO
9.30: Prof. Dr. Giorgio FICARA (Fondazione De Sanctis e Univ. di Torino)
Che cosa ha da dirci De Sanctis
9.45: Prof. Dr. Maria Serena SAPEGNO (Univ. di Roma “La Sapienza”),
«L’Italia dee cercar se stessa».
La Storia di De Sanctis tra essere e dover essere
10.00: Prof. Dr. Renato MARTINONI (Univ. di San Gallo)
Cultura e gossip. Von Heiligen a Zurigo
10.30: Prof. Dr. Em. Ottavio BESOMI (ETHZ)
Dalle lezioni zurighesi alla Storia della letteratura italiana
11.00: discussione
GLI ESULI ITALIANI IN SVIZZERA E L’UNITÀ D’ITALIA
14.30: Dott. Giuseppe TINÈ (Univ. di Siena)
Liberalismo e bonapartismo nel De Sanctis, esule a Zurigo
10.15: discussione
11.00: Prof. Dr. Amedeo QUONDAM (Univ. di Roma “La Sapienza”)
Nascita e Storia di una Nazione
11.30: Dr. Alessandro BOSCO (UZH),
De Sanctis, Manzoni e il sogno di una «letteratura nazionale
moderna»
12.00: discussione
15.00: Prof. Dr. Em. Carlo MOOS (UZH)
Carlo Cattaneo in Ticino negli anni di De Sanctis a Zurigo
CINEMA E IDENTITÀ NAZIONALE
15.30: Prof. Dr. Elisa SIGNORI (Univ. di Pavia)
Esuli risorgimentali e fuorusciti antifascisti in Svizzera.
Echi e rispecchiamenti
14.30: Prof. Dr. Elena DAGRADA (Univ. di Milano),
/DÀOPRWHFDLQFDWWHGUD5LVRUJLPHQWRHLGHQWLWjQD]LRQDOH
nel cinema italiano delle origini
15.00: Dr. Giovanni LASI (Univ. di Bologna),
«Onorate l’altissimo poeta»: l’Inferno della Milano Films
16.00: discussione
16.45: Conclusioni (On. Prof. Gerardo BIANCO)
15.30: Prof. Dr. Giorgio BERTELLINI (University of Michigan),
“Educare ed istruire” con il cinema muto italiano:
una storia americana
CINEMA ITALIANO DELLE ORIGINI
18.15: FILMPODIUM (Nüschelerstrasse 11): Anita Garibaldi (Mario
Caserini, 1910) - Inferno (Francesco Bertolini, Adolfo Padovan,
Giuseppe De Liguoro; 1911)
16.00: discussione
16.45: Conclusioni (Prof. Dr. Tatiana CRIVELLI, UZH)
INFORMAZIONI: [email protected] - TEL.: +41 (0)44 634 35 77
Cattedra di Letteratura Italiana
Seminar für Filmwissenschaft
Cattedra De Sanctis
Società Dante Alighieri
Zurigo
Città di Zurigo
la
Comune di Morra De Sanctis
Associazione Morresi Emigrati
Rivista
n. 10 Ottobre 2011
49
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pp 300; € 17,50
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pp. 240; € 17,50
È il 25 dicembre, fa già caldo alle sette
del mattino e una nuova giostra sanguinaria si prepara. Ma nulla di tutto questo oramai importa. Ora il Maestro ha
finalmente un motivo per rimanere in
vita. 2092. Venezia – ricostruita da una
multinazionale di Pechino dopo una
terribile onda alluvionale – è la perversa
Las Vegas della decadenza europea. In
un clima africano, una folla di nuovi ricchi vi accorre per concedersi ogni vizio
e, soprattutto, per assistere alle lotte tra
gladiatori. Piazza San Marco è, infatti, trasformata in un’arena: il Colosseo
del terzo millennio. Mentre le Nazioni
si dissolvono, il carnevale si avvicina e
i padroni cinesi preparano lussi sfrenati
e spettacoli crudeli. Intanto, gli ultimi
veneziani, ai quali è stata interdetta la
riproduzione, vivono confinati in un
ghetto, piegati e derelitti. Nessuno
sembra più volersi sottrarre alla violenza e alla lussuria di questo bordello
della fine dei tempi. Eppure, perfino in
questo parco giochi orwelliano, ci sono
due uomini in rivolta che si levano contro l’orgia del potere.“Il Maestro”, guida
dei nuovi gladiatori, e Spartaco, il suo
allievo. L’antica via dei ribelli li condurrà alla città delle donne. Antonio Scurati
torna all’ispirazione degli esordi con un
romanzo visionario. Una grande avventura epica, smisurata e furibonda, che
fa i conti con la nostra crisi narrando di
uomini in marcia dentro e contro l’onda distruttrice della storia. Un libro non
solo ambientato nel futuro ma rivolto al
futuro, a quella speranza di vita che sorge solo nel senso della lotta.
Ce li hanno dipinti così, i professori
precari di oggi: arrendevoli, menefreghisti e incompetenti. Invece sono
bravi e arrabbiati. Finalmente un romanzo ce li racconta senza indulgenza
o pregiudizi, per mostrarci come, in
reazione alle ingiustizie di una scuola pubblica che sta cadendo a pezzi,
scoppieranno – è solo questione di
tempo – l’indignazione, la protesta.
Perché Emma, ventotto anni, ha lasciato Napoli per lavorare in una classe a
Torino. Non avrebbe voluto: le mancano una città e un amore di nome Gianni. Anziché insegnare latino si trova a
seguire il caso di Andrea, un ragazzo
autistico che reagisce con violenza alla
cattiveria di alcuni professori.
E intorno a lei vede solo la rassegnazione di chi accetta contratti impossibili o di chi, arreso, scappa all’estero.
Con stupore Emma si renderà conto
che è proprio il suo ragazzino pieno di
problemi a insegnarle che non bisogna
più accettare i ricatti di questo Paese.
Contro le crisi di Andrea, infatti, la famiglia le ha suggerito di ricorrere all’iguana, suo immaginario totem personale: se l’iguana non vuole, quella cosa
non si fa. Evocare l’animale serve a
renderlo innocuo fino a quando, però,
il ragazzo non si trattiene più e sfoga
la sua rabbia. Così, a fine anno, quando su tutti si abbatterà una serie di ingiustizie pubbliche e personali, Emma
maturerà l’idea che un dio in forma
d’iguana sarebbe d’accordo nel punire
subito i colpevoli di un’Italia che non
funziona più. Lei è pronta a seguirlo.
Antonio Scurati (Napoli 1969) è ricercatore alla IULM di Milano e coordina il
Centro studi sui linguaggi della guerra e
della violenza. Editorialista della “Stampa”, ha scritto numerosi saggi i romanzi
Il sopravvissuto, con cui ha vinto la XLIII
edizione del Premio Campiello, Una storia romantica (2007, Premio SuperMondello). Il Bambino che sognava la fine del
mondo (finalista al Premio Strega 2009).
Giusi Marchetta nata nel 1982, da
Napoli si è trasferita a Torino dov’è
insegnante di sostegno al liceo. Ha
pubblicato le raccolte di racconti Dai
un bacio a chi vuoi tu (Terre di mezzo),
con la quale nel 2007 ha vinto il Premio Calvino, e Napoli ore 11 (Terre di
mezzo, 2009). Questo è il suo primo
romanzo.
Baldini Castoldi
Le paludi pontine sono terra di città nuove, «trionfali» e desolate, che
nessun turista visitava fino a ieri.
Sono un alveare di contadini, gente
che parla in romanesco e ricorda in
veneto, spediti lì dal Duce – quello
«buono», quello che mieteva il grano – a bonificare stagni e pantani.
Che poi, mica la voleva, lui, Littoria.
Lui si accontentava di qualche borgo rurale, perché gli italiani sono un
popolo di agricoltori. Ma alla fine ci
si è affezionato, e anche ora che si
chiama Latina il suo fantasma ci si
aggira sempre, di notte, a bordo d’un
rumorosissimo Guzzi 500-Falcone
Sport. Controlla che tutto vada bene
e che la gente del posto non combini
troppi casini. Perché «di là» vogliono caricarlo pure dei peccati loro. In
fondo è a causa sua che abitano quel
brandello di Lazio. Perfino il sindaco
è un uomo suo. Ai tempi lo avevano
nominato federale, «federale facente
funzioni» a essere precisi, e adesso
che una classifica del Sole 24-ore ha
piazzato Latina fra le peggiori città
del Paese, per migliorarne l’immagine ha partorito un’idea folgorante:
i trapianti di cuore. I trapianti sono
una cosa ultramoderna e si fa una
grandissima figura, sostiene. E c’è
infine Palude che ne ha bisogno, Palude che quando era ancora in forze
ti alzava con una mano sola, se non
stavi zitto. Adesso ha il cuore stanco. Peccato solo che sia un operaio
rosso e comunista. Ma non importa,
è deciso: il trapianto si farà. Per procurarsi un donatore basta in fin dei
conti spargere una latta d’olio sopra
la Pontina. Anche se a volte, insieme
al cuore, al trapiantato cambia pure
l’anima…
Antonio Pennacchi è nato a Latina
(1950). Autore di romanzi e saggi, nel
2010 con Canale Mussolini (Mondadori) ha vinto il Premio Strega.
I diritti del romanzo sono stati venduti
in tutto il mondo. Collabora a Limes.
la
Rivista
n. 10 Ottobre 2011
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“la libertà non è una cosa che si può ricevere in regalo. Si può vivere in un paese di dittatura ed esser liberi: basta lottare contro la dittatura.
Anche sotto la dittatura, l’uomo che pensa con la propria testa, è un uomo libero (…)”
La libertà come impegno
di Paolo Gir
La libertà può essere definita come lo stato di vita del
singolo, di un gruppo e di una società politica dopo un
atto o una serie di atti di liberazione da una situazione
di coercizione, di dittatura o comunque di privazione
delle possibilità e delle necessità di sviluppo e di svolgimento di un essere vivente.
La libertà si presenta, dunque, come effetto di una volontà di vita per cui il vivente è in grado di progredire
sulla via assegnatali dalle sue doti di esistenza.
Ciò premesso, lo stato di libertà non è un regalo a chi
esiste, ma il risultato di una fatica e di una lotta; la sua
attuazione dipende da un sentimento e da una mentalità sita nell’individuo: cioè nella sua volontà e nel suo
dovere di compiersi come condizione del suo divenire
e del suo senso di vita.
Questa volontà e questa fede nella libertà può esistere
anche in una situazione di illibertà e di limiti imposti
da un sistema politico-sociale di negazione delle libertà
richieste. L’essere liberi dipende dalla costituzione del
nostro io più profondo e segreto.
Nel dramma Ed egli si nascose, Ignazio Silone fa dire:“la
libertà non è una cosa che si può ricevere in regalo. Si può
vivere in un paese di dittatura ed esser liberi: basta lottare
contro la dittatura. Anche sotto la dittatura, l’uomo che
pensa con la propria testa, è un uomo libero (…)”. Prima
di attuarsi in condizione di fatto, la fede nella libertà
deve accendersi nello spirito. Soltanto a tale condizione
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essa è in grado di farsi reale e di agire nella coscienza di
una società umana degna di una simile qualità.
La sua radice deve affondarsi in una coscienza etica per
cui diventi motivo di un compito: il compito della lotta
per la liberazione. È per l’atto di liberazione che la libertà mantiene un suo vigore spirituale, senza decadere in un mezzo di sola utilità economica.
Il seguente pensiero di Benedetto Croce può servire ad
illustrare ulteriormente quanto ora affermato: “Chi desidera in breve persuadersi che la libertà non può vivere
diversamente da come è vissuta e vivrà sempre nella storia
di una vita pericolosa e combattente, pensi per un istante a
un mondo di libertà senza contrasti, senza minacce e senza
oppressioni di nessuna sorte; e subito se ne ritrarrà inorridito come dell’immagine , peggio che della morte, della
noia infinita” (da: Filosofia, Storia, Poesia - Riccardo Ricciardi editore, Milano/Napoli, 1955).
Il testo di Croce qui riprodotto coincide con il fatto che
la libertà vive del suo paradosso. Vale a dire: senza una
continua posizione di vigilanza e di difesa – stagnando
– essa predispone il terreno e il clima per la dittatura e
per ogni genere di coercizione dell’operare umano. Radicali a tale proposito, sono le affermazioni del filosofo Monolaj Berdiaeff: “la libertà non è affatto facilità. La
libertà è difficile e pesante a portarla. La libertà non è un
diritto, è un dovere” (da: Il regno di Cesare e il regno dello
spirito, Delachaux & Nestlé, Neuchâtel/Paris, 1951).
Carnet
A Pippo pollina il premio Giacosa 2011
Dopo il premio Peppino Impastato a Cinisi e quello Lunezia in Toscana ecco un’altro riconoscimento per l’attività
artistica di Pippo Pollina.
Lo scorso 11 settembre a Colleretto nel torinese il musicista di origini siciliane, stabilmente residente a Zurigo, ha ricevuto il premio GIACOSA, istituito in memoria del leggendario librettista delle opere di Puccini.
Premi Balzan 2011: Agli onori storia,
filosofia, biologia e cosmologia
La fondazione Balzan ha annunciato i quattro vincitori
degli omonimi premi 2011. Vanno a un ricercatore polacco, a un irlandese, a un americano e a un anglo- americano. I premi saranno consegnati il 18 novembre a Berna.
L’87.enne filosofo polacco Bronislaw Baczko, che fra il
1974 e il 1989 ha insegnato all’università di Ginevra, ha
ricevuto il riconoscimento per gli studi sull’illuminismo.
Nel campo della storia antica greco-romana è stato premiato il lavoro di Peter Brown, un irlandese attivo all’ateneo di Princeton (USA) «per i suoi eccezionali
contributi all’interpretazione storica della tarda antichità».
L›americano Russell Lande ha ottenuto il riconoscimento nell›ambito della biologia teorica e della bioinformatica «per il contributo pionieristico allo sviluppo e
all’applicazione della biologia teorica della popolazione».
L›ultimo premio, per lavori in cosmologia, è andato a
Joseph Silk (USA/GB) della John Hopkins University di
Baltimore (USA) «per il lavoro pionieristico sulle prime fasi
evoluzionistiche dell’Universo».
Renato Martinoni a Zurigo il 19 ottobre
Il prof Renato Martinoni sarà ospite a Zurigo il prossimo
19 ottobre 2011, alle ore 19°° all’Università di Zurigo
(Rämistrasse 71, aula KOL-F-109 per la presentazione
dei volumi Troppo poco pazzi. Leonardo Sciascia nella libera
e laica Svizzera (Leo S. Olschki editore, 2011) e La lingua
italiana in Svizzera (Salvioni, 2011). Moderazione: Dott.
Piero A. Di Pretoro, Direttore Istituto Italiano di Cultura
di Zurigo. Interverrà nella discussione il Prof. Nunzio La
Fauci, ordinario di Linguistica italiana all’Università di Zurigo Durante la manifestazione verranno proiettate alcune
interviste televisive di Leonardo Sciascia.
Rassegna cinematografica
del cinema italiano
Anche quest’anno l’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo propone, in collaborazione con Cinélibre, l’associazione svizzera dei circoli del cinema e dei cinema senza scopo di lucro,
con l’associazione romana Made in Italy, e con il patronato
dell’Ambasciata d’Italia in Svizzera, la rassegna Cinema italiano, un ciclo di film italiani in prima visione in Svizzera.
La tournée iniziata lo scorso 25 settembre, con date diversificate per ogni città, farà tappa, al 30 dicembre 2011, nelle
seguenti città: Basilea, neues Kino; Berna, Cinématte; Biel,
Filmpodium; Coira, Kino Apollo / Kino Center; Frauenfeld,
Cinema Luna; Ilanz, Cinema Sil Plaz; Lucerna, Stattkino;
Soletta, Kino im Uferbau; San Gallo, Kinok Cinema; Winterthur, Filmfoyer; Zurigo, Filmpodium
Questi i film in cartellone:
Fortapàsc, di Marco Risi (2009), con Libero De Rienzo,
Valentina Lodovini, Michele Riondino.
Generazione mille euro, di Massimo Venier (2009), con
Alessandro Tiberi, Valentina Lodovini, Carolina Crescentini, Francesco Mandelli, Paolo Villaggio.
Mar nero, di Federico Bondi (2009), con Ilaria Occhini,
Dorotheea Petre, Corso Salani, Vladimir Ivanov.
Questione di cuore, di Francesca Archibugi (2009), con
Kim Rossi Stuart, Antonio Albanese,
Micaela Ramazzotti, Paolo Villaggio.
L’uomo nero, di Sergio Rubini (2009), con Sergio Rubini,
Valeria Golino, Riccardo Scamarcio,
Fabrizio Gifuni, Margherita Buy.
Cinque film di registi di diverse fasce generazionali: voci
diverse, temi differenti, prospettive anche fra loro lontane, ma un comune impegno nel dare un ritratto serio e
rigoroso, realistico e non evasivo, dell’Italia e degli italiani
d’oggi. I cinque registi affrontano temi tutti attuali, ben
presenti e molto sentiti nella vita italiana d’oggi. Programma completo sul sito www.cinema-italiano.ch.
Retrospettiva Luchino Visconti
al Filmpodium di Zurigo
Dal 3 ottobre al 15 novembre , il Filmpodium della città di
Zurigo propone una retrospettiva dedicata al regista italiano Luchino Visconti. Tutti i film sono in versione originale con sottotitoli. Il programma dettagliato sul sito www.
filmpodium.ch
Questi i titoli in programma:
Ossessione (1943, I/f, 130‘)
con Clara Calamai, Massimo Girotti, Dhia Cristian
La terra trema (1948, I/d, 160‘)
Con gli abitanti del paese di Aci Trezza
Bellissima (1951, I/d/f, 115‘)
con Anna Magnani, Tina Apicella, Walter Chiari
Senso (1954, I/d,126‘)
con Alida Valli, Farley Granger, Massimo Girotti
Le notti bianche (1957, I/d/f, 106‘)
con Maria Schell, Marcello Mastroianni, Jean Marais
Rocco e i suoi fratelli (1960, I/d, 165‘)
con Alain Delon, Renato Salvatori, Annie Girardot
Il lavoro (episodio da Boccaccio’70) (Italien 1962, I/f, 46‘)
con Romy Schneider, Tomas Milian, Romolo Valli
Il Gattopardo (1963, I/d ,186‘)
con Burt Lancaster, Claudia Cardinale, Alain Delon
Vaghe stelle dell‘orsa (Sandra) (1965, I/d/f, 105‘)
Lo straniero (1967, I/d/f, 104‘)
con Marcello Mastroianni, Anna Karina, Bernard Blier
Morte a Venezia (1971, E/d/f, 134‘)
con Dirk Bogarde, Björn Andresen, Silvana Mangano
Ludwig (Italien 1972, I/d/f, 235‘)
con Helmut Berger, Romy Schneider, Trevor Howard
L‘innocente (1976, I/d/f, 129‘)
con Giancarlo Giannini, Laura Antonelli
Nell’ambito del convegno «Identità e rappresentazioni
dell’Italia unita» (vedi pag. 48-49) il 27 ottobre alle 18.15
verranno proiettati: Anita Garibaldi (Mario Caserini,
1910) - Inferno (Francesco Bertolini, Adolfo Padovan, Giuseppe De Liguoro; 1911).
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n. 10 Ottobre 2011
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NEL CENTENARIO DELLA NASCITA: MAX FRISCH A LOCO FINO AL 30 OTTOBRE
“Volevamo braccia,
sono arrivati uomini”
(AugOr) - È l’accorata frase di Max Frisch, uno dei più
profondi ed importanti scrittori svizzeri, pronunciata
quasi 40 anni fa quando l’emigrazione era già un problema preoccupante. Mi ritorna in mente mentre mi aggiro
nelle stanze del Museo Onsernonese di Loco visitando
la Mostra Marx Frisch Berzona. Un’esposizione didatticodocumentaristica bilingue (italiano e tedesco) razionale ed
elegante nell’allestimento grafico che permette per mezzo
di immagini, documenti audiovisivi ed estratti di scritti di
Frisch ed altri scrittori ed artisti di rinverdire la memoria e
di approfondire la conoscenza del personaggio Max Frisch
nella sua dimensione letteraria ed umana in rapporto con
il mini universo rurale del villaggio onsernonese. La valida
e ben frequentata esposizione che commemora il centenario della nascita dell’autore di Homo Faber, è stata organizzata dal Museo di Loco in collaborazione con il Max
Frisch- Archiv della biblioteca del Politecnico federale di
Zurigo ed è stata curata da Maria Rosaria Regolati, Gian
Pietro Milani e Charles Suter.
Questa frase dolorosa e greve di significato e solidarietà
umana sarà stata forse pronunciata proprio a Berzona,
villaggio attiguo a Loco, dove nel 1964 lo scrittore zurighese aveva acquistato una casetta nella quale risiedeva
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n. 10 Ottobre 2011
saltuariamente poiché soggiornava prolungatamente a
Berlino, a New York e nel suo appartamento di Zurigo. La
constatazione dell’architetto scrittore però riguarda anche
Loco in quanto l’onsernonese è terra di emigrati e conosce anche, in particolare a partire dai primi decenni del
XX secolo un movimento di immigrazione temporanea o
duratura di persone appartenenti a gruppi socioculturali
diversi: personaggi vicini al Monte Verità di Ascona, la cerchia della Barca ospite dei coniugi Valangin-Rosenbaum a
Comologno, le comunità neorurali, esponenti della cultura
come Max Frisch, Alfred Andresch e Golo Mann a Berzona. Negli scorsi anni il Museo onsernonese ha documentato gli aspetti di questo fenomeno immigratorio con manifestazioni e mostre tematiche (L’Arca d’Onsernone, Terra
di rifugio e di ispirazione).
Anche Max Frisch considerava la valle un rifugio: lo confidò alla rivista La Voce onsernonese, dicendo di sentire il bisogno della casa di Berzona come luogo nel quale potersi
estraniare da tutto. E- nonostante egli non intrattenesse
contatti intensi con gli abitanti – gli Onsernonesi erano
orgogliosi di questo famoso ospite e lo nominarono cittadino onorario di Berzona, il minuscolo villaggio di 82
abitanti immerso nei boschi che con il paesaggio naturale
dell’Onsernone rimase fino alla sua morte un elemento
centrale della sua vita e della sua produzione letteraria.
Proprio a Berzona Frisch ammaliato dalla natura e dal paesaggio ha ambientato il racconto L’uomo nell’Olocene opera in cui affronta con intensità il tema della vecchiaia e della morte. Egli morì nel 1991 a Zurigo, poco prima del suo
ottantesimo compleanno. Le sue ceneri furono disperse e
a Berzona rimane oggi la casa e una stele commemorativa
sul muro del cimitero.
È proprio a Berzona che nel 1973 incontrai per un’intervista Max Frisch. Il suo libricino incendiario Guglielmo Tell
per le scuole aveva fatto nascere notevoli polemiche. L’incontro fu interessante e piacevole. Lo scrittore si dimostrò
affabile e ottimo conversatore anche in italiano. Attraverso
la lunga l’intervista scoprii un autore di grande sensibilità
sociale, acuto indagatore dell’animo umano e scrutatore
della società contemporanea. Le sue opere e la sua vita
si caratterizzano per una caleidoscopica varietà di forme
esistenziali e di mondi. La mostra permette di osservarli da una nuova prospettiva, presentando la vita di Frisch
a Berzona sullo sfondo della storia personale e delle sue
opere letterarie. Berzona fu anche il laboratorio letterario
e rifugio privato al quale fu legato fino alla morte. Lui che
aveva scelto come motto della sua vita il vivere per scrivere
e lo scrivere per vivere. Accanto allo scrivere il Max Frisch
di Berzona predilesse la riflessione, le amicizie e l’amore.
Infatti, qua nel 1968 il sindaco Giuseppe Filippi celebrò il
suo matrimonio con Marianne Oellers.
Max Frisch Berzona al Museo onsernonese di Loco fino al
30 ottobre da mercoledì a domenica dalle 14.00 alle 17.00
FINO AL 20 NOVEMBRE ALLA FONDATION PIERRE GIANADDA A MARTIGNY
Claude Monet, il pittore
che seppe toccare l’intangibile
di Augusto Orsi
Nel 2010, Monet au Grand Palais, che in 21 settimane aveva contato 913mila visitatori, era stata
la mostra dell’anno. Completa ed esaustiva aveva
attualizzato in tutto il suo splendore l’immagine
di questo maestro dell’Impressionismo. La Fondation Pierre Gianadda di Martigny con la sua
esposizione Monet au Musée Marmottan et dans
les collections suisses, rappresenta un’eccellente
godevole sorpresa, che ha tutti i presupposti per
superare il successo della mostra di Vincent Van
Gogh del 2000 e ascriversi come il must della
Fondation vallesana sia per numero di visitatori,
sia per copertura mediatica.
Gran folla nel regno delle ninfee, una mostra splendida in
colori e sensazioni profonde che incantano. Tele impressioniste di grande richiamo, ritratti realisti, la figura umana
è presente solo in tre tele naturalistiche molto espressive
(Portrait de Poly, Portrait de femme e autoportrait) e tuffi nella natura: mare, (Tempête sur la côte de Belle-île, dalle acque
impetuose dal blu grigiastro) e campi verdeggianti. Qua
si può toccare l’erba, accarezzare i variopinti ed estasiarsi
innanzi a grandi stagni di lussureggianti ninfee. Giverny
è onnipresente. Cattedrali e Torre di Londra, evanescenti
metafisiche impressioni di luce che si scioglie nelle tinte.
La storica mostra del Gran Palais nel 2010 era “Il tutto Monet nell’arco di una vita”. Questa di Martigny ha saputo cogliere“fior da fiore”e darci il meglio di ogni serie mettendo
giustamente l’accento sulle ninfee che dominano. Monet
è un paesaggista stupendo che celebra l’acqua, quella della Seine, ma anche del mare, quello di Normandia che lui
aveva tante volte scrutato.
Questa è la mostra del Grande Claude per tutte le stagioni: ancora il mare e le spiagge della sua terra da Trouville a
Rouen e il cambiamento di stagioni, Autunno in Normandia e giochi di luci a Parigi. Ci vorrebbero ore per vedere
tutto e cogliere dettagli e sfumature e immergersi nelle indicibili atmosfere impressionistiche, oppure contentarsi di
una visita sommaria, succinta, cercando di immagazzinare
il massimo di luci, colori e tinte e poi rivederli nel film della
memoria facendo rivivere con calma ricordi e stati d’animo, forse con il supporto di immagini in catalogo.
La splendida ed imperdibile esposizione si avvale di un
esaustivo catalogo di 326 pagine corredato di testi informativi e critici interessanti, riccamente illustrato con immagini di tutte le opere in esposizione.
Volendo dare a Cesare quel che è di Cesare bisogna anche ricordare che il giorno dell’inaugurazione della mostra Monsieur Léonard Gianadda, fondatore e infaticabile
ed oculato animatore della Fondazione è stato insignito
da parte del Presidente della Repubblica francese a commendatore della Légion d’honneur, il più alto titolo onorifico francese.
Champs de coquelicots près de Vétheuil, 1879, olio su tela
(Collezione E. G. Bührle, Zurigo)
La maison dans les roses, 1925-1926, olio su tela.
MONET au Musée Marmottan et dans les collections suisses alla Fondation Pierre Gianadda (Martigny) fino al
20 novembre 20011. Tutti I giorni dalle 9.00 alle 19.00
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Rivista
n. 10 Ottobre 2011
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forza: compliance ed efficienza. Inoltre, il sistema Ambit è stato integrato con funzionalità CRM
che facilitano una più efficace interazione tra consulenti e clienti. Ad oggi, più di 70 banche private
utilizzano questo software, che si è rivelato essere molto flessibile ed affidabile, riuscendo a
soddisfare un sempre crescente numero e una complessità di richieste da parte dei loro clienti.
Migrate su Ambit Apsys entro pochi mesi.
Parliamone insieme. Telefono 022 929 83 00.
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© 2010 SunGard
Trademark information: SunGard, the SunGard logo, and Ambit Apsys are trademarks or registered trademarks of SunGard Data Systems Inc. or its
subsidiaries in the U.S. and other countries. All other trade names are trademarks or registered trademarks of their respective holders.
Benchmark
di Nico Tanzi
La più grande rivoluzione: basta con le rivoluzioni
Cosa insegna “Non Google+”
Lo scontro fra apocalittici e integrati, che un
tempo litigavano sulla televisione o sulla cultura di massa in generale, prosegue nei nostri
giorni con un nuovo oggetto del contendere:
internet, e in particolare i social network. Da
un lato vissuti e accettati senza troppe remore
come una componente ormai imprescindibile
della vita quotidiana.
Dall’altro detestati, fino a volte a demonizzarli, per la massiccia ingerenza (di fatto)
nei ritmi, nelle abitudini e nella vita privata.
In effetti l’euforia collettiva che circonda i social network tende a nasconderne gli aspetti
meno esaltanti e più problematici. Due, fra
mille altre, le principali obiezioni di fondo.
La prima è legata al rischio, che domina gran
parte del web 2.0, di “negare la natura biologica
della persona” per privilegiare una concezione
dell’uomo visto come “una sorta di macchina
astratta fatta di immortale informazione, e non
più come una creatura incasinata, corporea e
mortale”. È il punto di vista (tratto dal libro Tu
non sei un gadget, Mondadori), di Jaron Lanier,
pioniere della realtà virtuale già negli anni ’80
e oggi fortemente critico verso la cultura dominante in rete. La seconda obiezione ha a
che vedere con la metamorfosi del “vecchio”
web, centro nevralgico della libertà digitale, in
un territorio chiuso in cui le regole non sono
più condivise bensì stabilite dai colossi: come
Facebook, che impedisce l’uso dei dati al di
fuori della sua piattaforma, e Apple, che guida
il passaggio da un web ad accesso libero verso
il dominio delle applicazioni chiuse – le cosiddette “app”. Al di là dei dibattiti più o meno
riservati agli addetti ai lavori, però, nell’universo stesso del web capita sempre più spesso
di ascoltare voci anche pesantemente critiche
verso la facilità con cui, nell’arco di pochi anni,
più o meno tutti ci siamo lasciati colonizzare
dalla cultura dei social network (e di Facebook
in particolare). E così l’ingresso nell’arena di
un temibile concorrente di Facebook, Google+
(che si legge plas) è stato salutato dal gruppo
College Humour con una parodia del video
ufficiale di lancio. Uno spot di un paio di minuti facilmente rintracciabile in rete, in cui si
magnificano le lodi dell’ultimo social network:
“Non Google+”. Ecco la traduzione del testo,
un concentrato in poche righe delle tesi di
quanti di Facebook e dintorni proprio non ne
vogliono sentir parlare.
“Probabilmente avete già sentito parlare di Non
Google+, la nuova piattaforma di social networking. Ma ce ne sono già così tante! Ecco perché noi
abbiamo creato “Non Google+”. Entrare è facile:
prima di tutto, non iscrivetevi a Non Google+;
quindi, non invitate i vostri amici ad iscrivervi a
Non Google+. Loro a loro volta risponderanno non
invitando i loro amici a iscriversi a Non Google+,
e così presto nessuno sentirà alcun bisogno o desiderio di unirsi a Non Google+. Così tutti potremo
continuare a vivere la nostra vita. In Non Google+
nessuno trascorrerà delle ore a dividere amici e conoscenti in cerchie, né ad aggiornare la bacheca.
E non dovrai preoccuparti di paddles, hangouts o
di capire che diavolo questi termini vogliano dire.
Di fatto, Non Google+ non richiede neanche un
minuto per imparare a usarlo. Chiunque sia vivo
ha già fatto anni di esperienza! Sei già un esperto,
nell’uso di Non Google+! Non Google+ garantisce
un livello di privacy maggiore rispetto a qualsiasi
altro social network. Non devi scaricare nessuna
app sul telefonino, non devi preoccuparti di Foursquare e Thumbler, non avvertirai nessun bisogno
insicuro e compulsivo di fare refresh, e non contribuirai in nessun modo alla paura irrazionale di
perderti qualcosa di fondamentale. Non Google+
fa tutto questo semplicemente grazie a qualcosa
che tecnicamente non esiste nel mondo fisico. Nessuno mai riceverà quattordici inviti ad un “one
woman show” su un sito web che non esiste. Ma
soprattutto, tu sei già un membro di Non Google+!
Per continuare ad esserlo, semplicemente continua
a non iscriverti a Google+. Mangia una fetta di
anguria, pulisci il tuo bagno, gioca a palla con
quella piccola bambina al parco! Come membro di
Non Google+, già godi di tutti i vantaggi di Non
Google+. È così facile! Se hai usato altri prodotti,
come assolutamente-non-GoogleWave, e che-dioci-scampi-da-GoogleBus, e ti fermi qui, finalmente capirai come noi che la più grande rivoluzione
nei social network consiste nel fatto che non ci
sia più nessuna rivoluzione nei social network!
Non Google+: perché ce n’è già abbastanza.”
la
Rivista
n. 10 Ottobre 2011
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Ernst & Young,
il vostro partner
competente per:
Assurance
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Legal
Transactions
Advisory
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Sequenze
di Jean de la Mulière
MARGIN CALL
di J. C. Chandors
LE HAVRE
di Aki Kaurismäki
Incentrato su 8 personaggi chiave all’interno di una banca di investimenti, il film si esaurisce in un lasso di tempo
di 24 ore, durante le prime fasi della crisi finanziaria del
2008 alla vigilia del crack della Lehman Brothers.
Diretto da un regista esordiente J.C. Chandor, ma con
un cast di stelle (Kevin Spacey ,Jeremy Irons, Paul Bettany e Demi Moore), ha per protagonista positivo Eric
Dale (Stanley Tucci) l’analista di bilancio che scopre che
qualcosa non quadra nei conti della banca e perciò viene licenziato. È solo l’antefatto di una lunga notte della
finanza a Manhattan, vissuta in cronaca diretta: alla fine
di una insonne nottata al sorgere dell’alba scoccherà il
fallimento della finanziaria, dove i tre top manager senza
scrupoli lavorano. Addio a incarichi, stipendi da nababbi
e bonus da capogiro. Un ritratto autentico e coraggioso
di come l’industria economico-finanziaria e le decisioni
prese da pochi possano influenzare globalmente il futuro
di tutti noi.
In un periodo di suspense finanziaria come quello attuale il cinema americano indipendente riscopre la denuncia sociale, una funzione espressa in modo non estemporaneo negli anni Settanta, raccontandola in forma di
thriller.
Marcel Marx, un ex scrittore rinomato e bohemien, volontariamente si trasferisce in esilio nella città portuale
di Le Havre, dove la sua professione onorevole, ma non
redditizia, di lustrascarpe, gli dona la sensazione di essere più vicino alla gente. Mantiene viva la sua ambizione
letteraria e conduce una vita soddisfacente nel triangolo
formato dal pub dell‘angolo, il suo lavoro e sua moglie
Arletty, quando il destino lo mette contemporaneamente
di fronte a due novità di segno opposto: la scoperta che
Arletty è malata gravemente e l‘incontro con Idrissa, un
ragazzino immigrato dall‘Africa, approdato in Francia in
un container e sfuggito alla polizia. Con l‘aiuto dei vicini
di casa e la pazienza di un detective sospettoso ma non
inflessibile, Marcel si prodiga per aiutare Idrissa a passare
la Manica e raggiungere la madre in Inghilterra.
Non c‘è nostalgia romantica, in Le Havre. C’è invece
un’affermazione sognante e politica al tempo stesso, che
si rivela in un finale aperto alla speranza e, al tempo stesso, e ammantato di consapevole malinconia. Perché se
Kaurismäki racconta come far del bene faccia miracoli,
racconta anche che trovare qualcuno che faccia del bene,
oggi, è raro quanto un miracolo.
LA PIEL QUE HABITO di Pedro Almodovar
Robert Lédgard è un affermato chirurgo che, però, nasconde un segreto. Il dottore, infatti, conduce sottobanco degli esperimenti sulla pelle umana, a scapito di una
sola cavia, nei confronti della quel nutre sentimenti di
vendetta. Nel momento stesso in cui prova ad uscire allo
scoperto, il suo superiore lo mette in guardia: il rischio di
oltrepassare i limiti della bioetica sono troppi. In realtà,
però, questo suo presunto eccesso di sincerità non è poi
così onesto. Nei panni di un perverso, inquietante e violento dottor Frankestein, la sua creazione ha già raggiunto
il suo ultimo stadio. Oramai non si può tornare più indietro. La differenza, rispetto al celeberrimo personaggio di Mary Shelly, è che il risultato dei suoi esperimenti
non è frutto di alcuna profanazione di tombe. Quanto
alle motivazioni che lo spingono a fare ciò che fa, anche
qui intercorrono delle differenze sostanziali. La Piel Que
Habito è film particolare. Una storia estrema, che sfiora
questioni davvero delicate, nonché attualissime. Senza
prendersi eccessivamente sul serio, ma senza nemmeno
sminuire certe tragedie che attengono tanto alla scienza
quanto all’umano essere. Il tutto, operando un’introspezione condotta in maniera decisamente riuscita.
la
Rivista
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HSBC Private Bank (Suisse) SA
Accesso privilegiato ai mercati emergenti ?
I nostri contatti sono anche i vostri.
Quando uno dei nostri clienti ha deciso di aprire un’attività in Asia, gli abbiamo
presentato i nostri team di specialisti di Hong Kong. Grazie a questi referenti
bancari in loco, la sua impresa è oggi quotata alla Borsa di Hong Kong.
In Svizzera, HSBC Private Bank conta oltre 2000 collaboratori,
dedicati alla gestione patrimoniale per clienti svizzeri ed internazionali.
Ovunque nel mondo, oltre che a Ginevra, Zurigo, Lugano, St. Moritz e Gstaad.
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Diapason
di Luca D’Alessandro
J-AX - MEGLIO PRIMA (?) (Sony Music)
J-Ax non è un personaggio dai suoni armoniosi e testi mielosi, è uno che
dice quello che pensa, che disapprova le norme lanciando un appello contro le conformità sociali. In Meglio Prima (?) si oppone alle tradizioni della
domenica (Domenica in Coma), alla gente che esce in pelliccia per andare
in chiesa, all’obbligo di dover mettersi a riposo la sera ad un certo orario
per evitare il rischio di trovarsi fuori ritmo per il lavoro del giorno dopo, a
quello di dover subire spettacoli televisivi come La domenica italiana per dimenticare i propri rancori … in breve: di spegnere la testa e di navigare nei
programmi con dei contenuti ebeti. Prima di lanciare Meglio Prima (?) J-Ax
ha concluso la sua breve collaborazione con Neffa. Nel 2010 insieme hanno
pubblicato un album dal titolo Due di Picche che nella loro community ha
reso più di 30’000 copie vendute. Sarà in grado J-Ax di ripetere questo successo con il suo debutto da solista?
IL VOLO (Sony Music)
Ignazio, Piero e Gianluca con le loro voci da tenore hanno dato vita nuova
al cantautorato italiano, rinfrescandolo con la straordinaria abilità delle voci.
Si muovono tra la musica classica e quella pop, tra i brani internazionali e le
tradizioni napoletane. Nonostante la giovane età – tra i 16 e i 17 anni – i tre
ragazzi brillano con una performance matura, attirando l’attenzione di produttori famosi, quali Tony Renis e Humberto Gatica, quest’ultimo coinvolto
nella produzione dei grandi dischi di Celine Dion, Michael Jackson e Elton
John. Il Volo hanno firmato il loro contratto presso la Sony Music USA e a
gennaio del 2010 collaborato come unici artisti italiani nell’iniziativa We are
the World for Haiti che comprendeva 85 artisti, quasi tutti di origine statunitense. In Italia ed in Olanda il trio si è aggiudicato premi rinomati, mentre
negli Stati Uniti viene denominato The next big thing. A proposito: i tre tenori
saranno sul palco del Kongresshaus di Zurigo il 19 novembre prossimo.
MARIO BIONDI - CHANGE OF SCENES (Schema)
La Schema Records, un’etichetta affiliata alla Ishtar in Via Mecenate di Milano, compie vent’anni. E nell’ambito di questo giubileo, Mario Biondi propone
un“cambio di scena”, the Change of Scenes, un album che fa riferimento ai brani degli album passati come Handful of Soul, che nel 2006 ha decretato il successo dell’artista di origine catanese. Il booklet di Change Of Scenes elenca due
brani inediti, A Little Piece Of My Life e But Not For You, che affiancano i dieci
brani noti che però per questa nuova pubblicazione sono stati rielaborati da
esponenti della musica jazz ed elettronica contemporanea; da dj e produttori
italiani ed europei, che si sentono legati alla Schema, quali Alessandro Magnanini, Dimitri From Paris, Luciano Cantone e Davide Rosa. Un album che
non solo sorprende gli amanti di Mario Biondi e il suo inconfondibile sound,
ma induce a chiedere se questa impronta elettronica sia temporanea, oppure
una “New Way” che caratterizzerà i suoi futuri lavori. Staremo a vedere.
MICHELE ZARRILLO - UNICI AL MONDO (Sony Music)
Alla ricerca della qualità artistica, quella delle armonie studiate a fondo, dei
testi riflettuti che vanno al di là delle semplici confessioni d’amore, Michelle
Zarrillo con Unici al Mondo da vita ad un album che a sei anni da L’alfabeto degli
amanti raduna dieci brani inediti, filosofici e pieni di emozione. Il cantautore di
origine romana ha consegnato alla storia della musica italiana canzoni immortali come Cinque giorni, L’Elefante e la farfalla, Una rosa blu e La notte dei pensieri,
e possiamo essere certi che grazie al suo nuovo CD, quest’elenco si estenderà.
Come produttore artistico di Unici al Mondo, Zarrillo stupisce per la “freschezza” espressa nei suoni e negli arrangiamenti, moderni e di grande impatto sonoro, non distanti dalle migliori produzioni, anche internazionali. Per quanto
riguarda i testi, Zarrillo si avvale della collaborazione di Giampiero Artegiani.
La Rivista sorteggerà tre copie del CD Unici al Mondo di Michele Zarrillo,
coloro che invieranno un’e-mail all’indirizzo [email protected] entro il 15 ottobre 2011.
la
Rivista
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INCONTRO CON IL MARCHESE LEONARDO DE’ FRESCOBALDI
Nel vino l’autenticità di un territorio
di Giangi Cretti
I numeri sono rivelatori: 700 anni, ovvero 30 generazioni dedite alla produzione di grandi vini
toscani, 5000 ettari di proprietà, oltre 1000 di
vigneti, nove tenute in Toscana e una distribuzione di qualità in oltre 65 paesi del mondo. Uno
stile Frescobaldi, che coniuga da sempre tradizione e innovazione. Con l’obiettivo di essere il
più prestigioso produttore toscano di vino, Frescobaldi crede nel rispetto del territorio, punta
sull’eccellenza delle proprie uve, investe in comunicazione e nella professionalità delle risorse umane. “Precisiamolo: 30 generazioni attive
nell’agricoltura, quindi, anche nella produzione
del vino. Però sono le ultime 2 che hanno fatto
del vino quello che oggi si direbbe il loro core
business”. Con questa puntualizzazione ha preso avvio la nostra chiacchierata con il Marchese
Leonardo de’ Frescobaldi, incontrato a Zurigo in
occasione di una cena di gala in cui i vini migliori della storica casa toscana sono stati proposti
in abbinamento con un menù speciale nell’ambito delle celebrazioni per il 75 anni dell’Hummer
& Austenbar dell’Hotel St. Gotthard. Cena alla
quale il Marchese è intervenuto personalmente
62
la
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n. 10 Ottobre 2011
per il rapporto di amicizia che da molti anni lo
lega alla famiglia Manz proprietaria, tra gli altri, anche dello storico albergo zurighese.
Ha le physique du rôle. O perlomeno quello che presumo essere la cifra distintiva di chi vanta nobili natali.
Che, più che nella morfologia, si esprime nell’eleganza
naturale del portamento e del modo di porgersi all’interlocutore. Condizionata da questa prima impressione
formulo la mia prima domanda.
Gli chiedo: c’è uno stile Frescobaldi? “Se intende che nel
corso di generazioni la famiglia ha saputo tramandare quei
valori di professionalità, quindi di ricerca della qualità, se
non dell’eccellenza, del rispetto del territorio e della sobrietà
nella comunicazione, le rispondo di sì”. Poi precisa che è
uno stile derivato e maturato dall’impegno con il quale
le varie generazioni hanno saputo superare anche difficoltà, che gli attuali discendenti hanno ereditato e fatto proprio affinandolo nella produzione del vino. Una
scelta, privilegiata già dal padre, ma che si è andata via
via definendo con la sua generazione (“nell’azienda siamo in 5 fratelli” mi dirà), creando un’azienda, che oggi
ha un valore rispettato e riconosciuto in tutto il mondo.
Una scelta che ha i suoi presupposti nella valorizzazione del territorio. Per certi versi, comprendendo l’importanza del legame che s’instaura fra il vitigno e il terreno
in cui cresce, i Frescobaldi sono stati i precursori della
politica dei crus, molto prima che in Francia questa si
rivelasse una strategia vincente.“Abbiamo saputo cogliere la tipicità dei territori riconoscendone la specificità, garantendo di conseguenza che i vini prodotti avessero una
loro autenticità espressa in un carattere riconoscibile”.“Diversamente – ammette il Marchese – produrremmo vini
che bene o male si assomiglierebbero tutti”.
Valorizzare le differenze
Così non è. Ciascuna Tenuta (“ne abbiamo 9 in Toscana”)
si è in qualche modo specializzata nella coltivazione di
determinati vitigni e di conseguenza nella produzione di vini di marcata tipicità. “Sostanzialmente il nostro
merito – confessa Leonardo Frescobaldi – è quello di
aver capito che sono la zona e il territorio che forniscono
uno specifico carattere al vino”. Detto con le parole degli
esperti: determinanti sono le caratteristiche pedoclimatiche. In questo modo, che consiste nella valorizzazione
delle differenze, si sono potute sviluppare con successo
le diverse Tenute, “perché non è facile commercializzare
tanti prodotti se questi si assomigliano tutti fra loro”.
Differenze che sono intenzionalmente sottolineate dal
fatto che ogni Tenuta – le più conosciute sono Nipozzano, Castelgiocondo, Luce della vite, Castiglioni, la
più antica, e L’Ammiraglia, la più nuova – ha una netta
identità, una sua organizzazione autonoma, agronomi
ed enologi propri; è un’espressione unica del proprio
territorio. Le sinergie vengono sfruttate nella comunicazione e nel marketing.“Oggi, anche per il vino si parla
di mercato globable, pertanto la commercializzazione deve
essere in grado di rispondere alle sollecitazioni di questo
nuovo scenario”.
Un mercato che dà qualche segno di crisi, ma per Frescobaldi, “tutto quello che abbiamo fatto negli ultimi anni
per affermare il nostro nome, ci viene ora ripagato in termini
di quote di mercato che stiamo guadagnando e di cifra d’affari in costante aumento. A dimostrazione che una buona organizzazione è fondamentale, soprattutto in tempi di crisi”.
Un mercato globale che per Frescobaldi si declina principalmente in Stati Uniti, Canada, Germania, Svizzera, Scandinavia a cui si affiancano i Paesi emergenti, la
Russia e l’Estremo Oriente. “La Gran Bretagna per i vini
italiani è un mercato difficile, fatto questo che deve esserci
di sprone”.
Si è detto di una produzione molto differenziata in termini di prodotto. Ma la diversità si rileva anche in termini di qualità.“Abbiamo diverse classi di vino. Quelli top,
esclusivi, nel senso di alto prestigio e di alta immagine, il cui
alto prezzo circoscrive anche le occasioni di consumo, hanno
un ruolo comunque trainante. Penso al Mormoreto un cru
della Tenuta di Nipozzano, che senza dubbio contribuisce a
consolidare l’immagine di tutta l’azienda aiutando anche la
commercializzazione di vini, comunque di qualità, ma non
altrettanto prestigiosi”.
L’appellativo di Supertuscan, utilizzata già da anni per
indicare vini toscani d’alta gamma, non lo convince
molto “è un po’ inflazionata ed io evito di usarla, anche se – ammette – circolata nel mondo, associata a grandi
vini, ha fatto molto bene all’immagine della Toscana”.
Non solo Toscana
Tutta la storia dei Frescobaldi è legata alla Toscana, al
suo territorio. Nel ’95, l’azienda si lancia in un pro-
getto che vede coinvolta anche una storica azienda
americana quella di Robert Mondavi. “È un progetto
comunque legato alla Toscana e Mondavi è di origine
italiana. Volevano investire in Toscana, ci hanno contattati
e abbiamo accettato con piacere, perché Mondavi è il nome
che ha dato blasone ai vini californiani. Oggi, quell’azienda, pur mantenendo il nome, è finita nelle mani dei una
multinazionale e forse è più attenta ai volumi che non alla
qualità. Resta il fatto che all’epoca della nostra collaborazione il prestigio era alto. Il progetto realizzato allora, Luce
della Vite, è stato ripreso completamente da Frescobaldi che nel frattempo ha acquisito anche l’Ornellaia a Bolgheri
- tant’è che ora è una delle nostre Tenute di punta nella
zona di Montalcino”.
Ma il Collio non è in Toscana. “Infatti, ormai siamo
presenti lì da ormai 11 anni. Anche in questo caso, siamo stati interpellati dal Barone Attems, che ci ha chiesto
se eravamo interessati ad entrare in società. Così è stato.
Quest’anno, in seguito alla morte del Conte, non essendo
l’unica erede intenzionata proseguire nell’attività , abbiamo acquistato anche le sue quote ed ora l’azienda è completamente nostra”.
E quando dice “nostra”, il Marchese Frescobaldi intende della famiglia. Infatti, il controllo di tutte l’attività
- compresa quella dei winebar aperti nell’aeroporto
di Fiumicino, a Firenze e a Londra, gestita dai nipoti - é nella mani della famiglia. “La nostra è un’azienda
completamente famigliare. Della mia generazione si era 7,
5 maschi e 2 sorelle. Un fratello è mancato e una sorella
ha chiesto che le fossero rilevate le quote. Siamo in 5, ciascuno detiene il 20%. Poi ci sono nostri discendenti, che
garantiscono la continuità. Anche perché per i nostri vini
c’è sicuramente un importante futuro.
Dopo anni in cui sul mercato si sono affacciati, destando
curiosità e interesse, i vini del ‘Nuovo Mondo’ - tutto sommato, fatte salve apprezzabili eccezioni, piuttosto simili, rotondi e fruttati, tendenzialmente muscolosi e avvanigliati
- mi pare che ci sia un ritorno ai vini del ‘Vecchio Mondo’,
che hanno una tipicità, un’eleganza, un’armonia e una
longevità che li rende unici”.
la
Rivista
n. 10 Ottobre 2011
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REGIONE CALABRIA
Internazionalizzazione come scelta
prioritaria e strategica
La crisi economica internazionale dell’ultimo triennio
ha ridotto ulteriormente l’incidenza della Calabria rispetto al valore complessivo dell’export nazionale. La
scarsa cooperazione interistituzionale, l’incapacità di
creare sinergie tra gli attori del sistema di promozione dell’export, ma soprattutto l’assenza, fino ad oggi,
di una visione chiara e di lungo periodo, in merito alle
strategie volte al rilancio in chiave internazionale del
sistema produttivo, hanno segnato negativamente il
percorso di apertura della Regione alle opportunità rappresentate dai mercati esteri.
Le imprese, disorientate dall’esistenza di una congerie
eterogenea di iniziative, coinvolte in progetti con scarse
ricadute in termini di sviluppo e crescita della competitività, hanno fino ad oggi sofferto profondamente la
carenza di un sistema di Governance regionale dell’internazionalizzazione.
In questo contesto, il rafforzamento della capacità istituzionale di gestione delle politiche per l’internazionalizzazione e l’avvio di un percorso condiviso con il territorio, costituiscono le priorità per la ripresa dell’economia
regionale; un rinnovamento fondato su una strategia in
grado di offrire risposte concrete, definendo strumenti
operativi/finanziari innovativi, selezionando gli ambiti
geografici/settoriali con le maggiori prospettive di sviluppo commerciale e produttivo sui quali concentrare le
risorse e l’impegno istituzionale.
Sulla base di queste considerazione, Fabrizio Capua Assessore ai Programmi speciali UE, alle Politiche Euromediterranee, alla Internazionalizzazione, alla Cooperazione tra i popoli ed alle Politiche per la pace – non ha
dubbi: “l’Internazionalizzazione, dunque, come scelta prioritaria e strategica per lo sviluppo del tessuto produttivo e,
più in generale, dell’intero territorio. Il Programma Calabria
Internazionale intende offrire quelle risposte che le imprese attendono da sempre, rimuovendo le criticità evidenziate
nelle analisi di contesto, attraverso una maggiore efficacia
ed efficienza dell’azione pubblica a supporto delle politiche
a sostegno delle imprese. Calabria Internazionale costituisce,
pertanto, il quadro unitario di riferimento delle strategie di
internazionalizzazione del ‘Sistema Calabria”, con l’obiettivo di contribuire a rafforzare in maniera durevole la competitività del sistema produttivo regionale”.
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Rivista
n. 10 Ottobre 2011
L’accordo di collaborazione fra Regione e CCIS
Su questi presupposti lo scorso mese di luglio è stato
siglato un accordo di collaborazione tra Regione Calabria e Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
(CCIS) allo scopo di estendere i rapporti commerciali
tra Calabria e Svizzera rafforzando così il sistema economico calabrese ed aumentarne il grado di internazionalizzazione.
La Confederazione, piccolo paese, ma grande mercato
di esportazione di prodotti italiani (quinto al mondo
alle spalle di Germania, Francia, USA, Spagna, avendo
superato di recente il Regno Unito) consente, infatti,
un più agevole inserimento di prodotti di nicchia e ad
alto valore aggiunto ed è molto sensibile alla varietà
dell’offerta turistica italiana.
Un più intenso rapporto con il tessuto produttivo calabrese e con la relativa offerta territoriale, può quindi
favorire l’inserimento dei prodotti della regione nella
rete distributiva elvetica e l’aumento dei flussi turistici
in entrata dalla Svizzera in Calabria, generando quindi
effetti virtuosi sul ciclo economico della regione.
L’accordo siglato si concretizza in una serie di attività
già programmate per l’ultimo quadrimestre del 2011.
Esse si articoleranno in seminari di preparazione al
mercato alimentare svizzero per le aziende esportatrici
e produttrici della Calabria, colloqui individuali di consulenza commerciale per suggerire delle strategie di approccio alla distribuzione svizzera, una presenza fieristica presso Igeho 2011, fiera che si tiene ogni due anni a
Basilea e specializzata nel comparto alimentare, attività
di comunicazione funzionale al successo delle iniziative
commerciali sia a mezzo stampa che online, la realizzazione di incontri istituzionali, per intensificare i rapporti
di collaborazione tra i due territori, facendo anche la
leva dell’emigrazione calabrese in Svizzera come canale
di inserimento dei prodotti tipici della regione peninsulare, la fornitura costante di contatti commerciali di
importatori e committenti svizzeri ad aziende calabresi
che ne faranno richiesta ed infine la fornitura costante
di utili informazioni di mercato di carattere economico,
legislativo, sanitario, fiscale e doganale.
PROMOZIONE DI PRODOTTI REGGINI
PER IL MERCATO SVIZZERO
A tavola con gli Dei
Su incarico della Camera di Commercio di Reggio Calabria, la CCIS organizza tra il 1° ottobre ed il 13 novembre
2011 una promozione di prodotti tipici reggini in Svizzera tramite l’inserimento degli stessi nei menù di 5 ristoranti e nell’assortimento di un punto vendita alimentare specializzato in prodotti italiani. Nel punto vendita
saranno venduti come singoli prodotti e fatti degustare
sotto forma di aperitivi italiani per la clientela. Le aziende reggine coinvolte saranno circa 25, opportunamente
selezionate da un importatore svizzero, specializzato in
prodotti tipici e specialità regionali italiane che lo scorso
mese di luglio si è recato a Reggio Calabria per operare
la selezione dei fornitori.
L’iniziativa si propone come obiettivo quello di far giungere sul mercato svizzero solo prodotti selezionati dalla ristorazione di qualità, prodotti cioè che abbiano la
possibilità di essere venduti e distribuiti con successo al
grande pubblico. Le iniziative promozionali rivolte direttamente alla ristorazione hanno un valore soprattutto se
realizzate a sostegno di prodotti nuovi ancora poco introdotti sul mercato per i quali è necessario creare nuovo
interesse e nuova domanda per indurre la distribuzione
all’acquisto.
L’iniziativa si inserisce nel contesto di una più ampia collaborazione tra Camera di Commercio di Reggio Calabria e Camera di Commercio Italiana per la Svizzera che
dura ormai dal 2007 e che si pone come obiettivo quello
di mettere il territorio della Provincia di Reggio al centro
del mercato svizzero, generando flussi turistici in entrata
e maggiori esportazioni.
Qui si possono gustare…
Ristorante Pizzeria La Campana
Luzernerstrasse 19
6330 Cham
Telefon 041 780 27 60 E-Mail [email protected]
Ristorante Lindenhof da Rocco
Luzernerstr.9
6343 Rotkreuz
Telefon 041 780 27 60
E-Mail [email protected]
Ristorante Lindenhof da Rocco
Sinserstrasse 114
6330 Lindencham
Telefon 041 783 00 02
E-Mail [email protected]
Ristorante Delmonico
Hopfenstrasse
8045 Zürich
Telefon 044 450 55 88
E-Mail [email protected]
www.restaurant-delmonico.ch
Hotel Schwan und Taverne
19 Zugerstrasse 9 Am Schwanenplatz
8810 Horgen
Telefon 044 725 47 19
E-Mail [email protected]
www.hotel-schwan.ch
e qui si possono comprare i prodotti
di Reggio Calabria in Svizzera:
Commercio al dettaglio:
salottino gmbh
Seestrasse 158
8810 Horgen
Telefon 044 683 20 22
E-Mail [email protected]
www.salottino.ch
Importatore/Onlineshop:
sapore autentico GmbH
E-Mail [email protected]
www.saporeautentico.ch
la
Rivista
n. 10 Ottobre 2011
65
Slow Food Market Svizzera: 150 espositori, scoprire,
assaggiare, degustazioni, presto-presto, dibattiti sul piacere,
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Carlo Petrini, programma per i bambini, salmone, laboratori
del gusto, fast food, carne secca, qualità, giusto, mmm ! ...
presentato da
... formaggio d’alpeggio, mosto, tentazione, torrone, buono,
McDonalds, laboratorio, pane, salsicce, caffè, cioccolato,
cucinare, ooo!, l’acquolina in bocca, qualità, malsano, miele,
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L’Alto Piemonte
si presenta a Martigny
Un importante incontro internazionale transfrontaliero si è tenuto nella cittadina a vocazione culturale e turistica del Vallese francofono.
(MarPa) - Una delegazione piemontese, guidata dal
sindaco di Domodossola, Mariano Cattrini e dalla
Presidente del GAL (Gruppo Azione Locale Laghi e
Monti), Maria Lorenzone, accompagnati dai rispettivi
collaboratori Bruno Iacopino, Assessore alla cultura e
al turismo, Ferruccio Sbaffi, segretario del GAL e da
Pierantonio Ragozza Preside del liceo Spezia, sono
stati ricevuti alla sede di Alp-Info dal Sindaco della
città Marc-Henri Favre e da Albert Gaspoz, capo del
Centro dei Contatti economici dello Stato del Vallese.
Questo primo incontro si è rivelato estremamente costruttivo, in effetti, sono state gettate le basi per una
collaborazione transfrontaliera tra queste realtà accentrate sul turismo e la cultura, non solo con la dinamica cittadina del Basso Vallese, Martigny, bensì con
tutto il territorio francofono, con capitale Sion, e l’Alto
Piemonte.
A questo proposito, il rappresentante del settore economico dello Stato del Vallese, Albert Gaspoz, si è detto molto interessato ad accompagnare queste iniziative che in primis coinvolgerà Martigny e Domodossola
nonché il territorio dell’Ossola, ma che logicamente si
estenderà alla Provincia del Verbano-Cusio-Ossola. Il
tutto in un’ottica di progresso comune tra questi territori dell’Alto Piemonte e tutto il Vallese francofono.
Sia il primo cittadino di Martigny, Marc-Henri Favre
sia il suo omologo di Domodossola, Mariano Cattrini,
hanno posto l’accento sulle affinità e la storia che uniscono i loro territori attraverso il tempo e sulle diversità che in una filosofia d’interazione possono costituire
il valore aggiunto.
La Presidente del GAL, Maria Lorenzone, ha proposto
alcune azioni mirate per concretizzare questa collaborazione che risulterà, a termine, proficua per ambo le
parti della frontiera. Tra le altre cose è stato convenuto
di dare vita a un gruppo di pilotaggio italo-svizzero
che si incontrerà a Domodossola verso la metà di settembre per finalizzare le proposte enunciate in questo
primo incontro sul suolo elvetico. In un primo tempo ci si orienterà a reclamizzare da una parte e l’altra della frontiera, tramite pannelli situati nei luoghi
strategici di Martigny e di Domodossola, le peculiarità
che offrono da un punto di vista culturale, turistico ed
Mariano Cattrini, sindaco di Domodossola (al centro) fra Maria
Lorenzone, Presidente del GAL (Gruppo Azione Locale Laghi e
Monti), e Léonard Giandda, Presidente della celeberrima Fondazione Pierre Gianadda.
enogastronomico questi territori. A tale fine sarà proposta, tramite pannelli publicitari, un’informazione
capillare che ne evidenzierà le specificità.
Ciliegina sulla torta: nel pomeriggio la delegazione
italiana ha avuto il privilegio di essere accolta nientemeno che da Léonard Giandda, Presidente della celeberrima Fondazione Pierre Gianadda, dove attualmente sono esposte le meravigliose opere di Claude
Monet. Léonard Gianadda ha manifestato grande
interesse per questa iniziativa italo-svizzera che, secondo lui, potrà essere portatrice di scambi turisticoculturali molto interessanti.
L’incontro si è concluso al Musée et Chiens del San
Bernardo, Fondation Bernard et Caroline de Watteville, dove la Direttrice Nathalie Savioz ha illustrato ai
visitatori piemontesi le particolarità e i valori di questa
istituzione museale.
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INCONTRO CON MARIANO CATTRINI NEO SINDACO DI DOMODOSSOLA
La cultura e il turismo denominatori
comuni delle relazioni future
di Marco Patruno
Subito dopo la sua recente elezione a Sindaco di
questa importante città di frontiera, Mariano
Cattrini ci ha ricevuto nel suo ufficio al Palazzo
Comunale di Domo concedendoci alcuni minuti
del suo prezioso tempo. L’intervista ci ha permesso di sviluppare alcuni temi molto importanti in
chiave relazionale con gli amici della vicina Confederazione Elvetica.
Sindaco Cattrini, noi l’abbiamo conosciuto quando lei era Preside del Liceo Giorgio Spezia di Domodossola. Oggi noi la ritroviamo nelle vesti di
Sindaco della Città. Quali sono state le motivazioni che l’hanno spinto a ritornare alla politica?
Avevo una certa disponibilità di tempo libero nonché
una certa visione del bene pubblico. Il tutto, incoraggiato dal mio gruppo politico, mi ha fatto accettare
la candidatura e spero nell’interesse della comunità .
Una nuova sfida che ho colto con entusiasmo.
Noi conosciamo il suo interesse per quello che
succede al di là della frontiera. Quando lei era Preside, aveva firmato la Carta di Chamonix (Carta di
scambi transfrontalieri) tra il suo Liceo e quelli
svizzeri e francesi. Ci piacerebbe sapere se ancora
oggi, nella sua nuova funzione, lei manifesta lo
stesso interesse per gli scambi transfrontalieri?
Direi ancora di più, infatti, io penso che questa visione debba ora orientarsi a 360° e coinvolgere tutti
i settori della vita socio-economica-culturale del territorio verso relazioni transfrontaliere più importanti,
in special modo con la vicina Svizzera, per un interesse di sviluppo comune.
Il cantone del Vallese che confina con voi non è
solo Briga, cittadina naturalmente molto legata
a Domodossola che solo il Tunnel del Sempione
separa. È quindi logico che i vostri rapporti siano
frequenti. Lei non pensa che sarebbe interessante per il vostro Comune esplorare altre piste rela-
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Il Sindaco di Domodossola, Mariano Cattrini, presta una particolare attenzione alla stampa e alla comunicazione in generale che sono
il supporto indispensabile per tutte le relazioni transfrontaliere.
zionali con il Vallese francofono e la Romandia
in generale?
Sicuramente! Noi abbiamo eccellenti rapporti di
buon vicinato con Briga, ma l’idea di creare altri centri
d’interesse con la capitale Sion e Martigny, città d’arte, ci interpella e ci spinge anche oltre, per esempio a
non sottovalutare l’opportunità di sviluppare scambi interessanti anche con Losanna e Ginevra: centri
importanti sull’asse ferroviario del Sempione di cui
Domodossola, per la sua ubicazione geografica, resta
un punto strategico in questa prospettiva.
A proposito del Tunnel che collega Domodossola a Briga che recentemente ha subito un grave
danno causato da un incendio in una galleria,
noi ci interroghiamo sulla sicurezza e la viabilità tra queste due città di frontiera. Che cosa può
fare ancora Domo per migliorare il suo collegamento e le sue relazioni con la Svizzera al fine
di essere più attrattiva per i turisti e gli operatori
commerciali?
È chiaro: la viabilità è importantissima! Ecco perché
noi ci attiviamo affinché tutte le misure di sicurezza
siano prese per il Tunnel e sollecitiamo tutte le azioni
preventive per scongiurare altri incidenti.
Altresì occorre creare le condizioni a tutti i livelli, soprattutto commerciali e culturali con la vicina Svizzera. In tale prospettiva vorremmo dare vita a diverse
iniziative per farci conoscere vicendevolmente, vedi:
fiere, mostre, manifestazioni a carattere turistico culturali. Eventi che permetterebbero di attirare dei
visitatori potenziali proponendo loro dei soggiorni
nelle nostre località e facendo loro scoprire le nostre
peculiarità.
La crisi economica, particolarmente risentita in
Italia e che ha provocato diversi tagli ai bilanci
delle Regioni e dei Comuni, sta frenando certe
iniziative importanti. Ragionevolmente noi pensiamo che proprio in questi momenti di difficoltà
si anecessario crearsi nuove opportunità. La vostra vicinanza con la Svizzera potrebbe consentire di rilanciare il vostro territorio. A tale proposito
voi avreste la possibilità di interagire con la CCIS
(Camera del Commercio Italiana per la Svizzera)
che opera con successo sul territorio elvetico da
più di cent’anni per sondare nuove opportunità.
Evidentemente non possiamo sottovalutare la situazione di crisi che tocca tutta l’Europa. Nonostante
ciò, non c’è dubbio che voi come noi siamo al centro
dell’Europa e vicini a città importanti quali: Milano,
Torino, Berna, Zurigo, Losanna e Ginevra. Ragione
per cui noi dovremmo essere in grado di attirare, attraverso diverse iniziative turistiche culturali ed economiche, l’interesse di questi grandi centri verso le
nostre realtà. In quanto alle iniziative economiche,
senz’altro sarà bene sondare i responsabili della CCIS.
Ciò ci permetterebbe di instaurare un buon rapporto
per interagire in un settore dove l’esperienza conta
moltissimo.
All’ultima assemblea generale d’Alp-Info, il Consigliere di Stato del Vallese, Claude Roch, durante il suo intervento ha insistito sul ruolo che la
cultura può avere come locomotiva per coinvolgere sempre di più le nostre regioni di prossimità
alpina…Condivide questa visione?
Non solo la condivido nel modo più assoluto, ma la
sottoscrivo. Infatti, io penso che l’aspetto culturale sia
fondamentale. In futuro dovremmo certamente sviluppare delle relazioni che abbiano come denominatore comune la cultura e il turismo.
Naturalmente i centri alpini e la loro storia restano il
soggetto principale. A tale scopo si dovrebbero organizzare incontri, congressi, dibattiti che abbiano come
finalità una migliore conoscenza reciproca della nostra storia e delle nostre tradizioni.
Un’ultima domanda. Quali sono le priorità che
vi siete fissate per dare le migliori opportunità al
vostro Comune e al territorio dell’Ossola per affrontare le sfide del XXI° secolo?
Riconfermo che le priorità sono indirizzate verso
un’attività culturale e turistica che possa sfociare su
azioni economiche d’interesse generale. Inoltre noi
vogliamo ridare lustro alla figura del nostro filosofo
Rosmini che simbolizza la cultura locale senza dimenticare un sostegno particolare per far conoscere
la “Domo Bianca”, una pista sciistica completamente illuminata e di grande fascino. Ecco alcuni aspetti
da promuovere per dare un valore aggiunto al nostro
territorio e alla sua popolazione. Naturalmente a tutte
queste iniziative si dovrà sempre di più coinvolgere i
giovani perché loro sono il futuro.
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Convivio
di Domenico Cosentino
Rosmarino.
Il DrLello Senatore saluta i convenuti; al tavolo dei relatori il nostro collaboratore Domenico Cosentino.
“U cucinatu”
La cucina (dieta) mediterranea della Calabria
Con l’apprezzamento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, organizzato dall’Associazione
Europea Otto Torri sullo Jonio di Rossano (CS), voluto
dalla Regione Calabria, si è svolto dal 28 agosto al 3
settembre 2011 il 10° Euromed Meeting nell’area urbana Corigliano – Rossano. Il Meeting nasce nel 1998
a Cariati in Calabria come pionieristico esperimento
internazionale di Erasmus all’inverso: invitare ed ospitare studenti universitari a frequentare un periodo di
formazione estivo (con lezioni in aula e workshoop)
nelle periferie sud dell’Unione Europea. Per la decima edizione di Euromed sono stati invitati 50 studenti
provenienti dai Paesi del Magreb. A parlarmi, per la
prima volta, di Euromed Meeting, era stato l’amico
Salvatore Senatore, comproprietario, insieme agli altri
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tre fratelli della prestigiosa e premiata Azienda Agricola, che a Cirò produce eccellenti vini da 4 generazioni. Durante una visita alla sua cantina l’anno scorso, Salvatore mi aveva chiesto se mi sarebbe piaciuto
collaborare (con una mia relazione o intervento) alla
decima edizione dell’Euromed che si sarebbe tenuta
nel 2011. Risposi che il progetto era interessante ma
che per me era irrealizzabile, per il fatto che in autunno, di solito, lascio la Calabria. Difatti un mese dopo
lasciai Pietragrande, tornai a Zurigo e la cosa sembrava essere caduta nel dimenticatoio. E invece!
Alle due e venti di notte, buttato giù dal letto
Quando, lo scorso 22 agosto, Salvatore Senatore mi
ha inviato un sms erano le ore due e venti di mattina
sono nutrito), aveva dato un grande contributo e l’avvio alla famosa ricerca Seven Countries Study - voluta
dallo scienziato americano – basata sul confronto dei
regimi alimentari di 12.000 persone, di età compresa
tra 40 e 59 sparse in sette paesi del mondo.
Eat well and stay well
All’Euromed Meeting dissi anche che i risultati della famosa indagine svolta nei sette paesi del mondo: Finlandia, Giappone, Italia, Olanda, Stati Uniti e
Jugoslavia, pubblicata in un libro Eat well and stay
well (Mangia bene e starai bene), non lasciavano
dubbi: la mortalità per cardiopatia ischemica (infarto)
è molto più bassa presso le popolazioni mediterranee rispetto a quelle di Paesi come la Finlandia, dove
la dieta e ricca di grassi saturi (burro, strutto, latte e
suoi derivati, carni rosse). Ancel Keys ed altri ricercatori che avevano preso parte al Seven Countries
Study, proseguirono i loro studi, ancora una volta,
a Nicotera e poi a Crevalcore (Emilia), Montegiorgio
(Marche) e a Pioppi (Pollica) nel Cilento. Ma chi era
Ancel Keys?
Lo Chef Cataldo Ippolito.
e stavo dormendo. Malgrado l’ora, mi sono alzato, ho
acceso il cellulare e ho letto il suo messaggio: “Vorremmo coinvolgerti al 10° Euromed Meeting. Mi dai la
possibilità per una relazione sul tema I Cibi Calabresi
di alto valore nella Dieta Mediterranea?” Cosa poteva
rispondere al dr. Senatore un pacifico signore della
terza età, buttato giù dal letto alle due e venti di notte? Risposi che “Si poteva fare”. Mi presentai puntuale
all’appuntamento di Cirò con la mia relazione, perché U Cucinatu, così lo chiamava quella Santa donna di mia nonna ch’era di Cirò, era stato, nel 1969,
la prima cucina (naturalmente calabrese), basata su
ingredienti di alto valore nutritivo, presa in considerazione, insieme a quella di Creta, dallo scienziato
americano Ancel Keys per i suoi studi sulla “Dieta
Mediterranea”. Il Professore aveva fatto la sua ricerca presso gli abitanti di Nicotera (Vibo Valentia),
dove aveva notato, nonostante l’elevato consumo di
grassi vegetali forniti dall’olio d’oliva, una bassissima
incidenza delle malattie coronariche. Dunque, U Cucinatu (cucina con la quale sono cresciuto e di cui mi
Ancel Keys
Il suo nome completo era Ancel Benjamin Keys. Era
nato a Minneapolis, Colorado Springs il 24 gennaio
1904. È stato il biologo e fisiologo statunitense noto
soprattutto per i suoi studi sull’epidemiologia delle
malattie cardiovascolari, che lo condussero a formulare l’ipotesi sull’influenza dell’alimentazione su tali
patologie e sui benefici apportati dall’adozione della cosiddetta dieta mediterranea, espressione da lui
coniata. Ottenne una laurea in economia e scienze
politiche all’Università della California di Berkeley
nel 1925 e un dottorato in biologia e oceanografia
all’università della California di San Diego nel 1929.
In seguito si trasferì in Italia prima a Nicotera e poi a
Pioppi, un villaggio di pescatori del comune di Pollica. Acquistò una casa vi rimase 28 anni, studiò accuratamente l’alimentazione della popolazione locale,
giungendo alla conclusione che la dieta mediterranea
apportava evidenti benefici alla salute.
Ancel Keys visse 101 anni, a riprova della fondatezza
delle sue teorie. La rivista americana TIME gli dedicò
la copertina del numero di gennaio 1961. Lo stato italiano lo ha insignito nel 2004 della Medaglia al merito
della salute pubblica.
Pioppi, Capitale Mondiale
della Dieta Mediterranea
Con la guida del Prof. Jeramiah Stamler (cardiologo
americano e collaboratore di Ancel Key), a 40 anni di
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distanza della pubblicazione delle ricerche del Seven
Countries Study, nel settembre 1969, è stata fondata
a Pioppi “l’Associazione per la Dieta Mediterranea:
alimentazione e stile di vita”.
Durante il Convegno gli scienziati hanno firmato un
documento che attesta l’effettiva connessione tra la
Dieta mediterranea e Pioppi come luogo di svolgimento degli studi di Keys e dei suoi collaboratori, facendo così diventare Pioppi Capitale Mondiale della
Dieta Mediterranea.
Questo non ha escluso di riconoscere anche Nicotera
come città che ha dato un grande contributo alla ricerca. Difatti nel 2005 vi si è svolto il secondo Simposio Internazionale sulle Diete Mediterranee. E nello
stesso anno è stato istituita la fondazione dell’istituto
Nazionale per la Dieta Mediterranea e la Nutrigenomica (I.N.D. I.M), con sede a Reggio Calabria.
Il 16 novembre 2010, l’Unesco ha incluso la Dieta mediterranea tra i Patrimoni orali e immateriali
dell’umanità, accogliendo la proposta nel 2009.
Alimenti principali della Dieta mediterranea
Il Prof. Keys riteneva che, dopo l’olio extravergine
d’oliva che, secondo lui faceva abbassare i livelli di
colesterolo nel sangue, un posto privilegiato nella
dieta mediterranea è occupato dai cereali integrali e i
suoi derivati: pane, pasta riso. Ma ottima cosa – consigliava - è variare coinvolgendo altri cereali, spesso,
purtroppo, poco considerati quali mais, orzo, farro
e avena. E poi i legumi - che Keys chiamava “carne
dei poveri” e che spesso sono ingiustamente esclusi o
sottovalutati, che hanno anche il merito di apportare
discrete quantità di minerali, alcune vitamine e fibra
alimentare. Le leguminose più diffuse sulle nostre tavole sono le lenticchie, i ceci, le fave, i fagioli nella
loro varietà, i piselli e i lupini.
Un ruolo importante spetta a frutta fresca e verdura.
È ormai consolidata l’opinione che sia ideale consumare quotidianamente 5 porzioni di frutta e verdura.
Indubbi sono i vantaggi da ortaggi e verdure come
broccoli, pomodori peperoni, patate, melanzane. cicorie, cime di rapa e finocchi.
Molti frutti forniscono un imprescindibile e insostituibile contributo di vitamina C e acido ascorbico.
Importante è consumare preferibilmente frutta e verdura stagione.
Generalmente la dieta mediterranea tende a consigliare un consumo di pesce più largo rispetto a quello
della carne. Il pesce soprattutto quello azzurro: alici, sarde, sgombri, pesce sciabola, ricco di Omega3
è incluso nelle tavole mediterranee, proprio per la
presenza dell’ambiente marino che ha plasmato e
determinato la storia dei paesi che si affacciano sul
Mediterraneo. Quanto alla carne, il professore consigliava quella bianca (pollo, tacchino, coniglio) rispetto a quella rossa.
Non sono da sottovalutare i vantaggi derivati dal
consumo quotidiano di frutta secca. ripeteva. A differenza di quella fresca, la frutta secca contiene poca
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La copertina che di TIME dedicata al Prof. Keys.
acqua, una quantità non molto alta di proteine la cui
composizione in amminoacidi si avvicina a quella
delle proteine dei cereali. Infine, uova e latticini che
consigliava, per l’apporto di proteine in quantità, e
per qualità. Stando alle scale del valore biologico delle proteine dei singoli alimenti, l’uovo ha una posizione privilegiata, seconda soltanta al siero del latte,
che è fonte di sali minerali, di vitamine e di proteine.
I benefici
Secondo gli ultimi studi la dieta mediterranea ha effetti protettivi sul cervello, contribuendo a prevenire il
declino cognitivo; essa è molto importante per i suoi
effetti benefici sulla salute.
Dopo essersi rivelata protettiva nei confronti di malattie cardiovascolari, tumori e probabilmente di allergie e asma, lo studio ne segnala i potenziali effetti
protettivi sul cervello.
Non solo, la dieta mediterranea ridurrebbe le possibilità di sviluppare la malattia di Alzeimer in chi gia
mostra segnali di difficoltà cognitive.
Da diversi anni, ho sostenuto nel mio intervento al
Meeting, è presente la tendenza ad abbandonare la
dieta mediterranea tradizionale in favore di modelli alimentari diversi. Secondo le statistiche ISTAT, la
Campania ha registrato nel 2001 una tendenza della
malattia ben al di sopra della media nazionale.
Al di sotto di questa media si collocano, invece, nello
stesso anno 9 regioni di cui 6 nell’Italia centromeridionale: Sicilia, Basilicata, Toscana, Marche, Puglia,
Abruzzo, Molise e, naturalmente la Calabria. E, come
se non bastasse, secondo un rapporto di Osservasa-
LA RICETTA
Minestra e Ciceri a la Pignata
(Secondo Cataldo)
Ingredienti per quattro persone:300 g di ceci, 3 foglie
d’alloro, 3 rametti di finocchietto selvatico 1dl di olio
extravergine d’oliva, sale.
Come l’ha preparata Cataldo:
Ha messo a bagno i ceci 24 ore prima dell’utilizzo in
abbondante acqua.
Trascorso questo tempo, ha fatto cuocere nella “pignata”i ceci con le foglie di alloro, il finocchietto (volendo si può aggiungere un peperoncino piccante)
e il sale 4 ore finché sono risultati teneri e saporiti.
Ha salato, condito con l’Olio extravergine d’oliva
crotonese, li ha posti in una terrina (pure questa di
terracotta) e ha portato a tavola.
Come vino:
Cataldo mi ha servito un bicchiere di Nerello:
IGT Rosso di Calabria della Senatore Vini,
ottenuto da uve Nerello di Calabria.
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LA GASTRONOMIA ITALIANA IN SVIZZERA
lute, pubblicato in questi giorni, in Italia (Terra di Dieta mediterranea e Slow Food), più di un terzo della
popolazione (35,5%) è in sovrappeso, mentre quasi
una persona su dieci è obesa, in totale, li 45,4% della popolazione adulta ha un peso fuori norma. Per
quanto riguarda i bambini, la quota complessiva di
quelli grassi è il 34%. Tra gli otto e i nove anni hanno
problemi di sovrappeso e obesità rispettivamente il
22,9% e 11,1% dei bambini.
Queste cose ho detto al 10° Euromed Meeting di
Cirò. Poi, uscito, sono andato a mangiare una Zuppa
di Ceci cucinati a la Pignata (recipiente in terracotta),
che lo Chef Cataldo Ippolito aveva preparato per i
convenuti.
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Da noi apprezzerete la vera italianità con le nostre
specialità tipiche, che normalmente solo in Italia potete apprezzare.
Lasciatevi incantare dal nostro ambiente mediterraneo e da un
servizio impeccabile, dalle nostre eccellenti pizze, preparate
secondo le ricette originali del campione del mondo di pizzaioli e
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base di carne o di pesce, nonché dalla nostra prelibata pasta
fresca e ai succulenti dolci. E se amate le tradizioni culinarie
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di Graziano Guerra
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In Svizzera con Porsche Swiss Package
Creata per i più esigenti, la“Esse”, appena messa
in moto, fa battere forte il cuore. Si accende premendo un tasto, che, come tradizione comanda,
si trova a sinistra del volante. La prorompente
coppia dell›otto cilindri eroga ben 800 Nm in
overboost, nelle modalità sport e sport plus. Oppure in kick-down - quel movimento che implica
un pizzico di rabbia nello schiacciare il pedale
del gas - se si viaggia in quella normale. Tempi
record: accelera da 80 a 120 all›ora in 2,6 secondi
mentre lo sprint da 100 a 200 km/h richiede 9,1
secondi. I consumi ridotti del biturbo sono dovuti a interventi specifici che i tecnici teutonici
hanno fatto. Per esempio, il sistema di recupero
energetico che ricarica la batteria nelle fasi di
frenata, e in accelerazione riduce la corrente di
carica della dinamo, per cui il motore a scoppio
è soggetto a carichi minori. O la funzione startstop, che si attiva a vettura ferma (fulminea la
ripartenza).
Al volante le sensazioni sono di sicurezza e
precisione, anche se si guida in maniera molto
dinamica - sconsigliata in Svizzera - si può ancora fare in Germania, luogo del test di prova
alla presentazione ufficiale alla stampa internazionale. Alle alte velocità il volante è rigido,
ma non compromette la comodità d’uso. Nelle accelerazioni sprint, è la gestione elettronica
di ripartizione variabile della coppia sulle ruote
posteriori (Porsche Torque Vectoring Plus, PTV
Plus) che migliora la trazione sui fondi con caratteristiche d’attrito variabili, e in uscita dalle
curve strette. Allo spostamento del carico in
curva la macchina si “avvita” meno su se stessa,
grazie al momento d’imbardata generato dal
differenziale autobloccante trasversale sull’asse
posteriore mantenendo meglio la giusta posizione sulla carreggiata. Ne conseguono un’alta
stabilizzazione della vettura in termini di dinamica trasversale – cioè stabilità della carrozzeria
– trazione ottimale, elevata agilità a tutte le velocità, precisione in ingresso curva e spostamenti
equilibrati dei carichi. Il Servotronic facilita le
manovre lente, posteggiare la gran sportiva di
lusso richiede una certa attenzione, per via delle
sue dimensioni. Il telaio è naturalmente dotato
del sistema di regolazione adattativa degli ammortizzatori e delle sospensioni pneumatiche
con aria aggiuntiva inseribile. Con il cambio a
doppia frizione e la trazione integrale attiva la
nuova S ha di serie tutti i sistemi che la Marca
ha sviluppato e introdotto per la Gran Turismo
sportiva. In Svizzera è proposta con un Porsche
Swiss Package di notevole valore, senza supplemento di prezzo, che comprende fra l’altro
l’assistente di parcheggio con videocamera,
tettuccio a comando elettrico, airbag laterali
posteriori, climatizzatore automatico a 4 zone,
HomeLink (apriporta garage), tv tuner e altre
dotazioni speciali. Ai più attenti non potranno
sfuggire le ruote da 20 pollici 911 Turbo II, con
carreggiata più larga sull›asse posteriore, come
pure lo spoiler posteriore (estraibile a quattro
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Dimensioni (mm): L/l/h 4970/1931/1418
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Giulietta Quadrifoglio
Verde 235 CV
L’Alfa Romeo Giulietta è un concentrato di prestazioni, comodità e sicurezza. Nell’edizione Quadrifoglio Verde con
motore 1750 TBi da 235 CV, la rincorsa alla massima sportività si calma, trova soddisfazione. Il Q2 elettronico di serie,
che permette di adattare la vettura alla propria personalità
e alle diverse condizioni stradali, e il sistema DNA, sono
valori aggiunti impagabili. Il Turbo Benzina (Euro 5) vanta
soluzioni tecnologiche all’avanguardia, come l’iniezione
diretta di benzina, il doppio variatore di fase continuo, il
turbocompressore e un rivoluzionario sistema di controllo
definito “scavenging” che elimina il cosiddetto “turboloag”.
Eroga una coppia massima di 340 Nm già a 1.900 giri/minuto. Sorprende in positivo in termini di marcia, ma anche
di abitabilità, con 5 posti comodi, e un bagagliaio da 350
litri. È una berlina, due volumi, sicura, porta in dote cinque
stelle Euro NCAP, ottenute con un punteggio globale di
87/100. Un grande risultato dovuto a dispositivi di sicurez-
za, attiva e passiva, come il sistema “pre-fill” di pre-carico
dell’impianto frenante che riduce lo spazio di arresto in
caso di frenata d’emergenza. La versione con il Marchio
leggendario si distingue per l’assetto sportivo ribassato,
i cerchi da 17’’ (in opzione 18’’), impianto frenante maggiorato con pinze verniciate rosso Alfa e interni sportivi.
Piacere di guida garantito e consumi ridotti per un motore
di questo livello di potenza. Ricco l’equipaggiamento, fra
l’altro: Blue&Me con touch-screen a colori e telefono.
Alfa 4C Concept
La punta più avanzata della “D.N.A. Technology”
Presentata al recente salone internazionale di Francoforte
IAA, la 4C Concept ha fatto strage di cuori. La magnifica è
“Ambassador DNA Technology”, ovvero ambasciatrice del
patrimonio tecnologico che distingue le automobili Alfa
Romeo di oggi e di domani. L’ammaliante 4C concept vestiva la nuova livrea Fluid Metal, in un’esaltazione di linee
fluide, sinuose e originali. Proprio grazie all’attraente vestito Made in Italy, la 4C Concept è stata eletta “Concept
Car più bella dell’anno” dai lettori della rivista tedesca Auto
Bild. La sua commercializzazione è prevista nel 2013. Il
progetto è stato affinato e arricchito di contenuti tecnici
per esaltarne le eccellenze dinamiche. Il peso intorno a
850 Kg, con una potenza superiore ai 200 CV e un rapporto peso/potenza minore di 4 Kg/CV, da vera“supercar”.
Allo stand di Francoforte si sono lasciate ammirare la Giulietta e la Mito con le loro ultime novità stilistiche e tecnologiche. Riflettori puntati specialmente sulla Giulietta
versione 1.4 TB MultiAir da 170 CV con Alfa TCT, evidenza
concreta dell’Alfa DNA Technology. Emissioni e consumi
molto contenuti; taratura ad hoc per la massima aderenza
nelle situazioni più difficili.
La MiTo rinnovata introduce importanti novità, innanzitutto: motori che rispondono alla normativa Euro 5 dotati
dello Start & Stop di serie.
848 Streetfighter:
nuovo motore e nuova geometria del telaio
Ducati inizia a togliere i veli alla prima delle nuove moto
che caratterizzeranno il 2012 “made in Borgo Panigale”.
Disponibile da novembre la nuova Streetfighter 848. Anticipata dalle prime immagini scattate in studio, sfoggia
una sofisticata combinazione tra il nuovo motore 848 Testastretta 11° e la nuova geometria del telaio, migliorata
per garantire agilità e controllo. L’ergonomia rinnovata e
il controllo di trazione (DTC) rappresentano una nuova
ed esclusiva interpretazione Ducati dello stile fighter. Sarà
proposta nel tradizionale Rosso Ducati e in due nuove colorazioni: “Figther Yellow” che rappresenta un ritorno e un
affascinante “Dark Stealth”.
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Suv Kubang
In tutto e per tutto una Maserati
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È stato mostrato al recente salone dell’auto di Francoforte,
l’interpretazione Maserati del concetto di un SUV. Apripista della futura gamma del Tridente, il nuovo concept crea
discontinuità e continuità. Discontinuità, perché introduce
il Marchio in un nuovo segmento di mercato. Continuità,
perché lo fa mantenendo intatto il DNA che caratterizza da sempre ogni modello della Casa del Tridente. L’idea non è del tutto nuova, molti ricorderanno la concept
presentata nel 2003 al Salone di Detroit, della concept car
che tracciò di fatto la strada è stato mantenuto il nome:
Maserati Kubang. Oggi, le potenziali sinergie con il marchio Jeep - che 70 anni fa ha creato un nuovo segmento di
mercato di cui oggi è leader - rappresentano un elemento
importante nell’interpretazione Maserati del concetto di
SUV di lusso.
Fino ad oggi la produzione Maserati è sempre stata composta da berline, coupé spyder e cabriolet: Quattroporte,
GranTurismo, GranCabrio o, prima ancora, Ghibli, Mistral,
Bora, Indy ... Il comune denominatore dell’intera produzione Maserati è sempre stato lo stesso: sportività e lusso.
Però i tempi cambiano: oggi sportività e lusso non hanno
necessariamente le stesse caratteristiche o declinazioni del
passato. Possono anche assumere la forma di un SUV di
lusso con un look dinamico e prestazioni da vera sportiva
abbinate ad un’eleganza fuori dal comune. Stile, motore,
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sospensioni, freni, handling e prestazioni saranno esattamente quelli che ogni cliente si aspetta di trovare su una
Maserati, dichiarano dall’ufficio stampa, vale a dire i valori
distintivi della Casa del Tridente: dalla sportività allo stile,
dall’eleganza al lusso, dalle prestazioni alla cura artigianale.
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Starbene
Contro il grigiore autunnale
Non solo frutta
Le giornate si fanno più fredde, più corte, il Sole lascia
il posto al grigiore della nebbia o delle nuvole. Gli alberi si tingono di mille colori e la nostra vita, a volte, si tinge
di grigio. Oltre al nostro umore, l’addentrarsi della stagione autunnale - e poi di quella invernale - cambia anche il
nostro modo di alimentarsi e il nostro organismo richiede
maggiori calorie. Di conseguenza, tendiamo a privilegiare cibi pesanti e più grassi, a discapito di alimenti leggeri,
come frutta e verdura di stagione, che invece sono un ottimo alleato per affrontare al meglio e con la giusta carica l’autunno, stagione che ci regala tante prelibatezze:
- L’uva, ricca di ferro, calcio, fosforo, contiene vitamina A,
vitamina C, vitamina P e vitamina B6 con proprietà antiossidanti e anticancro. È altamente energetica. - La pera è una
fonte naturale di minerali (potassio, fosforo, calcio, magnesio), fornisce zuccheri semplici e non mette a rischio la nostra
linea. Inoltre, grazie all’alto contenuto di fibra, è ottima per
regolarizzare l’intestino in modo naturale. - Il caco possiede
preziose proprietà drenanti e diuretiche. È ricco di vitamina
C, Beta-carotene e potassio. Miniera di antiossidanti naturali,
aiuta l’organismo a proteggere le cellule dall’effetto dei radicali liberi. - Le arance e i mandarini, noti per il loro contenuto di vitamina C, stimolano la funzionalità intestinale e la
sensazione di sazietà. Preziosi anche per mantenere elastica
e giovane la nostra pelle grazie alle loro proprietà antiossidanti. - La mela è ricco di proprietà benefiche: contiene sali
minerali (potassio, magnesio, sodio, ferro, fosforo, zolfo, calcio, sodio), vitamina B1 (combatte inappetenza, stanchezza e
nervosismo), lB2 (facilita la digestione ed è ricca di proprietà
antiossidanti) e C. È ricca di pectina, che contribuisce a tenere
sotto controllo il tasso glicemico del sangue.
Non solo frutta, ma anche la verdura può essere un valido aiuto in autunno, e abbiamo solo l’imbarazzo della
scelta. C’è quella a foglia verde, come gli spinaci, le bietole e le verze, che sono un vero e proprio serbatoio vitaminico. Contengono la vitamina A, la C, la E, la K (indispensabile per favorire la coagulazione del sangue) e la
B5. Queste verdure vantano anche un elevato contenuto
di antiossidanti che aiutano a contrastare l’insorgenza di
radicali liberi. Sono alimenti ricchi di luteina, sostanza
che protegge gli occhi dalle radiazioni solari; e di ferro, in particolar modo gli spinaci. In autunno troviamo
anche la zucca, alimento ricco di Beta-carotene (che ha
la funzione di contrastare l’insorgere dei radicali liberi),
dotato di proprietà antitumorali ed efficace nell’aiutarci
a proteggere il sistema circolatorio. Contiene vitamina
A, B e C e minerali come Calcio, sodio, potassio, fosforo, rame, magnesio, ferro, selenio, manganese e zinco. È un ortaggio povero di calorie (17 calorie per 100
grammi) e di zuccheri, con un notevole potere saziante.
Non dimentichiamo il radicchio, che mostra importanti
proprietà depurative e diuretiche, ed è un potente alleato nella prevenzione delle malattie legate all’invecchiamento. Si fregia di un elevato contenuto di vitamine
(A, B2 e C), Sali minerali e fibre. Inoltre è fortemente
indicato per le persone che soffrono di artrite e reumatismi. Infine i legumi, che forniscono un elevato contenuto energetico, proteico e sono ricchi di carboidrati, in
particolare gli amidi. Sono inoltre degli ottimi regolatori
intestinali, grazie all’elevata presenza di fibre. L’ingrediente ideale per una bella zuppa fumante, un vero must
della stagione fredda.
Il potassio per ridurre il rischio di ictus
Mangiare banane per ridurre il rischio di essere vittime di un ictus? Sì. Ma non solo,
perché sono utili anche tutti gli altri alimenti ricchi di questo minerale come il tè,
la soia, i fagioli e altri legumi quali pistacchi, piselli, lenticchie, ceci… e poi ancora
il latte e i suoi derivati, albicocche, patate, castagne e altri ancora. Ce n’è per tutti i gusti, l’importante è poter assicurare all’organismo buone quantità di potassio.
E che il potassio possa ridurre il rischio di ictus lo hanno dichiarato i ricercatori del noto e
prestigioso Karolinska Institutet di Stoccolma,in Svezia,i quali hanno condotto una metaanalisi partendo da 10 studi prospettici – così chiamati perché i partecipanti sono seguiti
per un certo periodo di tempo. I dati raccolti hanno mostrato che l’assunzione di 1.000 mg al giorno di potassio riduceva il
rischio di ictus in generale e di ictus ischemico dell’11%. Il rischio tuttavia non era significativo nel caso di ictus emorragico.
Secondo gli scienziati il meccanismo di protezione si spiega perché il potassio ha il potere di eliminare i pericolosi radicali liberi, note sostanze ossidanti. Tutto ciò si traduce in beneficio per l’organismo che si vede, per
esempio, protetto dalla disfunzione endoteliale – che interessa l’endotelio, il rivestimento dei vasi sanguigni.
Gli autori dello studio hanno constatato che gli alimenti ricchi di potassio forniscono anche buone quantità di altre
sostanze utili come la vitamina C, l’acido folico, il magnesio, i carotenoidi e la fibra; tutti elementi che possono influire sul rischio di ictus. I risultati dello studio, dunque, suggeriscono che un’adeguata assunzione di potassio possa
proteggere dal rischio di ictus.
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Dai polli la via alla cura
dell’ipertensione
Le posizioni
del sonno
Sotto i riflettori degli scienziati un gene mutante che
causa anomalie renali e cecità nei polli. Questo stesso
gene è quello che anche negli
esseri umani predispone allo
sviluppo dell’ipertensione.
La scoperta è stata fatta da
un team di ricercatori scozzesi dell’Università di Abertay di Dundee (Uk) e del Ninewells Hospital di Dundee, insieme ai colleghi del Roslin
Institute dell’Università di Edimburgo e dell’Università di
Leeds. Dai risultati dello studio, pubblicati su Plos One, si
scopre che un gene denominato GNB3, quando subisce
una mutazione è causa sia di cecità che di anomalie renali nei polli. Tuttavia, nonostante esista un gene omologo
nell’uomo, questo genere di ripercussioni non sono finora
state osservate. Questi polli potrebbero essere dei modelli
animali utili per studiare l’azione del gene GNB3 nel rene
per comprendere perché la variante umana predisponga gli
individui all’ipertensione. Questa scoperta potrebbe portare allo sviluppo di nuovi farmaci contro l’ipertensione per
gli esseri umani geneticamente predisposti.
Dormire è importante. Fa
bene al corpo e alla mente.
Ma, oltre alle ore di sonno,
è importante anche la posizione che si assume. E,
secondo un nuovo studio,
la migliore è dormire sulla
schiena, o a pancia in su: previene il dolore alla schiena
e al collo, riduce il reflusso di acido gastrico e persino
le rughe, è una posizione neutrale facile da assumere
per l’intera colonna vertebrale. È controindicata, se si è
predisposti al russamento o si soffre di apnee notturne.
Se la posizione supina è tra le migliori, non da meno è
quella su un fianco, che è perfetta anche per chi russa
o in situazioni particolari come la gravidanza. Piccole
controindicazioni: tende a comprimere i muscoli di spalle e collo a causa del peso sul braccio. Inoltre, è sconsigliata per chi ha problemi di rughe o il seno ipotonico.
Ultima in classifica, se possibile da evitare è la posizione
prona, a pancia in giù, Perché lo stomaco rimane compresso, è facilitato il reflusso di acidi e viene favorito il
russare. È dannosa per collo e schiena e la colonna vertebrale non riesce a distendersi.
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IVECO (Svizzera) SA, Oberfeldstrasse 16, 8302 Kloten, tel. 044 804 73 73, www.iveco.ch
Il
Mondo in fiera
Smau business:
Fiera Milanocity 19 - 21 ottobre
Information & Communication Technology
per manager e funzionari della PA
Viscom Italia 2011:
Fiera Milano 3 - 5 novembre
Anticipazioni dal mondo
della comunicazione visiva
Fieracavalli: Verona, 3 - 6 novembre
Quando l’Italia monta in sella
EICMA: Fiera Milano, 8 - 13 novembre
69° Salone Internazionale del Motociclo
SIA GUEST: Fiera Rimini, 26 - 29 novembre
Innovazione, tendenze, atmosfere
la Rivista
e approfondimenti per l´ospitalità
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Fiere
Smau business: Fiera Milanocity, 19 - 21 ottobre
Information & Communication Technology
per manager e funzionari della PA
Ad accogliere gli oltre 50.000 visitatori professionali attesi un calendario denso di appuntamenti, tra premi,
workshop, laboratori, contest e occasioni di networking,
rivolte ai manager delle imprese, ai funzionari delle Pubbliche Amministrazioni e agli operatori del canale ICT.
In tre giorni sarà possibile scoprire tutte le ultime novità
presentate dai maggiori player del comparto e le tendenze
in crescita nell’ambito dell’innovazione al servizio del business, dal Cloud Computing alle opportunità abilitate per
il mondo business dai Tablet e dagli Smartphone di ultima
generazione.
Smau Business, al padiglione 4 di Fieramilanocity, riunirà
più di 250 aziende espositrici tra i primattori del settore
e il loro ecosistema di business partner, proponendo non
solo IT, ma anche Marketing e Vendite, Amministrazione
e Finanza, Logistica, Acquisti, Risorse Umane, Progettisti,
oltre 300 appuntamenti tra premi, workshop, sessioni formative e laboratori sulle tematiche di maggiore attualità in
materia di moderne tecnologie per il business.
Tra le tendenze di quest’anno al centro dell’offerta formativa ed espositiva saranno il Cloud Computing e i Tablet per
il business, con un focus specifico sui benefici abilitati da
dispositivi, tecnologie e servizi che rivoluzioneranno il nostro modo di lavorare. Numerose le novità di prodotto e
un’area che ospiterà i migliori sviluppatori di applicazioni
per smartphone.
I workshop in programma saranno appuntamenti gratuiti, della durata di 50 minuti ciascuno, dedicati ai temi più
attuali, tra cui, oltre al cloud computing e alle soluzioni per
la mobility, i sistemi gestionali integrati, la business intelligence, i sistemi di Crm, le soluzioni di gestione documentale, le Unified Communication e Collaboration, l’information security, la fatturazione elettronica, l’e-commerce,
il marketing digitale e molto altro. La School of Management del Politecnico di Milano organizzerà 4 laboratori
con l’obiettivo di creare momenti di apprendimento e di
confronto riservati ai decisori di organizzazioni pubbliche
e private sugli ultimi trend in corso, condividere i migliori
casi di successo e fornire utili criteri di misurazione del ritorno sull’investimento.
Prosegue, dopo l’esperienza positiva di Smau Business
Roadshow 2011, la collaborazione con Sda Bocconi School
of Management. La prestigiosa business school approda
in Smau Milano proponendo due appuntamenti esclusivi
che affronteranno temi di massima rilevanza come la Business Intelligence e la gestione dei processi IT e il Project
Management. Al termine degli incontri di due ore ciascuno i partecipanti riceveranno un attestato SDA Bocconi.
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Le arene saranno spazi semi aperti all’interno dei padiglioni di Smau in cui si susseguiranno incontri non-stop a
cura dei massimi esperti in materia sulle tendenze emergenti nell’ambito del marketing digitale e dell’e-commerce e nell’ambito del retail.
Interamente dedicata a tutti coloro che vorranno apprendere i segreti per fare business attraverso i social media e
il web 2.0, l’Arena Marketing Trends prenderà in considerazione le opportunità offerte da tutti i nuovi strumenti di
comunicazione e marketing: dai social media, ai motori di
ricerca, dal viral marketing alla lettura delle Analytics, dal
guerriglia marketing al web squared.
Per chi lavora nel campo del commercio e della grande
distribuzione, da non perdere gli appuntamenti dell’Arena Retail che forniranno utili strumenti di aggiornamento
su tematiche quali la gestione del magazzino attraverso
l’RFId, le applicazioni mobile per la gestione degli ordini,
i sistemi di pagamento elettronico.
PER INFORMAZIONI
Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
Seestrasse 123, CH - 8027 Zürich
Tel +41 44 289 23 23 Fax +41 44 201 53 57
e-mail: [email protected] www.ccis.ch
Viscom Italia 2011: Fiera Milano, 3 - 5 novembre
Anticipazioni dal mondo
della comunicazione visiva
Tutto pronto per la 23a edizione di Viscom Italia 2011,
fiera internazionale di riferimento per la visual communication, in programma dal 3 al 5 novembre 2011, in
Fiera Milano, Quartiere Rho. Un palcoscenico pronto
ad accogliere insegnisti, stampatori, produttori di POP,
incisori, decoratori, agenzie pubblicitarie e della comunicazione multimediale ma anche marketing manager,
architetti e designer alla ricerca di nuove soluzioni e
idee per personalizzare i propri prodotti e per comunicare in modo più efficace.
Fra le iniziative in programma, ritorneranno i richiestissimi Viscom Forum, che vedono al centro e testimonianze dei professionisti del settore discutere di temi di
grande attualità per condividere un’esperienza unica di
conoscenza, presentando best practice, approfondendo
gli scenari del mercato futuro. Gli imperdibili Viscom
Lab, una non stop di dimostrazioni live dove è possibile
guardare in diretta le lavorazioni e apprendere nuove
tecniche di comunicazione. Sempre di più il mercato
è sensibile al mondo dell’ecosostenibilità, ecco che
non poteva mancare l’iniziativa Green Trail, che mette
in risalto la Green Communication: siamo alla ricerca di prodotti, soluzioni e tecnologie volte al rispetto
dell’ambiente e al risparmio energetico.
Viscom Italia non finisce qui! Digital Signage by Viscom, arrivato alla sua 3° edizione, presenterà ai visitatori, opinion maker di varie industrie in cerca di
media alternativi, la possibilità di testare le soluzioni
e le applicazioni più avanzate oltre che scoprire idee
innovative per un approccio più diretto con il cliente
durante i seminari e i workshop, organizzati all’inter-
no dell’area Digital Forum.
Infine la creatività scende
in gara con due concorsi
che saranno presenti nella sezione ViscomAwards.
Arrivato alla sua 9a edizione, Display SuperstarITALIA, offre ai P.O.P Producer
italiani e stranieri la possibilità di presentare i display
più innovativi del 2011. Conoscere e far conoscere la
serigrafia moderna e le sue potenzialità è quello che
propone invece la 10° edizione del concorso Seriprint
“Il Telaio d’Argento”, che premia la professionalità e la
creatività dei serigrafi italiani.
Stand, eventi, occasioni per mettere in evidenza la propria offerta ma non solo: Viscom mette a disposizione
degli espositori un vero e proprio marketing-mix che
consente di stare a contatto con migliaia di clienti, integrando l’appuntamento internazionale e la relazione
capillare sul territorio con strumenti di comunicazione
mirata, sia web che tradizionali.
Entra a far parte anche tu della Visual Communication
Community. Iscriviti sul sito: www.visualcommunication.it e potrai scoprire in diretta gli sviluppi, i retroscena e le novità della fiera.
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Fieracavalli: Verona, 3 - 6 novembre
Quando l’Italia monta in sella
Dal 3 al 6 novembre con Veronafiere tutta l’Italia monta in sella, durante l’unico evento equestre in grado di
catalizzare l’attenzione di pubblico e media sul tema
del cavallo. Più di 900 giornalisti accreditati, oltre 600
espositori provenienti dall’Italia e dall’estero, 150mila
visitatori che in soli quattro giorni si ritrovano a Verona per ammirare più di 2.000 esemplari delle oltre 60
razze equine in mostra a Fieracavalli.
Sono più di 10 milioni gli italiani che almeno una volta
nella vita sono andati a cavallo, questo quanto emerso
dall’Osservatorio Fiercavalli - Ispo condotta da Renato
Mannheimer e presentata durante la scorsa edizione
di Fieracavalli. La manifestazione veronese incarna a
pieno questo dato, riuscendo ogni anno a suscitare
l’interesse di un pubblico sempre più affezionato, che
vede nel cavallo il simbolo del ritorno ad una cultura
ecosostenibile, dal turismo allo sport.
Westernshow, Salone del Cavallo Arabo, Salone
del Cavallo Italiano e Salone del Cavallo Spagnolo, queste le 4 macro aree che ogni anno raccontano e
mostrano il meglio delle razze presenti. 3 i padiglioni
interamente dedicati alle attrezzature per cavallo e cavaliere. Fitto il programma di appuntamenti e competizioni che animeranno i 12 ring dedicati a curiosi ed
appassionati, in un’atmosfera unica ed irripetibile, che
solo il cavallo è in grado di evocare. Il cavallo in ogni
angolo della manifestazione, questo l’imperativo della
squadra al lavoro sull’edizione 2011. È così che anche
nel Salone del Turismo e nel Villaggio delle Tradizioni,
oltre ai consueti spettacoli in programma, le regioni
presenteranno le razze autoctone accanto alla promozione del proprio territorio e dei propri prodotti locali.
Nell’appuntamento atteso dai più piccoli, il Villaggio
del Bambino, grande spazio al loro beniamino, con
aree ludico-didattiche e con la prima edizione assoluta dell’International Pony Market.
Non mancheranno le opportunità anche per chi vorrà esprimere il proprio talento artistico. Con la prima
edizione di“Fieracavalli: un clic fuori dal ring”, concorso
fotografico le cui immagini saranno testimonianza di
un volto inedito di Fieracavalli, e del Concorso “Talenti
& Cavalli”, rivolto a chi si sente di saper interpretare
la spettacolarità che solo il cavallo sa mettere in scena.
Lo spettacolo equestre serale torna a presentarsi nella
sua veste più tradizionale, riportando alla luce il titolo
con il quale aveva esordito nel 1991. Per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, Fieracavalli presenta il
Gala d’Oro in una veste speciale: Celebration.
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L’evento agonistico più atteso resta Jumping Verona,
che si appresta a tagliare il traguardo delle 11 edizioni
in qualità di unica tappa italiana della Rolex FEI World
Cup™. Entrato ormai stabilmente nel ristretto elenco
dei migliori concorsi del mondo è apprezzato e promosso a pieni voti da operatori e cavalieri italiani ed
esteri.
Fieracavalli gode da sempre della collaborazione delle
principali istituzioni legate al mondo del cavallo, con
l’importante appoggio del MIPAAF (Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali), del Ministero della Salute, UNIRE (Unione Nazionale per
l’Incremento delle Razze Equine), AIA (Associazione
Italiana Allevatori), e FISE (Federazione Italiana Sport
Equestri).
PER INFORMAZIONI
Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
Seestrasse 123, CH - 8027 Zürich
Tel +41 44 289 23 23 Fax +41 44 201 53 57
e-mail: [email protected] www.ccis.ch
EICMA: Fiera Milano, 8 - 13 novembre
69° Salone Internazionale del Motociclo
Con la Riding Season 2011 è iniziata ufficialmente la
campagna di promozione del nuovo evento EICMA
Custom. EICMA ha deciso di organizzare in prima
persona quest’area tematica, che sarà interamente
dedicata, durante il prossimo Salone del Motociclo
di Milano, dall’8 al 13 novembre, ai customizer, rivenditori di accessori, artisti e a tutti gli appassionati
di questo affascinante mondo fatto di moto modificate o costruite su misura.
Le moto Custom rappresentano oggi oltre il 10% del
mercato nazionale. Un settore, in continua crescita,
che merita quindi di essere valorizzato mettendo in
luce gli aspetti artigianali, creativi e artistici dei suoi
protagonisti. EICMA è la più grande manifestazione
motociclistica al mondo, con oltre mezzo milione di
visitatori nei quattro giorni di apertura al pubblico
e duemila giornalisti accreditati, una vetrina internazionale imperdibile anche per chi opera nel mondo del Custom. Confindustria ANCMA, che ne è il
promotore, è l’unica associazione accreditata presso
il Ministero dei Trasporti, in grado di contribuire in
modo concreto al lavoro di piccoli e grandi costruttori di moto custom.
Gli spazi espositivi di EICMA Custom, che sarà inserita nel Pad 2, sono stati studiati per venire incontro
alla esigenze degli operatori del settore. Particolare
attenzione è stata posta ai costi espositivi, con un tariffario promozionale dedicato alle piccole e medie
imprese artigiane, che con il loro lavoro contribuiscono a tenere alto il nome del Custom made in Italy
in tutto il mondo.
Come ogni evento del settore che si rispetti, anche
EICMA Custom avrà il suo prestigioso Bike Show.
Tre le categorie per tipologia di moto: Chopper, H-D
Modified, Café Racer. La classifica verrà stilata in
base alle votazioni di quattro giurie differenti: una
popolare, composta dal pubblico, due tecniche, formate dai customizer e dalla stampa di settore, e una
giuria speciale formata da personaggi del mondo
dell’arte e dello spettacolo, per garantire la massima
visibilità ai partecipanti. L’iscrizione è gratuita ed è
riservata ai customizer che esporranno in Fiera.
“Special guest” di questo evento sarà Custom Chrome Europe, la più importante azienda di accessori
del settore, che metterà in palio premi di elevato valore e inoltre organizzerà una propria classifica sulla base delle tre categorie dell’EICMA Bike Show .
Grazie a quest’accordo raggiunto tra CCE ed EICMA
sono attesi in Fiera a Milano realtà provenienti da
tutto il mondo.
EICMA Bike Show rappresenta un ulteriore motivo
per partecipare a EICMA Custom, un evento unico
nel suo genere, che darà una visibilità mondiale agli
espositori del mondo custom. L’appuntamento per
tutti gli appassionati del mondo Custom e di moto
in generale è fissato fin da ora nelle date dall’8 al 13
novembre 2011, come sempre presso Fiera Milano.
www.eicma.it
PER INFORMAZIONI
Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
Seestrasse 123, CH - 8027 Zürich
Tel +41 44 289 23 23 Fax +41 44 201 53 57
e-mail: [email protected] www.ccis.ch
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SIA GUEST: Fiera Rimini, 26 - 29 novembre
Innovazione, tendenze, atmosfere
e approfondimenti per l´ospitalità
A SIA GUEST si respira l´aria giusta per il futuro degli hotel. La 61a edizione, col patrocinio di Federalberghi e Aipi.
Associazione Italiana Progettisti in Architettura di Interni,
punta a migliorare la performance del 2010 che mise a segno 35.265 visitatori (+3,1%) e che siglò un +34% di quelli
stranieri e a moltiplicare le occasioni di business. L´area
espositiva occuperà l´intera ala ovest del quartiere fieristico. Otto padiglioni, con la proposta delle aziende leader dei
settori Arredo e contract´, Bagno, Benessere e Ceramiche´,
Sia Trend´, Interdecò´, Forniture per l´hotellerie´, Attrezzature e Impianti per la Ristorazione´, Tecnologia e Servizi´.
Orientata alla concretezza del business SIA GUEST è
un´utile esperienza per conoscere le tendenze che il sistema delle imprese dell´accoglienza propone al mercato. Oltre alla panoramica di prodotti dell´eccellenza del made in
Italy, un intero padiglione, Sia Trend, è dedicato alle punte
di eccellenza dell´innovazione, nel quale si fondono area
commerciale e mostra culturale, all´insegna della sperimentazione per l´hotellerie e gli spazi collettivi. Sul fronte
dei contenuti, SIA GUEST 2011 presenterà nell´area espositiva la formula dell´abbinamento fra aree merceologiche
e appuntamenti che valorizzino il singolo settore. Ogni
padiglione sarà quindi completato da eventi a tema. La fiera incrementerà ulteriormente gli appuntamenti di formazione. Sul fronte delle relazioni internazionali, rinnovata
la collaborazione con SBID, The Society of British Interior
Design, che rappresenta circa 800 studi di progettazione
inglesi e che sarà presente a SIA GUEST per incontrare e
confrontarsi con il mercato italiano. Mentre dopo l´accordo
firmato durante l´edizione scorsa, EHMA-European Hotel
Managers Association proporrà a SIA GUEST 2011 la riunione autunnale dell´Italian Chapter dell´Associazione,
che aggrega 450 manager di hotel 5 stelle e lusso in Europa, provenienti da 28 nazioni di cui 90 in Italia.
PER INFORMAZIONI
Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
Seestrasse 123, CH - 8027 Zürich
Tel +41 44 289 23 23 Fax +41 44 201 53 57
e-mail: [email protected] www.ccis.ch
19 – 23 novembre 2011 | Basilea | www.igeho.ch
Salone internazionale dell’industria alberghiera,
della gastronomia e dei consumi fuori casa
QUI SI REINVENTANO LE RICETTE E SI
STABILISCONO NUOVE TENDENZE PER
IL SETTORE ALBERGHIERO!
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facebook.com/igehobasel
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partners Igeho
Il
Mondo in Camera
Zurigo 17 settembre 2011
Giornata delle porte aperte
A Ginevra dal 10 al 13 ottobre 2011
Nuova edizione di Italy at Cern
L’industria italiana ed europea
del legno arredo:
scenari e prospettive di sviluppo
Contatti Commerciali
Servizi Camerali
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Il mondo in camera
Zurigo 17 settembre 2011
Giornata delle porte aperte
Sabato 17 settembre 2011 dalle ore 11 alle ore 16 la Camera
di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS) ha incontrato
la comunità italo-svizzera di Zurigo, le imprese, le istituzioni
italiane e svizzere così come un folto gruppo di interessati.
Presso la sede, sita al nr. 123 della Seestrasse, più di 300
persone si sono informate sulle opportunità di business
con l’Italia, conoscere la prossima azione promozionale
dei prodotti reggini nei ristoranti svizzeri e i dettagli del
progetto Ospitalità italiana, assumere informazioni sui
servizi offerti dalla Camera di Commercio Italiana per la
Svizzera.
In un’atmosfera conviviale, in raffinato sottofondo musicale con il sassofonista Roberto Petroli, gli intervenuti han-
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la
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no potuto gustare una scelta di specialità italiane, proposte
da Aleardi AG e da Sesto Senso di Modena, accompagnate
da ottimo vino, presentato dalla Buonvini di Zurigo, e dai
dolci e caffè di Coppolini; godere di un programma di intrattenimento, toccare con mano la nuova 500 by Gucci
e la Giulietta esposte da Motor Village, partecipare ad un
concorso a premi, con biglietti aerei messi in palio da Air
Berlin, un weekend al volante della 500 by Gucci (Motor
Village) un buono ristorante (catena Molino), uno da utilizzare da Swisscom e il caffè offerto da Coppolini
Durante la giornata sono stati consegnati i diplomi di
sommelier a coloro che hanno superato gli esami finali a
chiusura del terzo livello.
la
Rivista
n. 10 Ottobre 2011
89
Il mondo in camera
Presentata a Zurigo Madeexpo
Rassegna internazionale dell’edilizia
e dell’architettura
Lo scorso 2 settembre a Zurigo, nell’ambito della fiera Bauen und Modernisieren, la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, in collaborazione con
Federlegno ha organizzato una conferenza stampa/
seminario sul tema edilizia ed arredamento, che si è
tenuta in occasione della fiera zurighese Bauen und
Modernisieren. All’incontro, introdotto dal Segretario generale della CCIS, Andrea G.Lotti, sono intervenuti: Alberto Lualdi, Vicepresidente di Federlegno/
Arredo, Associazione nazionale fabbricanti prodotti
per l’edilizia e per l’arredo urbano; Denys Thommen, Ing., Rubner Gruppe (Bressanone); lo studio di
Architettura Nunziati, e Luca Giordano, Luca Giordano & partners Studio di ingegneria e bioarchitettura, Capogruppo Associazione svizzera italiana
dell’architettura bioecologica. Obiettivo dell’incontro
mettere in risalto le possibilità di collaborazione tra i
mercati italiano e svizzero per gli operatori del settore e presentare la rassegna internazionale dell’edilizia e dell’architettura Madeexpo (www.madeexpo.
it) in programma a Milano dal 5 all’8 ottobre 2011.
FederlegnoArredo - la Federazione italiana delle industrie
del legno, del sughero, del mobile e dell’arredamento,
componente del sistema Confindustria, con 2.500 aziende
associate - rappresenta tutta la filiera del legno arredamento, dalla prima trasformazione della materia prima legno alla massima rappresentazione del design, passando
per i produttori di arredo, illuminazione, pannelli, edilizia
per interni, allestimenti, ufficio, segherie, imballaggi.
Il settore realizza un fatturato di oltre 33 miliardi di euro
e ne esporta circa il 35%, occupa 400.000 addetti diretti
a cui va aggiunta l’occupazione indotta nei servizi e nel
commercio.
FederlegnoArredo organizza tramite le sue società operative le due più importanti fiere del mondo, a Milano, re-
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lativamente al sistema del progetto: il Salone Internazionale del Mobile, la più importante fiera al mondo per il
design e l’arredo e MadeExpo, la fiera dedicata al sistema
dell’edilizia.
Il Salone del Mobile, appena svoltosi ad aprile, con oltre 2.700 espositori ha occupato tutta la superficie - oltre 200.000 m² netti - dell’innovativo quartiere fieristico
di Milano e ha richiamato oltre 321.000 visitatori, di cui il
63% esteri, e 5.300 giornalisti.
In concomitanza con il Salone del Mobile si tengono le
esposizioni biennali dedicate alla luce e all’ufficio negli
anni dispari e alla cucina e al bagno negli anni pari.
MadeExpo – il nome è l’acronimo di Milano Architettura
Design Edilizia – in programma a Milano dal 5 al 8 ottobre
2011; nel 2010 ha ospitato oltre 1.700 espositori su una
superficie espositiva di 100.000 m² netti ed è stata visitata
da oltre 200.000 operatori professionali.
La manifestazione rappresenta l’intera filiera delle costruzioni, dal mondo delle strutture, dei sistemi costruttivi e
dei materiali fino al progetto e ai servizi.
Particolare attenzione è posta sull’innovazione, sia nei
materiali che nei processi e nei prodotti, e sull’ambiente,
con un’area espositiva interamente dedicata alle energie
rinnovabili, nella quale verranno presentate le proposte
più avanzate nell’ambito dei sistemi fotovoltaico, eolico e
a energia solare, oltre a una straordinaria ricchezza di soluzioni e materiali innovativi pensati ai fini del risparmio
energetico.
Accanto ai prodotti MadeExpo propone anche una serie
di dibattiti, eventi, appuntamenti scientifici e focus tecnologici con esperti del settore e testimonial internazionali.
Federalegno è impegnata nel supporto alle imprese per la
ricerca e lo studio dei più innovativi interventi che consentano una produzione industriale che produca il bello nel
rispetto dell’ambiente e della salute degli individui. Etica
ed estetica non possono essere scissi. Dalla materia prima,
il legno primo fra tutti, che viene tutelato con una politica
di gestione del bosco, ma anche tutti gli altri materiali fino
alle finiture, tutto deve avere alti standard di sicurezza e
di qualità. Sono questi i fattori, accanto alla creatività, che
fanno grande il Made in Italy nel mondo.
A Ginevra dal 10 al 13 ottobre 2011
Nuova edizione di Italy at Cern
La mostra “Italy at CERN 2011” è in programma presso la
sede del CERN-Meyrin dal 10 al 13 ottobre 2011. La manifestazione è organizzata dalla Camera di Commercio Italiana per la Svizzera in collaborazione con l’ufficio dell’Industrial Liaison Officer (ILO). Tale manifestazione si svolge
periodicamente, con cadenza biennale o triennale, ed è
intesa come vetrina aperta sul CERN dell’industria italiana
ed occasione per stabilire contatti con potenziali acquirenti;
l’ultima edizione si è svolta nel marzo 2008.
PER ULTERIORI INFORMAZIONI
Camera di Commercio Italiana in Svizzera
Seestr. 123 – Casella Postale
CH - 8027 Zurigo
Tel. +41 44 2892323
Fax +41 44 2015357
e-mail: [email protected]; [email protected]
www.ccis.ch
Dr.ssa Cristina Miletti
Segreteria Ufficio ILO
INFN Sezione di Padova
Via F. Marzolo 8
I - 35131 Padova
Tel. +39 049 9677080
Fax +39 049 8756233
[email protected]
www.pd.infn.it
AZIENDE ESPOSITRICI
Agilent Technologies SpA
Via F.lli Varian 54, 10040 Leinì (TO)
Tel. +39 011 99 79 627, Fax +39 011 997 79 350
[email protected], www.agilent.com
Agilent Technologies - Vacuum Products
All’avanguardia nella Tecnologia del Vuoto sin dagli anni ’50, la
Agilent (già Varian) è un fornitore globale di soluzioni per il Vuoto, con stabilimenti in Italia e USA.
Prodotti: Pompe Turbomolecolari, Ioniche, a Diffusione, Scroll
a secco, Rotative; Sistemi di Pompaggio, Misuratori, Valvole e
Componenti da Vuoto, Cerca-Fughe; Applicazioni; Fisica delle
Alte Energie, Acceleratori di Particelle, Laboratori R&D; Deposizione di Film Sottili, Spettrometria di Massa, Nanotecnologie;
Semiconduttori, Ricerca Fughe.
Caen SpA
Via Vetraia 11, 55049 Viareggio (LU)
Tel. +39 0584 38 83 98, Fax +39 0584 38 89 59
[email protected], www.caen.it
CAEN costituisce un vero e proprio One-Stop-Shop per l’elettronica nel mondo della fisica delle alte energie. CAEN è, infatti, leader mondiale nella progettazione e produzione di strumentazione
elettronica per gli esperimenti di fisica Nucleare e Subnucleare. Il
catalogo CAEN comprende più di 250 prodotti: Sistemi di Alimentazione a Bassa ed Alta Tensione, Crate, elettronica di Front-End e
Acquisizione Dati (negli standard VME, NIM, CAMAC). Quasi il
40% della produzione CAEN è comunque “custom”.
Cecom Srl
Via Tiburtina Km 18,700
00012 Guidonia Montecelio (RM)
Tel. +39 0774 35 57 77, Fax +39 0774 35 58 00
[email protected], www.cecomweb.com
La CECOM (www.cecomweb.com) è specializzata in lavorazioni meccaniche ed assemblaggi di precisione, con applicazioni in
progettazione, costruzione e test di prodotti per Ultra Alto Vuoto
(UHV). Grazie alla nostra collaborazione con il CERN abbiamo
acquisito l’esperienza per intraprendere progetti complessi anche per altri centri di ricerca. Tali progetti includono tecnologie
speciali (brasatura sotto vuoto di rame, acciaio e glidcop, saldatura a fascio di elettroni, laser e a frizione). Questi ed altri processi
sono da noi gestiti e controllati presso fornitori selezionati.
C.S.C. SpA
Via Lago Maggiore 7, 36015 Schio (VI)
Tel. +39 0445 575 989, Fax +39 0445 57 57 50
[email protected], www.csc-schio.com
La CSC è stata fondata nel 1976 e si è da sempre focalizzata nella
realizzazione di saldature speciali e nella progettazione e costruzione di componenti per la ricerca scientifica, l’industria energetica e aerospaziale usando materiali come:
Acciaio Inox, Nichel e le sue leghe, Titanio, Tantalio, Zirconio, Alluminio e le sue leghe ecc. La C.S.C. è qualificata in accordo alla
normativa ISO 9001 sin dal 1993. Negli ultimi anni ha inoltre conseguito la certificazione in accordo alla UNI EN ISO 3834-2: 2006
Dimensioni SpA
Via VIII Marzo 8, 10095 Grugliasco (TO)
Tel. +39 011 40 66 101, Fax +39 011 40 66 112, amministrazione@
gruppodimensione.com, www.gruppodimensione.it
Da oltre trent’anni Dimensione S.p.A. ha saputo affermarsi come
general contractor specializzato in opere edili, impianti elettrici e
di climatizzazione ad alto contenuto tecnologico.
In Italia come all’estero, i settori terziario, industriale, pubblico,
ospedaliero e commerciale ci permettono di esprimere al massimo il nostro know how e di trasmettere l’esperienza maturata
combinata con la creatività italiana, che è il trait-d ’union nelle
la
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91
Il mondo in camera
nostre realizzazioni. Dimensione riunisce al proprio interno Progettazione, Produzione e Realizzazione in maniera coordinata,
per servire un piatto pronto ad essere gustato. Grazie ad un’organizzazione concreta, flessibile e sempre in ascolto, possiamo
personalizzare i progetti e i lavori per il cliente. Affrontiamo tutte
le sfide che si presentano con la passione per il lavoro e con l’utilizzo delle tecnologie più innovative.
produce resistenze elettriche e sistemi riscaldanti completi di controlli termici per applicazioni domestiche ed industriali. Avvalendosi di Business Units altamente specializzate il gruppo sviluppa
e produce resistenze per differenti aree applicative; resistenze
tubolari, elementi riscaldanti a cartuccia e a fascia, fogli flessibili,
thick film, cavi riscaldanti, riscaldatori a filo nudo, elementi alettati in alluminio, assiemi funzionali e controlli elettronici.
Ecor Reserarch SpA
Via Friuli 11- ZI, 3+015 Schio (VI)
Tel. +39 0445 57 60 63, Fax +39 0445 57 62 64
[email protected], www.ecor-research.com
Lungarni Giuseppe Srl
Via Repubblica di S.Marino 44, 41100 Modena
Tel. +39 059 45 40 29, Fax +39 059 31 56 71
[email protected], www.lungarigiuseppe.it
ECOR Research progetta, produce ed assembla manufatti in
acciaio inox, titanio e leghe speciali per l’Industria Alimentare,
Farmaceutica,Ricerca Scientifica e Aerospaziale, mediante saldatureTIG, Laser YAG, trattamenti termici, chimici e saldobrasatura
in forno ad alto vuoto. L’azienda ha la competenza e il knowhow per supportare il cliente dalla progettazione alla realizzazione del componente. È certificata ISO9001,ISO14001,AS/EN9100.
È accreditata NADCAP per la saldatura e ha pianificato l’accreditamento per il trattamento termico.
L’azienda ha iniziato l’attività nel 1967 ed è specializzata nelle
lavorazioni di fresatura e rettifica di parti di macchine utensili di
grandi dimensioni. Inoltre, avvalendosi di collaboratori fidati è in
grado di fornire particolari finiti su disegno del Cliente.
Dimensioni massime di lavorazione:
FRESATURA mm. 18000 x 4000 x 1500 + tavola rototraslante
2500 x 2500
RETTIFICA mm. 10000 x 2000 x 2000
Per maggiori informazioni consultare il sito
www.lungarigiuseppe.it
Fantini Sud SpA
Strada P.le Casilina per Sgurgola 52, 03012 Anagni (FR)
Tel. +39 0775 77 491, Fax +39 0775 76 96 40
[email protected], www.fantinispa.it
Le aziende del Gruppo Fantini sono cresciute negli anni con una
filosofia da sempre rivolta alla ricerca, al miglioramento continuo
e all’innovazione tecnologica e sono riuscite a sviluppare competenze e referenze in diversi settori ad alta tecnologia. Le divisioni automazione e meccanica sono orientate alla realizzazione
di impianti e attrezzature e si occupano di tutte le fasi di nascita
e sviluppo di un progetto, entrambe sono orientate alla costruzione di prodotti speciali, mettendo a disposizione una struttura
tecnica in grado di supportare e sviluppare le idee del cliente, al
fine della successiva realizzazione del prodotto. Nella divisione
meccanica trovano spazio, per esempio, le collaborazioni con enti
nazionali ed internazionali di ricerca scientifica per la fornitura
di apparati sperimentali. Di seguito alcuni degli enti di ricerca
con cui lavora costantemente il Gruppo Fantini E.N.E.A. (Italy),
I.N.F.N. (Italy), U.K.A.E.A – E.F.D.A. (England), MAX PLANK
INSTITUT (Germany).
Iniziative Industriali Srl - COSMI Group
Via Teodorico 5, 48122 Ravenna
Tel. +39 0544 60 51 11, Fax +39 0544 60 59 22
[email protected], www.gruppocosmi.com
Iniziative Industriali è specializzata nella progettazione, fornitura
e montaggio di opere e servizi di altissima qualità per la realizzazione d’impianti nel settore energetico tipo oil&gas, chimico
e petrolchimico. Iniziative Industriali ha trasformato la propria
esperienza in know-how meccanico ed elettro-strumentale e realizza progetti chiavi in mano tipo:
• EPC
• Montaggi e avviamento di impianti
• Manutenzioni
• Training
Le performance degli impianti realizzati unite alla trasparenza
nei rapporti con i propri clienti e partners hanno permesso il successo di INIZIATIVE INDUSTRIALI nel corso degli anni.
IRCA SpA Div Rica – Zoppas Industries
Via Podgora 26, 31029 Vittorio Veneto (TV)
Tel. +39 0438 91 02 18, Fax +39 0438 91 03 20, [email protected], www.zoppas.com
Rica, divisione del gruppo Zoppas Industries, da oltre 30 anni
92
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Maprad Srl
Via C.Colombo 19/i, 06127 Perugia
Tel. +39 075 50 56 317, Fax +39 075 51 56 291
[email protected], www.maprad.com
Maprad opera nel settore aerospaziale ed è specializzata negli
studi di suscettibilità alla radiazione di sistemi e componenti
elettronici. Recentemente, ha lanciato una seconda linea di attività rivolta a ricerca e sviluppo su rivelatori di particelle innovativi. Fondata nel 2005, l’azienda si basa sull’esperienza di più
di 15 anni di lavoro in progetti scientifico-spaziali di ingegneri
elettronici, meccanici e fisici sperimentali delle alte energie, tutti
altamente qualificati.
Reven.ge Srl
Via Sansovino 217, 10151 Torino
Tel. +39 011 73 70 00, Fax +39 011 45 43 067
[email protected], www.revenge.it
Costituita a Torino nel 1995, REVEN.GE nasce dalla collaborazione tra un gruppo di professionisti operanti da oltre vent’anni nel settore informatico. Oggi, nell’ambito dell’Information
Technology, è un punto di riferimento per la Progettazione e la
Realizzazione di Soluzioni ad elevato contenuto tecnologico. Nel
corso di questi anni REVEN.GE ha investito nella formazione e
nell’aggiornamento costante del proprio staff tecnico e commerciale con il risultato di poter contare, attualmente, su professionisti qualificati e diversificati nelle specifiche competenze.
RIAL Vacuum Srl
Via Tito ed Ettore Manzini 7A, 43126 Parma
Tel. +39 0521 94 93 01, Fax +39 0521 94 93 00, [email protected], www.rialvacuum.com
RIAL Vacuum è una società specializzata nella progettazione,
produzione e collaudo di sistemi per vuoto, ultraltovuoto e componenti meccanici di precisione secondo le specifiche fornite dal
Cliente. Con un’ampia gamma di prodotti e servizi, è in grado
di soddisfare appieno le esigenze dei principali centri di ricerca
europei e di industrie ad elevato contenuto tecnologico grazie al
reparto di ingegneria che è in grado di sviluppare la progettazione e la realizzazione di questi componenti speciali.
SAES Getters SpA
Viale Italia 77, 20020 Lainate (MI)
Tel +39 02 93 178 1, Fax +39 02 93 17 83 70
[email protected], www.saesgetters.com
Leader mondiale in una varietà di applicazioni scientifiche e industriali in cui sono richieste condizioni di ultra alto vuoto o gas
ultra puri, il Gruppo SAES® Getters sfida la velocità dell’evoluzione tecnologica con un impegno totale nell’innovazione.
Grazie a questo impegno, a partnership e alleanze tecnologiche,
durante gli ultimi 70 anni il Gruppo SAES Getters ha saputo
supportare applicazioni specifiche con lo sviluppo di soluzioni
altamente innovative, rispondendo alle esigenze di mercati in costante trasformazione con profonde diversificazioni del portfolio
di tecnologie offerte.
L’invenzione ed il concetto della pompa NEXTorr® rappresentano un notevole passo avanti in ambito di tecnologia del vuoto.
L’utilizzo della pompa NEXTorr mira alla riduzione degli spazi
occupati e del peso e alla migliorata capacità di pompaggio di
specie gassose in applicazioni di ultra alto vuoto.
Grazie a questo nuovo prodotto nel 2011 il Gruppo SAES GETTERS ha ottenuto il prestigioso premio americano R & D 100 che
identifica le 100 tecnologie più rivoluzionarie di nuova introduzione nel mercato.
Sarvadon Srl
Via Circonvallazione 3, 11024 Châtillon (AO)
Tel. +39 0166 61 343, Fax +39 0166 61 511
[email protected], www.sarvadon.org
Le officine Sarvadon sono dedicate alla lavorazione dell’acciaio,
acciaio inox, alluminio e dei materiali compositi più avanzati per
tutte le esigenze dell’architettura d’esterni ed interni. L’organico è costituito da 16 persone interne e 4 squadre di posatori. Il
centro di progettazione e sviluppo interno è in grado di individuare risposte adeguate alle esigenze del cliente e del mercato,
anche con soluzioni evolute ed innovative. Dal 2009 è operativa
la società collegata “S.A.A. Acier et Alluminium Sarl” con sede a
Menton (Francia).
SEA ALP Engineering Consortium
Via F. Parigi 32a - ZI Chind, 10034 Chivasso (TO)
Tel. +39 011 919 52 00, Fax +39 011 9195 885
[email protected], www.criotec.com
SEA ALP Engineering è una joint-venture di 7 partner che hanno
lavorato insieme più o meno continuativamente in molti progetti
riguardanti lo studio di impianti e macchinari nel campo della ricerca dell’elevata efficienza energetica durante gli ultimi 20 anni.
Abbiamo partecipato ad alcuni dei più importanti progetti di fisica nucleare a livello internazionale quali: HERA, NET/ITER, LEP,
LHC, come progettisti e fornitori.
Il gruppo dispone di un’ampia e differenziata capacità tecnica
orientata in diversi campi tra i quali la progettazione concettuale
di macchine, disegni costruttivi, simulazioni FEM, impianti oleodinamici, curvatura di profili e criogenia.
PROGRAMMA
Monday, 10 October 2011
9:00 - 12:30: Delivery of the stands to the exhibitors
Council Chamber Bldg. 503:
14:15 - 14:25: Welcome speech by Maurizio Biasini
(Scientific Attaché)
14:25 - 14:40: ILO report, Sandro Centro
(Industrial Liaison Officer)
14:40 - 15:10: Purchasing procedures, Dante Gregorio (CERN)
15:10 - 15:45: Technology transfer, Thierry Lagrange (CERN)
16:00 - 17:30: Guided visit to experiments for the exhibitors
Tuesday, 11 October 2011
09:30 - 12:30 Exhibition of Italian Industries
12:30 - 14:00 Lunch hosted by the Italian Industries
participating to the exhibition (only by invitation)
Council Chamber (open)
14:00 - 14:10: Welcome by Sergio Bertolucci, Director for
Strumenti Scientifici CINEL Srl
Via dell’Artigianato 14-14A, 35010 Vigonza (PD)
Tel. +39 049 72 50 22, Fax +39 049 89 31 881
[email protected], www.cinel.com
Strumenti Scientifici CINEL opera nel settore della meccanica di
precisione applicata alla produzione di strumentazione scientifica utilizzata nei laboratori di ricerca.
CINEL progetta, costruisce, collauda e installa apparecchiature
nel campo della fisica nucleare per gli acceleratori di particelle e
delle macchine per la produzione di luce di sincrotrone.
CINEL ha acquisito esperienza anche nel settore della criogenia,
superconduttività e astrofisica.
Vaqtec Srl
Corso Grosseto 437, 10151 Torino
Tel. +39 011 096 83 07, Fax +39 011 096 83 93
[email protected], www.vaqtec.com
Vaqtec è un produttore e distributore specializzato in componenti per vuoto ed ultra alto vuoto a prezzi molto competitivi.
Qualità, servizio e professionalità sono il nostro fiore all’occhiello, e fanno di Vaqtec un valido partner per il ricercatore in cerca
di componenti affidabili, prodotti secondo lo standard ISO, utili
alla realizzazione e al mantenimenti dei sistemi in vuoto e dei
loro processi. Dalle flange, passanti elettrici, finestre e valvole alla
gamma completa di manipolatori e controllori di spessore per
deposizione, Vaqtec copre l’intero spettro.
Tutto il materiale è disponibile sul catalogo on-line, che contiene
prodotti standard completi di specifiche tecniche.
La nostra priorità è soddisfare le richieste del cliente con informazioni tecniche dettagliate ed una consegna rapida.
Questa è la sfida che affrontiamo ogni giorni qui in Vaqtec.
VCS Srl
Via Moneta 2° - Quartiere SPIP, 43100 Parma
Tel. +39 0521 60 60 30, Fax +39 0521 60 77 40, p.consolini@vcs-pr.
it, www.vcs-pr.it
VCS Srl è fornitore di macchine per la produzione specializzata
nel VUOTO -ALTO VUOTO e settori UHV. Ha particolare competenza nella produzione di componenti e sistemi, in acciaio
inox, sia per uso industriale che di ricerca. La società possiede
un sito produttivo di 3.300 metri quadrati, in parte dedicato alla
produzione di camere ed in parte alla produzione di macchinari
ad alta precisione.
L’obiettivo strategico di VCS è quello di raggiungere gli standard
di qualità più alta possibile durante tutto il processo produttivo,
che richiede alti livelli di professionalità non solo in fase di progettazione ma anche durante la produzione, con il monitoraggio
continuo della produzione di way-punti.
Research and Computing, on behalf of the D.G.
14:10 - 14:20: Speech by the Italian Ambassador, Laura
Mirachian
14:20 - 14:30: Speech by the Secretary General of the Italian
Chamber of Commerce for Switzerland, Andrea G. Lotti
14:30 - 14:45: Speech by the President of INFN, Roberto
Petronzio
14:45 - 15:30: Introduction to CERN and CERN’s activities
by Sergio Bertolucci
15:30 – 16:00: Coffee break
16:00 - 17:30: Informal meeting with the Italian staff at CERN
20:00 - 21:30: Concert “Trio Poem” sponsored by the Italian
Industries
Wednesday, 12 October 2011
9:30 - 17:30 Exhibition of Italian Industries
Thursday, 13 October 2011
9:30 - 16:00: Exhibition of Italian Industries
16:00: Cocktail Party for the closing of the exhibition
la
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Contatti commerciali
DAL MERCATO ITALIANO
Fax: 0039/0975381158
E-mail:fragranze [email protected]
Offerte di merci e servizi
Sistemi per termoidraulica
Hold Pipe srl
Via Torricelli 28 Z. I.
I – 33080 Porcia PN
Tel. 0039/0434 593935
Fax 0039/0434 593930
E-mail: [email protected]
www.holdpipe.net
Acqua minerale
Monteforte srl
Via Lazzari,110
I - 41050 Montese (MO)
Tel. 0039 059-980056
Fax 0039 059-980057
E-mail: [email protected]
www.monteforte.it
Prodotti zootecnici
SGDA srl
Via Mellana 4
I - 15033 Casale Monferrato AL
Tel: 0039/0142453439
Fax 0039/0142417451
E-mail: [email protected]
www.sgda.it
Organizzazione di eventi
Eventifuturi sas
Via Fabroni 9
I - 50134 Firenze
Tel: +39 393 8665105
E-mail: [email protected]
www.eventifuturi.com
Pasta
Pasta Rossini srl
Via Via Modena, 340
I - 34034 Cassana FE
Tel. 0039/0532824477
Fax 0039/0532824476
E-mail: [email protected]
www.pastarossini.it
Abbigliamento e moda
Teddy Spa
Via Coriano 58 - Grosrimini - Blocco 97
I – 47900 Rimini
Tel. 0039/0541 301480
Fax 0039/0541 383430
E-mail: [email protected]
www.teddy.it
Prodotti da forno
ORO.PAN
C/da San Giuliano-zona P.I.P.
I - 85050 Brienza PZ
Tel. 0039/3297113688
94
la
Rivista
n. 10 Ottobre 2011
Detergenti
AEB Spa
Via V. Arici 104 - S.Polo
I - 25134 BRESCIA
Tel. +39.030.23071
Fax. +39.030.2307281
E-mail: [email protected]
www.aeb-group.com
Prodotti alimentari
Mediterranea Trading srl
Via Arno 5
I – 81100 Caserta
Tel: 0039/331 5464316
[email protected]
www. mediterraneatrading.jiimdo.com
Componentistica
per mobili e cucine
Bertoni f.lli snc
Via Tagliamento 8
I - 37051 Bovolone VR
Tel. 0039/0457100539
Fax 0039/0456908231
E-mail: [email protected]
Imballaggi
Pogliano Flexible Packaging srl.
Via Borgo Valentino, 8
I - 10020 Arignano TO
Tel. 0039/011 9462393
Fax 0039/011 9462764
E-mail: [email protected]
www.poglianofp.com
Pasta
Pasta Julia Spa
Via Piemonte snc
loc. S. Luciola
I - 06038 Spello PG
Tel. 0039/0742301761
Fax 0039/0742304301
[email protected]
www.pastajulia.it
Attrezzature per medicina
medica e cosmetica
MDG Tech srl
Viale Duca D’Aosta 19
I – 21052 Busto Arsizio VA
Tel. 0039/335 8189972
Fax 0039/02 700556834
E-mail: [email protected]
www.medical-group.it
Manutenzione armi sportive
Megaline srl
via Ardione 16
I – 42015 Correggio RE
Tel. 0039/0522 631684
Fax 0039/0522 631685
E-mail: [email protected]
www.megaline.it
Abbigliamento da lavoro
Maurel
Via del Commercio 4-6
I – 27038 Robbio PV
Tel. 0039/0384 671034
Fax 0039/0384 672361
Email: [email protected]
www.maurel.com
Porte blindate
Tesio Spa
Corso Venezia 63
I – 10147 Torino
Tel. 0039/011 2620973
Fax 0039/011 2624878
Email: [email protected]
www.tesio.com
Profumi ed essenze
Herbsardinia srl
Via Lungo Saline 27/A
I – 09126 Cagliari
Tel. 0039/070383070
Fax 0039/01782225689
[email protected]
www.herbsardinia.com
Richieste di ricerca
agenti-rappresentanti
• La ditta International Innovation
Pala GmbH (www.innovazionipala.it) è una impresa di diritto svizzero che possiede proprietà industriali e brevetti internazionali per
lo sfruttamento e la realizzazione
di impianti di energia rinnovabile
e per lo sviluppo sostenibile è alla
ricerca di soci collaboratori e finanziatori per acquisto e sfruttamento
del diritto di priorità dei brevetti in
proprio possesso.
• L’ Azienda Agricola Borghesi
Erika è una affermata realtà della provincia di Pistoia dedita alla
produzione di un olio extravergine
di oliva di altissima qualità Il Macchia Palmane. Negli oliveti posti
in leggera collina il Lazzero oggi è
unito a Moraiolo, Leccino, Frantoio
e Maurino. Le olive sono raccolte a
mano all’ invaiatura e subito frante,
separatamente, con sistema a ciclo
continuo. L’ Extravergine Macchia
Palmane (IGP Toscano) si offre alla
vista di un colore giallo con bei riflessi verdi, al naso fa correre la
mente all’ oliva ed all’ erba, in bocca
è ampio, persistente e con un buon
equilibrio tra l’ amaro ed il piccante
caratteristici. La ditta è alla ricerca
in Svizzera di importatori e grossisti specializzati nella distribuzione
di olio extravergine d’oliva con cui
avviare una collaborazione di lungo
termine.
• Salottino GmbH
Seestrasse 158 - 8810 Horgen
Sconti per i soci per regali aziendali
(cesti specialita’ italiane, vini, regalistica), possibilita’ catering , feste
private.
fertilitá del terreno con l’apporto
di sostanza organica da concimi di
stalla o da sovesci di leguminose e
cereali. Si ritiene fondamentale l’apporto di sostanze umificanti naturali
per incrementare l’attivitá biologica
del terreno e favorire l’assorbimento degli altri elementi nutritivi. Le
infestazioni fungine del vigneto si
controllano benissimo con poltiglia
bordolese e zolfo puro.. La ditta è
alla ricerca in Svizzera di importatori
e grossisti specializzati nella distribuzione di vino con cui avviare una
collaborazione di lungo termine.
Per le richieste di cui sopra rivolgersi a:
Camera di Commercio Italiana per
la Svizzera, Seestr. 123
casella postale, 8027 Zurig
Tel. 044/289 23 23, Fax 044/201 53 57
e-mail: [email protected], www.ccis.ch
Eva Vogel degli Esposti
079 3745427
DAL MERCATO SVIZZERO
• L’Azienda Agricola Podere Salicutti è una affermata realtà della
provincia di Siena dedita alla produzione di un Brunello di Montalcino di altissima qualità. La scelta
colturale è quella del biologico che
si avvale di tecniche molto semplici tendenti all’incremento della
Fax 0041 52 396 22 02
[email protected]
www.schlossberg.ch
Pasta pronta ripiena
HACO AG
Worbstrasse 262 PF 96
CH – 3073 Gümligen
Tel: +41 31 950 14 04
Fax +41 31 950 16 16
E-mail: [email protected]
www.haco.ch
• La studio legale Falanga & Partner
è alla ricerca di un avvocato/partner. Per chiunque fosse interessato, contattare:
Avvocato/Partner
FALANGA & PARTNER
Studio legale internazionale
St. Jakobs-Strasse 11
Postfach 249
CH-4010 Basel
Tel. +41 61 273 66 10
Fax +41 61 273 66 11
Ricerca di merci e servizi
Filati e prodotti tessili per la casa
Schlossberg Textil AG
Tösstalstrasse 15
CH – 8488 Turbenthal
Tel. 0041 52 396 23 37
Per ulteriori info rivolgersi alla:
Camera di Commercio Italiana per
la Svizzera, Seestr. 123
casella postale, 8027 Zurig
Tel. 044/289 23 23, Fax 044/201 53 57
e-mail: [email protected], www.ccis.ch
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Nel complesso sportivo del St. Anna Golf, 18 buche tra le più belle della Liguria a due passi
dal mare. stupendo appartamento nel Borgo del golf a pochi passi dalla Club House. Secondo
piano con grande terrazzo sul fronte soggiorno e spettacolare vista sul campo da golf Ampio
soggiorno, cucina adiacente totalmente attrezzata due camere di cui una si affaccia sul terrazzo e bagno. Inoltre
prestigioso appartamento di mq. 350 con piscina e ampio giardino.
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Pineta, di recente costruzione, a pochi passi dal mare, appartamento in ottimo stato composto
da salone cucina, due camere da letto, studio, doppi servizi, ampio terrazzo, vista mare, box.
Milano
Elegante palazzina cielo-terra inizio 900, attualmente ad uso uffici,composta da due corpi di fabbrica interconnessi
che si sviluppano su 4 piani fuori terra attor al cortile centrale e due piani interrati. L’immobile si trova nel cuore di
Brera, noto per la Pinacoteca, l’accademia delle belle arti.
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Loano, Ceriale, Cervo, disponiamo di appartamenti a pochi passi dal mare.
Informazioni
Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, Seestr. 123 - 8027 Zurigo, Tel. 044/289 23 23, Fax 044/201 53 57
e-mail: [email protected], www.ccis.ch
la
Rivista
n. 10 Ottobre 2011
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ATTIVITÀ E SERVIZI
Con i suoi circa 800 Soci la Camera di Commercio Italiana per
la Svizzera, fondata nel 1909, è un‘associazione indipendente
ai sensi del Codice Civile Svizzero. Il suo compito precipuo
consiste nella assistenza alle imprese dedite all‘interscambio
tra Italia, Svizzera ed il Principato del Liechtenstein. La gamma dei suoi servizi, certificati ISO 9001, è molto variegata e
comprende tra l‘altro:
- Ricerche su banche dati di produttori, importatori, grossisti,
commercianti, agenti/rappresentanti dei seguenti Paesi: Italia e Svizzera
- Informazioni riservate su aziende italiane: visure, bilanci,
assetti societari, protesti, bilanci, rapporti commerciali, ecc.
(disponibili on-line in giornata)
- Segnalazioni di potenziali fornitori ed acquirenti
- Ricerca e mediazione di partners commerciali italiani e svizzeri
- Organizzazione di incontri e workshop tra operatori, con
l‘ausilio di servizi di interpretariato e segretariato
- Recupero di crediti commerciali, con particolare riguardo
alla ricerca di soluzioni amichevoli e extragiudiziali
PUBBLICAZIONI
-
La Rivista periodico ufficiale mensile (11 edizioni all‘anno)
Calendario delle Fiere italiane
Annuario Soci
Indicatori utili Italia-Svizzera
Agevolazioni speciali per i Soci
Seestrasse 123, Casella postale, 8027 Zurigo
Tel. ++41 44 289 23 23, Fax ++41 44 201 53 57
http://www.ccis.ch, e-mail: [email protected]
IVA-Nr. 326 773
- Recupero dell‘IVA svizzera in favore di operatori italiani,
nonché dell‘IVA italiana per imprese elvetiche
- Consulenza ed assistenza legale in materia di diritto commerciale, societario e fiscale
- Assistenza e consulenza in materia doganale
- Informazioni statistiche ed import/esport
- Informazioni finanziarie e riservate sulla solvibilità di imprese italiane e svizzere
- Ricerca di prodotti, marchi di fabbricazione e reperimento
di brevetti
- Azioni promozionali e di direct marketing
- Arbitrato internazionale
- Informazioni relative all‘interscambio, normative riguardanti gli insediamenti in Svizzera ed in Italia
- Seminari e manifestazioni su temi specifici di attualità
- Traduzioni
- Viaggi di Studio
- Certificato di Italiano Commerciale rilasciato in collaborazione con la Società Dante Alighieri di Roma
- Swiss Desk Porti italiani
- La CCIS fornisce informazioni su Fiere e Mostre italiane.
Rappresentanza ufficiale di Fiera Milano e di VeronaFiere
- Recupero crediti in Svizzera
- Regolamento di Arbitrato e di Conciliazione
della Camera Arbitrale della CCIS
- Compra-vendita di beni immobili in Italia
- Costituzione di società affiliate di imprese estere in Italia
- Il nuovo diritto societario italiano
- Servizi camerali
Rue du Cendrier 12-14, Casella postale, 1211 Ginevra 1
Tel. ++41 22 906 85 95, Fax ++41 22 906 85 99
e-mail: [email protected]
IVA-Nr. 326 773
RECUPERO IVA ITALIANA
RECUPERO IVA SVIZZERA
Il servizio, offerto a condizioni
molto vantaggiose, è rivolto sia
alle imprese svizzere che recuperano l’IVA pagata in Italia che
alle imprese italiane che recuperano l’IVA pagata in Svizzera.
Grazie agli accordi di reciprocità tra Italia e Svizzera la
legislazione svizzera consente agli imprenditori italiani
il rimborso dell’IVA svizzera.
Grazie agli accordi di reciprocità tra l’Italia e la Svizzera, la
legislazione italiana consente agli imprenditori svizzeri di
ottenere il rimborso dell’IVA italiana. La CCIS:
• fornisce la necessaria documentazione;
• esamina la documentazione compilata;
recapita l’istanza di rimborso in Italia all’Autorità fiscale
competente;
• avvia e controlla l’iter della Vostra pratica tramite il suo ufficio di Pescara;
• fornisce assistenza legale
La CCIS:
• fornisce un servizio di informazione e prima consulenza;
• diventa il Vostro rappresentate fiscale;
• esamina la completezza della Vostra documentazione;
• invia la documentazione alle autorità svizzere e segue l’iter
della vostra pratica.
Informazioni più dettagliate contattare
la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
+41 (0)44 289 23 23
RICERCA DI PARTNER COMMERCIALI
Grazie alla propria rete di contatti e alla conoscenza delle esigenze e dei bisogni del mercato elvetico e di quello italiano, la Camera di Commercio offre ad imprese sia svizzere
che italiane intenzionate ad esportare i propri servizi e prodotti all’estero un’accurata
ricerca di controparti commerciali. Attraverso un’analisi sistematica del mercato obiettivo ed identificati i partner commerciali ritenuti più idonei per le imprese a diventare
affidabili interlocutori nel settore di riferimento, viene organizzato un incontro presso le
aziende target così selezionate permettendo alle imprese italiane o svizzere un rapido ed
efficace ingresso sui rispettivi mercati di riferimento.
Per ulteriori informazioni ed un preventivo sul servizio, potete contattarci al seguente indirizzo mail [email protected]
Tomorrow
needs
commitment
Proteggere, far fruttare e trasmettere il suo patrimonio.
Oggi come ieri, il nostro impegno è guidato dalla trasparenza e da una visione
a lungo termine. È con questi valori dettati dal buon senso che intratteniamo
con lei una relazione duratura, basata sulla fiducia.
Affrontiamo il futuro con serenità.
www.ca-suisse.com
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