La quiete dopo la tempesta? - Camera di Commercio Italiana per la
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La quiete dopo la tempesta? - Camera di Commercio Italiana per la
la Rivista Anno 102 - n. 10 - Ottobre 2011 Svizzera - Italia La quiete dopo la tempesta? REKDESIGN.COM Insuperabile per le vostre “Maxi” insalate. Santa Lucia, questa è mozzarella. Editoriale di Giangi Cretti La metafora è climatica. Ricorrente da qualche tempo, è utilizzata per qualificare lo stato delle relazioni fra Svizzera e Italia. Dopo una fase in cui si è parlato di nubi dense nei cieli sopra Berna e Roma, si torna a parlare di schiarite. Tant’è che, leopardianamente, si dà ormai quasi per certo che,“passata la tempesta”, sia lecito udir “augelli far festa”. Fuor di metafora. Si sono moltiplicati nelle ultime settimane i segnali di un allentamento di tensione, cui sono seguiti quelli di dichiarata disponibilità, presupposto per una riapertura dei negoziati fra Svizzera e Italia. Infatti, dopo anni in cui il contenzioso non era neppure stato affrontato, stante il rifiuto ostentato in più occasioni dal ministro dell’economia italiano, che hanno fatto il paio con le conseguenti misure di rappresaglia adottate dalla Svizzera, le due parti sono tornate a parlarsi. Non è azzardato presumere che, a questo mutato atteggiamento, finalmente non più di sfida, non siano estranei gli accordi in materia fiscale parafati con Germania (nel frattempo firmato lo scorso 21 settembre) e Gran Bretagna. Allo stesso modo in cui si può supporre che, per quanto illegale, la ritorsione adottata dal Canton Ticino di congelare su un conto bloccato metà dei ristorni fiscali spettanti (poco più di 23 milioni di euro) ai comuni di residenza dei lavoratori frontalieri, qualche effetto l’abbia indirettamente sortito. D’altro canto, gli accordi parafati con Germania e Gran Bretagna (ai quali pare adocchiare con interesse anche la Francia) hanno un doppio pregio: forniscono corposa liquidità immediata, grazie all’imposta liberatoria; non possono essere considerati alla stregua di un condono, al contrario; continuano nel tempo ad essere fonte di entrate finanziarie, in quanto prevedono la puntuale tassazione degli interessi maturati sui capitali depositati in Svizzera. Sta di fatto che negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un’accelerazione: il Parlamento italiano ha approvato all’unanimità una mozione plurima (nel senso che da una iniziale sono diventate 4 sostanzialmente analoghe) con la quale si chiedeva la riapertura del dialogo; nell’ultima manovra di agosto la Camera dei Deputati ha approvato un ordine del giorno che impegna il governo a giungere entro il 31 marzo 2012 alla stesura di un accordo; a metà settembre, organizzato della Commissione esteri del Senato presieduta da Lamberto Dini, ha avuto luogo un incontro (vedi pag. 15 e seguenti) tra delegazioni parlamentari e rappresentanti delle associazioni bancarie e delle Camere di Commercio dei due Paesi, che ha detta di tutti è andato molto bene: al di là delle più rosee previsioni inducendo Lamberto Dini a dichiarare in conferenza stampa che «interverrà rapidamente, affinché il governo apra negoziati»; infine, il 26 settembre, a margine dell›assemblea annuale del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale a Washington il Consigliere federale signora Eveline Widmer-Schlumpf ha incontrato il Ministro italiano dell’Economia Tremonti, traendone la convinzione che dal faccia a faccia, definito dalla signora Widmer-Schlumpf «molto positivo», siano emerse le linee guida per risolvere in un unico pacchetto tutti i temi in sospeso. L’auspicio è che venga definitivamente accantonato il tempo dei tentennamenti e delle ripicche, perché le relazioni fra i nostri due Paesi si sono consolidate nei decenni sia dal punto di vista umano e sociale, sia economico all’insegna di rispetto, stima e vantaggi conquistati e condivisi. Non è un caso se la Svizzera è il quinto partner economico dell’Italia e l’Italia per la Confederazione sia il secondo. In fondo, addomesticando ancora una volta il poeta di Recanati, passata la tempesta, retoricamente con lui possiamo chiederci: “Sì dolce, sì gradita / Quand’è, com’or, la vita? / Quando con tanto amore / L’uomo à suoi studi intende? / O torna all’opre? / O cosa nova imprende?” *** NB: Dopo 5 anni cambia look (e impostazione) il sito della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera. Grafica e IT essenziali, agili e attuali illustrano ai visitatori l’ultima frontiera del Made in Italy sul mercato svizzero, fatta di attività promozionali, formative ed informative, notizie ed immagini che restituiscono all’esterno l’intenso lavoro svolto dal team CCIS. Sul rinnovato sito www.ccis.ch la Rivista si può ora sfogliare [email protected] la Rivista n. 10 Ottobre 2011 1 Sommario n. 10 Ottobre 2011 1 Editoriale 48 Francesco De Sanctis e la cultura italiana L’esule illustre 52 La libertà come impegno 54 “Volevamo braccia, sono arrivati uomini” Nel centenario della nascita: Max Frisch a Loco fino al 30 ottobre 55 Claude Monet, il pittore che seppe toccare l’intangibile Fino al 20 novembre alla Fondation Pierre Gianadda a Martigny PRIMO PIANO 15 19 Riaprire il dialogo Incontro a Roma tra delegazioni d’Italia e di Svizzera La Svizzera è vicina Convegno a Palazzo Turi a Genova INCONTRI 32 37 Avere lo stesso potere di un uomo senza esserne prigioniera Donne in carriera: Paola Poli I Bocconiani di Ginevra s’associano DOLCE VITA 62 Nel vino l’autenticità di un territorio Incontro con il Marchese Leonardo de’ Frescobaldi 64 Internazionalizzazione come scelta prioritaria e strategica Regione Calabria 65 A tavola con gli Dei Promozione di prodotti reggini per il mercato svizzero Gli alumni Bocconi della Svizzera tedesca CULTURA 41 Quando l’Italia esportava anche la sua lingua 47 L’ASPI: Associazione svizzera dei professori d’italiano RUBRICHE IN BREVE ITALICHE EUROPEE INTERNAZIONALI OLTREFRONTIERA ETICAMENTE BUROCRATICHE ANGOLO FISCALE ANGOLO LEGALE CONVENZIONI INTERNAZIONALI 4 7 9 11 13 23 24 27 29 30 TALENTI ALTROVE L’ELEFANTE INVISIBILE SCAFFALE CARNET BENCHMARK SEQUENZE DIAPASON CONVIVIO MOTORI STARBENE In copertina: Passata è la tempesta / Odo augelli far festa, e la gallina, / tornata in su la via, / che ripete il suo verso. Ecco il sereno/ rompe là da ponente, alla montagna (…) (Giacomo Leopardi) 2 la Rivista n. 10 Ottobre 2011 35 39 51 53 57 59 61 70 75 78 67 L’Alto Piemonte si presenta a Martigny 84 Fieracavalli: Verona, 3 - 6 novembre Quando l’Italia monta in sella 68 La cultura e il turismo denominatori comuni delle relazioni future Incontro con Mariano Cattrini neo sindaco di Domodossola 85 EICMA: Fiera Milano, 8 - 13 novembre 69° Salone Internazionale del Motociclo 86 SIA GUEST: Fiera Rimini 26 - 29 novembre Innovazione, tendenze, atmosfere e approfondimenti per l´ospitalità 70 La dieta mediterranea della Calabria “U cucinatu” 76 Giulietta Quadrifoglio Verde 235 CV Automotonews 77 Suv Kubang In tutto e per tutto una Maserati IL MONDO IN FIERA 82 83 Smau business: Fiera Milanocity 19 - 21 ottobre Information & Communication Technology per manager e funzionari della PA Viscom Italia 2011: Fiera Milano 3 - 5 novembre Anticipazioni dal mondo della comunicazione visiva Editore Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Direttore - Giangi CRETTI Comitato di Redazione G.M. BONADA, A.G. LOTTI, C. NICOLETTI, S. SGUAITAMATTI Collaboratori Ph. BERNASCONI, C. BIANCHI PORRO, M. CALDERAN, G. CANTONI, M. CARACCIOLO DI BRIENZA, V. CESARI LUSSO, M. CIPOLLONE, P. COMUZZI, D. COSENTINO, A. CROSTI, L. D’ALESSANDRO, F. FRANCESCHINI T. GATANI, G. GUERRA, F. Macrì, G. MERZ, A. ORSI, G. SORGE, N. TANZI, I. WEDEL IL MONDO IN CAMERA 88 Giornata delle porte aperte Zurigo 17 settembre 2011 90 L’industria italiana ed europea del legno arredo: scenari e prospettive di sviluppo 91 Nuova edizione di Italy at Cern A Ginevra dal 10 al 13 ottobre 2011 94 Contatti commerciali 96 Servizi camerali La Rivista Seestrasse 123 - Cas. post. 1836 - 8027 Zurigo Tel. ++41(0)44 2892328 Fax ++41(0)44 2015357 [email protected], www.ccis.ch Pubblicità Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 - Casella postale - 8027 Zurigo Tel. ++41(0)44 2892323 Fax ++41(0)44 2015357 e-mail: [email protected] Abbonamento annuo Fr. 60.- Estero: 50 euro Gratuito per i soci CCIS Le opinioni espresse negli articoli non impegnano la CCIS. La riproduzione degli articoli è consentita con la citazione della fonte. Periodico iscritto all’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana). Aderente alla FUSIE (Federazione Unitaria Stampa Italiana all’Estero) Appare 11 volte l’anno. 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Dopo la Svizzera, per la quale rilevante è l’incidenza del sistema previdenziale a copertura di capitale, troviamo gli Stati Uniti e il Giappone a quota 112’000 euro, poi la Danimarca (107’000) e l’Olanda (105’000). Più in basso nella graduatoria sia può notare come l’Italia (61’000) preceda, seppur di poco la Germania (60’000). Chiudono la classifica Ucraina (900), India (800)e Indonesia (700). Gli attivi finanziari lordi del pianeta hanno raggiunto il livello record di 95’000 miliardi, superiore a quello ante crisi del 2007. Il Politecnico federale di Zurigo (ETH) è la migliore alta scuola a livello europeo. Con quello di Losanna (EPFL) e con l’Università di Ginevra si situa tra i primi 100 atenei mondiali. È quanto emerge da un sondaggio condotto dalla società britannica QS. Come lo scorso anno, l’ETH si conferma al 18. posto di questa particolare classifica, guidata dall’Università di Cambridge (GB) davanti all’Università di Harvard (USA) e all’Istituto di tecnologia del Massachusetts (USA). Come ormai succede da parecchio tempo, i primi ranghi sono occupati gli atenei americani e britannici. La prima università di un terzo Paese è quella canadese di McGill, che si piazza al 17. rango, precedendo proprio l’ETH, che risulta così il primo istituto di studi universitari europeo. L’EPFL si situa invece al 35. posto (al 32. l’anno scorso), mentre l’Università di Ginevra si piazza al 69. rango (al 71. dodici mesi fa). I restanti atenei elvetici sono molto più distanti: l’Università di Zurigo è 106. (101. l’anno scorso), quella di Losanna 136. (152.), quella di Berna 143. (162.) e quella di Basilea 151. (137.) La stampa guadagna lettori Secondo le cifre rese note dall’istituto Ricerche e studi dei media pubblicitari, nell’ultimo anno, la stampa ha guadagnato lettori. Quasi tutti i giornali a pagamento sono in progressione, ma sono soprattutto i gratuiti a potersi rallegrare. Nella Svizzera tedesca il giornale più sfogliato rimane 20 Minuten, che ha potuto contare in media 1.379.000 lettori. Ne guadagna 27.000, con una progressione del 2% circa. Il Blick am Abend sale del 5% a 635.000 lettori. Tra i giornali a pagamento il Blick perde lo 0,2%, ma rimane leader con 622.000 lettori, seguito dal Tages-Anzeiger, che invece guadagna oltre il 6% raggiungendo i 508.000 lettori. Aargauer Zeitung, Berner Zeitung, Bund, Neue Zürcher Zeitung, Neue Luzerner Zeitung, St. Galler Tagblatt, Zürcher Regionalzeitungen e Südostschweiz sono riusciti a guadagnare fra i 1.000 e i 9.000 lettori. Eccezione negativa fra i grandi costituisce la Basler Zeitung, che ne ha persi 14.000 (-8%). Fra i domenicali il SonntagsBlick rimane primo, ma perde il 5% (48.000 lettori) e scende a 825.000. Stabili la SonntagsZeitung con 758.000 lettori e la NZZ am Sonntag con 490.000. In Romandia il gratuito 20 Minutes, pur perdendone 11.000 (-2,3%), resta il giornale più sfogliato con 461.000 lettori. Fra i quotidiani a pagamento Le Matin guadagna lo 0,8% e sale a 266.000, 24 Heures lo 0,5% e arriva a 223.000, la Tribune de Genève il 3% e sale a 138.000, La Liberté il 3,1% e arriva a 98.000. Le Temps invece perde il 3% e scende a 119.000 lettori (133.000 con la Svizzera tedesca). 4 la Rivista n. 10 Ottobre 2011 75 anni di OFRAG Vertriebsgesellschaft Stranieri producono 11% pil italiano L’importatore svizzero dei marchi italiani Piaggio, Vespa, Gilera e Aprilia festeggia il 75° anniversario. Tutto iniziò il 1° ottobre 1936 con un piccolo negozio di biciclette e di moto a Zurigo. Otto Frey riprese l’azienda dal padre nel 1964 e oggi, da più di 10 anni, è la numero uno nel mercato svizzero degli scooter. Dopo l’iniziale successo con il marchio austriaco Puch, il boom dei ciclomotori lasciò il campo agli scooter negli anni 80. Da allora OFRAG ha intensificato la collaborazione con il costruttore italiano Piaggio, affermandosi quale partner di fiducia della Posta Svizzera alla quale ha consegnato in 30 anni 30.000 scooter. Thomas Frey, figlio di Otto, dirige dal 2002 il Gruppo, che comprende OFRAG e Fuchs-Movesa. La nuova sede a Lupfig, offre le migliori condizioni infrastrutturali e per i collegamenti di trasporto. Otto Frey, nel riassumere la storia dell’azienda ricorda con piacere la visita, avvenuta nel 2010 a Lupfig, di Roberto Colaninno, presidente del gruppo Piaggio. (con lui nella foto) Gli immigrati regolari in Italia rappresentano circa l’8% della popolazione e concorrono per quasi l’11% alla produzione del PIL nazionale. Versano 40 miliardi di euro al fisco e 7,5 miliardi di uro in contributi. È quanto emerge da un rilevamento effettuato dalla società di trasferimento internazionale di denaro MoneyGram, che a Roma ha premiato il vincitore dell’edizione 2011 del Premio all’imprenditoria immigrata in Italia. Nel 2010 la società ha contato oltre 337 mila imprese gestite da imprenditori immigrati in Italia, registrando un aumento annuo, dal 2006 ad oggi, del 14% e rilevando una concentrazione del fenomeno, in particolare, su Roma, Milano, Torino e Firenze. Il reddito medio netto degli immigrati in Italia è di circa 987 euro al mese, inferiore del 23% rispetto a quello degli italiani. Secondo MoneyGram, inoltre, nell’ultimo biennio la presenza straniera è aumentata di oltre un milione di unità e nel 2010 la società ha censito poco più di 4,9 milioni di immigrati regolari. Expo 2015: obiettivo raggiunto “Obiettivo raggiunto! All’inizio dell’anno ci eravamo fissati l’obiettivo di raggiungere le 50 conferme di partecipazione all’EXPO 2015 entro fine 2011. Essere riusciti nell’impresa con largo anticipo è una grande vittoria”. Non nasconde la propria soddisfazione il Ministro degli Esteri Franco Frattini che commenta così la notizia delle partecipazioni confermate all’appuntamento milanese del 2015. “Expo 2015 – prosegue il Ministro – è uno dei principali obiettivi della nostra politica estera per i prossimi anni. La soddisfazione di oggi premia l’impegno e l’ottimismo di tutti coloro che hanno creduto e contribuito a raggiungere questo traguardo, alla promozione del nostro Sistema Paese e ad un sempre maggiore protagonismo dell’Italia sulla scena internazionale. Posso dire che adesso EXPO 2015 ha quel carattere davvero «universale» che avevamo immaginato”. Sono 49 i Paesi che hanno confermato la propria adesione all’Expo 2015 di Milano. Gli ultimi, in ordine di tempo, a confermare la presenza all’Esposizione sono stati Belgio e Dominica. Con loro, oltre all’ONU, i Paesi che hanno già aderito ufficialmente a Expo Milano sono: Svizzera, Montenegro, Azerbaijan, Turchia, Romania, San Marino, Egitto, Perù, Russia, Uruguay, Togo, Germania, Guatemala, Cambogia, Honduras, Mauritania, Slovenia, Principato di Monaco, Uzbekistan, Spagna, Albania, Israele, Kuwait, Colombia, Armenia, Siria, Iran, Gabon, Senegal, Seychelles, Sierra Leone, Mongolia, India, Georgia, Bolivia, Santa Lucia, Lettonia, Tunisia, Argentina, Lituania, Congo, Ucraina, Bielorussia, Kazakhstan, Sri Lanka, Mali e Algeria. la Rivista n. 10 Ottobre 2011 5 www.maserati.com Consumo combinato: 14,7 l/100 km (4.2), 15,7 l/100 km (4.7) I Emissioni di CO2: 345 g/km (4.2), 365 g/km (4.7) Categoria d’efficienza energetica G I Emissioni di CO2 di tutte le vetture in vendita in Svizzera: 204 g/km THE NEW MASERATI QUATTROPORTE OPERA D’ARTE PER INTENDITORI. Maserati Quattroporte S 4,7 litri da 430 CV e Maserati Quattroporte 4,2 litri da 400 CV. Motore V8, design Pininfarina. La rete ufficiale dei concessionari Maserati in Svizzera Loris Kessel Auto SA, 'RANCIA,UGANOs Garage Foitek AG,5RDORF:àRICHsNiki Hasler AG, 4052 Basel, s Krähenmann Autocenter AG, -EILENs Sportgarage Leirer AG, 3TEINs Automobile Németh AG, (INTERKAPPELENs Auto Pierre Sudan, :UGs Modena Cars SA, 'ENÒVEs Garage Zénith SA, ,AUSANNEs Garage Zénith SA, 3IONs Maserati (Svizzera) SA , 8952 Schlieren, 044 556 25 00 Italiche di Corrado Bianchi Porro Il fastidio estetico e il problema della governance Il presidente della Provincia di Varese, Dario Galli, nell’aprire il recente convegno sulla cooperazione transfrontaliera che si è svolto a Villa Toeplitz a Varese, ha cercato di minimizzare gli ultimi incidenti tra Italia e Svizzera. Il fastidio è stato “estetico” e non sostanziale, ha detto Dario Galli, anche perché le nostre concrete realtà sono estremamente simili e vicine, sia da parte ticinese che da parte dei territori della Lombardia e Piemonte. Ci auguriamo dunque che gli ultimi intoppi a livello governativo possano essere velocemente superati e dimenticati e che riprenda una collaborazione profonda nel reciproco interesse. In Italia, ha commentato ancora Dario Galli, si avverte il peso fiscale sulle imprese, mentre da parte elvetica il carico fiscale appare più ragionevole. Dalla vostra parte del confine, ha detto rivolgendosi agli amici elvetici, grava invece il peso del super franco. Questo ci fa comprendere come le nostre aziende non possano competere nei mercati sul costo del lavoro: lo scambio reciproco sulla qualità può favorire entrambi nel vissuto quotidiano del territorio. L’Italia è certo un grande Paese, ha aggiunto Galli; eppure l’export dalla nostra parte è in buona parte indirizzato verso Francia, Germania e Svizzera. La Svizzera italiana a sua volta predilige i rapporti verso la Penisola, perché non ecceda la dipendenza dalla Svizzera francese e tedesca. Insomma, nel nostro territorio dove si vive la quotidianità, dobbiamo mettere in primo piano le persone normali e il nostro incontro sulla cooperazione transfrontaliera, mi auguro possa essere un mattone alla costruzione complessiva di un edificio più coeso. Anche il Cancelliere del Canton Ticino Giampiero Gianella ha sottolineato come la Regio Insubrica, a seguito degli ultimi incontri dedicati alla cultura, abbia ripreso l’attività a pieno regime. È poi toccato a Fabio Losa dell’Ustat del Canton Ticino, tracciare il perimetro di una ricerca comune sul territorio italo svizzero che racchiude il succo di 150 interviste e la riflessione comune di una ventina di gruppi di lavoro. La ricerca, che sarà pubblicata a breve, rappresenta un momento di scambio e dibattito sul senso stesso del confine. Rifacendosi al romanzo Siddharta di Herman Hesse, Fabio Losa ha paragonato questo lavoro a quello del barcaiolo che ci aiuta a superare gli ostacoli e a guadare al di là del fiume. «Non posso dirti cosa vi sia più oltre: lo imparerai da solo. Io ti porto avanti e oggi anche per me il fiume non è più un ostacolo, ma è sacro». La ricerca ha messo assieme i dati del territorio insubrico dando una fotografia degli ultimi 20 anni, in modo da leggerne l’evoluzione e preparare il terreno ad azioni comuni. La ricerca non è in effetti solo teorica, ma si propone «azioni esemplari» facendo risaltare e mettendo in connubio i dati quantitativi e qualitativi dell’evoluzione per una riflessione solida e robusta. I risultati sono stati illustrati in dettaglio da Gioacchino Garofoli, dell’Università dell’Insubria. Questo territorio comune – ha spiegato - è abitato da 2,5 milioni di persone e conta 200 mila imprese che rappresentano la nervatura transfrontaliera. È il territorio per eccellenza della meccanica strumentale e della tecnologia, anche in Ticino dove è stata in passato marginale. I costi del lavoro non sono bassi in Svizzera, né in Italia, per lo meno a motivo del carico fiscale e dei contributi. Le nostre imprese devono dunque competere con la qualità e l’innovazione. Spesso le aziende che sono localizzate in Ticino e Grigioni poggiano su capitali e lavoratori italiani. D’altra parte, in Svizzera c’è un accesso ai mercati esteri e regole che compensano l’alto costo del lavoro. Il nostro è ormai un territorio profondamente evoluto rispetto ad anni addietro quando non esistevano centri di ricerca e collegamenti con gli istituti superiori. Oggi questo territorio conta 4 università, più due sedi del Politecnico di Milano. Con le risorse finanziarie di cui dispone la Svizzera, ma anche le banche e le cooperative italiane, può offrire un capitale di prossimità alle imprese, ad esempio per emettere bond territoriali e sostenere l’innovazione. E tuttavia, ha rimarcato Gioacchino Garofoli, c’è spesso il rischio della «balcanizzazione», di uno spezzettamento di iniziative senza coordinazione, con la difficoltà di avere un’interpretazione condivisa. Da cui deriva l’eccesso di attenzione al breve periodo, la paura della globalizzazione. C’è un rapporto fragile e un ritardo, specie nel muoversi verso nuovi mercati che richiedono azioni preparate, organizzate e meccanismi complessi. Il problema dell’Insubria e più in generale dei rapporti tra Italia e Svizzera, è dunque quello della Governance: della formazione professionale, delle reti transfrontaliere tra imprese prendendo il meglio dei due Paesi, del coordinamento delle istituzioni di interfaccia con l’industria, dei circoli di qualità e, lo si ripete, di attivare il finanziamento dell’innovazione. Enrico Ciciotti della Cattolica ha evidenziato la bontà duale della formazione elvetica. In Italia invece, il numero dei laureati è basso e lo è ancor più nelle imprese. Anche qui, bisogna avere il coraggio di investire perché la formazione è cruciale. Lo insegna l’analisi dei“competitors”imparando le buone pratiche da chi sta facendo meglio anche nelle politiche di settore. la Rivista n. 10 Ottobre 2011 7 Europee di Philippe Bernasconi Non c’è più tempo da perdere “È una guerra”. Il premier greco, George Papandreou, non usa mezzi termini per definire il momento del suo Paese e dell’Europa intera. E una guerra la si può anche perdere. Per vincerla ci vorrebbero strategie chiare e decisioni inconfutabili. Invece che cosa fanno i governanti europei? Prendono tempo, per l’ennesima volta. Come dare torto, allora, al segretario al tesoro americano, Thimothy Geithner, che incalza i 27: il Vecchio continente si dia una mossa. O sarà la rovina. Ancora una volta chi pensava che l’Ecofin di metà settembre potesse essere quello decisivo è rimasto deluso. Al limite dello sconcerto. Ma come – di fronte a una barca ormai sull’orlo dell’abisso – ci si può permettere di prendere tempo, di rinviare scelte che appaiono a questo punto l’unica via d’uscita? I ministri delle finanze dell’Eurogruppo hanno preferito attendere ancora qualche settimana prima di dare il via libera alla nuova rata di mega aiuti alla Grecia. Prima il parlamento tedesco dovrà pronunciarsi sull’aumento del fondo salva Stati e sul pacchetto di salvataggio destinato ad Atene. Contemporaneamente il governo greco dovrà dare nuove garanzie sugli impegni presi per ridurre il debito. Altrimenti il castello rischierà davvero di crollare. Con un effetto a catena difficilmente prevedibile in questo momento. E dire che l’Ecofin era cominciato con un inequivocabile appello del segretario al Tesoro statunitense. Se la crisi non dovesse essere affrontata con rapidità e coesione le conseguenze potrebbero essere catastrofiche, ha ammonito Thimoty Geithner, che ha poi definito molto dannosi i contrasti tra alcuni governi e la Banca centrale europea sulla strategia da seguire. All’aumento del fondo salva Stati non vi sono alternative, ha concluso l’inviato di Washington, il primo ministro statunitense a partecipare a una riunione, seppur informale, dell’Eurogruppo. Segno che il momento è davvero drammatico e che un passo falso al di qua dell’Atlantico potrebbe causare uno tsunami anche dall’altra parte dell’Oceano. Ma tra i ministri europei in molti hanno storto il naso, per non dire peggio. Il rappresentante del Paese che ha dato origine alla crisi finanziaria ed economica più grave degli ultimi 40 anni viene qui a farci la morale? Da che pulpito, e che coraggio. Rimane un fatto: quella che si sta combattendo attorno all’euro sembra sempre più essere la battaglia finale. O si trova in fretta il modo per uscire dall’impasse e rilanciare il processo di integrazione monetaria, oppure la moneta unica rischia davvero di avere le settimane (se non i giorni) contati. Cosa potrebbe succedere se Atene non ricevesse i nuovi aiuti (sempre che questa volta siano sufficienti per davvero per interrompere la spirale che sta portando la Grecia verso il baratro) e dunque finisse anche formalmente in default? Vi potrebbe essere un pericolosissimo effetto domino. Nessuno presterebbe più denaro all’interno dell’Eurozona per paura che altri Paesi facciano la fine della Grecia. Il circuito del credito si interromperebbe e ad essere travolti sarebbero anche gli istituti di credito. Una spirale che rischierebbe di minare definitivamente la credibilità della moneta unica e che ne significherebbe la fine. Ma quali potrebbero essere le alternative a questo scenario da incubo? Sostanzialmente due. O un rilancio in grande stile del sistema monetario comune. Oppure un ridimensionamento guidato dell’euro, una sorta di“soft landing”che modificherebbe nelle fondamenta lo scenario, ma che perlomeno permetterebbe di limitare i danni. Nel primo caso non bastano le promesse di rientro nei parametri di Maastricht e la fissazione del pareggio di bilancio a livello costituzionale. Per rilanciare davvero l’euro bisognerebbe innanzitutto smetterla di litigare e avere visioni contrapposte. La fiducia di un sistema monetario la si costruisce anche (o forse soprattutto) creando coesione e unità di intenti. All’Unione europea oggi serve una leadership forte e unita che porti avanti alcune piccole, ma fondamentali riforme. Da implementare al più presto. Una vera e propria governance economica europea, con il trasferimento di competenze al potere centrale a scapito dei governi nazionali e con una sufficiente dotazione finanziaria, così da rendere possibile il soccorso ai Paesi membri in difficoltà prima che le difficoltà si allarghino e diventino strutturali. E uno degli strumenti chiave di questa strategia sarebbero i tanto temuti e contestati eurobonds, la possibilità di raccogliere (e ridistribuire) denaro sul mercato europeo da parte di un’autorità economica centrale e non dei singoli Stati. A condizioni uguali per tutti. L’altra via sarebbe quella di tornare al passato. Escludere, perlomeno transitoriamente, dall’euro chi non è in grado di rispettare determinate condizioni minime (i parametri di Maastricht) e vincolare un loro rientro nell’eurozona al virtuosismo di bilancio. Il club della moneta unica si ridurrebbe, e di molto. Ma, quantomeno, sarebbe stabile e coeso. E, forse, avrebbe più prospettive di crescita. la Rivista n. 10 Ottobre 2011 9 Benvenuta felicità. Benvenuti nei Total Beauty Natuzzi: lo stile che nasce dall’assidua ricerca del bello e della qualità. La tradizione e l’innovazione che si incontrano. Idee create nel Centro Stile Natuzzi e realizzate dalle mani di esperti artigiani. Per dare vita a prodotti inimitabili, frutto della passione made in Italy. NBEFJO*UBMZ XXXOBUV[[JDI XXXJMPWFOBUV[[JDPN /"56;;*4503&4 -"64"//&3VFEF(FOÒWFt&50:$IFNJOEF/PZFS(JSPEt;Ã3*$)4DIàU[FOHBTTF %Ã#&/%03'3JOHTUSBTTFt%*&5*,0/3JFETUSBTTF Internazionali di Michele Caracciolo di Brienza Crescita sostenibile ed energia rinnovabile Entro il 2050 tre quarti della popolazione mondiale abiterà in una città. L’inquinamento dell’aria e dell’acqua, la scarsità di risorse idriche e l’aumento dei gas serra causeranno un innalzamento generale della temperatura e del livello del mare. Alcune città e addirittura alcuni paesi non saranno più abitabili. L’inquinamento dell’aria e dell’acqua, in particolare nei paesi in via di sviluppo, costituiscono una minaccia per la salute pubblica. Inoltre, le risorse idriche saranno sempre più scarse provocando conflitti e ponendo dei limiti ai raccolti agricoli. La scelta delle fonti di energia è il cuore della soluzione di tali questioni. L’innovazione tecnologica e la discussione politica a livello multilaterale sono fattori indispensabili per affrontare il futuro del pianeta. Le innovazioni tecnologiche che avranno di certo le maggiori ricadute sulla sostenibilità delle città saranno l’utilizzo conveniente sia dell’energia solare sia dei processi di desalinizzazione. Anche l’alta penetrazione di mercato delle automobili elettriche contribuirà a questo scopo. Quando il costo dell’energia da fonti non rinnovabili sarà uguale o superiore al costo dell’elettricità prodotta, ad esempio, con pannelli solari, le industrie e gli individui matureranno rapidamente una coscienza ecologica. Le cellule fotovoltaiche sono in continuo sviluppo e sono richiesti solo due anni, perché producano l’energia necessaria per la loro costruzione. Nei restanti venticinque anni della loro vita le cellule fotovoltaiche producono elettricità con un impatto ambientale nullo. Quando l’elettricità generata dal sole avrà un costo pari a quella disponibile oggi in rete, l’energia solare sarà largamente adottata e le città andranno verso la sostenibilità. L’uso di veicoli elettrici, se abbinato alla produzione di elettricità da fonti rinnovabili, eliminerà del tutto le emissioni di gas serra dal settore dei trasporti, tra i maggiori produttori di anidride carbonica del pianeta. Per avere una diffusione capillare e conveniente dei veicoli elettrici sono necessari dei miglioramenti nella capacità e nella durata delle batterie. Diventano indispensabili batterie ricaricabili in meno tempo e con una vita più lunga. Questi ostacoli tecnici potranno essere superati solo grazie ad investimenti nella ricerca avanzata dei materiali. Quando saranno raggiunti dei risultati il contributo del settore dei trasporti all’effetto serra sarà ridotto a livelli sostenibili. Lo sviluppo di processi di desalinizzazione efficienti dal punto di vista energetico farà in modo che la conversione dell’acqua salata in acqua po- tabile e per l’irrigazione non abbia conseguenze ambientali. La crescente scarsità d’acqua sarà causa di conflitti non solo in Medio Oriente e Nord Africa. É importante notare che la crescita delle città dipende dalla fornitura d’acqua potabile. Oggi la desalinizzazione dell’acqua di mare è costosa e richiede molta energia. Le innovazioni tecnologiche da sole non renderanno le città sostenibili. La volontà politica e la convenienza economica devono essere tali da indurre all’adozione di misure di tutela ambientale. La riduzione di emissioni di gas serra grazie, ad esempio, alla coibentazione degli edifici è un ottimo risultato di quelle politiche mirate a influire sulla sostenibilità ambientale. Ciononostante in tutto il mondo ci sono ostacoli per risparmiare energia. I costruttori non pagano la bolletta e dunque hanno sovente scarsi incentivi a progettare edifici con sistemi d’illuminazione a consumo ridotto. Allo stato attuale della tecnologia ci vorrebbe così poco per risparmiare energia e denaro in molti ambiti della vita quotidiana. Secondo la National Academy of Sciences, un organismo di ricerca degli Stati Uniti, i consumi di energia potrebbero essere ridotti del 30% entro il 2030 semplicemente usando le tecnologie attualmente disponibili. Gli ostacoli maggiori sono le abitudini delle persone e gli interessi consolidati di interi settori produttivi. In molti paesi del mondo l’inquinamento dell’aria e dell’acqua non ha alcun costo per chi inquina. In tal modo s’incentiva l’industria a danneggiare la salute pubblica. Solo le politiche concertate a livello multilaterale e adottate dai singoli Stati possono far usufruire le generazioni future di risorse disponibili per la crescita economica. Questa è la definizione di sviluppo sostenibile. Solo se si riuscirà a combinare la convenienza economica con la volontà politica d’incentivare al risparmio di energia si ridurranno gli effetti sul pianeta delle emissioni di gas serra. Il vero problema è che le fonti di energia fossile sono limitate e soltanto un giusto mix con le fonti rinnovabili permetterà alle generazioni future di abitare un pianeta la cui aria sia ancora respirabile. La politica ha il ruolo d’impostare dei comportamenti i cui benefici si vedranno nel medio e lungo periodo, ma forse è chiedere troppo. Una risposta utile allora potrebbe arrivare dalla società civile che con la coscienza di voler un mondo migliore crei pressione, affinché la politica imponga comportamenti sensati a se stessa e agli altri. [email protected] la Rivista n. 10 Ottobre 2011 11 ,QPRGRFKHDUULYDWHLQWHPSRGDLYRVWULFDUL &RQUHJDOLDSSHWLWRGLGHOL]LHIHVWLYHHVRJQLQDWDOL]L 7PHUVKP]VSV PU]LYUHSLMLZ[P]V +PJLTIYL +LZ[PUHaPVUP :H+V3\U4HY4LY.PV=LU:HI+VT3\U4HY4LY.PV=LU:HI+VT3\4H KHWLYA\YPNV .LUUHPV )HYP )YPUKPZP *H[HUPH 3HTLaPH;LYTL ]VSPVNUPNPVYUVK\YHU[LSºPU]LYUV (WWYVÄ[[H[LVYHKLSSVZJVU[VKP,\YVZ\PUVZ[YP]VSPWLY3HTLaPH;LYTL)HYP)YPUKPZPL*H[HUPHK\YHU[LPNPVYUPMLZ[P]P 0UWP]PVMMYPHTVJOPSPHNNP\U[P]PKPIHNHNSPVPUMYHUJOPNPHWLYP]VZ[YPYLNHSP 7LYHWWYVÄ[[HYLKLSS»VMMLY[HZ\SIHNHNSPVPUMYHUJOPNPH\UH]VS[HLMML[[\H[HSHWYLUV[HaPVULZ\^^^OLS]L[PJJVT ZPWYLNHKPJVU[H[[HYLPSUVZ[YV*LU[YVKP(ZZPZ[LUaHHSU\TLYV 03=6:;96*6+0*,*6<765!3*51<8?/ *V\WVU]HSPKVZ\P]VSPWLYKH)HYP)YPUKPZP3HTLaPH;LYTL*H[HUPH =HSPKVKHSHSÏWVZZPIPSL\[PSPaaHYL\UZVSVJV\WVUWLYWYLUV[HaPVUL 7V[L[LWYLUV[HYLPS]VZ[YV]VSVPU7\NSPHVHS[YLKLZ[PUHaPVUPZ\^^^OLS]L[PJJVTVJVU[H[[HUKVPSUVZ[YV:LY]PJL*LU[LYHSU\TLYV Oltrefrontiera di Fabrizio Macrì Strategia cercasi Oltrefrontiera la situazione economica e politica del nostro Paese appare sempre più preoccupante. Eppure più si leggono le statistiche ed i bollettini economici che monitorano l’evoluzione della posizione competitiva italiana nel mercato mondiale in questi mesi e settimane, e più sembra proprio che il nostro Paese abbia un problema squisitamente politico e non economico. Un dato strutturale per tutti: tra i PIGS (Portugal, Italy, Ireland, Greece and Spain), l’Italia è sicuramente l’unico Paese ad essere dotato di una struttura industriale di tutto rispetto, siamo il secondo paese manifatturiero d’Europa, una delle dieci economie più grandi del Mondo e sediamo di diritto nel prestigioso club dei sette grandi paesi industrializzati. L’Italia è uno dei 7 maggiori esportatori di beni e servizi del Mondo e nel settore cruciale delle macchine industriali, dove si concentra buona parte della tecnologia e dell’innovazione industriale del Pianeta, l’Italia siede costantemente al secondo posto dietro la Grande Germania, campione mondiale delle esportazioni da ormai un decennio e dotata di un sistema Paese, istituzionale e politico di primissima qualità. Se poi si guarda ai dati sull’internazionalizzazione, l’Italia sta avendo in queste settimane, in cui fanno notizia il declassamento del nostro debito pubblico da parte di Moody’s e Standard & Poor’s, un vero e proprio boom delle esportazioni, sicuramente aiutato dalla svalutazione dell’Euro che ha perso valore rispetto a tutte le grandi valute mondiali. C’è però qualcosa di più che rende l’avanzamento dell’Italia superiore a quello di tutte le altre economie europee, inclusa la Germania che normalmente non ha rivali sul fronte delle esportazioni: i distretti italiani del Made in Italy, dei quali più di una volta si è decretata la fine, stanno avendo una ripartenza su tutti i mercati mondiali superando la rilancio dell’export tedesco di 4 o 5 punti percentuali. Articoli su articoli, che escono sui quotidiani economici, confermano che quel 25% di imprese italiane classificabili come “aperte”, che hanno cioè un forte orientamento all’internazionalizzazione tale da considerare i mercati esteri più rilevanti di quello domestico, godono di salute decisamente migliore rispetto alle imprese “chiuse”, orientate solamente al mercato interno, o “pioniere” che hanno iniziato da poco ad esportare. L’attuale scarsissima crescita del PIL italiano (previsto per il 2011 dal Governo allo 0,7%), 1/3 rispetto ai nostri maggiori competitor europei, è unicamente trainato dalla domanda estera. Se si pensa che questo fenomeno riguarda solo il 25% del nostro sistema imprenditoriale privato e che questo rappresenta solo la metà della nostra economia“invasa”dalla Spesa Pubblica (passata tra il 2001 e il 2011 dal 43% al 56% del prodotto Interno Lordo), se ne deduce che il 12,5% del Paese tiene in piedi il restante 87,5%. Dalla lettura di queste cifre si dovrebbero trarre due conclusioni. La prima è che non è l’Italia a sfondare sui mercati esteri ma le imprese italiane, i singoli imprenditori, che dotati del genio italico, avanzano come cavalieri solitari nella steppa dei mercati internazionali in ordine sparso. Non c’è traccia di legioni, generali, trombettieri e non si sa bene chi porta il vessillo di quest’avanzata. Manca insomma (come più volte abbiamo avuto modo di sottolineare in questa rubrica) una strategia collettiva per il Paese, un’idea di rilancio che sia in grado di coinvolgere ed appassionare e coerentemente di facilitare l’attività d’impresa nei settori per noi strategici. Lo testimoniano il sistema fiscale vetusto e ostile, anziché incentivante, alle attività imprenditoriali, la burocrazia ottocentesca e carica di inutili e i costosi privilegi. Lo testimoniano l’assenza di una risposta seria e strutturale ai venti di speculazione sull’Italia, al declassamento da parte delle due più importanti agenzie internazionali di rating che danneggia ulteriormente la nostra reputazione presso gli investitori internazionali ed al rischio di default che ne consegue. Il successo delle nostre imprese in queste condizioni è il vero “miracolo italiano” degli anni 2000. La seconda considerazione è che una strategia nazionale di internazionalizzazione e una conseguente riorganizzazione degli strumenti ad essa preposti, debba diventare da oggi una priorità politica immediata allo scopo di “passare la bombola d’ossigeno” dell’export a più imprese italiane possibile. Aumentare il grado d’internazionalizzazione dovrebbe essere priorità assoluta di un Governo che si trova a fronteggiare questa emergenza nazionale: quando si abbassano le tasse, non è sempre detto che il gettito cui lo Stato rinuncia vada necessariamente in investimenti produttivi e quindi in crescita, spesso si è verificato il contrario, ma, se quando ci apriamo alla concorrenza internazionale invece, cresciamo e vinciamo la partita nonostante tutto, continuando ad essere leader nei nostri settori produttivi, tradizionali cavalli di battaglia del Made in Italy, perché non incentivare il maggior numero di imprese possibile ad attrezzarsi per andare all’estero? Pensiamo veramente che quel 12,5% possa da solo continuare a tirare il carro del restante 87,5%? In attesa di rimettere in sesto il mercato interno rivitalizzandone la domanda attraverso un lungo e doloroso processo di riforma, perché intanto non acceleriamo sul fronte dell’internazionalizzazione? A parte la soppressione dell’ICE, non c’è traccia, infatti, di una riforma tesa a riorganizzare il disordine istituzionale che ha caratterizzato la presenza italiana all’estero fino ad oggi. Un tema così delicato meriterebbe a nostro avviso una riflessione seria. Le cifre dimostrano che la leva dell’export è l’unica che al momento ci permette di sopravvivere ed una riorganizzazione del sistema, che ci consenta di mettere in campo strutture agili ed efficienti adeguatamente e selettivamente sostenute dal Governo: anche risorse complessive nettamente inferiori a quelle che si sono investite fino ad oggi, potrebbero aiutare la nostra miriade di microimprese a sfruttarla a pieno. la Rivista n. 10 Ottobre 2011 13 Aperitivo all`italiana... Inizia la serata nel nostro Gran Café Motta nella città vecchia di Zurigo. I nostri aperitivi sono accompagnati da antipasti tipicamente italiani. Tutti i giovedì dalle ore 17:00 alle 20:00 A presto! Gran Café Motta Orario d`apertura: Lun-Ven 07.00-23.00 Sab 07.30-24.00 Dom 07.30-23.00 Limmatquai 66, 8001 Zürich, Tel. 044 252 31 19 Un’immagine dell’incontro. Sulla sinistra si riconoscono, Patrick Odier, Claudio Micheloni, Dick Marty, Filippo Lombardi e l’ambasciatore svizzero Regazzoni. Sulla destra: Lamberto Dini e l’ambasciatore italiano Giuseppe Deodato. INCONTRO A ROMA TRA DELEGAZIONI D’ITALIA E DI SVIZZERA Riaprire il dialogo Lo scorso 16 settembre, nella Sala Cavour di Palazzo Madama, si è svolto un incontro, promosso dalla Commissione Affari esteri del Senato, tra le delegazioni del Parlamento italiano e del Consiglio degli Stati della Confederazione elvetica, dei rispettivi ambasciatori e dei rappresentanti del mondo bancario e delle Camere di Commercio. I lavori si sono articolati in due fasi, attorno alle questioni legate al negoziato sulle tematiche fiscali a tutela del lavoro transfrontaliero e contro le doppie imposizioni, alle regole necessarie per garantire la trasparenza bancaria. L’incontro presieduto dal presidente della Commissione Affari esteri del Senato, Lamberto Dini ha visto la partecipazione, in rappresentanza del Parlamento italiano, dell’On. Franco Narducci, vicepresidente della Commissione Affari esteri della Camera dei deputati, del Sen. Claudio Micheloni, segretario della Commissione Affari esteri del Senato, e dei Senatori Bettamio e Tonini. Per il Parlamento svizzero erano presenti Dick Marty, presidente della Commissione dell’Economia e Tributi, del Consiglio degli Stati e Filippo Lombardi vicepresidente del Consiglio degli Stati. Oltre agli ambasciatori dei due Paesi, Bernardino Regazzoni e Giuseppe Deodato, e ai rappresentanti dell’Abi e di Banca d’Italia, sono intervenuti anche Alfred Gisy, presidente dell’Associazione Banche Estere in Svizzera e Patrick Odier, Presidente dell’Associazione Svizzera dei Banchieri. Sulle questioni commerciali hanno relazionato Giorgio Berner, presidente della Camera di Commercio Svizzera in Italia e Andrea G. Lotti, segretario generale della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera. Superare le “difficoltà e le tensioni” che negli ultimi tempi hanno caratterizzato i rapporti dell’Italia con la Svizzera, Paese cui ci lega “grande amicizia e sincera collaborazione”. Questo l’auspicio espresso dal Presidente della Commissione Esteri del Senato, Lamberto Dini, a nome di la Rivista n. 10 Ottobre 2011 15 Lamberto Dini, con Dick Marty (a destra) e Filippo Lombardi, durante la conferenza stampa dopo l’incontro. tutto il Parlamento a margine dell’incontro tra le delegazioni italiana e svizzera, promosso per discutere in merito al negoziato sulle tematiche fiscali a tutela del lavoro transfrontaliero e sulle regole necessarie per garantire la trasparenza bancaria. Organizzato dalla Commissione Esteri, all’incontro hanno partecipato oltre a Dini, l’onorevole Franco Narducci, vice presidente della Commissione Esteri della Camera, e Claudio Micheloni, segretario della Commissione Esteri del Senato, entrambi eletti all’estero nel Pd e residenti in Svizzera, e il senatore Giampaolo Bettamio (Pdl). Presenti all’incontro il senatore Dick Marty, presidente della Commissione dell’Economia e Tributi, e Filippo Lombardi, vice Presidente del Consiglio degli Stati e Presidente della Delegazione interparlamentare Svizzera-Italia, i rispettivi ambasciatori e i rappresentanti del mondo bancario e delle Camere di Commercio. Il Governo non può più attendere Un incontro a livello parlamentare, ha spiegato Dini nell’incontro con la stampa, promosso con l’obiettivo di lavorare al superamento delle “tensioni che nuociono ai rapporti economici” tra i due Paesi, senza dimenticare che l’Italia “è il secondo partner commerciale della Svizzera, dopo la Germania». Rapporti tesi, ha aggiunto, «da quando l’Italia ha inserito la Confederazione nella black list” e incancreniti da certe chiusure del nostro Governo che, ha ricordato Dini “non si è seduto al tavolo proposto dalla Svizzera”. La questione riguarda, come noto, la fiscalità dei fondi italiani – persone fisiche e giuridiche – depositati 16 la Rivista n. 10 Ottobre 2011 in Svizzera, dunque la trasparenza bancaria: tema su cui la Svizzera ha appena parafato due accordi con Germania (definitivamente firmato lo scorso 21 settembre – ndr) e Gran Bretagna. Accordo che ora propone anche all’Italia. Con esso, ha spiegato Dini,“la Svizzera ha fatto un grande passo avanti: garantisce la tassazione dei fondi depositati e si propone come “sostituto fiscale” di Germania e Gran Bretagna, cui poi versa quanto trattenuto”, secondo aliquote diverse. In questo modo “non ci sarà più evasione fiscale, perché quei soldi vengono tassati dalla Svizzera”. In base all’accordo rimangono segreti i nomi delle persone, fisiche e giuridiche, cui è intestato il conto. Punto, questo, su cui finora il Ministro Tremonti era stato irremovibile. Era. Sì perché durante la discussione della manovra, il Ministro, ha riferito Dini,“ha detto che gli accordi con Germania e Gran Bretagna sono in linea con la posizione dell’Italia”. In attesa di una conferma ufficiale, è certo che “il Governo non può più attendere” e che “deve sedersi al tavolo con la Svizzera” per sbloccare una situazione che ha prodotto “tensioni inquietanti”. Ecco perché, ha ricordato ancora Dini, “alla Camera l’onorevole Narducci ha presentato quattro mozioni sul tema, tutte votate all’unanimità; mentre il senatore Micheloni ha presentato un ordine del giorno che impegna il Governo a iniziare il negoziato con la Svizzera”. Atti da cui emerge la “chiara volontà politica espressa dal Parlamento”, cui dovrebbe far seguito quella del Governo; anche perché, i due accordi “dimostrano che è partita un’iniziativa a livello europeo, non dell’Unione Europea, – ha tenuto a precisare Dini – di risolvere i problemi fiscali. L’Italia non può perdere questo treno”. Stime incerte Di quanti soldi “italiani” siano depositati in Svizzera non si hanno numeri certi (comunque nell’ordine di miliardi di euro. Un parametro per la valutazione, secondo i dati forniti da Dick Marty sono i 70 miliardi emersi con l’ultimo scudo fiscale (in parte rimpatriati, in parte no - ndr): ecco perché Dini ha auspicato una sorta di “indagine indipendente e confidenziale” dell’associazione delle banche svizzere “per avere un’idea dei fondi depositati e, quindi, dei proventi della tassazione”. Il compito della Commissione Esteri sarà ora quello di “informare il Ministro Frattini, perché è il Ministero degli Esteri che negozia i trattati internazionali, anche se la materia è, come in questo caso, di competenza del Tesoro, che comunque informeremo, così come faremo con la Presidenza del Consiglio”. “Auspico una soluzione che ponga fine alle tensioni in atto”, ha ribadito Dini, citando il caso del Ticino che ha bloccato i ristorni dei frontalieri – ben 23 milioni di euro relativi al 2010 sono allo stato attuale versati su un conto bloccato – come uno dei“segnali che mostrano l’esasperazione cui siamo giunti”. Esasperazione lontana oggi anni luce da Palazzo Madama, dove invece il Consigliere agli Stati Dick Marty ha dichiarato di essere rimasto “molto colpito dall’atmosfera costruttiva degli interlocutori amici italiani e dall’unanimità della posizione delle forze politiche da cui emerge una chiara volontà politica”. I problemi ci sono “e sono complessi, ma se ci si rifiuta di affrontarli non si risolveranno mai”. La Svizzera “ha fatto cambiamenti importanti, ha adottato lo standard OCSE nell’assistenza amministrativa in materia fiscale così come previsto dall’articolo 26 del Trattato”. In pratica “assicura informazioni alle autorità fiscali estere che invece non garantisce alle autorità fiscali svizzere”. Segno che la Confederazione “vuole chiudere con l’immagine di rifugio per gli evasori che comunque non ha l’importanza economica che si crede: sono soldi non investiti e procurano un enorme danno di immagine”. “Più che da quello che impropriamente chiamate “segreto bancario” - ha aggiunto Marty – l’attrattività della Svizzera risiede nella qualità dei servizi bancari, nella sua straordinaria stabilità politica e nella sua finanza pubblica eccezionale”. Una via pragmatica e poco costosa Con gli accordi negoziati con Germania e Gran Bretagna – raggiunti dopo“intense trattative”-“abbiamo fatto un’offerta per risolvere i problemi passati legati all’evasione. Questo modello viene ora offerto all’Italia” ed è già stato proposto alla Francia. “È una via pragmatica e poco costosa – ha aggiunto – che colma anche le lacune dell’eurotrattenuta, che infatti non ha avuto l’impatto sperato perché norma nata “zoppa”, visto che volutamente è stata fatta valere solo per le persone fisiche e non per le giuridiche. La nostra è una via anche poco burocratica, che comunque rende operativo l’articolo 26 dell’Ocse in casi particolari”. L’accordo “è anche una sanatoria per il passato, con un’aliquota da fissare, nell’ambito dei negoziati”. Una volta firmato l’accordo, il cliente italiano della banca svizzera dovrà scegliere:“accetta il sistema di tassazione, Lamberto Dini con il Andrea G. Lotti, in un momento di relax a margine dell’incontro italo-svizzero. senza che venga fatto il suo nome; oppure riporta i suoi capitali in Italia; oppure, e qui dovremmo stare molto attenti, andrà altrove e così né l’Italia né la Svizzera avranno alcun beneficio”. In cambio,“la Svizzera vuole essere cancellata dalla black list, cosa inaccettabile per due Paesi amici, e vuole che le aziende svizzere siano trattate in Italia come le italiane lo sono in Svizzera”. “Sono grato al Senato, e in particolare all’onorevole Narducci e al senatore Micheloni – ha detto Marty – che hanno voluto questo incontro estremamente utile. Abbiamo in comune anche la nostra italianità che – ha concluso – ci aiuterà a risolvere problemi che, comunque, sono pochi rispetto ai grandi rapporti che ci legano”. Anche Filippo Lombardi è rimasto “molto colpito dalla forte volontà politica” emersa dall’incontro. “Credo che il vagone-Italia debba agganciarsi al treno che partirà il 1 gennaio 2013 con Germania e Gran Bretagna”, data in cui entreranno i vigore i due accordi. Per il vice presidente del Consiglio degli Stati,“il sistema alla base degli accordi, ideato da Alfredo Gysi, prevede un quadro, una griglia, uguale per tutti i Paesi, facile da applicare e da negoziare, ma con aliquote diverse, corrispondenti a quelle dei rispettivi paesi”. Sul blocco del ristorno dei frontalieri, anche per Lombardi, che lo ritiene un atto abusivo in quanto contravviene ad un accordo fra Stati, va interpretato come “un appello accorato del Ticino – che è il Cantone più toccato da questa situazione con l’Italia – a trovare una soluzione”. Soluzione che questo accordo dovrebbe garantire: la parola passa al Governo in generale, e a Tremonti in particolare. L’auspicio di tutti è la celerità dell’azione italiana, dopo gli ultimi mesi di stallo: certo è che l’Ordine del giorno approvato alla Camera fissa come termine per il negoziato il 31 marzo 2012, così da rendere possibile l’entrata in vigore dell’accordo nel gennaio 2013, contemporaneamente agli altri due già siglati, cui verosimilmente si aggiungerà quello con la Francia. la Rivista n. 10 Ottobre 2011 17 ,OEHQHVVHUHLQWXWWDODVXDERQWj /DSDVWD%DULOOD,QWHJUDOHqIRQWHGLILEUHQDWXUDOLFRVuSXRL YLYHUHRJQLJLRUQRLOWXRHTXLOLEULRFRQLOPDVVLPRGHOJXVWR Il salone di Palazzo Tursi gremito durante il convegno. CONVEGNO A PALAZZO TURSI A GENOVA La Svizzera è vicina Nella suggestiva cornice di Palazzo Tursi, sede del municipio di Genova, lo scorso 22 settembre, promosso dalla Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS) si è svolto un convegno volto a fare il punto sugli interessi che rendono la Svizzera molto vicina, e non solo geograficamente alla Liguria. In una sala gremita in ogni ordine di posto, i lavori - presieduti dal Presidente del Consiglio Comunale di Genova avvocato Giorgio Guerello e dal Segretario Generale della CCIS Andrea G. Lotti - hanno potuto avvalersi della partecipazione di Marta Vincenzi, Sindaco di Genova, di Alessandro Repetto, Presidente della Provincia di Genova, dell’Assessore regionale al bilancio Rossetti, dell’Ambasciatore d’Italia a Berna, Giuseppe Deodato, di Philippe Praz, Responsabile Affari Commerciali dell’Ambasciata di Svizzera in Italia, e dell’avvocato Roberto Damonte, delegato della CCIS per la Liguria. Il convegno è stato concluso dagli interventi del Senatore Claudio Micheloni e dell’Onorevole Franco Narducci. Che la Svizzera sia molto vicina non lo dimostra solo la geografia. Da secoli lo racconta la storia: a Genova, notoriamente considerato il porto marittimo elvetico, nel 1799 venne aperto il secondo consolato svizzero in Europa. In tempi recenti ce lo conferma l’economia: quella consolidata nei decenni da centinaia di migliaia di lavoratori e quella derivata da un cospicuo interscambio commerciale. Dati alla mano, l’Italia, come ha ricordato Segretario Generale della CCIS Andrea G. Lotti, è il secondo partner commerciale per la Svizzera preceduta dalla sola Germania. A livello più generale nel 2010, mentre le esportazioni italiane verso Cina e India (popolazione complessiva di circa 2,6 miliardi di abitanti) sommate insieme sono aumentate di 2,4 miliardi di euro, quelle verso la Svizzera (8 milioni di abitanti circa) hanno registrato un incremento di 2,2 miliardi di euro. Trattasi di un“paragone che non lascia spazi ad interpretazioni e che mette in risalto in modo eclatante l’importanza e l’incredibile potenziale che questo ricco mercato conserva per gli esportatori italiani”. A questi si aggiunga che sono in crescita gli investimenti svizzeri all’estero:15,8 miliardi a fronte dei 12 investiti dentro i confini nazionali. Che si debba, per quanto possibile agire in modo che Genova torni ad essere un importante punto di riferimento dell’economia elvetica, si è detto convinto l’avvocato Guerello, che ha ricordato come, a parte l’interesse turistico o diportistico, oltre che per i traffici portuali, il capoluogo ligure possa essere appetibile anche per investimenti nel terziario avanzato. Ma Genova e la Liguria sono importanti – ha sottolineato l’avvocato Damonte – anche per il comparto alimentare e il settore immobiliare: il recente apprezzamento del franco non è certo estraneo al fatto che nel primo semestre di quest’anno sia cresciuto in modo tangibile il numero dei cittadini svizzeri che hanno scelto la Riviera come meta delle loro vacanze o come luogo dove acquistare casa. Segnali analoghi giungono da imprese della Confederazione che sono interessate a rilevare realtà liguri attive nel settore alimentare. D’altronde, sintomatica è la decisione della compagnia aerea Myjet di riattivare i voli business con Ginevra e Zurigo. la Rivista n. 10 Ottobre 2011 19 L’ambasciatore d’Italia a Berna, Giuseppe Deodato durante il suo intervento. Al tavolo della presidenza l’Avv. Giorgio Guerello, Presidente del Consiglio Comunale di Genova e Andrea G. Lotti, Segretario Generale della CCIS. Philippe Praz, Responsabile Affari Commerciali dell’Ambasciata di Svizzera in Italia, l’Avv. Roberto Damonte, delegato della CCIS per la Liguria, l’On. Franco Narducci e il senatore Claudio Micheloni, presenti con un intervento al convegno. Ma altri settori possono rivelarsi potenzialmente interessanti. Si pensi a quello energetico, con particolare rifermento alle energie rinnovabili. Proprio nel settore energico Svizzera e Italia hanno recentemente raggiunto un Memorandum of Understanding che ha ad oggetto, in particolare, lo sviluppo congiunto delle energie rinnovabili. Non dimentichiamo che le imprese elvetiche hanno investito nel 2010 nelle centrali elettriche italiane ben 3,5 miliardi di franchi. Dunque, la Svizzera di colloca, in primo piano, tra i Paesi che intendono puntare sulle energie alternative, pur preservando posizioni di assoluto rilievo nel settore delle life sciences (chimica, farmaceutica e tecnologia medica) e dell’alta orologeria. La Svizzera riesce ad essere attrattiva anche a livello extraeuropeo. Si pensi alla decisione del colosso cinese del fotovoltaico Suntech di Mr. Zhengrong Shi di spostare una delle proprie tre sedi strategiche a Schaffausen (le altre due sono a Wuxi e l’altra e S. Francisco). Le imprese italiane, almeno per quanto concerne le esportazioni con la Svizzera, non stanno al palo. Esse hanno aumentato significativamente i propri investimenti in Svizzera (+18,4% nel primo trimestre 2010), con pun- 20 la Rivista n. 10 Ottobre 2011 Marta Vincenzi, Sindaco della Città di Genova, Alessandro Repetto, Presidente della Provincia di Genova, e l’assessore regionale al bilancio Rossetti seguono i lavori del convegno. te regionali particolarmente rilevanti, come per la Toscana (+97,9% su base annua), il Piemonte (+62,5%) e la Lombardia (+19,2%). Fanno da traino i settori della gioielleria, dell’oreficeria e della bigiotteria (+40% rispetto al 2009); ma anche il settore alimentare non è da meno con un incremento di circa 40 milioni soltanto nel periodo compreso tra il 2008 e il 2010. Peraltro, è stato fatto notare, la dinamicità delle imprese svizzere è testimoniata dal World Competitiveness Scoreboard (Indice di competitività a livello mondiale) elaborato dall’Institute for Management Development (IMD), dal quale risulta che la Confederazione Elvetica è la 5a nazione al mondo per competitività (l’Italia è 42a) e la 2a in Europa A quelli che sono i fondamentali dell’economia svizzera si aggiunge il fatto, ribadito nel suo convincente intervento dall’Ambasciatore d’Italia in Svizzera Giuseppe Deodato, che la Confederazione deve questa sua condizione privilegiata non solo alle sue ridotte dimensioni, ma soprattutto al fatto di essere amministrata bene. La Confederazione è sottovalutata dall’Italia che non le dedica la stessa attenzione che invece con maggior lungimiranza le dedicano Germani e Francia. Accanto a quello di stringente attualità legato ai problemi fiscali, non ignorato dallo stesso Ambasciatore e affrontato nel merito, con freddo realismo, dal senatore Claudio Micheloni, un altro settore è da considerarsi sensibile: quello dei trasporti. Vi hanno fatto riferimento nei loro interventi sia Philippe Praz, Responsabile Affari Commerciali dell’Ambasciata di Svizzera in Italia, sia l’onorevole Franco Narducci. Entrambi, sottolineando la solidità delle relazioni fra Italia e Svizzera, si sono trovati concordi nell’evidenziare la portata e la concretezza degli sforzi intrapresi da parte elvetica, segnatamente con il doppio traforo del Lötschberg e del Gottardo, auspicando che questi non siano vanificanti dai ritardi nella realizzazione delle necessarie infrastrutture sul versante italiano. Che queste opere rendano ancora più vicina la Svizzera e con esse le opportunità di interazione turistico-commerciale è deduzione fin troppo ovvia. Come tale, miope darlo per scontato. Quello di Genova è stato un incontro di alto profilo, un’iniziativa che, negli intenti espressi dal Segretario generale della CCIS Andrea G. Lotti, vuol essere propedeutico ad un riscontro operativo da metter a punto con tutti i partner interessati. SSSSSSssst! Il riposo fa bene al sapore. Stagionato da 9 a 15 mesi Stagionato oltre 16 mesi Stagionato oltre 20 mesi La sua pasta già granulosa ha un gusto delicato: ecco il Grana Padano D.O.P. più giovane, il formaggio da pasto per eccellenza. Formaggio da grattugia o da tavola? Il Grana Padano D.O.P. oltre 16 mesi risolve ogni dubbio, con il suo gusto pieno, pronunciato ma mai piccante. Grana Padano RISERVA: la stagionatura prolungata lo rende di assoluta eccellenza. Perfettamente idoneo tanto al consumo da pasto che da grattugia, è una scelta da veri intenditori. Grana Padano, tre stagionature, tre sapori. G ET NOTICED. Bernie’s Donna & Uomo: Zürich Glattzentrum Sihlcity Zollikon www.bernies.ch Bern Locarno St. Gallen St. Moritz Eticamente di Fabio Franceschini Il Paese degli onesti Secondo una classifica redatta da Transparency International, sul grado di onestà in tutte le nazioni del mondo, emerge un dato molto particolare e alquanto inquietante: l’Italia vi figura al sessantasettesimo posto, ultima tra le democrazie occidentali e dietro perfino al Rwanda. Cifre che sembrano incredibili e che, per quanto discutibili, in relazione ai parametri che vengono considerati, non sono prive di qualche fondamento. Una lettura dei dati forniti dal Ministero della Finanza consente, infatti, di constatare che qualche deficit di onestà noi italiani ce l’abbiamo e che se alle casse dell’erario mancano circa 160 miliardi di euro l’anno per evasione fiscale qualche operazione fraudolenta la facciamo. Studiando meglio i dati del Ministero qualche particolare risalta: in Italia ci sono 41 milioni e mezzo di contribuenti. L’88% di costoro è rappresentato da lavoratori dipendenti e pensionati, che, come ben sappiamo le tasse, volenti o nolenti, le pagano perché trattenute direttamente dalla busta paga. Quindi, se tutti queste persone le tasse le pagano, è giocoforza dedurne che responsabile dell’evasione fiscale sia quel restante 12% di contribuenti che verosimilmente dichiara redditi bassi e non veritieri. Ma da chi è rappresentato questo 12%? Tecnicamente da quella parte del popolo della partita IVA che non emette fattura, che fa dichiarazioni di reddito fraudolente e infedeli. Naturalmente, non si vuole qui sostenere che tutto il popolo della partita Iva evada le tasse, ma è inequivocabile che tutti gli evasori rientrino nel popolo delle partite Iva. Ogni anno viene controllato, da parte dello stato, soltanto il 10% delle dichiarazioni dei redditi; se proviamo a leggerlo al contrario questo dato dato possiamo benissimo affermare che l’evasore ha il 90% di possibilità di farla franca. Chi non giocherebbe al supere- nalotto sapendo di avere il 90% di possibilità di vincere? In una fase in cui il Paese necessita di liquidità, porre rimedio all’evasione, in quanto fonte concreta di risorse finanziarie, è senza dubbio urgente. Individuata, dunque, la sacca degli evasori, resta da intervenire per punire gli stessi, per far recuperare soldi allo Stato e per dissuadere chiunque non intenda perdere il vizio di evadere le tasse. E qui sorge immediata la domanda come si fa a punirli? Anche in questo caso, forse, gli ostacoli non sono insormontabili. Pier Camillo Davigo ha spiegato, ad esempio, che l’articolo 708 del codice penale prevede la confisca dei beni per le persone che vengono trovate in possesso di ricchezze non confacenti al loro stato patrimoniale, solo qualora questi ultimi siano pregiudicati per reati contro il patrimonio. Perché ciò è previsto solo per i pregiudicati? Basterebbe stabilire la confisca dei beni per tutti quelli che, indipendentemente dalla loro fedina penale, dichiarando redditi da pezzenti, se ne vanno in giro con Rolex d’oro o Ferrari. Forse sarebbe sufficiente ripensare la legge ex Cirielli, che abbreviando i tempi di prescrizione del reato, rende improbabile che un evasore finisca effettivamente in carcere; oppure ripristinare il reato sul falso in bilancio, considerato gravissimo negli Stati Uniti e punito con 25 anni di galera. Inoltre, un’altra strada da perseguire potrebbe rivelarsi quella di agire con coerenza nei confronti dei paesi offshore. Facile a dirsi, si dirà. Resta il fatto che alla luce delle misure ciclicamente annunciate e mai concretizzate, appare difficile l’attuazione di efficaci misure contro l’evasione fiscale. Eppure, da destra e da manca, il coro è unanime: combattere l’evasione fiscale non è solo un mezzo per fare legittima cassa, ma è anche un modo, per dimostrare che, anche fastidioso sempre più spesso si insinua il dubbio, il nostro è il Paese della maggioranza degli onesti e non quello dell’esigua minoranza dei furbi. la Rivista n. 10 Ottobre 2011 23 Burocratiche di Manuela Cipollone Produttività del lavoro pubblico Piano straordinario contro le mafie Banca dati per l’occupazione dei giovani genitori Con due voti di fiducia il Parlamento il mese scorso ha definitivamente approvato la manovra finanziaria, entrata in vigore con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. I conti italiani, ma anche l’efficienza delle Pubbliche Amministrazioni, le modifiche nella rete consolare italiana all’estero, l’emergenza immigrazione e la crisi nel Corno d’Africa hanno trovato spazio nei diversi provvedimenti pubblicati nella Gazzetta. È entrato in vigore il 6 settembre il decreto che mira ad ottimizzare la produttività del lavoro pubblico, agevolando la trasparenza delle regole e l’efficienza delle stesse. Il decreto, in particolare, interviene sul numero dei dirigenti, sull’adeguamento dei contratti collettivi integrativi e sull’utilizzo dei contratti a tempo determinato negli enti locali. Su questa scia anche il regolamento di attuazione della legge 241 del 1990 sui termini di conclusione dei procedimenti amministrativi di competenza del Ministero dell’economia e delle finanze, della Scuola superiore dell’economia e delle finanze, dell’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, della Guardia di finanza e dei Fondi previdenziali e assistenziali del personale della Guardia di finanza. Posto che la legge indica in trenta giorni il termine per la conclusione di questi procedimenti amministrativi, fatte le debite premesse sull’esigenza di avere tempi certi per le procedure e sulle immancabili deroghe, il regolamento indica in novanta giorni il termine massimo per la conclusione degli stessi. Emergenza umanitaria e migratoria Per fronteggiare l’emergenza umanitaria e migratoria che ha coinvolto il Corno d’Africa, il Governo italiano ha stipulato una convenzione con l’Oim in base a quanto previsto da un’ordinanza dell’agosto scorso, per favorire il rimpatrio degli stranieri, che ne facciano richiesta, nei Paesi di origine. Per farlo, sono stati stanziati 904.792 euro. Con un’altra ordinanza del Presidente del Consiglio pubblicata a settembre sono stati stanziati 100.000 euro per la tutela dell’ambiente marino mediterraneo dai rifiuti di bordo, ma anche oli e liquidi esausti provenienti dalle imbarcazioni utilizzate dagli immigrati clandestini giunte dal Nord Africa. 24 la Rivista n. 10 Ottobre 2011 A fine agosto è entrato in vigore un altro decreto del Premier che istituisce la Stazione Unica Appaltante, in attuazione della legge 136 del 2010 “Piano straordinario contro le mafie”. Il decreto promuove l’istituzione in ambito regionale di una o più Stazioni uniche appaltanti, per “rendere più penetrante l’attività di prevenzione e contrasto ai tentativi di condizionamento della criminalità mafiosa, favorendo al contempo la celerità delle procedure, l’ottimizzazione delle risorse e il rispetto della normativa in materia di sicurezza sul lavoro”. L’articolo 2 stabilisce, in particolare, che “possono aderire alla SUA le Amministrazioni dello Stato, le regioni, gli enti locali, gli enti pubblici territoriali, gli altri enti pubblici non economici, gli organismi di diritto pubblico, le associazioni, unioni, consorzi” e “le imprese pubbliche e i soggetti che operano in virtù di diritti speciali o esclusivi concessi loro dall’autorità competente secondo le norme vigenti”. La SUA, avendo natura giuridica di “centrale di committenza”, cura, per conto degli enti aderenti, “l’aggiudicazione di contratti pubblici per la realizzazione di lavori, la prestazione di servizi e l’acquisizione di forniture”. All’articolo 5 le disposizioni sul monitoraggio e controllo degli appalti: “ferme restando le forme di monitoraggio e di controllo degli appalti previste dalla normativa vigente, - recita il decreto - le Prefetture possono chiedere alla SUA di fornire ogni dato e informazione ritenuta utile ai fini di prevenzione delle infiltrazioni della criminalità organizzata. I dati e le informazioni ottenute possono essere utilizzate dal Prefetto anche ai fini dell’esercizio del potere di accesso e di accertamento nei cantieri delle imprese interessate all’esecuzione dei lavori pubblici”. Voto amministrativo anche agli immigrati Anche nell’ultimo mese la Gazzetta ha registrato comunicati della Corte di Cassazione su nuove proposte di legge di iniziativa popolare: entrambe fanno capo alla Cgil. Con la prima si vuole estendere il diritto di voto amministrativo anche agli immigrati, con la seconda modificare la legge sulla cittadinanza 92/92. L’Autorità garante per le comunicazioni, dal canto suo, ha rilevato che le reti televisive nazionali non stanno dando la dovuta informazione sulla raccolta firme avviata per la promozione di altri referendum sulla legge 21 dicem- HUf]ZZUX]gc`UUbXUhUgc[[YhhUUX]gdcb]V]`]h{ hUggY gbUW_ VU[U[`]cYa][`]U]bW`igY bre 2005, n. 270, “Modifiche alle norme per l’elezione della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica”. Con la deliberazione del 14 settembre, l’Autorità, “invita le emittenti radiotelevisive a riservare nei programmi di informazione uno spazio adeguato all’argomento, nell’osservanza dei principi di pluralismo, obiettività, completezza e imparzialità dell’informazione radiotelevisiva”. Sul fronte rete consolare, nell’ultimo mese il Ministero degli esteri ha “ufficializzato” anche con la pubblicazione in Gazzetta le ultime decisioni – per altro ben note dalla collettività italiana all’estero - prese dal Consiglio di Amministrazione. E cioè l’istituzione di un’Ambasciata d’Italia a Ashgabat, capitale del Turkmenistan, dal 1° novembre prossimo; la soppressione del Consolato d’Italia a Lilla, con conseguente modifica della circoscrizione consolare di Parigi; la soppressione del Consolato Generale d’Italia ad Amburgo e modifica della circoscrizione di Hannover; l’istituzione di un Consolato onorario a Lucerna, posto alle dipendenze del Consolato generale d’Italia a Zurigo, e di un altro ad Umea, in Svezia. Con un altro decreto del Ministero è stata modificata la circoscrizione del Consolato generale a Buenos Aires. Quanto ai trattati internazionali, nell’ultimo mese è entrato in vigore dell’Accordo tra Italia e Presidenza dell’Iniziativa Centro Europea (InCE) sull’Istituzione del Segretariato Esecutivo InCE a Trieste. Nessun nuovo membro nell’Esecutivo, questo mese: dunque la Gazzetta si è limitata a registrare l’attribuzioni delle deleghe al nuovo Ministro della giustizia, Nitto Francesco Palma, e ai Sottosegretari Maria Elisabetta Alberti Casellati e Giacomo Caliendo. Buone nuove per i giovani genitori: l’Istituto nazionale di Previdenza Sociale (Inps) ha ufficializzato l’Istituzione della “Banca dati per l’occupazione dei giovani genitori” prevista da un decreto del Ministro della gioventù Giorgia Meloni del 19 novembre 2010. Dalla data di pubblicazione in Gazzetta – dunque dal 14 settembre – è possibile iscriversi alla “Banca dati” che – spiega l’Inps - “è finalizzata all’erogazione di un incentivo di 5.000 euro, in favore delle imprese private e delle società cooperative che provvedano all’assunzione a tempo indeterminato, anche parziale, di giovani - di età inferiore a 35 anni - genitori o affidatari di minori, i quali si siano preventivamente iscritti alla banca dati stessa”. EXjZ\ckX^`ljkXg\ic»BkXc`X' <XkXe`X%IXc\idf% ;i`e[`j`%HcY`Xf EXd\`XM\id\ klkkf`eZcljf[X .. L?i'# DfYbchUn]cb]giU]fVYf`]b"Wca ]bU[Ybn]Uj]U[[]cddifY U``c$,(,+'+,$$$ $,G:f"#a]b" la Rivista n. 10 Ottobre 2011 25 Angolo fiscale di Tiziana Marenco Gli Accordi sull’imposta liberatoria e la regolarizzazione anonima di capitali non dichiarati (1 parte) a Assume contorni sempre più precisi il nuovo strumento fiscale dell’Accordo sull’imposta liberatoria e la regolarizzazione anonima di capitali non dichiarati che la Svizzera sta negoziando con diversi paesi europei, prima tra tutti la Germania, la quale ha firmato la versione definitiva dell’Accordo il 21 settembre ultimo scorso a Berlino. L’Accordo dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2013, se, come ci si attende, riuscirà a scavalcare gli ultimi ostacoli parlamentari in Germania, ed è destinato ad assumere un ruolo precursore rispetto agli Accordi gemelli successivamente negoziati (per es. Regno Unito) o attualmente in fase di esame (per es. Italia) con altri Stati. L’Accordo con la Germania mira in primo luogo a garantire l’imposizione in Germania di soggetti tedeschi riguardo a capitali depositati presso un agente pagatore in Svizzera. I tre elementi essenziali dell’Accordo sono: – la regolarizzazione di capitali depositati per conto di una persona residente in Germania presso un agente pagatore svizzero secondo il principio “pay or disclose”; – l’introduzione di un’imposta liberatoria identica a quella percepita in Germania su dividendi, interessi, capital gains etc. da prelevare anonimamente dall’agente pagatore svizzero per conto del soggetto fiscale residente in Germania; – il diritto di reciprocità nel senso che la Svizzera può richiedere l’applicazione analoga delle leggi nel caso di residenti svizzeri in Germania. Contrariamente alle dichiarazioni rilasciate all’inizio dei negoziati, l’Accordo non fa alcun riferimento alla garanzia di libero accesso ai mercati finanziari tedeschi per soggetti svizzeri. Sembra quindi che in questo campo il destino della garanzia di reciprocità sia stato affidato all’implementazione delle Direttiva AIFM (Alternative Investment Fund Managers) e MiFI (Markets in Financial Instruments). Quali agenti pagatori svizzeri si considerano tra l’altro, oltre a banche e negoziatori di titoli svizzeri, anche persone morali e società che nel quadro della loro attività commerciale accettano regolarmente di detenere o traferire patrimoni. Potrebbero quindi in particolare ricadere sotto questa normativa i gestori che non si attengono agli standard minimi dettati dalla FINMA in materia di gestione patrimoniale. Per capitali depositati in Svizzera non si intende solamente conti e depositi bancari, ma anche mantelli assicurativi, cioè quei contratti di assicurazione sulla vita che garantiscono una gestione individualizzata del patrimonio ed in particolare condizioni di rimborso non dipendenti necessariamente da un evento assicurativo quali la morte, l’invalidità, la malattia ecc. a condizioni minime di copertura di rischio, condizioni in virtù delle quali la Germania rifiuta di riconoscere il carattere assicurativo. Va da se che quale soggetto fiscale tedesco (“betroffene Person”) si intende non solo la persona fisica residente in Germania che detiene direttamente i capitali di cui sopra, bensì anche il beneficiario economico residente in Germania di una società di sede e quello, pure residente in Germania, di un mantello giuridico. Poche le eccezioni ammesse dalla legge, eccezioni legate soprattutto alla dimostrazione che tali capitali sono tassati effettivamente in un altro luogo o che le entità morali devono essere considerate intrasparenti secondo il diritto germanico. Lo stesso vale per i rapporti fiduciari, nel qual caso sarà il beneficiario economico, se residente in Germania, a giustificare l’applicazione dell’Accordo. La responsabilità di identificare il beneficiario economico ricade ovviamente sull’agente pagatore svizzero. L’Accordo stabilisce lapidariamente che in casi di successione congiunta, per esempio al decesso di un titolare con conseguente passaggio dei capitali agli eredi in comunione, i successori riprendono la posizione della persona scomparsa. (continua) [email protected] la Rivista n. 10 Ottobre 2011 27 Con la forza del leone. Da Venezia attraverso le Alpi – il successo non conosce confini. GENERALI offre soluzioni per ogni età e situazione. Sia per la previdenza o la protezione quotidiana, da GENERALI lei trova una soluzione a misura per le sue esigenze personali. Semplicemente Angolo legale di Massimo Calderan Uguaglianza salariale in Svizzera La Costituzione svizzera prevede l’uglianza di uomo e donna, di diritto e di fatto, in particolare per quanto concerne la famiglia, l’istruzione e il lavoro. Segnatamente, uomo e donna hanno diritto a un salario uguale per un lavoro di uguale valore. Tale principio è stato poi introdotto anche a livello legislativo, in particolare nella Legge federale sulla parità dei sessi del 24 marzo 1995, che contempla un divieto di discriminazione, secondo il quale nei rapporti di lavoro non vi devono essere pregiudizi di alcun genere, né direttamente né indirettamente, nei confronti di uomini e donne, a causa del loro sesso, segnatamente con riferimento allo stato civile, alla situazione familiare o a una gravidanza. Tale divieto si applica in particolare all’assunzione, all’attribuzione dei compiti, all’insieme delle condizioni di lavoro, al salario, alla formazione, al promovimento e al licenziamento. Le suddette norme costituzionali e legislative sono direttamente applicabili al rapporto di lavoro, che esso sia di tipo privato o pubblico. Non è stato quindi necessario introdurre le stesse norme nel Codice delle obbligazioni, nella Legge sul lavoro o altre normative specifiche. Qualora un contratto di lavoro orale o scritto sia in contrasto con tali norme che vietano qualsiasi discriminazione, ancorché con l’esplicito consenso del lavoratore, gli articoli contrattuali contrastanti con queste norme sono da considerarsi nulli, mentre il resto del contratto di lavoro è valido. Non tutti i datori di lavoro pubblici o privati hanno immediatamente addotato queste norme, per cui In questi ultimi quindici anni ci sono state parecchie sentenze a livello cantonale e federale, in particolare modo in merito a rapporti di lavoro con pubbliche istituzioni, ospedali ecc.. Sentenze che hanno ulteriormente elaborato e affinato i principi dell’uguaglianza. Il Tribunale Federale Svizzero nella sua ultima sentenza in merito, del 24 agosto 2011, ha confermato la sua giurisprudenza consolidata, ovvero che il pagamento di salari diversi per lavori uguali deve essere giustificato da criteri oggettivi. Nel caso specifico, il signor A e la signora B lavoravano in amministrazione della stessa azienda, A a tempo pieno e B al 90%. A pari ore lavorative, il salario di B era inferiore del 50% rispetto a quello di A. Dopo che il Tribunale del lavoro locale e quello cantonale avevano respinto l’azione di B, il Tribunale Federale l’ha accolta. Il Tribunale Federale ha di nuovo confermato che la qualifica, l’esperienza lavorativa, l’attività lavorativa specifica, i rischi sul posto del lavoro e la responsabilità concreta sono criteri oggettivi che possono influenzare il valore del lavoro e quindi giustificare differenze salariali. Inoltre, possono essere considerati anche elementi non strettamente legati al lavoro stesso, come la situazione economica del Paese e il mercato lavorativo del momento o l’età o le responsabilità famigliari del lavoratore. Per contro, tali criteri oggettivi devono avere un impatto importante sulla prestazione lavorativa e corrispondere a una necessità specifica dell’azienda. E comunque la differenza salariale deve essere proporzionale ai criteri oggettivi. La presenza, come nel caso specifico, soltanto di due dei vari criteri oggettivi che giustificherebbero un trattamento diverso del lavoratore, secondo il Tribunale Federale non giustifica una differenza salariale del 50% come tra A e B. È da notare che il divieto di discriminazione non si applica a lavoratori dello stesso sesso. Infine, vi è da presumere che la giurisprudenza dovrà ulteriormente raffinare i criteri oggettivi che giustificano trattamenti salariali diversi [email protected] la Rivista n. 10 Ottobre 2011 29 Convenzioni Internazionali di Paolo Comuzzi Una sentenza in tema di Stabile Organizzazione La sentenza della Corte di Cassazione 16106/2011 (cassa con rinvio CTR del Veneto) stabilisce in modo netto che una società di diritto italiano (ovviamente residente fiscale in Italia) può essere considerata quale stabile organizzazione del soggetto estero ed afferma che … gli elementi acquisiti inducevano a considerare la… S.r.L. quale stabile organizzazione…”. Stabilito questo punto la Corte accompagna una seconda considerazione per cui “… la nozione di stabile organizzazione non è incompatibile con la personalità giuridica di cui la stessa sia eventualmente fornita e non è dunque possibile dubitare della attribuibilità ad una società del ruolo, palese od occulto di stabile organizzazione materiale di soggetto non residente…”. Stabilito questo elemento la sentenza è interessante da commentare anche nell’ambito della sezione convenzioni in quanto giunge a operare una determinazione del reddito della stabile organizzazione non come soggetto autonomo dalla società che viene configurata come tale. Commenti Nel corpo della sentenza è chiara l’affermazione per cui la stabile organizzazione (il cui accertamento è sempre un problema sempre di fatto) non è stata enucleata a latere della società italiana (come avviene quando, caso molto semplice, in una determinata società italiana vengono “nascosti” dei dipendenti che direttamente rispondono ai soggetti esteri e la cui azione commerciale direttamente incide sulle vendite di un soggetto diverso rispetto a quello che eroga loro lo stipendio) ma significa che i verificatori prima e l’ufficio poi hanno ritenuto che 30 la Rivista n. 10 Ottobre 2011 la società stessa fosse talmente connessa al soggetto estero da diventarne parte integrante (organizzazione stabile) e questo al di là del suo configurarsi come persona giuridica con una sua autonomia. Chi scrive ritiene i due casi assolutamente distinti e ritiene che il termine occulto riportato nella sentenza non deve ritenersi riferito al caso portato nel nostro esempio ma alla semplice considerazione che la società non sia considerata come stabile organizzazione. Da questa considerazione (la società italiana è essa stessa stabile organizzazione) la Corte ha tratto due conseguenze: a) l’accertamento di maggiore imposta (IRES e IRAP) deve essere notificato alla società che è stata qualificata come stabile organizzazione; b) l’accertamento si risolve nella rettifica della dichiarazione di questo soggetto. Chi scrive ritiene che nel momento in cui la stabile organizzazione fosse stata enucleata a latere della società italiana (come da esempio) l’avviso di accertamento non avrebbe potuto essere notificato alla società stessa in quanto non questa la entità che riveste il carattere di contribuente. In merito alla notifica dell’avviso di accertamento è corretto affermare, come fa la sentenza, che il contribuente è sempre (anche nel caso specifico che tratta la sentenza) la stabile organizzazione ma è proprio questa entità che è diversa: nel nostro caso la stabile organizzazione viene identificata con precisione nella società residente e quindi è questa la entità alla quale deve essere notificato l’avviso di accertamento mentre nel caso della stabile organizzazione “nascosta” (nostro esempio) la società residente non ha collegamenti con la entità che procede a nascondere il suo reddito e non può qualificarsi come contribuente; solo in questo secondo caso l’avviso di accertamento deve essere notificato alla stabile organizzazione della quale si deve identificare il domicilio fiscale mentre resta estranea al problema la società italiana. La Cassazione identifica la società come stabile organizzazione e quindi ammette che l’avviso di accertamento sia notificato alla stessa per la “ … imputazione quale massa separata, dei rapporti fiscali riferibili al soggetto non residente restando i due profili evidentemente autonomi e distinti seppur in capo alla medesima entità …”. Se è stata giusta la notifica diciamo però che, in merito alla rettifica della dichiarazione, vi sono alcune considerazioni ulteriori che debbono essere svolte. Dice la Corte che quando la società italiana viene identificata come una stabile organizzazione la stessa assume una duplice veste: a) resta un contribuente normale per quanto riguarda la sua posizione quale persona giuridica; b) aggiunge a questa posizione quella di soggetto “gerente” di un stabile organizzazione con la conseguenza che deve tenere conto di questi redditi. La conseguenza è che il tema non si risolve parlando di “transfer pricing” ovvero chiedendosi se la società italiana debba prendere una remunerazione aggiuntiva per la sua funzione come “gerente”; secondo la Cassazione, resta sempre impregiudicato il diritto della Amministrazione Finanziaria di accertare in capo alla stabile organizzazione (che è la società stessa) il reddito che questa ha prodotto e la conseguenza è quella per cui si deve procedere con la redazione di un apposito conto economico di questa stabile organizzazione. Seguendo questa impostazione la società italiana doveva redigere due conti economici: 1) il proprio conto economico (da redigere come quello di una normale società); 2) il conto economico della stessa quale stabile organizzazione (considerazione questa che possiamo trarre anche dal dettato normativo stabilito nell’articolo 152 del TUIR che parla di una determinazione del reddito sulla base di un “ … apposito conto economico relativo alla gestione delle stabili organizzazioni …”). In questo solco il contribuente, inteso qui come società, avrebbe avuto ragione nell’invocare la deduzione degli oneri contestati (royalties) in quanto tali oneri erano dedotti proprio dalla società in quanto tale e non dalla società intesa come stabile organizzazione. Gli stessi elementi avrebbero dovuto concorrere alla formazione del reddito della stabile organizzazione (sempre rappresentata dalla società ma distinta dalla stessa) secondo le regole proprie del reddito di impresa. In questa situazione la società avrebbe dovuto vedersi notificare un avviso di accertamento non per contestare la deduzione del costo ma la mancata redazione di un apposito conto economico in cui dovevano essere riportati elementi positivi di reddito (le royalties). L’affermazione della Corte per cui “ … l’accertamento non può che risolversi nelle rettifica della dichiarazione di detto soggetto [la società] ancorché per la parte afferente al reddito del soggetto non residente …”è giusta se viene interpretata nel senso indicato (rettifica per mancata appostazione di componenti positive di reddito) e non se viene interpretata come disconoscimento di elementi negativi. Questa considerazione evita anche la sostanziale tassazione di semplici ricavi: operando il disconoscimento di costi e rinunciando alla redazione di un apposito conto economico di fatto vengono tassati in capo alla società (e non in capo alla società quale stabile organizzazione) dei ricavi e non un reddito e questo ovviamente non è lecito e non può essere accettato. Conclusione Il principio sostanziale è giusto (come è giusto verificare sempre la esistenza o meno di una stabile organizzazione) ma in questo senso la sentenza della Corte appare discutibile e sarebbe opportuno che partendo proprio dal principio di autonomia stabilito nella sentenza stessa la stessa trovasse qualche chiarimento in sede interpretativa. Be OB<MHKB: Ze[^k`hkhfZgh]b IKBFBLLBF: <E:LL>Ng Zg`heh]bjnb^m^g^e\^gmkhlmhkb\h:]n^iZllb]ZObZO^& g^mh^]Zee^ob^ib_Zfhl^i^keh¿lahiibg`ÀBeOB<ÍL;:K % ibZ\^ohe^ ingmh ]Í bg\hgmkh :e KBLMHK:GM> ;>EBL:KBH lÖsbhlZ\n\bgZbmZebZgZBe`bZk]bghi^glbe^ LHIK: BIBGB% ;:K>KBLMHK:GM>%khfZgmb\hkbmkhoh^lmboh K'A'Pbkma A'Anghe]@^g'FZgZ`^k ObZ<ZfiZgbZ-*hh*10KhfZ!BmZer" M^e'hh,2h/-+,0h*?Zqhh,2h/-10*12h >&fZbe3bg_h@ahm^eob\mhkbZkhfZ'\hf Bgm^kg^m3ppp'ahm^eob\mhkbZkhfZ'\hf la Rivista n. 10 Ottobre 2011 31 Donne in carriera di Ingeborg Wedel Paola Poli Avere lo stesso potere di un uomo senza esserne prigioniera La nostra donna in carriera è nata a Legnago in provincia di Verona; ha 45 anni ed è laureata in psicologia. Felicemente sposata, ha due figlie. La sua è una carriera molto particolare, certamente non facile, ma oltremodo interessante. Si è infatti trovata a vivere una storia comune a molte donne, nel tentativo di far convivere il desiderio di esprimersi sul lavoro con il desiderio di una vita affettiva piena. Ha così scoperto che molte donne si trovano nella stessa identica situazione: ha pensato di scrivere un libro per dare loro dei suggerimenti relativi al comportamento. Infatti, conoscere bene la realtà ed il contesto nel quale ci si muove aiuta a sentirsi meglio e ad affrontare le situazioni in modo costruttivo. Fare carriera è eccitante: si è gratificati da riconoscimenti e anche da premi economici. Ma il successo di una donna non si misura solo con il lavoro: dipende dalle attitudini e dagli obiettivi personali. Paola è stata dirigente di grandi multinazionali e responsabile per anni di progetti internazionali di sviluppo delle risorse umane, change management, marketing strategico e comunicazione. Ma poi è scandito il tempo della vita, così è arrivato il momento per Paola di rinunciare hai ritmi stressanti di questa carriera per dedicarsi ad una attività meno impegnativa, egualmente gratificante: è diventata consulente di alcune aziende di fama mondiale e ha quindi ora più tempo da dedicare a se stessa, alla famiglia e ad una vita sociale. Con una laurea in psicologia, una tesi “sulle strategie di cambiamento” e tanti anni d’impegno nel valutare lo sviluppo delle risorse umane, Paola ha deciso di scattare una fotografia delle donne in Italia, fatta di dati e storie vere, che possono aiutare sia chi sta facendo carriera sia chi si affaccia al mondo del lavoro. Così è nato il libro Donne che cambiano: carriera - famiglia - qualità della vita : dati e storie vere. (editore Franco Angeli). Le donne oggi sono il 60% dei laureati, il 70% del “30 e lode” e dalle ultime ricerche emerge che le aziende che hanno donne nel management nel board attengono migliori performance finanziarie. Il 70% delle decisioni di acquisto di beni di consumo superiori ai 100 euro è preso da donne. “La ricerca scientifica conferma che abbiamo anche un pezzetto di cervello in più nell’area del linguaggio” - afferma Paola -“allora, come mai in Italia solo il 46% delle donne lavora e guadagna il 20% in meno dei loro colleghi maschi e fa fatica ad arrivare alle posizioni di potere?” Lasciamo alla lettura del libro un approfondimento della tematica, riservando lo spazio che ci resta alle risposte che Paola ha dato alle domande che siamo soliti porre alle nostre donne in carriera. Quanto tempo serve ad un donna per farsi apprezzare in un mondo di uomini? Questo è uno dei problemi: la donna deve sempre dimostrare di valere di più per accedere alle stesse posizioni! 32 la Rivista n. 10 Ottobre 2011 Quali sono le principali difficoltà che incontra nel mondo del lavoro? Ci sono difficoltà diverse in tre fasi della vita: all’inizio basta essere molto brave e dedicare tempo al lavoro; il massimo che ti può capitare è di avere un 20% in meno di stipendio rispetto ai tuoi colleghi maschi. Poi nel procedere della carriera viene spesso sorpassata da uomini (le donne dirigenti nelle aziende private sono il 10%). La fase più critica è legata alla nascita dei figli che vede l’uscita di oltre il 20% delle donne dal mercato del lavoro già al primo figlio. Quando cessa la diffidenza verso la donna capo di un’impresa? Quando “sembra un uomo”! Quali sono gli inconvenienti principali per la donna - manager? L’ostacolo principale rimane la conciliazione lavoro – famiglia, bypassando la cultura del fare tardi (sino alle 21) che certamente non permette di vedere né di cenare con i propri figli. Quali sono gli svantaggi? Come si vede da molte testimonianze raccolte, carriera si traduce in un taglio del tempo dedicato a se stesse ed alla famiglia: le donne che lavorano sono visibilmente sotto stress, stanche, rinunciano al riposo, alle vacanze, allo sport al tempo speso con la famiglia e con gli amici. Quali i vantaggi? Fare carriera è molto interessante: ti mette di fronte a sfide nuove, vedi quanto vali, sei continuamente sotto attenzione e pressione. L’adrenalina è quasi sempre alta. Hai stipendio, auto e benefit di alto livello. Quali sono i privilegi? Le donne in carriera godono di privilegi legati alla capacità che le contraddistingue rispetto agli uomini: sono flessibili, intuitive, sensibili alle relazioni. Spesso dai maschi viene ritenuto un privilegio essere belle ed esercitare potere di seduzione, ma su questo ci sarebbe da aprire un capitolo a parte (almeno in Italia). L’intuito femminile è più sviluppato di quello maschile? Ritengo di sì, perché il cervello femminile ha una maggiore capacità di attivare connessioni a più livelli Quanto conta per la donna in carriera l’arte della seduzione, anche a livello inconscio? Direi che possiamo vedere nuove generazioni di donne che usano l’arte della seduzione in modo conscio e divertito; oggi ci sono molte donne belle e affascinanti Paola Poli Donne che cambiano Carriera, famiglia, qualità della vita: dati e storie vere Franco Angeli editore “Per un po’ ho vissuto come il George Clooney del film tra le nuvole in viaggio da un aeroporto all’altro con nel portafogli le carte oro e platinum... “ “Far carriera è eccitante : si è gratificati dai successi, dai premi economici. Ma il successo di una donna non si misura solo con il lavoro. Dipende dalle attitudini e dagli obiettivi personali. Ed è scandito anche dai tempi della vita”. “Mi sono trovata a vivere una storia, comune a molte donne nel tentativo di far convivere il desiderio di esprimersi sul lavoro con il desiderio di una vita affettiva piena. Ho scoperto che molte donne si trovano nelle stesse identiche situazioni, e così ho pensato di scrivere un libro. Conoscere bene la realtà ed il contesto nel quale ci si muove aiuta a sentirsi meglio e ad affrontare le situazioni in modo più costruttivo.” (Paola Poli) Le donne sono cambiate, oggi hanno molte possibilità di scelta, sono attratte dalla carriera, dai mille stimoli che il mondo offre, sono molto più libere di prima nel perseguire la loro realizzazione personale e professionale, ma come disegnare un percorso di vita che renda davvero nel mondo del lavoro. Senza dubbio questo influenza gli uomini italiani sia che la donna usi o no l’arte della seduzione. Attenzione, che questo elemento varia con Paesi e culture diverse. Qualè la soddisfazione maggiore per la donna manager? Avere il potere di un uomo, ma non esserne imprigionata. Che atteggiamento assume la donna dirigente verso dipendenti femminili ? Qui devo dire c’è un a grande differenza tra due tipologie di donna: la generosa e la iena. Per fortuna tra le nuove generazioni ci sono sempre più donne capaci di far crescere i loro collaboratori; anzi, avere un capo donna spesso rappresenta una maggiore scuola su come conciliare al meglio carriera/famiglia. A che cosa deve rinunciare la donna in carriera per sfondare nel mondo maschile? Una donna così – come un uomo in carriera – in Italia sta in ufficio sino a tarda sera, viaggia in Italia e all’Estero, ha cene con clienti e colleghi. In percentuale, potremmo dire che il suo tempo è suddiviso così: 70% lavoro – 20% famiglia – 10% hobby. In questi termini, è evidente che sacrificata è la vita privata. Una donna impegnata nella carriera quale hobby riesce a coltivare? Dipende dal carattere. Di solito sport e natura riescono a scaricare molto di più di attività sedentarie. felici? Per la prima volta nella storia, le donne hanno assunto una presenza sul lavoro e sull’economia tale da far prevedere una forte evoluzione, in ambito lavorativo, politico, sociale. Tuttavia in Italia c’è ancora una situazione di disparità di genere nel mondo del lavoro che si esprime in particolare nell’incontro tra maternità e sviluppo di carriera. Questo libro vuole offrire una veloce fotografia di come è cambiata la situazione della donna in Italia, con qualche confronto sull’estero: una panoramica sulla realtà che aumentando la consapevolezza possa aiutare le donne ad orientare le loro scelte e a capire meglio come perseguirle. La prima parte è dedicata a una raccolta di dati, la seconda ad una raccolta di testimonianze di donne che hanno investito nella carriera: donne manager, avvocato, medico, imprenditrici. Storie vere, senza filtri, che raccontano situazioni e percorsi di scelta diversi, dove carriera, famiglia e qualità della vita si intersecano in modo irrinunciabile. la Rivista n. 10 Ottobre 2011 33 ,QWHU,.($6\VWHPV%9 6ROWDQWRLOSUH]]R UL XV FL Uj D U LV YH JO LD UW L ('/$1'VWUXWWXUDOHWWRDEDODFFKLQR 0DWHUDVVRHVFOXVR3LQRPDVVLFFLRYHUQLFLDWR HODFFDWRWUDVSDUHQWHîFPDOWH]]DFP %LDQFR Talenti altrove di Chiara Rinaldi * Stefano Malvolti: professionista del settore farmaceutico 100% italiano, ma difficilmente rientrerò in Italia per lavorare... Continuiamo con Stefano Malvolti le nostre riflessioni sui talenti nostrani impiegati altrove Perchè all’estero? L’idea di partire risale al 1999. Dopo 3 anni e mezzo di lavoro in Italia ne avevo abbastanza di un sistema che forniva poche opportunità. Ho cominciato a cercare all’estero e in poco tempo ho trovato lavoro a Bruxelles, presso un’importante casa farmaceutica. In Italia ci sono vari problemi, di cui il principale è che purtroppo fino quasi a 60 anni sei troppo giovane per essere preso in considerazione. Oltre al limitato riconoscimento delle competenze, c’è anche il problema del “sistema delle conoscenze” spesso più valutato delle capacità e dei risultati. Inoltre, si dà troppa importanza alla forma rispetto alla sostanza e le retribuzioni sono spesso la metà o un terzo dei livelli europei. Visto che in Europa le distanze sono limitate, lavorare in Italia, Francia o Inghilterra dovrebbe essere la stessa cosa. Quindi basta parlare di fuga di cervelli: non c’è fuga ma semplicemente un orizzonte più ampio. Detto questo, la mia italianità sul fronte culturale non è in discussione, sono 100% italiano e non rinuncerò mai al mio passaporto. Magari ne aggiungerò qualche altro in attesa di uno europeo. Come mai in Svizzera? È successo in modo totalmente casuale. Stavo passando le selezioni interne per un ruolo per la società dove lavoravo e questa posizione è stata assegnata alla nuova sede europea in Svizzera. Bruxelles ci piaceva molto, sia per la lingua che per l’internazionalità e la cultura. Ma a posteriori sono contentissimo di essere in Svizzera dove ho riscoperto la dimensione outdoor. E soprattutto qui tutto funziona e il tempo da dedicare alle attività amministrative e logistiche è limitato. Questo tempo aggiuntivo lo posso dedicare alle cose che contano veramente. Pensi di rientrare in Italia un giorno? Da lavoratore dipendente sicuramente no. Anche se fossi AD di un’azienda, i problemi di mentalità del sistema e delle persone resterebbero. Se guardiamo alla qualità dei servizi, troppo spesso si applica la regola dell’80%: se l’80% funziona, allora va bene... Ma spesso neanche il 99% è abbastanza, le cose devono funzionare al 100%. Ovviamente ci sono eccezioni, come a livello accademico l’U- niversità Bocconi, ma il livello medio lascia a desiderare. E poi in Italia a fronte delle rimostranze del cliente troppo spesso si cercano scuse, qualche volta bisognerebbe avere il coraggio di ammettere che è anche colpa nostra. Potrei considerare un ritorno per iniziare un’attività imprenditoriale. Ma i dubbi rimarebbero: manca l’infrastruttura, la burocrazia è fonte di ostacoli invece che di certezze e i servizi sono generalmente di bassa qualità. Il risultato è che e ci vogliono tempi infiniti per cose che non hanno nessun valore aggiunto. Sei a conoscenza della recente legge per favorire il rientro dei giovani in Italia? Ne ho sentito parlare e penso che, al di là dell’obiettivo condivisibile, sia un approccio vecchio di 50 anni. Gli incentivi fiscali non affrontano i problemi che hanno spinto le persone a partire o ancor più le ragioni che non incentivano professionisti stranieri a venire in Italia. Penso bisognerebbe focalizzare gli sforzi sull’attrattività complessiva del sistema per attirare talenti, siano essi italiani o stranieri. C’è qualche eccezione, ma molto resta da fare. Si parla molto di flessibilità: certo è un problema, ma i principali sono gli stipendi, la selezione e le responsabilità (Milano è ai livelli delle maggiori città europee come costo della vita, ma gli stipendi sono la metà; la selezione non è sempre improntata alle competenze e ai risultati; i ricercatori possono aspirare a divenire professori universitari ad età da pensione). E poi in Italia si parlano troppo poco le lingue straniere e c’è poca esperienza internazionale. In questo modo il mercato del lavoro in Italia non è attrattivo per troppi. Si possono anche ridurre le tasse, ma il punto principale è: vuole il sistema Italia essere competitivo sul mercato internazionale ed attrarre i talenti che sono necessari al sistema per eccellere? Hai altri suggerimenti? Si dovrebbe guardare alle istituzioni italiane all’estero come la CCIS e al contributo che queste potrebbero dare al miglioramento del sistema. Le CCI sono attive sul territorio, molto più di altre istituzioni, e si confrontano direttamente con il sistema economico locale. Possono quindi fare paragoni diretti ed essere fonte di idee innovative, best practices o fornire un’interessante opportunità di verifica per misure che sono allo studio in Italia. la Rivista n. 10 Ottobre 2011 35 I Bocconiani di Ginevra s’associano di Michele Caracciolo di Brienza Zurigo prima e Ginevra ora hanno ufficialmente una sezione della Bocconi Alumni Association (BAA) che si propone di raggruppare tutti coloro che si sono laureati presso l’Università Bocconi o che hanno frequentato la Scuola di Direzione Aziendale. L’Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano è una di quelle istituzione accademiche italiane che gode di grande prestigio all’estero. Non è un caso che sia l’unica università italiana a pubblicizzare sulle pagine di The Economist i propri corsi di specializzazione. Tuttavia, il prestigio dell’università di Via Sarfatti non è dovuto solo ai propri docenti, ma anche ai propri laureati che sono disseminati negli ambiti produttivi più diversi in giro per il mondo. “Ad oggi, la nostra banca dati conta circa centotrenta alumni e il loro numero è destinato a crescere. La nostra presenza nelle aziende e nelle organizzazioni internazionali qui a Ginevra è importante ed è nostro preciso obiettivo creare una rete che ci raggruppi tutti” – così ha dichiarato a La Rivista, il dottor Fabio Scirpo, presidente del chapter di Ginevra della BAA. L’articolo 2 dello Statuto costitutivo dalla BAA di Ginevra recita che lo scopo dell’associazione è di “realizzare una comunità di alumni che contribuisca attraverso progetti, attività, studi e scambi, allo sviluppo e alla valorizzazione dell’Università, degli studenti, dei laureati e della società civile”. Forse questo spirito di gruppo di ex allievi di un’istituzione appartiene più al mondo anglosassone, tuttavia nulla impedisce che per una volta anche gli italiani facciano un sano networking dopo aver con- diviso la formazione nella stessa università. Proprio da questo presupposto nasce l’idea del Bocconi Ambassador. In pratica, è un membro della BAA che all’interno della sua realtà lavorativa promuove la conoscenza dell’associazione a coloro che potrebbero farne parte. Inoltre, incoraggia la partecipazione agli eventi proposti dal Comitato direttivo. Il Comitato direttivo della BAA di Ginevra è il punto di contatto informale tra le realtà lavorative ginevrine dove operano dei bocconiani e l’Università Bocconi. Fabio Scirpo, presidente del L’obiettivo è di dare inizio chapter di Ginevra della BAA. a convenzioni di stage con l’Ufficio Placement di Milano e non solo. La BAA non si occupa in realtà di fornire opportunità di lavoro agli Alumni. Tuttavia, i propri membri possono benissimo descrivere la propria attività ad un altro bocconiano che vi mostra interesse durante uno degli incontri mensili. “Il nostro desiderio – conclude il dottor Scirpo – è di essere un punto di riferimento per i Bocconiani che arrivano per lavoro in Svizzera. Le opportunità per confrontare le proprie esperienze tra colleghi e l’ascolto di testimonianze specifiche di personaggi di rilievo sono alcuni dei vantaggi per chi si associa”. Per maggiori informazioni: http://www.alumnibocconi.it oppure scrivere a: [email protected] GLI ALUMNI BOCCONI DELLA SVIZZERA TEDESCA Con simili scopi sociali, l’associazione degli alumni Bocconi della Svizzera tedesca è stata fondata 5 anni fa con la fusione delle pre-esistenti e distinte associazioni di alumni dell’università Bocconi e della SDA Bocconi (scuola di direzione aziendale). Oggi Bocconi Alumni Association, il chapter zurighese riunisce oltre 200 alumni Zurich presenti nella Svizzera tedesca dove molti occupano posti di rilievo nelle principali aziende dei vari settori economici. Le attività della BAA della Svizzera tedesca includono eventi di vario genere (es. cene, conferenze, incontri con headhunters, etc.), cooperazione con associazioni di alumni di altre business schools e relazioni con istituzioni locali, inclusa la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera. Chi fosse interessato ad avere maggiori informazioni può contattare la BAA Zurich all’indirizzo e-mail: [email protected] la Rivista n. 10 Ottobre 2011 37 &LR¶FKHSUDWLFKLDPRGDO KDRJJLXQQRPH )DLU5HODWLRQVKLS%DQNLQJ 7XWWHOHSXEEOLFD]LRQLEDQFDULHDIIHUPDQRFKHLOFOLHQWHqLO©FHQWUR GHOO¶DWWHQ]LRQHªFRVDVLJQL¿FDFRQFUHWDPHQWHTXHVWDIUDVH" (FRPHIDUHSHUQRQSHUGHUHGLYLVWDTXHVWR©FHQWURGHOO¶DWWHQ]LRQHª IUDLWDQWLVVLPLLPSHJQLGLXQ¶D]LHQGDPRGHUQD" 'DSLGLDQQL)LQWHU%DQN=XULFKEDQFDVYL]]HUDGLTXDOLWj SHUFRUUHODSURSULDVWUDGDLQDXWRQRPLDODQRVWUDSUHVHQ]DVXO PHUFDWRqVHPSUHVWDWDPROWRULVHUYDWDPDFKLKDYROXWRFRQRVFHUFL PHJOLRKDSUHVWRVFRSHUWRFKHGDQRLLOFRQFHWWRGL©YDORULªDVVXPH XQ¶LPSRUWDQ]DPROWRULOHYDQWH )DLU5HODWLRQVKLS%DQNLQJqFLzFKHLFOLHQWLSRVVRQRFKLHGHUFLH FKHQRLGREELDPRGDUHORURSHUWXWWLLFOLHQWLFKHQRQVLDFFRQWHQWDQR GLSURPHVVHPDFKHGHVLGHUDQRSURYDUHGDYYHURTXDQWRSRVVDHVVHUH GLYHUVRLO3ULYDWH%DQNLQJ 3HUXOWHULRULLQIRUPD]LRQL!ZZZILQWHUFK )DLU5HODWLRQVKLS%DQNLQJ 6HGHFHQWUDOH)LQWHU%DQN=ULFK6$&ODULGHQVWUDVVH&+=XULJR 6HGLH$IILOLDWD/XJDQR&KLDVVR1DVVDX%DKDPDV $VVLFXUD]LRQHYLWD)LQWHU/LIH9DGX]/LHFKWHQVWHLQ L’Elefante invisibile1 di Vittoria Cesari Lusso “Professione genitore” (parte seconda) Dove eravamo rimasti nel numero precedente? Al punto cinque del decalogo, per cui … ricominciamo da sei! Il gentile lettore che ha suggerito il tema, menziona nella sua mail anche un aspetto della “professione genitore”assai complesso, che cela non pochi elefanti invisibili: quello della trasmissione dei valori. Le domande a questo proposito fioccano numerose. Ad esempio, volendone citare solo alcune: cosa si intende per valori? quali sono i valori che vengono privilegiati in questa o quella famiglia? In questa o quella cultura? In questa o quella “classe sociale” (come si diceva una volta)? Come avviene la trasmissione? Attraverso quali canali equali forme l’intenzione di trasmettere i valori si concretizza nell’azione? Con quali effetti sui destinatari? Qual è l’influenza delle famiglie e quale invece quella della scuola, dei media, delle mode, ecc. Per ora mi limito a proporre qualche frammento di risposta alle prime due domande, scegliendo anzitutto una definizione del concetto “valori”.I valori sono i principi morali che costituiscono il fondamento positivo della vita umana e della società civile e che servono da guida all’azione. D’accordo? Se sì, facciamo un altro passo: quali valori vale la pena di cercare di trasmettere da una generazione all’altra? A ciascuno di noi l’arduo responso. A titolo di stimolante esempio e termine di confronto citerò nei punti che seguono quelli menzionati dall’autore della mail, il quale tiene a precisare che “Mi sono stati trasmessi dai miei genitori, nonostante mio padre fosse quasi analfabeta”. Condivido il tono giustamente orgoglioso di questa frase. In effetti la nobiltà dei valori non dipende né dal censo, né dal livello di istruzione. 1 Una vecchia leggenda indiana narra di un elefante che pur muovendosi tra le folle con la sua imponente mole passava comunque inosservato. Come se fosse invisibile… 6. Coltivare la fiducia. La relazione di fiducia genitore-figlio è qualcosa che trae origine da esperienze molto precoci. Gli studi di psicologia infantile mostrano come sia proprio nei primi mesi di vita che i piccoli si formano un’idea del mondo circostante in termini di: è degno o non è degno di fiducia? Se possono contare su adulti che prodigano cure “normalmente buone”, che consolano, che offrono sorrisi e affetto, che proteggono, i cuccioli si formeranno l’idea di un mondo amico e svilupperanno un sentimento di fiducia di base. Da questo germoglieranno successivamente altre forme di fiducia: la fiducia nelle parole e nei consigli del genitore, la fiducia nelle promesse, la fiducia di essere degno di fiducia, la fiducia nell’avvenire. Al contrario, se sperimentano sofferenza e mancanza di cure il mondo apparirà loro come una realtà caotica, inadeguata e ostile di cui “è meglio” diffidare. 7. Coltivare l’onestà. In che modo l’onestà si sviluppa grazie alla relazione genitore-figlio? Attraverso la regola alla quale è stato assegnato il 1° posto: dare l’esempio piuttosto che predicare. Un genitore che imbroglia l’assicurazione-auto denunciando entità di sinistri superiori alla realtà, e se ne vanta di fronte ai figli, non sarà sicuramente un buon maestro di onestà. Un padre che considera stupido colui che trova un portafoglio e lo consegna intatto alla polizia non costituisce un mo- dello di tale virtù. Una madre che si compiace nell’aiutarela figlia a trovare false giustificazioni per assentarsi da scuola non può certo definirsi una campionessa di onestà. Senza contare l’influenza delle cosiddette mentalità: in un contesto nel quale suscita più ammirazione l’individuo che sfoggia spudoratamente furbizia e scaltrezza anche per fini poco edificanti la pianticella dell’onestà stenterà a crescere! 8. Rispetto di se stessi. Non è difficile mettersi d’accordo su cosa significhi insegnare ai figli a comportarsi bene a tavola, a salutare, a riordinare la camera. Più difficile è definire come si possa insegnare il rispetto di se stessi. In una società ormai sempre più dominata dalla dittatura dell’immagine, dall’apparire, dall’imperativo del successo facile con ogni mezzo in cosa può mai consistere educare al rispetto di se stessi? La domanda rimane aperta… 9. Coltivare la ricchezza linguistica della famiglia. Ci sono famiglie che si preoccupano di coltivare e trasmettere la ricchezza nel senso pecuniario e patrimoniale del termine. Altre che considerano vitale preservare le tradizioni religiose. Altre infine che si interrogano se valga la pena di salvaguardare la ricchezza linguistica. Ebbene sì, vale la pena! Tutti gli studi moderni lo confermano: il bi-tri-linguismo è un vantaggio per il bambino. All’inizio il processo di apprendimento è alquanto impegnativo e complesso: il piccolo deve capire che possono esistere denominazioni diverse per il medesimo oggetto, e deve altresì identificare con quali parlanti e in quali contesti usare uno o l’altro idioma. Occorre lasciargli tempo. Non farsi prendere da timori se ci sono ritardi nella produzione linguistica rispetto ai compagni monolingui che frequentano la stessa scuola materna.Ci vorrà disciplina e pazienza da parte dei genitori. Ma poi i risultati arriveranno e i figli diventati grandi saranno i primi a ringraziare i genitori per aver coltivato tale ricchezza. 10.Lasciar volare i figli con le loro ali, tenendo aperto l’accesso al nido. Questo principio rinvia a un interrogativo: quando terminano i compiti di un genitore? Con la maggiore età? Con l’indipendenza abitativa dei figli? Con l’indipendenza economica? In fondo su tale punto i genitori (specie quelli di cultura mediterranea??) vivono una sorta di paradosso: si educano i figli affinché diventino autonomi e indipendenti, ma si vorrebbe al tempo stesso continuare a sentirsi utili, se non addirittura indispensabili nei loro confronti! Ma forse è proprio questa la grande sfida che si pone a tutti i buoni maestri (siano essi genitori, insegnanti o leader): prendere atto che il grado di riuscita del ruolo svolto è dato proprio dal suo rivelarsi ad un certo punto non più necessario allo sviluppo delle potenzialità dei “discepoli”. Se avete commenti o reazioni in merito al tema trattato non esitate a contattarmi [email protected] la Rivista n. 10 Ottobre 2011 39 «Penso sempre che il mio ultimo progetto sia il migliore. Finché inizio con il successivo.» Una soluzione assicurativa che protegge i risultati raggiunti con tanto impegno. Gestire un’impresa propria può essere gratificante, ma anche impegnativo. Per questo comprendiamo che vogliate proteggerla al meglio e vi offriamo una soluzione assicurativa semplice, perfettamente adeguata al vostro modello commerciale. Questo è solo uno dei preziosi servizi che offriamo quando serve aiuto. Lo chiamiamo Zurich HelpPoint. Chiedete ulteriori informazioni al vostro consulente assicurativo o visitate il sito zurich.ch/miaimpresa Quando l’Italia esportava anche la sua lingua di Tindaro Gatani Il poeta siciliano Ignazio Buttitta dice che Un popolo / diventa povero e servo / quando gli rubano la lingua / adottata dai padri: / la perdono per sempre. / Diventa povero e servo / quando le parole non figliano parole / e si mangiano tra di loro. Le statistiche più recenti compilate dall’apposito autorevole ufficio dell’UNESCO ci informa che, al momento, sono quasi 7 mila le lingue parlate nel Mondo intero. Di queste ben 2500 sono in via di estinzione nel corso dei prossimi decenni. Segno di libertà e indipendenza Secondo calcoli della stessa organizzazione delle Nazioni Unite, gli idiomi a rischio, se non ci saranno degli adeguati sostegni internazionali sarebbero addirittura il 90% di quelli attualmente ancora parlati. C’è chi già pensa, per la salvaguardia di questi beni dell’umanità, al varo di provvedimenti simili a quelli per le aree archeologiche e ambientali. Il problema principale è quello del numero dei locutori, cioè dei parlanti lo stesso idioma. Dall’ultimo Atlante delle Lingue compilato appunto dall’Unesco si copre che ce ne sono quasi 200 parlate da meno di una decina di persone. Soltanto negli Stati Uniti d’America, le lingue in estinzione sono 192. Nel censimento del 2001, le principali lingue parlate in In- dia risultano 122, di cui solo 22 sono state incluse nella Costituzione e riconosciute quindi come ufficiali. Un altro punto caldo sul fronte linguistico è l’Indonesia dove sono in pericolo 147 parlate delle varie tribù locali. La classifica Unesco suddivide così i vari gradi di allarme per le lingue in pericolo: 538 di prossima estinzione, 502 seriamente minacciate, 632 in pericolo e 607 a rischio. In Papua Nuova Guinea le lingue a rischio sono solo 88 su 800 parlate. Con la globalizzazione, il passare del tempo permetterà la sopravvivenza solo alle grandi lingue. E questo con grave e inestimabile danno. Perché quando una lingua muore vanno in disuso con essa tradizioni, costumi, valori umani. Da tempo, anche se è impossibile arrestare il danno, c’è chi si batte almeno per la creazione di archivi per preservare lessico e morfologia degli idiomi in via di estinzione. Negli USA, la National Science Foundation ha già creato un sito web di informazione sulle lingue a rischio. Perché «la morte di una lingua — dice Anthony Aristar della Eastern Michigan University — è come la morte di una specie, con essa si perde un anello della catena e tutto ciò che quella parte significa per il tutto». «La linguistica — gli fa eco Lyle Campbell dell’Università dello Utah — ci mostra come funziona la nostra mente, come elabora informazioni e stabilisce connessioni, pertanto ogni lingua che muore è una grave perdita per l’umanità tutta». la Rivista n. 10 Ottobre 2011 41 Marinus van Reymerswaele (1497-1541), Il cambiavalute e sua moglie. L’Archivio delle lingue perdute L’estinzione linguistica non è un fenomeno nuovo. La novità del mondo globalizzato è che il processo avviene adesso in modo molto più celere e più generale. I calcoli dei linguisti sono molto preoccupanti: se negli ultimi 500 anni è scomparso il 50% degli idiomi parlati dall’uomo, nel secolo appena iniziato rischia l’oblio, come detto, il 90% del restante 50%. Delle 14 mila lingue che si parlavano al momento della Scoperta dell’America (1492) ne resteranno appena 700, con una decina che hanno la supremazia su tutte le altre. Le lingue estinte possono tuttavia continuare a esercitare, anche se in parte, il loro compito, se ne sappiamo conservare la memoria. Ecco allora l’importante ruolo che potrebbe svolgere il progettato Archivio delle lingue perdute o in via di estinzione. È quello che gli studiosi cercano di fare interpretando le lingue scomparse da molto tempo. «Se preserveremo anche poche informazioni su un idioma estinto — dice ancora Campbell — avremo le basi per ricostruire relazioni e connessioni andando indietro nel tempo di migliaia di anni, grazie anche alla comparazione e unione di dati di carattere archeologico e storico e un grande aiuto può arrivare dal database elettronico, che sarà lo snodo fondamentale per condividere le informazioni e il primo passo per mettere al sicuro quel che ci resta delle lingue a rischio» (Cristina Nadotti, Un archivio delle lingue perdute: “Solo le grandi sopravvivranno”, in La Repubblica, 5 novembre 2009). 42 la Rivista n. 10 Ottobre 2011 Il primo clamoroso caso di lingua ricostruita è stata l’interpretazione dei geroglifici egiziani risalente al 1822, da parte del francese Jean-François Champollion che, studiando e confrontando le iscrizioni della celebre Stele di Rosetta, gettò le basi per conoscere la lingua parlata dai faraoni e quindi la Storia dell’antico Egitto. La difesa delle lingue minori si fa sostenendo le iniziative atte a mantenerle in vita con il favorire scuole e sostegni alle pubblicazioni con il concorso di organismi internazionali come appunto l’Unesco. In Italia e in Svizzera abbiamo l’esempio del ladino, parlato da poche decine di migliaia di persone, che viene tuttavia sostenuto e incoraggiato dallo Stato. In Italia abbiamo ancora l’esempio della lingua albanese parlata in 34 centri della Calabria, che finalmente ha diritto a contributi per le pubblicazioni e per la ricerca linguistica. Si è dimostrato invece errato chiudersi alle novità, impedendo i neologismi e lo studio di lingue che permettono di comunicare con il maggior numero possibile di persone. Cosa ne sarebbe dell’India se non fosse stata unificata linguisticamente dall’inglese prima ancora che politicamente? Bisogna poi prendere coscienza che le lingue seguono lo sviluppo socio-economico delle Nazioni che le parlano. Così l’inglese è stato imposto non solo dall’espansione coloniale, ma anche e soprattutto da quella commerciale dell’Inghilterra e degli Stati Uniti d’America. Questo è anche il caso del francese, soprattutto in Africa. Poi ci sono lingue Marinus van Reymerswaele (1497-1541), Il collettore di tasse. che s’impongono grazie alle grandi opere letterarie espresse da poeti e scrittori che le parlano e che le usano per scrivere le loro opere. Le grandi lingue letterarie restano importanti anche dopo la loro estinzione: questo, per esempio, è il caso del greco e del latino. L’italiano, lingua della musica e del palato La lingua è stata, attraverso i secoli, anche strumento di dominio e non sono poche le Nazioni che, invase dallo straniero, sono scomparse per sempre, come dice Ignazio Buttitta, solo dopo aver perso la loro parlata. Vale comunque sempre la regola che chi domina, chi fa cultura, chi produce e inventa, impone anche la propria lingua. Questo è anche il caso italiano. Già in pieno Rinascimento, quando le Corti italiane erano il centro di uno splendore culturale che si irradiava in tutta Europa, la nostra lingua si imponeva, attraverso molti rivoli, sulle altre nei più disparati settori delle attività umane. La lingua italiana era allora favorita perché quello splendore culturale era la diretta conseguenza dello sviluppo economico. Si era verificata allora, come sempre nella storia dell’uomo, «la legge, che afferma», come sostiene lo storico svizzero William Martin, «non darsi cultura senza benessere». Ecco, il benessere è alla base della fortuna di una lingua. Perché solo con il benessere si crea e quindi si impone anche la propria lingua. Le Signorie, la Chiesa, le Corti e i ricchi Comuni italiani, tra il XV e il XVIII secolo, furono centri di grandi avvenimenti culturali, dove gli artisti potevano creare le loro opere grazie al mecenatismo di principi amanti della cultura. Fu in quelle Corti e in quelle Chiese che si svilupparono l’architettura e la pittura, ma soprattutto furono gettate le basi di un nuovo modo di fare musica. Furono gli Italiani, per primi, a inventare i nuovi termini musicali e a imporli quindi agli altri. La lingua italiana è ancora oggi considerata la lingua di quella musicalità che ancora affascina la gente di altre lingue. A livello internazionale essa è, e resterà sempre, la lingua della musica. I termini “allegro”, “vivace”, “veloce”, “andante”, “piano” si usano in tutto il Mondo. Se si aggiunge che pressoché tutta l’opera lirica è “italiana”, è di diritto che la nostra sia considerata «la lingua della musica». Per questo da tutto il Mondo si va ancora in Italia a studiare l’Opera. Un altro settore dove l’Italia ha sempre operato bene e ha saputo imporre la sua lingua è quello gastronomico. Dalle Corti italiane, divenute centri di alta cucina, l’arte culinaria si è diffusa negli altri Paesi. Già in pieno Rinascimento l’arte della pasta italiana aveva conquistato la Francia, perché, come tante altre «mode» italiane, era stata introdotta a Parigi dopo il matrimonio di re Enrico II con Caterina dei Medici (1519-1589), che si era fatta raggiungere a corte da uno stuolo di cuochi toscani, che introdussero alcuni termini della cucina italiana. La Francia, a sua volta, è riuscita poi a imporre al Mondo tante invenzioni culinarie, tra cui basta ricordare: potage, crêpe, croquette, entrecôte, gratin, julienne, menu, mousse, omelette, paillard. la Rivista n. 10 Ottobre 2011 43 Marinus van Reymerswaele (1497-1541), Il banchiere. Il primato commerciale Ogni qualvolta ha inventato qualcosa di nuovo e di valido in campo culinario, l’Italia è riuscita poi a imporre i rispettivi nomi al resto del Mondo. Pizza, panettone, mozzarella, cappuccino, espresso, spaghetti, maccheroni, lasagne, risotto, gnocchi, polenta, salame, mortadella e, tra le ultime, “panna cotta” e “tirami su,” si chiamano così in tutto il Mondo, perché sono parole accolte nelle altre lingue senza tradurle. Anche il cinema italiano, nei momenti di grande splendore, ha saputo coniare e imporre termini come “dolce vita” e “paparazzi”. Lo stesso vale anche per i prodotti agricoli “brevettati” e lanciati sul mercato dagli italiani, come “tarocco” per varietà di arancia e “radicchio” per varietà di cicoria, tanto per ricordarne un paio. Spesso i cultori del nostro idioma lamentano il fatto che la lingua italiana si stia imbastardendo per l’assorbimento di vocaboli stranieri in predominanza inglesi. È un trend che avrà comunque i suoi limiti. Ed è inutile voler tradurre nella nostra lingua vocaboli che sono il frutto di tipiche creazioni di altre lingue, si cadrebbe nel ridicolo dei nostri futuristi quando, per preservare la purezza del linguaggio, vollero approntare un glossario per la versione italiana di termini importati, giungendo a tradurre “bar” in “quisibeve”, il “cognac” diventò “arzente”, e addirittura “Louis Armstrong” fu ribattezzato “Luigi Braccioforte”, e così via, senza contare l’imposizione di nomi italiani nella toponomastica dell’Alto Adige. Prima ancora che nella musica la lingua italiana si era imposta nei commerci e nelle transizioni bancarie di tutta Europa. E questo perché, tra la fine del Medioevo e per tutto il Rinascimento, i commercianti e i fi- 44 la Rivista n. 10 Ottobre 2011 nanzieri italiani vantarono un indiscusso primato. Essi non erano i soli a commerciare e a prestare denaro su vasta scala. Anche in Inghilterra, nelle Fiandre, nei Paesi Bassi e in molte città della Francia e della Germania c’erano negozianti all’ingrosso e banchieri importanti, ma gli Italiani erano quelli più razionalmente organizzati e quindi più progrediti nella tecnica, nel diritto e nella contabilità commerciale. Il loro successo era dovuto anche al fatto che, fino alla scoperta dell’America (1492), essi avevano l’esclusiva di vendita in tutta Europa dei «prodotti orientali»: spezie, seta, allume, ecc. A differenza degli altri Stati, in Italia, con le Repubbliche marinare prima e i Comuni e le Signorie dopo, accanto all’agricoltura si era sviluppata una nuova e più redditizia fonte di ricchezza: il commercio, che richiedeva grossi investimenti e quindi maneggio di somme ingenti. Accanto a quella dei commercianti nacquero allora le figure dei banchieri che, con il tempo, cominciarono a esercitare una forte influenza sulle vicende politiche delle città e degli Stati. Erano infatti i ricchi banchieri veneti, lombardi, piemontesi e soprattutto toscani che concedevano i prestiti ai Consigli cittadini, alle Signorie, ai principi, ai Comuni, ma anche ai privati che potevano ipotecare loro possedimenti. Il tasso di interesse variava, tra il 7 e l’8% per la propria città e il 30 e 40% annuo per i sovrani e i prestiti marittimi, a seconda, dunque, dell’ente o della persona e soprattutto del rischio che il prestito comportava. Tra il XIII e il XVI secolo, i banchieri italiani con le loro filiali sparse in tutta Europa accumularono immense ricchezze, finanziando non solo i commerci ma addirittura anche intere campagne di guerre. Banchieri, usurai, cambiavalute, esattori e assicuratori Poiché gli affari sono affari, i banchieri italiani in Europa non finanziarono solo i commerci e le grandi imprese, come appunto le guerre e le opere pubbliche, ma si trasformarono in usurai, in assicuratori, in cambiavalute, in esattori, gestori di monti di pietà, in operatori di borsa, spesso consorziandosi. Il loro successo era dovuto anche al fatto che avevano inventato una nuova forma di pagamento che evitava il trasporto e il trasferimento materiale di grosse somme di denaro con la semplice sottoscrizione di una «lettera di credito» pagabile al portatore. Già in una missiva di un banchiere toscano del 18 marzo 1390 a una sua filiale di Ancona, si legge: «Pagherete a chi vi portasse questa lettera, duecento fiorini d’oro ungheresi o in altra valuta a sua scelta... datevi da fare per contentarlo in tutto o in parte e, se gliene date parte, scrivete su questa lettera quello che gli date, acciocché quelli di Roma ne siano avvertiti e quindi gli paghino la parte restante di ciò che ha avuto in Ancona. Chiunque di voi lo pagherà, si faccia restituire la somma a Firenze da Guido di messere Tomaso». Sin dal XIII secolo banchieri italiani erano presenti anche in Svizzera, a Basilea, a Berna e a Zurigo, e la loro presenza è testimoniata anche dalla toponomastica cittadina con le Lamparterstrasse, cioè via dei Lombardi, nome con il quale si intendevano allora tutti gli Italiani. Lo stesso nome del luogo per la compravendita di titoli, di certificati rappresentativi di un credito oppure di merce che era ancora in viaggio da paesi lontani, prese nome da una facoltosa famiglia di banchieri italiani. Fu infatti a Bruges, ricca città commerciale delle Fiandre, dove, agli inizi del Cinquecento, i mercanti e i banchieri si davano appuntamento per concludere le loro transazioni, che fu coniato il termine Borsa, dal nome del proprietario del palazzo davanti al quale si riunivano, sulla cui facciata erano scolpite tre borse, lo stemma dei Van Der Bourse, o meglio dei Della Borsa, storica famiglia di banchieri veneziani. Con le scoperte geografiche, il grosso dei commerci si spostò dal Belgio verso i grandi porti dell’Olanda e soprattutto sulla piazza di Anversa, dove, nel 1531, sull’esempio di Bruges fu istituita la prima vera e propria Borsa. Seguita subito dopo dalla Beurs di Amsterdam. Particolare curioso: tra le prime merci trattate dalle borse olandesi ci furono anche i tulipani, molto richiesti in tutta Europa, il cui prezzo avrebbe prima raggiunto cifre rilevanti e poi sarebbe crollato fino al massimo del 10% del valore massimo scambiato nel pieno della cosiddetta «bolla speculativa». I banchieri italiani, spesso associati tra loro, furono anche i primi grandi assicuratori di grosse partite di merci. Da un documento dell’Archivio di Stato di Firenze, datato 25 luglio 1455, sappiamo che «Piero e Giovanni di Cosimo dei Medici... e Angelo di Jacopo Tani hanno fatto insieme una società per trafficare nella città di Bruges in Fiandra». I due principi di Casa Medici erano «d’accordo col predetto Angelo che egli dovrà fare un’assicurazione nei riguardi delle lane, dei panni e delle altre mercanzie, che per conto della società dovranno affrontare un viaggio per mare... Solo se le navi saranno fiorentine o veneziane, egli potrà correre il rischio di fare un’assicurazione limitata». L’italiano commerciale nel neerlandese È stato soprattutto in Olanda che gli Italiani hanno lasciato profonde tracce linguistiche in campo commerciale e finanziario. Johanna Adriana Maria (José) de Brujin-van der Helm ha compiuto una sua approfondita ricerca sul profilo storico-linguistico dell’influsso lessicale italiano sul neerlandese, i cui risultati sono stati pubblicati in Merce, moneta e monte. Termini commerciali italiani attestati nei testi neerlandesi dei secoli XVI e XVII, Utrecht 1992. Si tratta di una tesi di laurea di oltre 200 pagine che esamina, con il rigore scientifico di opere del genere: le interferenze linguistiche e i prestiti diretti e indiretti dell’italiano, come lingua divulgatrice, sul neerlandese, come lingua ricevente, passando per le lingue mediatrici. La ricerca non si ferma solo al linguaggio mercantile, alla tecnica del cambio e al sistema bancario, ma spazia oltre prendendo in considerazione anche gli influssi dialettali, i toponimi diventati appellativi, le parole di origine orientale. La quantità dei testi commerciali ha imposto una delimitazione a un periodo cronologico e a un ambito semantico ben determinati. Di particolare importanza sono i testi delle tante lettere commerciali nelle quali il neerlandese e l’italiano, o meglio: ora il toscano ora il veneziano, si fondono insieme, facendo sottintendere che mittenti e destinatari conoscessero bene le due lingue, che nelle frasi si Marinus van Reymerswaele (1497-1541), I due doganieri. invertono e si integrano a vicenda. Spesso anche due neerlandesi, scrivendo tra loro, usano intercalare, per meglio intendersi, frasi commerciali in italiano. Dopo aver delineato gli aspetti generali delle parole mutuate dall’italiano nel neerlandese nel periodo preso in esame, e lo sfondo storico su cui queste parole si delineano, l’autrice ne espone un lungo elenco, esaminandole sinteticamente una per una. La lista comincia con le preposizioni “a”, “al”, che vengono preposte al nome del creditore nel libro giornale contabile, e “per” usata in più accezioni; “addi, adi, adii, adj, ady”, usati come giorno, precedono le date (esempio “addi, 24 Febr.”); “aggio, agio, dagio, lagio”, ma anche dal veneziano “lazo”, a indicare maggior valore di una moneta nei confronti di un’altra; “arrivo salvo” per indicare recapito sicuro; “in avanso, ad avanzo” per guadagno; “banco” per bottega di cambiavalute; “baratto” per scambio di merci; “blanco” per foglio non scritto o formulario non compilato; “brutto” per peso con tara; “capitale” per la parte principale di un patrimonio in denaro; “conto” per partita di dare o avere; “compagnia” per società commerciale; “corent, corrente, correnti” per circolazione di monete e cambi; “corso” per valore corrente delle monete; “credito” per fiducia commerciale, solvibilità; “crudo” per greggio; “debito” per somma che si deve pagare; “deposito” per somma custodita in banca; “limito” per ultimo prezzo o per termine che non si può e non si deve superare; “netto” per libero da ulteriori detrazioni; “resto” per ciò che rimane; “ristorno” per stornare; “saldo” per pareggio tra le entrate e le uscite; “sconto” per diminuzione sul prezzo; “tariffa” per prezzo stabilito. la Rivista n. 10 Ottobre 2011 45 Lucasdesign.ch BANCHIERI SVIZZERI DAL 1873 FIDUCIA E PASSIONE. È BSI. BSI AG Schützengasse 31 CH-8021 Zürich tel. + 41 058 809 81 11 fax + 41 058 809 83 68 www.bsibank.com BSI si prende cura di voi e del vostro patrimonio ogni giorno. Con la competenza di un esperto e la sensibilità di un amico. A company of the Generali Group L’ASPI: Associazione svizzera dei professori d’italiano di Donato Sperduto* In questi ultimi anni i mass media svizzeri (dal Tages Anzeiger al Bund, dalla Radio della Svizzera tedesca alla Radio della Svizzera italiana, ecc.) si sono occupati con una certa regolarità dell’insegnamento della lingua italiana nelle scuole svizzere, purtroppo soprattutto per evidenziare lo stato non molto roseo in cui versa l’insegnamento dell’italiano in vari licei della Svizzera tedesca. È da considerare come emblematico il caso del Canton San Gallo, che ad inizio 2011 voleva abolire l’insegnamento della lingua italiana come opzione specifica nei suoi licei – per risparmiare annualmente soltanto 250’000 franchi. Anche in quell’occasione l’impegno dell’ASPI si è fatto sentire. Così, il 21 febbraio, il Consigliere di stato san gallese Kölliker mi ha scritto: «Ihr Schreiben vom 25. Januar 2011 habe ich zur Kenntnis genommen. Sie setzen sich darin für das Beibehalten des Schwerpunktfachs Italienisch an unseren Gymnasien ein. Wir können Ihnen heute mitteilen, dass der Kantonsrat am 15. Februar 2011 entschieden hat auf die Streichung des Schwerpunktfachs Italienisch zu verzichten. Das Schwerpunktfach wird also weiterhin angeboten». Come presidente dell’ASPI, ho particolarmente apprezzato l’esito felice della vicenda san gallese. Ma che cosa o chi si nasconde dietro la sigla ASPI? L’Associazione svizzera dei professori d’italiano (ASPI, in tedesco VSI, sito internet www.professoriditaliano.ch) è membro a titolo di associazione affiliata della Società svizzera degli insegnanti delle scuole secondarie (SSISS, in tedesco VSG, sito internet www.vsg-sspes.ch). Possono essere soci dell’ASPI tutti gli insegnanti di lingua italiana (L2), in attività o a riposo, che lavorano nel secondario I o II. L’Associazione esiste dal 1995 e persegue i seguenti scopi: a) incrementare l’insegnamento della lingua e della letteratura italiana in Svizzera; b) promuovere i contatti con le autorità cantonali e federali (l’Associazione si propone di fare da portavoce agli insegnanti presso le autorità); c) incoraggiare i contatti e gli scambi tra insegnanti d’italiano L2 dei diversi cantoni e coordinare i loro sforzi di collaborazione. Per il raggiungimento dei suoi scopi l’ASPI organizza attività di formazione, corsi di aggiornamento in Italia e in Ticino destinati ad ampliare gli orizzonti culturali e didattici degli insegnanti, e cura la pubblicazione di un bollettino annuale destinato ai soci (Lo Zibaldello). Il Comitato ASPI attuale è composto da Donato Sperduto (presidente), Angela Cherubini-Mazza (segreta- ria), Valeria Sulmoni Vaissade e Marina Fossati (responsabili per l’aggiornamento), Barbara Wangler e Ursula Jäger (delegate), Rosanna Margonis-Pasinetti (redattrice), Walter Diana (tesoriere), Gianna Moretto (revisore dei conti). Al Comitato spettano lo studio preliminare dei problemi posti dall’insegnamento della L2 nella Confederazione, la rappresentazione presso le autorità e il mantenimento dei contatti con altre associazioni e con enti e istituti pubblici o privati. Se si vuole che il numero di liceali che vogliono imparare l’italiano nei licei svizzeri aumenti, urge una linea programmatica per la salvaguardia e la diffusione della lingua italiana non solo da parte dell’Associazione svizzera dei professori d’italiano, ma altresì della Svizzera italiana e dei rappresentanti dell’italianità in Svizzera. Stiamo per dar vita a progetti concreti e giornate di studio miranti a rafforzare la situazione della lingua italiana in Svizzera. Il primo passo è stato compiuto organizzando un incontro con il Consigliere di stato Gabriele Gendotti e il direttore della divisione scuola del DECS Diego Erba, che ha avuto luogo il 4 marzo a Bellinzona, nel quale l’ASPI si è assicurata la disponibilità di fondo da parte del Canton Ticino a sostenere le misure di promozione dell’italiano in Svizzera e dello scambio di informazioni fra la Svizzera italiana e chi rappresenta l’italiano a nord delle Alpi. L’auspicio è che anche le istituzioni italiane presenti nella Confederazione remino energicamente in questa direzione. *Presidente ASPI la Rivista n. 10 Ottobre 2011 47 L’ESULE ILLUSTRE Francesco De Sanctis e la cultura italiana di Mattia Lento Il 27 e il 28 ottobre, presso la sede principale dell’università di Zurigo in Rämistrasse 71, si terrà un importante convegno internazionale dal titolo “Francesco De Sanctis. Identità e rappresentazioni dell’Italia unita”. La Cattedra di italianistica (UZH), Il Seminar für Filmwissenschaft (UZH), la Cattedra De Sanctis (ETH), la Società Dante Alighieri, Il Filmpodium di Zurigo, il Comune di Morra De Sanctis e l’Associazione Morresi Emigrati hanno unito gli sforzi per organizzare questa due giorni di studi dedicata a uno dei massimi intellettuali italiani d’epoca risorgimentale. In occasione del centocinquantesimo anniversario dell’Italia Unita era infatti importante riportare l’attenzione su quegli uomini che contribuirono a costruire il retroterra culturale che diede impulso al processo d’unificazione nazionale. Del De Sanctis sono fondamentali gli studi sui grandi autori della tradizione letteraria nostrana, le sue riflessioni estetiche e soprattutto il grande sforzo storico-critico della Storia della letteratura italiana. Un’opera di fondamentale importanza che imporrà un nuovo modo di fare critica letteraria. Questo saggio, inizialmente pensato come strumento pedagogico, non si presenta come una successione di biografie di scrittori illustri, bensì come un’analisi del contesto storico, culturale e morale che fece da sfondo alla nascita delle maggiori opere della letteratura italiana. Lo scrittore non è rappresentato più come un’anima eccezionale avulsa dalle coordinate spazio-temporali, quanto piuttosto come un essere umano che vive nel proprio tempo e se ne fa, in un modo o nell’altro, specchio. Con una prosa scevra da pedanterie, il De Sanctis alterna magistralmente l’affresco storico-culturale all’analisi minuziosa di alcuni testi fondamentali. Gli ideali del Risorgimento L’italianista campano non si limita soltanto all’attività intellettuale ma, come tante altre personalità di primo piano della cultura italiana del tempo, aderisce attivamente alle battaglie risorgimentali. Nel 1848 partecipa con alcuni allievi napoletani ai moti di protesta. Dal 1850 al 1853 trascorre un periodo di prigionia presso le prigioni borboniche di Castel dell’Ovo, prima di essere espulso definitivamente dalle autorità borboniche. Rifugiatosi a Torino, De Sanctis non riesce comunque a ottenere una cattedra ed è costretto a insegnare presso scuole private. Le sue conferenze gli danno lustro, ma la Torino moderata non è pronta per le idee di questo letterato seguace di Mazzini. 48 la Rivista n. 10 Ottobre 2011 All’estero si accorgono di lui ed è così che De Sanctis lascia l’Italia per tentare miglior sorte oltre confine. É ingaggiato dal Politecnico federale di Zurigo, presso la cattedra di Letteratura Italiana che ancora oggi conserva il suo nome. Dal 1856 al 1860, anni di permanenza nella città elvetica, De Sanctis approfondisce ulteriormente le proprie conoscenze sui grandi scrittori della nostra tradizione, perfeziona il metodo critico e tiene lezioni e conferenze d’importanza fondamentale. Gli anni zurighesi saranno vissuti dal De Sanctis come una sorta di esilio e non pochi sono i documenti che attestano le sue difficoltà nella città elvetica. Tuttavia, saranno anni anche pieni di stimoli culturali, in una città che in quell’epoca è rifugio di molti intellettuali, con biblioteche molto rifornite, custodi di documenti originali d’immenso valore. Il programma della conferenza aprirà proprio con alcuni interventi dedicati agli anni di soggiorno a Zurigo del critico, a cui faranno seguito contributi dedicati a Carlo Cattaneo e altri esuli italiani in Svizzera. A moderare questo ultimo gruppo di lavori ci sarà l’ex segretario del Partito Popolare ed ex ministro Gerardo Bianco, conterraneo e attento studioso del De Sanctis. La prima giornata sarà chiusa da una proiezione, presso la sala cittadina del Filmpodium (h. 18.15), delle pellicole del muto Anita Garibaldi (1910) e Inferno (1911). La visione dei film farà da supporto agli interventi dedicati ai rapporti tra cinema delle origini e identità nazionale che chiuderanno la conferenza il secondo giorno, ma sarà altresì un momento fondamentale per riscoprire due perle della grande tradizione cinematografica italiana. Gli organizzatori hanno deciso, infatti, di dedicare uno spazio anche alla settima arte. Tutto ciò per sostenere l’idea che il De Sancits ebbe un ruolo fondamentale non solo per le lettere ma per la cultura tutta. Fondamentale per la cultura tutta Il suo pensiero, infatti, grazie alle riletture di Croce e soprattutto di Antonio Gramsci rimarrà vivo anche nel Novecento, e anche la critica cinematografica progressista del secondo dopoguerra sembrerà subirne il fascino. I lavori della conferenza si limiteranno ai primi anni del ventesimo secolo, ovvero al cinema delle origini italiano. Un tipo di cinema che, pur non venendo meno alla natura da attrazione da fiera destinata al popolo, cercherà comunque di costituirsi come collante culturale e politico della nazione, rifacendosi alle idee del De Sanctis. Il cinema delle origini sembra fungere, infatti, sostituendo o affiancando la letteratura, da scuola patriottica e civile. Esemplare il caso dell’Inferno della Milano Film, uno dei primi lungometraggi della storia del cinema, un’opera il cui sforzo produttivo non ha niente da invidiare agli odierni blockbuster. Il capolavoro dantesco, tanto amato dal critico, diviene strumento per propagandare l’idea di un sentimento italiano che esisteva ben prima dell’Unità, le cui origini linguistiche e culturali risalgono almeno al Basso Medioevo, se non oltre. La pellicola riprende i punti salienti dell’itinerario infernale e, pur configurandosi come essenzialmente pedagogica, non rinuncia agli effetti spettacolari e visionari del cinema coevo. Il poema dantesco, l’espressionismo e l’eccesso dell’Inferno, mediati dalle celebri illustrazioni di Gustave Doré, sembrano aderire naturalmente all’estetica della cosiddetta“cinematografiaattrazione”. Anche Anita Garibaldi, film meno ambizioso girato da Mario Caserini, può essere considerato uno dei capolavori del nostro muto. Si tratta di uno dei molti film dedicati a protagonisti del Risorgimento, comunque originale nel dare risalto a una donna. Il regista era consapevole che ad affollare le sale era soprattutto il pubblico femminile e per rendere più efficace il messaggio pedagogico scelse di puntare proprio sulla compagna del rivoluzionario. La narrazione è semplice e organizzata per quadri che mostrano momenti della vita della donna, dall’incontro con Giuseppe Garibaldi in Sud America fino alla morte avvenuta nel ravennate. La due giorni di lavori e la serata al Filmpodium permetteranno, ne siamo sicuri, di restituire l’immagine di un grande uomo di cultura dell’Ottocento e di approfondire ulteriormente il nostro passato risorgimentale. L’anniversario dell’Italia Unita, al di là della retorica patriottarda, si riconferma un’occasione di riflessione importante sulla nostra Storia, sulla nostra cultura e sulla nostra identità di popolo. Convegno internazionale Francesco De Sanctis Identità e rappresentazioni dell’Italia unita 27 e 28 ottobre 2011 Università di Zurigo Rämistrasse 71 aula KO2-F-152 GIOVEDÌ 27 OTTOBRE 2011 VENERDÌ 28 OTTOBRE 2011 9.00: Apertura del convegno e indirizzi di saluto LETTERATURA E IDENTITÀ NAZIONALE 9.15: Prof. Dr. Claudio POGLIANO (Visiting Prof. Cattedra Francesco De Sanctis, ETHZ) ©7DOHODVFLHQ]DWDOHODYLWDª6XOUHDOLVPRVFLHQWLÀFRGL'H6DQFWLV FRANCESCO DE SANCTIS A ZURIGO 9.30: Prof. Dr. Giorgio FICARA (Fondazione De Sanctis e Univ. di Torino) Che cosa ha da dirci De Sanctis 9.45: Prof. Dr. Maria Serena SAPEGNO (Univ. di Roma “La Sapienza”), «L’Italia dee cercar se stessa». La Storia di De Sanctis tra essere e dover essere 10.00: Prof. Dr. Renato MARTINONI (Univ. di San Gallo) Cultura e gossip. Von Heiligen a Zurigo 10.30: Prof. Dr. Em. Ottavio BESOMI (ETHZ) Dalle lezioni zurighesi alla Storia della letteratura italiana 11.00: discussione GLI ESULI ITALIANI IN SVIZZERA E L’UNITÀ D’ITALIA 14.30: Dott. Giuseppe TINÈ (Univ. di Siena) Liberalismo e bonapartismo nel De Sanctis, esule a Zurigo 10.15: discussione 11.00: Prof. Dr. Amedeo QUONDAM (Univ. di Roma “La Sapienza”) Nascita e Storia di una Nazione 11.30: Dr. Alessandro BOSCO (UZH), De Sanctis, Manzoni e il sogno di una «letteratura nazionale moderna» 12.00: discussione 15.00: Prof. Dr. Em. Carlo MOOS (UZH) Carlo Cattaneo in Ticino negli anni di De Sanctis a Zurigo CINEMA E IDENTITÀ NAZIONALE 15.30: Prof. Dr. Elisa SIGNORI (Univ. di Pavia) Esuli risorgimentali e fuorusciti antifascisti in Svizzera. Echi e rispecchiamenti 14.30: Prof. Dr. Elena DAGRADA (Univ. di Milano), /DÀOPRWHFDLQFDWWHGUD5LVRUJLPHQWRHLGHQWLWjQD]LRQDOH nel cinema italiano delle origini 15.00: Dr. Giovanni LASI (Univ. di Bologna), «Onorate l’altissimo poeta»: l’Inferno della Milano Films 16.00: discussione 16.45: Conclusioni (On. Prof. Gerardo BIANCO) 15.30: Prof. Dr. Giorgio BERTELLINI (University of Michigan), “Educare ed istruire” con il cinema muto italiano: una storia americana CINEMA ITALIANO DELLE ORIGINI 18.15: FILMPODIUM (Nüschelerstrasse 11): Anita Garibaldi (Mario Caserini, 1910) - Inferno (Francesco Bertolini, Adolfo Padovan, Giuseppe De Liguoro; 1911) 16.00: discussione 16.45: Conclusioni (Prof. Dr. Tatiana CRIVELLI, UZH) INFORMAZIONI: [email protected] - TEL.: +41 (0)44 634 35 77 Cattedra di Letteratura Italiana Seminar für Filmwissenschaft Cattedra De Sanctis Società Dante Alighieri Zurigo Città di Zurigo la Comune di Morra De Sanctis Associazione Morresi Emigrati Rivista n. 10 Ottobre 2011 49 Scegliete chi sa scegliere. Direzione Generale e Agenzia di Città Via Giacomo Luvini 2a, CH–6900 Lugano Tel. +41 58 855 32 00 Sede Principale Via Maggio 1, CH–6900 Lugano Tel. +41 58 855 31 00 Succursali ed Agenzie Chiasso, Mendrisio, Lugano-Cassarate, Paradiso, Bellinzona, Biasca, Locarno, San Gallo, Basilea, Berna, Zurigo, St. Moritz, Celerina, Poschiavo, Castasegna, Pontresina, Samedan, Coira, Davos, MC-Monaco Abbiamo scelto la trasparenza, la prudenza, la qualità del servizio. Fate anche voi la scelta giusta: scegliete BPS(SUISSE). Anche in tempi difficili. Call Center 00800 800 767 76 www.bps-suisse.ch Banca Popolare di Sondrio (SUISSE) La Banca che parla con te. Scaffale di Liber Antonio Scurati Giusi Marchetta Antonio Pennacchi La Seconda mezzanotte L’Iguana non vuole Palude Bompiani pp 352; €19,00 Rizzoli pp 300; € 17,50 Dalai editore pp. 240; € 17,50 È il 25 dicembre, fa già caldo alle sette del mattino e una nuova giostra sanguinaria si prepara. Ma nulla di tutto questo oramai importa. Ora il Maestro ha finalmente un motivo per rimanere in vita. 2092. Venezia – ricostruita da una multinazionale di Pechino dopo una terribile onda alluvionale – è la perversa Las Vegas della decadenza europea. In un clima africano, una folla di nuovi ricchi vi accorre per concedersi ogni vizio e, soprattutto, per assistere alle lotte tra gladiatori. Piazza San Marco è, infatti, trasformata in un’arena: il Colosseo del terzo millennio. Mentre le Nazioni si dissolvono, il carnevale si avvicina e i padroni cinesi preparano lussi sfrenati e spettacoli crudeli. Intanto, gli ultimi veneziani, ai quali è stata interdetta la riproduzione, vivono confinati in un ghetto, piegati e derelitti. Nessuno sembra più volersi sottrarre alla violenza e alla lussuria di questo bordello della fine dei tempi. Eppure, perfino in questo parco giochi orwelliano, ci sono due uomini in rivolta che si levano contro l’orgia del potere.“Il Maestro”, guida dei nuovi gladiatori, e Spartaco, il suo allievo. L’antica via dei ribelli li condurrà alla città delle donne. Antonio Scurati torna all’ispirazione degli esordi con un romanzo visionario. Una grande avventura epica, smisurata e furibonda, che fa i conti con la nostra crisi narrando di uomini in marcia dentro e contro l’onda distruttrice della storia. Un libro non solo ambientato nel futuro ma rivolto al futuro, a quella speranza di vita che sorge solo nel senso della lotta. Ce li hanno dipinti così, i professori precari di oggi: arrendevoli, menefreghisti e incompetenti. Invece sono bravi e arrabbiati. Finalmente un romanzo ce li racconta senza indulgenza o pregiudizi, per mostrarci come, in reazione alle ingiustizie di una scuola pubblica che sta cadendo a pezzi, scoppieranno – è solo questione di tempo – l’indignazione, la protesta. Perché Emma, ventotto anni, ha lasciato Napoli per lavorare in una classe a Torino. Non avrebbe voluto: le mancano una città e un amore di nome Gianni. Anziché insegnare latino si trova a seguire il caso di Andrea, un ragazzo autistico che reagisce con violenza alla cattiveria di alcuni professori. E intorno a lei vede solo la rassegnazione di chi accetta contratti impossibili o di chi, arreso, scappa all’estero. Con stupore Emma si renderà conto che è proprio il suo ragazzino pieno di problemi a insegnarle che non bisogna più accettare i ricatti di questo Paese. Contro le crisi di Andrea, infatti, la famiglia le ha suggerito di ricorrere all’iguana, suo immaginario totem personale: se l’iguana non vuole, quella cosa non si fa. Evocare l’animale serve a renderlo innocuo fino a quando, però, il ragazzo non si trattiene più e sfoga la sua rabbia. Così, a fine anno, quando su tutti si abbatterà una serie di ingiustizie pubbliche e personali, Emma maturerà l’idea che un dio in forma d’iguana sarebbe d’accordo nel punire subito i colpevoli di un’Italia che non funziona più. Lei è pronta a seguirlo. Antonio Scurati (Napoli 1969) è ricercatore alla IULM di Milano e coordina il Centro studi sui linguaggi della guerra e della violenza. Editorialista della “Stampa”, ha scritto numerosi saggi i romanzi Il sopravvissuto, con cui ha vinto la XLIII edizione del Premio Campiello, Una storia romantica (2007, Premio SuperMondello). Il Bambino che sognava la fine del mondo (finalista al Premio Strega 2009). Giusi Marchetta nata nel 1982, da Napoli si è trasferita a Torino dov’è insegnante di sostegno al liceo. Ha pubblicato le raccolte di racconti Dai un bacio a chi vuoi tu (Terre di mezzo), con la quale nel 2007 ha vinto il Premio Calvino, e Napoli ore 11 (Terre di mezzo, 2009). Questo è il suo primo romanzo. Baldini Castoldi Le paludi pontine sono terra di città nuove, «trionfali» e desolate, che nessun turista visitava fino a ieri. Sono un alveare di contadini, gente che parla in romanesco e ricorda in veneto, spediti lì dal Duce – quello «buono», quello che mieteva il grano – a bonificare stagni e pantani. Che poi, mica la voleva, lui, Littoria. Lui si accontentava di qualche borgo rurale, perché gli italiani sono un popolo di agricoltori. Ma alla fine ci si è affezionato, e anche ora che si chiama Latina il suo fantasma ci si aggira sempre, di notte, a bordo d’un rumorosissimo Guzzi 500-Falcone Sport. Controlla che tutto vada bene e che la gente del posto non combini troppi casini. Perché «di là» vogliono caricarlo pure dei peccati loro. In fondo è a causa sua che abitano quel brandello di Lazio. Perfino il sindaco è un uomo suo. Ai tempi lo avevano nominato federale, «federale facente funzioni» a essere precisi, e adesso che una classifica del Sole 24-ore ha piazzato Latina fra le peggiori città del Paese, per migliorarne l’immagine ha partorito un’idea folgorante: i trapianti di cuore. I trapianti sono una cosa ultramoderna e si fa una grandissima figura, sostiene. E c’è infine Palude che ne ha bisogno, Palude che quando era ancora in forze ti alzava con una mano sola, se non stavi zitto. Adesso ha il cuore stanco. Peccato solo che sia un operaio rosso e comunista. Ma non importa, è deciso: il trapianto si farà. Per procurarsi un donatore basta in fin dei conti spargere una latta d’olio sopra la Pontina. Anche se a volte, insieme al cuore, al trapiantato cambia pure l’anima… Antonio Pennacchi è nato a Latina (1950). Autore di romanzi e saggi, nel 2010 con Canale Mussolini (Mondadori) ha vinto il Premio Strega. I diritti del romanzo sono stati venduti in tutto il mondo. Collabora a Limes. la Rivista n. 10 Ottobre 2011 51 “la libertà non è una cosa che si può ricevere in regalo. Si può vivere in un paese di dittatura ed esser liberi: basta lottare contro la dittatura. Anche sotto la dittatura, l’uomo che pensa con la propria testa, è un uomo libero (…)” La libertà come impegno di Paolo Gir La libertà può essere definita come lo stato di vita del singolo, di un gruppo e di una società politica dopo un atto o una serie di atti di liberazione da una situazione di coercizione, di dittatura o comunque di privazione delle possibilità e delle necessità di sviluppo e di svolgimento di un essere vivente. La libertà si presenta, dunque, come effetto di una volontà di vita per cui il vivente è in grado di progredire sulla via assegnatali dalle sue doti di esistenza. Ciò premesso, lo stato di libertà non è un regalo a chi esiste, ma il risultato di una fatica e di una lotta; la sua attuazione dipende da un sentimento e da una mentalità sita nell’individuo: cioè nella sua volontà e nel suo dovere di compiersi come condizione del suo divenire e del suo senso di vita. Questa volontà e questa fede nella libertà può esistere anche in una situazione di illibertà e di limiti imposti da un sistema politico-sociale di negazione delle libertà richieste. L’essere liberi dipende dalla costituzione del nostro io più profondo e segreto. Nel dramma Ed egli si nascose, Ignazio Silone fa dire:“la libertà non è una cosa che si può ricevere in regalo. Si può vivere in un paese di dittatura ed esser liberi: basta lottare contro la dittatura. Anche sotto la dittatura, l’uomo che pensa con la propria testa, è un uomo libero (…)”. Prima di attuarsi in condizione di fatto, la fede nella libertà deve accendersi nello spirito. Soltanto a tale condizione 52 la Rivista n. 10 Ottobre 2011 essa è in grado di farsi reale e di agire nella coscienza di una società umana degna di una simile qualità. La sua radice deve affondarsi in una coscienza etica per cui diventi motivo di un compito: il compito della lotta per la liberazione. È per l’atto di liberazione che la libertà mantiene un suo vigore spirituale, senza decadere in un mezzo di sola utilità economica. Il seguente pensiero di Benedetto Croce può servire ad illustrare ulteriormente quanto ora affermato: “Chi desidera in breve persuadersi che la libertà non può vivere diversamente da come è vissuta e vivrà sempre nella storia di una vita pericolosa e combattente, pensi per un istante a un mondo di libertà senza contrasti, senza minacce e senza oppressioni di nessuna sorte; e subito se ne ritrarrà inorridito come dell’immagine , peggio che della morte, della noia infinita” (da: Filosofia, Storia, Poesia - Riccardo Ricciardi editore, Milano/Napoli, 1955). Il testo di Croce qui riprodotto coincide con il fatto che la libertà vive del suo paradosso. Vale a dire: senza una continua posizione di vigilanza e di difesa – stagnando – essa predispone il terreno e il clima per la dittatura e per ogni genere di coercizione dell’operare umano. Radicali a tale proposito, sono le affermazioni del filosofo Monolaj Berdiaeff: “la libertà non è affatto facilità. La libertà è difficile e pesante a portarla. La libertà non è un diritto, è un dovere” (da: Il regno di Cesare e il regno dello spirito, Delachaux & Nestlé, Neuchâtel/Paris, 1951). Carnet A Pippo pollina il premio Giacosa 2011 Dopo il premio Peppino Impastato a Cinisi e quello Lunezia in Toscana ecco un’altro riconoscimento per l’attività artistica di Pippo Pollina. Lo scorso 11 settembre a Colleretto nel torinese il musicista di origini siciliane, stabilmente residente a Zurigo, ha ricevuto il premio GIACOSA, istituito in memoria del leggendario librettista delle opere di Puccini. Premi Balzan 2011: Agli onori storia, filosofia, biologia e cosmologia La fondazione Balzan ha annunciato i quattro vincitori degli omonimi premi 2011. Vanno a un ricercatore polacco, a un irlandese, a un americano e a un anglo- americano. I premi saranno consegnati il 18 novembre a Berna. L’87.enne filosofo polacco Bronislaw Baczko, che fra il 1974 e il 1989 ha insegnato all’università di Ginevra, ha ricevuto il riconoscimento per gli studi sull’illuminismo. Nel campo della storia antica greco-romana è stato premiato il lavoro di Peter Brown, un irlandese attivo all’ateneo di Princeton (USA) «per i suoi eccezionali contributi all’interpretazione storica della tarda antichità». L›americano Russell Lande ha ottenuto il riconoscimento nell›ambito della biologia teorica e della bioinformatica «per il contributo pionieristico allo sviluppo e all’applicazione della biologia teorica della popolazione». L›ultimo premio, per lavori in cosmologia, è andato a Joseph Silk (USA/GB) della John Hopkins University di Baltimore (USA) «per il lavoro pionieristico sulle prime fasi evoluzionistiche dell’Universo». Renato Martinoni a Zurigo il 19 ottobre Il prof Renato Martinoni sarà ospite a Zurigo il prossimo 19 ottobre 2011, alle ore 19°° all’Università di Zurigo (Rämistrasse 71, aula KOL-F-109 per la presentazione dei volumi Troppo poco pazzi. Leonardo Sciascia nella libera e laica Svizzera (Leo S. Olschki editore, 2011) e La lingua italiana in Svizzera (Salvioni, 2011). Moderazione: Dott. Piero A. Di Pretoro, Direttore Istituto Italiano di Cultura di Zurigo. Interverrà nella discussione il Prof. Nunzio La Fauci, ordinario di Linguistica italiana all’Università di Zurigo Durante la manifestazione verranno proiettate alcune interviste televisive di Leonardo Sciascia. Rassegna cinematografica del cinema italiano Anche quest’anno l’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo propone, in collaborazione con Cinélibre, l’associazione svizzera dei circoli del cinema e dei cinema senza scopo di lucro, con l’associazione romana Made in Italy, e con il patronato dell’Ambasciata d’Italia in Svizzera, la rassegna Cinema italiano, un ciclo di film italiani in prima visione in Svizzera. La tournée iniziata lo scorso 25 settembre, con date diversificate per ogni città, farà tappa, al 30 dicembre 2011, nelle seguenti città: Basilea, neues Kino; Berna, Cinématte; Biel, Filmpodium; Coira, Kino Apollo / Kino Center; Frauenfeld, Cinema Luna; Ilanz, Cinema Sil Plaz; Lucerna, Stattkino; Soletta, Kino im Uferbau; San Gallo, Kinok Cinema; Winterthur, Filmfoyer; Zurigo, Filmpodium Questi i film in cartellone: Fortapàsc, di Marco Risi (2009), con Libero De Rienzo, Valentina Lodovini, Michele Riondino. Generazione mille euro, di Massimo Venier (2009), con Alessandro Tiberi, Valentina Lodovini, Carolina Crescentini, Francesco Mandelli, Paolo Villaggio. Mar nero, di Federico Bondi (2009), con Ilaria Occhini, Dorotheea Petre, Corso Salani, Vladimir Ivanov. Questione di cuore, di Francesca Archibugi (2009), con Kim Rossi Stuart, Antonio Albanese, Micaela Ramazzotti, Paolo Villaggio. L’uomo nero, di Sergio Rubini (2009), con Sergio Rubini, Valeria Golino, Riccardo Scamarcio, Fabrizio Gifuni, Margherita Buy. Cinque film di registi di diverse fasce generazionali: voci diverse, temi differenti, prospettive anche fra loro lontane, ma un comune impegno nel dare un ritratto serio e rigoroso, realistico e non evasivo, dell’Italia e degli italiani d’oggi. I cinque registi affrontano temi tutti attuali, ben presenti e molto sentiti nella vita italiana d’oggi. Programma completo sul sito www.cinema-italiano.ch. Retrospettiva Luchino Visconti al Filmpodium di Zurigo Dal 3 ottobre al 15 novembre , il Filmpodium della città di Zurigo propone una retrospettiva dedicata al regista italiano Luchino Visconti. Tutti i film sono in versione originale con sottotitoli. Il programma dettagliato sul sito www. filmpodium.ch Questi i titoli in programma: Ossessione (1943, I/f, 130‘) con Clara Calamai, Massimo Girotti, Dhia Cristian La terra trema (1948, I/d, 160‘) Con gli abitanti del paese di Aci Trezza Bellissima (1951, I/d/f, 115‘) con Anna Magnani, Tina Apicella, Walter Chiari Senso (1954, I/d,126‘) con Alida Valli, Farley Granger, Massimo Girotti Le notti bianche (1957, I/d/f, 106‘) con Maria Schell, Marcello Mastroianni, Jean Marais Rocco e i suoi fratelli (1960, I/d, 165‘) con Alain Delon, Renato Salvatori, Annie Girardot Il lavoro (episodio da Boccaccio’70) (Italien 1962, I/f, 46‘) con Romy Schneider, Tomas Milian, Romolo Valli Il Gattopardo (1963, I/d ,186‘) con Burt Lancaster, Claudia Cardinale, Alain Delon Vaghe stelle dell‘orsa (Sandra) (1965, I/d/f, 105‘) Lo straniero (1967, I/d/f, 104‘) con Marcello Mastroianni, Anna Karina, Bernard Blier Morte a Venezia (1971, E/d/f, 134‘) con Dirk Bogarde, Björn Andresen, Silvana Mangano Ludwig (Italien 1972, I/d/f, 235‘) con Helmut Berger, Romy Schneider, Trevor Howard L‘innocente (1976, I/d/f, 129‘) con Giancarlo Giannini, Laura Antonelli Nell’ambito del convegno «Identità e rappresentazioni dell’Italia unita» (vedi pag. 48-49) il 27 ottobre alle 18.15 verranno proiettati: Anita Garibaldi (Mario Caserini, 1910) - Inferno (Francesco Bertolini, Adolfo Padovan, Giuseppe De Liguoro; 1911). la Rivista n. 10 Ottobre 2011 53 NEL CENTENARIO DELLA NASCITA: MAX FRISCH A LOCO FINO AL 30 OTTOBRE “Volevamo braccia, sono arrivati uomini” (AugOr) - È l’accorata frase di Max Frisch, uno dei più profondi ed importanti scrittori svizzeri, pronunciata quasi 40 anni fa quando l’emigrazione era già un problema preoccupante. Mi ritorna in mente mentre mi aggiro nelle stanze del Museo Onsernonese di Loco visitando la Mostra Marx Frisch Berzona. Un’esposizione didatticodocumentaristica bilingue (italiano e tedesco) razionale ed elegante nell’allestimento grafico che permette per mezzo di immagini, documenti audiovisivi ed estratti di scritti di Frisch ed altri scrittori ed artisti di rinverdire la memoria e di approfondire la conoscenza del personaggio Max Frisch nella sua dimensione letteraria ed umana in rapporto con il mini universo rurale del villaggio onsernonese. La valida e ben frequentata esposizione che commemora il centenario della nascita dell’autore di Homo Faber, è stata organizzata dal Museo di Loco in collaborazione con il Max Frisch- Archiv della biblioteca del Politecnico federale di Zurigo ed è stata curata da Maria Rosaria Regolati, Gian Pietro Milani e Charles Suter. Questa frase dolorosa e greve di significato e solidarietà umana sarà stata forse pronunciata proprio a Berzona, villaggio attiguo a Loco, dove nel 1964 lo scrittore zurighese aveva acquistato una casetta nella quale risiedeva 54 la Rivista n. 10 Ottobre 2011 saltuariamente poiché soggiornava prolungatamente a Berlino, a New York e nel suo appartamento di Zurigo. La constatazione dell’architetto scrittore però riguarda anche Loco in quanto l’onsernonese è terra di emigrati e conosce anche, in particolare a partire dai primi decenni del XX secolo un movimento di immigrazione temporanea o duratura di persone appartenenti a gruppi socioculturali diversi: personaggi vicini al Monte Verità di Ascona, la cerchia della Barca ospite dei coniugi Valangin-Rosenbaum a Comologno, le comunità neorurali, esponenti della cultura come Max Frisch, Alfred Andresch e Golo Mann a Berzona. Negli scorsi anni il Museo onsernonese ha documentato gli aspetti di questo fenomeno immigratorio con manifestazioni e mostre tematiche (L’Arca d’Onsernone, Terra di rifugio e di ispirazione). Anche Max Frisch considerava la valle un rifugio: lo confidò alla rivista La Voce onsernonese, dicendo di sentire il bisogno della casa di Berzona come luogo nel quale potersi estraniare da tutto. E- nonostante egli non intrattenesse contatti intensi con gli abitanti – gli Onsernonesi erano orgogliosi di questo famoso ospite e lo nominarono cittadino onorario di Berzona, il minuscolo villaggio di 82 abitanti immerso nei boschi che con il paesaggio naturale dell’Onsernone rimase fino alla sua morte un elemento centrale della sua vita e della sua produzione letteraria. Proprio a Berzona Frisch ammaliato dalla natura e dal paesaggio ha ambientato il racconto L’uomo nell’Olocene opera in cui affronta con intensità il tema della vecchiaia e della morte. Egli morì nel 1991 a Zurigo, poco prima del suo ottantesimo compleanno. Le sue ceneri furono disperse e a Berzona rimane oggi la casa e una stele commemorativa sul muro del cimitero. È proprio a Berzona che nel 1973 incontrai per un’intervista Max Frisch. Il suo libricino incendiario Guglielmo Tell per le scuole aveva fatto nascere notevoli polemiche. L’incontro fu interessante e piacevole. Lo scrittore si dimostrò affabile e ottimo conversatore anche in italiano. Attraverso la lunga l’intervista scoprii un autore di grande sensibilità sociale, acuto indagatore dell’animo umano e scrutatore della società contemporanea. Le sue opere e la sua vita si caratterizzano per una caleidoscopica varietà di forme esistenziali e di mondi. La mostra permette di osservarli da una nuova prospettiva, presentando la vita di Frisch a Berzona sullo sfondo della storia personale e delle sue opere letterarie. Berzona fu anche il laboratorio letterario e rifugio privato al quale fu legato fino alla morte. Lui che aveva scelto come motto della sua vita il vivere per scrivere e lo scrivere per vivere. Accanto allo scrivere il Max Frisch di Berzona predilesse la riflessione, le amicizie e l’amore. Infatti, qua nel 1968 il sindaco Giuseppe Filippi celebrò il suo matrimonio con Marianne Oellers. Max Frisch Berzona al Museo onsernonese di Loco fino al 30 ottobre da mercoledì a domenica dalle 14.00 alle 17.00 FINO AL 20 NOVEMBRE ALLA FONDATION PIERRE GIANADDA A MARTIGNY Claude Monet, il pittore che seppe toccare l’intangibile di Augusto Orsi Nel 2010, Monet au Grand Palais, che in 21 settimane aveva contato 913mila visitatori, era stata la mostra dell’anno. Completa ed esaustiva aveva attualizzato in tutto il suo splendore l’immagine di questo maestro dell’Impressionismo. La Fondation Pierre Gianadda di Martigny con la sua esposizione Monet au Musée Marmottan et dans les collections suisses, rappresenta un’eccellente godevole sorpresa, che ha tutti i presupposti per superare il successo della mostra di Vincent Van Gogh del 2000 e ascriversi come il must della Fondation vallesana sia per numero di visitatori, sia per copertura mediatica. Gran folla nel regno delle ninfee, una mostra splendida in colori e sensazioni profonde che incantano. Tele impressioniste di grande richiamo, ritratti realisti, la figura umana è presente solo in tre tele naturalistiche molto espressive (Portrait de Poly, Portrait de femme e autoportrait) e tuffi nella natura: mare, (Tempête sur la côte de Belle-île, dalle acque impetuose dal blu grigiastro) e campi verdeggianti. Qua si può toccare l’erba, accarezzare i variopinti ed estasiarsi innanzi a grandi stagni di lussureggianti ninfee. Giverny è onnipresente. Cattedrali e Torre di Londra, evanescenti metafisiche impressioni di luce che si scioglie nelle tinte. La storica mostra del Gran Palais nel 2010 era “Il tutto Monet nell’arco di una vita”. Questa di Martigny ha saputo cogliere“fior da fiore”e darci il meglio di ogni serie mettendo giustamente l’accento sulle ninfee che dominano. Monet è un paesaggista stupendo che celebra l’acqua, quella della Seine, ma anche del mare, quello di Normandia che lui aveva tante volte scrutato. Questa è la mostra del Grande Claude per tutte le stagioni: ancora il mare e le spiagge della sua terra da Trouville a Rouen e il cambiamento di stagioni, Autunno in Normandia e giochi di luci a Parigi. Ci vorrebbero ore per vedere tutto e cogliere dettagli e sfumature e immergersi nelle indicibili atmosfere impressionistiche, oppure contentarsi di una visita sommaria, succinta, cercando di immagazzinare il massimo di luci, colori e tinte e poi rivederli nel film della memoria facendo rivivere con calma ricordi e stati d’animo, forse con il supporto di immagini in catalogo. La splendida ed imperdibile esposizione si avvale di un esaustivo catalogo di 326 pagine corredato di testi informativi e critici interessanti, riccamente illustrato con immagini di tutte le opere in esposizione. Volendo dare a Cesare quel che è di Cesare bisogna anche ricordare che il giorno dell’inaugurazione della mostra Monsieur Léonard Gianadda, fondatore e infaticabile ed oculato animatore della Fondazione è stato insignito da parte del Presidente della Repubblica francese a commendatore della Légion d’honneur, il più alto titolo onorifico francese. Champs de coquelicots près de Vétheuil, 1879, olio su tela (Collezione E. G. Bührle, Zurigo) La maison dans les roses, 1925-1926, olio su tela. MONET au Musée Marmottan et dans les collections suisses alla Fondation Pierre Gianadda (Martigny) fino al 20 novembre 20011. Tutti I giorni dalle 9.00 alle 19.00 la Rivista n. 10 Ottobre 2011 55 “Ogni attività di Private Banking richiede un elevato livello di confidenzialità e fiducia. Crediamo fermamente nelle potenzialità del sistema di gestione bancario Ambit Apsys di SunGard per assicuralo “ con la massima efficienza. Christine Ehrat, lic.oec.publ. Membro della direzione MediBank AG Zug Ambit Apsys – per banche con più di 500 utenti AMBIT APSYS The Well Managed Bank Helping Banks better manage their customers SunGard ha progettato il sistema Ambit Private banking facendo leva sui suoi principali punti di forza: compliance ed efficienza. Inoltre, il sistema Ambit è stato integrato con funzionalità CRM che facilitano una più efficace interazione tra consulenti e clienti. Ad oggi, più di 70 banche private utilizzano questo software, che si è rivelato essere molto flessibile ed affidabile, riuscendo a soddisfare un sempre crescente numero e una complessità di richieste da parte dei loro clienti. Migrate su Ambit Apsys entro pochi mesi. Parliamone insieme. Telefono 022 929 83 00. www.sungard.com/apsys © 2010 SunGard Trademark information: SunGard, the SunGard logo, and Ambit Apsys are trademarks or registered trademarks of SunGard Data Systems Inc. or its subsidiaries in the U.S. and other countries. All other trade names are trademarks or registered trademarks of their respective holders. Benchmark di Nico Tanzi La più grande rivoluzione: basta con le rivoluzioni Cosa insegna “Non Google+” Lo scontro fra apocalittici e integrati, che un tempo litigavano sulla televisione o sulla cultura di massa in generale, prosegue nei nostri giorni con un nuovo oggetto del contendere: internet, e in particolare i social network. Da un lato vissuti e accettati senza troppe remore come una componente ormai imprescindibile della vita quotidiana. Dall’altro detestati, fino a volte a demonizzarli, per la massiccia ingerenza (di fatto) nei ritmi, nelle abitudini e nella vita privata. In effetti l’euforia collettiva che circonda i social network tende a nasconderne gli aspetti meno esaltanti e più problematici. Due, fra mille altre, le principali obiezioni di fondo. La prima è legata al rischio, che domina gran parte del web 2.0, di “negare la natura biologica della persona” per privilegiare una concezione dell’uomo visto come “una sorta di macchina astratta fatta di immortale informazione, e non più come una creatura incasinata, corporea e mortale”. È il punto di vista (tratto dal libro Tu non sei un gadget, Mondadori), di Jaron Lanier, pioniere della realtà virtuale già negli anni ’80 e oggi fortemente critico verso la cultura dominante in rete. La seconda obiezione ha a che vedere con la metamorfosi del “vecchio” web, centro nevralgico della libertà digitale, in un territorio chiuso in cui le regole non sono più condivise bensì stabilite dai colossi: come Facebook, che impedisce l’uso dei dati al di fuori della sua piattaforma, e Apple, che guida il passaggio da un web ad accesso libero verso il dominio delle applicazioni chiuse – le cosiddette “app”. Al di là dei dibattiti più o meno riservati agli addetti ai lavori, però, nell’universo stesso del web capita sempre più spesso di ascoltare voci anche pesantemente critiche verso la facilità con cui, nell’arco di pochi anni, più o meno tutti ci siamo lasciati colonizzare dalla cultura dei social network (e di Facebook in particolare). E così l’ingresso nell’arena di un temibile concorrente di Facebook, Google+ (che si legge plas) è stato salutato dal gruppo College Humour con una parodia del video ufficiale di lancio. Uno spot di un paio di minuti facilmente rintracciabile in rete, in cui si magnificano le lodi dell’ultimo social network: “Non Google+”. Ecco la traduzione del testo, un concentrato in poche righe delle tesi di quanti di Facebook e dintorni proprio non ne vogliono sentir parlare. “Probabilmente avete già sentito parlare di Non Google+, la nuova piattaforma di social networking. Ma ce ne sono già così tante! Ecco perché noi abbiamo creato “Non Google+”. Entrare è facile: prima di tutto, non iscrivetevi a Non Google+; quindi, non invitate i vostri amici ad iscrivervi a Non Google+. Loro a loro volta risponderanno non invitando i loro amici a iscriversi a Non Google+, e così presto nessuno sentirà alcun bisogno o desiderio di unirsi a Non Google+. Così tutti potremo continuare a vivere la nostra vita. In Non Google+ nessuno trascorrerà delle ore a dividere amici e conoscenti in cerchie, né ad aggiornare la bacheca. E non dovrai preoccuparti di paddles, hangouts o di capire che diavolo questi termini vogliano dire. Di fatto, Non Google+ non richiede neanche un minuto per imparare a usarlo. Chiunque sia vivo ha già fatto anni di esperienza! Sei già un esperto, nell’uso di Non Google+! Non Google+ garantisce un livello di privacy maggiore rispetto a qualsiasi altro social network. Non devi scaricare nessuna app sul telefonino, non devi preoccuparti di Foursquare e Thumbler, non avvertirai nessun bisogno insicuro e compulsivo di fare refresh, e non contribuirai in nessun modo alla paura irrazionale di perderti qualcosa di fondamentale. Non Google+ fa tutto questo semplicemente grazie a qualcosa che tecnicamente non esiste nel mondo fisico. Nessuno mai riceverà quattordici inviti ad un “one woman show” su un sito web che non esiste. Ma soprattutto, tu sei già un membro di Non Google+! Per continuare ad esserlo, semplicemente continua a non iscriverti a Google+. Mangia una fetta di anguria, pulisci il tuo bagno, gioca a palla con quella piccola bambina al parco! Come membro di Non Google+, già godi di tutti i vantaggi di Non Google+. È così facile! Se hai usato altri prodotti, come assolutamente-non-GoogleWave, e che-dioci-scampi-da-GoogleBus, e ti fermi qui, finalmente capirai come noi che la più grande rivoluzione nei social network consiste nel fatto che non ci sia più nessuna rivoluzione nei social network! Non Google+: perché ce n’è già abbastanza.” la Rivista n. 10 Ottobre 2011 57 Ernst & Young, il vostro partner competente per: Assurance Tax Legal Transactions Advisory www.ey.com/ch Sequenze di Jean de la Mulière MARGIN CALL di J. C. Chandors LE HAVRE di Aki Kaurismäki Incentrato su 8 personaggi chiave all’interno di una banca di investimenti, il film si esaurisce in un lasso di tempo di 24 ore, durante le prime fasi della crisi finanziaria del 2008 alla vigilia del crack della Lehman Brothers. Diretto da un regista esordiente J.C. Chandor, ma con un cast di stelle (Kevin Spacey ,Jeremy Irons, Paul Bettany e Demi Moore), ha per protagonista positivo Eric Dale (Stanley Tucci) l’analista di bilancio che scopre che qualcosa non quadra nei conti della banca e perciò viene licenziato. È solo l’antefatto di una lunga notte della finanza a Manhattan, vissuta in cronaca diretta: alla fine di una insonne nottata al sorgere dell’alba scoccherà il fallimento della finanziaria, dove i tre top manager senza scrupoli lavorano. Addio a incarichi, stipendi da nababbi e bonus da capogiro. Un ritratto autentico e coraggioso di come l’industria economico-finanziaria e le decisioni prese da pochi possano influenzare globalmente il futuro di tutti noi. In un periodo di suspense finanziaria come quello attuale il cinema americano indipendente riscopre la denuncia sociale, una funzione espressa in modo non estemporaneo negli anni Settanta, raccontandola in forma di thriller. Marcel Marx, un ex scrittore rinomato e bohemien, volontariamente si trasferisce in esilio nella città portuale di Le Havre, dove la sua professione onorevole, ma non redditizia, di lustrascarpe, gli dona la sensazione di essere più vicino alla gente. Mantiene viva la sua ambizione letteraria e conduce una vita soddisfacente nel triangolo formato dal pub dell‘angolo, il suo lavoro e sua moglie Arletty, quando il destino lo mette contemporaneamente di fronte a due novità di segno opposto: la scoperta che Arletty è malata gravemente e l‘incontro con Idrissa, un ragazzino immigrato dall‘Africa, approdato in Francia in un container e sfuggito alla polizia. Con l‘aiuto dei vicini di casa e la pazienza di un detective sospettoso ma non inflessibile, Marcel si prodiga per aiutare Idrissa a passare la Manica e raggiungere la madre in Inghilterra. Non c‘è nostalgia romantica, in Le Havre. C’è invece un’affermazione sognante e politica al tempo stesso, che si rivela in un finale aperto alla speranza e, al tempo stesso, e ammantato di consapevole malinconia. Perché se Kaurismäki racconta come far del bene faccia miracoli, racconta anche che trovare qualcuno che faccia del bene, oggi, è raro quanto un miracolo. LA PIEL QUE HABITO di Pedro Almodovar Robert Lédgard è un affermato chirurgo che, però, nasconde un segreto. Il dottore, infatti, conduce sottobanco degli esperimenti sulla pelle umana, a scapito di una sola cavia, nei confronti della quel nutre sentimenti di vendetta. Nel momento stesso in cui prova ad uscire allo scoperto, il suo superiore lo mette in guardia: il rischio di oltrepassare i limiti della bioetica sono troppi. In realtà, però, questo suo presunto eccesso di sincerità non è poi così onesto. Nei panni di un perverso, inquietante e violento dottor Frankestein, la sua creazione ha già raggiunto il suo ultimo stadio. Oramai non si può tornare più indietro. La differenza, rispetto al celeberrimo personaggio di Mary Shelly, è che il risultato dei suoi esperimenti non è frutto di alcuna profanazione di tombe. Quanto alle motivazioni che lo spingono a fare ciò che fa, anche qui intercorrono delle differenze sostanziali. La Piel Que Habito è film particolare. Una storia estrema, che sfiora questioni davvero delicate, nonché attualissime. Senza prendersi eccessivamente sul serio, ma senza nemmeno sminuire certe tragedie che attengono tanto alla scienza quanto all’umano essere. Il tutto, operando un’introspezione condotta in maniera decisamente riuscita. la Rivista n. 10 Ottobre 2011 59 HSBC Private Bank (Suisse) SA Accesso privilegiato ai mercati emergenti ? I nostri contatti sono anche i vostri. Quando uno dei nostri clienti ha deciso di aprire un’attività in Asia, gli abbiamo presentato i nostri team di specialisti di Hong Kong. Grazie a questi referenti bancari in loco, la sua impresa è oggi quotata alla Borsa di Hong Kong. In Svizzera, HSBC Private Bank conta oltre 2000 collaboratori, dedicati alla gestione patrimoniale per clienti svizzeri ed internazionali. Ovunque nel mondo, oltre che a Ginevra, Zurigo, Lugano, St. Moritz e Gstaad. www.hsbcprivatebank.com Diapason di Luca D’Alessandro J-AX - MEGLIO PRIMA (?) (Sony Music) J-Ax non è un personaggio dai suoni armoniosi e testi mielosi, è uno che dice quello che pensa, che disapprova le norme lanciando un appello contro le conformità sociali. In Meglio Prima (?) si oppone alle tradizioni della domenica (Domenica in Coma), alla gente che esce in pelliccia per andare in chiesa, all’obbligo di dover mettersi a riposo la sera ad un certo orario per evitare il rischio di trovarsi fuori ritmo per il lavoro del giorno dopo, a quello di dover subire spettacoli televisivi come La domenica italiana per dimenticare i propri rancori … in breve: di spegnere la testa e di navigare nei programmi con dei contenuti ebeti. Prima di lanciare Meglio Prima (?) J-Ax ha concluso la sua breve collaborazione con Neffa. Nel 2010 insieme hanno pubblicato un album dal titolo Due di Picche che nella loro community ha reso più di 30’000 copie vendute. Sarà in grado J-Ax di ripetere questo successo con il suo debutto da solista? IL VOLO (Sony Music) Ignazio, Piero e Gianluca con le loro voci da tenore hanno dato vita nuova al cantautorato italiano, rinfrescandolo con la straordinaria abilità delle voci. Si muovono tra la musica classica e quella pop, tra i brani internazionali e le tradizioni napoletane. Nonostante la giovane età – tra i 16 e i 17 anni – i tre ragazzi brillano con una performance matura, attirando l’attenzione di produttori famosi, quali Tony Renis e Humberto Gatica, quest’ultimo coinvolto nella produzione dei grandi dischi di Celine Dion, Michael Jackson e Elton John. Il Volo hanno firmato il loro contratto presso la Sony Music USA e a gennaio del 2010 collaborato come unici artisti italiani nell’iniziativa We are the World for Haiti che comprendeva 85 artisti, quasi tutti di origine statunitense. In Italia ed in Olanda il trio si è aggiudicato premi rinomati, mentre negli Stati Uniti viene denominato The next big thing. A proposito: i tre tenori saranno sul palco del Kongresshaus di Zurigo il 19 novembre prossimo. MARIO BIONDI - CHANGE OF SCENES (Schema) La Schema Records, un’etichetta affiliata alla Ishtar in Via Mecenate di Milano, compie vent’anni. E nell’ambito di questo giubileo, Mario Biondi propone un“cambio di scena”, the Change of Scenes, un album che fa riferimento ai brani degli album passati come Handful of Soul, che nel 2006 ha decretato il successo dell’artista di origine catanese. Il booklet di Change Of Scenes elenca due brani inediti, A Little Piece Of My Life e But Not For You, che affiancano i dieci brani noti che però per questa nuova pubblicazione sono stati rielaborati da esponenti della musica jazz ed elettronica contemporanea; da dj e produttori italiani ed europei, che si sentono legati alla Schema, quali Alessandro Magnanini, Dimitri From Paris, Luciano Cantone e Davide Rosa. Un album che non solo sorprende gli amanti di Mario Biondi e il suo inconfondibile sound, ma induce a chiedere se questa impronta elettronica sia temporanea, oppure una “New Way” che caratterizzerà i suoi futuri lavori. Staremo a vedere. MICHELE ZARRILLO - UNICI AL MONDO (Sony Music) Alla ricerca della qualità artistica, quella delle armonie studiate a fondo, dei testi riflettuti che vanno al di là delle semplici confessioni d’amore, Michelle Zarrillo con Unici al Mondo da vita ad un album che a sei anni da L’alfabeto degli amanti raduna dieci brani inediti, filosofici e pieni di emozione. Il cantautore di origine romana ha consegnato alla storia della musica italiana canzoni immortali come Cinque giorni, L’Elefante e la farfalla, Una rosa blu e La notte dei pensieri, e possiamo essere certi che grazie al suo nuovo CD, quest’elenco si estenderà. Come produttore artistico di Unici al Mondo, Zarrillo stupisce per la “freschezza” espressa nei suoni e negli arrangiamenti, moderni e di grande impatto sonoro, non distanti dalle migliori produzioni, anche internazionali. Per quanto riguarda i testi, Zarrillo si avvale della collaborazione di Giampiero Artegiani. La Rivista sorteggerà tre copie del CD Unici al Mondo di Michele Zarrillo, coloro che invieranno un’e-mail all’indirizzo [email protected] entro il 15 ottobre 2011. la Rivista n. 10 Ottobre 2011 61 INCONTRO CON IL MARCHESE LEONARDO DE’ FRESCOBALDI Nel vino l’autenticità di un territorio di Giangi Cretti I numeri sono rivelatori: 700 anni, ovvero 30 generazioni dedite alla produzione di grandi vini toscani, 5000 ettari di proprietà, oltre 1000 di vigneti, nove tenute in Toscana e una distribuzione di qualità in oltre 65 paesi del mondo. Uno stile Frescobaldi, che coniuga da sempre tradizione e innovazione. Con l’obiettivo di essere il più prestigioso produttore toscano di vino, Frescobaldi crede nel rispetto del territorio, punta sull’eccellenza delle proprie uve, investe in comunicazione e nella professionalità delle risorse umane. “Precisiamolo: 30 generazioni attive nell’agricoltura, quindi, anche nella produzione del vino. Però sono le ultime 2 che hanno fatto del vino quello che oggi si direbbe il loro core business”. Con questa puntualizzazione ha preso avvio la nostra chiacchierata con il Marchese Leonardo de’ Frescobaldi, incontrato a Zurigo in occasione di una cena di gala in cui i vini migliori della storica casa toscana sono stati proposti in abbinamento con un menù speciale nell’ambito delle celebrazioni per il 75 anni dell’Hummer & Austenbar dell’Hotel St. Gotthard. Cena alla quale il Marchese è intervenuto personalmente 62 la Rivista n. 10 Ottobre 2011 per il rapporto di amicizia che da molti anni lo lega alla famiglia Manz proprietaria, tra gli altri, anche dello storico albergo zurighese. Ha le physique du rôle. O perlomeno quello che presumo essere la cifra distintiva di chi vanta nobili natali. Che, più che nella morfologia, si esprime nell’eleganza naturale del portamento e del modo di porgersi all’interlocutore. Condizionata da questa prima impressione formulo la mia prima domanda. Gli chiedo: c’è uno stile Frescobaldi? “Se intende che nel corso di generazioni la famiglia ha saputo tramandare quei valori di professionalità, quindi di ricerca della qualità, se non dell’eccellenza, del rispetto del territorio e della sobrietà nella comunicazione, le rispondo di sì”. Poi precisa che è uno stile derivato e maturato dall’impegno con il quale le varie generazioni hanno saputo superare anche difficoltà, che gli attuali discendenti hanno ereditato e fatto proprio affinandolo nella produzione del vino. Una scelta, privilegiata già dal padre, ma che si è andata via via definendo con la sua generazione (“nell’azienda siamo in 5 fratelli” mi dirà), creando un’azienda, che oggi ha un valore rispettato e riconosciuto in tutto il mondo. Una scelta che ha i suoi presupposti nella valorizzazione del territorio. Per certi versi, comprendendo l’importanza del legame che s’instaura fra il vitigno e il terreno in cui cresce, i Frescobaldi sono stati i precursori della politica dei crus, molto prima che in Francia questa si rivelasse una strategia vincente.“Abbiamo saputo cogliere la tipicità dei territori riconoscendone la specificità, garantendo di conseguenza che i vini prodotti avessero una loro autenticità espressa in un carattere riconoscibile”.“Diversamente – ammette il Marchese – produrremmo vini che bene o male si assomiglierebbero tutti”. Valorizzare le differenze Così non è. Ciascuna Tenuta (“ne abbiamo 9 in Toscana”) si è in qualche modo specializzata nella coltivazione di determinati vitigni e di conseguenza nella produzione di vini di marcata tipicità. “Sostanzialmente il nostro merito – confessa Leonardo Frescobaldi – è quello di aver capito che sono la zona e il territorio che forniscono uno specifico carattere al vino”. Detto con le parole degli esperti: determinanti sono le caratteristiche pedoclimatiche. In questo modo, che consiste nella valorizzazione delle differenze, si sono potute sviluppare con successo le diverse Tenute, “perché non è facile commercializzare tanti prodotti se questi si assomigliano tutti fra loro”. Differenze che sono intenzionalmente sottolineate dal fatto che ogni Tenuta – le più conosciute sono Nipozzano, Castelgiocondo, Luce della vite, Castiglioni, la più antica, e L’Ammiraglia, la più nuova – ha una netta identità, una sua organizzazione autonoma, agronomi ed enologi propri; è un’espressione unica del proprio territorio. Le sinergie vengono sfruttate nella comunicazione e nel marketing.“Oggi, anche per il vino si parla di mercato globable, pertanto la commercializzazione deve essere in grado di rispondere alle sollecitazioni di questo nuovo scenario”. Un mercato che dà qualche segno di crisi, ma per Frescobaldi, “tutto quello che abbiamo fatto negli ultimi anni per affermare il nostro nome, ci viene ora ripagato in termini di quote di mercato che stiamo guadagnando e di cifra d’affari in costante aumento. A dimostrazione che una buona organizzazione è fondamentale, soprattutto in tempi di crisi”. Un mercato globale che per Frescobaldi si declina principalmente in Stati Uniti, Canada, Germania, Svizzera, Scandinavia a cui si affiancano i Paesi emergenti, la Russia e l’Estremo Oriente. “La Gran Bretagna per i vini italiani è un mercato difficile, fatto questo che deve esserci di sprone”. Si è detto di una produzione molto differenziata in termini di prodotto. Ma la diversità si rileva anche in termini di qualità.“Abbiamo diverse classi di vino. Quelli top, esclusivi, nel senso di alto prestigio e di alta immagine, il cui alto prezzo circoscrive anche le occasioni di consumo, hanno un ruolo comunque trainante. Penso al Mormoreto un cru della Tenuta di Nipozzano, che senza dubbio contribuisce a consolidare l’immagine di tutta l’azienda aiutando anche la commercializzazione di vini, comunque di qualità, ma non altrettanto prestigiosi”. L’appellativo di Supertuscan, utilizzata già da anni per indicare vini toscani d’alta gamma, non lo convince molto “è un po’ inflazionata ed io evito di usarla, anche se – ammette – circolata nel mondo, associata a grandi vini, ha fatto molto bene all’immagine della Toscana”. Non solo Toscana Tutta la storia dei Frescobaldi è legata alla Toscana, al suo territorio. Nel ’95, l’azienda si lancia in un pro- getto che vede coinvolta anche una storica azienda americana quella di Robert Mondavi. “È un progetto comunque legato alla Toscana e Mondavi è di origine italiana. Volevano investire in Toscana, ci hanno contattati e abbiamo accettato con piacere, perché Mondavi è il nome che ha dato blasone ai vini californiani. Oggi, quell’azienda, pur mantenendo il nome, è finita nelle mani dei una multinazionale e forse è più attenta ai volumi che non alla qualità. Resta il fatto che all’epoca della nostra collaborazione il prestigio era alto. Il progetto realizzato allora, Luce della Vite, è stato ripreso completamente da Frescobaldi che nel frattempo ha acquisito anche l’Ornellaia a Bolgheri - tant’è che ora è una delle nostre Tenute di punta nella zona di Montalcino”. Ma il Collio non è in Toscana. “Infatti, ormai siamo presenti lì da ormai 11 anni. Anche in questo caso, siamo stati interpellati dal Barone Attems, che ci ha chiesto se eravamo interessati ad entrare in società. Così è stato. Quest’anno, in seguito alla morte del Conte, non essendo l’unica erede intenzionata proseguire nell’attività , abbiamo acquistato anche le sue quote ed ora l’azienda è completamente nostra”. E quando dice “nostra”, il Marchese Frescobaldi intende della famiglia. Infatti, il controllo di tutte l’attività - compresa quella dei winebar aperti nell’aeroporto di Fiumicino, a Firenze e a Londra, gestita dai nipoti - é nella mani della famiglia. “La nostra è un’azienda completamente famigliare. Della mia generazione si era 7, 5 maschi e 2 sorelle. Un fratello è mancato e una sorella ha chiesto che le fossero rilevate le quote. Siamo in 5, ciascuno detiene il 20%. Poi ci sono nostri discendenti, che garantiscono la continuità. Anche perché per i nostri vini c’è sicuramente un importante futuro. Dopo anni in cui sul mercato si sono affacciati, destando curiosità e interesse, i vini del ‘Nuovo Mondo’ - tutto sommato, fatte salve apprezzabili eccezioni, piuttosto simili, rotondi e fruttati, tendenzialmente muscolosi e avvanigliati - mi pare che ci sia un ritorno ai vini del ‘Vecchio Mondo’, che hanno una tipicità, un’eleganza, un’armonia e una longevità che li rende unici”. la Rivista n. 10 Ottobre 2011 63 REGIONE CALABRIA Internazionalizzazione come scelta prioritaria e strategica La crisi economica internazionale dell’ultimo triennio ha ridotto ulteriormente l’incidenza della Calabria rispetto al valore complessivo dell’export nazionale. La scarsa cooperazione interistituzionale, l’incapacità di creare sinergie tra gli attori del sistema di promozione dell’export, ma soprattutto l’assenza, fino ad oggi, di una visione chiara e di lungo periodo, in merito alle strategie volte al rilancio in chiave internazionale del sistema produttivo, hanno segnato negativamente il percorso di apertura della Regione alle opportunità rappresentate dai mercati esteri. Le imprese, disorientate dall’esistenza di una congerie eterogenea di iniziative, coinvolte in progetti con scarse ricadute in termini di sviluppo e crescita della competitività, hanno fino ad oggi sofferto profondamente la carenza di un sistema di Governance regionale dell’internazionalizzazione. In questo contesto, il rafforzamento della capacità istituzionale di gestione delle politiche per l’internazionalizzazione e l’avvio di un percorso condiviso con il territorio, costituiscono le priorità per la ripresa dell’economia regionale; un rinnovamento fondato su una strategia in grado di offrire risposte concrete, definendo strumenti operativi/finanziari innovativi, selezionando gli ambiti geografici/settoriali con le maggiori prospettive di sviluppo commerciale e produttivo sui quali concentrare le risorse e l’impegno istituzionale. Sulla base di queste considerazione, Fabrizio Capua Assessore ai Programmi speciali UE, alle Politiche Euromediterranee, alla Internazionalizzazione, alla Cooperazione tra i popoli ed alle Politiche per la pace – non ha dubbi: “l’Internazionalizzazione, dunque, come scelta prioritaria e strategica per lo sviluppo del tessuto produttivo e, più in generale, dell’intero territorio. Il Programma Calabria Internazionale intende offrire quelle risposte che le imprese attendono da sempre, rimuovendo le criticità evidenziate nelle analisi di contesto, attraverso una maggiore efficacia ed efficienza dell’azione pubblica a supporto delle politiche a sostegno delle imprese. Calabria Internazionale costituisce, pertanto, il quadro unitario di riferimento delle strategie di internazionalizzazione del ‘Sistema Calabria”, con l’obiettivo di contribuire a rafforzare in maniera durevole la competitività del sistema produttivo regionale”. 64 la Rivista n. 10 Ottobre 2011 L’accordo di collaborazione fra Regione e CCIS Su questi presupposti lo scorso mese di luglio è stato siglato un accordo di collaborazione tra Regione Calabria e Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS) allo scopo di estendere i rapporti commerciali tra Calabria e Svizzera rafforzando così il sistema economico calabrese ed aumentarne il grado di internazionalizzazione. La Confederazione, piccolo paese, ma grande mercato di esportazione di prodotti italiani (quinto al mondo alle spalle di Germania, Francia, USA, Spagna, avendo superato di recente il Regno Unito) consente, infatti, un più agevole inserimento di prodotti di nicchia e ad alto valore aggiunto ed è molto sensibile alla varietà dell’offerta turistica italiana. Un più intenso rapporto con il tessuto produttivo calabrese e con la relativa offerta territoriale, può quindi favorire l’inserimento dei prodotti della regione nella rete distributiva elvetica e l’aumento dei flussi turistici in entrata dalla Svizzera in Calabria, generando quindi effetti virtuosi sul ciclo economico della regione. L’accordo siglato si concretizza in una serie di attività già programmate per l’ultimo quadrimestre del 2011. Esse si articoleranno in seminari di preparazione al mercato alimentare svizzero per le aziende esportatrici e produttrici della Calabria, colloqui individuali di consulenza commerciale per suggerire delle strategie di approccio alla distribuzione svizzera, una presenza fieristica presso Igeho 2011, fiera che si tiene ogni due anni a Basilea e specializzata nel comparto alimentare, attività di comunicazione funzionale al successo delle iniziative commerciali sia a mezzo stampa che online, la realizzazione di incontri istituzionali, per intensificare i rapporti di collaborazione tra i due territori, facendo anche la leva dell’emigrazione calabrese in Svizzera come canale di inserimento dei prodotti tipici della regione peninsulare, la fornitura costante di contatti commerciali di importatori e committenti svizzeri ad aziende calabresi che ne faranno richiesta ed infine la fornitura costante di utili informazioni di mercato di carattere economico, legislativo, sanitario, fiscale e doganale. PROMOZIONE DI PRODOTTI REGGINI PER IL MERCATO SVIZZERO A tavola con gli Dei Su incarico della Camera di Commercio di Reggio Calabria, la CCIS organizza tra il 1° ottobre ed il 13 novembre 2011 una promozione di prodotti tipici reggini in Svizzera tramite l’inserimento degli stessi nei menù di 5 ristoranti e nell’assortimento di un punto vendita alimentare specializzato in prodotti italiani. Nel punto vendita saranno venduti come singoli prodotti e fatti degustare sotto forma di aperitivi italiani per la clientela. Le aziende reggine coinvolte saranno circa 25, opportunamente selezionate da un importatore svizzero, specializzato in prodotti tipici e specialità regionali italiane che lo scorso mese di luglio si è recato a Reggio Calabria per operare la selezione dei fornitori. L’iniziativa si propone come obiettivo quello di far giungere sul mercato svizzero solo prodotti selezionati dalla ristorazione di qualità, prodotti cioè che abbiano la possibilità di essere venduti e distribuiti con successo al grande pubblico. Le iniziative promozionali rivolte direttamente alla ristorazione hanno un valore soprattutto se realizzate a sostegno di prodotti nuovi ancora poco introdotti sul mercato per i quali è necessario creare nuovo interesse e nuova domanda per indurre la distribuzione all’acquisto. L’iniziativa si inserisce nel contesto di una più ampia collaborazione tra Camera di Commercio di Reggio Calabria e Camera di Commercio Italiana per la Svizzera che dura ormai dal 2007 e che si pone come obiettivo quello di mettere il territorio della Provincia di Reggio al centro del mercato svizzero, generando flussi turistici in entrata e maggiori esportazioni. Qui si possono gustare… Ristorante Pizzeria La Campana Luzernerstrasse 19 6330 Cham Telefon 041 780 27 60 E-Mail [email protected] Ristorante Lindenhof da Rocco Luzernerstr.9 6343 Rotkreuz Telefon 041 780 27 60 E-Mail [email protected] Ristorante Lindenhof da Rocco Sinserstrasse 114 6330 Lindencham Telefon 041 783 00 02 E-Mail [email protected] Ristorante Delmonico Hopfenstrasse 8045 Zürich Telefon 044 450 55 88 E-Mail [email protected] www.restaurant-delmonico.ch Hotel Schwan und Taverne 19 Zugerstrasse 9 Am Schwanenplatz 8810 Horgen Telefon 044 725 47 19 E-Mail [email protected] www.hotel-schwan.ch e qui si possono comprare i prodotti di Reggio Calabria in Svizzera: Commercio al dettaglio: salottino gmbh Seestrasse 158 8810 Horgen Telefon 044 683 20 22 E-Mail [email protected] www.salottino.ch Importatore/Onlineshop: sapore autentico GmbH E-Mail [email protected] www.saporeautentico.ch la Rivista n. 10 Ottobre 2011 65 Slow Food Market Svizzera: 150 espositori, scoprire, assaggiare, degustazioni, presto-presto, dibattiti sul piacere, tradizione, vinoteca, succo di mele, olio d‘oliva, profumare, Carlo Petrini, programma per i bambini, salmone, laboratori del gusto, fast food, carne secca, qualità, giusto, mmm ! ... presentato da ... formaggio d’alpeggio, mosto, tentazione, torrone, buono, McDonalds, laboratorio, pane, salsicce, caffè, cioccolato, cucinare, ooo!, l’acquolina in bocca, qualità, malsano, miele, 500 vini, dolci, profumare, gusto, pulito, Slow Food, pasta. www.slowfoodmarket.ch media partner L’Alto Piemonte si presenta a Martigny Un importante incontro internazionale transfrontaliero si è tenuto nella cittadina a vocazione culturale e turistica del Vallese francofono. (MarPa) - Una delegazione piemontese, guidata dal sindaco di Domodossola, Mariano Cattrini e dalla Presidente del GAL (Gruppo Azione Locale Laghi e Monti), Maria Lorenzone, accompagnati dai rispettivi collaboratori Bruno Iacopino, Assessore alla cultura e al turismo, Ferruccio Sbaffi, segretario del GAL e da Pierantonio Ragozza Preside del liceo Spezia, sono stati ricevuti alla sede di Alp-Info dal Sindaco della città Marc-Henri Favre e da Albert Gaspoz, capo del Centro dei Contatti economici dello Stato del Vallese. Questo primo incontro si è rivelato estremamente costruttivo, in effetti, sono state gettate le basi per una collaborazione transfrontaliera tra queste realtà accentrate sul turismo e la cultura, non solo con la dinamica cittadina del Basso Vallese, Martigny, bensì con tutto il territorio francofono, con capitale Sion, e l’Alto Piemonte. A questo proposito, il rappresentante del settore economico dello Stato del Vallese, Albert Gaspoz, si è detto molto interessato ad accompagnare queste iniziative che in primis coinvolgerà Martigny e Domodossola nonché il territorio dell’Ossola, ma che logicamente si estenderà alla Provincia del Verbano-Cusio-Ossola. Il tutto in un’ottica di progresso comune tra questi territori dell’Alto Piemonte e tutto il Vallese francofono. Sia il primo cittadino di Martigny, Marc-Henri Favre sia il suo omologo di Domodossola, Mariano Cattrini, hanno posto l’accento sulle affinità e la storia che uniscono i loro territori attraverso il tempo e sulle diversità che in una filosofia d’interazione possono costituire il valore aggiunto. La Presidente del GAL, Maria Lorenzone, ha proposto alcune azioni mirate per concretizzare questa collaborazione che risulterà, a termine, proficua per ambo le parti della frontiera. Tra le altre cose è stato convenuto di dare vita a un gruppo di pilotaggio italo-svizzero che si incontrerà a Domodossola verso la metà di settembre per finalizzare le proposte enunciate in questo primo incontro sul suolo elvetico. In un primo tempo ci si orienterà a reclamizzare da una parte e l’altra della frontiera, tramite pannelli situati nei luoghi strategici di Martigny e di Domodossola, le peculiarità che offrono da un punto di vista culturale, turistico ed Mariano Cattrini, sindaco di Domodossola (al centro) fra Maria Lorenzone, Presidente del GAL (Gruppo Azione Locale Laghi e Monti), e Léonard Giandda, Presidente della celeberrima Fondazione Pierre Gianadda. enogastronomico questi territori. A tale fine sarà proposta, tramite pannelli publicitari, un’informazione capillare che ne evidenzierà le specificità. Ciliegina sulla torta: nel pomeriggio la delegazione italiana ha avuto il privilegio di essere accolta nientemeno che da Léonard Giandda, Presidente della celeberrima Fondazione Pierre Gianadda, dove attualmente sono esposte le meravigliose opere di Claude Monet. Léonard Gianadda ha manifestato grande interesse per questa iniziativa italo-svizzera che, secondo lui, potrà essere portatrice di scambi turisticoculturali molto interessanti. L’incontro si è concluso al Musée et Chiens del San Bernardo, Fondation Bernard et Caroline de Watteville, dove la Direttrice Nathalie Savioz ha illustrato ai visitatori piemontesi le particolarità e i valori di questa istituzione museale. la Rivista n. 10 Ottobre 2011 67 INCONTRO CON MARIANO CATTRINI NEO SINDACO DI DOMODOSSOLA La cultura e il turismo denominatori comuni delle relazioni future di Marco Patruno Subito dopo la sua recente elezione a Sindaco di questa importante città di frontiera, Mariano Cattrini ci ha ricevuto nel suo ufficio al Palazzo Comunale di Domo concedendoci alcuni minuti del suo prezioso tempo. L’intervista ci ha permesso di sviluppare alcuni temi molto importanti in chiave relazionale con gli amici della vicina Confederazione Elvetica. Sindaco Cattrini, noi l’abbiamo conosciuto quando lei era Preside del Liceo Giorgio Spezia di Domodossola. Oggi noi la ritroviamo nelle vesti di Sindaco della Città. Quali sono state le motivazioni che l’hanno spinto a ritornare alla politica? Avevo una certa disponibilità di tempo libero nonché una certa visione del bene pubblico. Il tutto, incoraggiato dal mio gruppo politico, mi ha fatto accettare la candidatura e spero nell’interesse della comunità . Una nuova sfida che ho colto con entusiasmo. Noi conosciamo il suo interesse per quello che succede al di là della frontiera. Quando lei era Preside, aveva firmato la Carta di Chamonix (Carta di scambi transfrontalieri) tra il suo Liceo e quelli svizzeri e francesi. Ci piacerebbe sapere se ancora oggi, nella sua nuova funzione, lei manifesta lo stesso interesse per gli scambi transfrontalieri? Direi ancora di più, infatti, io penso che questa visione debba ora orientarsi a 360° e coinvolgere tutti i settori della vita socio-economica-culturale del territorio verso relazioni transfrontaliere più importanti, in special modo con la vicina Svizzera, per un interesse di sviluppo comune. Il cantone del Vallese che confina con voi non è solo Briga, cittadina naturalmente molto legata a Domodossola che solo il Tunnel del Sempione separa. È quindi logico che i vostri rapporti siano frequenti. Lei non pensa che sarebbe interessante per il vostro Comune esplorare altre piste rela- 68 la Rivista n. 10 Ottobre 2011 Il Sindaco di Domodossola, Mariano Cattrini, presta una particolare attenzione alla stampa e alla comunicazione in generale che sono il supporto indispensabile per tutte le relazioni transfrontaliere. zionali con il Vallese francofono e la Romandia in generale? Sicuramente! Noi abbiamo eccellenti rapporti di buon vicinato con Briga, ma l’idea di creare altri centri d’interesse con la capitale Sion e Martigny, città d’arte, ci interpella e ci spinge anche oltre, per esempio a non sottovalutare l’opportunità di sviluppare scambi interessanti anche con Losanna e Ginevra: centri importanti sull’asse ferroviario del Sempione di cui Domodossola, per la sua ubicazione geografica, resta un punto strategico in questa prospettiva. A proposito del Tunnel che collega Domodossola a Briga che recentemente ha subito un grave danno causato da un incendio in una galleria, noi ci interroghiamo sulla sicurezza e la viabilità tra queste due città di frontiera. Che cosa può fare ancora Domo per migliorare il suo collegamento e le sue relazioni con la Svizzera al fine di essere più attrattiva per i turisti e gli operatori commerciali? È chiaro: la viabilità è importantissima! Ecco perché noi ci attiviamo affinché tutte le misure di sicurezza siano prese per il Tunnel e sollecitiamo tutte le azioni preventive per scongiurare altri incidenti. Altresì occorre creare le condizioni a tutti i livelli, soprattutto commerciali e culturali con la vicina Svizzera. In tale prospettiva vorremmo dare vita a diverse iniziative per farci conoscere vicendevolmente, vedi: fiere, mostre, manifestazioni a carattere turistico culturali. Eventi che permetterebbero di attirare dei visitatori potenziali proponendo loro dei soggiorni nelle nostre località e facendo loro scoprire le nostre peculiarità. La crisi economica, particolarmente risentita in Italia e che ha provocato diversi tagli ai bilanci delle Regioni e dei Comuni, sta frenando certe iniziative importanti. Ragionevolmente noi pensiamo che proprio in questi momenti di difficoltà si anecessario crearsi nuove opportunità. La vostra vicinanza con la Svizzera potrebbe consentire di rilanciare il vostro territorio. A tale proposito voi avreste la possibilità di interagire con la CCIS (Camera del Commercio Italiana per la Svizzera) che opera con successo sul territorio elvetico da più di cent’anni per sondare nuove opportunità. Evidentemente non possiamo sottovalutare la situazione di crisi che tocca tutta l’Europa. Nonostante ciò, non c’è dubbio che voi come noi siamo al centro dell’Europa e vicini a città importanti quali: Milano, Torino, Berna, Zurigo, Losanna e Ginevra. Ragione per cui noi dovremmo essere in grado di attirare, attraverso diverse iniziative turistiche culturali ed economiche, l’interesse di questi grandi centri verso le nostre realtà. In quanto alle iniziative economiche, senz’altro sarà bene sondare i responsabili della CCIS. Ciò ci permetterebbe di instaurare un buon rapporto per interagire in un settore dove l’esperienza conta moltissimo. All’ultima assemblea generale d’Alp-Info, il Consigliere di Stato del Vallese, Claude Roch, durante il suo intervento ha insistito sul ruolo che la cultura può avere come locomotiva per coinvolgere sempre di più le nostre regioni di prossimità alpina…Condivide questa visione? Non solo la condivido nel modo più assoluto, ma la sottoscrivo. Infatti, io penso che l’aspetto culturale sia fondamentale. In futuro dovremmo certamente sviluppare delle relazioni che abbiano come denominatore comune la cultura e il turismo. Naturalmente i centri alpini e la loro storia restano il soggetto principale. A tale scopo si dovrebbero organizzare incontri, congressi, dibattiti che abbiano come finalità una migliore conoscenza reciproca della nostra storia e delle nostre tradizioni. Un’ultima domanda. Quali sono le priorità che vi siete fissate per dare le migliori opportunità al vostro Comune e al territorio dell’Ossola per affrontare le sfide del XXI° secolo? Riconfermo che le priorità sono indirizzate verso un’attività culturale e turistica che possa sfociare su azioni economiche d’interesse generale. Inoltre noi vogliamo ridare lustro alla figura del nostro filosofo Rosmini che simbolizza la cultura locale senza dimenticare un sostegno particolare per far conoscere la “Domo Bianca”, una pista sciistica completamente illuminata e di grande fascino. Ecco alcuni aspetti da promuovere per dare un valore aggiunto al nostro territorio e alla sua popolazione. Naturalmente a tutte queste iniziative si dovrà sempre di più coinvolgere i giovani perché loro sono il futuro. la Rivista n. 10 Ottobre 2011 69 Convivio di Domenico Cosentino Rosmarino. Il DrLello Senatore saluta i convenuti; al tavolo dei relatori il nostro collaboratore Domenico Cosentino. “U cucinatu” La cucina (dieta) mediterranea della Calabria Con l’apprezzamento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, organizzato dall’Associazione Europea Otto Torri sullo Jonio di Rossano (CS), voluto dalla Regione Calabria, si è svolto dal 28 agosto al 3 settembre 2011 il 10° Euromed Meeting nell’area urbana Corigliano – Rossano. Il Meeting nasce nel 1998 a Cariati in Calabria come pionieristico esperimento internazionale di Erasmus all’inverso: invitare ed ospitare studenti universitari a frequentare un periodo di formazione estivo (con lezioni in aula e workshoop) nelle periferie sud dell’Unione Europea. Per la decima edizione di Euromed sono stati invitati 50 studenti provenienti dai Paesi del Magreb. A parlarmi, per la prima volta, di Euromed Meeting, era stato l’amico Salvatore Senatore, comproprietario, insieme agli altri 70 la Rivista n. 10 Ottobre 2011 tre fratelli della prestigiosa e premiata Azienda Agricola, che a Cirò produce eccellenti vini da 4 generazioni. Durante una visita alla sua cantina l’anno scorso, Salvatore mi aveva chiesto se mi sarebbe piaciuto collaborare (con una mia relazione o intervento) alla decima edizione dell’Euromed che si sarebbe tenuta nel 2011. Risposi che il progetto era interessante ma che per me era irrealizzabile, per il fatto che in autunno, di solito, lascio la Calabria. Difatti un mese dopo lasciai Pietragrande, tornai a Zurigo e la cosa sembrava essere caduta nel dimenticatoio. E invece! Alle due e venti di notte, buttato giù dal letto Quando, lo scorso 22 agosto, Salvatore Senatore mi ha inviato un sms erano le ore due e venti di mattina sono nutrito), aveva dato un grande contributo e l’avvio alla famosa ricerca Seven Countries Study - voluta dallo scienziato americano – basata sul confronto dei regimi alimentari di 12.000 persone, di età compresa tra 40 e 59 sparse in sette paesi del mondo. Eat well and stay well All’Euromed Meeting dissi anche che i risultati della famosa indagine svolta nei sette paesi del mondo: Finlandia, Giappone, Italia, Olanda, Stati Uniti e Jugoslavia, pubblicata in un libro Eat well and stay well (Mangia bene e starai bene), non lasciavano dubbi: la mortalità per cardiopatia ischemica (infarto) è molto più bassa presso le popolazioni mediterranee rispetto a quelle di Paesi come la Finlandia, dove la dieta e ricca di grassi saturi (burro, strutto, latte e suoi derivati, carni rosse). Ancel Keys ed altri ricercatori che avevano preso parte al Seven Countries Study, proseguirono i loro studi, ancora una volta, a Nicotera e poi a Crevalcore (Emilia), Montegiorgio (Marche) e a Pioppi (Pollica) nel Cilento. Ma chi era Ancel Keys? Lo Chef Cataldo Ippolito. e stavo dormendo. Malgrado l’ora, mi sono alzato, ho acceso il cellulare e ho letto il suo messaggio: “Vorremmo coinvolgerti al 10° Euromed Meeting. Mi dai la possibilità per una relazione sul tema I Cibi Calabresi di alto valore nella Dieta Mediterranea?” Cosa poteva rispondere al dr. Senatore un pacifico signore della terza età, buttato giù dal letto alle due e venti di notte? Risposi che “Si poteva fare”. Mi presentai puntuale all’appuntamento di Cirò con la mia relazione, perché U Cucinatu, così lo chiamava quella Santa donna di mia nonna ch’era di Cirò, era stato, nel 1969, la prima cucina (naturalmente calabrese), basata su ingredienti di alto valore nutritivo, presa in considerazione, insieme a quella di Creta, dallo scienziato americano Ancel Keys per i suoi studi sulla “Dieta Mediterranea”. Il Professore aveva fatto la sua ricerca presso gli abitanti di Nicotera (Vibo Valentia), dove aveva notato, nonostante l’elevato consumo di grassi vegetali forniti dall’olio d’oliva, una bassissima incidenza delle malattie coronariche. Dunque, U Cucinatu (cucina con la quale sono cresciuto e di cui mi Ancel Keys Il suo nome completo era Ancel Benjamin Keys. Era nato a Minneapolis, Colorado Springs il 24 gennaio 1904. È stato il biologo e fisiologo statunitense noto soprattutto per i suoi studi sull’epidemiologia delle malattie cardiovascolari, che lo condussero a formulare l’ipotesi sull’influenza dell’alimentazione su tali patologie e sui benefici apportati dall’adozione della cosiddetta dieta mediterranea, espressione da lui coniata. Ottenne una laurea in economia e scienze politiche all’Università della California di Berkeley nel 1925 e un dottorato in biologia e oceanografia all’università della California di San Diego nel 1929. In seguito si trasferì in Italia prima a Nicotera e poi a Pioppi, un villaggio di pescatori del comune di Pollica. Acquistò una casa vi rimase 28 anni, studiò accuratamente l’alimentazione della popolazione locale, giungendo alla conclusione che la dieta mediterranea apportava evidenti benefici alla salute. Ancel Keys visse 101 anni, a riprova della fondatezza delle sue teorie. La rivista americana TIME gli dedicò la copertina del numero di gennaio 1961. Lo stato italiano lo ha insignito nel 2004 della Medaglia al merito della salute pubblica. Pioppi, Capitale Mondiale della Dieta Mediterranea Con la guida del Prof. Jeramiah Stamler (cardiologo americano e collaboratore di Ancel Key), a 40 anni di la Rivista n. 10 Ottobre 2011 71 distanza della pubblicazione delle ricerche del Seven Countries Study, nel settembre 1969, è stata fondata a Pioppi “l’Associazione per la Dieta Mediterranea: alimentazione e stile di vita”. Durante il Convegno gli scienziati hanno firmato un documento che attesta l’effettiva connessione tra la Dieta mediterranea e Pioppi come luogo di svolgimento degli studi di Keys e dei suoi collaboratori, facendo così diventare Pioppi Capitale Mondiale della Dieta Mediterranea. Questo non ha escluso di riconoscere anche Nicotera come città che ha dato un grande contributo alla ricerca. Difatti nel 2005 vi si è svolto il secondo Simposio Internazionale sulle Diete Mediterranee. E nello stesso anno è stato istituita la fondazione dell’istituto Nazionale per la Dieta Mediterranea e la Nutrigenomica (I.N.D. I.M), con sede a Reggio Calabria. Il 16 novembre 2010, l’Unesco ha incluso la Dieta mediterranea tra i Patrimoni orali e immateriali dell’umanità, accogliendo la proposta nel 2009. Alimenti principali della Dieta mediterranea Il Prof. Keys riteneva che, dopo l’olio extravergine d’oliva che, secondo lui faceva abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, un posto privilegiato nella dieta mediterranea è occupato dai cereali integrali e i suoi derivati: pane, pasta riso. Ma ottima cosa – consigliava - è variare coinvolgendo altri cereali, spesso, purtroppo, poco considerati quali mais, orzo, farro e avena. E poi i legumi - che Keys chiamava “carne dei poveri” e che spesso sono ingiustamente esclusi o sottovalutati, che hanno anche il merito di apportare discrete quantità di minerali, alcune vitamine e fibra alimentare. Le leguminose più diffuse sulle nostre tavole sono le lenticchie, i ceci, le fave, i fagioli nella loro varietà, i piselli e i lupini. Un ruolo importante spetta a frutta fresca e verdura. È ormai consolidata l’opinione che sia ideale consumare quotidianamente 5 porzioni di frutta e verdura. Indubbi sono i vantaggi da ortaggi e verdure come broccoli, pomodori peperoni, patate, melanzane. cicorie, cime di rapa e finocchi. Molti frutti forniscono un imprescindibile e insostituibile contributo di vitamina C e acido ascorbico. Importante è consumare preferibilmente frutta e verdura stagione. Generalmente la dieta mediterranea tende a consigliare un consumo di pesce più largo rispetto a quello della carne. Il pesce soprattutto quello azzurro: alici, sarde, sgombri, pesce sciabola, ricco di Omega3 è incluso nelle tavole mediterranee, proprio per la presenza dell’ambiente marino che ha plasmato e determinato la storia dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Quanto alla carne, il professore consigliava quella bianca (pollo, tacchino, coniglio) rispetto a quella rossa. Non sono da sottovalutare i vantaggi derivati dal consumo quotidiano di frutta secca. ripeteva. A differenza di quella fresca, la frutta secca contiene poca 72 la Rivista n. 10 Ottobre 2011 La copertina che di TIME dedicata al Prof. Keys. acqua, una quantità non molto alta di proteine la cui composizione in amminoacidi si avvicina a quella delle proteine dei cereali. Infine, uova e latticini che consigliava, per l’apporto di proteine in quantità, e per qualità. Stando alle scale del valore biologico delle proteine dei singoli alimenti, l’uovo ha una posizione privilegiata, seconda soltanta al siero del latte, che è fonte di sali minerali, di vitamine e di proteine. I benefici Secondo gli ultimi studi la dieta mediterranea ha effetti protettivi sul cervello, contribuendo a prevenire il declino cognitivo; essa è molto importante per i suoi effetti benefici sulla salute. Dopo essersi rivelata protettiva nei confronti di malattie cardiovascolari, tumori e probabilmente di allergie e asma, lo studio ne segnala i potenziali effetti protettivi sul cervello. Non solo, la dieta mediterranea ridurrebbe le possibilità di sviluppare la malattia di Alzeimer in chi gia mostra segnali di difficoltà cognitive. Da diversi anni, ho sostenuto nel mio intervento al Meeting, è presente la tendenza ad abbandonare la dieta mediterranea tradizionale in favore di modelli alimentari diversi. Secondo le statistiche ISTAT, la Campania ha registrato nel 2001 una tendenza della malattia ben al di sopra della media nazionale. Al di sotto di questa media si collocano, invece, nello stesso anno 9 regioni di cui 6 nell’Italia centromeridionale: Sicilia, Basilicata, Toscana, Marche, Puglia, Abruzzo, Molise e, naturalmente la Calabria. E, come se non bastasse, secondo un rapporto di Osservasa- LA RICETTA Minestra e Ciceri a la Pignata (Secondo Cataldo) Ingredienti per quattro persone:300 g di ceci, 3 foglie d’alloro, 3 rametti di finocchietto selvatico 1dl di olio extravergine d’oliva, sale. Come l’ha preparata Cataldo: Ha messo a bagno i ceci 24 ore prima dell’utilizzo in abbondante acqua. Trascorso questo tempo, ha fatto cuocere nella “pignata”i ceci con le foglie di alloro, il finocchietto (volendo si può aggiungere un peperoncino piccante) e il sale 4 ore finché sono risultati teneri e saporiti. Ha salato, condito con l’Olio extravergine d’oliva crotonese, li ha posti in una terrina (pure questa di terracotta) e ha portato a tavola. Come vino: Cataldo mi ha servito un bicchiere di Nerello: IGT Rosso di Calabria della Senatore Vini, ottenuto da uve Nerello di Calabria. www.molino.ch LA GASTRONOMIA ITALIANA IN SVIZZERA lute, pubblicato in questi giorni, in Italia (Terra di Dieta mediterranea e Slow Food), più di un terzo della popolazione (35,5%) è in sovrappeso, mentre quasi una persona su dieci è obesa, in totale, li 45,4% della popolazione adulta ha un peso fuori norma. Per quanto riguarda i bambini, la quota complessiva di quelli grassi è il 34%. Tra gli otto e i nove anni hanno problemi di sovrappeso e obesità rispettivamente il 22,9% e 11,1% dei bambini. Queste cose ho detto al 10° Euromed Meeting di Cirò. Poi, uscito, sono andato a mangiare una Zuppa di Ceci cucinati a la Pignata (recipiente in terracotta), che lo Chef Cataldo Ippolito aveva preparato per i convenuti. Viva Italia Cucina tradizionale! Da noi apprezzerete la vera italianità con le nostre specialità tipiche, che normalmente solo in Italia potete apprezzare. Lasciatevi incantare dal nostro ambiente mediterraneo e da un servizio impeccabile, dalle nostre eccellenti pizze, preparate secondo le ricette originali del campione del mondo di pizzaioli e con il marchio «Vera Pizza napoletana DOC», alle tipiche pietanze a base di carne o di pesce, nonché dalla nostra prelibata pasta fresca e ai succulenti dolci. E se amate le tradizioni culinarie del bel Paese, da noi troverete consigli sui migliori, eccellenti vini selezionati da tutte le regioni italiane. «Buon appetito!» Il team Molino si farà piacere di accoglierla alla sua prossima visita con un cordiale «benvenuto»! Nei 17 Ristoranti MOLINO in Svizzera, Lei è un’ospite sempre gradito durante tutti i 365 giorni dell’anno: MOLINO Berna Waisenhausplatz 13 3011 Berna Telefono 031/ 311 21 71 MOLINO Vevey Rue du Simplon 45 1800 Vevey Telefono 021/ 925 95 45 MOLINO Dietikon Badenerstrasse 21 8953 Dietikon Telefono 044 / 740 14 18 MOLINO Winterthur Marktgasse 45 8400 Winterthur Telefono 052 / 213 02 27 MOLINO Friborgo 93, rue de Lausanne 1700 Friborgo Telefono 026 / 322 30 65 MOLINO Zermatt Bahnhofstrasse 52 3920 Zermatt Telefono 027/ 966 81 81 MOLINO Ginevra-Thônex 106, Rue de Genève 1226 Thônex Telefono 022 / 860 88 88 MOLINO Zurigo-Wallisellen Glattzentrum 8304 Wallisellen Telefono 044 / 830 65 36 MOLINO Ginevra Place du Molard 7 1204 Ginevra Telefono 022/ 307 99 88 MOLINO Zurigo Stauffacherstrasse 31 8004 Zurigo Telefono 044 / 240 20 40 MOLINO Ginevra-Carouge Centre La Praille 1227 Carouge Telefono 022 /307 84 44 MOLINO Zurigo Limmatquai 16 8001 Zurigo Telefono 044 / 261 01 17 LE LACUSTRE Ginevra Quai Général-Guisan 5 1204 Ginevra Telefono 022 / 317 40 00 MOLINO Frascati Zurigo Bellerivestrasse 2 8008 Zurigo Telefono 043 / 443 06 06 MOLINO Montreux Place du Marché 6 1820 Montreux Telefono 021/ 965 13 34 MOLINO S. 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La prorompente coppia dell›otto cilindri eroga ben 800 Nm in overboost, nelle modalità sport e sport plus. Oppure in kick-down - quel movimento che implica un pizzico di rabbia nello schiacciare il pedale del gas - se si viaggia in quella normale. Tempi record: accelera da 80 a 120 all›ora in 2,6 secondi mentre lo sprint da 100 a 200 km/h richiede 9,1 secondi. I consumi ridotti del biturbo sono dovuti a interventi specifici che i tecnici teutonici hanno fatto. Per esempio, il sistema di recupero energetico che ricarica la batteria nelle fasi di frenata, e in accelerazione riduce la corrente di carica della dinamo, per cui il motore a scoppio è soggetto a carichi minori. O la funzione startstop, che si attiva a vettura ferma (fulminea la ripartenza). Al volante le sensazioni sono di sicurezza e precisione, anche se si guida in maniera molto dinamica - sconsigliata in Svizzera - si può ancora fare in Germania, luogo del test di prova alla presentazione ufficiale alla stampa internazionale. Alle alte velocità il volante è rigido, ma non compromette la comodità d’uso. Nelle accelerazioni sprint, è la gestione elettronica di ripartizione variabile della coppia sulle ruote posteriori (Porsche Torque Vectoring Plus, PTV Plus) che migliora la trazione sui fondi con caratteristiche d’attrito variabili, e in uscita dalle curve strette. Allo spostamento del carico in curva la macchina si “avvita” meno su se stessa, grazie al momento d’imbardata generato dal differenziale autobloccante trasversale sull’asse posteriore mantenendo meglio la giusta posizione sulla carreggiata. Ne conseguono un’alta stabilizzazione della vettura in termini di dinamica trasversale – cioè stabilità della carrozzeria – trazione ottimale, elevata agilità a tutte le velocità, precisione in ingresso curva e spostamenti equilibrati dei carichi. Il Servotronic facilita le manovre lente, posteggiare la gran sportiva di lusso richiede una certa attenzione, per via delle sue dimensioni. Il telaio è naturalmente dotato del sistema di regolazione adattativa degli ammortizzatori e delle sospensioni pneumatiche con aria aggiuntiva inseribile. Con il cambio a doppia frizione e la trazione integrale attiva la nuova S ha di serie tutti i sistemi che la Marca ha sviluppato e introdotto per la Gran Turismo sportiva. In Svizzera è proposta con un Porsche Swiss Package di notevole valore, senza supplemento di prezzo, che comprende fra l’altro l’assistente di parcheggio con videocamera, tettuccio a comando elettrico, airbag laterali posteriori, climatizzatore automatico a 4 zone, HomeLink (apriporta garage), tv tuner e altre dotazioni speciali. Ai più attenti non potranno sfuggire le ruote da 20 pollici 911 Turbo II, con carreggiata più larga sull›asse posteriore, come pure lo spoiler posteriore (estraibile a quattro vie) nel colore della carrozzeria. La super potente per capitani d’industria o commercio (CHF 259›900.-) a quattro porte e quattro posti ha una presenza sportiva e nello stesso tempo lussuosa in tutto e per tutto. LA SCHEDA TECNICA Cilindrata: 4806 cc Potenza e coppia massima: 550 CV e 750 – 800 Nm Velocità massima: 306 km/h Consumi: 17- 8,4-11,5 l/100 km, Emissioni: 265 g/km CO2 Dimensioni (mm): L/l/h 4970/1931/1418 Passo: 4920 mm Capacità serbatoio: 100 litri Prezzo: CHF 259›900.- la Rivista n. 10 Ottobre 2011 75 Giulietta Quadrifoglio Verde 235 CV L’Alfa Romeo Giulietta è un concentrato di prestazioni, comodità e sicurezza. Nell’edizione Quadrifoglio Verde con motore 1750 TBi da 235 CV, la rincorsa alla massima sportività si calma, trova soddisfazione. Il Q2 elettronico di serie, che permette di adattare la vettura alla propria personalità e alle diverse condizioni stradali, e il sistema DNA, sono valori aggiunti impagabili. Il Turbo Benzina (Euro 5) vanta soluzioni tecnologiche all’avanguardia, come l’iniezione diretta di benzina, il doppio variatore di fase continuo, il turbocompressore e un rivoluzionario sistema di controllo definito “scavenging” che elimina il cosiddetto “turboloag”. Eroga una coppia massima di 340 Nm già a 1.900 giri/minuto. Sorprende in positivo in termini di marcia, ma anche di abitabilità, con 5 posti comodi, e un bagagliaio da 350 litri. È una berlina, due volumi, sicura, porta in dote cinque stelle Euro NCAP, ottenute con un punteggio globale di 87/100. Un grande risultato dovuto a dispositivi di sicurez- za, attiva e passiva, come il sistema “pre-fill” di pre-carico dell’impianto frenante che riduce lo spazio di arresto in caso di frenata d’emergenza. La versione con il Marchio leggendario si distingue per l’assetto sportivo ribassato, i cerchi da 17’’ (in opzione 18’’), impianto frenante maggiorato con pinze verniciate rosso Alfa e interni sportivi. Piacere di guida garantito e consumi ridotti per un motore di questo livello di potenza. Ricco l’equipaggiamento, fra l’altro: Blue&Me con touch-screen a colori e telefono. Alfa 4C Concept La punta più avanzata della “D.N.A. Technology” Presentata al recente salone internazionale di Francoforte IAA, la 4C Concept ha fatto strage di cuori. La magnifica è “Ambassador DNA Technology”, ovvero ambasciatrice del patrimonio tecnologico che distingue le automobili Alfa Romeo di oggi e di domani. L’ammaliante 4C concept vestiva la nuova livrea Fluid Metal, in un’esaltazione di linee fluide, sinuose e originali. Proprio grazie all’attraente vestito Made in Italy, la 4C Concept è stata eletta “Concept Car più bella dell’anno” dai lettori della rivista tedesca Auto Bild. La sua commercializzazione è prevista nel 2013. Il progetto è stato affinato e arricchito di contenuti tecnici per esaltarne le eccellenze dinamiche. Il peso intorno a 850 Kg, con una potenza superiore ai 200 CV e un rapporto peso/potenza minore di 4 Kg/CV, da vera“supercar”. Allo stand di Francoforte si sono lasciate ammirare la Giulietta e la Mito con le loro ultime novità stilistiche e tecnologiche. Riflettori puntati specialmente sulla Giulietta versione 1.4 TB MultiAir da 170 CV con Alfa TCT, evidenza concreta dell’Alfa DNA Technology. Emissioni e consumi molto contenuti; taratura ad hoc per la massima aderenza nelle situazioni più difficili. La MiTo rinnovata introduce importanti novità, innanzitutto: motori che rispondono alla normativa Euro 5 dotati dello Start & Stop di serie. 848 Streetfighter: nuovo motore e nuova geometria del telaio Ducati inizia a togliere i veli alla prima delle nuove moto che caratterizzeranno il 2012 “made in Borgo Panigale”. Disponibile da novembre la nuova Streetfighter 848. Anticipata dalle prime immagini scattate in studio, sfoggia una sofisticata combinazione tra il nuovo motore 848 Testastretta 11° e la nuova geometria del telaio, migliorata per garantire agilità e controllo. L’ergonomia rinnovata e il controllo di trazione (DTC) rappresentano una nuova ed esclusiva interpretazione Ducati dello stile fighter. Sarà proposta nel tradizionale Rosso Ducati e in due nuove colorazioni: “Figther Yellow” che rappresenta un ritorno e un affascinante “Dark Stealth”. 76 la Rivista n. 10 Ottobre 2011 Suv Kubang In tutto e per tutto una Maserati I ZIOD ,gINI IONE S S A P UNA I AGG VANT A AND DOM È stato mostrato al recente salone dell’auto di Francoforte, l’interpretazione Maserati del concetto di un SUV. Apripista della futura gamma del Tridente, il nuovo concept crea discontinuità e continuità. Discontinuità, perché introduce il Marchio in un nuovo segmento di mercato. Continuità, perché lo fa mantenendo intatto il DNA che caratterizza da sempre ogni modello della Casa del Tridente. L’idea non è del tutto nuova, molti ricorderanno la concept presentata nel 2003 al Salone di Detroit, della concept car che tracciò di fatto la strada è stato mantenuto il nome: Maserati Kubang. Oggi, le potenziali sinergie con il marchio Jeep - che 70 anni fa ha creato un nuovo segmento di mercato di cui oggi è leader - rappresentano un elemento importante nell’interpretazione Maserati del concetto di SUV di lusso. Fino ad oggi la produzione Maserati è sempre stata composta da berline, coupé spyder e cabriolet: Quattroporte, GranTurismo, GranCabrio o, prima ancora, Ghibli, Mistral, Bora, Indy ... Il comune denominatore dell’intera produzione Maserati è sempre stato lo stesso: sportività e lusso. Però i tempi cambiano: oggi sportività e lusso non hanno necessariamente le stesse caratteristiche o declinazioni del passato. Possono anche assumere la forma di un SUV di lusso con un look dinamico e prestazioni da vera sportiva abbinate ad un’eleganza fuori dal comune. Stile, motore, E ING ,EAS ENTI M A NZI lNA sospensioni, freni, handling e prestazioni saranno esattamente quelli che ogni cliente si aspetta di trovare su una Maserati, dichiarano dall’ufficio stampa, vale a dire i valori distintivi della Casa del Tridente: dalla sportività allo stile, dall’eleganza al lusso, dalle prestazioni alla cura artigianale. )LPARTNERSICUROPER LEASINGElNANZIAMENTI 2ICHIEDETEUNgOFFERTALEASINGALPIáVICINO CONCESSIONARIOOPPURETELEFONATECI :àRCHERSTRASSE 3CHLIEREN 4EL &AX WWWlDISlNANCECH la Rivista n. 10 Ottobre 2011 77 Starbene Contro il grigiore autunnale Non solo frutta Le giornate si fanno più fredde, più corte, il Sole lascia il posto al grigiore della nebbia o delle nuvole. Gli alberi si tingono di mille colori e la nostra vita, a volte, si tinge di grigio. Oltre al nostro umore, l’addentrarsi della stagione autunnale - e poi di quella invernale - cambia anche il nostro modo di alimentarsi e il nostro organismo richiede maggiori calorie. Di conseguenza, tendiamo a privilegiare cibi pesanti e più grassi, a discapito di alimenti leggeri, come frutta e verdura di stagione, che invece sono un ottimo alleato per affrontare al meglio e con la giusta carica l’autunno, stagione che ci regala tante prelibatezze: - L’uva, ricca di ferro, calcio, fosforo, contiene vitamina A, vitamina C, vitamina P e vitamina B6 con proprietà antiossidanti e anticancro. È altamente energetica. - La pera è una fonte naturale di minerali (potassio, fosforo, calcio, magnesio), fornisce zuccheri semplici e non mette a rischio la nostra linea. Inoltre, grazie all’alto contenuto di fibra, è ottima per regolarizzare l’intestino in modo naturale. - Il caco possiede preziose proprietà drenanti e diuretiche. È ricco di vitamina C, Beta-carotene e potassio. Miniera di antiossidanti naturali, aiuta l’organismo a proteggere le cellule dall’effetto dei radicali liberi. - Le arance e i mandarini, noti per il loro contenuto di vitamina C, stimolano la funzionalità intestinale e la sensazione di sazietà. Preziosi anche per mantenere elastica e giovane la nostra pelle grazie alle loro proprietà antiossidanti. - La mela è ricco di proprietà benefiche: contiene sali minerali (potassio, magnesio, sodio, ferro, fosforo, zolfo, calcio, sodio), vitamina B1 (combatte inappetenza, stanchezza e nervosismo), lB2 (facilita la digestione ed è ricca di proprietà antiossidanti) e C. È ricca di pectina, che contribuisce a tenere sotto controllo il tasso glicemico del sangue. Non solo frutta, ma anche la verdura può essere un valido aiuto in autunno, e abbiamo solo l’imbarazzo della scelta. C’è quella a foglia verde, come gli spinaci, le bietole e le verze, che sono un vero e proprio serbatoio vitaminico. Contengono la vitamina A, la C, la E, la K (indispensabile per favorire la coagulazione del sangue) e la B5. Queste verdure vantano anche un elevato contenuto di antiossidanti che aiutano a contrastare l’insorgenza di radicali liberi. Sono alimenti ricchi di luteina, sostanza che protegge gli occhi dalle radiazioni solari; e di ferro, in particolar modo gli spinaci. In autunno troviamo anche la zucca, alimento ricco di Beta-carotene (che ha la funzione di contrastare l’insorgere dei radicali liberi), dotato di proprietà antitumorali ed efficace nell’aiutarci a proteggere il sistema circolatorio. Contiene vitamina A, B e C e minerali come Calcio, sodio, potassio, fosforo, rame, magnesio, ferro, selenio, manganese e zinco. È un ortaggio povero di calorie (17 calorie per 100 grammi) e di zuccheri, con un notevole potere saziante. Non dimentichiamo il radicchio, che mostra importanti proprietà depurative e diuretiche, ed è un potente alleato nella prevenzione delle malattie legate all’invecchiamento. Si fregia di un elevato contenuto di vitamine (A, B2 e C), Sali minerali e fibre. Inoltre è fortemente indicato per le persone che soffrono di artrite e reumatismi. Infine i legumi, che forniscono un elevato contenuto energetico, proteico e sono ricchi di carboidrati, in particolare gli amidi. Sono inoltre degli ottimi regolatori intestinali, grazie all’elevata presenza di fibre. L’ingrediente ideale per una bella zuppa fumante, un vero must della stagione fredda. Il potassio per ridurre il rischio di ictus Mangiare banane per ridurre il rischio di essere vittime di un ictus? Sì. Ma non solo, perché sono utili anche tutti gli altri alimenti ricchi di questo minerale come il tè, la soia, i fagioli e altri legumi quali pistacchi, piselli, lenticchie, ceci… e poi ancora il latte e i suoi derivati, albicocche, patate, castagne e altri ancora. Ce n’è per tutti i gusti, l’importante è poter assicurare all’organismo buone quantità di potassio. E che il potassio possa ridurre il rischio di ictus lo hanno dichiarato i ricercatori del noto e prestigioso Karolinska Institutet di Stoccolma,in Svezia,i quali hanno condotto una metaanalisi partendo da 10 studi prospettici – così chiamati perché i partecipanti sono seguiti per un certo periodo di tempo. I dati raccolti hanno mostrato che l’assunzione di 1.000 mg al giorno di potassio riduceva il rischio di ictus in generale e di ictus ischemico dell’11%. Il rischio tuttavia non era significativo nel caso di ictus emorragico. Secondo gli scienziati il meccanismo di protezione si spiega perché il potassio ha il potere di eliminare i pericolosi radicali liberi, note sostanze ossidanti. Tutto ciò si traduce in beneficio per l’organismo che si vede, per esempio, protetto dalla disfunzione endoteliale – che interessa l’endotelio, il rivestimento dei vasi sanguigni. Gli autori dello studio hanno constatato che gli alimenti ricchi di potassio forniscono anche buone quantità di altre sostanze utili come la vitamina C, l’acido folico, il magnesio, i carotenoidi e la fibra; tutti elementi che possono influire sul rischio di ictus. I risultati dello studio, dunque, suggeriscono che un’adeguata assunzione di potassio possa proteggere dal rischio di ictus. 78 la Rivista n. 10 Ottobre 2011 Dai polli la via alla cura dell’ipertensione Le posizioni del sonno Sotto i riflettori degli scienziati un gene mutante che causa anomalie renali e cecità nei polli. Questo stesso gene è quello che anche negli esseri umani predispone allo sviluppo dell’ipertensione. La scoperta è stata fatta da un team di ricercatori scozzesi dell’Università di Abertay di Dundee (Uk) e del Ninewells Hospital di Dundee, insieme ai colleghi del Roslin Institute dell’Università di Edimburgo e dell’Università di Leeds. Dai risultati dello studio, pubblicati su Plos One, si scopre che un gene denominato GNB3, quando subisce una mutazione è causa sia di cecità che di anomalie renali nei polli. Tuttavia, nonostante esista un gene omologo nell’uomo, questo genere di ripercussioni non sono finora state osservate. Questi polli potrebbero essere dei modelli animali utili per studiare l’azione del gene GNB3 nel rene per comprendere perché la variante umana predisponga gli individui all’ipertensione. Questa scoperta potrebbe portare allo sviluppo di nuovi farmaci contro l’ipertensione per gli esseri umani geneticamente predisposti. Dormire è importante. Fa bene al corpo e alla mente. Ma, oltre alle ore di sonno, è importante anche la posizione che si assume. E, secondo un nuovo studio, la migliore è dormire sulla schiena, o a pancia in su: previene il dolore alla schiena e al collo, riduce il reflusso di acido gastrico e persino le rughe, è una posizione neutrale facile da assumere per l’intera colonna vertebrale. È controindicata, se si è predisposti al russamento o si soffre di apnee notturne. Se la posizione supina è tra le migliori, non da meno è quella su un fianco, che è perfetta anche per chi russa o in situazioni particolari come la gravidanza. Piccole controindicazioni: tende a comprimere i muscoli di spalle e collo a causa del peso sul braccio. Inoltre, è sconsigliata per chi ha problemi di rughe o il seno ipotonico. Ultima in classifica, se possibile da evitare è la posizione prona, a pancia in giù, Perché lo stomaco rimane compresso, è facilitato il reflusso di acidi e viene favorito il russare. È dannosa per collo e schiena e la colonna vertebrale non riesce a distendersi. IL PROGRAMMA COMPLETO DI IVECO: CONVENIENTE SU TUTTA LA LINEA. Dall’apprezzatissimo furgone Daily al peso massimo Stralis: Grazie agli innumerevoli modelli disponibili, la nuovissima gamma di mezzi Iveco offre soluzioni specifiche, dalla convenienza ideale, per ogni incarico di trasporto. IVECO (Svizzera) SA, Oberfeldstrasse 16, 8302 Kloten, tel. 044 804 73 73, www.iveco.ch Il Mondo in fiera Smau business: Fiera Milanocity 19 - 21 ottobre Information & Communication Technology per manager e funzionari della PA Viscom Italia 2011: Fiera Milano 3 - 5 novembre Anticipazioni dal mondo della comunicazione visiva Fieracavalli: Verona, 3 - 6 novembre Quando l’Italia monta in sella EICMA: Fiera Milano, 8 - 13 novembre 69° Salone Internazionale del Motociclo SIA GUEST: Fiera Rimini, 26 - 29 novembre Innovazione, tendenze, atmosfere la Rivista e approfondimenti per l´ospitalità n. 10 Ottobre 2011 81 Fiere Smau business: Fiera Milanocity, 19 - 21 ottobre Information & Communication Technology per manager e funzionari della PA Ad accogliere gli oltre 50.000 visitatori professionali attesi un calendario denso di appuntamenti, tra premi, workshop, laboratori, contest e occasioni di networking, rivolte ai manager delle imprese, ai funzionari delle Pubbliche Amministrazioni e agli operatori del canale ICT. In tre giorni sarà possibile scoprire tutte le ultime novità presentate dai maggiori player del comparto e le tendenze in crescita nell’ambito dell’innovazione al servizio del business, dal Cloud Computing alle opportunità abilitate per il mondo business dai Tablet e dagli Smartphone di ultima generazione. Smau Business, al padiglione 4 di Fieramilanocity, riunirà più di 250 aziende espositrici tra i primattori del settore e il loro ecosistema di business partner, proponendo non solo IT, ma anche Marketing e Vendite, Amministrazione e Finanza, Logistica, Acquisti, Risorse Umane, Progettisti, oltre 300 appuntamenti tra premi, workshop, sessioni formative e laboratori sulle tematiche di maggiore attualità in materia di moderne tecnologie per il business. Tra le tendenze di quest’anno al centro dell’offerta formativa ed espositiva saranno il Cloud Computing e i Tablet per il business, con un focus specifico sui benefici abilitati da dispositivi, tecnologie e servizi che rivoluzioneranno il nostro modo di lavorare. Numerose le novità di prodotto e un’area che ospiterà i migliori sviluppatori di applicazioni per smartphone. I workshop in programma saranno appuntamenti gratuiti, della durata di 50 minuti ciascuno, dedicati ai temi più attuali, tra cui, oltre al cloud computing e alle soluzioni per la mobility, i sistemi gestionali integrati, la business intelligence, i sistemi di Crm, le soluzioni di gestione documentale, le Unified Communication e Collaboration, l’information security, la fatturazione elettronica, l’e-commerce, il marketing digitale e molto altro. La School of Management del Politecnico di Milano organizzerà 4 laboratori con l’obiettivo di creare momenti di apprendimento e di confronto riservati ai decisori di organizzazioni pubbliche e private sugli ultimi trend in corso, condividere i migliori casi di successo e fornire utili criteri di misurazione del ritorno sull’investimento. Prosegue, dopo l’esperienza positiva di Smau Business Roadshow 2011, la collaborazione con Sda Bocconi School of Management. La prestigiosa business school approda in Smau Milano proponendo due appuntamenti esclusivi che affronteranno temi di massima rilevanza come la Business Intelligence e la gestione dei processi IT e il Project Management. Al termine degli incontri di due ore ciascuno i partecipanti riceveranno un attestato SDA Bocconi. 82 la Rivista n. 10 Ottobre 2011 Le arene saranno spazi semi aperti all’interno dei padiglioni di Smau in cui si susseguiranno incontri non-stop a cura dei massimi esperti in materia sulle tendenze emergenti nell’ambito del marketing digitale e dell’e-commerce e nell’ambito del retail. Interamente dedicata a tutti coloro che vorranno apprendere i segreti per fare business attraverso i social media e il web 2.0, l’Arena Marketing Trends prenderà in considerazione le opportunità offerte da tutti i nuovi strumenti di comunicazione e marketing: dai social media, ai motori di ricerca, dal viral marketing alla lettura delle Analytics, dal guerriglia marketing al web squared. Per chi lavora nel campo del commercio e della grande distribuzione, da non perdere gli appuntamenti dell’Arena Retail che forniranno utili strumenti di aggiornamento su tematiche quali la gestione del magazzino attraverso l’RFId, le applicazioni mobile per la gestione degli ordini, i sistemi di pagamento elettronico. PER INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123, CH - 8027 Zürich Tel +41 44 289 23 23 Fax +41 44 201 53 57 e-mail: [email protected] www.ccis.ch Viscom Italia 2011: Fiera Milano, 3 - 5 novembre Anticipazioni dal mondo della comunicazione visiva Tutto pronto per la 23a edizione di Viscom Italia 2011, fiera internazionale di riferimento per la visual communication, in programma dal 3 al 5 novembre 2011, in Fiera Milano, Quartiere Rho. Un palcoscenico pronto ad accogliere insegnisti, stampatori, produttori di POP, incisori, decoratori, agenzie pubblicitarie e della comunicazione multimediale ma anche marketing manager, architetti e designer alla ricerca di nuove soluzioni e idee per personalizzare i propri prodotti e per comunicare in modo più efficace. Fra le iniziative in programma, ritorneranno i richiestissimi Viscom Forum, che vedono al centro e testimonianze dei professionisti del settore discutere di temi di grande attualità per condividere un’esperienza unica di conoscenza, presentando best practice, approfondendo gli scenari del mercato futuro. Gli imperdibili Viscom Lab, una non stop di dimostrazioni live dove è possibile guardare in diretta le lavorazioni e apprendere nuove tecniche di comunicazione. Sempre di più il mercato è sensibile al mondo dell’ecosostenibilità, ecco che non poteva mancare l’iniziativa Green Trail, che mette in risalto la Green Communication: siamo alla ricerca di prodotti, soluzioni e tecnologie volte al rispetto dell’ambiente e al risparmio energetico. Viscom Italia non finisce qui! Digital Signage by Viscom, arrivato alla sua 3° edizione, presenterà ai visitatori, opinion maker di varie industrie in cerca di media alternativi, la possibilità di testare le soluzioni e le applicazioni più avanzate oltre che scoprire idee innovative per un approccio più diretto con il cliente durante i seminari e i workshop, organizzati all’inter- no dell’area Digital Forum. Infine la creatività scende in gara con due concorsi che saranno presenti nella sezione ViscomAwards. Arrivato alla sua 9a edizione, Display SuperstarITALIA, offre ai P.O.P Producer italiani e stranieri la possibilità di presentare i display più innovativi del 2011. Conoscere e far conoscere la serigrafia moderna e le sue potenzialità è quello che propone invece la 10° edizione del concorso Seriprint “Il Telaio d’Argento”, che premia la professionalità e la creatività dei serigrafi italiani. Stand, eventi, occasioni per mettere in evidenza la propria offerta ma non solo: Viscom mette a disposizione degli espositori un vero e proprio marketing-mix che consente di stare a contatto con migliaia di clienti, integrando l’appuntamento internazionale e la relazione capillare sul territorio con strumenti di comunicazione mirata, sia web che tradizionali. Entra a far parte anche tu della Visual Communication Community. Iscriviti sul sito: www.visualcommunication.it e potrai scoprire in diretta gli sviluppi, i retroscena e le novità della fiera. PER INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123, CH - 8027 Zürich Tel +41 44 289 23 23 Fax +41 44 201 53 57 e-mail: [email protected] www.ccis.ch la Rivista n. 10 Ottobre 2011 83 Fiere Fieracavalli: Verona, 3 - 6 novembre Quando l’Italia monta in sella Dal 3 al 6 novembre con Veronafiere tutta l’Italia monta in sella, durante l’unico evento equestre in grado di catalizzare l’attenzione di pubblico e media sul tema del cavallo. Più di 900 giornalisti accreditati, oltre 600 espositori provenienti dall’Italia e dall’estero, 150mila visitatori che in soli quattro giorni si ritrovano a Verona per ammirare più di 2.000 esemplari delle oltre 60 razze equine in mostra a Fieracavalli. Sono più di 10 milioni gli italiani che almeno una volta nella vita sono andati a cavallo, questo quanto emerso dall’Osservatorio Fiercavalli - Ispo condotta da Renato Mannheimer e presentata durante la scorsa edizione di Fieracavalli. La manifestazione veronese incarna a pieno questo dato, riuscendo ogni anno a suscitare l’interesse di un pubblico sempre più affezionato, che vede nel cavallo il simbolo del ritorno ad una cultura ecosostenibile, dal turismo allo sport. Westernshow, Salone del Cavallo Arabo, Salone del Cavallo Italiano e Salone del Cavallo Spagnolo, queste le 4 macro aree che ogni anno raccontano e mostrano il meglio delle razze presenti. 3 i padiglioni interamente dedicati alle attrezzature per cavallo e cavaliere. Fitto il programma di appuntamenti e competizioni che animeranno i 12 ring dedicati a curiosi ed appassionati, in un’atmosfera unica ed irripetibile, che solo il cavallo è in grado di evocare. Il cavallo in ogni angolo della manifestazione, questo l’imperativo della squadra al lavoro sull’edizione 2011. È così che anche nel Salone del Turismo e nel Villaggio delle Tradizioni, oltre ai consueti spettacoli in programma, le regioni presenteranno le razze autoctone accanto alla promozione del proprio territorio e dei propri prodotti locali. Nell’appuntamento atteso dai più piccoli, il Villaggio del Bambino, grande spazio al loro beniamino, con aree ludico-didattiche e con la prima edizione assoluta dell’International Pony Market. Non mancheranno le opportunità anche per chi vorrà esprimere il proprio talento artistico. Con la prima edizione di“Fieracavalli: un clic fuori dal ring”, concorso fotografico le cui immagini saranno testimonianza di un volto inedito di Fieracavalli, e del Concorso “Talenti & Cavalli”, rivolto a chi si sente di saper interpretare la spettacolarità che solo il cavallo sa mettere in scena. Lo spettacolo equestre serale torna a presentarsi nella sua veste più tradizionale, riportando alla luce il titolo con il quale aveva esordito nel 1991. Per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, Fieracavalli presenta il Gala d’Oro in una veste speciale: Celebration. 84 la Rivista n. 10 Ottobre 2011 L’evento agonistico più atteso resta Jumping Verona, che si appresta a tagliare il traguardo delle 11 edizioni in qualità di unica tappa italiana della Rolex FEI World Cup™. Entrato ormai stabilmente nel ristretto elenco dei migliori concorsi del mondo è apprezzato e promosso a pieni voti da operatori e cavalieri italiani ed esteri. Fieracavalli gode da sempre della collaborazione delle principali istituzioni legate al mondo del cavallo, con l’importante appoggio del MIPAAF (Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali), del Ministero della Salute, UNIRE (Unione Nazionale per l’Incremento delle Razze Equine), AIA (Associazione Italiana Allevatori), e FISE (Federazione Italiana Sport Equestri). PER INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123, CH - 8027 Zürich Tel +41 44 289 23 23 Fax +41 44 201 53 57 e-mail: [email protected] www.ccis.ch EICMA: Fiera Milano, 8 - 13 novembre 69° Salone Internazionale del Motociclo Con la Riding Season 2011 è iniziata ufficialmente la campagna di promozione del nuovo evento EICMA Custom. EICMA ha deciso di organizzare in prima persona quest’area tematica, che sarà interamente dedicata, durante il prossimo Salone del Motociclo di Milano, dall’8 al 13 novembre, ai customizer, rivenditori di accessori, artisti e a tutti gli appassionati di questo affascinante mondo fatto di moto modificate o costruite su misura. Le moto Custom rappresentano oggi oltre il 10% del mercato nazionale. Un settore, in continua crescita, che merita quindi di essere valorizzato mettendo in luce gli aspetti artigianali, creativi e artistici dei suoi protagonisti. EICMA è la più grande manifestazione motociclistica al mondo, con oltre mezzo milione di visitatori nei quattro giorni di apertura al pubblico e duemila giornalisti accreditati, una vetrina internazionale imperdibile anche per chi opera nel mondo del Custom. Confindustria ANCMA, che ne è il promotore, è l’unica associazione accreditata presso il Ministero dei Trasporti, in grado di contribuire in modo concreto al lavoro di piccoli e grandi costruttori di moto custom. Gli spazi espositivi di EICMA Custom, che sarà inserita nel Pad 2, sono stati studiati per venire incontro alla esigenze degli operatori del settore. Particolare attenzione è stata posta ai costi espositivi, con un tariffario promozionale dedicato alle piccole e medie imprese artigiane, che con il loro lavoro contribuiscono a tenere alto il nome del Custom made in Italy in tutto il mondo. Come ogni evento del settore che si rispetti, anche EICMA Custom avrà il suo prestigioso Bike Show. Tre le categorie per tipologia di moto: Chopper, H-D Modified, Café Racer. La classifica verrà stilata in base alle votazioni di quattro giurie differenti: una popolare, composta dal pubblico, due tecniche, formate dai customizer e dalla stampa di settore, e una giuria speciale formata da personaggi del mondo dell’arte e dello spettacolo, per garantire la massima visibilità ai partecipanti. L’iscrizione è gratuita ed è riservata ai customizer che esporranno in Fiera. “Special guest” di questo evento sarà Custom Chrome Europe, la più importante azienda di accessori del settore, che metterà in palio premi di elevato valore e inoltre organizzerà una propria classifica sulla base delle tre categorie dell’EICMA Bike Show . Grazie a quest’accordo raggiunto tra CCE ed EICMA sono attesi in Fiera a Milano realtà provenienti da tutto il mondo. EICMA Bike Show rappresenta un ulteriore motivo per partecipare a EICMA Custom, un evento unico nel suo genere, che darà una visibilità mondiale agli espositori del mondo custom. L’appuntamento per tutti gli appassionati del mondo Custom e di moto in generale è fissato fin da ora nelle date dall’8 al 13 novembre 2011, come sempre presso Fiera Milano. www.eicma.it PER INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123, CH - 8027 Zürich Tel +41 44 289 23 23 Fax +41 44 201 53 57 e-mail: [email protected] www.ccis.ch la Rivista n. 10 Ottobre 2011 85 SIA GUEST: Fiera Rimini, 26 - 29 novembre Innovazione, tendenze, atmosfere e approfondimenti per l´ospitalità A SIA GUEST si respira l´aria giusta per il futuro degli hotel. La 61a edizione, col patrocinio di Federalberghi e Aipi. Associazione Italiana Progettisti in Architettura di Interni, punta a migliorare la performance del 2010 che mise a segno 35.265 visitatori (+3,1%) e che siglò un +34% di quelli stranieri e a moltiplicare le occasioni di business. L´area espositiva occuperà l´intera ala ovest del quartiere fieristico. Otto padiglioni, con la proposta delle aziende leader dei settori Arredo e contract´, Bagno, Benessere e Ceramiche´, Sia Trend´, Interdecò´, Forniture per l´hotellerie´, Attrezzature e Impianti per la Ristorazione´, Tecnologia e Servizi´. Orientata alla concretezza del business SIA GUEST è un´utile esperienza per conoscere le tendenze che il sistema delle imprese dell´accoglienza propone al mercato. Oltre alla panoramica di prodotti dell´eccellenza del made in Italy, un intero padiglione, Sia Trend, è dedicato alle punte di eccellenza dell´innovazione, nel quale si fondono area commerciale e mostra culturale, all´insegna della sperimentazione per l´hotellerie e gli spazi collettivi. Sul fronte dei contenuti, SIA GUEST 2011 presenterà nell´area espositiva la formula dell´abbinamento fra aree merceologiche e appuntamenti che valorizzino il singolo settore. Ogni padiglione sarà quindi completato da eventi a tema. La fiera incrementerà ulteriormente gli appuntamenti di formazione. Sul fronte delle relazioni internazionali, rinnovata la collaborazione con SBID, The Society of British Interior Design, che rappresenta circa 800 studi di progettazione inglesi e che sarà presente a SIA GUEST per incontrare e confrontarsi con il mercato italiano. Mentre dopo l´accordo firmato durante l´edizione scorsa, EHMA-European Hotel Managers Association proporrà a SIA GUEST 2011 la riunione autunnale dell´Italian Chapter dell´Associazione, che aggrega 450 manager di hotel 5 stelle e lusso in Europa, provenienti da 28 nazioni di cui 90 in Italia. PER INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123, CH - 8027 Zürich Tel +41 44 289 23 23 Fax +41 44 201 53 57 e-mail: [email protected] www.ccis.ch 19 – 23 novembre 2011 | Basilea | www.igeho.ch Salone internazionale dell’industria alberghiera, della gastronomia e dei consumi fuori casa QUI SI REINVENTANO LE RICETTE E SI STABILISCONO NUOVE TENDENZE PER IL SETTORE ALBERGHIERO! e Insiem a: ile a Bas ne : Salo ia dustr dell’in arne c della facebook.com/igehobasel Powered by Official media partners Igeho Il Mondo in Camera Zurigo 17 settembre 2011 Giornata delle porte aperte A Ginevra dal 10 al 13 ottobre 2011 Nuova edizione di Italy at Cern L’industria italiana ed europea del legno arredo: scenari e prospettive di sviluppo Contatti Commerciali Servizi Camerali la Rivista n. 10 Ottobre 2011 87 Il mondo in camera Zurigo 17 settembre 2011 Giornata delle porte aperte Sabato 17 settembre 2011 dalle ore 11 alle ore 16 la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS) ha incontrato la comunità italo-svizzera di Zurigo, le imprese, le istituzioni italiane e svizzere così come un folto gruppo di interessati. Presso la sede, sita al nr. 123 della Seestrasse, più di 300 persone si sono informate sulle opportunità di business con l’Italia, conoscere la prossima azione promozionale dei prodotti reggini nei ristoranti svizzeri e i dettagli del progetto Ospitalità italiana, assumere informazioni sui servizi offerti dalla Camera di Commercio Italiana per la Svizzera. In un’atmosfera conviviale, in raffinato sottofondo musicale con il sassofonista Roberto Petroli, gli intervenuti han- 88 la Rivista n. 10 Ottobre 2011 no potuto gustare una scelta di specialità italiane, proposte da Aleardi AG e da Sesto Senso di Modena, accompagnate da ottimo vino, presentato dalla Buonvini di Zurigo, e dai dolci e caffè di Coppolini; godere di un programma di intrattenimento, toccare con mano la nuova 500 by Gucci e la Giulietta esposte da Motor Village, partecipare ad un concorso a premi, con biglietti aerei messi in palio da Air Berlin, un weekend al volante della 500 by Gucci (Motor Village) un buono ristorante (catena Molino), uno da utilizzare da Swisscom e il caffè offerto da Coppolini Durante la giornata sono stati consegnati i diplomi di sommelier a coloro che hanno superato gli esami finali a chiusura del terzo livello. la Rivista n. 10 Ottobre 2011 89 Il mondo in camera Presentata a Zurigo Madeexpo Rassegna internazionale dell’edilizia e dell’architettura Lo scorso 2 settembre a Zurigo, nell’ambito della fiera Bauen und Modernisieren, la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, in collaborazione con Federlegno ha organizzato una conferenza stampa/ seminario sul tema edilizia ed arredamento, che si è tenuta in occasione della fiera zurighese Bauen und Modernisieren. All’incontro, introdotto dal Segretario generale della CCIS, Andrea G.Lotti, sono intervenuti: Alberto Lualdi, Vicepresidente di Federlegno/ Arredo, Associazione nazionale fabbricanti prodotti per l’edilizia e per l’arredo urbano; Denys Thommen, Ing., Rubner Gruppe (Bressanone); lo studio di Architettura Nunziati, e Luca Giordano, Luca Giordano & partners Studio di ingegneria e bioarchitettura, Capogruppo Associazione svizzera italiana dell’architettura bioecologica. Obiettivo dell’incontro mettere in risalto le possibilità di collaborazione tra i mercati italiano e svizzero per gli operatori del settore e presentare la rassegna internazionale dell’edilizia e dell’architettura Madeexpo (www.madeexpo. it) in programma a Milano dal 5 all’8 ottobre 2011. FederlegnoArredo - la Federazione italiana delle industrie del legno, del sughero, del mobile e dell’arredamento, componente del sistema Confindustria, con 2.500 aziende associate - rappresenta tutta la filiera del legno arredamento, dalla prima trasformazione della materia prima legno alla massima rappresentazione del design, passando per i produttori di arredo, illuminazione, pannelli, edilizia per interni, allestimenti, ufficio, segherie, imballaggi. Il settore realizza un fatturato di oltre 33 miliardi di euro e ne esporta circa il 35%, occupa 400.000 addetti diretti a cui va aggiunta l’occupazione indotta nei servizi e nel commercio. FederlegnoArredo organizza tramite le sue società operative le due più importanti fiere del mondo, a Milano, re- 90 la Rivista n. 10 Ottobre 2011 lativamente al sistema del progetto: il Salone Internazionale del Mobile, la più importante fiera al mondo per il design e l’arredo e MadeExpo, la fiera dedicata al sistema dell’edilizia. Il Salone del Mobile, appena svoltosi ad aprile, con oltre 2.700 espositori ha occupato tutta la superficie - oltre 200.000 m² netti - dell’innovativo quartiere fieristico di Milano e ha richiamato oltre 321.000 visitatori, di cui il 63% esteri, e 5.300 giornalisti. In concomitanza con il Salone del Mobile si tengono le esposizioni biennali dedicate alla luce e all’ufficio negli anni dispari e alla cucina e al bagno negli anni pari. MadeExpo – il nome è l’acronimo di Milano Architettura Design Edilizia – in programma a Milano dal 5 al 8 ottobre 2011; nel 2010 ha ospitato oltre 1.700 espositori su una superficie espositiva di 100.000 m² netti ed è stata visitata da oltre 200.000 operatori professionali. La manifestazione rappresenta l’intera filiera delle costruzioni, dal mondo delle strutture, dei sistemi costruttivi e dei materiali fino al progetto e ai servizi. Particolare attenzione è posta sull’innovazione, sia nei materiali che nei processi e nei prodotti, e sull’ambiente, con un’area espositiva interamente dedicata alle energie rinnovabili, nella quale verranno presentate le proposte più avanzate nell’ambito dei sistemi fotovoltaico, eolico e a energia solare, oltre a una straordinaria ricchezza di soluzioni e materiali innovativi pensati ai fini del risparmio energetico. Accanto ai prodotti MadeExpo propone anche una serie di dibattiti, eventi, appuntamenti scientifici e focus tecnologici con esperti del settore e testimonial internazionali. Federalegno è impegnata nel supporto alle imprese per la ricerca e lo studio dei più innovativi interventi che consentano una produzione industriale che produca il bello nel rispetto dell’ambiente e della salute degli individui. Etica ed estetica non possono essere scissi. Dalla materia prima, il legno primo fra tutti, che viene tutelato con una politica di gestione del bosco, ma anche tutti gli altri materiali fino alle finiture, tutto deve avere alti standard di sicurezza e di qualità. Sono questi i fattori, accanto alla creatività, che fanno grande il Made in Italy nel mondo. A Ginevra dal 10 al 13 ottobre 2011 Nuova edizione di Italy at Cern La mostra “Italy at CERN 2011” è in programma presso la sede del CERN-Meyrin dal 10 al 13 ottobre 2011. La manifestazione è organizzata dalla Camera di Commercio Italiana per la Svizzera in collaborazione con l’ufficio dell’Industrial Liaison Officer (ILO). Tale manifestazione si svolge periodicamente, con cadenza biennale o triennale, ed è intesa come vetrina aperta sul CERN dell’industria italiana ed occasione per stabilire contatti con potenziali acquirenti; l’ultima edizione si è svolta nel marzo 2008. PER ULTERIORI INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana in Svizzera Seestr. 123 – Casella Postale CH - 8027 Zurigo Tel. +41 44 2892323 Fax +41 44 2015357 e-mail: [email protected]; [email protected] www.ccis.ch Dr.ssa Cristina Miletti Segreteria Ufficio ILO INFN Sezione di Padova Via F. Marzolo 8 I - 35131 Padova Tel. +39 049 9677080 Fax +39 049 8756233 [email protected] www.pd.infn.it AZIENDE ESPOSITRICI Agilent Technologies SpA Via F.lli Varian 54, 10040 Leinì (TO) Tel. +39 011 99 79 627, Fax +39 011 997 79 350 [email protected], www.agilent.com Agilent Technologies - Vacuum Products All’avanguardia nella Tecnologia del Vuoto sin dagli anni ’50, la Agilent (già Varian) è un fornitore globale di soluzioni per il Vuoto, con stabilimenti in Italia e USA. Prodotti: Pompe Turbomolecolari, Ioniche, a Diffusione, Scroll a secco, Rotative; Sistemi di Pompaggio, Misuratori, Valvole e Componenti da Vuoto, Cerca-Fughe; Applicazioni; Fisica delle Alte Energie, Acceleratori di Particelle, Laboratori R&D; Deposizione di Film Sottili, Spettrometria di Massa, Nanotecnologie; Semiconduttori, Ricerca Fughe. Caen SpA Via Vetraia 11, 55049 Viareggio (LU) Tel. +39 0584 38 83 98, Fax +39 0584 38 89 59 [email protected], www.caen.it CAEN costituisce un vero e proprio One-Stop-Shop per l’elettronica nel mondo della fisica delle alte energie. CAEN è, infatti, leader mondiale nella progettazione e produzione di strumentazione elettronica per gli esperimenti di fisica Nucleare e Subnucleare. Il catalogo CAEN comprende più di 250 prodotti: Sistemi di Alimentazione a Bassa ed Alta Tensione, Crate, elettronica di Front-End e Acquisizione Dati (negli standard VME, NIM, CAMAC). Quasi il 40% della produzione CAEN è comunque “custom”. Cecom Srl Via Tiburtina Km 18,700 00012 Guidonia Montecelio (RM) Tel. +39 0774 35 57 77, Fax +39 0774 35 58 00 [email protected], www.cecomweb.com La CECOM (www.cecomweb.com) è specializzata in lavorazioni meccaniche ed assemblaggi di precisione, con applicazioni in progettazione, costruzione e test di prodotti per Ultra Alto Vuoto (UHV). Grazie alla nostra collaborazione con il CERN abbiamo acquisito l’esperienza per intraprendere progetti complessi anche per altri centri di ricerca. Tali progetti includono tecnologie speciali (brasatura sotto vuoto di rame, acciaio e glidcop, saldatura a fascio di elettroni, laser e a frizione). Questi ed altri processi sono da noi gestiti e controllati presso fornitori selezionati. C.S.C. SpA Via Lago Maggiore 7, 36015 Schio (VI) Tel. +39 0445 575 989, Fax +39 0445 57 57 50 [email protected], www.csc-schio.com La CSC è stata fondata nel 1976 e si è da sempre focalizzata nella realizzazione di saldature speciali e nella progettazione e costruzione di componenti per la ricerca scientifica, l’industria energetica e aerospaziale usando materiali come: Acciaio Inox, Nichel e le sue leghe, Titanio, Tantalio, Zirconio, Alluminio e le sue leghe ecc. La C.S.C. è qualificata in accordo alla normativa ISO 9001 sin dal 1993. Negli ultimi anni ha inoltre conseguito la certificazione in accordo alla UNI EN ISO 3834-2: 2006 Dimensioni SpA Via VIII Marzo 8, 10095 Grugliasco (TO) Tel. +39 011 40 66 101, Fax +39 011 40 66 112, amministrazione@ gruppodimensione.com, www.gruppodimensione.it Da oltre trent’anni Dimensione S.p.A. ha saputo affermarsi come general contractor specializzato in opere edili, impianti elettrici e di climatizzazione ad alto contenuto tecnologico. In Italia come all’estero, i settori terziario, industriale, pubblico, ospedaliero e commerciale ci permettono di esprimere al massimo il nostro know how e di trasmettere l’esperienza maturata combinata con la creatività italiana, che è il trait-d ’union nelle la Rivista n. 10 Ottobre 2011 91 Il mondo in camera nostre realizzazioni. Dimensione riunisce al proprio interno Progettazione, Produzione e Realizzazione in maniera coordinata, per servire un piatto pronto ad essere gustato. Grazie ad un’organizzazione concreta, flessibile e sempre in ascolto, possiamo personalizzare i progetti e i lavori per il cliente. Affrontiamo tutte le sfide che si presentano con la passione per il lavoro e con l’utilizzo delle tecnologie più innovative. produce resistenze elettriche e sistemi riscaldanti completi di controlli termici per applicazioni domestiche ed industriali. Avvalendosi di Business Units altamente specializzate il gruppo sviluppa e produce resistenze per differenti aree applicative; resistenze tubolari, elementi riscaldanti a cartuccia e a fascia, fogli flessibili, thick film, cavi riscaldanti, riscaldatori a filo nudo, elementi alettati in alluminio, assiemi funzionali e controlli elettronici. Ecor Reserarch SpA Via Friuli 11- ZI, 3+015 Schio (VI) Tel. +39 0445 57 60 63, Fax +39 0445 57 62 64 [email protected], www.ecor-research.com Lungarni Giuseppe Srl Via Repubblica di S.Marino 44, 41100 Modena Tel. +39 059 45 40 29, Fax +39 059 31 56 71 [email protected], www.lungarigiuseppe.it ECOR Research progetta, produce ed assembla manufatti in acciaio inox, titanio e leghe speciali per l’Industria Alimentare, Farmaceutica,Ricerca Scientifica e Aerospaziale, mediante saldatureTIG, Laser YAG, trattamenti termici, chimici e saldobrasatura in forno ad alto vuoto. L’azienda ha la competenza e il knowhow per supportare il cliente dalla progettazione alla realizzazione del componente. È certificata ISO9001,ISO14001,AS/EN9100. È accreditata NADCAP per la saldatura e ha pianificato l’accreditamento per il trattamento termico. L’azienda ha iniziato l’attività nel 1967 ed è specializzata nelle lavorazioni di fresatura e rettifica di parti di macchine utensili di grandi dimensioni. Inoltre, avvalendosi di collaboratori fidati è in grado di fornire particolari finiti su disegno del Cliente. Dimensioni massime di lavorazione: FRESATURA mm. 18000 x 4000 x 1500 + tavola rototraslante 2500 x 2500 RETTIFICA mm. 10000 x 2000 x 2000 Per maggiori informazioni consultare il sito www.lungarigiuseppe.it Fantini Sud SpA Strada P.le Casilina per Sgurgola 52, 03012 Anagni (FR) Tel. +39 0775 77 491, Fax +39 0775 76 96 40 [email protected], www.fantinispa.it Le aziende del Gruppo Fantini sono cresciute negli anni con una filosofia da sempre rivolta alla ricerca, al miglioramento continuo e all’innovazione tecnologica e sono riuscite a sviluppare competenze e referenze in diversi settori ad alta tecnologia. Le divisioni automazione e meccanica sono orientate alla realizzazione di impianti e attrezzature e si occupano di tutte le fasi di nascita e sviluppo di un progetto, entrambe sono orientate alla costruzione di prodotti speciali, mettendo a disposizione una struttura tecnica in grado di supportare e sviluppare le idee del cliente, al fine della successiva realizzazione del prodotto. Nella divisione meccanica trovano spazio, per esempio, le collaborazioni con enti nazionali ed internazionali di ricerca scientifica per la fornitura di apparati sperimentali. Di seguito alcuni degli enti di ricerca con cui lavora costantemente il Gruppo Fantini E.N.E.A. (Italy), I.N.F.N. (Italy), U.K.A.E.A – E.F.D.A. (England), MAX PLANK INSTITUT (Germany). Iniziative Industriali Srl - COSMI Group Via Teodorico 5, 48122 Ravenna Tel. +39 0544 60 51 11, Fax +39 0544 60 59 22 [email protected], www.gruppocosmi.com Iniziative Industriali è specializzata nella progettazione, fornitura e montaggio di opere e servizi di altissima qualità per la realizzazione d’impianti nel settore energetico tipo oil&gas, chimico e petrolchimico. Iniziative Industriali ha trasformato la propria esperienza in know-how meccanico ed elettro-strumentale e realizza progetti chiavi in mano tipo: • EPC • Montaggi e avviamento di impianti • Manutenzioni • Training Le performance degli impianti realizzati unite alla trasparenza nei rapporti con i propri clienti e partners hanno permesso il successo di INIZIATIVE INDUSTRIALI nel corso degli anni. IRCA SpA Div Rica – Zoppas Industries Via Podgora 26, 31029 Vittorio Veneto (TV) Tel. +39 0438 91 02 18, Fax +39 0438 91 03 20, [email protected], www.zoppas.com Rica, divisione del gruppo Zoppas Industries, da oltre 30 anni 92 la Rivista n. 10 Ottobre 2011 Maprad Srl Via C.Colombo 19/i, 06127 Perugia Tel. +39 075 50 56 317, Fax +39 075 51 56 291 [email protected], www.maprad.com Maprad opera nel settore aerospaziale ed è specializzata negli studi di suscettibilità alla radiazione di sistemi e componenti elettronici. Recentemente, ha lanciato una seconda linea di attività rivolta a ricerca e sviluppo su rivelatori di particelle innovativi. Fondata nel 2005, l’azienda si basa sull’esperienza di più di 15 anni di lavoro in progetti scientifico-spaziali di ingegneri elettronici, meccanici e fisici sperimentali delle alte energie, tutti altamente qualificati. Reven.ge Srl Via Sansovino 217, 10151 Torino Tel. +39 011 73 70 00, Fax +39 011 45 43 067 [email protected], www.revenge.it Costituita a Torino nel 1995, REVEN.GE nasce dalla collaborazione tra un gruppo di professionisti operanti da oltre vent’anni nel settore informatico. Oggi, nell’ambito dell’Information Technology, è un punto di riferimento per la Progettazione e la Realizzazione di Soluzioni ad elevato contenuto tecnologico. Nel corso di questi anni REVEN.GE ha investito nella formazione e nell’aggiornamento costante del proprio staff tecnico e commerciale con il risultato di poter contare, attualmente, su professionisti qualificati e diversificati nelle specifiche competenze. RIAL Vacuum Srl Via Tito ed Ettore Manzini 7A, 43126 Parma Tel. +39 0521 94 93 01, Fax +39 0521 94 93 00, [email protected], www.rialvacuum.com RIAL Vacuum è una società specializzata nella progettazione, produzione e collaudo di sistemi per vuoto, ultraltovuoto e componenti meccanici di precisione secondo le specifiche fornite dal Cliente. Con un’ampia gamma di prodotti e servizi, è in grado di soddisfare appieno le esigenze dei principali centri di ricerca europei e di industrie ad elevato contenuto tecnologico grazie al reparto di ingegneria che è in grado di sviluppare la progettazione e la realizzazione di questi componenti speciali. SAES Getters SpA Viale Italia 77, 20020 Lainate (MI) Tel +39 02 93 178 1, Fax +39 02 93 17 83 70 [email protected], www.saesgetters.com Leader mondiale in una varietà di applicazioni scientifiche e industriali in cui sono richieste condizioni di ultra alto vuoto o gas ultra puri, il Gruppo SAES® Getters sfida la velocità dell’evoluzione tecnologica con un impegno totale nell’innovazione. Grazie a questo impegno, a partnership e alleanze tecnologiche, durante gli ultimi 70 anni il Gruppo SAES Getters ha saputo supportare applicazioni specifiche con lo sviluppo di soluzioni altamente innovative, rispondendo alle esigenze di mercati in costante trasformazione con profonde diversificazioni del portfolio di tecnologie offerte. L’invenzione ed il concetto della pompa NEXTorr® rappresentano un notevole passo avanti in ambito di tecnologia del vuoto. L’utilizzo della pompa NEXTorr mira alla riduzione degli spazi occupati e del peso e alla migliorata capacità di pompaggio di specie gassose in applicazioni di ultra alto vuoto. Grazie a questo nuovo prodotto nel 2011 il Gruppo SAES GETTERS ha ottenuto il prestigioso premio americano R & D 100 che identifica le 100 tecnologie più rivoluzionarie di nuova introduzione nel mercato. Sarvadon Srl Via Circonvallazione 3, 11024 Châtillon (AO) Tel. +39 0166 61 343, Fax +39 0166 61 511 [email protected], www.sarvadon.org Le officine Sarvadon sono dedicate alla lavorazione dell’acciaio, acciaio inox, alluminio e dei materiali compositi più avanzati per tutte le esigenze dell’architettura d’esterni ed interni. L’organico è costituito da 16 persone interne e 4 squadre di posatori. Il centro di progettazione e sviluppo interno è in grado di individuare risposte adeguate alle esigenze del cliente e del mercato, anche con soluzioni evolute ed innovative. Dal 2009 è operativa la società collegata “S.A.A. Acier et Alluminium Sarl” con sede a Menton (Francia). SEA ALP Engineering Consortium Via F. Parigi 32a - ZI Chind, 10034 Chivasso (TO) Tel. +39 011 919 52 00, Fax +39 011 9195 885 [email protected], www.criotec.com SEA ALP Engineering è una joint-venture di 7 partner che hanno lavorato insieme più o meno continuativamente in molti progetti riguardanti lo studio di impianti e macchinari nel campo della ricerca dell’elevata efficienza energetica durante gli ultimi 20 anni. Abbiamo partecipato ad alcuni dei più importanti progetti di fisica nucleare a livello internazionale quali: HERA, NET/ITER, LEP, LHC, come progettisti e fornitori. Il gruppo dispone di un’ampia e differenziata capacità tecnica orientata in diversi campi tra i quali la progettazione concettuale di macchine, disegni costruttivi, simulazioni FEM, impianti oleodinamici, curvatura di profili e criogenia. PROGRAMMA Monday, 10 October 2011 9:00 - 12:30: Delivery of the stands to the exhibitors Council Chamber Bldg. 503: 14:15 - 14:25: Welcome speech by Maurizio Biasini (Scientific Attaché) 14:25 - 14:40: ILO report, Sandro Centro (Industrial Liaison Officer) 14:40 - 15:10: Purchasing procedures, Dante Gregorio (CERN) 15:10 - 15:45: Technology transfer, Thierry Lagrange (CERN) 16:00 - 17:30: Guided visit to experiments for the exhibitors Tuesday, 11 October 2011 09:30 - 12:30 Exhibition of Italian Industries 12:30 - 14:00 Lunch hosted by the Italian Industries participating to the exhibition (only by invitation) Council Chamber (open) 14:00 - 14:10: Welcome by Sergio Bertolucci, Director for Strumenti Scientifici CINEL Srl Via dell’Artigianato 14-14A, 35010 Vigonza (PD) Tel. +39 049 72 50 22, Fax +39 049 89 31 881 [email protected], www.cinel.com Strumenti Scientifici CINEL opera nel settore della meccanica di precisione applicata alla produzione di strumentazione scientifica utilizzata nei laboratori di ricerca. CINEL progetta, costruisce, collauda e installa apparecchiature nel campo della fisica nucleare per gli acceleratori di particelle e delle macchine per la produzione di luce di sincrotrone. CINEL ha acquisito esperienza anche nel settore della criogenia, superconduttività e astrofisica. Vaqtec Srl Corso Grosseto 437, 10151 Torino Tel. +39 011 096 83 07, Fax +39 011 096 83 93 [email protected], www.vaqtec.com Vaqtec è un produttore e distributore specializzato in componenti per vuoto ed ultra alto vuoto a prezzi molto competitivi. Qualità, servizio e professionalità sono il nostro fiore all’occhiello, e fanno di Vaqtec un valido partner per il ricercatore in cerca di componenti affidabili, prodotti secondo lo standard ISO, utili alla realizzazione e al mantenimenti dei sistemi in vuoto e dei loro processi. Dalle flange, passanti elettrici, finestre e valvole alla gamma completa di manipolatori e controllori di spessore per deposizione, Vaqtec copre l’intero spettro. Tutto il materiale è disponibile sul catalogo on-line, che contiene prodotti standard completi di specifiche tecniche. La nostra priorità è soddisfare le richieste del cliente con informazioni tecniche dettagliate ed una consegna rapida. Questa è la sfida che affrontiamo ogni giorni qui in Vaqtec. VCS Srl Via Moneta 2° - Quartiere SPIP, 43100 Parma Tel. +39 0521 60 60 30, Fax +39 0521 60 77 40, p.consolini@vcs-pr. it, www.vcs-pr.it VCS Srl è fornitore di macchine per la produzione specializzata nel VUOTO -ALTO VUOTO e settori UHV. Ha particolare competenza nella produzione di componenti e sistemi, in acciaio inox, sia per uso industriale che di ricerca. La società possiede un sito produttivo di 3.300 metri quadrati, in parte dedicato alla produzione di camere ed in parte alla produzione di macchinari ad alta precisione. L’obiettivo strategico di VCS è quello di raggiungere gli standard di qualità più alta possibile durante tutto il processo produttivo, che richiede alti livelli di professionalità non solo in fase di progettazione ma anche durante la produzione, con il monitoraggio continuo della produzione di way-punti. Research and Computing, on behalf of the D.G. 14:10 - 14:20: Speech by the Italian Ambassador, Laura Mirachian 14:20 - 14:30: Speech by the Secretary General of the Italian Chamber of Commerce for Switzerland, Andrea G. Lotti 14:30 - 14:45: Speech by the President of INFN, Roberto Petronzio 14:45 - 15:30: Introduction to CERN and CERN’s activities by Sergio Bertolucci 15:30 – 16:00: Coffee break 16:00 - 17:30: Informal meeting with the Italian staff at CERN 20:00 - 21:30: Concert “Trio Poem” sponsored by the Italian Industries Wednesday, 12 October 2011 9:30 - 17:30 Exhibition of Italian Industries Thursday, 13 October 2011 9:30 - 16:00: Exhibition of Italian Industries 16:00: Cocktail Party for the closing of the exhibition la Rivista n. 10 Ottobre 2011 93 Contatti commerciali DAL MERCATO ITALIANO Fax: 0039/0975381158 E-mail:fragranze [email protected] Offerte di merci e servizi Sistemi per termoidraulica Hold Pipe srl Via Torricelli 28 Z. I. I – 33080 Porcia PN Tel. 0039/0434 593935 Fax 0039/0434 593930 E-mail: [email protected] www.holdpipe.net Acqua minerale Monteforte srl Via Lazzari,110 I - 41050 Montese (MO) Tel. 0039 059-980056 Fax 0039 059-980057 E-mail: [email protected] www.monteforte.it Prodotti zootecnici SGDA srl Via Mellana 4 I - 15033 Casale Monferrato AL Tel: 0039/0142453439 Fax 0039/0142417451 E-mail: [email protected] www.sgda.it Organizzazione di eventi Eventifuturi sas Via Fabroni 9 I - 50134 Firenze Tel: +39 393 8665105 E-mail: [email protected] www.eventifuturi.com Pasta Pasta Rossini srl Via Via Modena, 340 I - 34034 Cassana FE Tel. 0039/0532824477 Fax 0039/0532824476 E-mail: [email protected] www.pastarossini.it Abbigliamento e moda Teddy Spa Via Coriano 58 - Grosrimini - Blocco 97 I – 47900 Rimini Tel. 0039/0541 301480 Fax 0039/0541 383430 E-mail: [email protected] www.teddy.it Prodotti da forno ORO.PAN C/da San Giuliano-zona P.I.P. I - 85050 Brienza PZ Tel. 0039/3297113688 94 la Rivista n. 10 Ottobre 2011 Detergenti AEB Spa Via V. Arici 104 - S.Polo I - 25134 BRESCIA Tel. +39.030.23071 Fax. +39.030.2307281 E-mail: [email protected] www.aeb-group.com Prodotti alimentari Mediterranea Trading srl Via Arno 5 I – 81100 Caserta Tel: 0039/331 5464316 [email protected] www. mediterraneatrading.jiimdo.com Componentistica per mobili e cucine Bertoni f.lli snc Via Tagliamento 8 I - 37051 Bovolone VR Tel. 0039/0457100539 Fax 0039/0456908231 E-mail: [email protected] Imballaggi Pogliano Flexible Packaging srl. Via Borgo Valentino, 8 I - 10020 Arignano TO Tel. 0039/011 9462393 Fax 0039/011 9462764 E-mail: [email protected] www.poglianofp.com Pasta Pasta Julia Spa Via Piemonte snc loc. S. Luciola I - 06038 Spello PG Tel. 0039/0742301761 Fax 0039/0742304301 [email protected] www.pastajulia.it Attrezzature per medicina medica e cosmetica MDG Tech srl Viale Duca D’Aosta 19 I – 21052 Busto Arsizio VA Tel. 0039/335 8189972 Fax 0039/02 700556834 E-mail: [email protected] www.medical-group.it Manutenzione armi sportive Megaline srl via Ardione 16 I – 42015 Correggio RE Tel. 0039/0522 631684 Fax 0039/0522 631685 E-mail: [email protected] www.megaline.it Abbigliamento da lavoro Maurel Via del Commercio 4-6 I – 27038 Robbio PV Tel. 0039/0384 671034 Fax 0039/0384 672361 Email: [email protected] www.maurel.com Porte blindate Tesio Spa Corso Venezia 63 I – 10147 Torino Tel. 0039/011 2620973 Fax 0039/011 2624878 Email: [email protected] www.tesio.com Profumi ed essenze Herbsardinia srl Via Lungo Saline 27/A I – 09126 Cagliari Tel. 0039/070383070 Fax 0039/01782225689 [email protected] www.herbsardinia.com Richieste di ricerca agenti-rappresentanti • La ditta International Innovation Pala GmbH (www.innovazionipala.it) è una impresa di diritto svizzero che possiede proprietà industriali e brevetti internazionali per lo sfruttamento e la realizzazione di impianti di energia rinnovabile e per lo sviluppo sostenibile è alla ricerca di soci collaboratori e finanziatori per acquisto e sfruttamento del diritto di priorità dei brevetti in proprio possesso. • L’ Azienda Agricola Borghesi Erika è una affermata realtà della provincia di Pistoia dedita alla produzione di un olio extravergine di oliva di altissima qualità Il Macchia Palmane. Negli oliveti posti in leggera collina il Lazzero oggi è unito a Moraiolo, Leccino, Frantoio e Maurino. Le olive sono raccolte a mano all’ invaiatura e subito frante, separatamente, con sistema a ciclo continuo. L’ Extravergine Macchia Palmane (IGP Toscano) si offre alla vista di un colore giallo con bei riflessi verdi, al naso fa correre la mente all’ oliva ed all’ erba, in bocca è ampio, persistente e con un buon equilibrio tra l’ amaro ed il piccante caratteristici. La ditta è alla ricerca in Svizzera di importatori e grossisti specializzati nella distribuzione di olio extravergine d’oliva con cui avviare una collaborazione di lungo termine. • Salottino GmbH Seestrasse 158 - 8810 Horgen Sconti per i soci per regali aziendali (cesti specialita’ italiane, vini, regalistica), possibilita’ catering , feste private. fertilitá del terreno con l’apporto di sostanza organica da concimi di stalla o da sovesci di leguminose e cereali. Si ritiene fondamentale l’apporto di sostanze umificanti naturali per incrementare l’attivitá biologica del terreno e favorire l’assorbimento degli altri elementi nutritivi. Le infestazioni fungine del vigneto si controllano benissimo con poltiglia bordolese e zolfo puro.. La ditta è alla ricerca in Svizzera di importatori e grossisti specializzati nella distribuzione di vino con cui avviare una collaborazione di lungo termine. Per le richieste di cui sopra rivolgersi a: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, Seestr. 123 casella postale, 8027 Zurig Tel. 044/289 23 23, Fax 044/201 53 57 e-mail: [email protected], www.ccis.ch Eva Vogel degli Esposti 079 3745427 DAL MERCATO SVIZZERO • L’Azienda Agricola Podere Salicutti è una affermata realtà della provincia di Siena dedita alla produzione di un Brunello di Montalcino di altissima qualità. La scelta colturale è quella del biologico che si avvale di tecniche molto semplici tendenti all’incremento della Fax 0041 52 396 22 02 [email protected] www.schlossberg.ch Pasta pronta ripiena HACO AG Worbstrasse 262 PF 96 CH – 3073 Gümligen Tel: +41 31 950 14 04 Fax +41 31 950 16 16 E-mail: [email protected] www.haco.ch • La studio legale Falanga & Partner è alla ricerca di un avvocato/partner. Per chiunque fosse interessato, contattare: Avvocato/Partner FALANGA & PARTNER Studio legale internazionale St. Jakobs-Strasse 11 Postfach 249 CH-4010 Basel Tel. +41 61 273 66 10 Fax +41 61 273 66 11 Ricerca di merci e servizi Filati e prodotti tessili per la casa Schlossberg Textil AG Tösstalstrasse 15 CH – 8488 Turbenthal Tel. 0041 52 396 23 37 Per ulteriori info rivolgersi alla: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, Seestr. 123 casella postale, 8027 Zurig Tel. 044/289 23 23, Fax 044/201 53 57 e-mail: [email protected], www.ccis.ch IMMOBILIARE Cogoleto (Ge) St.Anna Golf Nel complesso sportivo del St. Anna Golf, 18 buche tra le più belle della Liguria a due passi dal mare. stupendo appartamento nel Borgo del golf a pochi passi dalla Club House. Secondo piano con grande terrazzo sul fronte soggiorno e spettacolare vista sul campo da golf Ampio soggiorno, cucina adiacente totalmente attrezzata due camere di cui una si affaccia sul terrazzo e bagno. Inoltre prestigioso appartamento di mq. 350 con piscina e ampio giardino. Arenzano (GE) Pineta, di recente costruzione, a pochi passi dal mare, appartamento in ottimo stato composto da salone cucina, due camere da letto, studio, doppi servizi, ampio terrazzo, vista mare, box. Milano Elegante palazzina cielo-terra inizio 900, attualmente ad uso uffici,composta da due corpi di fabbrica interconnessi che si sviluppano su 4 piani fuori terra attor al cortile centrale e due piani interrati. L’immobile si trova nel cuore di Brera, noto per la Pinacoteca, l’accademia delle belle arti. Riviera dei Fiori Loano, Ceriale, Cervo, disponiamo di appartamenti a pochi passi dal mare. Informazioni Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, Seestr. 123 - 8027 Zurigo, Tel. 044/289 23 23, Fax 044/201 53 57 e-mail: [email protected], www.ccis.ch la Rivista n. 10 Ottobre 2011 95 ATTIVITÀ E SERVIZI Con i suoi circa 800 Soci la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, fondata nel 1909, è un‘associazione indipendente ai sensi del Codice Civile Svizzero. Il suo compito precipuo consiste nella assistenza alle imprese dedite all‘interscambio tra Italia, Svizzera ed il Principato del Liechtenstein. La gamma dei suoi servizi, certificati ISO 9001, è molto variegata e comprende tra l‘altro: - Ricerche su banche dati di produttori, importatori, grossisti, commercianti, agenti/rappresentanti dei seguenti Paesi: Italia e Svizzera - Informazioni riservate su aziende italiane: visure, bilanci, assetti societari, protesti, bilanci, rapporti commerciali, ecc. (disponibili on-line in giornata) - Segnalazioni di potenziali fornitori ed acquirenti - Ricerca e mediazione di partners commerciali italiani e svizzeri - Organizzazione di incontri e workshop tra operatori, con l‘ausilio di servizi di interpretariato e segretariato - Recupero di crediti commerciali, con particolare riguardo alla ricerca di soluzioni amichevoli e extragiudiziali PUBBLICAZIONI - La Rivista periodico ufficiale mensile (11 edizioni all‘anno) Calendario delle Fiere italiane Annuario Soci Indicatori utili Italia-Svizzera Agevolazioni speciali per i Soci Seestrasse 123, Casella postale, 8027 Zurigo Tel. ++41 44 289 23 23, Fax ++41 44 201 53 57 http://www.ccis.ch, e-mail: [email protected] IVA-Nr. 326 773 - Recupero dell‘IVA svizzera in favore di operatori italiani, nonché dell‘IVA italiana per imprese elvetiche - Consulenza ed assistenza legale in materia di diritto commerciale, societario e fiscale - Assistenza e consulenza in materia doganale - Informazioni statistiche ed import/esport - Informazioni finanziarie e riservate sulla solvibilità di imprese italiane e svizzere - Ricerca di prodotti, marchi di fabbricazione e reperimento di brevetti - Azioni promozionali e di direct marketing - Arbitrato internazionale - Informazioni relative all‘interscambio, normative riguardanti gli insediamenti in Svizzera ed in Italia - Seminari e manifestazioni su temi specifici di attualità - Traduzioni - Viaggi di Studio - Certificato di Italiano Commerciale rilasciato in collaborazione con la Società Dante Alighieri di Roma - Swiss Desk Porti italiani - La CCIS fornisce informazioni su Fiere e Mostre italiane. Rappresentanza ufficiale di Fiera Milano e di VeronaFiere - Recupero crediti in Svizzera - Regolamento di Arbitrato e di Conciliazione della Camera Arbitrale della CCIS - Compra-vendita di beni immobili in Italia - Costituzione di società affiliate di imprese estere in Italia - Il nuovo diritto societario italiano - Servizi camerali Rue du Cendrier 12-14, Casella postale, 1211 Ginevra 1 Tel. ++41 22 906 85 95, Fax ++41 22 906 85 99 e-mail: [email protected] IVA-Nr. 326 773 RECUPERO IVA ITALIANA RECUPERO IVA SVIZZERA Il servizio, offerto a condizioni molto vantaggiose, è rivolto sia alle imprese svizzere che recuperano l’IVA pagata in Italia che alle imprese italiane che recuperano l’IVA pagata in Svizzera. Grazie agli accordi di reciprocità tra Italia e Svizzera la legislazione svizzera consente agli imprenditori italiani il rimborso dell’IVA svizzera. Grazie agli accordi di reciprocità tra l’Italia e la Svizzera, la legislazione italiana consente agli imprenditori svizzeri di ottenere il rimborso dell’IVA italiana. La CCIS: • fornisce la necessaria documentazione; • esamina la documentazione compilata; recapita l’istanza di rimborso in Italia all’Autorità fiscale competente; • avvia e controlla l’iter della Vostra pratica tramite il suo ufficio di Pescara; • fornisce assistenza legale La CCIS: • fornisce un servizio di informazione e prima consulenza; • diventa il Vostro rappresentate fiscale; • esamina la completezza della Vostra documentazione; • invia la documentazione alle autorità svizzere e segue l’iter della vostra pratica. Informazioni più dettagliate contattare la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera +41 (0)44 289 23 23 RICERCA DI PARTNER COMMERCIALI Grazie alla propria rete di contatti e alla conoscenza delle esigenze e dei bisogni del mercato elvetico e di quello italiano, la Camera di Commercio offre ad imprese sia svizzere che italiane intenzionate ad esportare i propri servizi e prodotti all’estero un’accurata ricerca di controparti commerciali. Attraverso un’analisi sistematica del mercato obiettivo ed identificati i partner commerciali ritenuti più idonei per le imprese a diventare affidabili interlocutori nel settore di riferimento, viene organizzato un incontro presso le aziende target così selezionate permettendo alle imprese italiane o svizzere un rapido ed efficace ingresso sui rispettivi mercati di riferimento. Per ulteriori informazioni ed un preventivo sul servizio, potete contattarci al seguente indirizzo mail [email protected] Tomorrow needs commitment Proteggere, far fruttare e trasmettere il suo patrimonio. Oggi come ieri, il nostro impegno è guidato dalla trasparenza e da una visione a lungo termine. È con questi valori dettati dal buon senso che intratteniamo con lei una relazione duratura, basata sulla fiducia. Affrontiamo il futuro con serenità. www.ca-suisse.com ABU DHABI - BAHRAIN - BASILEA - BEIRUT - DOHA - DUBAI - GINEVRA - HONG KONG - KARACHI - LOSANNA - LUGANO - MONTEVIDEO - NASSAU - SINGAPORE - TEL AVIV - ZURIGO