2-01_relazione_descrittiva

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Commessa: NR/13077/R-L02
Metanodotto: Allacciamento Comune di Cadoneghe (nuovo)
DN 150 - DP 75 bar
RELAZIONE DESCRITTIVA
Foglio
0
05/06/15
INDICE
DATA
EMISSIONE
1
AGHIRARDI
DESCRIZIONE
ELABORATO
VERIFICATO
APPROVATO
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Metanodotto:
Allacciamento Comune di Cadoneghe (nuovo)
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INDICE
1.
SCOPO DELL’OPERA ............................................................................................... 3
2.
OPERE COSTITUENTI IL PROGETTO ...................................................................... 4
3.
CRITERI DI SCELTA PROGETTUALE ...................................................................... 5
4.
NORMATIVA DI RIFERIMENTO................................................................................. 8
5.
CARATTERISTICHE DELL’OPERA......................................................................... 14
6.
FASI DI REALIZZAZIONE DELL’OPERA ................................................................ 16
7.
INDICAZIONI DERIVANTI DAGLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE .................... 21
8.
ASPETTI AMBIENTALI ............................................................................................ 24
9.
OPERE DI RIPRISTINO ............................................................................................ 25
10. ALLEGATI................................................................................................................. 26
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1.
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SCOPO DELL’OPERA
I lavori in progetto consistono nel rifacimento della tubazione di allacciamento del Comune di
Cadoneghe DN 150 dalla Rete Regionale.
La nuova alimentazione sarà derivata dal metanodotto Derivazione Villanova-Padova DN 400
in quanto l’attuale tubazione di stacco, il met. Spina Nord di Padova DN 200, costruito nella
metà del secolo scorso, verrà completamente dismessa in quanto è interessata da una
progressiva riduzione della copertura, dovuta all’erosione naturale.
Il tracciato della variante avrà una lunghezza complessiva di circa 2000 m. e interesserà
solamente il comune di Cadoneghe (PD).
La realizzazione della nuova tubazione, contribuirà all’ammodernamento della rete e al
miglioramento degli standard di trasporto, connessi con il mantenimento della Rete di
Trasporto Regionale, dell’area di Cadoneghe.
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2.
OPERE COSTITUENTI IL PROGETTO
2.1
GASDOTTO
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Il gasdotto è costituito da tubazioni interrate corredate dai relativi accessori, quali:
piantane e armadietti per apparecchiature di controllo della protezione catodica; tubi di sfiato,
cartelli segnalatori, ecc.
2.2
MANUFATTI
I manufatti fuori terra sono generalmente delle aree recintate per il contenimento delle
apparecchiature di intercettazione (valvole di linea, punti di stacco e punti di consegna);
Tali aree, ubicate in luoghi accessibili con i mezzi del personale addetto alla manutenzione,
sono normalmente costituite da una recinzione in pannelli di grigliato metallico collocata su un
cordolo in calcestruzzo.
Questi impianti hanno dimensioni variabili in base alla tipologia ed al numero delle valvole
d’intercettazione da installare.
Altri manufatti, quando necessari, servono per la protezione della tubazione e dei terreni
circostanti.
Nel tratto di metanodotto in esame non sono previsti manufatti accessori, salvo il rifacimento
dell’impianto terminale in sostituzione di quello esistente.
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3.
CRITERI DI SCELTA PROGETTUALE
3.1
DIRETTRICE DI BASE
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Lo studio del tracciato inizia con l’esame della rete di metanodotti esistenti su una base
cartografica a grande scala e con l’individuazione geografica dei punti di partenza e arrivo.
L’analisi delle caratteristiche tecniche della rete, quali, diametro delle tubazioni, portata,
pressione di esercizio, presenza di punti di stacco esistenti, conduce alla definizione del tratto
di rete da modificare.
La linea congiungente i due punti è, in astratto, la direttrice di base ideale dalla quale partire
per la definizione del tracciato di progetto.
La linea individuata tiene conto delle infrastrutture presenti sul territorio e dei vincoli costruttivi
tipici di un metanodotto di piccolo diametro.
3.2
CRITERI PROGETTUALI DI BASE
Nell’ambito della direttrice di base individuata, l’intero tracciato di progetto è stato definito nel
rispetto di quanto disposto dal DM del 17.04.2008 e dal relativo allegato ”Allegato A – Regola
tecnica per la progettazione, costruzione, collaudo, esercizio e sorveglianza delle opere e degli
impianti di trasporto del gas naturale con densità non superiore a 0,8”, dalla legislazione
vigente (norme di attuazione dei PRG e vincoli paesaggistici, ambientali, archeologici, ecc.),
della normativa tecnica relativa alla progettazione di queste opere (vedi cap. 4), e dalle
prescrizioni di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri (D.Lgs. 81/08), applicando i seguenti
criteri di buona progettazione:
- Individuare il tracciato in base alla possibilità di ripristinare le aree attraversate
riportandole alle condizioni morfologiche e di uso del suolo preesistenti l’intervento,
minimizzando l’impatto sull’ambiente;
- transitare il più possibile in zone a destinazione agricola, evitando l’attraversamento di
aree comprese in piani di sviluppo urbanistico e/o industriale;
- evitare zone franose o suscettibili di dissesto idrogeologico;
- evitare, ove possibile, le aree di rispetto delle sorgenti e dei pozzi captati ad uso
idropotabile;
- contenere il numero degli attraversamenti fluviali, realizzandoli in subalveo ed in zone
che offrano sicurezza per la stabilità della condotta, prevedendo le necessarie opere di
ripristino e di regimazione idraulica
- interessare il meno possibile zone boscate e zone di colture pregiate;
- evitare, ove possibile, zone paludose e terreni torbosi;
- ridurre al minimo i vincoli alle proprietà private determinati dalla servitù di metanodotto,
utilizzando, per quanto possibile, i corridoi di servitù già costituiti da altre infrastrutture
esistenti (metanodotti, canali, strade ecc.);
- garantire al personale preposto all’esercizio ed alla manutenzione la possibilità di
accedere ed operare sugli impianti in sicurezza.
Nella definizione del tracciato sono, perciò, analizzate e studiate tutte le situazioni particolari,
siano esse di origine naturale oppure di natura antropica, che potrebbero rappresentare delle
criticità, sia per la realizzazione e la successiva gestione dell’opera, sia per l’ambiente in cui la
stessa s’inserisce.
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3.3
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GENERALITÀ E ALTERNATIVE CONSIDERATE
La scelta del tracciato della variante è stata condizionata dalla posizione della rete Snam Rete
Gas esistente e del punto di stacco già predisposto.
Il tracciato ricade interamente in zona agricola, si colloca in un area con sviluppo urbano a
macchia di leopardo e non interferisce con altre opere previste negli strumenti urbanistici.
Dal punto di vista morfologico non vi sono ostacoli particolari alla direttrice scelta e neanche
dall’esame del Piano Regolatore emergono vincoli particolari o elementi di impedimento al
tracciato proposto.
Pertanto la direttrice più breve risulta essere la scelta più valida e la meno vincolante per il
territorio. Qualsiasi alternativa allungherebbe il tracciato senza nessun vantaggio ambientale o
pratico sulla base delle informazioni a nostra conoscenza.
3.4
FASCIA DI VINCOLO
La costruzione ed il mantenimento di un metanodotto sui fondi altrui, devono essere preceduti
e sono legittimati dalla costituzione di una servitù non aedificandi.
La distanza minima dell’asse del gasdotto dai fabbricati, misurata orizzontalmente ed in senso
ortogonale all’asse della condotta, si ricava dal D.M. 17.04.2008.
Per il metanodotto in oggetto è prevista una fascia d’asservimento di 27,00 m. (13,50 m. per
ogni lato della condotta - vedi dis. STD-001). Nei tratti in cui la condotta viene collocata
all’interno di un tubo di protezione metallico o un cunicolo in cls, la fascia d’asservimento
prevista è di 9,00 m. (4,50 m. per ogni lato della condotta - vedi dis. STD-001).
Per garantire nel tempo il rispetto della sopra citata distanza, Snam Rete Gas procede alla
costituzione consensuale di servitù di metanodotto, consistente nell’impegno della proprietà a
non costruire a fronte d’indennità monetaria, lasciando inalterate le possibilità di utilizzo
agricolo dei fondi asserviti (servitù non aedificandi).
Nel caso in cui non si raggiunga, con i proprietari dei fondi, l’accordo bonario, si procede alla
richiesta di imposizione coattiva di servitù, eventualmente preceduta dall’occupazione
d’urgenza, delle aree necessarie alla realizzazione delle opere.
3.5
DESCRIZIONE DEL TRACCIATO
Il tracciato in progetto è rappresentato nella planimetria allegata in scala 1:10000 (vedi dis.
7619 VEN).
Il nuovo allacciamento ha una lunghezza complessiva di 2000 metri ed interessa
esclusivamente aree agricole.
Il tracciato in progetto inizia all’esterno della recinzione dell’impianto di intercettazione
esistente sul met. Derivazione Villanova-Padova DN 400, predisposto per lo stacco del
metandotto.
Da questo punto si pone in parallelismo con una linea elettrica di alta tensione, in direzione
Ovest, verso l’abitato di Cadoneghe.
In questo tratto attraversa il rio dell’Arzere e poco prima della strada comunale via Ca Ponte
devia leggermente verso destra per attraversare la strada Regionale n. 308.
Prosegue pressoché diritto per altri 400 metri circa e poi, nei pressi di un incrocio stradale,
curva verso sinistra con un angolo di circa 50° e prosegue in questa direzione per circa 150
metri, quindi devia nuovamente di 50° verso destra e segue l’andamento dei campi per circa
150 metri.
Il tracciato prosegue verso Sud Ovest per altri 150 metri e quindi con una curva a 45° si dirige
verso Sud per portarsi nei pressi del punto terminale.
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Metanodotto:
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Giunto di fronte alla cabina utente esistente con una curva a 90° si porta nei pressi della
recinzione all’interno della quale sarà realizzato il nuovo impianto terminale in sostituzione di
quello esistente.
Dopo la messa in esercizio della nuova condotta la tubazione esistente verrà bonificata e
rimossa.
Tab. 3.5/A: attraversamenti delle infrastrutture principali
Progressiva Provincia
Km.
Padova
Comune
Corsi d’acqua
Cadoneghe
0+450
Rio dell’Arzere
TOC
0+670
Via Ca Ponte
TT
0+795
Strada Regionale n. 308
TT
Modalità di posa= CA – cielo aperto
3.6
Modalità
posa
Reti viarie
TT – Trivella spingitubo
TP – Tubo di protezione a cielo aperto TOC – Trivellazione Orizzontale Controllata
TERRITORI COMUNALI INTERESSATI
Il metanodotto in progetto si sviluppa interamente nell’ambito della provincia di Padova, per
una lunghezza pari a m. 2020, attraversando il territorio del comune di Cadoneghe di seguito
evidenziato nella tabella 3.6/A.
Tab. 3.6/A: territori comunali interessati dal progetto.
Progressive
Provincia
Vicenza
Percorrenze
Comune
Cadoneghe
da km
a km
m
0+000
2+020
2020
Ambito
Morfologico
Pianura
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4.
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NORMATIVA DI RIFERIMENTO
La progettazione, la costruzione e l’esercizio del metanodotto è disciplinata essenzialmente
dalla seguente normativa:
Sicurezza del Lavoro
D. Lgs.626/94
D. Lgs.14/8/1996, n. 494
D. Lgs.19/11/1999, n. 528
D. Lgs.09/04/08, n. 81
Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE,
89/656/CEE,
90/269/CEE,
90/270/CEE,
90/394/CEE
e
90/679/CEE, riguardanti il miglioramento della sicurezza e della
salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.
Attuazione della direttiva 92/57/CEE concernente le prescrizioni
minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei
o mobili.
Attuazione della direttiva 92/57/CEE concernente le prescrizioni
minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei
o mobili.
Testo unico sulla sicurezza e salute delle lavoratrici e dei
lavoratori.
Vincolo Militare
L. 24.12.1976, N. 898
D.P.R. 17.12.1979, n. 780
Nuova regolamentazione delle servitù militari.
Pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 8 dell’11/01/1977
Approvazione del regolamento per l’esecuzione della legge 24
dicembre 1976, n. 898, concernente la nuova regolamentazione
delle servitù militari. Gazzetta ufficiale n. 55 del 26/02/1980
Antichità e belle arti
RD. 30.01.1913, n.363
L.01.06.1939, n.1089
L.14.03.1968, n 292
L.01.03.1975, n. 44
L.19.04.1990, n.84
DM. 09.08.1990
L. 10.02.1992, n.145
D.Lgs. n. 42/2004
Regolamento per l’esecuzione delle leggi relative alle antichità e
belle arti.
Tutela delle cose di interesse artistico o storico.
Disposizioni sulla competenza del Ministero dei Lavori Pubblici
per lavori che interessano il patrimonio storico ed artistico.
Misure intese alla protezione del patrimonio archeologico, artistico
e storico nazionale
Piano organico di inventariazione catalogazione ed elaborazione
della carta del rischio dei beni culturali, anche in relazione
all’entrata in vigore dell’Atto Unico Europeo: primi interventi.
Programma di interventi nell’ambito delle attività e dei compiti
istituzionali di catalogazione, inventariazione, prevenzione e
salvaguardia dei beni culturali ed ambientali, elaborazione di una
carta conoscitiva aggiornabile della situazione di rischio con la
relativa banca dati e potenziamento delle attività di ricerca e
formazione.
Interventi organici di tutela e valorizzazione dei beni culturali.
Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni
culturali ed ambientali, a norma dell’articolo 1 della legge
8/10/1997 n. 352 così come modificato dal D. Lgs. 24 marzo
2006, n. 156 e D. Lgs. 24 marzo 2006, n. 157 nonché dal D. Lgs.
26 marzo 2008, n. 62 e D. Lgs. 26 marzo 2008, n. 63
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Vincoli e tutela ambientale
RD. 25.07.1904, n. 523
Testo unico delle disposizioni di legge intorno alle opere
idrauliche delle diverse categorie
RD. 30.12.1923, n. 3267
Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi e
di terreni montani.
RD. 16.05.1926, n. 1126
Approvazione del regolamento per l’applicazione del R.D.L.
30.12.1923, n. 3267 concernente il riordinamento e riforma della
legislazione in materia di boschi e di terreni montani.
R.D.1740/33
Testo unico di norme per la tutela delle strade e per la
circolazione
RD. 11.12.1933, n. 1775
Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti
elettrici
L. 29.06.1939, n. 1497
Protezione delle bellezze naturali.
RD. n.1357
Regolamento per l’applicazione della Legge 29/6/1939, n.1497
sulla protezione delle bellezze naturali.
DPR 15.01.1972, n. 8
Trasferimento alle regioni a statuto ordinario delle funzioni
amministrative statali in materia di urbanistica e viabilità,
acquedotti e lavori pubblici di interesse regionale e dei relativi
personali ed uffici.
D.L. 27.06.1985, n. 312
Disposizioni urgenti per la tutela delle zone di particolare
interesse ambientale.
L. 08.08.1985, n. 431
Tutela delle zone di particolare interesse ambientale.
Circ. 31.08.1985, n. 8
Applicazione della L. 08.08.1985, n.431. Tutela delle zone di
particolare interesse ambientale.
L. 08.07.1986, n. 349
Istituzione del Ministero dell’Ambiente e norme in materia di
danno ambientale.
L. 18.05.1989, n. 183
Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del
suolo.
DPR 495/92
Regolamento di esecuzione e di attuazione del Nuovo Codice
della strada.
Dlgs 258/92 e 360/93
Nuovo codice della strada
L. 05.01.1994, n. 36
Disposizioni in materia di risorse idriche.
L. 05.01.1994, n. 37
Norme per la tutela ambientale delle aree demaniali dei fiumi, dei
torrenti, dei laghi e delle altre acque pubbliche.
DPR 12.04.1996
Atto di indirizzo e coordinamento per l’attuazione dell’art. 40,
comma 1, della Legge 22.02.1994, n.146, concernente
disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale.
DPR 08.09.97 n. 357
Regolamento per attuazione Direttiva 92/43/CEE
L. 08.10.1997, n. 344
Disposizioni urgenti per lo sviluppo e la qualificazione degli
interventi e dell’occupazione in campo ambientale.
L. 09.12.1998, n. 426
Nuovi interventi in campo ambientale.
DGR n. 2803 4.10.2002
Attuazione direttiva Comunitaria 92/43/CEE e DPR 357/97
DPR 12.03.2003 n. 120
Modifica ed integrazione DPR n. 357 08/09/97
D.Lgs. n. 42/2004 ex 490/99 Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni
culturali ed ambientali, a norma dell’articolo 1 della legge
8/10/1997 n. 352.
D.Lgs. n. 152 03/04/2006 Norme in materia ambientale
Cave e miniere
L. 04.03.1958, n. 198
DPR. 09.04.1959, n. 128
Delega al potere esecutivo ad emanare norme in materia di
polizia delle miniere e delle cave e per la riforma del Consiglio
Superiore delle Miniere.
Norme di polizia delle miniere e delle cave.
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DPR. 14.01.1972, n. 2
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Trasferimento alle Regioni a statuto ordinario delle funzioni
amministrative statali in materia di acque minerali e termali, cave
e torbiere, e di artigianato e del relativo personale.
Opere di fondazione, calcestruzzi, aree sismiche
CM. LL.PP. n. 3797/1967
Istruzioni per il progetto, l’esecuzione ed il collaudo delle opere di
fondazione.
L. n. 64/74 del 02.02.1974 Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le
zone sismiche.
DM. LL.PP. 03.03.1975
Norme Tecniche per le costruzioni in zone sismiche.
DM. LL.PP. 03.03.1975
Disposizioni concernenti l’applicazione delle norme tecniche per
le costruzioni in zone sismiche.
DPR n. 616 del 24.07.1977 Attuazione della delega di cui art. 1 della Legge 22.07.1975 n.
382.
DM. LL.PP. 21.01.1981
Norme Tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la
stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le
prescrizioni per la progettazione, l’esecuzione e il collaudo delle
opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione.
DM. LL.PP. 19.06.1984
Norme Tecniche per le costruzioni in zone sismiche.
LR. n. 27/85
Disposizioni particolari per le zone sismiche e gli abitati da
consolidare. Circolare esplicativa.
DM. LL.PP. 24.01.1986
Norme Tecniche per le costruzioni in zone sismiche.
CM. LL.PP n. 27690/1986 Istruzioni relative alla Normativa Tecnica per le costruzioni in
zone sismiche. Circolare del 19 Luglio 1986 a cura del Servizio
Tecnico Centrale del Ministero dei Lavori Pubblici
DM. LL.PP. 11.03.1988
Norme Tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la
stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le
prescrizioni per la progettazione, l’esecuzione ed il collaudo delle
opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione.
CM. LL.PP. n.30483/1988 Norme Tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la
stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le
prescrizioni per la progettazione, l’esecuzione ed il collaudo delle
opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione.
DM. 11/3/1988
Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e stabilità delle
opere di fondazione. Relazione Geologica e Geotecnica.
Competenze professionali.
CM. LL.PP. 218/24/3-1996 Istruzioni applicative per la redazione della relazione geologica e
della relazione geotecnica. Circolare 09.01.1996 del Min. LL.PP.
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n 50 del 29.02.1996
DM. LL.PP.16.01.1996
Norme per le costruzioni in zona sismica.
OPCM 20/3/2003 n.3274
Norme tecniche per il progetto sismico di opere di fondazione e di
sostegno dei terreni
OPCM 2/10/2003 n. 3316 Modifiche ed integrazioni all’OPCM 3274
D.P.C.M. 21/10/2003
Disposizioni attuative delle OPCM 3274 e 3316
D.M. 14 Settembre 2005
Norme tecniche per le costruzioni (ex "Testo unico" delle Norme
Tecniche per le Costruzioni)
D.M. 14 gennaio 2008
Norme tecniche per le costruzioni - NTC 2008
CM. 2 febbraio 2009
Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici - Istruzioni per
l'applicazione delle "Norme tecniche per le costruzioni"
Condotte per il trasporto di idrocarburi
D.M. 23/2/1971
Norme tecniche per gli attraversamenti e per i parallelismi di
condotte e canali, convoglianti liquidi e gas con ferrovie ed altre
linee di trasporto.
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Circ. 9 /5/1972 n. 216/173 Azienda Autonoma F.S.
Norme
tecniche
per
gli
attraversamenti e per i parallelismi di condotte e canali
convoglianti liquidi e gas con ferrovie ed altre linee di trasporto.
D.M. 24 /11/1984
Norme di sicurezza antincendio par il trasporto, la distribuzione,
l’accumulo e l’utilizzazione del gas naturale con densità non
superiore a 0,8.
Modifiche: D.M. 12.02.1989;
D.M. 22.05.1989;
D.M. 27.11.1989
D.M. 16.11.1999
D.M. 11/3/1988.
Fattibilità geotecnica di opere su grandi aree, quali reti idriche e
fognarie urbane e reti di sottoservizi di qualsiasi tipo. Sezione H,
punto C.
Circ. 4/7/1990 n. 1282
Azienda Autonoma F.S.
Condizioni
generali
tecnicoamministrative regolanti i rapporti tra l’ente Ferrovie dello Stato e
la SNAM in materia di attraversamenti e parallelismi di linee
ferroviarie e relative pertinenze mediante oleodotti, gasdotti,
metanodotti ed altre condutture ad esse assimilabili.
D.M. 3/8/1991
Distanza minima da osservarsi nelle costruzioni di edifici o
manufatti nei confronti delle officine e degli impianti delle F.S.
D.M. 10/8/2004
Modifiche alle “Norme tecniche per gli attraversamenti e per i
parallelismi di condotte e canali convoglianti liquidi e gas con
ferrovie ed altre linee di trasporto. G.U. 25/8/2004 n. 199
D.M. 16/4/2008
“Regola tecnica per la progettazione, costruzione, collaudo,
esercizio e sorveglianza delle opere e dei sistemi di distribuzione
e di linee dirette del gas naturale con densità non superiore a 0,8”
D.M. 17/4/2008
“Regola tecnica per la progettazione, costruzione, collaudo,
esercizio e sorveglianza delle opere e degli impianti di trasporto
del gas naturale con densità non superiore a 0,8”
Espropriazione per pubblica utilità
D.Lgs 23/5/2000 n. 164
D.P.R. 8/6/2001 n. 327
Attuazione della Direttiva 98/30/CEE recante norme comuni per il
mercato interno del gas naturale, a norma dell’art. 41 della Legge
17 maggio 1999, n. 144
Testo unico in materia di espropriazioni per pubblica utilità e
successive modifiche integrato con il D.Lgs del 27/12/2004 n.
330 recante norme particolari per la realizzazione di infrastrutture
lineari energetiche
L’opera è stata, perciò, progettata e sarà realizzata in conformità alle suddette Leggi ed in
conformità alla normalizzazione interna Snam Rete Gas gasdotti, che recepisce i contenuti
delle principali specifiche tecniche nazionali ed internazionali.
Materiali
UNI - DIN – ASTM
Caratteristiche dei materiali da costruzione
Strumentazione e sistemi di controllo
API RP-520 Part. 1/1993
API RP-520 Part. 2/1988
Dimensionamento delle valvole di sicurezza
Dimensionamento delle valvole di sicurezza
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Sistemi elettrici
L 186/68
Disposizioni
concernenti
la
produzione
di
materiali,
apparecchiature, macchinari, installazioni ed impianti elettrici ed
elettronici.
L 46/90
Norme per la sicurezza degli impianti.
DPR 447/91
Regolamento di attuazione della L 46/90 in materia di sicurezza
degli impianti.
CEI 64-8/1992
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a
1.000 V
CEI 64-2 (Fasc.1431)/1990 Impianti elettrici utilizzatori nei luoghi con pericolo di esplosione
CEI 81-1 (Fasc.1439)/1990 Protezione di strutture contro i fulmini
D.M. 22/01/2008 n. 37
Norme per la sicurezza degli impianti
Impiantistica e Tubazioni
ASME B31.8
Gas Transmission and Distribution Piping Systems (solo per
applicazioni specifiche es. fornitura trappole bidirezionali)
ASME B1.1/1989
Unified inch Screw Threads
ASME B1.20.1/1992
Pipe threads, general purpose (inch)
ASME B16.5/1988+ADD.92 Pipe flanges and flanged fittings
ASME B16.9/1993
Factory-made Wrought Steel Buttwelding Fittings
ASME B16.10/1986
Face-to-face and end-to-end dimensions valves
ASME B16.21/1992
Non metallic flat gaskets for pipe flanges
ASME B16.25/1968
Buttwelding ends
ASME B16.34/1988
Valves-flanged, and welding end..
ASME B16.47/1990+Add.91 Large Diameters Steel Flanges
ASME B18.21/1991+Add.91 Square and Hex Bolts and screws inch Series
ASME B18.22/1987
Square and Hex Nuts
MSS SP44/1990
Steel Pipeline Flanges
MSS SP75/1988
Specification for High Test Wrought Buttwelding Fittings
MSS SP6/1990
Standard finishes contact faces of pipe flanges
API Spc. 1104
Welding of pipeline and related facilities
API 5L/1992
Specification for line pipe
EN 10208-2/1996
Steel pipes for pipelines for combustible fluids
API 6D/1994
Specification for pipeline valves, and closures, connectors and
swivels
ASTM A 193
Alloy steel and stainless steel-bolting materials
ASTM A 194
Carbon and alloy steel nuts for bolts for high pressure
ASTM A 105
Standard specification for “forging, carbon steel for piping
components”
ASTM A 216
Standard specification for “carbon steel casting suitable for fusion
welding for high temperature service”
ASTM A 234
Piping fitting of wrought carbon steel and alloy steel for moderate
and elevate temperatures
ASTM A 370
Standard methods and definitions for "mechanical testing of steel
products"
ASTM A 694
Standard specification for "forging, carbon and alloy steel, for pipe
flanges, fitting, valves, and parts for high pressure transmission
service"
ASTM E 3
Preparation of metallographic specimens
ASTM E 23
Standard methods for notched bar impact testing of metallic
materials
ASTM E 92
Standard test method for vickers hardness of metallic materials
ASTM E 94
Standards practice for radiographic testing
ASTM E 112
Determining average grain size
Metanodotto:
Allacciamento Comune di Cadoneghe (nuovo)
DN 150 - DP 75 bar
ASTM E 138
ASTM E 384
ISO 2632/2
ISO 6892
ASME Sect. V
ASME Sect. VIII
ASME Sect. IX
CEI 15-10
ASTM D 624
ASTM E 165
ASTM E 446
ASTM E 709
Foglio
13
di
26
Standards test method for Wet Magnetic Particle
Standards test method for microhardness of materials ISO 898/1
Mechanical properties for fasteners - part 1 - bolts, screws and
studs
Roughness comparison specimens - part 2 : sparkeroded, shot
blasted and grit blasted, polished
Metallic materials - tensile testing
Non-destructive examination
Boiler and pressure vessel code
Boiler construction code-welding and brazing qualification
Norme per "Lastre di materiali isolanti stratificati a base di resine
termoindurenti"
Standard method of tests for tear resistance of vulcanised rubber
Standard practice for liquid penetrate inspection method
Standard reference radiographs for steel castings up to 2" in
thickness
Standard recommended practice for magnetic particle
examination
Sistema di Protezione Anticorrosiva
ISO 8501-1/1988
UNI 9782/1990
UNI 9783/1990
UNI 10166/1993
UNI 10167/1993
UNI CEI 5/1992
UNI CEI 6/1992
UNI CEI 7/1992
UNI EN 12954
UNI CEI EN 45020
UNI 10835
Preparazione delle superfici di acciaio prima di applicare vernici e
prodotti affini. Valutazione visiva del grado di pulizia della
superficie - parte 1: gradi di arruginimento e gradi di preparazione
di superfici di acciaio non trattate e superfici di acciaio dalle quali
è stato rimosso un rivestimento precedente UNI 5744-66/1986
Rivestimenti metallici protettivi applicati a caldo (rivestimenti di
zinco ottenuti per immersione su oggetti diversi fabbricati in
materiale ferroso)
Protezione catodica di strutture metalliche interrate - criteri
generali per la misurazione, la progettazione e l'attuazione
Protezione catodica di strutture metalliche interrate - interferenze
elettriche tra strutture metalliche interrate
Protezione catodica di strutture metalliche interrate - posti di
misura
Protezione catodica di strutture metalliche interrate - dispositivi e
posti di misura
Protezione catodica di strutture metalliche interrate - misure di
corrente
Protezione catodica di strutture metalliche interrate - misure di
potenziale
Protezione catodica di strutture metalliche interrate - misure di
resistenza elettrica
Protezione catodica di strutture metalliche interrate. Principi
generali e applicazioni per condotte.
Termini generali e loro definizioni riguardanti la normazione e le
attività connesse
Protezione catodica di strutture metalliche interrate. Anodi e
dispersori per impianti a corrente impressa. Criteri di
progettazione e installazione
Foglio
Metanodotto:
Allacciamento Comune di Cadoneghe (nuovo)
DN 150 - DP 75 bar
5.
14
di
26
CARATTERISTICHE DELL’OPERA
L’opera in oggetto, progettata per il trasporto di gas naturale con densità 0,30 kg/m3 in
condizioni standard ad una pressione massima di esercizio di 75 bar, sarà costituita da una
condotta, formata da tubi in acciaio collegati mediante saldatura (linea), che rappresentano
l’elemento principale del sistema di trasporto in progetto e da una serie di impianti che, oltre a
garantire l’operatività della struttura, realizzano l’intercettazione della condotta in accordo alla
normativa vigente.
Linea:
- condotta DN 150 (6”) interrata della lunghezza complessiva di 2000 m.
Impianti:
- l’impianto di partenza è già predisposto per lo stacco che quindi avverrà all’esterno dello
stesso
- l’impianto terminale è previsto in sostituzione dell’esistente all’interno dell’area dell’utente
finale
Gli standard costruttivi dell’opera in progetto sono allegati alla presente relazione (vedi Disegni
di progetto).
La pressione di progetto, adottata per il calcolo dello spessore delle tubazioni, è pari alla
pressione massima di esercizio: 75 bar.
5.1
LINEA
5.1.1. Tubazioni
Le tubazioni impiegate saranno in acciaio di qualità, conformi alle norme previste dalla Norma
UNI EN 1594, rispondenti a quanto prescritto al punto 2.1 del DM 17.04.2008, ed avranno le
seguenti caratteristiche:
-
diametro nominale
diametro esterno
spessore normale e maggiorato per linea
materiale acciaio di qualità
tensione di snervamento [MPa]
DN 150 (6”)
De 168,3 mm.
7,1 mm.
EN L360 NB/MB
360 N/mm²
I tubi, collaudati singolarmente negli stabilimenti di produzione, avranno una lunghezza di circa
12 m, saranno smussati e calibrati alle estremità per permettere la saldatura elettrica di testa.
Le curve saranno ricavate da tubi piegati a freddo con raggio di curvatura pari a 40 diametri
nominali, oppure prefabbricate con raggio di curvatura pari a 3 diametri nominali.
Negli attraversamenti delle strade più importanti e dove, per motivi tecnici, si è ritenuto
opportuno, la condotta sarà messa in opera entro un tubo di protezione avente le seguenti
caratteristiche:
-
- diametro nominale:
- diametro esterno
- spessore:
DN 250 (10”)
De 257,5 mm.
7,8 mm.
Foglio
Metanodotto:
Allacciamento Comune di Cadoneghe (nuovo)
DN 150 - DP 75 bar
-
- materiale acciaio di qualità:
15
di
26
EN L360 NB/MB
5.1.2. Materiali
I tubi ed i componenti utilizzati per la costruzione della condotta per il trasporto del gas sono di
acciaio. Entrambi sono conformi alla norma UNI EN 1594. Per il calcolo dello spessore delle
tubazione è stato adottato il grado di utilizzazione f = 0,57 con pressione massima di esercizio
pari a 75 bar.
5.1.3. Protezione anticorrosiva
La condotta sarà protetta da:
• una protezione passiva esterna costituita da un rivestimento di nastri adesivi in
polietilene estruso ad alta densità, applicato in fabbrica, dello spessore di 2,0 mm. ed
un rivestimento interno in vernice epossidica. I giunti di saldatura saranno rivestiti in
linea con fasce termorestringenti.
• una protezione attiva (catodica) attraverso un sistema di correnti impresse con
apparecchiature poste lungo la linea che rende il metallo della condotta elettricamente
più negativo rispetto all’elettrolito circostante (terreno, acqua, ecc.).
La protezione attiva è realizzata contemporaneamente alla posa del metanodotto collegandolo
ad uno o più impianti di protezione catodica costituiti da apparecchiature che, attraverso circuiti
automatici, provvedono a mantenere il potenziale della condotta più negativo o uguale a –1 V
rispetto all’elettrodo di riferimento Cu-CuS04 saturo.
5.1.4. Fascia di asservimento
La costruzione ed il mantenimento di un metanodotto sui fondi altrui sono legittimati da una
servitù il cui esercizio, lasciate inalterate le possibilità di sfruttamento agricolo di questi fondi,
limita la fabbricazione nell’ambito di una fascia di asservimento a cavallo della condotta
(servitù non aedificandi).
L’ampiezza di tale fascia varia in rapporto al diametro ed alla pressione d’esercizio del
metanodotto, in accordo alle vigenti normative di legge.
Per il metanodotto in oggetto è prevista una fascia d’asservimento di 27,00 m. (13,50 m. per
ogni lato della condotta), la fascia si riduce a 9,00 m. (4,50 m. per ogni lato della condotta) nei
tratti in cui la condotta viene posata all’interno di tubi di protezione metallici o cunicoli in cls.
5.2
IMPIANTI
In accordo alla normativa vigente, la condotta sarà sezionabile mediante apparecchiature
d’intercettazione (valvole) denominate:
Gli impianti sono costituiti da tubazioni e da valvole di intercettazione sia interrate che aeree, e
da apparecchiature per la protezione elettrica della condotta.
Le aree, in parte pavimentate con autobloccanti prefabbricati, sono ubicati generalmente in
prossimità della viabilità ordinaria o saranno collegate ad essa tramite brevi accessi carrabili.
In ottemperanza a quanto prescritto dal D.M. 17.04.2008, la distanza massima fra i punti di
intercettazione sarà di 10 km.
Nel tratto oggetto della variante non sono presenti e/o previsti impianti di intercettazione. Gli
impianti esistenti sono sufficienti per il rispetto delle norme vigenti.
Metanodotto:
Allacciamento Comune di Cadoneghe (nuovo)
DN 150 - DP 75 bar
6.
Foglio
16
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26
FASI DI REALIZZAZIONE DELL’OPERA
La realizzazione dell’opera prevede l’esecuzione di fasi sequenziali di lavoro che permettono
di contenere le operazioni in un tratto limitato della linea di progetto, avanzando
progressivamente nel territorio.
Al termine dei lavori, il metanodotto sarà interamente interrato e la fascia di lavoro ripristinata;
gli unici elementi fuori terra saranno:
- i cartelli segnalatori del metanodotto; (vedi dis. STD-201)
- i tubi di sfiato posti in corrispondenza degli attraversamenti eseguiti con tubo di
protezione e/o cunicolo; (vedi dis. STD-202)
- i punti di intercettazione (la recinzione dell’area, le apparecchiature di manovra, le
apparecchiature di sfiato);
- gli armadietti e le piantane della Protezione Elettrica; (vedi dis. STD-203)
Le operazioni di montaggio della condotta in progetto si articolano nella seguente serie di fasi
operative.
6.1
REALIZZAZIONE DI INFRASTRUTTURE PROVVISORIE
Con il termine di “infrastrutture provvisorie” si intendono le piazzole di stoccaggio per
l’accatastamento delle tubazioni, della raccorderia, ecc.
Dette piazzole saranno realizzate a ridosso di strade percorribili dai mezzi adibiti al trasporto
dei materiali. La realizzazione delle stesse, previo scotico e accantonamento dell’humus
superficiale, consiste nel livellamento del terreno.
Si eseguiranno, ove non già presenti, accessi provvisori dalla viabilità ordinaria per permettere
l’ingresso degli autocarri alle piazzole stesse.
Al termine dei lavori le aree saranno completamente ripristinate nelle condizioni preesistenti,
procedendo allo stendimento del terreno vegetale accantonato, al fine di restituire alle aree
agricole l’originaria fertilità.
6.2
APERTURA DELLA FASCIA DI LAVORO
Le operazioni di scavo della trincea e di montaggio della condotta richiederanno l'apertura di
un’area di passaggio, denominata “fascia di lavoro”. Questa fascia dovrà essere il più continua
possibile ed avere una larghezza tale, da consentire la buona esecuzione dei lavori ed il
transito dei mezzi di servizio e di soccorso.
Nelle aree occupate da vegetazione ripariale e colture arboree (vigneti, frutteti, ecc.), l’apertura
della fascia di lavoro comporterà il taglio delle piante e la rimozione delle ceppaie.
Nelle aree agricole sarà garantita la continuità funzionale di eventuali opere di irrigazione e
drenaggio ed in presenza di impianti arborei a filare si provvederà, ove necessario,
all’ancoraggio provvisorio degli stessi.
In questa fase si opererà anche lo spostamento di pali di linee elettriche e/o telefoniche
ricadenti nella fascia di lavoro.
La fascia di lavoro avrà una larghezza complessiva pari a 14 m. e verrà di regola suddivisa
come di seguito indicato (vedi dis. STD-002):
- sul lato sinistro dell’asse picchettato, verrà realizzato uno spazio continuo di circa 6 m.
adibito all’accumulo del materiale di terreno fertile (humus); tale porzione sarà
asportata ed accantonata per il successivo spandimento al termine dei lavori di
ripristino, e per il deposito del materiale di scavo della trincea di posa.
Metanodotto:
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Foglio
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sul lato opposto, verrà realizzato uno spazio continuo di circa 8 m. adibito allo
sfilamento ed alla unione mediante saldatura della condotta, al sollevamento e posa
della condotta al transito dei mezzi di lavoro, al trasporto del personale e per eventuali
operazioni di soccorso.
In corrispondenza degli impianti l’ampiezza della fascia di lavoro sarà superiore ai valori sopra
riportati per evidenti esigenze di carattere esecutivo ed operativo.
Prima dell’apertura della fascia di lavoro sarà eseguito, ove necessario, l’accantonamento
dello strato umico superficiale a margine della fascia di lavoro per riutilizzarlo in fase di
ripristino.
In questa fase verranno realizzate le opere provvisorie, come tombini, guadi o quant’altro
serva per garantire il deflusso naturale delle acque.
I mezzi utilizzati saranno in prevalenza cingolati: ruspe, escavatori e pale caricatrici.
L’accessibilità alla fascia di lavoro sarà normalmente assicurata dalla viabilità ordinaria che,
durante l’esecuzione dell’opera, subirà unicamente un aumento del traffico dovuto ai soli mezzi
dei servizi logistici.
I mezzi adibiti alla costruzione invece utilizzeranno la fascia di lavoro messa a disposizione per
la realizzazione dell’opera.
-
6.3
SFILAMENTO DEI TUBI LUNGO L’AREA DI PASSAGGIO
L'attività consiste nel trasporto dei tubi dalle piazzole di stoccaggio ed al loro posizionamento
lungo la fascia di lavoro, predisponendoli testa a testa per la successiva fase di saldatura.
Per queste operazioni, saranno utilizzati trattori posatubi (sideboom) e mezzi cingolati adatti al
trasporto delle tubazioni.
6.4
SALDATURA DI LINEA
I tubi, le curve, ed i pezzi speciali saranno collegati mediante saldatura ad arco elettrico che
provoca la fusione contemporanea dei lembi delle tubazioni da saldare (cianfrini) e del
materiale di apporto (anima dell’elettrodo) che una volta solidificato formerà un corpo unico.
L’operazione può comportare diverse "passate" e come risultato finale dà un unico tratto di
condotta.
I tratti di tubazioni saldati saranno temporaneamente disposti parallelamente alla traccia dello
scavo, appoggiandoli su appositi sostegni in legno e sacchetti in sabbia per evitare il
danneggiamento del rivestimento esterno.
I mezzi utilizzati in questa fase saranno essenzialmente trattori posatubi (sideboom),
motosaldatrici e compressori ad aria.
6.5
CONTROLLI NON DISTRUTTIVI DELLE SALDATURE
Le saldature saranno tutte sottoposte a controlli non distruttivi, mediante l’utilizzo di tecniche
radiografiche e controlli con ultrasuoni, in base alle prescrizioni delle specifiche tecniche di
costruzione. Tale controllo viene effettuato, il più delle volte, mentre la condotta è ancora fuori
terra. In presenza di tie-ins, attraversamenti, collegamenti finali, ecc. i controlli vengono
eseguiti nello scavo con apparecchiature radiografiche esterne.
6.6
SCAVO DELLA TRINCEA
Metanodotto:
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Foglio
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Lo scavo destinato ad accogliere la condotta sarà aperto con l’utilizzo di macchine escavatrici
adatte alle caratteristiche morfologiche e litologiche del terreno attraversato.
Il materiale di risulta dello scavo sarà depositato lateralmente allo scavo stesso, lungo la fascia
di lavoro, per essere riutilizzato in fase di rinterro della condotta. Tale operazione sarà
eseguita in modo da evitare la miscelazione del materiale di risulta con lo strato umico,
accantonato nella fase di apertura della fascia di lavoro. Le dimensioni standard della trincea
sono riportate nei Disegni tipologici di progetto (vedi Dis. STD-003).
Nel caso in cui durante lo scavo della trincea, alla profondità definita della stessa venisse
ritrovata l’acqua di falda, si provvederà all’esaurimento della stessa con opportuni sistemi di
emungimento, in modo che la posa della condotta avvenga in assenza di spinta idrostatica.
I mezzi che saranno utilizzati per la realizzazione di tale fase sono principalmente Ruspe,
Escavatori, Pompe di esaurimento, ecc.
6.7
RIVESTIMENTO DEI GIUNTI
Al fine di realizzare la continuità del rivestimento in polietilene, costituente la protezione
passiva della condotta, si procederà a rivestire i giunti di saldatura con apposite fasce
termorestringenti e/o con l’apposizione di resine epossidiche bicomponenti.
L’apposizione delle fasce termorestringenti e preceduta da una fase di sabbiatura del metallo
della condotta al fine di eliminare l’arrugginimento e preparare le superfici di acciaio non
trattate e/o superfici di acciaio dalle quali è stato rimosso un rivestimento precedente.
Il rivestimento della condotta sarà quindi interamente controllato con l’utilizzo di un’apposita
apparecchiatura a scintillio (holiday detector) e, se necessario, saranno eseguite le riparazioni
con l’applicazione di mastice e pezze protettive.
È previsto l'utilizzo di trattori posatubi per il sollevamento della colonna, di sabbiatrici, mezzi di
trasporto, motocompressori, ecc..
6.8
POSA DELLA CONDOTTA
Ultimata la verifica della perfetta integrità del rivestimento, le sezioni di colonna delle tubazioni
di linea e/o di protezione precedentemente saldate saranno sollevate e posate nello scavo con
l'impiego di trattori posatubi (sideboom) o mezzi di sollevamento idonei.
A seconda delle caratteristiche della colonna (peso, lunghezza, caratteristiche del tubo, varierà
il numero dei mezzi impiegati. La sezione di condotta viene imbragata dai mezzi, con fasce
alza-tubo oppure con bilancini a rulli, partendo da una estremità, poi traslando e sbracciando il
carico si solleva e si sposta la colonna, facendo affidamento sulla elasticità dell’acciaio, fino a
determinarne lo spostamento sull’asse dello scavo dove successivamente la colonna viene
calata e posata
Nel caso in cui il fondo dello scavo presenti asperità tali da poter compromettere l’integrità del
rivestimento, sarà realizzato un letto di posa con materiale inerte (sabbia, ecc.).
6.9
REALIZZAZIONE DEGLI ATTRAVERSAMENTI
Gli attraversamenti delle infrastrutture vengono realizzati con piccoli cantieri, che operano
contestualmente all’avanzamento della linea.
La metodologia utilizzata per l’attraversamento dei corsi d’acqua e delle strade interessate dal
metanodotto è la seguente:
attraversamento con trivellazione orizzontale controllata (T.O.C.)
Metanodotto:
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Foglio
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Questa tipologia di attraversamento è realizzata con l’impiego di apposite attrezzature per la
trivellazione, costituite da una rampa inclinata mobile (rig) che provvede alla spinta, alla
rotazione ed al tiro nelle varie fasi esecutive.
La realizzazione dell’attraversamento comporta le seguenti operazioni:
Esecuzione foro pilota
Il foro pilota viene realizzato facendo avanzare la batteria di aste pilota con in testa una lancia
a getti di fango bentonitico che consente il taglio del terreno (jetting).
Generalmente la lancia a getti consiste in una asta che presenta una deviazione di circa 1° e
dispone di due ugelli, uno centrale rispetto alla testa e l’altro, eccentrico, in asse con la
deviazione.
I cambi di direzione necessari sono ottenuti ruotando le aste di perforazione in modo tale che
la direzione della deviazione coincida con quella desiderata (asse trivellazione).
Alesaggio e tiro posa
Dopo il completamento del foro pilota vengono estratte le aste di perforazione lasciando il tubo
guida nel foro.
In base ai riscontri ottenuti durante la perforazione del foro pilota, viene deciso se effettuare
contemporaneamente l’alesaggio ed il tiro della condotta o eseguire ulteriore alesaggio.
Nel primo caso viene collegata al tubo guida il treno di alesaggio costituito in genere da una
fresa, da un alesatore, da uno snodo, seguito dalla condotta e quindi si procede al tiro.
Nel secondo, dietro il treno di alesaggio, vengono collegate altre aste di tubo guida in modo da
mantenere un collegamento continuo all’interno del foro per poter procedere successivamente
alla fase di tiro della condotta.
Fango di trivellazione
In tutte le fasi operative viene impiegato il fango di trivellazione che ha le seguenti funzioni:
Aziona la trivella e/o esegue il jetting;
Trasporta il materiale trivellato (cutting) fuori dal foro;
Garantisce la stabilità del foro;
Riduce notevolmente l’attrito lungo le pareti del foro;
Impedisce, in presenza di una falda in pressione, il sifonamento del foro.
Sistema di controllo direzionale
La possibilità di effettuare le correzioni di direzione mediante la tecnica descritta in
precedenza, presuppone una conoscenza della posizione e della direzione della testa di
perforazione.
Tali informazioni sono ottenute mediante una sonda posizionata all’interno dell’asta pilota in
prossimità della testa di perforazione.
La sonda, sensibile all’orientamento rispetto al campo magnetico terrestre, fornisce
l’inclinazione e l’azimut della testa di perforazione.
Tali valori, unitamente alla distanza perforata, consentono di calcolare le coordinate orizzontali
e verticali lungo il foro pilota.
L’impiego di sistemi di trasmissione continui, collegati ad un elaboratore elettronico,
permettono un rilievo istantaneo della posizione della sonda e quindi di effettuare le correzioni
necessarie in tempo reale.
attraversamento con messa in opera di tubo di protezione con trivella/spingitubo;
Questa tipologia di attraversamento è realizzata con l’impiego di apposite attrezzature
spingitubo (trivelle). La scelta del sistema dipende da diversi fattori quali: profondità di posa,
Metanodotto:
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Foglio
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presenza d’acqua o di roccia, intensità del traffico, eventuali prescrizioni dell’ente competente,
ecc
Gli attraversamenti delle strade comunali più importanti saranno realizzati in accordo alla
normativa vigente, con tubo di protezione, munito di sfiato e di segnalatore di fuga alle
estremità.
La messa in opera del tubo di protezione comporta le seguenti operazioni:
- scavo del pozzo di spinta;
- impostazione dei macchinari e verifiche topografiche della direzionalità;
- esecuzione della trivellazione mediante l’avanzamento del tubo di protezione, spinto da
martinetti idraulici, al cui interno agisce solidale la trivella dotata di coclee per lo
smarino del materiale di scavo.
Contemporaneamente alla messa in opera del tubo di protezione si procede, fuori opera, alla
preparazione del cosiddetto "sigaro". Questo è costituito dal tubo di linea, a cui si applicano
alcuni collari distanziatori che facilitano le operazioni di inserimento e garantiscono nel tempo
un adeguato isolamento elettrico della condotta. Il “sigaro” viene poi inserito nel tubo di
protezione e collegato alla linea.
Una volta completate le operazioni di inserimento, saranno applicati, alle estremità del tubo di
protezione, i tappi di chiusura con fasce termorestringenti.
In corrispondenza di una o di entrambe le estremità del tubo di protezione, in relazione alla
lunghezza dell'attraversamento ed al tipo di servizio attraversato, è collegato uno sfiato. Lo
sfiato, munito di una presa per la verifica di eventuali fughe di gas e di un apparecchio
tagliafiamma, è realizzato utilizzando un tubo di acciaio DN 80 (3") con spessore di 2,9 mm
La presa è applicata a 1,50 m circa dal suolo, l'apparecchio tagliafiamma è posto all'estremità
del tubo di sfiato (vedi dis. STD-202).
In corrispondenza degli sfiati, sono generalmente posizionate anche le piantane, alle cui
estremità sono sistemate le cassette contenenti i punti di misura della protezione catodica.
6.10 RINTERRO DELLA CONDOTTA
La condotta posata sarà ricoperta utilizzando totalmente il materiale di risulta accantonato
lungo la fascia di lavoro all’atto dello scavo della trincea.
A conclusione delle operazioni di rinterro si provvederà, altresì, a ridistribuire sulla superficie il
terreno vegetale accantonato eseguendo un’adeguata baulatura del terreno per compensare
gli assestamenti successivi
6.11 COLLAUDO IDRAULICO, COLLEGAMENTO E CONTROLLO DELLA CONDOTTA
A condotta completamente posata e collegata si procede al collaudo idraulico che è eseguito
riempiendo la tubazione d’acqua e pressurizzandola ad una pressione maggiore o uguale a 90
bar per una durata di 48 ore.
Le fasi di riempimento e svuotamento dell'acqua del collaudo idraulico sono eseguite
utilizzando idonei dispositivi, comunemente denominati “pigs”, che vengono impiegati anche
per operazioni di pulizia e messa in esercizio della condotta.
Queste attività sono svolte suddividendo la linea per tronchi di collaudo. Ad esito positivo dei
collaudi idraulici e dopo aver svuotato l’acqua di riempimento, i vari tratti collaudati vengono
collegati tra loro mediante saldatura controllata con sistemi non distruttivi.
Al termine delle operazioni di collaudo idraulico e dopo aver proceduto al rinterro della
condotta, si esegue un ulteriore controllo dell’integrità del rivestimento della stessa. Tale
controllo è eseguito utilizzando opportuni sistemi di misura del flusso di corrente dalla
superficie topografica del suolo.
Metanodotto:
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DN 150 - DP 75 bar
7.
Foglio
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INDICAZIONI DERIVANTI DAGLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE
In questo capitolo vengono elencati e descritti tutti gli strumenti pianificatori e programmatori,
che tutelano il territorio interessato dalle opere in progetto.
L’analisi ha lo scopo di verificare la coerenza tra l’opera proposta e la normativa vigente: gli
strumenti di pianificazione territoriale definiscono, infatti, aree nelle quali sono presenti vincoli
di tipo urbanistico e/o ambientale che possono, in varia misura, influenzare le scelte
progettuali.
7.1
INTRODUZIONE
L’intervento oggetto di richiesta, insiste interamente nel comune di Cadoneghe,
amministrazione che dalla previgente pianificazione urbanistica di PRG (Piano Regolatore
Generale), ha via via realizzato e portato ad approvazione tutti i più recenti strumenti locali di
pianificazione territoriale ed urbanistica, introdotti dalla LR n. 11 del 2004, ovvero il PAT (Piano
di Assetto del Territorio), realizzato nella forma intercomunale assieme al comune di
Vigodarzere, e il PI (Piano degli Interventi).
Risultando degli strumenti piuttosto recenti, oltrechè successivi alle imposizioni derivanti dalla
pianificazione sovraordinata (PTCP, PTRC, altre norme regionali nazionali e comunitarie),
recepita peraltro negli stessi piani, essi rappresentano dei validi strumenti per sintetizzare sia,
le previsioni di carattere urbanistico che il regime dei vincoli e delle tutele gravanti sul territorio
oggetto d’indagine. Per tale ragione le valutazioni sulla compatibilità urbanistica e
pianificatoria, si raffrontano con i contenuti degli Strumenti di Pianificazione Comunale. I
contenuti saranno infine opportunamente integrati, nei paragrafi successivi, al fine di precisare
la necessità o meno di attivare ulteriori procedure di natura tecnico ambientale.
7.2
STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE COMUNALE
7.2.1. Generalità
La pianificazione urbanistica e territoriale del Comune di Cadoneghe è composta da:
•
PATI – Piano di Assetto del Territorio Intercomunale dei Comuni di Cadoneghe e
Vigodarzere, approvato in conferenza di Servizi il giorno 10 maggio 2011, ratificato dalla
Provincia di Padova con delibera di Giunta in data 29 settembre 2011, entrato in vigore
15 giorni dopo la pubblicazione del provvedimento su BUR- Regione Veneto del 21
ottobre 2011;
•
PATI – Piano di Assetto del Territorio Intercomunale – Comunità Metropolitana di
Padova approvato in conferenza dei Servizi il giorno 18 luglio 2011, ratificato dalla
Provincia di Padova con delibera di Giunta in data 22 febbraio 2012, entrato in vigore 15
giorni dopo la pubblicazione del provvedimento sul BUR- Regione Veneto del 16 marzo
2012;
•
PI – Piano degli Interventi giunto alla terza variante approvata con DCC n. 30 del
08/04/2014.
Il Piano degli Interventi rappresenta quindi lo strumento urbanistico più recente del territorio di
Cadoneghe e che di fatto risulta coerente con gli strumenti di pianificazione precedenti.
Metanodotto:
Allacciamento Comune di Cadoneghe (nuovo)
DN 150 - DP 75 bar
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7.2.2. PATI Piano di Assetto Territoriale Intercomunale
Il PATI riporta correttamente le quattro tavole di progetto, l’esame delle quali ha portato ad
individuare la presenza degli elementi di seguito descritti.
Tav. 1 Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale
Il tracciato in progetto intercetta per buona parte del percorso un’area a Vincolo paesaggistico
– Zona di Interesse Archeologico ai sensi del D. Lgs. 42/2004.
Sono inoltre interessati i seguenti elementi generatori di vincolo e le relative fasce di rispetto:
idrografia, viabilità regionale e comunale, elettrodotti e gasdotti.
Tav. 2 Carta delle Invarianti
L’esame della carta evidenzia l’interessamento di un ambito per l’istituzione di parchi fluviali
agricoli.
Tav. 3 Carta della Fragilità
La fragilità del territorio attraversato deriva principalmente da elementi di carattere idraulico ed
idrogeologico, l’analisi della carta evidenzia infatti la presenza di terreni idonei a condizioni
legate a ristagno idrico, falda superficiale, rischio idraulico ed aree esondabili. Sono inoltre
segnalate Aree ad elevata utilizzazione agricola (PTRC) e Aree rappresentative dei paesaggi
storici del Veneto classificate come Pianura Centuriata e Pianura Agropolitana Centrale.
Tav. 4 Carta della Trasformabilità
L’analisi della Tavola n. 4 del PATI ha portato ad individuare la presenza dei seguenti elementi
lungo il tracciato di posa della condotta. La descrizione segue il flusso gas.
•
Ambito per la formazione di Parco Agrario sovrapposto ad ambito per la connessione
naturalistica di grado “1”;
•
Ambito per la formazione di Parco Sportivo (Polo sportivo di progetto) sovrapposto ad
ambito di connessione naturalistica di grado “1”;
•
Corridoio ecologico secondario (blueways);
•
Ambito per la formazione di Parco Periurbano sovrapposto ad ambito di connessione
naturalistica di grado “1”;
•
Ambito per la formazione di Parco Periurbano sovrapposto ad ambito di connessione
naturalistica di grado “2”;
•
Viabilità sovracomunale esistente;
•
Ambito per la formazione di Parco Periurbano;
•
Zona agricola.
L’esame del quadro pianificatorio relativo al PATI non evidenzia particolari elementi ostativi
alla realizzazione del metanodotto in progetto, non vengono infatti intercettate aree edificate o
di trasformazione urbanistica significativa, mentre sono segnalate aree a vincolo paesaggistico
relativo a zone di interesse archeologico il cui attraversamento dovrà essere eseguito con le
opportune segnalazioni ed eventuali successive prescrizioni indicate dall’Autorità competente.
7.2.3. PI Piano degli Interventi
Lo strumento urbanistico più recente individua per il percorso previsto dalla nuova tubazione in
progetto le seguenti tipologie di zonizzazione che sono sostanzialmente analoghe a quelle
previste dal PATI. La descrizione segue il flusso gas.
•
Parco agrario sovrapposto ad ambito di connessione naturalistica di grado “1”;
•
Viabilità esistente e percorso pedonale-ciclabile;
Metanodotto:
Allacciamento Comune di Cadoneghe (nuovo)
DN 150 - DP 75 bar
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
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Parco sportivo sovrapposto ad ambito di connessione naturalistica di grado “1”;
Corridoio ecologico secondario (blueways);
Parco agrario sovrapposto ad ambito di connessione naturalistica di grado “1”;
Viabilità esistente e tracciato storico;
Parco agrario sovrapposto ad ambito di connessione naturalistica di grado “2”;
Viabilità esistente;
Parco agrario;
Zona agricola;
Viabilità esistente e percorso pedonale-ciclabile;
Zona agricola.
Parte del tracciato in progetto ricade in Area di Interesse Archeologico - PTCP.
Nel tratto in progetto sono inoltre attraversate delle fasce di rispetto: alcune relative a strade di
progetto ed esistenti (SR n. 308, via Ca Ponte, via Lauro e via dei Molini), altre relative a
elettrodotti, ed infine altre ancora ricollegabili a corsi d’acqua (Rio Tergolino e corsi d’acqua di
minore importanza).
Fonte: www.cadoneghenet.it
Titolo: PATI settembre 2011 e PI aprile 2014
Data consultazione: gennaio 2015
7.3
PROCEDIMENTI E AUTORIZZAZIONI AMBIENTALI
•
•
•
•
Screening Valutazione di impatto ambientale: Alla luce delle norme regionali e nazionali
vigenti (D. Lgs. 152/2006 “Testo unico ambientale”, Legge Regionale n. 10 del 1999),
non venendo interessate aree naturali protette ai sensi della Legge 394/91, e poiché
l’ammontare delle opere previste (contemplando, in quanto complementari ad un unico
disegno progettuale, anche la rimozione della Spina Nord di Padova DN 200(8”), e
l’Allacciamento al Comune di Campodarsego (nuovo) DN 150) non superano i 20 km,
gli interventi rientrano nelle soglie regionali e nazionali per cui sono autorizzati senza
essere sottoposti a procedura di Screening di VIA – Valutazione Impatto Ambientale;
Valutazione di Incidenza Ambientale: Alla luce della normativa regionale poiché
l’intervento risulta posto completamente all’esterno e a notevole distanza da ambiti della
rete Natura 2000 (l'area più vicina è l'ambito SIC e ZPS IT3260018 Grave e Zone umide
della Brenta, posto ad almeno 2.7 km di distanza), non risultano necessari specifici
approfondimenti in materia, ovvero la redazione della VIncA Valutazione di Incidenza
Ambientale;
Relazione Forestale: Documento da prodursi nei casi di riduzione di superficie boscata
o cambio di destinazione colturale. Gli interventi in progetto, oltre a non interessare aree
a bosco come definite ai sensi dell’art. 14 comma 8 bis e della L.R. n. 52 del 13.09.1978
e smi, non comportano ne riduzione ne trasformazione permanente della copertura
arborea-arbustiva;
Relazione Paesaggistica: Poiché parte degli interventi in progetto insistono su ambiti
archeologi vincolati ai sensi del D. Lgs. 42/ 2004 comma m, la richiesta di
autorizzazione deve essere corredata di Relazione Paesaggistica.
Metanodotto:
Allacciamento Comune di Cadoneghe (nuovo)
DN 150 - DP 75 bar
8.
ASPETTI AMBIENTALI
8.1
VEGETAZIONE ED USO DEL SUOLO
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L’ambito dei lavori è una fascia zonale del territorio amministrativo di Cadoneghe, posto
orientativamente fra la località geografica denominata Campagnon, poche centinaia di metri a
nord della borgata Villa Augusta, e la cittadina di Mejaniga di Cadoneghe.
Pur nel contesto della medio bassa pianura a profilo morfologico pressoché orizzontale, negli
orientativi due chilometri di territorio interessato, può distinguersi una graduale modificazione
del territorio, che nel seguito si va a descrivere.
Nella parte più orientale del tracciato (fino alla Strada Regionale n. 308), il territorio è
caratterizzato da una bassa densità abitativa ed un buon utilizzo agricolo, con appezzamenti di
ampia dimensione, di buona varietà ambientale (soprattutto nel tratto fra il rio Arzere e il fiume
Tergola) caratterizzati infatti da un buon numero di siepi e dalla vicinanza al sistema
idrografico.
Per un breve tratto poco prima dell’incrocio con la SR n. 308 viene interessata anche un’area
adibita a pioppeto.
Viceversa la parte di tracciato ad ovest della Strada Regionale n. 308 diviene via via sempre
più ambito sub urbano.
Sotto il profilo agricolo in questa parte, è individuabile l’interessamento di ambiti ad elevata
utilizzazione agricola, caratterizzati in prevalenza da avvicendamenti a seminativo, intervallati
nelle situazioni più a ridosso dell’edificato da orti, frutteti e qualche vigna. Non molto frequenti
in questa parte di tracciato sono le siepi, confinate a ben regolati filari, posti a ridosso delle
sole scoline e fossati di una certa importanza.
Le porzioni più occidentali del tracciato, infine, risultano molto addossate alla realtà di
Mejaniga, una cittadina dai connotati sub urbani e periferici alla grande città di Padova.
8.2
PAESAGGIO
Paesaggio in stretta relazione con le caratteristiche vegetazionali e di uso del suolo descritte al
paragrafo precedente: pregnante al tal proposito è la distinzione fra territorio ad est e ad ovest
della Strada Regionale n. 308.
Di notevole maggior pregio, come visto, risulta il territorio ad est di essa, soggetto anche al
vincolo archeologico ai sensi del D. Lgs. 42/2004. Tale attribuzione pur attinente con
l’insistenza nelle vicinanze alla Centuriazione Romana, non trova riscontri materiali sul
territorio quali il caratteristico disegno geometrico, a cui si conformano l’impianto urbano, la
viabilità e i fossati, nonché il profilo morfologico che assume la caratteristica forma a bauletto,
rialzato nella porzione centrale.
Per le peculiarità descritte l’intervento è soggetto alla Relazione Paesaggistica a cui si rimanda
per ogni ulteriore delucidazione.
Metanodotto:
Allacciamento Comune di Cadoneghe (nuovo)
DN 150 - DP 75 bar
9.
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OPERE DI RIPRISTINO
Le opere di ripristino previste sono essenzialmente gli interventi che tendono alla
ricostituzione, nel più breve tempo possibile, del manto vegetale preesistente i lavori, nelle
zone con vegetazione naturale, e al fine di restituire l’originaria fertilità, nelle aree agricole.
Ogni porzione di territorio interessata dai lavori in progetto verrà ripristinata allo stato
antecedente la posa della condotta.
Dopo il rinterro della tubazione, sarà effettuata la riprofilatura del terreno superficiale, ponendo
particolare attenzione a non mescolare gli stati agrari. Lo strato di terreno fertile, accantonato
al margine della fascia di lavoro, sarà steso per ultimo e opportunamente frantumato per
permettere le successive operazioni agrarie.
Sarà inoltre ricostituita la rete di fossi e canali adibiti ad irrigazione e scolo delle acque per una
corretta regimazione delle acque meteoriche.
In ogni caso le opere previste in progetto, tendono a ripristinare lo stato naturale antecedente
la posa della condotta o a migliorare le condizioni ambientali locali.
Foglio
Metanodotto:
Allacciamento Comune di Cadoneghe (nuovo)
DN 150 - DP 75 bar
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10. ALLEGATI
10.1 DISEGNI GENERALI
Tracciato di progetto scala 1:10000
Documentazione fotografica scala 1:10000
Tracciato di progetto con VPE scala 1:10000
Tracciato delle opere in progetto su ortofotocarta, scala 1:5000
Variante in progetto su PI del comune di cadoneghe, scala 1:5000
Tavola delle Tutele, scala 1:50000
Tavola delle Vincoli, scala 1:25000
dis. 7619 VEN
dis. 7619/A VEN
dis. 7619/B VEN
dis. 7619/C VEN
dis. 7619/D VEN
dis. 7619/E VEN
dis. 7619/F VEN
10.2 DISEGNI TIPOLOGICI DI PROGETTO
Fascia di servitù
Fascia di lavoro
Sezione tipo dello scavo
dis. STD 001 VEN
dis. STD 002 VEN
dis. STD 003 VEN
Attraversamento tipo di strade comunali
Attraversamento tipo di strade provinciali e statali
Attraversamento tipo di Torrenti e Canali
Attrav. tipo di Fiumi e Canali con trivellazione orizzontale controllata
dis. STD 101 VEN
dis. STD 102 VEN
dis. STD 105 VEN
dis. STD 107 VEN
Segnaletica per gasdotti
Tubo di sfiato
Armadio di controllo in vetroresina
dis. STD 201 VEN
dis. STD 202 VEN
dis. STD 203 VEN
Ripristini spondali di piccoli corsi d’acqua
dis. STD 301 VEN
10.3 PIANO PARTICELLARE
Elenco ditte da asservire e occupare temporaneamente
Planimetria catastale con fascia di rispetto
Planimetria catastale con aree di lavoro e di passaggio
scala 1:2000
scala 1:2000
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