Il termine collettivo ottoni in ambito musicale indica il complesso di

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Il termine collettivo ottoni in ambito musicale indica il complesso di
Gli ottoni
Con il termine “ottoni” si indica un insieme di strumenti a fiato di cui fanno parte:
Trombe
Corni
Tromboni
Tube
Flicorni
Cornetti
Serpenti
Questi strumenti sono tutti costruiti con un metallo luccicante simile all'oro o all'argento ed emettono un
suono che è il risultato della vibrazione delle labbra del musicista appoggiate ad un bocchino collegato ad un
tubo cavo che fa risuonare la vibrazione. Ma non vi preoccupate è più facile di quel che sembra!
Infatti gli strumenti musicali hanno subito nel tempo un forte sviluppo tecnologico, ma abbiamo le nostre
ragioni per affermare che l'uomo può essere considerato addirittura il primo strumento musicale. Dal battito
cardiaco binario, alla possibilità di emettere suoni con la voce o la possibilità di “percussione” di varie parti
del corpo. L'uomo ha sempre sentito un istinto fortissimo verso il suono, ed ha nel tempo associato al suono
particolare un significato ben preciso. Ad esempio gli Ottoni, proprio per la caratteristica di emettere un
suono molto potente, sono utilizzati fin dall'antichità per segnali di caccia o militari, per incitare alla
battaglia o per segnalare un pericolo imminente.
È proprio il caso dell'episodio narrato nella Chanson de Roland scritta intorno alla metà dell'XI secolo ed
appartenente al ciclo Carolingio. La Chanson racconta della battaglia di Roncisvalle, avvenuta il 15 agosto
778, quando la retroguardia di Carlo Magno, comandata dal paladino Rolando, di ritorno da una spedizione
in Spagna fu attaccata e distrutta dai Saraceni.
Carlo Magno, imperatore dei Franchi, combatte da sette anni in Spagna contro Marsilio, re musulmano.
L’ultima frontiera degli spagnoli è rappresentata dalla capitale Saragozza, che sta per cadere. Marsilio
manda a Carlo degli ambasciatori con una falsa promessa di pace. Nonostante le promesse di Marsilio, il re
dei Franchi rimane dubbioso e convoca un’assemblea formata dai suoi uomini più fidati. Gano propone di
accettare la pace. La sua opinione viene però criticata da Orlando, suo figliastro e nipote di Carlo, che lo
accusa di vigliaccheria. Il re accetta l’offerta di pace e manda (su proposta di Orlando) come ambasciatore
Gano che pensa che Orlando abbia fatto il suo nome per condannarlo a morte e quindi medita vendetta nei
suoi confronti. Giunto presso Marsilio, Gano si accorda con lui per far si che la retroguardia dei Franchi, che
sta arretrando dalla Spagna, sia distrutta. Ritornato da Carlo, Gano ottenne che il comando di questa sia
affidata a Orlando, sperando che vada incontro alla morte.
La retroguardia franca, giunta a Roncisvalle sui Pirenei, viene assalita dall’esercito di Marsilio. Essendo
molto inferiori di numero, Oliviero amico di Orlando, gli consiglia di suonare l’olifante – corno da caccia
medievale ricavato da una zanna di elefante - per chiedere aiuto al re Carlo. Egli rifiuta, dicendo che questo
avrebbe portato disonore su di lui e su tutta la sua famiglia. Solo quando i suoi compagni saranno stati quasi
tutti uccisi e lui stesso ricoperto di ferite, si deciderà a suonare il corno e morirà per lo sforzo fatto.
Carlo avendo sentito il richiamo, comprende il tradimento: si dirige vero il campo di battaglia dove troverà
soltanto cadaveri e il corpo di Orlando, che piangerà, dandogli una degna sepoltura. In seguito inseguirà i
Mori, chiamati in soccorso dal re Marsilio, e conquisterà Saragozza.