Avventura col vampiro

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Avventura col vampiro
Avventura col vampiro
prima stesura del testo
testo dopo la revisione
Correva l’anno 1863 ed era la notte di Halloween
e tre bambini: Eric, Luis e Jane si recarono in una
vecchia e decrepita villa abbandonata dove nessuno
metteva piede da anni.
I tre ragazzi bussarono al portone che si aprì, il parquet di legno scricchiolava, e una voce roca e maschile invitò i ragazzi ad entrare. I bambini impauriti
si fecero coraggio ed entrarono. I ragazzi impressionati guardavano la casa gigantesca; com’era fuori lo
era anche dentro: era una casa decrepita per niente
ospitale e nemmeno un po’ rassicurante.
Un uomo sedeva accanto al camino con un bicchiere
di vino e invitò i ragazzi ad accomodarsi. L’uomo
non era rassicurante e incuteva molta paura e i ragazzi chiesero: “Dolcetto o scherzetto?!?!”.
L’uomo con un ghigno agghiacciante rispose: “Sì, vi
darò dei dolcetti ma dovrete prenderli da soli, sono
in cucina” l’uomo appena vide i bambini entrare in
cucina pensò che ormai il suo piano era quasi concluso, aprì la botola e fece precipitare i ragazzi nelle
segrete della villa dove trovarono aglio e acqua santa e picconi con paletti.
Jane disse loro: “Sentite io ho un brutto presentimento quindi direi di prendere questa roba e di uccidere quell’uomo”.
Correva l’anno 1863 ed era la notte di Halloween.
Tre amici di nome Eric, Luis e Jane si recarono in una
vecchia e decrepita villa abbandonata dove nessuno
metteva piede da anni.
I tre ragazzi bussarono al portone che si aprì, il parquet di legno scricchiolava, e una voce roca e maschile li invitò ad entrare. Si fecero coraggio e rimasero impressionati guardando la casa gigantesca:
com’era fuori lo era anche dentro. Era decrepita, per
niente ospitale e nemmeno un po’ rassicurante.
Sia Eric che Luis iniziarono a ridere le dissero : “Secondo me te ti inventi le cose, e poi le fai sembrare
reali !”
Eric si appoggiò al muro e trovò un passaggio segreto che riportava al piano superiore. I ragazzi lo
imboccarono e uscirono dalle segrete e si ritrovarono
nella camera da letto dell’uomo, i ragazzi pensarono
di ucciderlo nel sonno, Jane guardò il suo orologio
erano le 23:59 , i bambini aspettarono fino a mezzanotte. A mezzanotte l’uomo entrò nella camera i
bambini col cuore in gola si avvicinarono presero il
paletto lo posizionarono nel cuore presero il martello, ma l’uomo si svegliò con due mani bianche
afferrò Jane, Eric e Luis le urlarono a squarciagola:
“l’aglio, l’aglio!”
Allora Jane prese l’aglio e glielo scagliò davanti, l’uomo cadde a terra: come se avesse perso l’equilibrio,
Luis si fece coraggio e piantò il paletto al centro del
cuore dell’uomo che giaceva per terra e lo uccisero,
i bambini uscirono dalla casa e dissero ciò che era
accaduto ai loro genitori e li condussero nel luogo
dove era accaduto tutto, ma... non c’ era, dov’ era !?
Molte domande si facevano i nostri eroi, ma la cosa
più importante era che l’ uomo era morto.
Qualcuno sedeva accanto al camino con un bicchiere
di vino in mano e invitò i ragazzi ad accomodarsi.
L’uomo incuteva molta paura e i ragazzi intimoriti
chiesero: “Dolcetto o scherzetto?!?!”.
L’uomo con un ghigno agghiacciante rispose: “Sì,
vi darò dei dolcetti ma dovrete prenderli da soli in
cucina”.
Eric Luis e Jane andarono a cercare i dolcetti ma l’uomo aprì una botola e li fece precipitare nelle segrete
della villa dove, dopo un po’ di ricerche, trovarono
nascosti aglio, acqua santa e picconi con paletti.
Jane disse: “Sentite io ho un brutto presentimento...
quello che abbiamo trovato sembra il kit per uccidere
un vampiro. Quindi direi di prendere questa roba e di
uccidere quell’uomo”.
Sia Eric che Luis iniziarono a ridere e le dissero: “Secondo noi lavori un po’ troppo di fantasia, ti inventi
le cose, e poi le fai sembrare reali!”
Eric si appoggiò al muro e trovò un passaggio segreto che riportava al piano superiore. I ragazzi lo
imboccarono, uscirono dalle segrete e si ritrovarono
nella camera da letto dell’uomo. I ragazzi pensarono
di ucciderlo nel sonno.
Col cuore in gola si avvicinarono al letto, presero
il paletto, lo posizionarono sul cuore ma l’uomo si
svegliò e con le mani bianche afferrò Jane. Eric e
Luis le urlarono a squarciagola: “Prendi l’aglio, usa
l’aglio!”
Allora Jane lo prese e glielo scagliò davanti. L’uomo
cadde a terra come se avesse perso l’equilibrio. Luis
si fece coraggio e piantò il paletto nel centro del
cuore del “vampiro”che giaceva per terra e lo uccisero. I bambini uscirono dalla casa e raccontarono ciò
che era successo ai loro genitori e li condussero nel
luogo dove era accaduto tutto.
Ma... non c’era, dov’era? I nostri eroi si facevano
molte domande, ma la cosa più importante era che il
vampiro era morto.
La vecchia villa abbandonata
prima stesura del testo
testo dopo la revisione
In fondo al paese, quasi ai margini del bosco, si
ergeva una vecchia villa decrepita e abbandonata
dove, si diceva, nessuno metteva piede da anni e
anni.
Una notte buia e piovosa a una bambina di 10 anni,
di nome Penelope venne in mente di andare a visitare questa villa. Penelope prima di partire, andò
a chiamare i suoi amici Jake di 11 anni e Rose di 9,
mentre passeggiavano ai margini del bosco videro
“Finalmente” la villa, che aveva un aspetto davvero
terrorizzante.
Quando arrivarono alla villa c’era un cancello chiuso, Rose si fece avanti e spinse il cancello in avanti,
il cancello fece un rumore cigolante, entrarono con
passi molto lenti ma decisi, videro la porta accostata
e dato che pensavano che era disabitata entrarono
e anche la porta cigolò, penelope disse - Certo che
bisogna metterci un po di olio!. Quando entrarono i mobili erano di legno e sporchi
di polvere, le scale erano distrutte e tutte scheggiate,
videro una porta al piano di sopra, salirono e entrarono, ad un tratto videro una veste nera che ricopriva il corpo di un uomo vecchio, straiato sul letto che
pareva morto!.
Così decisero di andarsene anche perchè avevano
visto già anche troppo. Mentre uscivano dalla stanza
l’uomo nero gridò - Dove pensate di andare?. -
In fondo al paese, quasi ai margini del bosco, si
ergeva una vecchia villa decrepita e abbandonata
dove, si diceva, nessuno metteva piede da anni e
anni.
Una notte buia e piovosa a una bambina di 10 anni,
di nome Penelope, venne in mente di andare a visitare questa villa. Penelope prima di partire, andò
a chiamare i suoi amici Jake di 11 anni e Rose di 9.
Dopo una lunga passeggiata nel bosco arrivarono
finalmente alla villa, che aveva un aspetto davvero
terrorizzante.
Il cancello era chiuso, Rose si fece avanti e lo spinse... il cancello cigolò e entrarono con passi molto
lenti ma decisi.
Videro la porta accostata e, dato che pensavano che
fosse disabitata, entrarono e anche la porta cigolò.
Penelope disse: - Certo che bisogna metterci un po’
d’olio!. Entrando videro che i mobili di legno erano sporchi
di polvere, le scale erano in parte distrutte e tutte
scheggiate. Al piano di sopra c’era una porta. Ad un
tratto si accorsero di una veste nera che ricopriva il
corpo di un uomo vecchio, che pareva morto, sdraiato sul letto.
Così decisero di andarsene anche perché avevano
visto già anche troppo. Mentre uscivano dalla stanza l’uomo vestito di nero gridò: - Dove pensate di
andare?. I ragazzi si girarono di scatto contemporaneamente
e scapparono, ma sentirono che la porta era chiusa a
chiave, così si fermarono un po’ per riflettere su cosa
fare. Nel frattempo l’uomo si stava alzando. Allora,
visto che non c’era altra via di scampo, decisero di
buttarsi giù dalla finestra.
Rose prese una storta e, mentre Jake si fermò per
prenderla in braccio, Penelope riuscì a scappare nel
bosco. Mentre scappava, Jake e Rose furono intrappolati dall’uomo nero che li scaravento giù per la
valle.
La mattina seguente Penelope uscì per andare a
chiamare i suoi amici, passò per la valle e trovò i
loro cadaveri.
L’uomo era svanito nel nulla, i suoi amici erano morti, lei invece visse libera per sempre ma con il rimorso di averli lasciati soli.
I ragazzi si girarono di scatto contemporeaneamente
e scapparono, ma sentirono che la porta era chiusa
a chiave, così si fermarono un po’ per riflettere per
cosa fare e nel frattempo l’uomo nero si stava alzando e allora visto che non c’era altra via di scampo
decisero di buttarsi giù dalla finestra.
Rose prese una storta, mentre Jake stava provando
a prendere Rose in braccio, Penelope riuscì a scappare nel bosco, mentre scappava, Jake e Rose furono
intrappolati nelle corde dell’uomo nero, la corda tagliava, l’uomo li scaravento giù per la valle.
La mattina seguente Penelope fece una passeggiata
per andar a chiamare i suoi amici, passò per la valle
e vide loro morti. Loro muorirono l’uomo svanì nel
nulla, lei invece visse libera per sempre.
Il lupo assassino
prima stesura del testo
testo dopo la revisione
In fondo al paese, quasi ai margini del bosco, si
ergeva una vecchia villa decrepita e abbandonata
dove, si diceva, nessuno metteva piede da anni.
Hendrik, Patrik, Elenor decisero di fare una vacanza
proprio in quella villa per far vedere alla gente che
essa non era infestata da mostri, spettri e fantasmi.
Arrivati in villa si accorsero che era molto sporca e
che davvero nessuno ci entrava da anni, allora si
misero subito a pulire per poi godersi la vacanza. Finite le faccende era gia tarda notte, quindi si misero
a dormire.
La mattina dopo si accorsero che la villa era di nuovo sottosopra, capendo il perchè nessuno voleva
entrarci da anni. I ragazzi si misero subito alla ricerca del mistero, ma non trovarono nessun indizio,
quindi decisero di aspettare la notte, facendo finta
di dormire per capire perchè la villa ogni mattina era
sottosopra.
Durante la notte sentirono dei rumori provenienti da
sopra, andarono silenziosamente in salotto e trovarono un lupo che probabilmente cercava da mangiare. Il lupo si accorse che alle sue spalle si trovava
qualcuno, si voltò vedendo Hendrik, Patrik ed Elenor,
il lupo cominciò a rincorrerli per tutta la villa, quando
Elenor trovò lo sgabuzzino con la porta di metallo,
mentre Patrik e Hendrik distaevano il lupo, Elenor
riuscì ad aprire la porta e chiamare i suoi amici per
proteggersi dal lupo fino alla mattina.
I tre amici la mattina dopo con una grande spinta
riuscirono ad aprire la porta e a uscire. Usciti, decisero subito di andare a casa loro ma il lupo era
sempre in agguato. Mentre salivano le scale il lupo
si avvicinò silenziosamente assalendo Elenor portandosela via. Hendrik e Patrik sopraffatti si misero a
rincorrere il lupo per cercare di salvare Elenor, ma il
lupo dopo poco tempo svanì nel nulla. Hendrik e Patrik erano stanchissimi e sconvolti non potevano andarsene senza Elenor, Patrik si sedette su una roccia
che sprofondando nella sabbia si aprì un passaggio
segreto era la tana del lupo lì c’era Elenor all’interno
di una gabbia Patrik si gettò subito nella tana per
prendere Elenor ma il lupo velocissimo attaccò Patrik
mangiandolo in un solo boccone.
Mentre il lupo era occupato a mangiarlo Hendrik riuscì a salvare Elenor ma il lupo aveva ancora fame
un solo attacco si mangiò Hendrik, Elenor aveva una
grandissima paura quindi si slegò le mani e i piedi e
scappò più che poteva.
Tornata a casa raccontò tutto ai genitori di Hendrik
e Patrik ma non le credettero allora lei esaurita si
suicidò.
In fondo al paese, quasi ai margini del bosco, si
ergeva una vecchia villa decrepita e abbandonata
dove, si diceva, nessuno metteva piede da anni.
Hendrik, Patrik e Eleonor decisero di fare una vacanza proprio in quella villa per far vedere alla gente che
essa non era infestata da mostri, spettri o fantasmi.
Arrivati in villa si accorsero che era molto sporca,
allora si misero subito a pulire per poi godersi la vacanza. Finite le faccende era già tarda notte, quindi
si misero a dormire.
La mattina dopo si accorsero che la villa era di nuovo sottosopra, così capirono il perché nessuno voleva entrarci da anni. Si misero subito alla ricerca
del mistero, ma non trovarono nessun indizio, quindi
decisero di aspettare la notte e far finta di dormire
per scoprire chi metteva sottosopra la villa.
Durante la notte sentirono dei rumori provenire dal
piano inferiore, scesero silenziosamente in salotto e
trovarono un lupo che cercava da mangiare. Questo
si accorse che alle sue spalle c’erano Hendrik, Patrik
ed Eleonor, e cominciò a rincorrerli per tutta la villa
finché Eleonor trovò uno sgabuzzino con una porta
di metallo.
Mentre Patrik e Hendrik distaevano il lupo, Eleonor
riuscì ad aprire la porta e i tre trovarono riparo almeno fino alla mattina.
Il giorno dopo con una grande spinta riuscirono ad
aprire la porta e a uscire ma il lupo era sempre in
agguato. Mentre salivano le scale il lupo si avvicinò
silenziosamente e assalì Eleonor portandosela via.
Hendrik e Patrik sopraffatti si misero a rincorrerlo
per cercare di salvarla, ma il lupo dopo poco tempo
svanì nel nulla.
I due ragazzi erano stanchissimi e sconvolti ma non
potevano andarsene senza Eleonor. Patrik si sedette
su una roccia che sprofondò nella sabbia aprendo un
passaggio segreto: era la tana del lupo.
Lì trovarono Eleonor all’interno di una gabbia. Patrik
si gettò subito nella tana per liberarla ma il lupo,
velocissimo, lo attaccò mangiandoselo in un solo
boccone.
Mentre il lupo era occupato, Hendrik riuscì a tirare
fuori Elenor dalla gabbia, ma il lupo aveva ancora
fame e in un solo attacco si mangiò Hendrik.
Elenor, nonostante la paura, scappò più velocemente
che poteva e riuscì a salvarsi.
Tornata a casa raccontò tutto ai genitori di Hendrik
e Patrik ma questi non le credettero. Allora lei, sconvolta dall’avventura vissuta, si suicidò.
Una casa inquietante
prima stesura del testo
testo dopo la revisione
A qualche chilometro dal paese c’era un bosco fitto
e buio, dove si ergeva una casa vecchia e cadente
dove nessuno metteva piede da molti anni.
Le persone del paese parlavano dell’omicidio che
c’era stato duecento anni prima in quella casa riguardante una signora anziana, un giorno mentre dormiva qualcuno entrò e la uccise, forse per vendetta o
per qualcosa di importante. Da quel giorno nessuno
ci mise più piede perché si diceva che il 17 dicembre
di ogni anno appariva lei in forma di fantasma, e da
quel giorno nessuno ci mise più piede.
Una notte fredda e ventosa a un ragazzino venne voglia di andare a vedere che cosa c’era dentro la casa.
Tutte queste cose al bambino non facevano paura
ma quando entrò vide uno scheletro per terra e vide
una macchia enorme di sangue sulla parete.
A qualche chilometro dal paese c’era un bosco fitto
e buio, dove si ergeva una casa vecchia e cadente
nella quale nessuno metteva piede da molti anni.
Le persone del paese parlavano dell’omicidio di una
signora anziana che era stato commesso duecento
anni prima in quella casa. Un giorno mentre dormiva
qualcuno entrò e la uccise, forse per vendetta o per
qualcosa di importante. Da quel giorno nessuno ci
mise più piede perché si diceva che il 17 dicembre di
ogni anno lei appariva in forma di fantasma.
Subito dopo vide un’ombra inquietante, che era soltanto un’ombra di un’albero. Al bambino gli venne
paura dell’atmosfera che c’era nella stanza, il bambino pensò che fosse una casa infestata.
Il bambino salì le scale e vide una bara, anche se
aveva paura l’aprì dentro c’era la persona che fù
uccisa 200 anni fa.
Preso dal terrore il bambino scappò.
Una notte fredda e ventosa a un ragazzino venne
voglia di andare a vedere che cosa c’era dentro la
casa. L’atmosfera da brivido non gli faceva paura,
era un ragazzo coraggioso, ma quando entrò vide
uno scheletro per terra e una macchia enorme di
sangue sulla parete.
Subito dopo scorse un’ombra inquietante, ma era
soltanto l’ombra di un albero. Al bambino venne
paura dell’atmosfera che c’era nella stanza e pensò
di trovarsi in una casa infestata dai fantasmi.
Salì le scale e vide una bara e, anche se aveva paura, l’aprì: dentro c’era la persona che era stata uccisa 200 anni prima.
Preso dal terrore il bambino scappò.
La villa dello zombie
prima stesura del testo
testo dopo la revisione
In fondo al paese, quasi ai margini del bosco, si
ergeva una vecchia villa decrepita e abbandonata
dove, si diceva, nessuno metteva piede da anni e
anni. Marco, un bambino di 11 anni, voleva osservare bene quel posto poiché la sua professoressa
di italiano, per fargli alzare il voto, gli aveva dato il
compito di scrivere un racconto di paura e lui voleva
prendere spunto da quella villa.
Ma poiché i suoi genitori non si fidavano di lui, egli
fu accompagnato lì da suo padre e poi anche dal suo
amico Tomas che incontrarono per strada.
Arrivarono finalmente al bosco... era buio... i raggi di
luna illuminavano poco poiché le chiome degli alberi
non facevano passare i suoi raggi... ogni passo che
facevano i rametti secchi che erano in terra scricchiolavano... e tutti e tre aveano molta paura... ma non
sapevano che cosa li attendeva.
Arrivarono finalmente in quella villa e bussarono alla
porta... ma niente :
“Bene, come sospettavo: non c’è nessuno” ma... la
porta si spalancò, però ad aprirla non c’era nessuno.
I tre stavano tremando di paura e, a passi lenti, si
avvicinarono alla porta. L’interno di quella villa era
orribilmente puzzolente: si sentiva un odore di morto
e marcio. Lì era molto umido e il soffitto gocciolava.
A ogni loro passo il pavimento scricchiolava come se
stesse per cedere e i topi scappavano impauriti. Arrivarono al salotto e videro il camino acceso. Tomas
si sentì male dalla paura ed esclamò
“Oh no! Siamo finiti in un rifugio di criminali! Scappiamo!’’ E subito videro un ombra che si avvicinava
verso di loro incianpando, cadendo, sbattendo contro i muri come se non camminasse da più di mille
anni. E alla fine capirono chi fosse... “Uno zombie’’
gridò Marco.
Era alto, magro, aveva due occhi neri come la pece,
la bocca senza espressione, il suo alito puzzava di
marcio e la testa era pallida e rugosa. I tre scapparono, ma mentre correvano Tomas inciampò e vedendo
lo zombie avvicinarsi cacciò un urlo e svenne. Il padre allora lanciò una sedia allo zombie e fecendolo
cadere prese Tomas per un braccio e lo strascicò per
terra, ma lo zombie afferrò Tomas per le gambe tentando di agguantarlo, però Marco gli diede una spallata e lo fece sbattere contro una parete, lo zombie
cadde rompendo il pavimento nel seminterrato.
I tre ne approfittarono e scapparono tutti a casa loro
lasciandosi alle spalle il pericolo. Marco riuscì a fare
un buon testo e rimediò quel brutto voto. Ma in quella villa lo zombie li aspettava perchè aveva sete di
vendetta.
In fondo al paese, quasi ai margini del bosco, si
ergeva una vecchia villa decrepita e abbandonata
dove, si diceva, nessuno metteva piede da anni e
anni. Marco, un bambino di 11 anni, voleva osservare bene quel posto poiché la sua professoressa di
italiano, per dargli la possibilità di recuperare un’insufficienza, gli aveva dato il compito di scrivere un
racconto di paura e lui voleva prendere spunto da
quella villa. Ma poiché aveva paura ad andarci da
solo, egli fu accompagnato da suo padre e poi anche
dal suo amico Tomas che incontrarono per strada.
Arrivarono finalmente al bosco... era buio... i raggi di
luna illuminavano poco poiché le chiome degli alberi
non facevano passare i suoi raggi... a ogni passo che
facevano i rametti secchi in terra scricchiolavano... e
tutti e tre avevano molta paura... ma non sapevano
che cosa li attendeva.
Arrivarono finalmente in quella villa e bussarono alla
porta... e non successe niente.
“Bene, come sospettavo: non c’è nessuno.” Ma... improvvisamente la porta si spalancò da sola.
I tre stavano tremando di paura e, a passi lenti, oltrepassarono la porta. L’interno di quella villa era
orribilmente puzzolente: si sentiva un odore di morto
e marcio. C’era molto umido e il soffitto gocciolava.
A ogni loro passo il pavimento scricchiolava come se
stesse per cedere e i topi scappavano impauriti. Arrivarono al salotto e videro il camino acceso. Tomas
si sentì male dalla paura ed esclamò:
“Oh no! Siamo finiti in un rifugio di criminali! Scappiamo!’’ E subito videro un’ombra che si avvicinava
verso di loro inciampando, cadendo, sbattendo contro i muri come se non camminasse da più di mille
anni. E alla fine capirono chi era...
“Uno zombie’’ gridò Marco.
Era alto, magro, aveva due occhi neri come la pece, la
bocca senza espressione, il suo alito puzzava di marcio e la testa era pallida e rugosa. I tre scapparono,
ma mentre correvano Tomas inciampò e vedendo lo
zombie avvicinarsi cacciò un urlo e svenne. Il padre allora lanciò una sedia contro lo zombie e lo fece cadere; prese Tomas per un braccio e lo strascicò per terra,
ma lo zombie riuscì ad afferrare Tomas per le gambe
nel tentativo di trattenerlo. Marco allora con tutta la
forza che aveva gli diede una spallata e lo fece sbattere contro una parete. Lo zombie cadde rompendo
il pavimento e sprofondò nel seminterrato. I tre ne
approfittarono per scappare tutti a casa lasciandosi
alle spalle il pericolo. Marco riuscì a fare un buon
testo e rimediò quel brutto voto. Ma in quella villa lo
zombie li aspettava perchè aveva sete di vendetta.
La mortale notte di Halloween
prima stesura del testo
testo dopo la revisione
Era la notte di Halloween e Tom, Alex e Jack si preparavano a spaventarsi nella vecchia villa nel bosco.
Era nuvoloso e la luna si intravedeva appena. I ragazzi si diressero nel bosco. Era nebbioso e quindi
l’atmosfera era lugubre. Intravidero la villa da un
albero. Prima di entrare Jack raccontò agli altri la
leggenda della villa.
Tanti tanti anni fa ci viveva un contadino di nome
Lucke. Un giorno mentre rientava in casa sentì uno
strano rumore. Il contadino non fu più rivisto. Anche
gli altri che abitavano in quella villa sparirono misteriosamente.
I ragazzi stentavano a entrare dato che nessuno
metteva piede là dentro da anni e anni. C’era una
grande campanile con l’orologio che segnava 5 all’una. Piano piano entrarono nella casa e iniziarono
a raccontarsi storie horror finché sentirono uno strano rumore: era come se qualcuno scendesse le scale
con dei mattoni ai piedi.
I ragazzi iniziavano ad avere un po’ di paura ma
non quanta quando sentirono quel verso strozzato
proprio dietro le loro spalle... non si aspettavano che
ci fosse qualcun’altro nella villa così pensarono che
fosse stato il vento che tirava e sbatteva contro le
finestre. Alle 2:30 era l’ora di tornare a casa ma nessuno aveva il coraggio di uscire per la paura che fuori ci fosse qualcuno ad aspettarli. Non avevano torto
infatti, uscendo, intravidero grazie alla poca luce rimasta della luna, l’ombra di qualcosa di strano ma
non capirono finché non videro spuntare dall’ombra
un enorme fila di denti gialli appuntiti che avrebbero
sradicato un albero in pochi secondi.
L’ombra si fece sempre piu vicina e il coraggio di
scappare era sempre più debole, il cuore dei ragazzi
era sempre più spaventato e i sensi di colpa per aver
scelto quel posto era immensa e lo stomaco gli si
stava attorcigliando. L’ombra si mosse e uscì dalle
tenebre che lo nascondevano.
La faccia dei ragazzi era come se fosse stata colpita
da una freccia invisibile. Il mostro non era un licantropo ma….. uno stranissimo animale con gli occhi
rossi come un fuoco che bruciava infinito.
La prima cosa che i ragazzi pensarono di fare era
scappare ma le gambe non glielo permettevano.
Quando finalmente ci riuscirono, il mostruoso animale non face fatica a raggiungerli dato che saltava
da un albero all’altro. Allora i ragazzi si divisero, ma
non conoscendo le vie si persero. Il pensiero principale di ciascuno era quello di sapere chi era quello
che il mostro avrebbe seguito, ma il mostro non
aveva seguito nessuno, non credeva di trovarli in
Era la notte di Halloween e Tom, Alex e Jack si preparavano a spaventarsi nella vecchia villa nel bosco.
Era nuvoloso e la luna si intravedeva appena e l’atmosfera era resa lugubre dalla nebbia. I ragazzi si
diressero nel bosco. Intravidero la villa da dietro un
albero e, prima di entrare, Jack ne raccontò agli altri
la leggenda.
Si diceva che tanti tanti anni prima ci vivesse un contadino di nome Lucke. Un giorno mentre rientrava a
casa sentì uno strano rumore. Il contadino non fu più
rivisto. Anche gli altri che abitavano in quella villa
sparirono misteriosamente.
I ragazzi stentavano a entrare dato che nessuno vi
metteva piede da anni e anni, ma era Halloween ed
erano lì apposta. Il grande orologio sul campanile
segnava 5 all’una. Perciò entrarono e si raccontarono storie horror finché sentirono uno strano rumore:
era come se qualcuno scendesse le scale con dei
mattoni ai piedi.
I ragazzi iniziavano ad avere un po’ di paura ma non
tanta come quando sentirono quel verso strozzato
proprio dietro le loro spalle... non si aspettavano che
ci fosse qualcuno nella villa così pensarono che fosse
stato il vento a sbattere le finestre.
Alle 2:30 era l’ora di tornare a casa ma nessuno aveva il coraggio di uscire per la paura che fuori ci fosse qualcuno ad aspettarli. Non avevano torto infatti,
uscendo, intravidero grazie alla poca luce rimasta
della luna, l’ombra di qualcosa di strano ma non capirono cos’era finché non videro spuntare un’enorme
fila di denti gialli appuntiti che avrebbero sradicato
un albero in pochi secondi.
L’ombra si fece sempre piu vicina e il coraggio di
scappare era sempre meno... il cuore dei ragazzi era
sempre più spaventato e i sensi di colpa per aver
scelto quel posto erano immensi tanto da fargli attorcigliare lo stomaco. L’ombra si mosse e uscì dalle
tenebre che la nascondevano.
A quell’apparizione la faccia dei ragazzi rimase come
se fosse stata colpita da una freccia invisibile. Il mostro non era un licantropo ma….. uno stranissimo
animale con gli occhi rossi come un fuoco che bruciava infinito.
Provarono a scappare ma le gambe non glielo permettevano. Quando finalmente ci riuscirono, il mostruoso animale non face fatica a raggiungerli dato
che saltava da un albero all’altro. Allora i ragazzi
per disorientarlo si divisero, ma non conoscendo il
bosco si persero. Il pensiero principale di ciascuno
era quello di sapere chi di loro il mostro avrebbe
seguito, ma il mostro non seguì nessuno. Sapeva
tutta quella nebbia così li aspettò alla fine del bosco.
Sapeva che prima o poi li avrebbe trovati così decise
di essere paziente e di aspettare.
Intanto i tre ragazzi si dirigevano contemporaneamente verso il centro del bosco finchè non si scontrarono e si diressero insieme verso la fine del bosco.
La nebbia arrivava loro fino al collo; arrivarono alla
fine del bosco e il mostro era già pronto ad attaccarli.
In pochi secondi si ritrovarono una creatura sovrannaturale sullo stomaco. Il mostro pesava più di una
tonnelata e il suo fiato era forte con un sapore di
cadavere rancido. I ragazzi sapevano che se non si
sbrigavano a scappare avrebbero fatto una brutta
fine ma il mostro fu più veloce di loro e con un unghiata gli divise in due il collo. Il mostro gli succhiò
tutti gli organi e dalla bocca gli colava il sangue dei
ragazzi. La leggenda ancora una volta si era avverata e il guardiano della villa aveva ancora deciso
che quel luogo doveva rimanere segreto. Il mostro
aveva infatti mantenuto la promessa che aveva fatto
al contadino Lucke prima di ucciderlo. “Questa è la
fine che avranno tutti quelli che vorrano passare una
bella spaventosa e mortale notte di Halloween”.
che non li avrebbe trovati in tutta quella nebbia così
li aspettò al margine del bosco. Sapeva che prima o
poi sarebbero arrivati, così decise di essere paziente
e di aspettare.
Intanto i tre ragazzi proseguivano la loro solitaria
corsa disperata finchè non si ritrovarono. La nebbia
arrivava loro fino al collo... Si diressero insieme verso la fine del bosco ma, quando arrivarono, il mostro
era già pronto ad attaccarli.
In pochi secondi si ritrovarono una creatura sovrannaturale sullo stomaco. Il mostro pesava più di una
tonnelata e il suo fiato era pestilenziale con un sapore di cadavere rancido. La loro fine era ormai segnata: con un’unghiata divise in due il collo di tutti
e tre e succhiò loro tutti gli organi. Dalla sua bocca
colava il sangue dei ragazzi a fiumi.
Ancora una volta la leggenda mostrava il suo lato
di verità: il guardiano della villa aveva nuovamente
deciso che quel luogo doveva rimanere segreto. Il
mostro aveva mantenuto la promessa fatta al contadino Lucke prima di ucciderlo. “Questa è la fine che
faranno tutti quelli che vorrano passare una bella
spaventosa e mortale notte di Halloween”.
Halloween con scheletro
prima stesura del testo
testo dopo la revisione
In fondo al paese, quasi ai margini del bosco, si
In fondo al paese, quasi ai margini del bosco, si
ergeva una vecchia villa decrepita e abbandonata
ergeva una vecchia villa decrepita e abbandonata
dove, si diceva, nessuno metteva piede da anni e
dove, si diceva, nessuno metteva piede da anni e
anni. Era la sera di Halloween, quando tutti i bambini
anni. Era la sera di Halloween, la sera in cui tutti i
aspettavano il momento di andare a fare “Dolcetto
bambini aspettavano il momento di andare a fare
o Scherzetto”. Un gruppetto andò in un vecchio pa-
“Dolcetto o Scherzetto”. Un gruppetto di amici andò
lazzo, mentre tre amici si diressero verso la villa. I
in un vecchio palazzo, mentre tre di loro si diressero
tre ragazzini suonarono il campanello, era un posto
verso la villa. I tre ragazzini suonarono il campanello
silenzioso disse uno dei ragazzini, lo sapete me ne
ma dall’interno non proveniva nessun rumore. C’era
voglio andare.
solo un gran silenzio. Uno dei ragazzini disse: “Me
ne voglio andare”.
“Non dirmi che hai paura” dissero gli altri ragazzini.
“Non dirmi che hai paura” dissero gli altri due.
“Io invece questa volta me ne voglio andare,
“Sì, è così e me ne voglio andare”.
all’improvviso si apri la porta loro entrarono e si ri-
All’improvviso la porta si aprì, loro entrarono e que-
chiuse la porta, aveva ragione il ragazzino. Erano
sta si richiuse immediatamente. Si trovarono comple-
completamente al buio, videro uno scheletro, e forte-
tamente al buio, videro uno scheletro e iniziarono ad
mente chiesero aiuto, disse lo scheletro siete
urlare chiedendo aiuto. Lo scheletro disse: “Siete
sfacciati, adesso lo fate ancora dolcetto scherzetto
spacciati. Adesso non lo farete più dolcetto o scher-
disse ancora lo scheletro. I bambini terrorizzati ur-
zetto!” I ragazzini terrorizzati urlavano sempre più
lavano e riurlavano ancora di più, ma non li sentiva
forte, ma non li sentiva nessuno.
nessuno.
Lo scheletro tranquillamente li portò nel seminter-
Lo scheletro tranquillamente li portò giù, gli tappò la
rato, tappò loro la bocca, poi... Si levò i vestiti e in
bocca e lo scheletro si levò i vestiti e in realtà non
realtà si scoprì ciò che era veramente: non uno sche-
era uno scheletro ma era semplicemente un uomo
letro ma semplicemente un uomo mascherato che
mascherato che voleva fare paura ai bambini.
voleva fare paura ai bambini.
Un vampiro in salotto
prima stesura del testo
testo dopo la revisione
Era una perfetta notte di Halloween: nubi temporalesche, spinte da un forte vento, giravano impazzite per il cielo cupo e la Luna appariva e spariva
continuamente, mirando solo a tratti l’orologio del
campanile segnava cinque minuti a mezzanotte e i
tre ragazzi: Jake, Rose e Harry, andavano a fare dolcetto o scherzetto nelle case. Era appena scattata la
mezzanotte e tutto diventò reale: i ragazzi travestiti
da scheletri diventavano scheletri veri e anche tutti
gli altri costumi.
I ragazzi, visto che non erano travestiti si sentivano
impauriti e non avevano idea di cosa fosse successo,
allora decisero di chiamare i genitori, ma loro non
rispondevano.
Entrarono nella casa più vicina e si recarono lì per
rifugiarsi: quella era la casa dei mostri. Jake andò nel
salotto dietro il divano, Rose andò in camera dietro
al letto e Harry andò insieme a Rose dentro l’armadio. Il vampiro entrò nel salotto a cercare i ragazzi e
trovò Jake, lo prese e lo portò con sé, Rose e Harry
uscirono dalla camera, andarono fuori dalla casa e
videro Jake portato via dal vampiro. Il vampiro lo
portò con sé nella sua grotta.. Harry e Rose erano
preoccupati nel non vedere più Jake, si allontanarono dalla città per cercarlo. Jake era stato morso dal
vampiro e ora stava cercando gli altri amici. Li trovò
ma quando li stava per prendere un signore con un
bastone glielo conficcò nella schiena e lui morì. Harry e Rose si girarono di scatto e in quel momento
ringraziarono il signore ma lacrimavano per la morte
di Jake. Harry e Rose decisero di camminare in quella notte oscura aspettando un miracolo per salvarli,
ma niente.. nessuno arrivava o nessuno li aiutava. I
ragazzi volevano sapere come poteva essersi risvegliata questa cosa ma non veniva nessuna risposta..
erano angosciati e spaventati da tutte quelle creature.
Allora decisero di farsene una ragione e poi dopo un
po’ non si sentiva più niente di spaventoso di pauroso! Più niente..
Era una perfetta notte di Halloween: nubi temporalesche, spinte da un forte vento, giravano impazzite
nel cielo cupo e la luna appariva e spariva continuamente, illuminando solo a tratti l’orologio del
campanile che segnava cinque minuti a mezzanotte. Jake, Rose e Harry uscirono per fare “dolcetto o
scherzetto” nelle case.
Appena scattò la mezzanotte tutto diventò reale: i ragazzi travestiti da scheletri diventavano scheletri veri
e lo stesso accadeva per tutti gli altri travestimenti.
Jake, Rose e Harry, forse gli unici a non essere travestiti, si trovarono circondati da esseri mostruosi e
ostili da cui dovevano difendersi.
una sera Rose comprò l’aglio per i vampiri. Una
notte entrò nella camera di Harry e Rose un vampiro pronto ad attaccarli ma Harry gridò a Rose a
squarciagola:”L’aglio! L’aglio!”, Rose lo prese e lo
lanciò al vampiro. Ma in quel momento il vampiro
non morì e morse Rose, però Rose in quell’istante
si ritrovò nel suo letto svegliata per quello che era
stato un sogno da non rifare più.
Entrarono nella casa più vicina per rifugiarsi ma vi
trovarono altri mostri. Jake si rifugiò nel salotto dietro al divano, Harry andò insieme a Rose in camera
dentro l’armadio. Un vampiro entrò in salotto per
cercare i ragazzi e trovò Jake, lo prese e lo portò con
sé nella sua grotta.
Rose e Harry uscirono dall’armadio e, preoccupati nel
non vedere più Jake, si allontanarono dalla città per
cercarlo ma Jake ormai era stato morso e, divenuto
anche lui vampiro, stava dando loro la caccia.
Li trovò, ma quando stava per prenderli qualcuno
che non conoscevano gli conficcò un bastone nella
schiena e lui morì. Harry e Rose si girarono di scatto
e ringraziarono il loro salvatore ma piangevano per
la morte di Jake.
Harry e Rose decisero di continuare a camminare in
quella notte oscura aspettando un miracolo che li
salvasse, ma niente.. nessuno arrivava e nessuno li
aiutava. Si chiedevano come poteva essere accaduta
la trasformazione di semplici costumi in esseri terrificanti ma non trovavano nessuna risposta plausibile... erano angosciati e spaventati.
Allora presero una decisione: visto che nessuno li
aiutava si sarebbero armati di coraggio e avrebbero
iniziato a combattere quelle creature. Non sentivano
più né spavento né paura! Più niente..
Si procurarono l’aglio per difendersi dai vampiri. Una
notte un vampiro entrò nella loro camera pronto
ad attaccarli ma Harry gridò a Rose a squarciagola:
“L’aglio! L’aglio!”. Rose lo prese e lo lanciò contro il
vampiro. Ma il vampiro non morì e morse Rose che
in quell’istante si ritrovò tremante ma sveglia nel
suo letto per quello che era stato un incubo da non
rifare più.
La notte delle bambole assassine
prima stesura del testo
testo dopo la revisione
In fondo al paese, quasi ai margini del bosco, si
ergeva una vecchia villa decrepita e abbandonata
dove, si diceva, nessuno metteva piede da anni e
anni. Era proprio lì che sarebbero andati ad abitare
Anna, Filippo e Andrea, in quella casa spaventosa e
cadente che era costata veramente poco per le storie
raccontate su di essa.
Filippo, Andrea e Anna si litigavano la stanza più
grande; come al solito ad Anna toccò la stanza piccola ma al suo interno sul letto rotto e polveroso
trovò una bambola di pezza con un biglietto con su
scritto: -NON LASCIARLA MAI FUORI DI NOTTEAnna era spaventata e incuriosita da questa bambola; ma i suoi fratelli li fecero uno scherzo e misero
fuori la bambola...
In fondo al paese, quasi ai margini del bosco, si
ergeva una vecchia villa decrepita e abbandonata
dove, si diceva, nessuno metteva piede da anni e
anni. Era proprio lì che sarebbero andati ad abitare
Anna, Filippo e Andrea, in quella casa spaventosa e
cadente che era costata veramente poco per le storie
inquietanti che si raccontavano su di essa.
Filippo, Andrea e Anna si litigavano la stanza più
grande; ad Anna toccò la stanza più piccola e al
suo interno, sul letto sfondato e polveroso, c’era
una bambola di pezza. Sopra un biglietto: - NON
LASCIARLA MAI FUORI DI NOTTEAnna era spaventata e allo stesso tempo incuriosita
da quella vecchia bambola ma non osava toccarla.
I suoi fratelli invece la presero e, per niente impressionati dalla scritta sul biglietto, la misero fuori... La
bambola verso mezzanotte si risvegliò e diventò alta
come una persona... entrò in casa mentre cantava:
- Anna, Anna sto entrando in cucina; Anna, Anna
sto prendendo il coltello; Anna, Anna sto salendo le
scale; Anna, Anna sto venendo ad ucciderti...Per fortuna Anna riuscì a scappare, ma la bambola
non si diede per vinta...
Creò un esercito di bambole assassine trasformando
in bambole gli amici e i fratelli di Anna.
La bambola verso mezzanotte si risvegliò e diventò
alta come una persona... entro in casa mentre cantava:- Anna, Anna sto entrando in cucina; Anna, Anna
sto prendendo il coltello; Anna, Anna sto salendo le
scale; Anna, Anna sto venendo ad ucciderti...Per fortuna Anna riesce a scappare, ma la bambola
non si da per vinta...
Si fece un esercito di bambole assassine trasformando gli amici di Anna in bambole compresi i suoi fratelli.
Le bambole inseguirono Anna per tutte le spettrali e polverose stanze della casa mentre cantavano
con un sottofondo di musica spaventosa: -non devi
avere paura, vogliamo solo giocare non ti vogliamo
far male, non ti devi spaventare, ti vogliamo solo
trasformare...Anna raggiunge l’ultima stanza e venne accerchiata
dalle bambole che riuscirono a metterle le mani addosso...Anna per fortuna riusci a scappare buttandosi dalla finestra finendo proprio... nel cimitero dietro
casa loro dove una fitta nebbia copriva ogni cosa e
la faceva sembrare in reale... tutto sembrava tranquillo quando... Anna si rese conto di essere mezza
trasformata e si spaventò a morte. A quel punto arrivarono le bambole e cercarono di accerchiare Anna,
ma lei scappò e mentre lo faceva si rese conto che
le bambole avevano paura degli oggetti appuntiti e
delle cose luminose. Ad lei venne un idea, di distrarre le altre bambole e scucire la bambola madre. Ma
non sapeva come fare si mise le mani in tasca e
si accorse che aveva un petardo, si fermò di scatto
accese il petardo e lo buttò davanti alle bambole e
poi scucì con il suo fermagli la bambola madre e la
buttò sul petardo che la bruciò,
Le bambole la inseguirono per tutte le spettrali e
polverose stanze della casa mentre cantavano con
un sottofondo di musica spaventosa:
- Non devi avere paura, vogliamo solo giocare... non
ti vogliamo fare male, non ti devi spaventare, ti vogliamo solo trasformare...Anna raggiunse l’ultima stanza e venne accerchiata dalle bambole che riuscirono a metterle le mani
addosso... per fortuna riuscì a scappare buttandosi
dalla finestra ma finì proprio... nel cimitero dietro
alla casa dove una fitta nebbia copriva ogni cosa e
la faceva sembrare irreale... Tutto sembrava tranquillo quando...
Le bambole la raggiunsero e cercarono di accerchiarla, ma lei riuscì a scappare di nuovo.
Pensò che forse l’unico modo per salvarsi era distrarre le altre bambole e scucire la bambola madre. Ma
non sapeva come fare. Si mise le mani in tasca e si
accorse che aveva un petardo, si fermò di scatto, lo
accese e lo scagliò contro l’esercito di bambole che
prese fuoco. Anna approfittò dello smarrimento della
bambola madre per afferrarla, scucirla con il suo fermaglio e gettarla nel fuoco.
le altre bambole che erano rimaste impressionate
dal petardo vedendolo finire e vedendo bruciare la
bambola madre si misero a inseguirla; fino a che lei
non si accorse che erano sul ponte tra il castello e
la foresta e presa dalla rabbia e dalla paura butto
giù dal ponte tutte le altre bambole e infine presa da
senso di colpa e dalla disperazione si buttò anche
lei dal ponte.
Nelle ceneri della bambola madre si vedono accendere i due bottoni rossi degli occhi...
La fine?
Stremata dalla lotta Anna si allontanò il più possibile
da quella villa maledetta dove avevano trovato la
morte i suoi fratelli. Si era salvata ma a prezzo della
loro vita e questo non se lo sarebbe mai perdonato.
Alle sue spalle, nelle ceneri della bambola madre, si
accesero i due bottoni rossi degli occhi...
La fine?
L’assalto di zombi e vampiri
prima stesura del testo
testo dopo la revisione
In fondo al paese, quasi ai margini del bosco, si ergeva una vecchia villa decrepita e abandonata dove,
si diceva, nessuno metteva piede da anni e anni.
Accanto alla villa sorgeva un cimitero. Era la notte
di Halloween quando tre bambini decisero di fare
dolcetto scherzetto alla vecchia villa.
I bambini appena arrivati videro un cimitero allora si
inoltrarono lì dentro. Mentre lo attraversavano sentirono una voce e terrorrizzati dissero: “C’è qualcuno?”
non ci fu nesuuna risposta ma si sentirono più voci.
Allora i ragazzini si girarono e dietro di loro c’era un
intero esercito di zombi.
Scapparono terrorrizzati verso la porta della villa ed
entrarono, ma li aspettava un’amara sorpresa...
Dentro era tutto spettrale, ragni si calavano dalle
ragnatele sembrando che ti venissero addosso.
I ragazzi si diressero verso la camera da letto e videro
un vampiro che si sollevava dalla tomba e che correva verso di loro per succhiargli il sangue i ragazzini
corsero verso l’uscita ma gli zombi erano dietro di
loro, in quel momento si sentirono in trappola.
Si guardavano intorno urlando, cercando di trovare
una via d’uscita da cui scappare. Dopo qualche secondo Luca, uno dei tre ragazzi, disse che c’era una
porta al lato di loro allora uscirono e subito si ritrovarono fuori della casa.
Scapparono verso il cimitero e lo attraversarono. Ma
il cancello della villa si stava richiudendo così si arrampicarono e gli zombie e il vampiro rimasero chiusi. I bambini prima di andarsene gli fecero una smorfia dicendo: “Vi abbiamo rinchiusi!”. Ma non persero
un secondo per ritornare di corsa a casa da quanto
avevano avuto tanta paura.
In fondo al paese, quasi ai margini del bosco, si
ergeva una vecchia villa decrepita e abbandonata
dove, si diceva, nessuno metteva piede da anni e
anni. Accanto alla villa sorgeva un cimitero. Era la
notte di Halloween quando tre bambini decisero di
andare là per fare “dolcetto o scherzetto”.
Appena arrivati si inoltrarono nel cimitero. Mentre
lo attraversavano sentirono una voce e terrorrizzati
chiesero: “C’è qualcuno?”
Non ci fu nessuna risposta ma si sentirono altre voci.
Allora i ragazzini si girarono e dietro di loro c’era un
intero esercito di zombi.
Scapparono terrorizzati verso la porta della villa ed
entrarono, ma li aspettava un’amara sorpresa...
Dentro era tutto spettrale, ragni si calavano dalle
ragnatele e andavano loro addosso.
I ragazzi si diressero verso la camera da letto e videro un vampiro che si sollevava dalla tomba e che
correva verso di loro per succhiargli il sangue. Corsero verso l’uscita ma gli zombi li aspettavano dietro la
porta. In quel momento si sentirono in trappola.
Si guardavano intorno urlando, cercando di trovare
una via d’uscita. Dopo qualche secondo Luca, uno
dei tre ragazzi, vide una porta in fondo al corridoio:
conduceva sul retro della casa. Uscirono.
Scapparono verso il cimitero e lo attraversarono correndo. Il tronco di un albero caduto servì loro per
bloccare il cancello e così gli zombie e il vampiro
rimasero chiusi dentro. I bambini prima di andarsene fecero loro una smorfia dicendo: “Abbiamo vinto
noi!”. Ma non persero un secondo di più e tornarono
di corsa a casa.