Rinascimento - Balbi Valier

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Rinascimento - Balbi Valier
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Rinascimento
arte del quattrocento e cinquecento (XV e XVI secolo).
Domande
Cosa si intende per rinascimento?
Quali sono le principali caratteristiche di questo movimento artistico?
Quale è la nuova funzione assunta dall'arte?
Come si spiega la crisi, nel Cinquecento, degli ideali rinascimentali?
Quali sono le conseguenze sulla concezione che l'uomo aveva di sé?
Video
http://www.ovo.com/rinascimento/
NON SOLO ARTE
Storia
Dal comune si passa alla Signoria, si afferma la figura del Principe.
Il mecenatismo.
Geografia
Un mondo molto più grande - Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci
Scienze e tecnologia
L'eliocentrismo - Copernico, Galileo Galilei, Giovanni Keplero.
L’anatomia
La fisica - Isaac Newton
La stampa - Sistema di Gutenberg
Le macchine belliche - la polvere da sparo e l'artiglieria
Gli orologi meccanici e l'astrolabio
Nuovi strumenti per la musica – prototipi di violino, organi a mantice
IL RINASCIMENTO
Il termine "Rinascita" (rinascita delle arti) da cui viene il termine Rinascimento, viene
coniato da Giorgio Vasari nel suo trattato "Vite de' più eccellenti architetti, pittori, et
scultori italiani, da Cimabue insino à tempi nostri" per indicare un ciclo da lui
individuato, che, partendo da Giotto e proseguendo con Masaccio, Donatello e
Brunelleschi si libera dalle forme greco bizantine per tornare a quelle latine,
culminando nella figura di Michelangelo Buonarroti, "capace di superare gli antichi
stessi".
L’UOMO AL CENTRO DEL MONDO
La grandezza del Rinascimento consiste nello spirito di conquista che spinse l’uomo a
compiere ricerche e scoperte in tutti i campi del sapere e delle arti, a guardare con
nuovo interesse alla natura, fino a raggiungere un miracoloso equilibrio tra gli aspetti
spirituali e quelli materiali della vita.
Il Rinascimento è un movimento artistico e letterario che si forma a Firenze nei primi
decenni del XV secolo e si diffonde in seguito in Italia e in tutto il resto d'Europa.
Le caratteristiche principali sono:
Arte e Immagine - Prof. Fabio Lucchetta - a.s. 2014-2015 - pag. n. 1
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Il recupero dell'arte classica.
La scoperta della prospettiva, cioè quell'insieme di regole grafiche e
matematiche che permettono di riprodurre su una superficie piana, con esattezza
scientifica, l'aspetto tridimensionale della realtà. La prospettiva è usata per la
prima volta da Brunelleschi.
La conquista dell’anatomia e delle proporzioni nella raffigurazione del corpo
umano.
Il ruolo eroico e grandioso attribuito all’uomo e alle sue azioni, l'esaltazione della
sua intelligenza che lo innalza fino a Dio (antropocentrismo): la visione del mondo
non si fonda più solamente sulla fede, come nel Medioevo, ma nel Quattrocento
è la ragione che si sostituisce ad essa.
Il trionfo del naturalismo.
LA FUNZIONE DELL'ARTE
Il Rinascimento si sviluppa soprattutto nelle corti italiane, tra le quali c'è un'autentica
gara per accaparrarsi gli artisti più conosciuti. Per questo motivo la condizione sociale
dell'artista muta completamente: da semplice e anonimo artigiano, diventa un
intellettuale ricco e famoso. L'arte acquista così la funzione di rendere più splendide e
affascinanti le città italiane, che rispecchiano la potenza dei Signori.
UNA "RINASCITA" RIVOLUZIONARIA
La storia non è un continuo progresso ma un percorso fatto di bruschi salti e rotture;
questi cambiamenti si riflettono nello stile delle opere d’arte e a volte sono così
profondi da determinare vere e proprie rivoluzioni. Nel XV° secolo questa rivoluzione
prese il nome di Rinascimento.
Il termine Rinascimento indica un evento miracoloso, come una seconda nascita
dopo la morte. Una nuova consapevolezza, accompagnata da entusiasmo,
ottimismo e orgoglio coinvolse, all’aprirsi del XV° secolo, i cittadini delle corti italiane,
determinando un fervore artistico e culturale senza precedenti in Italia. Scrittori, poeti,
architetti, pittori e scultori furono i veri protagonisti di questo movimento che prese il
nome di Rinascimento proprio in relazione al rinascere delle arti. Era infatti opinione
diffusa che, dopo il periodo d’oro dell’arte classica, la scultura, la pittura e
l’architettura fossero andate irrimediabilmente decadendo fino a scomparire
praticamente del tutto durante i "secoli bui" del Medioevo. Soltanto nei primi anni del
Quattrocento le arti avevano preso a rifiorire. Questa rinascita era stata resa possibile
grazie alla riscoperta dell’arte antica che divenne un modello di perfezione, oggetto
di studio da parte di ogni artista.
Col passare degli anni, grazie ai viaggi e agli scambi con il Nord Europa, i principi
artistici del Rinascimento si diffusero fuori dall’Italia nei paesi di lingua tedesca,
fiamminga e in Francia. Del resto, stimoli importanti per lo sviluppo del Rinascimento
italiano erano giunti dalle culture nordiche, grazie all’arrivo in Italia di artisti come
Albrecht Dürer e di opere dei fiamminghi Jan van Eyck e Rogier van der Weyden (arte
fiamminga).
L’ANATOMIA E LA PROSPETTIVA
Tema principale delle ricerche artistiche del Quattrocento fu lo studio dell’uomo e
dello spazio che lo circonda, e che egli in qualche modo domina. Si giunse così, in
modo graduale, alla conquista della rappresentazione corretta del corpo umano
(anatomia) e dello spazio (prospettiva).
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I primi a dare regole scientifiche alla rappresentazione di oggetti e figure nello spazio,
secondo il principio del degradare delle grandezze verso un unico punto di fuga,
furono gli artisti fiorentini, in particolare Filippo Brunelleschi.
La rappresentazione delle perfette proporzioni del corpo umano non smise mai di
attrarre pittori e scultori ma furono soprattutto Leonardo (si pensi al celebre disegno
dell’uomo nudo inscritto in un cerchio), Raffaello e Michelangelo a raggiungere nelle
loro figure i prototipi di perfezione maschile e femminile.
I CENTRI ARTISTICI ITALIANI
Lo straordinario sviluppo delle arti avvenne gradualmente e in numerosi centri
politicamente e culturalmente autonomi. I primi maestri furono fiorentini: lo scultore
Donatello, l’architetto Brunelleschi e il pittore Masaccio. Guardandosi l’un l’altro essi
rivoluzionarono il linguaggio e lo stile delle tre arti principali lasciando un segno
indelebile nella cultura fiorentina del tempo. Le innovazioni dei tre artisti furono presto
riprese, anche se in modo del tutto personale, dai fiorentini Lorenzo Ghiberti, Beato
Angelico, Filippo Lippi, Paolo Uccello e Andrea del Castagno.
Grazie alla protezione data alle arti da parte delle famiglie al potere, fiorirono altri
centri artistici molto importanti. Tra i più significativi, Urbino dove Federico da
Montefeltro chiamò a lavorare artisti fiamminghi, dalmati e italiani, tra i quali Piero
della Francesca e Donato Bramante. Nella Rimini dei Malatesta operarono Leon
Battista Alberti, Agostino di Duccio e lo stesso Piero della Francesca; nella Ferrara
degli Este i pittori Cosmè Tura, Francesco del Cossa ed Ercole de Roberti.
Più a nord le principali capitali artistiche furono Padova, con lo Squarcione e Andrea
Mantegna, Venezia con Giovanni Bellini, Milano con Bramante.
Al sud la Napoli Aragonese è un importante centro umanistico e artistico, ma è
soprattutto Antonello da Messina ad aprire la cultura del Meridione alle conquiste del
Rinascimento.
Se il Quattrocento è l’età dei centri e delle molteplici personalità artistiche, il nuovo
secolo XVI° si apre nel segno di poche e grandissime personalità che sembrano
occupare tutta la scena italiana. Leonardo da Vinci tra Firenze e Milano,
Michelangelo tra Firenze e Roma, Raffaello tra Urbino, Firenze e Roma, Tiziano a
Venezia e Correggio a Parma, sono gli eroi della fase più matura del Rinascimento
italiano, coloro i quali, in qualche modo, superano gli stili locali in favore di una visione
davvero universale dell’arte.
Nel Cinquecento si verifica un progressivo crollo degli ideali rinascimentali che incrina
le certezze sull'onnipotenza dell'uomo. Si verificano numerosi eventi drammatici:
• Una crisi politica, che si conclude con la conquista dell'Italia a opera degli
Spagnoli (1559).
• Una crisi economica, conseguenza delle nuove rotte commerciali al di fuori del
Mediterraneo.
• Una crisi finanziaria, dovuta alla massiccia immissione nei mercati europei dell' oro
razziato dai conquistadores spagnoli ai popoli americani (Maya, Aztechi).
• Una crisi sociale, per le numerose epidemie di peste e carestie seguite da un
pauroso calo demografico.
Arte e Immagine - Prof. Fabio Lucchetta - a.s. 2014-2015 - pag. n. 3
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Una crisi religiosa, determinata dallo scisma luterano con il mondo cristiano diviso
così in due tronconi: un'Europa settentrionale protestante e un'Europa meridionale
cattolica.
• Una crisi scientifica e filosofica, per la nuova concezione copernicana
dell'universo, con il Sole al centro del cosmo al posto della Terra, che spazza via
tutte le teorie «umanistiche» di un mondo subordinato all'uomo e creato
esclusivamente per lui.
In poco tempo si diffonde una sensazione di instabilità, di incertezza e di paura che
sarà alla base dell'arte del Manierismo: l'uomo, sicuro dominatore del mondo, è ora in
balìa di un tragico destino.
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Donatello, Masaccio, Piero della Francesca
Se osserviamo il celebre David di Donatello e lo confrontiamo con opere scultoree eseguite
nel secolo precedente ciò che più colpisce è la sua straordinaria eleganza, l’attenzione che
Donatello ha posto nel raffigurare il corpo del giovinetto, morbido ma allo stesso tempo
eroico, l’importanza che ha dato all’armatura, al copricapo e alla spada, oggetti che fanno
del giovane protagonista della storia cristiana un eroe antico, quasi una divinità greca. Lo
sguardo malinconico della statua è uno straordinario tocco di psicologia da parte dell’artista.
Assai meno raffinati, anzi per certi versi brutali sono gli apostoli che Masaccio raffigura nella
scena del Tributo della moneta, nella Cappella Brancacci nella chiesa del Carmine a Firenze.
Qui il pittore ha volutamente eliminato ogni particolare superfluo per concentrarsi
completamente sugli uomini, sui loro corpi e i loro gesti. Con pochissimi elementi, un edificio,
dei tronchi d’albero e una riva, Masaccio riesce a farci percepire uno spazio in profondità e
con pochissimi gesti una storia intera.
In modo molto simile Piero della Francesca, nel Battesimo di Cristo, raffigura i corpi e gli alberi
con una estrema sintesi, quasi fossero pure forme geometriche disposte in uno spazio
secondo principi matematici misteriosi. L’idea che ci comunica Piero della Francesca è
quella di una estrema razionalità e di una divina armonia.
Michelangelo, Leonardo, Raffaello
Proviamo a paragonare adesso il David di Donatello con quello di Michelangelo, eseguito più
di cinquant’anni dopo. L’eroe di Michelangelo non è un malinconico fanciullo semidivino ma
un uomo nel pieno delle sue forze, un atleta vittorioso; il David di Michelangelo esibisce la sua
superiorità fisica, non quella morale, tanto da essere considerato ancora oggi un modello di
bellezza maschile.
Fu invece Leonardo a lasciarci un modello di bellezza femminile con il celebre ritratto della
Gioconda. Come nel David anche qui la donna esibisce, con il suo misterioso sorriso, tutto il
compiacimento verso sé stessa, una soddisfazione che non deriva dalla lotta ma dalla piena
armonia con l’universo naturale e sociale che la circonda. La Gioconda e il David sono i due
campioni dell’uomo e della donna rinascimentali, felici di esistere nel mondo.
Tutta intellettuale è invece la vittoria che Raffaello rappresenta nella Stanza della Segnatura.
Nella Scuola di Atene e nella Disputa del Sacramento egli riesce a conciliare infatti il sacro e il
profano, la filosofia antica e la dottrina religiosa moderna attraverso una rappresentazione
delle figure e dello spazio che è ancora erede della grande rivoluzione di Masaccio. Come
per Piero della Francesca, in Raffaello spazio e figure sono costruiti uno in funzione dell’altra,
fino a coincidere in un disegno grandioso che è immagine di quello divino. Questo equilibrio
perfetto è il frutto più maturo del Rinascimento, un periodo destinato a interrompersi
bruscamente come un sogno.
Basta mettere a confronto con queste opere citate il Giudizio universale di Michelangelo per
rendersi conto che il Giudizio rappresenta la caduta degli eroi e allo stesso tempo la
negazione dello spazio rinascimentali, la fine di quella fiducia nell’uomo, nella storia e
nell’arte che avevano alimentato le conquiste del Quattrocento e del primo Cinquecento.
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