Una storia complicata e preoccupante: quale
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Una storia complicata e preoccupante: quale
Una storia complicata e preoccupante: quale sorte per Boccadarno? Sembra una storia incredibile, ma è tutto vero: è possibile prevedere di costruire su terreni di proprietà del Comune e di Gea, cioè di proprietà pubblica, senza pagarli, anzi senza neanche avere un contratto di acquisto. E non si tratta di qualche spicciolo: 3.700.000 euro per i primi e circa altrettanto per i secondi. Una vicenda preoccupante. Si tratta della "Boccadarno Porto di Pisa" che sta realizzando il porto a Marina di Pisa e che dovrebbe costruire anche il prospiciente villaggio turistico su un'area di proprietà in parte del Comune di Pisa e in parte della Gea. Ma, sorpresa, l'assessore Andrea Serfogli risponde a una richiesta di informazioni del consigliere Bini e rivela che "nonostante i ripetuti solleciti dal 2007 ad oggi la società non ha sottoscritto il contratto di acquisto dei terreni di proprietà comunale né quindi pagato i relativi 3 milioni e 700 mila euro". Insomma, non esistendo nessun contratto, il Comune non può richiedere il pagamento. La dirigente comunale Laura Tanini precisa che "Nonostante i numerosi e ripetuti solleciti fatti dal 2007 ad oggi per stipulare il contratto e pagare la cifra definita, non abbiamo mai ricevuto alcuna risposta". Situazione simile per i terreni di proprietà GEA, società interamente pubblica attualmente in liquidazione il cui liquidatore ha rifiutato per quattro volte la richiesta di audizione in commissione consiliare. L'assessore Serfogli dichiara che "non è stato fatto nessun trattamento di favore ad alcuno e che il Comune ha fatto tutti gli atti dovuti vista l'evidente inadempienza", chiedendo una indennità di occupazione di 83.000 euro e ponendo la pratica nelle mani dell'Avvocatura Civica del Comune. La vicenda resta preoccupante: a quale comune cittadino sarebbe concesso di fare progetti su terreno altrui, per di più pubblico senza averlo acquistato? Ma le sorprese non finiscono e la vicenda si complica con le notizie più recenti: dalla convenzione del settembre 2007 firmata con il Comune di Pisa risulta che la Boccadarno non ha l'obbligo né di comprare né di costruire, potrebbe non farlo mai e vendere i terreni già di sua proprietà ad altri soggetti. Una vicenda allarmante anche per il contesto in cui si colloca. Ricordiamo che la società Sviluppo Navicelli, che con la Boccadarno condivide parte della dirigenza, ha pagato al Comune di Pisa 765.000 euro per i terreni della Mezzanina destinati a IKEA solo il giorno prima della approvazione della delibera in Consiglio Comunale, anni dopo la firma del contratto. Non pagare è un vizio? La vicenda, inoltre, richiama i timori espressi dal Coordinamento per la Salvaguardia di Boccadarno (di cui Legambiente Pisa fa parte) circa la sostenibilità finanziaria dell'operazione, considerata la grave crisi economica che sta colpendo i settori immobiliare e della nautica e le difficoltà del sistema bancario. Legambiente Pisa condivide queste preoccupazioni e non può dimenticare che il villaggio turistico è previsto nonostante che la sentenza del Consiglio di Stato n.3234 del 25.6.2008 abbia dichiarato illegittima la normativa urbanistica approvata, imponendo (purtroppo solo sulla carta della legittimità) l'annullamento della scheda 39 del Piano di Gestione delle Tenute di Tombolo e Coltano che prevede la costruzione del porto. Non vorremmo che disavventure giudiziarie e finanziarie si aggiungessero al danno di avere privatizzato e sottoposto a rischi ambientali un ecosistema complesso e delicato, un'area unica per il suo pregio naturalistico e paesaggistico, un "bene comune" che meriterebbe un diverso recupero. Resta infine la domanda: come vuole l'Amministrazione Comunale tutelare il suo patrimonio, il bene comune e l'interesse pubblico, sottraendosi a quello di alcuni soggetti privati?