Allegato D - Sole24Ore - Ordine dei Medici di Piacenza

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Allegato D - Sole24Ore - Ordine dei Medici di Piacenza
Il Sole 24 Ore
Martedì 19 Aprile 2011 - N. 106
42 Finanza & Mercati
Retail. Richiesta di risarcimento da 40 milioni a Investitori Associati, Rreef e Prelios Ora il passaggio a Lvmh
BLOOMBERG
Techint si oppone
a Buenos Aires
Sfida legale su Rinascente
Borletti chiede l’arbitrato
Sotto attacco
i patti fra i soci
che riguardano
le opzioni call
Carlo Festa
Simone Filippetti
MILANO
Scoppia la guerra legale su
Rinascente. Maurizio Borletti,
erede della famiglia che a fine
’800 fondò i grandi magazzini e
attuale azionista col 4%, va
all’attacco dei soci di maggioranza (Investitori Associati che
detiene la quota più rilevante,
col46%,RreefdelgruppoDeutsche Bank, secondo socio col
30% e il gruppo immobiliare
Prelios di Marco Tronchetti
Proveraal20%). Secondoquanto risulta al Sole 24 Ore, Borletti
hadepositatounarbitratoalTribunale di Milano. Motivo del
contendere? I patti che legano i
quattro soci e che, a dire di Borletti (affiancato dallo studio
Gianni Origoni Grippo), sarebbero stati violati a suo danno. Ci
sarebbe una richiesta di 40 milionidirisarcimentocomplessivo agli altri soci (10 milioni ciascuno, con Investitori associati
chiamati a versare 20 milioni).
In particolare la controversia si
focalizzerebbe sulle opzioni
call (acquisto) sulle quote degli
altri soci a prezzo inferiore a
quello di mercato.
La battaglia si apre proprio
nel bel mezzo dell’asta per la
vendita di Rinascente dove lo
stesso Borletti è anche uno dei
duepretendenti(l'altroèilgruppo tailandese Central Retail
Corporation). I fondi hanno
messo in vendita la società (si
tratta della sola gestione perché
gli immobili sono oggetto di
una trattativaseparata parallela
che è già in parte completata) e
Borletti, legato anche da motivi
familiarie affettiviaigrandimagazzini, vorrebbe rilevare lui le
quote dei fondi soci, ma non dispone delle risorse necessarie
(la valutazione dei grandi magazzini si aggirerebbe attorno
ai 200 milioni): per questo sta
cercando di mettere in piedi
unacordataeha chiamatoaraccolta un dream-team del lusso
(imagazziniPrintemps,ilcolosso mondiale Lvmh di Bernard
Arnault, altri contatti sarebbero in corso con Giorgio Armani
e Prada) affiancato da un nocciolo industrial-finanziario (la
merchant bank Tip di Giovanni
Tamburi, le famiglie Lunelli,
Landi e Montipò).
Un primo scontro giudiziario c’era già stato nei mesi scorsi. Borletti era ricorso al giudice: proprio l’imprenditore aveva chiesto la revoca degli altri
amministratori colpevoli, a suo
dire, di non aver avviato una
procedura competitiva per la
cessione di Rinascente, ma soltanto una trattativa privata con
i tailandesi, escludendo la sua
prelazione. Il primo round si
era chiuso con una parziale vittoria di Borletti cui il giudice
aveva riconosco il diritto di accedere alla data room. Ora però
arrivaquestanuovagranagiudiziariaacomplicarelecose:i fondi, assistiti dallo studioGiliberti
Pappalettera Triscornia, sono
pronti ad andare al contrattacco, e potrebbero chiedere i danni, per il rallentamento
dell’asta.In ogni caso l’arbitrato
non viene ritenuto un ostacolo
al processo di vendita perché i
pattiparasociali,cosìcomeildiritto di prelazione, riguardano
la holding Ru (RinascenteUpim), la newco che controlla
le società operative (che sono
appunto quelle messe in vendita). Le offerte sono attese per i
primi di maggio e la partita si
preannuncia infuocata: Borlettihaampliato lasua cordata, sostenuta finanziariamente da un
pool di banche, con l’ingresso
appunto del gruppo di industriali italiani; i tailandesi, assistiti da Morgan Stanley e dal
banchiere d’affari Claudio Costamagna,sarebberopronti arilanciare e ad offrire fino a 220
milioni. Ma l’arbitrato potrebbe avere conseguenze: Borletti
ritiene di esseere a pieno diritto
il titolare del 100% delle azioni
Ru e sarebbe intenzionato a far
bloccare un’eventuale vendita
della Rinascente.
Interpump fa shopping negli Usa
Giovanni Vegezzi
MILANO
Una multinazionale tascabile italiana con crescenti interessi oltreoceano. Interpump,
gruppo attivo nel settore delle
pompe ad alta pressione, ha annunciatoieriunanuovaacquisizione che rafforza la presenza
negli Stati Uniti: l’80% di American Mobile Power, con sede
nello stato dell’Indiana, passe-
rà in mani emiliane per 6,8 milioni di dollari. «American MobilePower èun’azienda che conosciamo da tempo, non solo
perché si trova molto vicina alla sede della nostra controllata
Muncie Power Products, ma
anche perché è stata un nostro
fornitore» ha spiegato il presidente Giovanni Cavallini a Il
Sole24Ore.«L’operazionesiinserisce nella strategia di Inter-
pump che punta sia a una crescita sui mercati emergenti sia
all’acquisizione di aziende che
hanno una gamma di prodotti
complementari a quelli del
gruppo. Nonostante il valore
contenuto, questa acquisizionerappresentaunpassosignificativoperché arricchiscelenostre attività nel settore oleodinamico,rafforzando laposizione sul mercato americano».
Roberto Da Rin
BUENOS AIRES. Dal nostro corrispondente
UltimaassembleaperBulgari:
gliazionisti approvanoil bilancio
Siètenutaieril’ultimaassembleapubblicadelgruppoBulgari(nellafotoun
negozio),chepasseràalcolossofrancesedellamodaLvmhconogniprobabilità
entrol’estate.Isocihannodettosìalbilancio2010.IlceoFrancescoTrapaniha
rassicurato:«Noncambianullaallamarca,checontinuaadaverelasuastoria,
adessereitalianaechecontinueràarafforzareilsuoprofiloitaliano».
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Industria. Rilevato per 6,8 milioni di dollari il gruppo American Mobile Power
Il valore dell’operazione lascia mani libere al gruppo per
guardare anche ad altri mercati,ma gliStati Uniticon unacrescita del 22% nell’esercizio
2010 rimangono un paese importante per Interpump, che
ora avrà la possibilità di integrareil prodottidella controllata Muncie Power Product con i
serbatoi perimpianti oleodinamici di American Mobile
Governance. Scontro con il Governo
Power, destinati al mercato di
veicoli industriali. La società
americana ha registrato un fatturato 2010 di 7,5 milioni di dollari, con un margine operativo
lordodi1,4milionididollari,pari al 19% delle vendite e porta
in dote una cassa di 800mila
dollari. Le sinergie fra i due
gruppi si dispiegheranno pienamente conl’opzione perl’acquisto della totalità del capitaleprevistafracinqueanni.«Anche in questo caso manteniamo il nostro schema classico
per le acquisizioni» ha conclusoil presidente delgruppo emiliano. «Interpump rileverà
l’80% delle azioni, mentre uno
dei precedenti azionisti resterà con il 20% contribuendo alla
gestionefinoal2016 quandoabbiamo l’opzione per rilevare la
totalità del capitale». I mercati
hanno reagito ieri in maniera
piuttosto fredda all’annuncio
(-0,9% il titolo del gruppo emiliano a Piazza Affari a quota 5,8
euro) anche se i giudizi degli
analisti rimangono molto positivi:inunrecente rapportoBanca Imi ha alzato il target price
di Intermpump da 6,5 a 6,9 euro cambiando il giudizio da
«Hold» ad «Add».
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Un braccio di ferro tra
Techint e il Governo argentino. Oggetto della disputa
è la presenza dei rappresentanti dello Stato all’interno
di Siderar, società del gruppo italiano presente a Buenos Aires. Tensione alle
stelle, Techint ricorrerà alla Giustizia.
Venerdì scorso l’assemblea degli azionisti di Siderar, società di siderurgia
controllata dal gruppo italo-argentino Techint, ha votato alcune risoluzioni e fissato per l’11 maggio un nuovo incontro avente per oggetto la determinazione
del numero di membri del
direttorio. La Comision nacional de Valores (Cnv), poco dopo ha emesso una risoluzione secondo cui vengono dichiarate «irregolari e
inefficaci» tutte le decisioni prese venerdi. Da qui il
ricorso di Siderar al Tribunale di Giustizia argentino.
I termini dello scontro
sono questi: il Governo di
Buenos Aires basa le proprie richieste in conseguenza dell’approvazione
di un decreto che prevede
l’aumento del numero dei
propri rappresentanti ai
vertici di una quarantina
tra i principali gruppi economici privati presenti
nel Paese.
Nel caso di Siderar, la Anses – l’ente statale che gestisce i fondi pensione argentini – ha chiesto di poter nominare tre propri rappresentanti. A questo proposito vi è un decreto legge argentino, il n.441, che aumenta la partecipazione statale
in Siderar dal 5% al 25,97
per cento.
Tale richiesta è stata però frenata dalla Techint, secondo cui il decreto è anti-
costituzionale; la questione del numero dei componenti del board e della loro
designazione avrebbe dovuto esser esaminata da Siderar proprio il prossimo 11
maggio. Una data che ora, a
fronte delle schermaglie
politico giudiziarie, pare
destinata a slittare.
A respingere la posizione della Techint è stato il
ministro della Pianificazione, Julio De Vido, e
quello
dell’Economia,
Amado Boudou.
Quest’ultimo ha dichiarato di «non comprendere la
LA DISPUTA
Il gruppo della famiglia
Rocca ricorrerà in tribunale
contro la richiesta dello
Stato di avere propri
membri nel cda di Siderar
decisione, che rappresenta
un durissimo attacco del
gruppo Techint nei confronti della sicurezza giuridica del Paese».
Techint ha prontamente
replicato che «la Cnv non è
tenuta a dichiarare la nullità» di ciò che è stato deciso
durante l’assemblea. E poi
ancora: «Non ha alcuna potestà per poterlo fare». Questa decisione spetta, evidentemente, a un giudice.
La stampa locale ricorda
inoltre quanto fosse poco
gradito il direttore indicato
dal Governo, Axel Kicillof,
già nel board di Aerolineas
Argentina. Luis Betnaza,
uno degli strateghi di Techint, avrebbe preferito, in
sostituzione dell’economista Aldo Ferrer, l’ex direttore di Cepal, Benni Kosacoff. Ma il "niet" di Boudou
é stato categorico.
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