2. principio di similitudine 2.1 similitudine geometrica
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2. principio di similitudine 2.1 similitudine geometrica
Marco Ferrando - Appunti del corso Architettura Navale 1: Principio di similitudine 2. PRINCIPIO DI SIMILITUDINE Nello studio della resistenza e della propulsione delle imbarcazioni si fà largo uso della similitudine in quanto consente, con determinati accorgimenti ed entro determinate approssimazioni, di studiare il comportamento di carene in vera grandezza facendo esperienze di laboratorio su modelli in scala. Esistono quattro tipi di similitudine: similitudine geometrica similitudine cinematica similitudine statica similitudine dinamica. 2.1 SIMILITUDINE GEOMETRICA Due corpi si dicono geometricamente simili se è possibile stabilire una corrispondenza biunivoca tra elementi del primo e del secondo e se, per qualunque coppia di punti corrispondenti (omologhi) dell'uno e dell'altro, le distanze fra essi sono in rapporto costante; detto rapporto prende il nome di rapporto di similitudine geometrica ed è indicato con -. Il rapporto tra aree omologhe di corpi geometricamente simili sarà evidentemente -# , mentre il rapporto tra volumi corrispondenti sarà -$ . Questo tipo si similitudine, già studiato nel corso di Disegno Navale, è alla base della rappresentazione in scala; il rapporto di scala, infatti, altro non è che un rapporto di similitudine. Carene geometricamente simili vengono anche denominate GEOSIMS utilizzando la denominazione proposta da E. V. Telfer tratta dall'abbreviazione delle parole inglesi "GEOmetrically SIMilar bodieS". similitudine geometrica Ê parametro - 2.2 SIMILITUDINE CINEMATICA Affinché esista la similitudine cinematica è necessario che i punti omologhi di corpi geometricamente simili percorrano traiettorie anch'esse geometricamente simili e che i tempi impiegati da punti omologhi nel percorrere traiettorie omologhe stiano nel rapporto costante 7 . Come si vede, perché possa esistere la similitudine cinematica è necessario che esista la similitudine geometrica; in altre parole l'esistenza della similitudine cinematica implica l'esistenza di quella geometrica. rev. 09 gennaio 2003 pag. 2.1 Marco Ferrando - Appunti del corso Architettura Navale 1: Principio di similitudine La similitudine cinematica introduce un ulteriore vincolo, quello sui tempi; pertanto essendo definiti spazi e tempi restano vincolate anche le velocità e le accelerazioni; indicando con a, v, t, l rispettivamente accelerazioni, velocità, tempi e spazi relativi ad un corpo e con gli stessi simboli muniti di apice le corrispondenti grandezze relative ad un secondo corpo, avremo: similitudine geometrica lw l œ- [2.1] similitudine cinematica tw t œ7 [2.2] da cui, ricordando che vœ l t l t# aœ si ottiene vw v per le velocità aw a per le accelerazioni lw tw = = lw tw # t l = 7 [2.3] t# l = 7# [2.4] similitudine cinematica Ê parametri - 7 indipendenti 2.3 SIMILITUDINE STATICA Se su punti omologhi di corpi geometricamente simili agiscono forze aventi direzioni omologhe e versi omologhi e le cui intensità siano nel rapporto costante : si ha la cosiddetta similitudine statica; anche per questa similitudine è necessario il presupposto dell' esistenza della similitudine geometrica. similitudine statica Ê parametri : indipendenti - 2.4 SIMILITUDINE DINAMICA Se coesistono le tre similitudini sopra descritte si ha la similitudine dinamica. In questa similitudine i parametri sono tre, -, :, 7 , ma essi non sono indipendenti tra loro essendo legati dall'equazione che esprime il primo principio di Newton; infatti, indicando con f le forze, con a le accelerazioni, con m le masse (prodotto di densità 3 per volumi f), si può scrivere: : = fw f = mw aw ma = 3w fw aw 3fa = 3w 3 -$ 7# = 3w 3 rev. 09 gennaio 2003 -% 7# [2.5] pag. 2.2 Marco Ferrando - Appunti del corso Architettura Navale 1: Principio di similitudine Consideriamo ora il numero di Newton, indicato con Ne, che è il rapporto tra una forza ed il prodotto di densità per lunghezza per velocità al quadrato: f 3 l# v# Ne œ con la solita convenzione sugli apici potremo scrivere: fw New œ 3w lw # vw # ma, utilizzando le definizioni dei parametri della similitudine, potremo scrivere anche: New = fw 3w lw # vw # = :f 3w -# l# -# 7# 3 3 v# = ” : 3w 3 -% 7# • f 3 l# v# = Ne dal momento che la quantità fra parentesi quadra vale 1 per l'eq. [2.5]; si può quindi concludere che i numeri di Newton relativi a corpi in similitudine dinamica sono eguali. similitudine dinamica Ê parametri - 7 : equazione := 33 w -% 7# 2.5 SIMILITUDINE DI FROUDE Come si è visto i tre parametri della similitudine dinamica sono legati tra loro da una sola equazione; restano, quindi, due gradi di libertà, ovvero abbiamo la possibilità di scegliere arbitrariamente due di essi mentre il terzo rimane determinato dovendo essere verificata l'equazione anzidetta. Ipotizziamo di introdurre una ulteriore equazione che contenga parametri della similitudine, ad esempio la: 7œÉ g gw [2.6] - ove con g e gw si sono indicate le accelerazioni di gravità relative a due corpi in similitudine dinamica. Questa ulteriore equazione rappresenta un vincolo supplementare ed elimina uno dei gradi di libertà; in questo modo, fissando ad esempio -, restano determinati 7 e : dalle due equazioni. L'equazione [2.6] può essere riscritta nel modo seguente: rev. 09 gennaio 2003 pag. 2.3 Marco Ferrando - Appunti del corso Architettura Navale 1: Principio di similitudine 7 œÉ gw g - e, ricordando che per l'eq. [2.3] il rapporto tra - e 7 rappresenta il rapporto tra le velocità di due corpi in similitudine geometrica tra loro, si può ricavare: vw v œÉ gw g [2.7] - Si può quindi osservare che, procedendo in questo modo, le velocità di due corpi, soggetti a questo tipo particolare di similitudine dinamica, risultano vincolate dall'equazione [2.7]; quest'ultima può essere riscritta nella forma: vw v œÉ gw g lw l ed anche nel modo seguente: vw È gw lw œ v Ègl Il rapporto tra una velocità e la radice quadrata del prodotto di una lunghezza per l'accelerazione di gravità prende il nome di numero di Froude e si indica con Fn, dall'inglese Froude number, pertanto l'equazione precedente può essere riscritta nella forma: Fnw œ vw È gw lw œ v Ègl œ Fn Il particolare tipo di similitudine dinamica, che soddisfi le equazioni [2.5] ed [2.6] e che mantenga invariato il numero di Froude, prende il nome di similitudine di Froude. È interessante notare che il numero di Froude è una grandezza adimensionale che contiene la velocità; per questo motivo esso è stato adottato dalla comunità idrodinamica internazionale per esprimere in forma adimensionale la velocità di una carena. A questo scopo si utilizza come grandezza lineare la lunghezza al galleggiamento della carena o, per usi particolari, la radice cubica del volume di carena; è anche possibile, sempre per usi particolari, utilizzare altre dimensioni della nave, a patto che siano introdotte nel numero di Froude con un opportuno esponente in modo tale che la grandezza risulti di dimensione lineare. Dovendo condurre delle esperienze su modelli di carena è necessario distinguere tra le grandezze relative alla nave in vera grandezza e quelle relative al modello in scala. Si è quindi convenuto di indicare con il pedice s le grandezze relative alla nave (ship) e con il pedice m quelle relative al modello (model). rev. 09 gennaio 2003 pag. 2.4 Marco Ferrando - Appunti del corso Architettura Navale 1: Principio di similitudine Realizzando la similitudine di Froude, il rapporto tra le forze in gioco si potrà scrivere, nel modo seguente: f= f7 -% 7# 3= 37 œ:œ ma per l'equazione [2.6] questa relazione diviene: f= f7 -% 7# 3= 37 œ:œ œ 3= g= 37 g7 -$ Le densità dell'acqua e le accelerazioni di gravità per la nave e per il modello non sono rigorosamente eguali, ma poco differenti, quindi i loro prodotti, che danno i pesi specifici dell'acqua # , saranno anch'essi circa eguali. Sostituendo poi, nell'equazione precedente, a -$ il rapporto tra i volumi di carena f e ricordando che il prodotto # f è eguale al dislocamento ? si ottiene: f= f7 œ ?= ?7 da cui si ricava che il rapporto tra le forze agenti sulla nave e sul modello, operando in similitudine di Froude, è pari a quello dei corrispondenti dislocamenti. similitudine di Froude Ê parametri - 7 : equazioni := 33 w -% 7# 7œÉ g gw - 2.6 SIMILITUDINE DI REYNOLDS Consideriamo ora una similitudine dinamica caratterizzata dall'equazione [2.5] e dalla relazione seguente: 7 œ -# / /w [2.8] ove con / si è indicata la viscosità cinematica del fluido. Le velocità dei corpi che obbediscono a questo tipo si similitudine saranno nel rapporto: vw v œ 7 œ- " /w / [2.9] œ- $ /w# /# [2.10] mentre le accelerazioni saranno legate dalla: aw a œ 7# rev. 09 gennaio 2003 pag. 2.5 Marco Ferrando - Appunti del corso Architettura Navale 1: Principio di similitudine Il rapporto : tra le forze risulta determinato dalla equazione [2.5] e vale: :œ fw f 3w 3 œ # /w /# [2.11] resta così dimostrato che, utilizzando questo tipo di similitudine, le forze in gioco sono indipendenti dal rapporto di scala; se la sperimentazione su modello viene condotta utilizzando lo stesso fluido, a parità quindi di densità e viscosità, le forze relative al modello sono eguali a quelle in vera grandezza. L'equazione [2.9], che lega le velocità dei corpi in similitudine, può essere riscritta, utilizzando l'equazione [2.8], nella forma seguente: vw v œ 7 vw lw /w œ /w / l lw œ vl / Il rapporto tra il prodotto di una velocità per una lunghezza e la viscosità cinematica prende il nome di numero di Reynolds e si indica con Rn dall'inglese Reynolds number, pertanto l'equazione precedente potrà essere riscritta nella forma seguente: Rnw œ vw lw /w œ vl / œ Rn Il particolare tipo di similitudine dinamica, che soddisfi le equazioni [2.5] ed [2.8] e che mantenga invariato il numero di Reynolds, prende il nome di similitudine di Reynolds. similitudine di Reynolds Ê parametri - : equazioni 7 := 33 w -% 7# 7 œ -# / /w 2.7 CONSIDERAZIONI FINALI Se pensassimo di realizzare contemporaneamente le similitudini di Reynolds e di Froude introdurremmo tre equazioni che legano le tre incognite, annullando tutti i gradi di libertà; in altre parole non potremmo neppure scegliere la scala del modello. Infatti dalle dalle equazioni: 7œÉ g gw - rev. 09 gennaio 2003 pag. 2.6 Marco Ferrando - Appunti del corso Architettura Navale 1: Principio di similitudine 7 œ -# si ricava: É g gw -œ’ / /w - œ -# /w / É g gw / /w “ # $ che, nel caso in cui / w ¶ / e gw ¶ g, conduce ad ottenere - ¶ 1. Si può osservare quindi che è impossibile condurre una sperimentazione su un modello osservando contemporaneamente la similitudine di Reynolds e quella di Froude, in quanto il rapporto di scala dovrebbe essere pari all'unità. rev. 09 gennaio 2003 pag. 2.7