Lettera a Jalal

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Lettera a Jalal
Autore: Alessio Asuni
Titolo : Lettera a Jalal
Caro amico Jalal,
ci conoscemmo quasi per caso ma tu subito mi apprezzasti perché ti mostrai affetto
dal primo giorno. Tu eri amico della mia ragazza, emigrata per lavoro nella ricca
Inghilterra: tu studiavi nella scuola d’inglese dove lei lavorava, avevi bisogno di
migliorare il tuo inglese per te tanto difficile da imparare vista la provenienza
dall’Iran in cui si ha un modo di scrivere completamente diverso come tu mi hai
sempre fatto notare: noi scriviamo da destra a sinistra, voi da sinistra a
destra…guarda come scriviamo mi dissi facendomi notare la scrittura in un
messaggio del tuo cellulare. E così fra una battuta e un’altra ridevamo quasi senza
capirci visto che ciò che ci accomunava era la lingua inglese che io conoscevo a
malapena e tu sicuramente meglio di me…fu un orgoglio per te conoscermi…mi
chiedevo: “ma perché”? Mi dissi che era difficile trovare un occidentale affettuoso
con me…io pensai tra me..che pregiudizi…certo a guardare la tv si capisce l’idea
che ci si può fare del popolo iraniano…fanatici pronti alla guerra Santa, e invece
capii che non era così e conoscendo i tuoi amici vidi che tu non eri un eccezione.
Siete un popolo fantastico, ricco di cultura, affettuoso e generoso, molto diverso da
come pensavo. Così ricordo l’invito (insistente) a cena da parte tua: alla fine mi
commovette, al mio ennesimo rifiuto, la tua frase: guarda che cuciniamo
bene…effettivamente era così…l’ennesimo schiaffo morale di ciò che si pensa: chissà
cosa si mangia in Iran! Per cui sono qui a scriverti, per ringraziarti del dono
prezioso che mi hai fatto…il dono della tua amicizia, perché grazie alla tua amicizia
che ho potuto conoscere il tuo popolo, la tua immensa cultura, le tue tradizioni.
Grazie a te che ho capito come sono stato solo sciocco a pensare che siete un
“popolo pericoloso”, pronti a combattere, pronti a distruggere se ce ne fosse stato
bisogno; di tutto questo ti porgo le mie “forti” scuse sperando e chiedendoti di
accettarle, perché il mio pregiudizio su di voi deve essere scusato. Siete, e non lo
dico per lusingarti, delle persone che arricchite il mondo, di cui veramente è difficile
farne a meno. Le giornate trascorse insieme sono diventate per me indimenticabili.
Caspita…penso sempre alla certificazione che hai -rilasciata dalla famosa societàdi esperto di sicurezza dei sistemi informativi, ti avessi conosciuto prima avresti
risolto con un sorriso tutti i problemi che spesso il mio pc mi ha dato. Mi dispiace
che i tuoi problemi con il visto ti impediranno di prolungare la tua permanenza in
Inghilterra oltre dicembre, e chissà se io riuscirò a rivederti (dipende dalla mia
possibilità di riandare in Inghilterra prima di tale data). Se così non fosse mi rimarrà
il tuo dolce ricordo ma mi impegnerò ad andare a trovarti un giorno in Iran per
mostrarmi la bellezza, la cultura, la storia del tuo Paese: una storia raccontata dal
presente, dai monumenti e da quant’altro possa farci capire chi eravate e chi siete.
Mi rimane inoltre il dolore che tante persone non hanno avuto la fortuna di capire
quello che ho capito io e mi rimane anche la sofferenza che non ci troviamo in un
mondo libero visto che tu per una burocrazia forse troppo formale, non sei libero di
girare come vuoi.
Con queste parole, termino la mia missiva, ricordandoti che la lettera è scritta in
italiano ma tu la leggerai in Inglese, grazie alla traduzione che la mia ragazza
Daniela mi farà, ma sappi che io non scrivo in inglese così bene: mi sono limitato a
scrivere questa lettera nella mia lingua madre ovvero l’italiano che spero un giorno
tu possa e voglia imparare e chissà che non sia io un giorno a imparare la tua lingua
tanto bella e affascinante.
Ora ti saluto, mio grande e nuovo amico, non certo cittadino Iraniano come prima
pensavo di te, ma cittadino di questo mondo, come lo sono io, perché in questo
mondo siamo tutti conterranei senza distinzione di Continente, di Stato e di città e mi
permetto di dire, con il tuo consenso implicito che siamo tutti fratelli seppur con
diversi tratti somatici, con diversa lingua e con diversa religione.
Ti abbraccio immensamente fratello mio, ti porterò nel mio cuore come parte di me.
Con intenso affetto Alessio
o più semplicemente Ale