Cos`è un sentiero glaciologico? - Servizio Glaciologico Lombardo
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Cos`è un sentiero glaciologico? - Servizio Glaciologico Lombardo
Cos'è un sentiero glaciologico? I sentieri glaciologici sono una proposta di fruizione "intelligente" dell'ambiente alpino: con un impatto ambientale pressoché nullo il visitatore è guidato in luoghi di suggestiva bellezza, alla scoperta e all'osservazione di una serie di elementi naturali legati al passaggio dei ghiacciai. Tracciati su preesistenti percorsi, identificati da segnali azzurri ed illustrati da indicazioni sotto forma di targhe e cartelli, questi sentieri hanno caratteristiche molto diverse tra loro, pur concentrandosi sull'ambiente montano e sugli aspetti glaciologici-geomorfologici del paesaggio. L'ambiente naturale tipico di queste quote, da sempre condizionato dalla presenza dei ghiacciai, riflette gli stretti legami tra il ghiaccio, la geomorfologia, la botanica e la vita dell'intero ecosistema d'alta quota. Percorrendo i sentieri glaciologici con un pizzico di curiosità, l'escursionista può sviluppare la propria capacità di osservazione, scoprendo e cercando di capire gli elementi e i processi naturali che caratterizzano l'ambiente alpino. Una vera e propria esperienza di lettura del territorio è realizzabile con le visite guidate (per le quali il Servizio Glaciologico è sempre disponibile) o con l'aiuto delle numerose pubblicazioni esistenti. Tra le varie guide che illustrano i percorsi della Valmalenco, si segnalano le brochures specifiche edite dal Servizio Glaciologico (sono reperibili, in fotocopia, presso APT di Chiesa Valmalenco). Il Sentiero Glaciologico Vittorio Sella al Ghiacciaio della Ventina Creato nel 1992 dal Servizio Glaciologico Lombardo, il Sentiero Vittorio Sella conduce sotto la fronte del Ghiacciaio della Ventina. A solo un'ora di cammino dal caratteristico abitato di Chiareggio in Valmalenco, il Sentiero Glaciologico è percorribile da escursionisti di ogni età e, proprio grazie alla facilità di accesso, ha riscosso in questi anni un grande successo di pubblico, attirando migliaia di visitatori La valle del Ventina, inoltre, è un vero e proprio "scrigno di natura" racchiuso nell'imponente ma raccolto anfiteatro di cime su cui svetta il Monte Disgrazia; oltre alle bellezze naturali, essa concentra in sé tutte le caratteristiche naturalistiche, geomorfologiche e botaniche dell'ambiente alpino d'alta quota. I rifugi Gerli (ex-Porro) e Ventina (1960 m) sono comodi punti di appoggio per una visita più completa della zona. Il percorso è un anello di 4,5 km che, partendo dalla piana dell’Alpe Ventina, si avvicina alla fronte del ghiacciaio mantenendosi sul lato destro idrografico della valle;il rientro avviene dal lato sinistro. Su entrambi i versanti sono visibili i segni del passaggio del ghiacciaio: imponenti morene, rocce montonate, archi morenici frontali. Particolarmente importante è l’aspetto storico: le prime misure alla fronte risalgono al 1895. Gli archi morenici della Piccola Età Glaciale e le successive posizioni della fronte, segnalate dalle targhe, consentono di seguire le fasi di ritiro del ghiacciaio negli ultimi secoli. Accesso: da Sondrio (SS 38 dello Stelvio) si prende a sinistra per la Valmalenco, risalendola interamente fino a Chiesa Valmalenco. Qui si imbocca il ramo occidentale della valle in direzione S. Giuseppe - Chiareggio; la strada, superata la zona delle cave di serpentino, entra nella bellissima foresta di Senevedo, arrivando infine all'abitato di Chiareggio (1600 m). Qui parte la mulattiera che, in un'ora di cammino, porta ai Rifugi Gerli e Ventina. Il Sentiero Glaciologico Luigi Marson al Ghiacciaio di Fellaria Occidentale Il sentiero Luigi Marson, nato nel 1996 con la collaborazione del Comune di Lanzada, avvicina il grande pubblico allo splendido ambiente naturale in cui è inserito il Ghiacciaio di Fellaria, uno dei maggiori delle Alpi Centrali italiane con le sue due effluenze, Occidentale ed Orientale. Due percorsi consentono a escursionisti, visitatori e turisti di risalire il ramo orientale dell'alta Valmalenco fin nel cuore del gruppo del Bernina, unico "quattromila" delle Alpi Centrali. Il Sentiero Glaciologico è strutturato su due percorsi (A e B) che partono dal rifugio Bignami (2401 m). Entrambi sono alla portata di ogni escursionista ma, essendo tracciati in alta quota, richiedono un minimo di attenzione e di prudenza, soprattutto in caso di improvviso maltempo. Il ghiacciaio di Fellaria Orientale (estate 2007) Il ghiacciaio di Fellaria Occidentale (estate 2007) Il percorso A, più bello ma più difficile, ricalca quello della variante 6a dell'Alta Via della Valmalenco: dal rifugio ci si muove verso N; passato un torrentello si prosegue per pascoli che risalgono fino all'antica morena laterale destra del ghiacciaio. Da qui, seguendo il filo di cresta, si arriva ad un laghetto senza nome da cui si domina il settore più occidentale del ghiacciaio. Sulla cresta della morena è posto un "Punto panoramico" con targa illustrativa. L'itinerario prevede il ritorno al rifugio per il medesimo sentiero; è però possibile, seguendo le indicazioni, scendere lungo il fianco della morena per collegarsi al sentiero B. Il percorso B condivide il medesimo tracciato del percorso A fino alla morena tardiglaciale: da qui, attraversando un ripido prato, si risale una fascia rocciosa e si raggiunge il margine meridionale del ripiano da cui scendono le cascate di Fellaria. Da questa posizione, spettacolare per i grandiosi segni della presenza del ghiacciaio (rocce montonate, solchi, massi erratici), il percorso si snoda nella piana antistante la fronte, toccando i punti utilizzati dai glaciologi per effettuare le misure nel corso degli ultimi cinquant'anni. È così possibile ricostruire il drammatico ritiro che il ghiacciaio ha subito in questi ultimi decenni, con la scomparsa della poderosa lingua terminale. Dai primi anni del 2000 e fino al 2006, la lingua terminava entro un lago proglaciale che si era formato alla base della bastionata rocciosa. Il crollo di estese porzioni di ghiaccio dava origine a piccoli blocchi che, simili ad iceberg spinti dalla corrente, si spostavano lentamente verso il torrente emuntore. Il lago proglaciale in una foto del 2003 Testi e foto: Maria Emilia Peroschi & Flavio Cambieri Ultimo aggiornamento: Gennaio 2008