Presentazione e collaboratori Le fratture di polso

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Presentazione e collaboratori Le fratture di polso
Presentazione
Una riduzione anatomica e un’osteosintesi stabile sono da sempre l’obiettivo che ci si propone di raggiungere nel trattamento della maggior parte delle fratture.
Per le fratture del radio distale, a causa delle loro caratteristiche di comminuzione e della
mancanza di mezzi di sintesi adeguati, per molti anni ci siamo dovuti accontentare di molto
meno, accettando ampi margini di tolleranza per qualità della riduzione, deformità e limitazione funzionale. Fortunatamente la ricerca clinica in questo specifico settore e lo sviluppo
di nuovi materiali di osteosintesi ha determinato negli ultimi quindici anni un cambiamento
radicale nella nostra pratica quotidiana. Oggi anche per le fratture del radio distale, o per
la maggior parte di esse, una riduzione anatomica e un’osteosintesi stabile sono obiettivi
realistici. Disponendo di mezzi di sintesi migliori, un maggior numero di fratture viene oggi
sottoposto a intervento chirurgico e un’osteosintesi stabile consente ai pazienti un recupero
funzionale più rapido e di migliore qualità.
Rispetto al passato oggi la frattura viene generalmente sottoposta a una più accurata valutazione preoperatoria con un più ampio uso della Tomografia Computerizzata. Tale metodica
di imaging si è rivelata fondamentale nello studio delle fratture articolari, e ci aiuta nella
scelta dei mezzi di sintesi e dell’approccio chirurgico.
Oggi disponiamo di sistemi di osteosintesi con placca finalmente adeguati al trattamento di
fratture altamente comminute. Il principio delle placche con viti bloccate a stabilità angolare
ha trovato nelle fratture del radio distale un’applicazione che ha veramente cambiato il trattamento di queste fratture e profondamente modificato la nostra pratica clinica. La varietà
di disegni di queste placche, il loro basso profilo e la buona compatibilità con l’apparato tendineo ci consentono oggi di eseguire, quando necessario, anche osteosintesi con approccio
dorsale, che fino a qualche anno fa erano bandite dalle nostre sale operatorie.
Naturalmente l’uso di questi nuovi mezzi di sintesi ha portato anche una serie di possibili
complicazioni postoperatorie che devono essere ben conosciute e prevenute. La chirurgia
delle fratture del radio distale resta una chirurgia difficile, che deve essere praticata in maniera non occasionale, con la massima precisione e attenzione ai dettagli per non incorrere in
risultati scadenti o addirittura disastrosi.
Di fronte all’ampia diffusione di questi nuovi mezzi di sintesi e a un trend generale orientato
sempre di più verso un trattamento chirurgico e verso metodiche di sintesi stabile che evitino l’applicazione di apparecchi gessati, restano comunque alcuni dubbi da chiarire. Quale
dev’essere oggi il ruolo del trattamento conservativo, considerando l’elevatissimo numero di
pazienti, giovani e anziani, i costi e l’impegno di risorse che richiede il trattamento chirurgico? Dobbiamo trattare giovani e anziani in base agli stessi criteri e indicazioni? Qual è il ruolo
di metodiche ampiamente utilizzate in passato e ancora oggi in uso come l’osteosintesi percutanea e la fissazione esterna? Sono domande ancora oggetto di discussione nella comunità
IV
Le fratture di polso
scientifica e professionale a cui è difficile dare delle risposte univoche, anche per la diversità
di ambiti in cui questi pazienti vengono trattati e per le differenti problematiche organizzative che in ambienti diversi il trattamento di queste fratture solleva.
La ricerca clinica in questo settore è comunque in continua evoluzione e alcuni ricercatori
sono impegnati nello sviluppo di un trattamento chirurgico con assistenza artroscopica, altri
nell’accertamento e nel trattamento delle lesioni legamentose associate a queste fratture,
altri ancora nel trattamento delle lesioni dell’ulna e della radioulnare distale.
Questa monografia della Società Italiana di Chirurgia della Mano, a distanza di pochi anni
dalla pubblicazione del Trattato di Chirurgia della Mano, vuole offrire un aggiornamento
reso necessario dall’evoluzione costante e rapida a cui abbiamo assistito in questo campo.
Maurizio Altissimi
Past President SICM
hanno collaborato
Andrea Atzei
Gruppo di Chirurgia della Mano,
Ospedale San Camillo, Treviso
Policlinico San Giorgio, Pordenone
Nunzio Catena
UOS Chirurgia della Mano e Microchirurgia
UOC Ortopedia e Traumatologia
IRCCS Giannina Gaslini, Genova
Prospero Bigazzi
S.O.D.C. Chirurgia della Mano e
Microchirurgia
Azienda Ospedaliero-Universitaria
di Careggi, Firenze
Massimo Ceruso
S.O.D.C. Chirurgia della Mano e
Microchirurgia
Azienda Ospedaliero-Universitaria
di Careggi, Firenze
Bruno Bono
S.C. di Ortopedia e Traumatologia, Dea
Azienda Ospedaliera Niguarda
Ca’ Granda, Milano
Maurizio Corradi
U.O. Clinica Ortopedica
Azienda Ospedaliera-Universitaria, Parma
Pierpaolo Borelli
I° Divisione Ortopedia e Traumatologia
Spedali Civili di Brescia, Brescia
Dario Capitani
S.C. di Ortopedia e Traumatologia, Dea
Azienda Ospedaliera Niguarda
Ca’ Granda, Milano
Giancarlo Caruso
S.C. di Ortopedia e Traumatologia Ospedale
P. Palagi
Ospedale S. Giovanni di Dio, Firenze
S.S. Chirurgia della mano e arto superiore,
Firenze
Francesco Catalano
Unità Operativa Complessa di Chirurgia
della Mano e Ortopedia,
Università Cattolica del Sacro Cuore,
Policlinico A.Gemelli, Roma
Roberto Cozzolino
Centro Privato di Chirurgia
e Riabilitazione della Mano, Rimini
Michele D’Arienzo
Clinica Ortopedica e Traumatologica
Università degli Studi di Palermo
Norman Della Rosa
S.C. Chirurgia della Mano e Microchirurgia,
Azienda Ospedaliero-Universitaria,
Policlinico di Modena
Alberto De Mas
S.C. Chirurgia della Mano e Microchirurgia,
Azienda Ospedaliera Santa Maria
degli Angeli, Pordenone
David Espen
Studio di Chirurgia della Mano
Casa di Cura privata Santa Maria, Bolzano
VI
Le fratture di polso
Tracy Fairplay L.P.T./F.T.
Studio Privato di Riabilitazione
della Mano, Bologna
Frank Nienstedt
Reparto di Ortopedia e Traumatologia,
Ospedale Tappeiner, Merano
Antonio Landi
S.C. Chirurgia della Mano e Microchirurgia,
Azienda Ospedaliero-Universitaria,
Policlinico di Modena
Ilaria Papini Zorli
Unità di Chirurgia della Mano,
Istituto Clinico Humanitas
Rozzano, Milano
Mario Lando
S.C. Chirurgia della Mano e Microchirurgia,
Azienda Ospedaliero-Universitaria,
Policlinico di Modena
Loris Pegoli
Unità Operativa di Chirurgia della Mano,
Cattedra di Chirurgia Plastica,
IRCCS Gruppo Multimedica, Milano
Giulio Lauri
S.O.D.C. Chirurgia della Mano
e Microchirurgia
Azienda Ospedaliero-Universitaria
di Careggi, Firenze
Sandra Pfanner
S.O.D.C. Chirurgia della Mano e
Microchirurgia
Azienda Ospedaliero-Universitaria
di Careggi, Firenze
Andrea Leti Acciaro
S.C. Chirurgia della Mano e Microchirurgia,
Azienda Ospedaliero-Universitaria,
Policlinico di Modena
Domenico Sergio Poggi
Casa di Cura Alma Mater, La Spezia
Riccardo Luchetti
Centro Privato di Chirurgia e Riabilitazione
della Mano, Rimini
Enrico Machi
Centro Regionale di Chirurgia della Mano,
Ospedale “S.Paolo”, Savona
Augusto Marcuzzi
S.C. Chirurgia della Mano e Microchirurgia,
Azienda Ospedaliero-Universitaria,
Policlinico di Modena
Antonio Gian Maria Merello
Centro di Chirurgia della Mano Ospedali
Galliera, Genova
Jane C. Messina
Unità Operativa Microchirurgia e Chirurgia
della Mano, Istituto Ortopedico Gaetano
Pini, Milano
Marco Rizzo
Mayo Clinic, Rochester USA
Igor Mario Rossello
Centro Regionale di Chirurgia della Mano,
Ospedale “S. Paolo”, Savona
Filippo Maria Senes
UOS Chirurgia della Mano e Microchirurgia
UOC Ortopedia e Traumatologia
IRCCS Giannina Gaslini, Genova
Vincenzo Spina
Unità Operativa di Radiologia,
Ospedale B. Ramazzini, Carpi
Ferruccio Torretta
Unità Operativa Microchirurgia e Chirurgia
della Mano, Istituto Ortopedico Gaetano
Pini, Milano
Umberto Valentinotti
S.C. di Ortopedia e Traumatologia, Dea
Azienda Ospedaliera Niguarda
Ca’ Granda, Milano