Orientamenti varietali per la ciliegia veronese

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Orientamenti varietali per la ciliegia veronese
Colture arboree
ISTITUTO SPERIMENTALE DI FRUTTICOLTURA PROVINCIA DI VERONA
Orientamenti varietali
per la ciliegia veronese
Il ciliegio offre ancora buoni margini di reddito ma in
provincia di Verona necessita di un rinnovamento varietale che permetta di trovare valide alternative alla
Mora di Verona
Gino Bassi
La cerasicoltura italiana è ormai concentrata in quattro regioni: la Puglia,
con più della metà delle piantagioni, la
Campania con il 16% e infine, con quote
inferiori al 10%, l’Emilia-Romagna e il
Veneto. In quest’ultima regione sono
presenti circa 3.000 ha, dei quali tre
quarti sono in provincia di Verona. La
produzione nel Veronese si attesta intorno alle 18.000 t annue, con una produzione lorda vendibile media di circa
60 miliardi di lire.
Il ciliegio è ancora una coltura che offre buoni margini di reddito, soprattutto
per il prodotto di qualità e fuori stagione;
non soffre di surplus produttivi e quindi
potrebbe essere incrementato sia nelle tipiche aree collinari, che riproposto in
pianura come alternativa a colture eccedentarie, come il melo, o che hanno notevoli problemi fitosanitari come il pesco.
Nonostante ciò la cerasicoltura veronese da parecchi anni è piuttosto statica,
con evidenti segni di invecchiamento,
sempre più confinata dalla viticoltura in
aree marginali e ancora troppo incentrata sulla coltivazione della Mora di Cazzano, recentemente rinominata Mora di
Verona, ciliegia di grande pregio ma di
tardiva e limitata produttività, che costituisce più della metà della produzione
complessiva.
Il rilancio della cerasicoltura può essere attuato sia con il riassetto varietale, sia
con l’impiego di portinnesti che riducano
la taglia degli alberi, sia adottando nuove
forme di allevamento per migliorare la
produttività e rendere più facile ed economica la gestione dell’albero (foto 1).
L’ampliamento e l’aggiornamento della piattaforma varietale è quindi alla base dell’innovazione della coltura e questo ha spinto l’Istituto sperimentale di
frutticoltura della Provincia di Verona
ad aderire al Progetto del Mipaf «Orientamento varietale dei fruttiferi» ed essere una delle 14 Unità operative dislocate
sul territorio nazionale coinvolte nella
valutazione delle cultivar di ciliegio. Ciò
permette di stilare annualmente una lista di varietà consigliate per la cerasicoltura nazionale (Stefano Lugli et al.,
2001) e di definire in modo più specifico
quelle per il territorio veronese e veneto.
Le cultivar inserite in lista A sono le più
collaudate nei diversi ambienti; in lista B
sono poste le varietà interessanti per
aree o mercati più limitati; la lista C comprende le novità più promettenti e infine
in lista X quelle giudicate negativamente.
Considerato lo stretto calendario di
raccolta della coltura, inferiore ai due
mesi, è necessario trovare un equilibrato
numero di varietà che permetta di abbandonare l’ottica «monovarietale» del passato senza eccedere nell’estremo opposto che crea confusione nell’offerta e difficoltà di fidelizzazione del consumatore.
Bisogna tener presente inoltre come la
Mora di Verona, per la massa di prodotto
che rappresenta e per la maturazione intermedia, rimane un inevitabile termine
di riferimento per le altre cultivar; si dovranno quindi limitare le coltivazioni delle cultivar tardive nelle aree a maturazione anticipata e delle cultivar precoci in
quota, per evitare che si trovino a confronto con la più quotata Mora.
Varietà precoci
La latitudine del Veneto non permette
di arrivare sul mercato con vere e proprie primizie, dato che sono già presenti
le ciliegie provenienti da zone più calde
SUPPLEMENTO
(Spagna e Sud Italia in primis). È limitato quindi l’interesse per questo gruppo
di cultivar che si avvale ancora delle due
francesi Burlat e Moreau (lista B) che
maturano mediamente tra il 20 e il 25
maggio nel Veneto. Qualche giorno più
tardi matura l’autofertile Isabella (lista
C) di bell’aspetto ma molto sensibile alle
spaccature da pioggia, mentre altre cultivar sono in corso di valutazione come
Early Star, Early Lory, Early Majar e la
recentissima autofertile Sweet Early.
Moreau e Burlat sono descritte assieme poichè presentano caratteristiche
pomologiche simili. Sono cultivar autosterili con fioritura medio-precoce e maturazione precoce. L’albero è di media
vigoria a portamento intermedio; anche
la messa a frutto e la produttività sono
medie. I frutti sono di buona pezzatura
(8 g) di forma cordiforme depressa, di
colore rosso scuro e consistenza medioscarsa. Sono succosi di sapore discreto,
piuttosto sensibili alle spaccature da
pioggia. Preferibile l’impiego dei cloni
migliorativi Burlat C1 e Moreau cl. B.
Isabella (Starking Hardy Giant×Stella): pianta di media vigoria, con portamento eretto. È cultivar autocompatibile
con fioritura e maturazione precoci (+5
giorni rispetto a Burlat). Il frutto di forma
cordiforme è grosso (9 g), di colore rosso
chiaro, con polpa di media consistenza e
sapore medio. Il principale limite è determinato dalla notevole sensibilità alle
spaccature da pioggia (lista C).
Varietà medio-precoci
Dopo Burlat la prima cultivar di interesse generale è Giorgia, posta in lista A
ormai in tutto il territorio nazionale per
le notevoli capacità produttive unite alla
buona pezzatura e qualità dei frutti. Segue qualche giorno più tardi Adriana (lista B) interessante per la sua elevata resistenza alle spaccature da pioggia unita
alla buona tenuta in pianta, anche se il
sapore è di tipo subacido.
In questo periodo figurano in lista C
tra le emergenti la grossa ma semisoda
New Star e le francesi Lory Bloom e
Lory Strong anche se solo la prima delle
due ha mostrato interessanti performance produttive.
Altre cultivar sono in corso di valutazione: Brooks, dal frutto grosso, produttiva
ma molto sensibile alle spaccature da
pioggia, e Samba, dalla pezzatura che può
A
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Colture arboree
Giorgia
Adriana
raggiungere i 15 g, ma dal sapore mediocre e al momento di scarsa produttività.
Giorgia (Caccianese×ISF 123): cultivar autosterile di grande interesse (lista
A) per la rapida messa a frutto, l’elevata
produttività unita alla buona pezzatura
dei frutti (anche 10 g). L’albero ha un vigore medio-elevato con portamento semiespanso; necessita di energiche potature per mantenere elevata la pezzatura
dei frutti. È autosterile con fioritura medio-precoce e maturazione dei frutti circa una settimana dopo Burlat.
Il frutto è di forma sferoidale-cordiforme, di colore rosso brillante, con polpa
soda, di buone caratteristiche gustative
mediamente resistente alle spaccature
da pioggia.
Adriana (ISF 123×Mora di Cazzano):
l’albero è di vigoria medio-elevata, inizialmente con portamento eretto e in seguito
con la maturità espanso. È cultivar di messa a frutto intermedia, di elevata produttività e necessita di energiche potature per
mantenere buona la pezzatura dei frutti. È
autosterile con fioritura precoce che lo
rende un buon impollinatore.
Il frutto, che matura una decina di giorni dopo Burlat, presenta una spiccata resistenza alle spaccature da pioggia e un’ottima tenuta in pianta. È di buona pezzatuta
(9 g), di forma sferoidale e di colore rosso
scuro brillante, di media consistenza, di
sapore dolce e poco acido (lista B).
Lory Bloom (Ulster×Gobet): cultivar
autosterile che matura nel «periodo Giorgia» di produttività elevata nel 2000 con
frutti di buona pezzatura (quasi 10 g). Il
frutto è cordiforme, di colore rosso scuro
brillante, punteggiato. Il picciolo è di media lunghezza e medio spessore. La polpa
presenta una consistenza media e buon
sapore. Da verificare la resistenza alle
spaccature da pioggia (lista C).
Lory Strong (Gobet×VSP4): cultivar
autosterile che ha impressionato per la
notevole consistenza dei frutti che sono
anche di buona pezzatura (10 g). La produttività però non è soddisfacente. Il
frutto è reniforme, di colore rosso brillante punteggiato, picciolo corto, di me-
dio spessore. Il sapore è buono con succosità media dei frutti. Da verificare la
resistenza alle spaccature (lista C).
New Star (Van×Stella): è una cultivar
autofertile di medio vigore, semiassurgente, di precoce messa a frutto ed elevata produttività.
Il frutto, che può superare i 10 g, è di
forma sferoidale, di colore rosso scuro e
polpa di media consistenza. Presenta una
notevole sensibilità alle spaccature, fattore che ne limita un’ampia diffusione.
4
SUPPLEMENTO
A
Lory Strong
Cultivar intermedie
È il periodo dominato dalla Mora di
Verona e da altri duroni tra i quali Mora
della Punta, Durone Nostrano e Modenese. Assieme alla tedesca Germersdorfer (lista A), ciliegia più produttiva delle
prime e di ottime caratteristiche gustative, e alla Van, di rapida messa a frutto,
molto produttiva (anche se posta in lista
B per l’elevata sensibilità alle spaccature
da pioggia), coprono ampiamente questo periodo di raccolta.
Nonostante ciò altre tre cultivar sono
poste in lista C per la notevole pezzatura
dei frutti, abbinata a una buona produttività anche se l’entrata in produzione è
mediamente lenta: si tratta di Canada
Giant, Gégé e Summit.
Mora di Verona, precedentemente denominata Mora di Cazzano, è probabilmente originaria della Val Tramigna. È la
regina delle ciliegie veronesi e le sue eccellenti qualità organolettiche la rendono
particolarmente apprezzata anche nei
mercati più esigenti. L’albero è molto vigoroso con portamento mediamente
espanso, caratterizzato da una lenta messa a frutto e da una produttività media,
talvolta scarsa e fortemente condizionata
dagli eventi climatici durante la fioritura.
È autosterile con fioritura intermedia
e maturazione dei frutti 17 giorni dopo
Burlat. Il frutto è sferoidale di pezzatura
media e colore rosso brillante, mediamente resistente alle spaccature da
pioggia. Il sapore è ottimo, con consistenza, croccantezza e resistenza alle
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Giulietta
manipolazioni davvero elevate (lista A).
Mora della Punta: vecchia cultivar veronese autosterile, di origine sconosciuta,
molto simile alla Mora di Verona anche se
meno diffusa. Ne differisce per la minor
consistenza dei frutti, che presentano un
tipico umbone in corrispondenza della cicatrice stilare, e per avere un albero un po’
meno vigoroso, più rapido nella messa a
frutto e più produttivo (lista A).
Germersdorfer: antica cultivar tedesca, non particolarmente diffusa sul
territorio veronese nonostante l’ottima
qualità dei suoi frutti. L’albero, di vigore
intermedio e portamento espanso, presenta un’entrata in produzione media e
una produttività medio-elevata. È pianta
autosterile con fioritura e maturazione
dei frutti qualche giorno dopo la Mora di
Verona. Il frutto è grosso (10 g) di forma
cordiforme, di colore rosso brillante con
polpa consistente e croccante (lista A).
Van cultivar canadese derivata da libera impollinazione di Empresse Eugene. L’albero è di media vigoria, piuttosto
compatto, a portamento espanso, presenta una rapida messa a frutto ed elevata e costante produttività.
È cultivar autosterile con fioritura e
maturazione dei frutti contemporanea alla Mora di Verona. Il frutto, di forma reniforme depressa, presenta il peduncolo
corto; il colore è rosso brillante, la polpa
Colture arboree
Cultivar di ciliegio in valutazione nell’ambito del Progetto Mipaf Orientamento varietale dei fruttiferi, presenti
presso l’Isf Verona
Cultivar
Canada Giant
Varietà precoci
Burlat
Moreau
Early Star® Panaro 2 (*)
Isabella (*)
Varietà medio precoci
Malizia falsa
Brooks (*)
Giorgia
Lory Bloom® (*)
Lory Strong® (*)
Adriana
Celeste® Sumpaca (*)
Garnet® Magar (*)
Samba® Sumste (*)
New Star
Ruby® Maru (*)
Varietà intermedie
Big Lory® Enjidel (*)
Blaze Star (*)
Early Van Compact
Starking Hardy Giant
Mora della Punta
Cristalina® Sumnue (*)
Mora di Verona
Vesseaux
Canada Giant® Sumgita (*)
Van
Bing
Gégé®
Germersdorfer
Sonata® Sumleta (*)
Summit
Sunburst
Varietà medio-tardive
Badacsony
Giulietta
Sylvia
Noire de Meched
LaLa Star (*)
Lambert
Ferrovia
Hedelfinger Riesenkirsche
Lapins
Durone Compatto di Vignola
Durone Nero II
Varietà tardive
Sweet Heart® Sumtare (*)
Ferrovia
Lapins
Sweet Hearth
è croccante e buone sono pure le caratteristiche gustative. La diffusione nel Veronese, già buona, è frenata dalla sensibilità
alle spaccature da pioggia (lista B).
Summit (Van×Stella): cultivar canadese, si è recentemente introdotta nel
panorama varietale veronese per la notevole pezzatura dei frutti. L’albero è di
buona vigoria, piuttosto lento nella messa a frutto ma produttivo.
È autosterile con fioritura medio-tardiva e maturazione dei frutti qualche
giorno dopo la Mora di Verona.
Il frutto, di bell’aspetto, raggiunge i 1213 g, presenta una tipica forma cordiforme, di colore rosso vinoso brillante e
consistenza media. La diffusione è limitata da una scarsa resistenza alle
spaccature da pioggia (lista C).
Canada Giant: cultivar autosterile
che ha impressionato per la pezzatura
(12 g) e l’aspetto attraente dei frutti e nel
2000 per la contemporanea buona produttività. Matura qualche giorno dopo la
Mora di Verona. È caratterizzata da un
frutto cordiforme, di colore rosso brillante punteggiato, di sapore buono e succoso. Il peduncolo è lungo con spessore
medio-sottile. La consistenza del frutto è
medio-scarsa e questo probabilmente è il
suo principale limite; si dovrà verificare
in futuro il comportamento rispetto alle
spaccature da pioggia (lista C).
Gégé: cultivar che matura 5 giorni dopo la Mora di Verona e quindi interessante per l’epoca di raccolta. Il frutto di
pezzatura grossa (12 g) è di forma reniforme depressa, di colore rosso scuro
punteggiato. Il sapore è buono, la polpa
consistente con succosità media. La produzione nel 1999 è stata scarsa, ma nel
2000 è stata elevata (lista C).
Cultivar
a maturazione medio-tardiva
Anche in questo periodo di maturazione non ci sono problemi di scelta dato
che da tempo vengono proposte in lista
A due varietà di sicuro affidamento: Ferrovia e l’autofertile Lapins. Tra le nuove
entrate in lista C vi sono la canadese Sylvia, l’autofertile Giulietta e altre sono in
corso di valutazione come LaLa Star, Badacsony, Kordia, Techlovan, Sonata.
Ferrovia: cultivar barese, molto presente nel Meridione, si sta diffondendo
nelle principali aree cerasicole italiane per
la pregevole qualità dei frutti e l’elevata
produttività. L’albero, di media vigoria e
portamento dapprima assurgente e in seguito espanso, entra rapidamente in produzione e presenta una buona e costante
produttività. È autosterile con fioritura e
maturazione dei frutti medio-tardiva (+23
giorni da Burlat). Il frutto di pezzatura
SUPPLEMENTO
Epoca
di raccolta
Classificazione
0
25-5
+4
+4
B
B
∆
C
+7
+8
+9
+10
+10
+11
+11
+12
+12
+13
+13
∆
∆
A
C
C
B
X
∆
∆
C
∆
+14
+15
+15
+15
+16
+17
+17
+17
+18
+18
+19
+19
+19
+19
+19
+19
∆
∆
∆
X
A
∆
A
∆
C
B
X
C
A
∆
C
X
+20
+20
+20
+21
+22
+22
+23
+23
+24
+26
+26
∆
C
C
∆
∆
X
A
X
A
∆
X
+35
A
(*) Varietà protette da brevetto nazionale o da privativa comunitaria.
∆ = presente in collezione.
grossa (9 g) presenta una forma cordiforme, lungo peduncolo, colore rosso vivo e
buona consistenza della polpa (lista A).
Lapins (Van×Stella): cultivar canadese autofertile che ha trovato larga diffusione su scala mondiale. Presenta un albero di vigore medio-elevato, assurgente
caratterizzato da rapida messa a frutto
ed elevata e costante produttività.
A
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Veneto
La tipicità delle autofertili di produrre
«a grappoli» implica la necessità di costanti ed energiche potature per mantenere elevata la pezzatura dei frutti. Presenta fioritura precoce e maturazione dei
frutti tardiva (25 giorni dopo Burlat). I
frutti di grossa pezzatura (9 g) sono cordiformi, di colore rosso scuro, di media
consistenza e succosità e buon sapore.
La resistenza alle spaccature è buona e
così pure la tenuta sulla pianta (lista A).
Sylvia (Lambert compact×Van): cultivar autosterile che matura qualche giorno dopo Mora di Verona e presenta un
frutto cordiforme di colore rosso brillante punteggiato. Il peduncolo è corto di
spessore medio. Il frutto è di pezzatura
medio-grossa (10 g) di consistenza media. Il sapore è buono e la polpa succosa.
La produttività è media anche se le giovani piante in osservazione necessitano
di ulteriori verifiche (lista C).
Giulietta (Vittoria×C.2.27.12): cultivar autofertile, caratterizzata da un albero vigoroso, mediamente assurgente, di
rapida messa a frutto ed elevata produttività. Il frutto, di pezzatura elevata (11
g) matura qualche giorno dopo Mora di
Verona. È di forma sferoidale, di colore
rosso scuro brillante, con polpa soda, sapore medio, talora con retrogusto amarognolo. Presenta una buona resistenza
alle spaccature da pioggia.
Cultivar a maturazione tardiva
Conclude il calendario di maturazione la
tardiva autofertile Sweet Hearth proposta
recentemente in lista A. La possibilità di
avere a disposizione nuove varietà a maturazione tardiva è di notevole interesse per
le produzioni veronesi di collina e montagna. Per tale motivo si auspica di poter valutare al più presto le cultivar Skeena e Regina che si collocano tra le medio-tardive e
la stessa Sweet Hearth e le extra-tardive,
autofertili, Splendid e Summer Charm.
Sweet Hearth Van×(Van×Stella): cultivar canadese che si sta rapidamente
diffondendo nel Veronese in ragione della
sua maturazione tardiva. L’albero ha una
vigoria medio-scarsa con portamento intermedio, presenta una rapida messa a
frutto e un’elevata produttività. Necessita
di energiche potature per mantenere elevata la pezzatura dei frutti. È autofertile
con fioritura intermedia e maturazione 35
giorni dopo Burlat. I frutti presentano
una pezzatura media (8 g), tipica forma
cordiforme, colore rosso scuro brillante,
consistenza media e buone caratteristiche gustative. Sono anche poco sensibili
alle spaccature da pioggia e poco suscettibili alle manipolazioni.
Gino Bassi
Istituto sperimentale di frutticoltura
Provincia di Verona
E-mail: [email protected]
6
SUPPLEMENTO
A
DOMANDE DI PRIMO INSEDIAMENTO
Passo avanti
per i giovani agricoltori
Buone notizie da Bruxelles per i contributi di primo insediamento relativi al periodo 1994-1999 che rischiavano di andare persi per problemi a livello regionale
Mariacristina Cellini (*)
Tutti noi, giovani agricoltori dell’Anga
Veneto, eravamo fermamente convinti
che l’attuale Giunta regionale non sarebbe potuta restare indifferente innanzi all’ingiustizia che essa stessa stava per
compiere o per subire: lasciare più di
1.500 giovani agricoltori a bocca asciutta. Sì, proprio quei giovani che avevano
presentato negli anni 1994-1999 regolari
domande di primo insediamento e piano
di miglioramento materiale. E per quale
motivo ciò sarebbe dovuto succedere?
Solo per il fatto che la Regione Veneto,
all’epoca, si era dimenticata di chiudere
i bandi causa assenza di fondi? No, sarebbe stata una cosa inaudita.
L’Anga ha iniziato la sua battaglia, avviata con il termine «pregresso», proprio
uscendo su questa rivista con una lettera
aperta a tutti i giovani agricoltori che si
trovavano in questa situazione. La risposta, di massa, ha delineato la portata del
problema. Personalmente ho incontrato
più volte l’assessore Giancarlo Conta, il
quale, pur dimostrandosi volonteroso nel
risolvere la questione, ha sempre posto come limite invalicabile il «no» dell’Unione
Europea al finanziamento dei pregressi.
Ma questo «no» siamo forse riusciti a
eliminarlo: l’Anga Veneto ha potuto incontrare il ministro Alfonso Pecoraro Scanio
proprio alla vigilia del Consiglio dei ministri di Bruxelles del 24 aprile, chiedendo a
gran voce il suo appoggio affinché l’Unione Europea desse il benestare alle Regioni
per soddisfare le domande di finanziamento relative al periodo 1994-1999.
Il sì sembrerebbe arrivato, anche se il
condizionale è d’obbligo perché manca
ancora l’ufficializzazione della decisione
che deve essere presa nei prossimi giorni
dal Comitato Star. Inoltre, se ci sarà il via
libera esso riguarderà solo i primi insediamenti mentre rimarrà aperto comunque il
problema dei piani di miglioramento materiale, sia quelli presentati dai giovani, sia
quelli presentati dagli over 40.
Un grazie da parte dell’Anga Veneto al
ministro. A Cesare quel che è di Cesare. Se
più volte lo abbiamo attaccato in materia
ogm, oggi lo ringraziamo per aver contribuito a risolvere, anche se ancora solo
parzialmente, questo annoso problema.
Ora la palla passa alla Regione Veneto,
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la quale, sicuramente soddisfatta per il benestare che dovrebbe arrivare da Bruxelles, deve recuperare le risorse finanziarie
necessarie per poter procedere alla liquidazione inizialmente dei premi di Primo
insediamento e successivamente dei Piani
di miglioramento materiale, dando senza
dubbio priorità alle situazioni nelle quali
siano stati presentati congiuntamente.
L’Anga Veneto chiede chiarezza, coerenza e programmazione alla Regione,
non solo in attesa che si risolva definitivamente il «pregresso», ma anche per quanto riguarda il Piano di sviluppo rurale
2000-2006, che ci auguriamo non diventi
«il problema Psr» ma un utile strumento
per poter migliorare le nostre aziende. ■
E-mail: [email protected]
(*) Presidente Anga Veneto.
Progetto Campagna Amica
A Venezia la fiera
dell’orticoltura lagunare
Per iniziativa della Coldiretti, in collaborazione con l’Ascom, domenica 6
maggio ha avuto luogo nel popolare sestiere veneziano di Castello la prima fiera dell’orticoltura lagunare, inserita nel
progetto «Campagna amica», che persegue l’alleanza tra imprenditori e consumatori.
I produttori dell’isola di S. Erasmo
hanno presentato il loro carciofo violetto (riconoscibile ora da un marchio), il
Consorzio Eco-Cavallino e il Consorzio
«Freschissimi» gli ortaggi del litorale e
delle aziende di terraferma, l’Organizzazione produttori veneziani il Radicchio
Rosso di Chioggia (del quale è stata avviata la procedura per l’igp).
Parte del ricavato è stato devoluto in
beneficienza, all’Associazione italiana
leucemici.
L’orticoltura è una voce rilevante dell’economia agricola veneziana: 70 i miliardi di plv derivanti da 3.000 ha di coltivazioni, di cui 300 protette a Cavallino e
nelle isole. La produzione copre l’intera
gamma degli ortaggi. Nell’area centrale
(Scorzé), si produce anche il radicchio
igp di Treviso.
P.M.