Macchine e attrezzature per la frantumazione

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Macchine e attrezzature per la frantumazione
PRIMO PIANO
n di Roberto Negri
Macchine e attrezzature
per la frantumazione
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a un lato, costo e sempre meno facile reperibilità delle materie prime; dall’altro, vincoli e
difficoltà nel trattamento dei
materiali di risulta. Questi i due temi tra
cui si gioca oggi la gestione e il riciclaggio degli scarti provenienti da costruzioni e demolizioni. Materiali che, è bene
ricordarlo, sono classificati come rifiuti
speciali e che perciò, dopo anni di incurie e disattenzioni, sono divenuti oggetto di una disciplina sempre più specifica e vincolante e di una conseguente
maggiore attenzione alle problematiche
legate sia alla loro gestione che al loro eventuale riutilizzo. Né, del resto, è
difficile comprenderne il motivo: basti
pensare che, in base alle più recenti valutazioni, solo in Italia vengono prodotti
annualmente circa 40 milioni di tonnellate di rifiuti inerti provenienti da opere
di demolizione. Inerti il cui smaltimento
dovrebbe avvenire attraverso il conferimento in discarica autorizzata. Il condizionale tuttavia è d’obbligo, poiché non
è spettacolo raro vedere tali materiali
abbandonati abusivamente in maniera
incontrollata su suoli pubblici e privati. Al tempo stesso, come accennato, il
reperimento di materiale inerte vergine da cava è divenuto progressivamente più difficoltoso a seguito delle politiche sempre più restrittive adottate dalle
amministrazioni locali nei riguardi delle
attività estrattive per tutelare il proprio
territorio. Mancanza di controlli efficaci
da parte delle autorità competenti, costi
non trascurabili per lo smaltimento e il
trasporto in discarica dei rifiuti, carenza
nelle zone a maggiore densità abitativa
di discariche autorizzate per il recupero e il riciclo dei rifiuti costituiscono lo
scenario con cui il trattamento e l’eventuale riciclaggio dei materiali di risulta si
trova alle prese oggi.
Le dimensioni del problema
Le stime della quantità dei rifiuti da costruzione e demolizione e della loro
qualità costituiscono uno dei nodi problematici del riciclo delle materie edili.
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Il metodo più diffuso per quantificare le
macerie provenienti dall’attività edilizia
e per permettere un confronto a livello
internazionale è la costruzione di indici
riferiti alla popolazione. I rifiuti da costruzione e demolizione costituiscono
una quota percentuale rilevante della
produzione totale di rifiuti in tutti i paesi dell’Unione Europea; si stima, infatti, che essi rappresentino circa il 25% in
peso di tutti i rifiuti prodotti in Europa.
Solitamente i materiali inerti non hanno
un grosso impatto sull’ambiente e sulla
salute dell’uomo, poiché contengono
basse percentuali di sostanze pericolose
contenute in alcuni materiali da costru-
I numeri del settore
40 milioni: le tonnellate
di scarti da costruzione
e demolizione prodotte
annualmente in Italia.
25%: la percentuale degli scarti
da C&D sul totale dei rifiuti
prodotti annualmente in Europa.
1.000-2.000 kg/m²: il peso
dei rifiuti prodotti da opere di
demolizione.
53%: il peso dei rifiuti da
microdemolizioni residenziali.
39%: il peso dei rifiuti da
microdemolizioni non residenziali.
8%: il peso dei rifiuti da
demolizione di interi edifici.
zione o derivanti da demolizione di siti
contaminati. Quindi il maggior problema non è tanto la pericolosità, quanto
i quantitativi prodotti.
La segmentazione della produzione di
detriti provenienti dalla demolizione in
Italia è così ripartita: circa il 53% in peso
proviene dal settore della microdemolizione residenziale, il 39% in peso da attività di microdemolizione del patrimonio
edilizio non residenziale, mentre l’8% in
peso proviene dalle demolizione di interi edifici. Tra le attività di costruzione e
demolizione in generale è la demolizione che origina il maggior flusso di rifiuti: quelli prodotti in fase di demolizione
vera e propria oscillano tra i 1.000 e i
2.000 kg/m², pari al 93% della produzione complessiva; 50-100 kg/m² sono quelli prodotti in fase di manutenzione, pari al
4,6%; 25-50 kg/m² sono quelli prodotti
in fase di costruzione, pari al 2,3%.
La soluzione
Negli ultimi anni lo sviluppo dell’impiantistica finalizzata al trattamento dei residui da costruzione e demolizione ha
trovato un notevole impulso grazie
all’incremento dei costi di smaltimento
in discarica. Tale incremento ha portato i produttori di rifiuti inerti a optare
per il trattamento degli stessi isolando le
componenti più pericolose e conferendo la restante parte alle discariche meno onerose, recuperando in tal modo
altri materiali da riciclare nei cicli di produzione. Tutto ciò è stato reso possibile
dalla diffusione, prima, degli impianti
sia fissi che mobili per la frantumazione
e selezione dei materiali di risulta; quindi di un ventaglio sempre più ampio di
attrezzature idrauliche come le benne
frantumatrici, di varia taglia e capacità
produttiva, destinate all’installazione su
macchine operatrici.
Per quanto riguarda in particolare gli impianti fissi di trattamento e riciclaggio,
questi sono oggi progettati adottando
soluzioni molto avanzate dal punto di
vista tecnologico e sono perciò in grado
di garantire un materiale inerte in uscita
omogeneo e controllato da un punto di
vista granulometrico, totalmente privo
di componenti non inerti e che quindi può essere destinato al reimpiego in
svariate applicazioni, in particolare per
sottofondi e riempimenti.
Questa tipologia impiantistica è di norma caratterizzata da soluzioni standard
per le fasi di frantumazione, vagliatura e deferrizzazione, mentre la fase di
selezione della frazione leggera risulta
particolarmente diversificata a seconda del livello di riciclaggio che s’intende perseguire. I gruppi mobili, derivanti
dai tradizionali impianti di frantumazione di inerti da cava ed economicamen-
primo piano
te convenienti in grossi cantieri di demolizione, consentono principalmente
la riduzione volumetrica dei singoli elementi immessi nell’impianto, ma grazie
a opportuni accorgimenti tecnologici ed
equipaggiamenti opzionali possono garantire anche un adeguato assortimento granulometrico dei materiali in uscita
al trattamento e l’eliminazione delle frazioni non inerti. Una tale tipologia impiantistica offre come vantaggio sostanziale la possibilità di abbattere eventuali
costi di trasporto nel caso di riutilizzo in
loco del materiale da destinare alla frantumazione, operazione che comunque
richiede un’opportuna valutazione delle caratteristiche dei materiali stessi al
fine di una loro reintegrazione nei cicli
di produzione.
Gli evidenti vantaggi derivanti dal trattamento in sito dei materiali di risulta, in termini di risparmio sui costi di
conferimento in discarica e possibilità
di un loro riutilizzo diretto in cantiere, hanno impresso un forte stimolo
allo sviluppo di un’ulteriore tipologia
di attrezzature, che rappresentano in
buona sostanza l’evoluzione portati-
Le aziende citate
le del concetto di queste macchine.
Ci riferiamo in particolare alle benne
frantumatrici, “attachment” idraulici
tipicamente alimentati da escavatori nei modelli di taglia maggiore, ma
anche da skid loader in quelli appartenenti al segmento più leggero, che –
pur a fronte di una produttività oraria
sicuramente inferiore a quella di un vero e proprio impianto di frantumazione
e degli inevitabili limiti nella pezzatura
e tipologia del materiale trattabile –
offrono d’altra parte apprezzabili vantaggi. In primo luogo in termini di praticità, poiché possono essere gestiti come qualsiasi altra attrezzatura installabile su una macchina operatrice, ma
anche sotto il profilo della flessibilità
d’uso e gestione, in quanto consentono con pochi accorgimenti di variare la granulometria degli inerti ottenibili, nonché l’agevole sostituzione dei
componenti soggetti a usura.
Quale che sia la soluzione adottata
– e le possibilità di scelta, come abbiamo visto, sono molteplici – il rapporto costo/prestazioni garantito dal
trattamento in sito dei materiali da costruzione o demolizione è in ogni caso vantaggioso. In questo Primo Piano presentiamo una panoramica dei
principali produttori di attrezzature per
la demolizione e di macchine che, per
scelta editoriale, abbiamo limitato a
quelle mobili e compatte.
condi, senza necessità di utensili speciali ma semplicemente usando l’apposita
leva di regolazione. Inoltre, l’ampia area
di alimentazione e il meccanismo a mascelle gemellate brevettato garantiscono
la massima efficienza di frantumazione
minimizzando i bloccaggi. Il Bavtrak 025
è montato su cingoli in gomma ed è disponibile in dotazione standard con due
velocità di traslazione.
• Allu (www.allu.net)
• Ariko (www.ariko.it)
• Bav Crusher
(www.bavcrushers.co.uk)
• CM (www.cmcrushermachines.com)
• Guidetti
(www.guidettirecyclingsrl.com)
• Komplet Italia (www.komplet.it)
• MB (www.mbcrusher.com)
• Officine Rinaldi
(www.officinerinaldi.it)
• Red Rhino
(www.redrhinocrushers.com)
• Simex (www.simex.it)
• Trevi Benne (www.trevibenne.it)
• VTN Europe (www.vtneurope.com)
• Zemmler (www.zemmler.de)
È per il riciclaggio dei materiali di risulta
da cantieri di piccola entità che è stato
progettato e costruito da Bav Crusher
il Bavtrak 025, mini-impianto di frantumazione semovente che, grazie a una
bocca di alimentazione da 630x330 mm
e un meccanismo di frantumazione
completamente idrostatico, è in grado
di trattare agevolmente svariate tipologie di materiali. Il potente e silenzioso
motore Hatz raffreddato ad aria, che
equipaggia la macchina, fornisce elevate
prestazioni, affidabilità e una produttività che consente l’impiego dell’impianto
con mini e midi escavatori da 3 a 7,5 t.
Il Bavtrak 025 consente un controllo ottimale della pezzatura del materiale trattato: questa, infatti, può essere regolata
a uno dei tre livelli disponibili in pochi se-
Macchine
Bav Crusher
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Macchine
Macchine e attrezzature per la frantumazione
Guidetti
Ideati per la macinazione di inerti e
particolarmente adatti per l’utilizzo in cantieri cittadini dove lo spazio è molto ridotto, i frantoi della linea Guidetti sono autonomi e
richiedono l’impiego di un unico
operatore, riutilizzano direttamente l’inerte macinato ed evitano il costo di trasporto e della discarica e
riducono quelli di gestione grazie ai
modesti oneri operativi. All’interno
della gamma d’offerta dell’azienda spicca in particolare il modello
Caesar 2, impianto da 5.640 mm
di lunghezza per 2.000 mm
di larghezza con un’altezza di carico di 2.530 mm, per un peso operativo di 6.500 kg. L’impianto, equipaggiato con un motore Isuzu 4LE2,
quattro cilindri diesel, della potenza di 35 kW a 2.500 giri/min,
adotta un frantoio a mascelle da
530x400 mm che consente una regolazione meccanica della granulometria da 25 a 70 mm. Il tutto per una
produttività oraria fino a 50 m³/h,
variabile in funzione della tipologia
del materiale e della granulometria
desiderata. Tra le altre caratteristiche
dell’impianto segnaliamo la tramog-
gia di carico con alimentatore grizzly,
il carro semovente con cingoli in ferro, il radiatore di raffreddamento per
il motore e per l’impianto idraulico, il
nastro trasportatore e il telecomando. In via opzionale, Caesar 2 è equipaggiabile anche con radiocomando
a distanza e overbelt magnetico.
to vibrante tipo grizzly, nastro sottogriglia posteriore e nastro principale
pieghevole idraulicamente. L’impianto
è in grado di frantumare qualsiasi tipo di inerte derivante da demolizione,
trasformandolo da prodotto di scarto in materiale riutilizzabile. Con un
peso di 11.500 kg e una larghezza
di 2.400 mm, la macchina monta un
motore Isuzu da 60 kW, in grado di
garantire una produttività oraria fino a 40 m3 di materiale, e adotta un
frantoio a mascelle da 600x400 mm
dotato di regolazione idraulica della
granulometria, ottenibile da 20 fino a
100 mm. Il Lem Track 6040 è fornito
di radiocomando in grado di pilotare
tutti i movimenti della macchina.
Komplet
Komplet opera nel settore della premescolazione del calcestruzzo con
una gamma di mescolatori a doppio
asse, continui e turbina, e nel settore
del riciclaggio in cantiere dei materiali da C&D, dove dispone di un’ampia gamma di macchine e attrezzature
che semplifica il lavoro in molti cantieri del mondo, dall’Europa all’Oceania, dal continente americano a quello
africano. La gamma dispone di frantumatori sia fissi che semoventi, a mascelle e a martelli, vagli vibranti per
la selezione del materiale, nastri trasportatori e accessori che soddisfano le esigenze di recupero e riciclo
in cantiere. All’interno della linea di
macchine e attrezzature per la frantumazione proposta dall’azienda spicca
il Lem Track 6040, un impianto mobile cingolato compatto azionato da
motore diesel con raffreddamento ad
acqua composto da frantoio, casset88
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Officine Rinaldi è specializzata nella costruzione di macchine per la frantumazione delle pietre, per uso sia agricolo che industriale. Grazie a una grande esperienza acquisita nel settore e a
un’accurata selezione dei materiali, i suoi
prodotti possono vantare un alto livello qualitativo. L’azienda offre una gamma che comprende oltre 50 modelli di
frangipietre, frese trinciatutto, scarificatrici e impianti mobili di frantumazione.
I frantoi mobili proposti sono equipaggiati di motore diesel indipendente a
bordo macchina, di cingoli per il trasporto, di vasca di alimentazione e nastri basculanti per il trasporto del materiale in
uscita dal mulino. La granulometria del
prodotto finito può essere regolata mediante la sostituzione della griglia montata all’interno del mulino. L’intero impianto è controllabile a distanza mediante
radiocomando. Quattro, in particolare,
Macchine
Officine Rinaldi
i modelli in gamma (MM100, MM150,
MM200 e MM500), con potenze motore installate da 100, 170, 260 e 520 HP,
lunghezza totale con nastro da 7.000 a
12.000 mm. Le altezze d’ingresso variano dai 600 mm del modello MM100 ai
1.000 mm del modello MM500, mentre
le larghezze di ingresso sono rispettiva-
mente di 700, 900, 1.000 e 1.350 mm
per i quattro modelli. Elevata la produzione oraria, che oscilla dai 20-30 m3 del
modello base ai 100-150 m3 del modello
MM500, in funzione della tipologia del
materiale trattato. I quattro impianti della gamma proposta hanno un peso operativo tra i 6.000 e i 25.000 kg.
idraulica; le mascelle hanno un’ampiezza di 700x400 mm. Per quanto riguarda le pezzature ottenibili, le opzioni sono comprese tra 30 e 140 mm.
Tra le caratteristiche principali della serie 7000 troviamo il doppio comando
a distanza, il cavo di comando di serie
per gestire tutte le funzioni (il frantumatore dispone anche di leve idrauliche) e
la possibilità di scelta tra la tramoggia a
gravità e il vassoio vibrante. Tra le opzioni: un vassoio di alimentazione vibrante,
un alimentatore “grizzly”, uno scivolo
di separazione e un nastro trasportatore posteriore per l’eliminazione del materiale fine. Sono inoltre disponibili un
separatore magnetico e un setaccio per
nastro trasportatore.
Red Rhino
Progettati e costruiti in Gran Bretagna,
i minifrantumatori Red Rhino sono
mezzi performanti e in continua evoluzione, utilizzabili in svariate applicazioni
e sono nati per rispondere alla crescente necessità di ristrutturare, demolire,
frantumare e riciclare in spazi sempre
più ridotti. In Italia, questi prodotti sono distribuiti da Ariko (San Mauro Pascoli - Fc), azienda che fin dalla sua nascita offre articoli pensati per operare
nel rispetto dell’ambiente riducendo al
minimo l’impatto ambientale. Le serie
disponibili si distinguono nelle denominazioni: 2000 Multiform, 3000 Multiform, 4000, 5000 e 7000. La serie
7000, in particolare, è costituita da
frantumatori a mascelle con giunto a
ginocchiera e mascelle reversibili in acciaio al manganese (14%). La macchina è equipaggiata con propulsori diesel
Deutz da 67 CV raffreddati ad acqua;
i cingoli sono in acciaio a trazione
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Attrezzature
Macchine
Macchine e attrezzature per la frantumazione
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Zemmler
Zemmler nasce nel 2000, quando Heiko
Zemmler – che fino ad allora aveva lavorato alle dipendenze di Svedala (costruttore svedese di impianti di vagliatura) – fonda a Großräschen l’azienda. L’impresa si pone come obiettivo
la riparazione di impianti di vagliatura
a doppio tamburo della Vedbysonder
Maskinfabrik e, più tardi, di Svedala,
l’acquisto di impianti di vagliatura usati
(destinati alla rivendita dopo essere stati rigenerati) e il noleggio di macchinari esistenti. Oggi Zemmler è una realtà
consolidata nel settore della frantumazione. Scarti di demolizione, macerie,
ghiaia, pietre sono solo alcuni esempi
dei materiali che l’impianto di frantumazione Multi Screen MS 4200 Zemmler è in grado di gestire, separandolo in frazioni di diversa pezzatura (fine,
media, pesante). L’MS 4200 adotta un
particolare doppio tamburo, con angolo d’inclinazione fissa e velocità varia-
bile in continuo, costituito da un tamburo interno di 1.500 mm e un fusto
esterno di 2.005 mm di diametro, della
lunghezza complessiva di 4.200 mm, i
n grado di offrire un’area di vagliatura totale di circa 32 m². Il cestello interno è stato progettato in modo da
garantire una distribuzione uniforme
del materiale trattato nel tamburo, in
modo da offrire una migliore selezione
del materiale stesso. Inoltre, mantiene all’interno il materiale di maggiore
pezzatura, così da proteggere il fusto
esterno. I setacci installati nell’impianto
presentano maglie di dimensioni variabili da 2 a 80 mm, consentendo all’utilizzatore di regolare l’impianto alla pezzatura desiderata.
dard, per quasi tutti i tipi di applicazione; ovali, per lavorare materiali che
contengono molto inerte, come i terreni ciottolosi; a martelli ad ascia, progettati per materiali che richiedono
un maggiore effetto di disgregazione,
come i rifiuti biologici e la corteccia.
Tra i vantaggi offerti da queste macchine vi sono un costo d’investimen-
to molto basso rispetto ad altri macchinari specifici, la doppia funzione di
vagliatura e frantumazione, la possibilità di vagliare e frantumare diversi
tipi di materiali, anche molto bagnati,
la facilità di trasporto e sostituzione di
tamburi e martelli, una manutenzione
limitata che non necessita di personale specializzato.
Allu
Allu propone sul mercato la ben nota
benna vagliatrice e disgregatrice serie D, istallabile su qualunque tipo di
macchina base e utilizzabile per frantumare materiali provenienti da demolizioni quali calcinacci, mattoni,
mattonelle o vetro alla pezzatura di
un tout venant e renderlo quindi riutilizzabile come sottofondo o riempitivo. Il funzionamento è molto semplice: la potenza idraulica viene trasferita
dalla macchina base – un escavatore,
pala o terna – attraverso tubi idraulici fino al motore del disgregatore;
questo azionerà i tamburi tramite ingranaggi e catena. La misura media
del frantumato dipende dal tipo di
tamburi utilizzati e da possibili accessori come le barre di frantumazione.
I tamburi sono da 60 mm o 40 mm
(spaziatura tra i dischi). I martelli sono
in acciaio ad alta resistenza all’usura e
sono disponibili in tre versioni: stanM T F E B B R A I O
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Le benne vagliatrici proposte sul
mercato da Ariko – azienda di San
Mauro Pascoli (Fc) produttrice e distributrice in esclusiva per il mercato italiano ed europeo di attrezzature e accessori per macchine movimento terra delle migliori marche
– sono idonee alla vagliatura e alla separazione di macerie, detriti e
composti di risulta, con materiale di
pezzatura in uscita da 0 a 15 mm.
Con queste attrezzature si possono trattare, disgregare e miscelare
materiali di diversa natura e consistenza provenienti da demolizioni o scavi come torba, argilla, corteccia e compost. Le benne Ariko
selezionano materiale di scarto per
essere riutilizzato in riempimenti di
scavi e bonifiche di diversa natura.
I rotori a coltello sono costruiti in
Hardox e sono posti verticalmente,
per un maggior equilibrio del siste-
Attrezzature
Ariko
ma e per ridurre al massimo le vibrazioni. La trasmissione a catena
è progettata per sopportare sollecitazioni di lavoro gravose, si trova
nella parte superiore, per un rapido
accesso, ed è totalmente protetta
e provvista di sistema di lubrificazione centralizzato, per una facile
manutenzione. La posizione verti-
cale dei rotori e la grande superficie
priva di sporgenza garantisce una
migliore distribuzione del materiale
da trattare, aumentando produzione e resa. Il motore idraulico Sauer
Danfoss, assemblato in posizione
riparata - così come tutta la trasmissione - è provvisto di valvola
regolatrice di flusso.
l’attrezzatura opera a una pressione di 180-200 bar, con una portata
idraulica di 150 l/min. La CBF09, invece, è indicata per escavatori di peso
da 20 a 30 t, ha un peso di 3.200 kg
e una capacità di 0,85 m3, per una
larghezza della bocca di carico di
900x550 mm e un’apertura variabile
da 25 a 125 mm; l’attrezzatura ope-
ra a una pressione di 180-200 bar,
con una portata idraulica di 180 l/min.
La leggerezza, compattezza e solidità di queste attrezzature ne consentono un agevole impiego direttamente in sito, consentendo di eliminare le spese di smaltimento del
materiale inerte e il suo eventuale
riutilizzo immediato.
CM
L’azienda produce una vasta gamma
di accessori per macchine movimento terra, da demolizione, riciclaggio
e per l’edilizia. Tra questi, la linea
CBF di benne frantumatrici, che consentono di trattare il materiale inerte
proveniente da demolizioni, da cava
o pietrisco naturale. Macchina particolarmente adatta a lavori di piccola-media consistenza grazie alla
sua facilità di montaggio su mezzi
d‘opera, adotta una carcassa costruita interamente in Hardox per limitare al massimo l’usura e aumentare la
sua resistenza agli urti. Due, attualmente, i modelli di benne in gamma: la CBF07 e la CBF09. La prima,
idonea all’installazione su escavatori
di peso da 13 a 20 t, ha un peso di
2.150 kg e una capacità di 0,7 m3,
per una larghezza della bocca di
carico di 700x550 mm e un’apertura variabile da 25 a 125 mm;
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Attrezzature
Macchine e attrezzature per la frantumazione
MB
La benna frantoio MB, prima attrezzatura di questa tipologia a comparire sul mercato, funziona sfruttando
l’impianto idraulico degli escavatori su
cui è’ montata. Può essere utilizzata
su tutta la gamma di escavatori dalle
8 t in su e le sue aree di applicazione sono numerose: dalle demolizioni
all’edilizia in genere, dalla riqualificazione di ex aree industriali e urbane
al trattamento di materiali provenienti
da scavi, dal settore movimento terra ai lavori stradali, dalle cave alle miniere, dalle bonifiche ambientali alle
applicazioni su roccia.
La sua versatilità di utilizzo e i vantaggi che ne conseguono si assommano a una produttività particolarmente elevata: la benna frantuma direttamente in cantiere qualsiasi genere
di materiale, a esclusione del ferro, e
permette la raccolta del prodotto da
frantumare depositandolo a cumulo
su mezzi d’opera o nello scavo da colmare, velocizzando così le operazioni.
Le benne MB consentono una notevole riduzione dei costi vivi e il riciclaggio del materiale inerte direttamente
in cantiere, senza passare per la discarica (fattore questo fondamentale sia
per il rispetto dell’ambiente che per
un risparmio sullo smaltimento).
MB propone oggi quattro modelli di
benne frantoio di diversa taglia, idonee alle esigenze della piccola come
della grande impresa operante nel
settore costruzioni, nella demolizione e nel movimento terra in genere.
Le attrezzature sono utilizzabili anche
in applicazioni speciali come bonifiche
ambientali e interventi su roccia.
trezzatura; lavora inoltre come una
normale benna caricatrice, senza la
necessità di una seconda macchina
che carichi il materiale. La gamma si
compone di cinque modelli, da applicare su escavatori dalle 8 alle 50 t.
La Simex CBE frantuma diversi tipi di
materiali: inerti, mattoni, cemento,
calcestruzzo armato, piastrelle, lastre
di asfalto, legno, materiali deformabili in generale, vetro, terra vegetale. Non soffre la presenza di materiali
bagnati o deformabili. L’attrezzatura
può essere montata su qualsiasi tipo
di escavatore in assoluta sicurezza,
poiché non genera vibrazioni dannose né per l’operatore, né per la macchina motrice.
Simex
La benna frantumatrice Simex CBE
è progettata per ridurre volumetricamente il materiale demolito direttamente in cantiere, trasformandolo
rapidamente in materiale pronto per
essere riutilizzato. Il risultato finale è
un considerevole risparmio di costi,
considerando il tempo che sarebbe
necessario per il trasporto fuori dal
cantiere e il suo trattamento presso
gli impianti di frantumazione fissa.
In tal modo la produttività all’interno
dei siti migliora e consente inoltre un
maggiore tasso di utilizzo della macchina motrice impiegata per la sua
alimentazione. La pezzatura del materiale frantumato, con una semplice
operazione di sostituzione delle lame, può essere variata: da 0-50 mm
a 0-100 mm. La benna frantumatrice
CBE può essere utilizzata in qualsiasi
sito, anche nei più stretti e angusti,
date le dimensioni compatte dell’at92
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Realizzate con lo scopo di frantumare il
materiale inerte proveniente da demolizioni e ristrutturazioni, per recuperare
il materiale di risulta derivato da centri
di stoccaggio e per il trattamento degli
scarti di lavorazione in cava, le benne
frantoio della serie BM consentono di
riciclare e riutilizzare il prodotto finito
in cantiere, con un risparmio sui costi
di conferimento in discarica e il reperimento di materiale inerte vergine. Tre i
modelli in gamma, costruiti in acciaio
Hardox: BM15, per escavatori con peso
operativo tra le 12 e le 20 t, BM25, applicabile a escavatori con un peso compreso tra le 18 e le 25 t, e BM35, installabile su macchine dalle 25 alle 45 t.
La piccola BM15, in particolare, caratterizzata da un peso di 1.500 kg, presenta
una bocca di carico da 600 x 450 mm,
una capacità Sae di 0,5 m3 ed è azionabile da impianti idraulici in grado di garantire una portata olio di almeno 150 l/min
Attrezzature
Trevi Benne
a una pressione di 200 bar. La sorella
maggiore BM25 presenta invece una
massa operativa di 2.500 kg, dimensioni della bocca di 750 x 550 mm, mentre
la capacità Sae è di 0,6 m3. L’impianto
idraulico richiede in questo caso una
portata d’olio di 180 l/min e una pressione di 220 bar. Al vertice della gamma
troviamo infine la versione BM35, che si
caratterizza per i 3.500 kg di peso e per
un’apertura della bocca con dimensione pari a 900 x 650 mm. Portata olio e
pressione richieste sono anche in questo caso di 180 l/min a 220 bar. Tutti i
modelli sono predisposti all’utilizzo con
una regolazione che prevede una pezzatura compresa tra i 20 e i 120 mm
(100 mm per il modello BM15).
teria con soluzioni innovative e senza
comprometterne l’affidabilità strutturale, il peso del nuovo modello, nonostante l’adozione di mascelle di maggiori dimensioni, è stato ridotto di circa 300 kg
(da 4.000 a 3.700 kg). Impiegabile ora
su escavatori dalle 24 alle 40 t, la FB 350
– come ogni altro modello della gamma – è ideale per interventi non solo in
cantiere, ma per la sua forza e capacità produttiva trova corretta applicazione anche nei lavori gravosi come in cava, con materiale roccioso e particolarmente abrasivo. VTN ha concentrato lo
studio anche per ridurre al minimo ogni
tipo di vibrazione nel ciclo di lavoro, modificando e ottimizzando l’allineamento
mascella-albero-volani.
VTN Europe
La nuova versione della benna frantoio
FB 350 conserva le peculiarità del modello della serie tuttora in produzione, ma
migliorato nella sua struttura oltre che
nelle prestazioni. Fermo restando l’originale movimento delle mascelle, ora
peraltro coperto da brevetto internazionale, l’azienda è intervenuta sulle caratteristiche delle stesse, aumentandone
larghezza (900 mm anziché 800 mm) e
lunghezza (1.170 mm anziché 1.000 mm),
ma modificandone la geometria di posizionamento, così da ottenere una resa oraria superiore anche per la migliore
presa del materiale da trattare. Sempre
realizzate in fusione, le mascelle (una
fissa e una mobile) conservano la reversibilità e sono pertanto utilizzabili
almeno due volte prima di procedere,
quando indispensabile, alla sostituzione. Grazie alla progettazione con utilizzo del calcolo a elementi finiti, che ha
consentito di intervenire sulla carpen-
F E B B R A I O
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M T
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